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Nonviolenza. Femminile plurale. 135
- Subject: Nonviolenza. Femminile plurale. 135
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 26 Oct 2007 13:40:23 +0200
- Importance: Normal
============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 135 del 26 ottobre 2007 In questo numero: 1. Contro la violenza sulle donne una manifestazione nazionale a Roma il 24 novembre 2. Elena Ribet: Femminicidio. E' ora di dire basta 3. Maria Russo: Contro la violenza degli uomini sulle donne 1. INIZIATIVE. CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL 24 NOVEMBRE [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo] Per il 24 novembre e' stata indetta una manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne. L'assemblea di singole donne e di realta' associative femminili, femministe e lesbiche, provenienti da tutta Italia, che si sono riunite in assemblea pubblica domenica 21 ottobre a Roma presso la Casa internazionale delle donne sulla base dell'appello diffuso dal sito www.controviolenzadonne.org in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle Donne convoca una manifestazione nazionale a Roma sabato 24 novembre 2007, alle ore 14. * Le donne denunciano le continue violenze e gli assassinii che avvengono in contesti familiari da parte di padri, fidanzati, mariti, ex e conoscenti. E' una storia senza fine che continua a passare come devianza di singoli, mentre la violenza contro le donne avviene principalmente all'interno del nucleo familiare dove si strutturano i rapporti di potere e di dipendenza. Ricordiamo che l'aggressivita' maschile e' stata riconosciuta (dati Onu) come la prima causa di morte e di invalidita' permanente per le donne in tutto il mondo. Il tema, soprattutto in Italia, continua ad essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura, avallando la tesi che sia qualcosa di ineluttabile, mentre si tratta di un grave arretramento della relazione uomo-donna. La violenza contro le donne non deve essere ricondotta, come si sostiene da piu' parti, a un problema di sicurezza delle citta' o di ordine pubblico. La violenza maschile non conosce differenze di classe, etnia, cultura e religione. Non vogliamo scorciatoie legislative e provvedimenti solo di stampo repressivo. Senza un reale cambiamento culturale e politico che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo non puo' esserci salto di civilta'. Scendiamo in piazza e prendiamo la parola per affermare, non come vittime ma come protagoniste, la liberta' di decidere delle nostre vite nel pubblico e nel privato. Scendiamo in piazza per ribadire l'autodeterminazione e la forza delle nostre pratiche politiche. * Per contatti e adesioni: www.controviolenzadonne.org 2. RIFLESSIONE. ELENA RIBET: FEMMINICIDIO. E' ORA DI DIRE BASTA [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente articolo dal titolo "Femminicidio: e' ora di dire basta" e il sommario "Il 24 novembre mobilitazione nazionale a Roma contro le violenze alle donne, occasione per chiedere una rapida approvazione della legge sulle persecuzioni e per rifiutare le mistificazioni che affidano ai 'pacchetti sicurezza' la prevenzione delle violenze degli uomini sulle donne". Elena Ribet e' nata nel 1973 a Roma, dove attualmente vive e lavora occupandosi della comunicazione per una onlus che promuove l'integrazione delle persone con disabilita' intellettiva. Si interessa di ecumenismo, teologia e integrazione culturale. Ha presieduto il convegno interreligioso Religione, pace e violenza (5 e 6 aprile 2003, Mappano, Torino). Il suo intervento "La Marialis Cultus: una lettura evangelica" e' inserito negli atti del XV Colloquio Internazionale di Mariologia, Patti (Messina), 16 e 18 aprile 2004 (Edizioni Ami, Roma, 2005). Ha partecipato all(allestimento del musical Israel, dove vai? di Daniel Lifschitz sulle vicende e contraddizioni del popolo ebraico nella storia, curandone anche l'ufficio stampa. Collabora con riviste e periodici fra cui il settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi "Riforma" e il mensile "Noidonne". E' vincitrice del quinto concorso Le donne pensano, le donne scrivono, sezione poesia, promosso dalla Citta' di Torino, VI Circoscrizione, e dal Centro Donna, ed e' stata pubblicata nell'antologia del premio. Opere di Elena Ribet: Diario dei quattro nomi, Edizioni Joker, 2005] L'omicidio di Vyosa Demcolli nel Tribunale di Reggio Emilia da parte del marito, che ha ucciso anche il giovane cognato ed e' stato poi ucciso dai poliziotti presenti in aula, ha di nuovo scosso l'opinione pubblica sia per il luogo dove e' avvenuto il fatto sia perche' avrebbe potuto trasformarsi in una vera e propria mattanza, basta pensare che Klirim Fejzo sparando all'impazzata ha ferito perfino l'avvocata Giovanna Fava dell'associazione "Non da sola" e difensore di Vyosa nella causa di divorzio. Le donne di Reggio Emilia hanno subito manifestato il loro sdegno e la rete nazionale delle donne sta individuando le migliori modalita' per ribadire l'urgenza di una legge sullo stalking (persecuzioni), per sollecitare concreti sostegni alle Casa di accoglienza per le donne maltrattate e ai Centri antiviolenza, e per richiamare l'attenzione pubblica sulla gravita' di un problema che non puo' essere gestito con i "pacchetti sicurezza" ma deve essere correttamente percepito e trattato come questione centrale nei rapporti tra i generi. Mentre andiamo in stampa apprendiamo che il movimento ha deciso di indire una manifestazione nazionale a Roma per sabato 24 novembre, nel primo pomeriggio. Sara' occasione per la presa di parola pubblica da parte delle donne nella giornata mondiale contro le violenze alle donne, il 25 novembre. Sara' occasione per i Centri Antiviolenza di parlare al Paese per spiegare cosa vuol dire per le donne vivere l'incubo del terrore dentro le mura domestiche, subire l'umiliazione del non essere credute dalle forze dell'ordine, mentire ai figli cercando di proteggerli o essere costrette a fuggire per non rischiare di morire. Diamo conto di seguito di alcune delle tante voci, riflessioni e testimonianze che viaggiano on line. Le donne che dal sito www.controviolenzadonne.org avevano lanciato la proposta di una manifestazione ben prima dei fatti di Reggio Emilia, scrivono: "Il femminicidio per 'amore' di padri, fidanzati o ex mariti e' una vergogna senza fine che continua a passare come devianza di singoli. Il tema continua a essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura, avallando la tesi che si tratti di qualcosa di ineluttabile, mentre stiamo assistendo impotenti ad un grave arretramento culturale, rafforzato da una mercificazione senza precedenti del corpo delle donne. La violenza sulle donne e' accettata storicamente e socialmente. Viene inflitta senza differenza di eta', colore della pelle o status ed e' il peggiore crimine contro l'umanita'. Quello di una parte contro l'altra. La politica e le istituzioni d'altro canto continuano a ignorare il tema pubblicamente. Senza una lotta culturale che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo non sara' possibile attivare un nuovo patto di convivenza tra uomini e donne che tanto gioverebbe alla civilta'". Da Milano, le donne di "Usciamo dal silenzio" osservano: "La parola pubblica che noi sollecitiamo non e' quella che si spende con facilita' nelle emergenze 'estive' sbandierate dai media, ma deve essere iscritta nell'agenda istituzionale con la centralita' che la questione della violenza ha nella vita delle persone. La sua assenza o inadeguatezza e' infatti lo specchio della distanza tra la politica e la societa'. Il nostro paese e' oggi abitato da uomini e donne che arrivano da culture e tradizioni le piu' diverse. Costruire una convivenza che condivida, in questo tempo e in questo spazio, i principi costituzionali e l'idea della liberta' femminile che ha principio nell'inviolabilita' dei nostri corpi e' il cammino di cui ci sentiamo protagoniste insieme alle donne straniere che nel nostro paese devono essere padrone di se stesse, dunque in condizione di esercitare i diritti di cittadinanza. In questo percorso ci saranno difficolta' e contraddizioni, ma non devono costituire un alibi per occultare dietro la categoria dello scontro di civilta' il nodo conflittuale del rapporto tra i sessi che attraversa invece tutte le culture... Sensibilizzare, prevenire, tutelare, progettare sono i verbi che scegliamo per dire come l'azione pubblica debba rispondere a esigenze molteplici che riguardano la sfera dell'educazione, della formazione, della socialita', del diritto e avere, insieme, l'ambizione di un nuovo disegno di convivenza". Dal blog di "Usciamo dal silenzio" riportiamo anche uno stralcio delle riflessioni di Susanna Camuso, della Cgil Lombardia: "C'e' bisogno di rendere evidente cio' che a noi tutte e' da sempre noto, ovvero che all'origine della violenza sulle donne c'e' la negazione della liberta' femminile, c'e' la volonta' di controllo del corpo che da' la vita, c'e' il conflitto donna-uomo. Sufficiente? Credo sia necessario provare a guardare ancora, perche' c'e' una sessualita' malata, violenta, che va oltre il rapporto donna-uomo, come dice la cronaca di Milano; eppure siamo il Paese che proclama la vita. Legge 40, eutanasia, testamento biologico; allora perche' non si tuona da ogni pulpito contro la violenza, a difesa dell'integrita' della persona? Sorge una domanda: forse che c'e' un interesse a vedere come distinta la mente e il corpo? A vedere di quel corpo solo la funzione della procreazione 'a prescindere' (ad esempio quando si nega l'interruzione di gravidanza per stupro etnico). Ma se e' cosi', se si vede la persona solo in una sua possibile funzione, che idea della vita e'?". L'Udi (Unione delle donne in Italia) e il Centro Donna Giustizia di Ferrara osservano: "Non esistono ancora misure che assicurino tutela alle donne che trovano il coraggio di denunciare, viene sottovalutata la gravita' della violenza in famiglia ed enfatizzata quella su strada. Continuiamo da anni a ripetere che e' la famiglia il luogo piu' pericoloso in cui le donne subiscono violenze di ogni tipo fino a perdere la vita. Occorre davvero che non si continui a minimizzare la violenza". Il Telefono Rosa Piemonte rigetta "ogni tentativo di analizzare il problema dal punto di vista dei pacchetti sicurezza intesi come affinamento dei mezzi di intercettazione 'fisica' dell'uomo violento... non perche' sia inutile, ma perche' e' limitativo, e perche', in buona sostanza, sono i comportamenti a dover essere intercettati (e non solo le azioni), cosi' come sarebbe importante conoscere le fantasie e i progetti di violenza dei tanti uomini di cui sentiamo quotidianamente parlare". Dall'Udi di Bologna domandano: "Cosa si aspetta a prendere provvedimenti? Si vuole lo sterminio delle donne? La inutilita' delle denuncie e querele, le richieste di archiviazione dei pm, il mancato intervento delle forze dell'ordine ci ha determinato a mettere in campo le nostre forze per predisporre, in rete con le associazioni e istituzioni locali, un progetto organico di intervento che sia in grado di rispondere: ad esempio la formazione all'eguaglianza dei generi fin dalla scuola primaria, l'informazione, la costruzione di una rete dei servizi sociali e di accoglienza per le vittime. L'Udi da sempre ha proposto la procedibilita' d'ufficio per i reati di violenza alle donne, le quali molte volte, a seguito di minacce e condizionamenti familiari, ritirano le querele. Il nostro appello e' di decidere celermente una tutela efficace e preventiva e dare alle forze dell'ordine il potere di agire immediatamente dopo la presentazione della denuncia querela e ai magistrati il dovere di comminare misure cautelari". * I numeri delle violenze alle donne in Italia - La violenza domestica e' la prima causa di morte per le donne dai 16 ai 60 anni. - Sono 6.743.000 (seimilionisettecentoquarantatremila) le donne che nel corso della vita sono state vittime di violenza fisica o sessuale. - C'e' un omicidio in famiglia ogni due giorni, in 7 casi su 10 la vittima e' una donna. - La maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) o dall'ambito familiare. - Solo nel 24,8% dei casi la violenza e' stata ad opera di uno sconosciuto. - Oltre il 90% delle violenze non sono mai state denunciate. - L'eta' media delle vittime si abbassa : 1.400.000 (unmilionequattrocentomila), il 6,6% del totale, ha subito uno stupro prima dei 16 anni. - Solo il 18,2% delle donne e' consapevole che quello che ha subito e' un reato, mentre il 44% lo giudica semplicemente "qualcosa di sbagliato" e ben il 36% solo "qualcosa che e' accaduto". 3. RIFLESSIONE. MARIA RUSSO: CONTRO LA VIOLENZA DEGLI UOMINI SULLE DONNE [Dal sito de "Il paese delle donne" (www.womenews.net/spip3/) riprendiamo il seguente articolo. Maria Russo fa parte della redazione de "Il paese delle donne"] Il 21 ottobre scorso alla Casa internazionale delle donne ha avuto luogo l'assemblea pubblica contro la violenza sulle donne in vista di una manifestazione nazionale. All'incontro hanno partecipato tantissime associazioni femministe e femminili, collettivi e singole donne da ogni parte d'Italia. Si e' discusso a lungo, in modo vivace e variegato, di violenza contro le donne per scrivere insieme un documento condiviso. * I punti in comune emersi durante la discussione sono i seguenti. La violenza contro le donne e' culturale e strutturale. E' necessario cominciare a parlare di violenza sessista, la violenza sessuale infatti e' solo una delle tante forme di violenza che scaturisce dal rapporto di potere tra uomini e donne. Sono gli uomini ad usare violenza contro le donne, bisogna quindi nominarli parlando chiaramente di violenza degli uomini contro le donne. La manifestazione deve puntare sulla violenza in famiglia. La violenza domestica e' volutamente e dolosamente sottovalutata e taciuta perche' mette in discussione la relazione uomo-donna. L'attuazione immediata di un piano nazionale antiviolenza finanziato dal Ministero della Difesa, Ministero della Giustizia, Ministero della Salute che preveda la prevenzione e la formazione delle forze dell'ordine, della polizia, dei magistrati, dei medici. Il rifiuto di trattare la violenza degli uomini contro le donne come una questione di ordine pubblico e di sicurezza. Si rigetta il tentativo istituzionale e mediatico di inserire la questione nel pacchetto sicurezza perche' equivarrebbe a dire che le donne sono un soggetto da tutelare, quindi che non hanno diritto di parola e di scelta. Uscite voi (uomini) dal silenzio... Le donne non possono e non vogliono prendere la parola a nome degli uomini perche' sarebbe antidemocratico. * Sabato 27 ottobre 2007 alle ore 12 e' stata convocata un'altra assemblea pubblica alla Casa internazionale delle donne per approvare una piattaforma comune, per decidere l'orario e il percorso della manifestazione nazionale contro la violenza degli uomini sulle donne che si svolgera' a Roma il 24 novembre, il giorno prima della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in occasione della quale sono stati gia' organizzati numerosi appuntamenti in molte citta'. ============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 135 del 26 ottobre 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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