Minime. 249



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 249 del 21 ottobre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Un incontro con Medha Patkar il 21 ottobre a Roma
2. Un incontro con Medha Patkar il 22 ottobre a Torino
3. Programma definitivo del XXII congresso del Movimento Nonviolento
4. Raffaella Mendolia: Le conclusioni di "Aldo Capitini e il Movimento
Nonviolento (1990-2002)"
5. "Commissione internazionale di donne per una pace giusta e sostenibile":
L'opportunita' della conferenza di Annapolis
6. Giovanna Providenti presenta "La briganta" di Maria Rosa Cutrufelli
7. Vandana Shiva: Un elemento chiave della democrazia viva
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. UN INCONTRO CON MEDHA PATKAR IL 21 OTTOBRE A ROMA
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo.
Medha Patkar, intellettuale indiana impegnata nelle lotte nonviolente per i
diritti umani e la difesa dell'ambiente, e' giustamente celebre per aver
dato vita negli anni '80 al Narmada Bachao Andolan (Nba), il movimento che
si oppone alla costruzione delle dighe sul fiume Narmada in India; la sua
lotta nonviolenta - per cui e' stata anche arrestata molte volte - ha
costretto la Banca Mondiale a ritirarsi dal finanziamento del progetto di
Sardar Sarovar, una delle principali dighe sul Narmada, ed il mondo intero a
prestare attenzione ai disastri umani ed ambientali causati da queste opere
mastodontiche; nel 1991 Medha Patkar ha ricevuto il Goldmann Prize, un
premio internazionale per chi si e' contraddistinto nella difesa
dell'ambiente e dei diritti umani, e dal 1998 al 2000 e' anche stata una
degli undici commissari dell'autorevole Commissione mondiale sulle dighe;
attualmente e' una delle figure-simbolo del  movimento new global e della
nonviolenza in cammino (un piu' ampio profilo di Medha Patkar e' nei
fascicoli n. 455 e n. 1261 de "La nonviolenza e' in cammino"). Su Medha
Patkar cfr. il libro di Marina Forti, La signora di Narmada. Le lotte degli
sfollati ambientali nel Sud del mondo, Feltrinelli, Milano 2004]

Domenica 21 ottobre, a Roma, al Casale Podere Rosa, via Diego Fabbri, angolo
via A. De Stefani, alle ore 17 Medha Patkar incontra i movimenti e le
associazioni per discutere insieme dei conflitti ambientali che colpiscono i
nostri territori e delle resistenze che propongono una nuova democrazia
della Terra. Dalle grandi dighe alla privatizzazione dell'acqua, dagli
accordi internazionali allo scandalo della Fiat che insieme a Tata sfolla in
India 22.000 contadini senza garantire indenizzo.
Medha Patkar e' la piu' famosa attivista indiana, protagonista della lotta
contro le grandi dighe sul fiume Narmada e da sempre al fianco dei contadini
sfollati da megaprogetti. Ha ricevuto numerosi premi tra cui il Goldman
Enviromental Prize per due anni consecutivi.
*
Per informazioni o contatti: Associazione A sud, tel. 068803570, e-mail:
redazione at asud.net, sito: www.asud.net

2. INCONTRI. UN INCONTRO CON MEDHA PATKAR IL 22 OTTOBRE A TORINO
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo]

Il Centro Studi Sereno Regis organizza un incontro con Medha Patkar, "la
signora di Narmada", la leader delle lotte nonviolente in India in difesa
dei diritti delle popolazioni tribali, gli adivasi, e dei fuori casta, i
dalit.
Lunedi' 22 ottobre 2007 alle ore 20,30 presso il Centro Incontri Regione
Piemonte, corso Stati Uniti 23, Torino.
Conducono l'incontro Daniela Bezzi, giornalista freelance e Nanni Salio, del
Centro Studi Sereno Regis; intervengono anche: Marco Revelli, Universita'
del Piemonte Orientale; Giorgio Airaudo, Segretario Fiom Cgil Torino;
Antonio Sansone, segretario Fim Cisl Torino; Cecilia Brighi, Iscos, Cisl
nazionale; Gianni Vernetti, sottosegretario per gli affari esteri.
*
Medha Patkar (nata a Bombay nel 1954) e' la nota leader del Narmada Bachao
Andolan (il movimento per la salvezza del fiume Narmada). E' da sempre
impegnata sul fronte della lotta politica e per i diritti umani delle
comunita' tribali e contadine del Maharashtra, del Madhya Pradesh e del
Gujarat. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua attivita', tra i
quali il Premio Mahatma Phule, il Premio Goldman per l'Ambiente, il Premio
Nastro Verde per la migliore campagna politica internazionale dalla Bbc, ed
il Premio per la difesa dei diritti umani da Amnesty International.
I programmi di modernizzazione violenti adottati dai governi indiani e in
particolare la costruzione di certe dighe senza alcun rispetto dell'ambiente
e della popolazione hanno provocato la deportazione o spostamento forzato di
piu' di due milioni di persone e gia' centinaia di morti. Piu' recentemente
Medha e' impegnata anche nel sostegno agli sfollati dagli slums e per questo
insieme ad altri ha costituito la National Alliance of People's Movements.
Negli ultimi anni, Medha Patkar si e' impegnata in difesa di gruppi sociali,
adivasi e dalit, espulsi dalle loro terre nel Bengala Occidentale per far
posto a insediamenti industriali o estrattivi. Uno di questi accordi vede
coinvolta la Fiat per la costruzione di una vettura low cost insieme alla
indiana Tata. L'area su cui dovra' essere costruito lo stabilimento ha
portato all'esproprio di mille ettari di terreno fertile e i contadini,
prevalentemente adivasi (tribali) sono stati cacciati, ricevendo indennita'
irrisorie o nulle.
*
Per informazioni e contatti: Centro Studi Sereno Regis, via Garibaldi 13,
10122 Torino, tel. 011532824 e 011549004, fax: 0115158000, e-mail:
info at cssr-pas.org, sito: www.cssr-pas.org

3. INIZIATIVE. PROGRAMMA DEFINITIVO DEL XXII CONGRESSO DEL MOVIMENTO
NONVIOLENTO
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: azionenonviolenta at sis.it)
riceviamo e diffondiamo]

XXII Congresso del Movimento Nonviolento: "La nonviolenza e' politica per il
disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti"
Verona, 1 - 4 novembre 2007, Sala "Comboni", Missionari Comboniani, vicolo
Pozzo 1, San Giovanni in Valle (vicino a Piazza Isolo, centro storico)
*
31 ottobre, mercoledi'
Sera, ore 21: dibattito: "Il caso Verona: dalla citta' di pace, alla
tolleranza zero. Cos'ha da dire la nonviolenza?". Introduce Mao Valpiana,
direttore di "Azione nonviolenta"; partecipano: Sergio Paronetto,
insegnante; Alberto Tomiolo, scrittore; modera Raffaello Zordan, giornalista
di "Nigrizia".
*
Primo novembre, giovedi'
Mattina, ore 10,30: apertura del segretario e relazione introduttiva.
Pomeriggio: comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sul centri
studi, sui gruppi locali; dibattito in assemblea plenaria.
*
2 novembre, venerdi'
Mattina: lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il Servizio
civile volontario; L'educazione alla nonviolenza.
Pomeriggio: lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte
di movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il
potere mafioso.
Sera, ore 21: incontro con Ibu Robin Lim, Indonesia, ostetrica, Premio
Alexander Langer 2006, "La pace nel mondo puo' venir costruita cominciando
oggi, un bambino per volta".
*
3 novembre, sabato
Mattina: riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito; riferiscono
le altre tre commissioni e poi dibattito; spazio per presentare le mozioni.
Pomeriggio: dibattito sulle mozioni, votazioni, rinnovo delle cariche.
*
4 novembre, domenica, ore 10
"Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi
simbolici della citta': partenza da via Spagna, Casa per la Nonviolenza,
percorso attraverso San Zeno, Tribunale Militare, Arsenale, Ponte della
Vittoria, arrivo in Piazza Bra' alle ore 12.
*
Per raggiungere la sede del Congresso dalla Stazione ferroviaria di Porta
Nuova:
- autobus n. 73, (feriale e diurno), partenza ai minuti 15 e 45, tempo di
percorrenza 20 minuti, scendere al capolinea di Piazza Isolo.
- autobus n. 91 (festivo e serale), partenza ogni 30 minuti, tempo di
percorrenza 20 minuti, scendere alla fermata di Piazza Isolo.
- in automobile uscita al casello autostradale di Verona sud, direzione
centro, poi seguire le indicazioni "Teatro romano", o "Museo africano", o
"Ostello", rione di San Giovanni in Valle; ampia possibilita' di parcheggio
dentro le Missioni Africane
*
Per informazioni: Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

4. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA: LE CONCLUSIONI DI "ALDO CAPITINI E IL
MOVIMENTO NONVIOLENTO (1990-2002)"
[Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per
averci messo a disposizione il seguente estratto dalla sua tesi di laurea su
"Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" sostenuta presso la
Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli studi di Padova
nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor Giampietro Berti.
Raffaella Mendolia fa parte del comitato di coordinamento del Movimento
Nonviolento, ed ha a suo tempo condotto per la sua tesi di laurea una
rilevante ricerca sull'accostamento alla nonviolenza in Italia.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la
nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande
pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini:
la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari
collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che
contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale -
ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca -
bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato
il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una
raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea
d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo,
Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996;
segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri,
Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura
di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della
nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione
nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org)
sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di
Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di
un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90
e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui
apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo
Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il
messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno:
Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di),
Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988;
Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini.
Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi
Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova
Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per
una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini,
Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume
monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante,
La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del
Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta
2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini,
Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un
profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze
2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze
2005; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi,
Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una
bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito
citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito
dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it,
altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un
altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a
Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni:
l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803,
fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche
redazione@nonviolenti:org, sito: www.nonviolenti.org]

Ho cercato in questo mio lavoro di delineare il profilo di un personaggio
straordinario, seppure a lungo dimenticato, della storia italiana del
Novecento e di un movimento che allo stesso modo ha sofferto di una scarsa
attenzione da parte dell'opinione pubblica.
L'ho fatto perche' ho voluto indagare le ragioni di una situazione che,
ancor prima di avere l'occasione di studiarla, intuitivamente percepivo come
anomala.
Come poteva il complesso e fecondo sistema di pensiero capitiniano rimanere
sconosciuto ai piu' e non essersi sviluppato in un movimento di coscienza di
massa?
Oggi so che la mia ipotesi non era esatta.
Il pensiero di Capitini non e' poi cosi' sconosciuto, ma piuttosto e'
maggiormente diffuso in un settore dell'opinione pubblica che manifesta una
particolare sensibilita' al tema della pace, direttamente collegata
all'impegno personale, e a partire da questo sta raggiungendo finalmente
nuovi settori. Cio' a prescindere da appartenenze di partito e da credenze
religiose.
La nonviolenza oggi si presenta come un valore trasversale che investe
l'intera vita sociale che ha ispirato inedite soluzioni ad ogni tipo di
conflitto.
Se e' vero che Capitini non e' l'unico ad aver tradotto in pratica i
principi della nonviolenza e che il Movimento Nonviolento non e' l'unica
associazione ad aver portato avanti esperimenti in questo campo, si deve
comunque riconoscere l'importanza del loro ruolo.
D'altro canto, il Movimento Nonviolento e' stato capace di inserirsi nella
realta' sociale forse rinunciando al riconoscimento della sua identita' di
"movimento" in senso stretto, come forma organizzativa, ma certo affermando
la sua forte identita' di "nonviolento", portando ovunque la sua causa e
costruendo un movimento di opinione.
Detto questo, soffermiamoci sul movimento in senso stretto.
Ho cercato di illustrare la base teorica che lo sorregge, essa e'
eccezionalmente feconda perche' spazia dal campo politico al campo sociale,
fino ad investire il campo religioso; ho poi affrontato l'aspetto
organizzativo per mostrare le difficolta' che il Movimento ha dovuto
superare per mantenere in vita la sua fragile struttura nel tempo; ho infine
cercato di orientarmi tra le innumerevoli iniziative che questa associazione
e' in grado oggi di sostenere tanto nell'ambito dell'approfondimento
teorico, quanto nell'applicazione pratica dei principi nonviolenti.
Restano da affrontare le ragioni della mancata espansione del Movimento in
quanto tale.
Attraverso la ricostruzione della sua storia e' stato possibile capire come
cio' sia conseguenza di una serie di fattori: la prolungata concentrazione
sulla funzione di testimonianza, la scarsa visibilita' all'esterno, la
volonta' di salvaguardare l'integrita' del messaggio capitiniano, la visione
del movimento come "servizio", sono tra le piu' importanti.
Ma ho l'impressione che un altro fattore contribuisca in modo determinante a
questa circostanza.
Il Movimento ha un'impostazione troppo "accademica" che trasmette
un'immagine rigida e chiusa soprattutto a quei giovani, che, sono sicura,
potrebbero riconoscere la validita' dell'elaborazione teorica capitiniana.
Il Movimento prosegue la sua opera militante di sempre, certo con il massimo
impegno, ma utilizzando gli stessi strumenti: i convegni di studio, gli
incontri, le conferenze. Esse presuppongono un pubblico adulto e gia'
preparato, difficilmente riescono ad ottenere l'attenzione dei
"principianti". Per questo tali iniziative solitamente sono seguite dalle
stesse persone, ostacolando il ricambio di energie.
Al contrario, le attivita' che ottengono piu' larga pertecipazione sono
spesso quelle organizzate in collaborazione con altri movimenti, e si
rivelano esperienze di breve durata, incapaci di costruite contatti
duraturi.
Probabilmente mi si muovera' l'obiezione che la trasformazione in movimento
di massa non e' attualmente tra le priorita' del movimento, ma si deve
comunqe promuovere l'entrata di nuove energie, naturalmente inclini ad un
approccio non tradizionale al tema della partecipazione politica e mosse da
una volonta' autentica di cambiamento, potrebbero diventare valide
sostenitrici del pensiero nonviolento.
Se l'obiettivo dichiarato fosse invece evitare di diventare movimento di
massa, e' evidente che l'apertura ai giovani non lo rende necessario, ma
forse potrebbe essere sufficiente a far diventare il Movimento Nonviolento
un po' piu' solido, "sempre minoranza, ma un po' piu' capace di rispondere
alle necessita' di questo momento", come auspica Matteo Soccio.
Il Movimento Nonviolento di oggi ha quindi bisogno di riflettere seriamente
su un suo possibile rinnovamento.
Davanti ad esso si prospetta l'eccezionale opportunita' per svolgere in
maniera inedita la sua funzione educativa, che secondo Capitini stesso non
deve consistere in una mera trasmissione di conoscenze, ma verrebbe ad
esplicarsi in un rapporto dialettico e fecondo tra vecchia e nuova
generazione, mettendo a frutto tanto l'esperienza storica del movimento
quanto l'eredita' capitiniana.

5. DOCUMENTI. "COMMISSIONE INTERNAZIONALE DI DONNE PER UNA PACE GIUSTA E
SOSTENIBILE": L'OPPORTUNITA' DELLA CONFERENZA DI ANNAPOLIS
[Da Luisa Morgantini (per contatti: luisa.morgantini at europarl.europa.eu)
riceviamo e diffondiamo.
Luisa Morgantini, parlamentare europea, vicepresidente del Parlamento
Europeo, presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Consiglio
legislativo palestinese, fa parte delle Donne in nero e dell'Associazione
per la pace; il seguente profilo di Luisa Morgantini abbiamo ripreso dal
sito www.luisamorgantini.net: "Luisa Morgantini e' nata a Villadossola (No)
il 5 novembre 1940. Dal 1960 al 1966 ha lavorato presso l'istituto Nazionale
di Assistenza a Bologna occupandosi di servizi sociali e previdenziali. Dal
1967 al 1968 ha frequentato in Inghilterra il Ruskin College di Oxford dove
ha studiato sociologia, relazioni industriali ed economia. Dal 1969 al 1971
ha lavorato presso la societa' Umanitaria di Milano nel settore
dell'educazione degli adulti. Dal 1970 e fino al 1999 ha fatto la
sindacalista nei metalmeccanici nel sindacato unitario della Flm. Eletta
nella segreteria di Milano - prima donna nella storia del sindacato
metalmeccanico - ha seguito la formazione sindacale e la contrattazione per
il settore delle telecomunicazioni, impiegati e tecnici. Dal 1986 e' stata
responsabile del dipartimento relazioni internazionali del sindacato
metalmeccanico Flm - Fim Cisl, ha rappresentato il sindacato italiano
nell'esecutivo della Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) e nel
Consiglio della Federazione sindacale mondiale dei metalmeccanici (Fism).
Dal novembre del 1980 al settembre del 1981, in seguito al terremoto in
Irpinia, in rappresentanza del sindacato, ha vissuto a Teora contribuendo
alla ricostruzione del tessuto sociale. Ha fondato con un gruppo di donne di
Teora una cooperativa di produzione, "La meta' del cielo", che e' tuttora
esistente. Dal 1979 ha seguito molti progetti di solidarieta' e cooperazione
non governativa con vari paesi, tra cui Nicaragua, Brasile, Sud Africa,
Mozambico, Eritrea, Palestina, Afghanistan, Algeria, Peru'. Si e' misurata
in luoghi di conflitto entro e oltre i confini, praticando in ogni luogo
anche la specificita' dell' essere donna, nel riconoscimento dei diritti di
ciascun essere umano: nelle rivendicazioni sindacali, con le donne contro la
mafia, contro l'apartheid in Sud Africa, con uomini e donne palestinesi e
israeliane per il diritto dei palestinesi ad un loro stato in coesistenza
con lo stato israeliano, con il popolo kurdo, nella ex Yugoslavia, contro la
guerra e i bombardamenti della Nato, per i diritti degli albanesi del Kosovo
all'autonomia, per la cura e l'accoglienza a tutte le vittime della guerra.
Attiva nel campo dei diritti umani, si e' battuta per il loro rispetto in
Cina, Vietnam e Siria, e per l'abolizione della pena di morte. Dal 1982 si
occupa di questioni riguardanti il Medio Oriente ed in modo specifico del
conflitto Palestina-Israele. Dal 1988 ha contribuito alla ricostruzione di
relazioni e networks tra pacifisti israeliani e palestinesi. In particolare
con associazioni di donne israeliane e palestinesi e dei paesi del bacino
del Mediterraneo (ex Yugoslavia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia). Nel
dicembre 1995 ha ricevuto il Premio per la pace dalle Donne per la pace e
dalle Donne in nero israeliane. Attiva nel movimento per la pace e la
nonviolenza e' stata portavoce dell'Associazione per la pace. E' tra le
fondatrici delle Donne in nero italiane e delle rete internazionale di Donne
contro la guerra. Attualmente e' deputata al Parlamento Europeo... In Italia
continua la sua opera assieme alle Donne in nero e all'Associazione per la
pace". Opere di Luisa Morgantini: Oltre la danza macabra, Nutrimenti, Roma
2004]

La Commissione internazionale di donne per una pace giusta e sostenibile tra
Israele e Palestina (International Women's Commission for a Just and
Sustainable Palestinian-Israeli Peace - in sigla: Iwc) riconosce che la
conferenza di Annapolis patrocinata dagli Stati Uniti e prevista per il
prossimo novembre potrebbe fornire un'opportunita' unica per porre fine
all'occupazione e risolvere il conflitto arabo-israeliano.
Preoccupa, tuttavia, che se questo incontro non verra' usato per lanciare
negoziati definitivi su tutti i temi rilevanti all'interno di un chiaro
quadro temporale, allora non avra' successo. Un fallimento avrebbe dei
risultati disastrosi per entrambe le popolazioni e per l'intera regione.
L'Iwc considera l'adozione di un nuovo approccio, inclusivo e consultivo,
che sostituisca quello fallimentare dominato dagli uomini guidati da
prospettive militari, come un imperativo in questo momento cruciale per
raggiungere la nostra visione comune di un'esistenza dignitosa e libera
dalla paura e dai bisogni.
Il solo modo per raggiungere la sicurezza umana e il diritto di vivere con
dignita' e' la fine dell'occupazione attraverso un accordo negoziato su
tutti i restanti e permanenti temi dell'accordo.
L'iniziativa della Lega Araba assicura la necessaria cornice per la liberta'
della Palestina, la legittimazione di Israele, la normalizzazione delle
relazioni nella regione, e il diritto alla sicurezza per tutti gli
individui.
L'esperienza passata dimostra che dichiarazioni generali mancando di un
merito specifico sono una prescrizione per un ulteriore deterioramento. Cio'
che e' necessario ora e' un quadro dettagliato per la fine dell'occupazione
e la creazione di uno Stato palestinese indipendente accanto a quello di
Israele, sui confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa di due
Stati. L'attuazione di questi accordi deve essere monitorata dalla comunita'
internazionale attraverso meccanismi di verifica e arbitrato nel rispetto di
rigide e rapide scadenze temporali. Solo una soluzione politica risolvera'
l'enorme crisi umanitaria e il perdurare del conflitto.
La comunita' internazionale, insieme alla maggioranza delle societa' civili
in Israele e Palestina, riconosce il bisogno di muoversi ora, urgentemente e
in modo diretto e fermo verso lo status finale dei negoziati. La societa'
civile di entrambe le comunita' continua a ricoprire un ruolo importante
nella promozione di tale obiettivo.
L'Iwc chiede ai leader di Israele, dell'Autorita' palestinese e della
comunita' internazionale, ai sensi della Risoluzione 1325 del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite, di garantire il ruolo consultivo dell'Iwc
come un modo di coinvolgere le donne nei negoziati e prendere in
considerazione il nostro punto di vista al fine di raggiungere una pace
essenziale, comprensiva e duratura.
L'Iwc si appella alla comunita' internazionale e alle autorita' israeliane e
palestinesi, cosi' come anche alla societa' civile di entrambe le comunita',
per unirsi in uno sforzo inclusivo e trasparente che ci liberi dalle manette
del passato e ci aiuti a creare un futuro giusto e pacifico basato sui
principi di giustizia, eguaglianza, tolleranza e mutuo rispetto.

6. LIBRI. GIOVANNA PROVIDENTI PRESENTA "LA BRIGANTA" DI MARIA ROSA
CUTRUFELLI
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo la seguente
recensione.
Giovanna Providenti e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's
and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di
nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla
prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa  al Circolo Bateson di Roma.
Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a
mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il
volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" - Libreria Editrice
Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in
volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane
Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare
la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M.
Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e
genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come
progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria
Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti; sta
preparando un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra
Alfassa e Maria Montessori, e un libro su Goliarda Sapienza.
Maria Rosa Cutrufelli e' nata a Messina e vive a Roma, intellettuale
impegnata nel movimento delle donne, ricercatrice, saggista, narratrice,
giornalista, direttrice di "Tuttestorie", rivista di narrativa di donne.
Opere di Maria Rosa Cutrufelli: L'invenzione della donna, Mazzotta, Milano
1974; L'unita' d'Italia: guerra contadina e nascita del sottosviluppo del
Sud, Bertani, 1974; Disoccupata con onore. Lavoro e condizione della donna,
Mazzotta, Milano 1975; Donna perche' piangi, Mazzotta, Milano 1976; Economia
e politica dei sentimenti, Editori Riuniti, Roma 1980; Il cliente. Inchiesta
sulla domanda di prostituzione, 1981; Mama Africa. Storia di donne e di
utopie, Feltrinelli, Milano 1989; La Briganta, La Luna, Palermo 1990,
Frassinelli, Milano 2007; Il denaro in corpo, Marco Tropea Editore, Milano
1996; (a cura di), Nella citta' proibita, Marco Tropea Editore, Milano 1997,
Net, Milano 2003; Lontano da casa, Rai, 1997; Canto al deserto. Storia di
Tina, soldato di mafia, Longanesi, Milano 1994, Tea, Milano 1997; Il paese
dei figli perduti, Marco Tropea Editore, Milano 1999; Giorni d'acqua
corrente. Quando la vita delle donne diventa racconto, Pratiche Editrice,
Milano 2002; Terrona, Citta' Aperta, Troina (En) 2004; La donna che visse
per un sogno, Frassinelli, Milano 2004]

Presa dalla vicende narrate ho letto tutto d'un fiato il romanzo di Maria
Rosa Cutrufelli, e ho avuto bisogno di ricominciare per comprendere che
dietro la storia intensa e coinvolgente della protagonista del romanzo c'e'
la storia di una donna vera che potrebbe appartenere ad ogni epoca storica.
E che la domanda sottostante il romanzo e': come avviene la presa di
coscienza di una donna? Nonostante l'operazione della
protagonista-narratrice sia riattraversare la propria esistenza ricordandola
e scrivendola, lo specchio della memoria e la scrittura non sono gli
strumenti principali in mano a questa donna che avrebbe benissimo potuto
essere un'analfabeta: come le altre donne incontrate durante il periodo in
cui si unisce alle bande di briganti, e le donne vere scoperte dalla
scrittrice in fotografie d'archivio. Donne allontanatesi dall'incubo delle
loro case-prigioni per dare un senso al proprio dolore: "Libera si' libera
di compiere una scelta. Questa volta - la prima, nella mia vita - dovevo
essere libera di scegliere, altrimenti tanto dolore sarebbe stato versato
per niente". Il dolore folle che ti porta a compiere il passo iniziale della
presa di coscienza prima ancora di sapere dove vuoi andare: "il tempo e'
opaco mentre lo si vive e non permette una consapevolezza piena delle
proprie azioni".
Sperimentare in prima persona modalita' diverse di stare al mondo e di
relazionarsi con altre donne e' cio' che fa assumere coscienza di se' alla
briganta: come quando si ritrova ad imboccare la morente Antonia (la donna
che dapprincipio l'aveva aiutata a vestire abiti maschili), o quando in
mezzo alla servita' annusando gli umori impara a capire cosa sta per
succedere, o quando, al processo, non rinnega se stessa e le altre pur di
salvarsi, come fanno le donne "sempre trascinate loro malgrado nel gorgo
della vita", piuttosto afferma, e non un'idea astratta, ma se stessa: "sono
briganta, io, non donna di brigante".
Questo romanzo scritto venti anni fa e' ripubblicato da Frassinelli con una
post-fazione dell'autrice in cui racconta sia il clima in cui e' nata l'idea
(gli anni successivi alla rivoluzione sessantottesca) sia il contesto
storico in cui e' ambientato il romanzo: la poco conosciuta repressione del
brigantaggio meridionale che subito dopo l'unita' d'Italia ha assunto il
sapore di una guerra civile.

7. MAESTRE. VANDANA SHIVA: UN ELEMENTO CHIAVE DELLA DEMOCRAZIA VIVA
[Da Vandana Shiva,  Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino
2005, p. 123.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti
istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni
Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa
dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di
riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli,
di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia
di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti
pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo,
Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino
1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze,
DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta
di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano
2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della
globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli,
Milano 2006]

Un elemento chiave della democrazia viva consiste nel riconoscere come
naturale il diritto alle risorse vitali.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 249 del 21 ottobre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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