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Minime. 249
- Subject: Minime. 249
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 21 Oct 2007 00:29:01 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 249 del 21 ottobre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Un incontro con Medha Patkar il 21 ottobre a Roma 2. Un incontro con Medha Patkar il 22 ottobre a Torino 3. Programma definitivo del XXII congresso del Movimento Nonviolento 4. Raffaella Mendolia: Le conclusioni di "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" 5. "Commissione internazionale di donne per una pace giusta e sostenibile": L'opportunita' della conferenza di Annapolis 6. Giovanna Providenti presenta "La briganta" di Maria Rosa Cutrufelli 7. Vandana Shiva: Un elemento chiave della democrazia viva 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. INCONTRI. UN INCONTRO CON MEDHA PATKAR IL 21 OTTOBRE A ROMA [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo. Medha Patkar, intellettuale indiana impegnata nelle lotte nonviolente per i diritti umani e la difesa dell'ambiente, e' giustamente celebre per aver dato vita negli anni '80 al Narmada Bachao Andolan (Nba), il movimento che si oppone alla costruzione delle dighe sul fiume Narmada in India; la sua lotta nonviolenta - per cui e' stata anche arrestata molte volte - ha costretto la Banca Mondiale a ritirarsi dal finanziamento del progetto di Sardar Sarovar, una delle principali dighe sul Narmada, ed il mondo intero a prestare attenzione ai disastri umani ed ambientali causati da queste opere mastodontiche; nel 1991 Medha Patkar ha ricevuto il Goldmann Prize, un premio internazionale per chi si e' contraddistinto nella difesa dell'ambiente e dei diritti umani, e dal 1998 al 2000 e' anche stata una degli undici commissari dell'autorevole Commissione mondiale sulle dighe; attualmente e' una delle figure-simbolo del movimento new global e della nonviolenza in cammino (un piu' ampio profilo di Medha Patkar e' nei fascicoli n. 455 e n. 1261 de "La nonviolenza e' in cammino"). Su Medha Patkar cfr. il libro di Marina Forti, La signora di Narmada. Le lotte degli sfollati ambientali nel Sud del mondo, Feltrinelli, Milano 2004] Domenica 21 ottobre, a Roma, al Casale Podere Rosa, via Diego Fabbri, angolo via A. De Stefani, alle ore 17 Medha Patkar incontra i movimenti e le associazioni per discutere insieme dei conflitti ambientali che colpiscono i nostri territori e delle resistenze che propongono una nuova democrazia della Terra. Dalle grandi dighe alla privatizzazione dell'acqua, dagli accordi internazionali allo scandalo della Fiat che insieme a Tata sfolla in India 22.000 contadini senza garantire indenizzo. Medha Patkar e' la piu' famosa attivista indiana, protagonista della lotta contro le grandi dighe sul fiume Narmada e da sempre al fianco dei contadini sfollati da megaprogetti. Ha ricevuto numerosi premi tra cui il Goldman Enviromental Prize per due anni consecutivi. * Per informazioni o contatti: Associazione A sud, tel. 068803570, e-mail: redazione at asud.net, sito: www.asud.net 2. INCONTRI. UN INCONTRO CON MEDHA PATKAR IL 22 OTTOBRE A TORINO [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo] Il Centro Studi Sereno Regis organizza un incontro con Medha Patkar, "la signora di Narmada", la leader delle lotte nonviolente in India in difesa dei diritti delle popolazioni tribali, gli adivasi, e dei fuori casta, i dalit. Lunedi' 22 ottobre 2007 alle ore 20,30 presso il Centro Incontri Regione Piemonte, corso Stati Uniti 23, Torino. Conducono l'incontro Daniela Bezzi, giornalista freelance e Nanni Salio, del Centro Studi Sereno Regis; intervengono anche: Marco Revelli, Universita' del Piemonte Orientale; Giorgio Airaudo, Segretario Fiom Cgil Torino; Antonio Sansone, segretario Fim Cisl Torino; Cecilia Brighi, Iscos, Cisl nazionale; Gianni Vernetti, sottosegretario per gli affari esteri. * Medha Patkar (nata a Bombay nel 1954) e' la nota leader del Narmada Bachao Andolan (il movimento per la salvezza del fiume Narmada). E' da sempre impegnata sul fronte della lotta politica e per i diritti umani delle comunita' tribali e contadine del Maharashtra, del Madhya Pradesh e del Gujarat. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua attivita', tra i quali il Premio Mahatma Phule, il Premio Goldman per l'Ambiente, il Premio Nastro Verde per la migliore campagna politica internazionale dalla Bbc, ed il Premio per la difesa dei diritti umani da Amnesty International. I programmi di modernizzazione violenti adottati dai governi indiani e in particolare la costruzione di certe dighe senza alcun rispetto dell'ambiente e della popolazione hanno provocato la deportazione o spostamento forzato di piu' di due milioni di persone e gia' centinaia di morti. Piu' recentemente Medha e' impegnata anche nel sostegno agli sfollati dagli slums e per questo insieme ad altri ha costituito la National Alliance of People's Movements. Negli ultimi anni, Medha Patkar si e' impegnata in difesa di gruppi sociali, adivasi e dalit, espulsi dalle loro terre nel Bengala Occidentale per far posto a insediamenti industriali o estrattivi. Uno di questi accordi vede coinvolta la Fiat per la costruzione di una vettura low cost insieme alla indiana Tata. L'area su cui dovra' essere costruito lo stabilimento ha portato all'esproprio di mille ettari di terreno fertile e i contadini, prevalentemente adivasi (tribali) sono stati cacciati, ricevendo indennita' irrisorie o nulle. * Per informazioni e contatti: Centro Studi Sereno Regis, via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824 e 011549004, fax: 0115158000, e-mail: info at cssr-pas.org, sito: www.cssr-pas.org 3. INIZIATIVE. PROGRAMMA DEFINITIVO DEL XXII CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal Movimento Nonviolento (per contatti: azionenonviolenta at sis.it) riceviamo e diffondiamo] XXII Congresso del Movimento Nonviolento: "La nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti" Verona, 1 - 4 novembre 2007, Sala "Comboni", Missionari Comboniani, vicolo Pozzo 1, San Giovanni in Valle (vicino a Piazza Isolo, centro storico) * 31 ottobre, mercoledi' Sera, ore 21: dibattito: "Il caso Verona: dalla citta' di pace, alla tolleranza zero. Cos'ha da dire la nonviolenza?". Introduce Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta"; partecipano: Sergio Paronetto, insegnante; Alberto Tomiolo, scrittore; modera Raffaello Zordan, giornalista di "Nigrizia". * Primo novembre, giovedi' Mattina, ore 10,30: apertura del segretario e relazione introduttiva. Pomeriggio: comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sul centri studi, sui gruppi locali; dibattito in assemblea plenaria. * 2 novembre, venerdi' Mattina: lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il Servizio civile volontario; L'educazione alla nonviolenza. Pomeriggio: lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte di movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il potere mafioso. Sera, ore 21: incontro con Ibu Robin Lim, Indonesia, ostetrica, Premio Alexander Langer 2006, "La pace nel mondo puo' venir costruita cominciando oggi, un bambino per volta". * 3 novembre, sabato Mattina: riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito; riferiscono le altre tre commissioni e poi dibattito; spazio per presentare le mozioni. Pomeriggio: dibattito sulle mozioni, votazioni, rinnovo delle cariche. * 4 novembre, domenica, ore 10 "Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi simbolici della citta': partenza da via Spagna, Casa per la Nonviolenza, percorso attraverso San Zeno, Tribunale Militare, Arsenale, Ponte della Vittoria, arrivo in Piazza Bra' alle ore 12. * Per raggiungere la sede del Congresso dalla Stazione ferroviaria di Porta Nuova: - autobus n. 73, (feriale e diurno), partenza ai minuti 15 e 45, tempo di percorrenza 20 minuti, scendere al capolinea di Piazza Isolo. - autobus n. 91 (festivo e serale), partenza ogni 30 minuti, tempo di percorrenza 20 minuti, scendere alla fermata di Piazza Isolo. - in automobile uscita al casello autostradale di Verona sud, direzione centro, poi seguire le indicazioni "Teatro romano", o "Museo africano", o "Ostello", rione di San Giovanni in Valle; ampia possibilita' di parcheggio dentro le Missioni Africane * Per informazioni: Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 4. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA: LE CONCLUSIONI DI "ALDO CAPITINI E IL MOVIMENTO NONVIOLENTO (1990-2002)" [Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente estratto dalla sua tesi di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor Giampietro Berti. Raffaella Mendolia fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento, ed ha a suo tempo condotto per la sua tesi di laurea una rilevante ricerca sull'accostamento alla nonviolenza in Italia. Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione@nonviolenti:org, sito: www.nonviolenti.org] Ho cercato in questo mio lavoro di delineare il profilo di un personaggio straordinario, seppure a lungo dimenticato, della storia italiana del Novecento e di un movimento che allo stesso modo ha sofferto di una scarsa attenzione da parte dell'opinione pubblica. L'ho fatto perche' ho voluto indagare le ragioni di una situazione che, ancor prima di avere l'occasione di studiarla, intuitivamente percepivo come anomala. Come poteva il complesso e fecondo sistema di pensiero capitiniano rimanere sconosciuto ai piu' e non essersi sviluppato in un movimento di coscienza di massa? Oggi so che la mia ipotesi non era esatta. Il pensiero di Capitini non e' poi cosi' sconosciuto, ma piuttosto e' maggiormente diffuso in un settore dell'opinione pubblica che manifesta una particolare sensibilita' al tema della pace, direttamente collegata all'impegno personale, e a partire da questo sta raggiungendo finalmente nuovi settori. Cio' a prescindere da appartenenze di partito e da credenze religiose. La nonviolenza oggi si presenta come un valore trasversale che investe l'intera vita sociale che ha ispirato inedite soluzioni ad ogni tipo di conflitto. Se e' vero che Capitini non e' l'unico ad aver tradotto in pratica i principi della nonviolenza e che il Movimento Nonviolento non e' l'unica associazione ad aver portato avanti esperimenti in questo campo, si deve comunque riconoscere l'importanza del loro ruolo. D'altro canto, il Movimento Nonviolento e' stato capace di inserirsi nella realta' sociale forse rinunciando al riconoscimento della sua identita' di "movimento" in senso stretto, come forma organizzativa, ma certo affermando la sua forte identita' di "nonviolento", portando ovunque la sua causa e costruendo un movimento di opinione. Detto questo, soffermiamoci sul movimento in senso stretto. Ho cercato di illustrare la base teorica che lo sorregge, essa e' eccezionalmente feconda perche' spazia dal campo politico al campo sociale, fino ad investire il campo religioso; ho poi affrontato l'aspetto organizzativo per mostrare le difficolta' che il Movimento ha dovuto superare per mantenere in vita la sua fragile struttura nel tempo; ho infine cercato di orientarmi tra le innumerevoli iniziative che questa associazione e' in grado oggi di sostenere tanto nell'ambito dell'approfondimento teorico, quanto nell'applicazione pratica dei principi nonviolenti. Restano da affrontare le ragioni della mancata espansione del Movimento in quanto tale. Attraverso la ricostruzione della sua storia e' stato possibile capire come cio' sia conseguenza di una serie di fattori: la prolungata concentrazione sulla funzione di testimonianza, la scarsa visibilita' all'esterno, la volonta' di salvaguardare l'integrita' del messaggio capitiniano, la visione del movimento come "servizio", sono tra le piu' importanti. Ma ho l'impressione che un altro fattore contribuisca in modo determinante a questa circostanza. Il Movimento ha un'impostazione troppo "accademica" che trasmette un'immagine rigida e chiusa soprattutto a quei giovani, che, sono sicura, potrebbero riconoscere la validita' dell'elaborazione teorica capitiniana. Il Movimento prosegue la sua opera militante di sempre, certo con il massimo impegno, ma utilizzando gli stessi strumenti: i convegni di studio, gli incontri, le conferenze. Esse presuppongono un pubblico adulto e gia' preparato, difficilmente riescono ad ottenere l'attenzione dei "principianti". Per questo tali iniziative solitamente sono seguite dalle stesse persone, ostacolando il ricambio di energie. Al contrario, le attivita' che ottengono piu' larga pertecipazione sono spesso quelle organizzate in collaborazione con altri movimenti, e si rivelano esperienze di breve durata, incapaci di costruite contatti duraturi. Probabilmente mi si muovera' l'obiezione che la trasformazione in movimento di massa non e' attualmente tra le priorita' del movimento, ma si deve comunqe promuovere l'entrata di nuove energie, naturalmente inclini ad un approccio non tradizionale al tema della partecipazione politica e mosse da una volonta' autentica di cambiamento, potrebbero diventare valide sostenitrici del pensiero nonviolento. Se l'obiettivo dichiarato fosse invece evitare di diventare movimento di massa, e' evidente che l'apertura ai giovani non lo rende necessario, ma forse potrebbe essere sufficiente a far diventare il Movimento Nonviolento un po' piu' solido, "sempre minoranza, ma un po' piu' capace di rispondere alle necessita' di questo momento", come auspica Matteo Soccio. Il Movimento Nonviolento di oggi ha quindi bisogno di riflettere seriamente su un suo possibile rinnovamento. Davanti ad esso si prospetta l'eccezionale opportunita' per svolgere in maniera inedita la sua funzione educativa, che secondo Capitini stesso non deve consistere in una mera trasmissione di conoscenze, ma verrebbe ad esplicarsi in un rapporto dialettico e fecondo tra vecchia e nuova generazione, mettendo a frutto tanto l'esperienza storica del movimento quanto l'eredita' capitiniana. 5. DOCUMENTI. "COMMISSIONE INTERNAZIONALE DI DONNE PER UNA PACE GIUSTA E SOSTENIBILE": L'OPPORTUNITA' DELLA CONFERENZA DI ANNAPOLIS [Da Luisa Morgantini (per contatti: luisa.morgantini at europarl.europa.eu) riceviamo e diffondiamo. Luisa Morgantini, parlamentare europea, vicepresidente del Parlamento Europeo, presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Consiglio legislativo palestinese, fa parte delle Donne in nero e dell'Associazione per la pace; il seguente profilo di Luisa Morgantini abbiamo ripreso dal sito www.luisamorgantini.net: "Luisa Morgantini e' nata a Villadossola (No) il 5 novembre 1940. Dal 1960 al 1966 ha lavorato presso l'istituto Nazionale di Assistenza a Bologna occupandosi di servizi sociali e previdenziali. Dal 1967 al 1968 ha frequentato in Inghilterra il Ruskin College di Oxford dove ha studiato sociologia, relazioni industriali ed economia. Dal 1969 al 1971 ha lavorato presso la societa' Umanitaria di Milano nel settore dell'educazione degli adulti. Dal 1970 e fino al 1999 ha fatto la sindacalista nei metalmeccanici nel sindacato unitario della Flm. Eletta nella segreteria di Milano - prima donna nella storia del sindacato metalmeccanico - ha seguito la formazione sindacale e la contrattazione per il settore delle telecomunicazioni, impiegati e tecnici. Dal 1986 e' stata responsabile del dipartimento relazioni internazionali del sindacato metalmeccanico Flm - Fim Cisl, ha rappresentato il sindacato italiano nell'esecutivo della Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) e nel Consiglio della Federazione sindacale mondiale dei metalmeccanici (Fism). Dal novembre del 1980 al settembre del 1981, in seguito al terremoto in Irpinia, in rappresentanza del sindacato, ha vissuto a Teora contribuendo alla ricostruzione del tessuto sociale. Ha fondato con un gruppo di donne di Teora una cooperativa di produzione, "La meta' del cielo", che e' tuttora esistente. Dal 1979 ha seguito molti progetti di solidarieta' e cooperazione non governativa con vari paesi, tra cui Nicaragua, Brasile, Sud Africa, Mozambico, Eritrea, Palestina, Afghanistan, Algeria, Peru'. Si e' misurata in luoghi di conflitto entro e oltre i confini, praticando in ogni luogo anche la specificita' dell' essere donna, nel riconoscimento dei diritti di ciascun essere umano: nelle rivendicazioni sindacali, con le donne contro la mafia, contro l'apartheid in Sud Africa, con uomini e donne palestinesi e israeliane per il diritto dei palestinesi ad un loro stato in coesistenza con lo stato israeliano, con il popolo kurdo, nella ex Yugoslavia, contro la guerra e i bombardamenti della Nato, per i diritti degli albanesi del Kosovo all'autonomia, per la cura e l'accoglienza a tutte le vittime della guerra. Attiva nel campo dei diritti umani, si e' battuta per il loro rispetto in Cina, Vietnam e Siria, e per l'abolizione della pena di morte. Dal 1982 si occupa di questioni riguardanti il Medio Oriente ed in modo specifico del conflitto Palestina-Israele. Dal 1988 ha contribuito alla ricostruzione di relazioni e networks tra pacifisti israeliani e palestinesi. In particolare con associazioni di donne israeliane e palestinesi e dei paesi del bacino del Mediterraneo (ex Yugoslavia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia). Nel dicembre 1995 ha ricevuto il Premio per la pace dalle Donne per la pace e dalle Donne in nero israeliane. Attiva nel movimento per la pace e la nonviolenza e' stata portavoce dell'Associazione per la pace. E' tra le fondatrici delle Donne in nero italiane e delle rete internazionale di Donne contro la guerra. Attualmente e' deputata al Parlamento Europeo... In Italia continua la sua opera assieme alle Donne in nero e all'Associazione per la pace". Opere di Luisa Morgantini: Oltre la danza macabra, Nutrimenti, Roma 2004] La Commissione internazionale di donne per una pace giusta e sostenibile tra Israele e Palestina (International Women's Commission for a Just and Sustainable Palestinian-Israeli Peace - in sigla: Iwc) riconosce che la conferenza di Annapolis patrocinata dagli Stati Uniti e prevista per il prossimo novembre potrebbe fornire un'opportunita' unica per porre fine all'occupazione e risolvere il conflitto arabo-israeliano. Preoccupa, tuttavia, che se questo incontro non verra' usato per lanciare negoziati definitivi su tutti i temi rilevanti all'interno di un chiaro quadro temporale, allora non avra' successo. Un fallimento avrebbe dei risultati disastrosi per entrambe le popolazioni e per l'intera regione. L'Iwc considera l'adozione di un nuovo approccio, inclusivo e consultivo, che sostituisca quello fallimentare dominato dagli uomini guidati da prospettive militari, come un imperativo in questo momento cruciale per raggiungere la nostra visione comune di un'esistenza dignitosa e libera dalla paura e dai bisogni. Il solo modo per raggiungere la sicurezza umana e il diritto di vivere con dignita' e' la fine dell'occupazione attraverso un accordo negoziato su tutti i restanti e permanenti temi dell'accordo. L'iniziativa della Lega Araba assicura la necessaria cornice per la liberta' della Palestina, la legittimazione di Israele, la normalizzazione delle relazioni nella regione, e il diritto alla sicurezza per tutti gli individui. L'esperienza passata dimostra che dichiarazioni generali mancando di un merito specifico sono una prescrizione per un ulteriore deterioramento. Cio' che e' necessario ora e' un quadro dettagliato per la fine dell'occupazione e la creazione di uno Stato palestinese indipendente accanto a quello di Israele, sui confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa di due Stati. L'attuazione di questi accordi deve essere monitorata dalla comunita' internazionale attraverso meccanismi di verifica e arbitrato nel rispetto di rigide e rapide scadenze temporali. Solo una soluzione politica risolvera' l'enorme crisi umanitaria e il perdurare del conflitto. La comunita' internazionale, insieme alla maggioranza delle societa' civili in Israele e Palestina, riconosce il bisogno di muoversi ora, urgentemente e in modo diretto e fermo verso lo status finale dei negoziati. La societa' civile di entrambe le comunita' continua a ricoprire un ruolo importante nella promozione di tale obiettivo. L'Iwc chiede ai leader di Israele, dell'Autorita' palestinese e della comunita' internazionale, ai sensi della Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, di garantire il ruolo consultivo dell'Iwc come un modo di coinvolgere le donne nei negoziati e prendere in considerazione il nostro punto di vista al fine di raggiungere una pace essenziale, comprensiva e duratura. L'Iwc si appella alla comunita' internazionale e alle autorita' israeliane e palestinesi, cosi' come anche alla societa' civile di entrambe le comunita', per unirsi in uno sforzo inclusivo e trasparente che ci liberi dalle manette del passato e ci aiuti a creare un futuro giusto e pacifico basato sui principi di giustizia, eguaglianza, tolleranza e mutuo rispetto. 6. LIBRI. GIOVANNA PROVIDENTI PRESENTA "LA BRIGANTA" DI MARIA ROSA CUTRUFELLI [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo la seguente recensione. Giovanna Providenti e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti; sta preparando un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori, e un libro su Goliarda Sapienza. Maria Rosa Cutrufelli e' nata a Messina e vive a Roma, intellettuale impegnata nel movimento delle donne, ricercatrice, saggista, narratrice, giornalista, direttrice di "Tuttestorie", rivista di narrativa di donne. Opere di Maria Rosa Cutrufelli: L'invenzione della donna, Mazzotta, Milano 1974; L'unita' d'Italia: guerra contadina e nascita del sottosviluppo del Sud, Bertani, 1974; Disoccupata con onore. Lavoro e condizione della donna, Mazzotta, Milano 1975; Donna perche' piangi, Mazzotta, Milano 1976; Economia e politica dei sentimenti, Editori Riuniti, Roma 1980; Il cliente. Inchiesta sulla domanda di prostituzione, 1981; Mama Africa. Storia di donne e di utopie, Feltrinelli, Milano 1989; La Briganta, La Luna, Palermo 1990, Frassinelli, Milano 2007; Il denaro in corpo, Marco Tropea Editore, Milano 1996; (a cura di), Nella citta' proibita, Marco Tropea Editore, Milano 1997, Net, Milano 2003; Lontano da casa, Rai, 1997; Canto al deserto. Storia di Tina, soldato di mafia, Longanesi, Milano 1994, Tea, Milano 1997; Il paese dei figli perduti, Marco Tropea Editore, Milano 1999; Giorni d'acqua corrente. Quando la vita delle donne diventa racconto, Pratiche Editrice, Milano 2002; Terrona, Citta' Aperta, Troina (En) 2004; La donna che visse per un sogno, Frassinelli, Milano 2004] Presa dalla vicende narrate ho letto tutto d'un fiato il romanzo di Maria Rosa Cutrufelli, e ho avuto bisogno di ricominciare per comprendere che dietro la storia intensa e coinvolgente della protagonista del romanzo c'e' la storia di una donna vera che potrebbe appartenere ad ogni epoca storica. E che la domanda sottostante il romanzo e': come avviene la presa di coscienza di una donna? Nonostante l'operazione della protagonista-narratrice sia riattraversare la propria esistenza ricordandola e scrivendola, lo specchio della memoria e la scrittura non sono gli strumenti principali in mano a questa donna che avrebbe benissimo potuto essere un'analfabeta: come le altre donne incontrate durante il periodo in cui si unisce alle bande di briganti, e le donne vere scoperte dalla scrittrice in fotografie d'archivio. Donne allontanatesi dall'incubo delle loro case-prigioni per dare un senso al proprio dolore: "Libera si' libera di compiere una scelta. Questa volta - la prima, nella mia vita - dovevo essere libera di scegliere, altrimenti tanto dolore sarebbe stato versato per niente". Il dolore folle che ti porta a compiere il passo iniziale della presa di coscienza prima ancora di sapere dove vuoi andare: "il tempo e' opaco mentre lo si vive e non permette una consapevolezza piena delle proprie azioni". Sperimentare in prima persona modalita' diverse di stare al mondo e di relazionarsi con altre donne e' cio' che fa assumere coscienza di se' alla briganta: come quando si ritrova ad imboccare la morente Antonia (la donna che dapprincipio l'aveva aiutata a vestire abiti maschili), o quando in mezzo alla servita' annusando gli umori impara a capire cosa sta per succedere, o quando, al processo, non rinnega se stessa e le altre pur di salvarsi, come fanno le donne "sempre trascinate loro malgrado nel gorgo della vita", piuttosto afferma, e non un'idea astratta, ma se stessa: "sono briganta, io, non donna di brigante". Questo romanzo scritto venti anni fa e' ripubblicato da Frassinelli con una post-fazione dell'autrice in cui racconta sia il clima in cui e' nata l'idea (gli anni successivi alla rivoluzione sessantottesca) sia il contesto storico in cui e' ambientato il romanzo: la poco conosciuta repressione del brigantaggio meridionale che subito dopo l'unita' d'Italia ha assunto il sapore di una guerra civile. 7. MAESTRE. VANDANA SHIVA: UN ELEMENTO CHIAVE DELLA DEMOCRAZIA VIVA [Da Vandana Shiva, Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005, p. 123. Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006] Un elemento chiave della democrazia viva consiste nel riconoscere come naturale il diritto alle risorse vitali. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 249 del 21 ottobre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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