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Nonviolenza. 224
- Subject: Nonviolenza. 224
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 26 Sep 2007 01:40:44 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 224 del 26 settembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La guerra 2. Peppe Sini: Carissimo Pinocchio 3. Verso il congresso del Movimento Nonviolento 4. Raffaella Mendolia intervista Piercarlo Racca 5. Raffaella Mendolia intervista Flavia Rizzi 6. Raffaella Mendolia intervista Matteo Soccio 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA GUERRA La guerra, che uccide le persone. La guerra, nemica dell'umanita'. 2. EDITORIALE. PEPPE SINI: CARISSIMO PINOCCHIO E cosi' si scopre che la lobby sostenitrice della realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" millantava adesioni che non aveva. Pretendeva di far credere che l'Ordine dei Medici di Viterbo appoggiasse la realizzazione della disastrosa opera che provocherebbe danni enormi alla salute dei viterbesi. Finche' il presidente dell'Ordine dei Medici ha seccamente smentito la sesquipedale menzogna. * Da mesi la lobby politico-affaristica che propugna la scellerata opera devastante e avvelenatrice proclama di avere adesioni che a questo punto occorrera' verificare tutte, una per una. Ed ogni volta che verificheremo una menzogna, che scopriremo un inganno, che troveremo quella propaganda essere truffaldina, ebbene, il naso di lorsignori si allunghera' un pochino, fino a diventare cosi' lungo da raggiungere Roma, e allora bastera' salirci delicatamente sopra e, calzati un paio di pattini, per mera forza di gravita' (poiche' ci pare che Viterbo sia in posizione orografica un po' piu' elevata della capitale) si potra' raggiungere Roma senza spesa e senza inquinare alcunche'. Questo nuovo mezzo di trasporto, che chiameremo "viabilita' collodiana", sara' quindi un merito, forse l'unico, della lobby che tanto male vorrebbe arrecare alla nostra terra e alla nostra gente cercando di avvelenarci tutti con l'inquinamento provocato dal mega-aeroporto. * Ma certo anche quei nasi porranno problemi di gestione e manutenzione: e innanzitutto si dovra' aver cura che i portatori non si buschino un raffreddore. Segnaliamo alla giunta comunale l'opportunita' di una tempestiva delibera in merito. 3. INIZIATIVE. VERSO IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Si svolgera' dal primo al 4 novembre a Verona il XXII congresso nazionale del Movimento Nonviolento sul tema "La nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti". * Giovedi' primo novembre Mattina ore 10,30: Apertura del segretario e relazione introduttiva Pomeriggio - Comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sul centri studi, sui gruppi locali... - Dibattito in assemblea plenaria. * Venerdi' 2 novembre Mattina Lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il servizio civile volontario; L'educazione alla nonviolenza Pomeriggio Lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte di movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il potere mafioso * Sabato 3 novembre Mattina - Riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito - Riferiscono le altre tre commissioni e poi dibattito - Spazio per presentare le mozioni Pomeriggio - Dibattito sulle mozioni - Votazioni - Rinnovo delle cariche * Domenica 4 novembre Mattina - "Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi simbolici della citta'. * Per ulteriori informazioni: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org 4. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA INTERVISTA PIERCARLO RACCA [Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per averci messo a disposizione la seguente intervista estratta dalla sua tesi di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor Giampietro Berti. Raffaella Mendolia fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento, ed ha a suo tempo condotto per la sua tesi di laurea una rilevante ricerca sull'accostamento alla nonviolenza in Italia. Piercarlo Racca e' uno dei militanti "storici" dei movimenti nonviolenti in Italia ed ha preso parte a pressoche' tutte le esperienze piu' vive e piu' nitide di impegno di pace; e' per unanime riconoscimento una delle voci piu' autorevoli della nonviolenza in cammino] - Raffaella Mendolia: Per cominciare vorrei chiedere occupazione, livello di istruzione, luogo di residenza. - Piercarlo Racca: Pensionato FS, diploma di istituto tecnico, residenza a Torino. * - Raffaella Mendolia: Come e' entrato in contatto con il Movimento Nonviolento, a che eta', cosa l'ha spinta? - Piercarlo Racca: Sono entrato in contatto con il Movimento Nonviolento nel 1968 all'eta' di 22 anni motivato da una posizione di antimilitarista poi obiettore al servizio militare e infine nonviolento. Il primo contatto e' stata la rivista "Azione nonviolenta". * - Raffaella Mendolia: Attualmente in che campo presta la sua opera? - Piercarlo Racca: Se la domanda si riferisce al lavoro sono pensionato. Nel Movimento Nonviolento mi interessa sempre il tema antimilitarista. * - Raffaella Mendolia: Cosa significa essere nonviolenti per lei oggi? - Piercarlo Racca: Essere nonviolenti o meglio "amici della nonviolenza" significa vivere ogni giorno con la certezza che il mondo si puo' cambiare, che i mezzi devono essere conformi ai fini, che occorre sempre seminare le nostre idee attraverso iniziative, non rassegnarsi e avere uno stile di vita conforme ai principi di una economia nonviolenta. * - Raffaella Mendolia: La carta Ideologico-programmatica del Movimento Nonviolento: qual e' la sua portata oggi e quale ritiene che fosse al momento della sua formulazione? - Piercarlo Racca: Ritengo che i principi contenuti nella carta programmatica siano ancora molto attuali * - Raffaella Mendolia: Ritiene che essa sia stata sviluppata in tutte le sue direttrici d'azione? - Piercarlo Racca: Si'. * - Raffaella Mendolia: Quali sono le iniziative piu' significative intraprese dal Movimento Nonviolento negli ultimi dieci anni? - Piercarlo Racca: La marcia Perugia-Assisi del 2000 "Mai piu' eserciti e guerre" promossa dal Movimento Nonviolento, la camminata Assisi-Gubbio del 2003, i convegni sul'economia nonviolenta, la regolare uscita di "Azione nonviolenta", il completamento (acquisto) della sede di Verona, i campi estivi. * - Raffaella Mendolia: Qual e' la posizione del Movimento Nonviolento nei confronti del panorama politico attuale? - Piercarlo Racca: Molto critica. * - Raffaella Mendolia: Qual e' il grado di maturita' del Movimento Nonviolento di oggi, che risultati ha raggiunto, quali difetti devono essere corretti? - Piercarlo Racca: Ritengo che il Movimento Nonviolento abbia un ottimo grado di maturita', lo dimostrano la stabilita' di alcune nostre sedi, la ricchezza delle nostre piccole iniziative; il risultato palpabile e' che siamo cercati da un buon bacino di utenza. Il nostro difetto, ma non e' colpa nostra, e' che siamo numericamente deboli rispetto alle aspettative di molti che ci osservano con attenzione. * - Raffaella Mendolia: Ritiene che Il Movimento Nonviolento abbia una visibilita' adeguata? - Piercarlo Racca: Come visibilita' sicuramente siamo inadeguati ma principalmente questo e' dovuto all'uso distorto della grande informazione. * - Raffaella Mendolia: Il movimento nel futuro: e' preferibile essere minoranza esigua o movimento di massa? Quali sono le sue concrete possibilita' di sviluppo? - Piercarlo Racca: Sarebbe preferibile un movimento di massa ma non necessariamente siamo una piccola minoranza; alcune nostre lotte sono diventate "maggioranza". Come "minoranza" abbiamo avviato, aggregato persone e vinto le battaglie sull'obiezione al servizio militare, sul no al nucleare. Siamo stati fra i primi a parlare di "produzione biologica", di lotta contro gli organismi geneticamente modificati (Ogm), di energie decentrate e rinnovabili... tutti temi di attualita' che si stanno imponendo a un'attenzione diffusa. 5. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA INTERVISTA FLAVIA RIZZI [Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per averci messo a disposizione la seguente intervista estratta dalla sua tesi di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor Giampietro Berti. Flavia Rizzi, operatrice culturale, fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento e della redazione di "Azione nonviolenta", e' impegnata in molte iniziatve di promozione di una cultura della pace] - Raffaella Mendolia: Per cominciare vorrei chiedere occupazione, livello di istruzione, luogo di residenza. - Flavia Rizzi: Sono operatrice culturale per una cooperativa di servizi culturali (ambito prevalente: cinema). Ho un diploma di liceo linguistico e sono laureanda in filosofia. Abito a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. * - Raffaella Mendolia: Come e' entrata in contatto con il Movimento Nonviolento, a che eta', cosa l'ha spinta? - Flavia Rizzi: Sono entrata in contatto con il Movimento Nonviolento, inizialmente solo tramite la rivista "Azione nonviolenta", intorno ai 19-20 anni nel 1990-'91: facevo parte di un piccolo gruppo locale che si interessava di nonviolenza, e "Azione nonviolenta" era uno degli strumenti di informazione/formazione del gruppo. Quando il gruppo si sciolse, qualche anno dopo, decisi di provare a conoscere il Movimento Nonviolento piu' da vicino e partecipai al congresso nazionale di Fano del 1997, dove fui subito invitata ad entrare a far parte del comitato di coordinamento. Desideravo continuare la mia esperienza sul cammino della nonviolenza, anche uscendo da un ambito locale e da una prospettiva religiosa: la mia formazione infatti e' avvenuta in un ambiente cattolico ma, senza rinnegare o abbandonare quella prospettiva, sentivo il desiderio di approfondire il mio interesse per la nonviolenza attraverso un approccio laico. * - Raffaella Mendolia: Attualmente in che campo presta la sua opera? - Flavia Rizzi: Partecipo alle riunioni del comitato di coordinamento e collaboro con la rivista "Azione nonviolenta", prevalentemente curando la rubrica di cinema, sporadicamente traducendo articoli, comunicati, proposte di War Resisters' International (di cui il Movimento Nonviolento e' la sezione italiana) che possano essere interessanti per la rivista stessa. In ambito locale, non essendovi sul mio territorio un gruppo o una sezione del Movimento, cerco di dare visibilita' al lavoro del Movimento Nonviolento, ma piu' in generale alla proposta nonviolenta, sfruttando le possibilita' offerte dalla mia professione: organizzando presso il cinema in cui lavoro, ma anche presso le scuole o i centri di ritrovo giovanili del territorio, eventi socio-politico-culturali in cui declinare l'idea della nonviolenza. Su incarico del comitato di coordinamento mi occupo di tenere i contatti tra Movimento Nonviolento e War Resisters' International: e' un'attivita' a cui pero' sto dedicando meno tempo di quanto vorrei, ma che spero di poter intensificare al termine dei miei studi, perche' la ritengo molto importante per il Movimento. * - Raffaella Mendolia: Cosa significa essere nonviolenti per lei oggi? - Flavia Rizzi: Significa continuare a fare "esperimenti con la verita'", come diceva Gandhi: continuare un cammino di crescita personale e comunitaria attento e rispettoso di ogni uomo, di ogni uomo concreto che attraversa la nostra vita ma anche di ogni uomo in quanto tale, in quanto esiste o esistera' in futuro, e in quanto portatore di un senso unico e irripetibile, che va protetto e sostenuto. Significa offrire a se stessi e agli altri un'ottica diversa di convivenza, piu' "fantasiosa", che si sforza di accettare la fatica della relazione anziche' ricorrere alla scorciatoia di eliminare un punto di vista scomodo o diverso. Significa continuare a fare politica dal basso e impegnarsi concretamente a livello locale, ma all'interno di un'ottica globale, per un continuo progresso della convivenza tra individui, comunita' e popoli. * - Raffaella Mendolia: La carta Ideologico-programmatica del Movimento Nonviolento: qual e' la sua portata oggi e quale ritiene che fosse al momento della sua formulazione? - Flavia Rizzi: Penso che la sua portata sia oggi la stessa che aveva all'epoca della sua formulazione e che sia gia' ampiamente indicata dalle sue prime righe: "Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza". * - Raffaella Mendolia: Ritiene che essa sia stata sviluppata in tutte le sue direttrici d'azione? - Flavia Rizzi: Dipende da cosa si intende con questa domanda. Non ritengo si possa guardare alle direttrici d'azione della carta ideologico-programmatica come ad un promemoria di cose da fare appuntate su un'agenda e da spuntare una volte realizzate. Penso che costituiscano la tensione che anima il Movimento nel suo agire: un agire che e' contingente e che quindi ha a che fare con disponibilita', risorse e qualita' personali che mutano nel tempo, cosi' come mutano gli eventi sociali, politici e di pensiero con i quali il Movimento si relaziona. Nei confronti delle linee direttrici della sua carta il Movimento non ha, a mio avviso, un approccio "sistematico" ma dinamico e contingente. Tutti i punti sono oggetto d'azione ma alcuni hanno richiesto, magari per diversi anni, un maggiore impiego di risorse (per esempio quando si trattava di far approvare la legge sull'obiezione di coscienza). Questo significa dover scegliere, almeno a livello "macro", di convogliare l'attenzione su alcuni aspetti "trascurandone" altri, che trovano pero' un approfondimento a livello locale. * - Raffaella Mendolia: Quali sono le iniziative piu' significative intraprese dal Movimento Nonviolento negli ultimi dieci anni? - Flavia Rizzi: Penso che al di la' delle singole iniziative specifiche che il Movimento ha proposto in questi ultimi anni (ad esempio la marcia-convegno "In cammino per la nonviolenza" da Assisi a Gubbio del 2003, la marcia Perugia-Assisi del 2000 "Mai piu' eserciti e guerre"; i campi estivi di educazione alla nonviolenza; i seminari sui rapporti tra guerra ed economia, l'obiezione alle spese militari; la partecipazione alla rete di Lilliput...) il fatto piu' significativo e' che, negli ultimi anni cosi' come in precedenza, il Movimento ha continuato ad esistere, a mantenere la sua identita' e a lavorare per una diffusione della nonviolenza a partire da ogni piccola e concreta possibilita' di incontro e di dialogo; in tempi di rapido nascere e morire di gruppi, movimenti ed idee, ha saputo continuare a proporre il valore della nonviolenza, a darle visibilita' e ad offrire una riflessione sempre attuale e aggiornata. * - Raffaella Mendolia: Qual e' la posizione del Movimento Nonviolento nel panorama politico attuale? - Flavia Rizzi: Ritengo che sia una realta' politica con una sua precisa storia e identita' e che, in quanto tale, sappia confrontarsi con qualunque altra realta' che appartenga all'ambito politico-istituzionale cosi' come con tutte quelle forze che nascono dal basso. Naturalmente con alcune realta', sia a livello istituzionale che "popolare", e' piu' in sintonia, con altre meno. Ma ritengo che la sua storia e la sua identita' siano una ricchezza nell'attuale panorama politico, un'"aggiunta specifica", perche' anche con le forze ad esso piu' vicine il Movimento Nonviolento agisce da continuo stimolo e sollecitazione, sia dal punto di vista dei contenuti che propone sia dal punto di vista dei metodi. * - Raffaella Mendolia: Qual e' il grado di maturita' del Movimento Nonviolento di oggi, che risultati ha raggiunto, quali difetti devono essere corretti? - Flavia Rizzi: Penso che, al suo interno, sia ricco di diverse potenzialita', sia dal punto di vista teorico che pratico, e che abbia maturato una notevole esperienza e raggiunto obbiettivi importanti, uno per tutti quello della legge sull'obiezione di coscienza. Forse ora potrebbero essere maturi i tempi per scegliere un nuovo obiettivo altrettanto significativo quanto, a suo tempo, proprio quello a favore della legge sull'obiezione: un progetto a medio-lungo termine sui cui investire le energie del Movimento nei prossimi anni in modo significativo. Un aspetto che potrebbe essere migliorato riguarda l'impegno a tempo pieno di persone che possano lavorare per il Movimento: se riuscissimo a trasformare l'organizzazione del Movimento Nonviolento in modo tale che, almeno per alcuni, possa diventare una professione a tempo pieno, sarebbe di grande vantaggio (oltre che per la salute di alcuni!) per una diffusione sempre piu' efficace dell'idea nonviolenta. * - Raffaella Mendolia: Ritiene che Il Movimento Nonviolento abbia una visibilita' adeguata? - Flavia Rizzi: Dipende da cosa si intende per visibilita' adeguata. Il Movimento non possiede gli strumenti per essere visibile alla "massa" (di questi tempi poi il potere mediatico e' davvero nelle mani di pochi potenti), ma all'interno della massa molte realta' sono entrate ed entrano continuamente in relazione con il Movimento, che si rende visibile a volte in modo immediato attraverso proposte, riflessioni, campagne, altre volte in modo mediato, semplicemente attraverso la diffusione dell'idea nonviolenta presso altri gruppi e realta', spesso anzi contribuendo alla nascita di altri gruppi e realta' che si rifanno all'idea nonviolenta. * - Raffaella Mendolia: Il movimento nel futuro: e' preferibile essere minoranza esigua o movimento di massa? Quali sono le sue concrete possibilita' di sviluppo? - Flavia Rizzi: La questione per me non e' "cosa sia preferibile", ma "cosa e' dato". Se fossimo movimento di massa avremmo alcuni problemi in meno ma altri in piu'. E' importante lavorare con le forze che si hanno, con sano realismo e concretezza. Diventare un movimento di massa non e' un valore da perseguire; con questo non voglio dire che sia un disvalore, ma semplicemente che non ritengo questo aspetto un problema su cui investire tempo e risorse. Il valore del Movimento non e' legato alla possibilita' di diventare un movimento di massa, ma al contributo che sa portare alla societa' in termini di riflessione e di azione. Non e' importante che tante persone entrino a far parte del Movimento Nonviolento ma che l'idea nonviolenta si diffonda: e questo avviene nel modo piu' efficace attraverso il contatto diretto, attraverso la persuasione, il confronto, il dialogo, attraverso il capitiniano "farsi centro". Inoltre la nonviolenza e' esigente e le istanze di cui il Movimento Nonviolento si fa portatore sono molto impegnative, anche a livello personale, e radicali. Questo difficilmente si accorda con una partecipazione su vasta scala. 6. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA INTERVISTA MATTEO SOCCIO [Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per averci messo a disposizione la seguente intervista estratta dalla sua tesi di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor Giampietro Berti. Matteo Soccio e' una delle piu' autorevoli figure dell'impegno di pace e della riflessione nonviolenta; innumerevoli i suoi contributi a vari volumi, e precipuo suo merito se hanno avuto introduzione, traduzione e circolazione in Italia opere capitali della ricerca, della riflessione e delle esperienze della nonviolenza in altri paesi, ed autori fondamentali. Tra le sue opere recenti: (a cura di), Convertirsi alla nonviolenza?, Il segno dei Gabrielli, Negarine di San Pietro in Cariano (Verona) 2003] - Raffaella Mendolia: Per cominciare vorrei chiedere occupazione, livello di istruzione, luogo di residenza. - Matteo Soccio: Insegnante di Lettere nei licei. Laurea in Lettere e filosofia. Meridionale del Gargano, provincia di Foggia. Foggia, a quei tempi era un gran serbatoio di laureati disoccupati, disposti per sopravvivere ad andare dappertutto, lontano da casa. Immigrato al Nord alla fine degli anni Sessanta per poter svolgere la professione di insegnante. Per quelli del Nord ero un "terrone". Cosa che nei primi anni mi costo' molte sofferenze ma mi regalo' anche molti amici. Diventato nordista: mai piu' tornato a casa, se non per le visite obbligatorie ai familiari. Ho lasciato da poco definitivamente l'insegnamento, per cui sono da considerare formalmente un pensionato. Vivo a Vicenza. * - Raffaella Mendolia: Come e' entrato in contatto con il Movimento Nonviolento, a che eta', cosa l'ha spinta? - Matteo Soccio: E' stato un destino, una cosa cioe' che doveva accadere. Il gallo canto' tre volte. Ero ancora studente universitario (1967-'68). L'universita' (mi trovavo ad Urbino) era agitata dai moti studenteschi. Un giorno partecipai ad una assemblea studentesca nell'aula magna dell'universita'. Si discuteva animatamente. Prima degli interventi ognuno dichiarava la propria appartenenza politica e ideologica. A un certo punto attira la mia attenzione un ragazzo molto piu' giovane di me che si dichiara seguace del "filosofo della torre". Si trattava del fondatore del Movimento Nonviolento, Aldo Capitini, che aveva a lungo abitato sotto la torre campanaria del municipio di Perugia. Quel luogo era diventato, alla fine degli anni '30, uno dei simboli dell'opposizione culturale al fascismo, perche' vi erano passati i piu' noti esponenti della cultura antifascista di allora, come ad esempio Bobbio. Il richiamarsi a Capitini, da parte di quel giovane (mai piu' rivisto o identificato) era pertinente e attuale. Capitini attraverso un periodico intitolato "Il Potere e' di Tutti" stava conducendo un lavoro per far conoscere gli strumenti della partecipazione democratica, in particolare l'assemblea da lui sperimentata come C.O.S. (Centro di Orientamento Sociale), libere assemblee aperte a tutti con lo scopo di conoscere, parlare, deliberare. L'"assemblea" e' stata il fulcro del movimento del Sessantotto. Quest'altra radice, non marxista (i soviet) ma capitiniana e nonviolenta (i C.O.S.) del potere partecipativo, e' stata del tutto trascurata dalla storiografia sul '68. Si aprivano allora due possibilita', due strade. Cosa sarebbe accaduto se la proposta capitiniana fosse stata maggioritaria? Il movimento di Capitini (con la morte dello stesso Capitini avvenuta proprio nel '68) e' rimasto quasi residuale. Il corso della nonviolenza e la sua presenza culturale (pur seguendo percorsi carsici) e' stato comunque presente ed oggi la vediamo sgorgare dappertutto. Il Sessantotto era una grande occasione. Non si era pronti. Mancavano i numeri ed era culturalmente piu' presente la tradizione culturale derivata dalla resistenza armata al fascismo, in particolare marxista. Da qui un complesso di inferiorita' nei confronti del marxismo, sentito a lungo dai nonviolenti (rivoluzionari). Discorso da approfondire altrove. Alcuni mesi dopo, il gallo canto' per la seconda volta. La protesta studentesca si era estesa dall'universita' alle scuole superiori. A Urbino era stato occupato il liceo classico. Noi studenti universitari ci recammo a dare man forte ai piu' giovani liceali, facendo dei turni notturni per presidiare l'entrata della scuola. C'era una vecchia signora, ex insegnante di quella scuola, che ci incoraggiava e ci sosteneva portandoci dei panini. Quando ci fu lo sgombero, in un'atmosfera di grande tensione emotiva, era la' a protestare contro i carabinieri per i loro metodi "violenti", non giustificati dalla nostra resistenza passiva. Quella anziana signora, che conobbi in seguito, era una vecchia amica di Capitini e militante del Movimento Nonviolento. Era instancabile, ingenua e angelica, nell'assolvere la sua missione di proselitismo portando dappertutto le pubblicazioni del MovimentoNonviolento. La terza volta il gallo canto' durante una discussione con amici marxisti. Da tempo, sempre ad Urbino, ero sollecitato alla discussione da un mio conterraneo, che dopo la laurea si era fermato in quella citta' per fare l'assistente universitario. Era un marxista, comunista. Mi considerava ancora "a-politico" e, convinto di possedere la verita', cercava di far proselitismo. Io ero veramente a-politico. La mia era una famiglia di lavoratori e non c'erano mai state forme di impegno politico o partitico. Tuttavia non avevo complessi di inferiorita' ed ero gia' testardo, cioe' volevo capire tutto con la mia testa. Alla fine di una lunga ed estenuante discussione, tra le tante, non ne pote' piu'. Ando' verso la sua scrivania e mi mise nelle mani un pacco di riviste, dicendo: tieni! questi la pensano come te! Era "Azione nonviolenta", la rivista di Aldo Capitini. In seguito mi lascio' in pace. Io lessi con curiosita' e attenzione la rivista. Il giorno feci un viaggio a Perugia. * - Raffaella Mendolia: Attualmente in che campo presta la sua opera? - Matteo Soccio: Sono responsabile della Casa per la pace di Vicenza, istituzione pubblica che ho contribuito a fondare mettendo a disposizione dell'amministrazione comunale l'esperienza che il Movimento Nonviolento ha accumulato in questo campo, essendo stata la prima organizzazione a far nascere "case per la pace" in Italia. Il Comune di Vicenza, riconoscendo nel proprio Statuto il valore istituzionale dell'attivita' rivolta a promuovere una cultura di pace, solidarieta' e cooperazione nella citta', ha deciso di mettere a disposizione delle associazioni interessate e di tutti i cittadini risorse e strutture per rendere concreto l'impegno assunto nel proprio Statuto, che all'art. 2 "riconosce nella pace un diritto fondamentale delle persone e dei popoli". In conformita' agli impegni assunti, la Casa per la pace e' una struttura aperta a tutte le associazioni vicentine, gruppi e singoli cittadini impegnati sui temi della pace, della nonviolenza, dei diritti umani, della solidarieta' internazionale, etc. E' sede della Consulta per la promozione di una cultura di pace. * - Raffaella Mendolia: Cosa significa essere nonviolenti per lei oggi? - Matteo Soccio: Gia' Capitini aveva sottolineato l'avvento della nonviolenza come un evento epocale. Capitini aveva detto con chiarezza che questo e' "il varco attuale della storia". Essere nonviolenti non significa essere banalmente incapaci di fare del male. Significa riconoscere un limite. Sappiamo (per aver gia' sbagliato troppe volte) che la violenza non e' la "levatrice della Storia". Ha raggiunto un livello tecnologico tale da portare solo all'autodistruzione dell'umanita' intera. Non per ragioni religiose ma per una logica e razionale comprensione e persuasione dobbiamo riconoscere la necessita' di impostare correttamente il rapporto tra i mezzi che adoperiamo e i fini che perseguiamo. Chi si dice "nonviolento" riconosce questo limite e una possibilita'. Non si tratta di essere nonviolenti qui e subito e totalmente. Siamo lontani da questa mistificazione. Ma, pur riconoscendo i limiti costitutivi dell'essere umano, non dobbiamo accettare e lasciarci condizionare dalle conclusioni ciniche di chi vorrebbe dimostrare che la nonviolenza e' impossibile e che il mondo sara' sempre il regno della violenza (homo homini lupus). La nonviolenza e' un orientamento che deve ispirare tutti i nostri comportamenti, anche quelli politici. Non e' mai assoluta: ci arriviamo progressivamente. Ma intanto bisogna esserne persuasi e lavorare per farla scendere dai cieli dell'Utopia alla concretezza terrena e storica. Si fa lavorando sia su noi stessi (la nostra violenza) sia sulla societa', le ingiustizie e i mali del mondo (violenza strutturale). Siamo confortati in questo dal lavoro fatto da altri che ci hanno preceduti, in particolare Gandhi, King e Capitini. * - Raffaella Mendolia: La carta Ideologico-programmatica del Movimento Nonviolento: qual e' la sua portata oggi e quale ritiene che fosse al momento della sua formulazione? - Matteo Soccio: La carta programmatica del Movimento Nonviolento non e' qualcosa di simile ai programmi dei partiti, cioe' una serie di iniziative o obiettivi che il partito deve attuare entro un certo tempo. Per questo e' molto sintetica e per quarant'anni non abbiamo sentito il bisogno di riscriverla. Si puo' migliorare nell'aspetto formale, aggiungere qualche questione che una volta non c'era e oggi e' di attualita'. Io la intendo come la sottoscrizione pubblica (cioe' non solo interiore) di un impegno. Metaforicamente: la firma di un patto non con il diavolo ma con l'angelo del bene. Entrambi sono nostre creature. La nostra speranza e' che con questa espressione di buona volonta' vinca il bene. Per quanto mi riguarda potrebbe essere ancora piu' sintetica: "Mi impegno a ricercare in qualsiasi circostanza alternative alla violenza e a collaborare con quanti si adoperano nel far conoscere i principi e la pratica della nonviolenza". * - Raffaella Mendolia: Ritiene che essa sia stata sviluppata in tutte le sue direttrici d'azione? - Matteo Soccio: Come impegni assunti a titolo personale vi facciamo riferimento ogni volta che siamo chiamati a fare delle scelte sui singoli temi. La carta ci da' le direttrici d'azione, cioe' l'orientamento (e' una bussola). Se per direttrici d'azione si intendono le mete, gli obiettivi da raggiungere, come organizzazione, allora siamo molto lontani dalle mete. Ma in giro non vedo alcuna organizzazione politica che possa dire di aver raggiunto la meta. Siamo tutti in cammino: noi per la nonviolenza. Le cose da fare sono sempre tante e gli operai sono sempre pochi. * - Raffaella Mendolia: Quali sono le iniziative piu' significative intraprese dal Movimento Nonviolento negli ultimi dieci anni? - Matteo Soccio: L'attivita' piu' importante e' stata la promozione di una cultura della nonviolenza, oggi sempre piu' conosciuta e dibattuta in altri movimenti e organizzazioni, persino marxiste. Anche se i nonviolenti del Movimento Nonviolento sono sempre pochi non c'e' piu' il vecchio complesso di inferiorita'. La produzione di pubblicazioni. L'organizzazione di convegni e seminari di studio specifici, da parte del Movimento Nonviolento, hanno contribuito molto a una conoscenza piu' approfondita della nonviolenza in Italia. Il Movimento Nonviolento ha assicurato l'uscita della rivista "Azione nonviolenta" che da quarant'anni e' uno strumento indispensabile per seguire il dibattito sugli argomenti di attualita' da un punto di vista nonviolento. Tra le altre cose: le marce per la nonviolenza, la presenza organizzata nel movimento di opposizione alla guerra. * - Raffaella Mendolia: Qual e' la posizione del Movimento Nonviolento nel panorama politico attuale? - Matteo Soccio: Pur appartenendo alla cosiddetta area di sinistra (meglio: progressista), il Movimento Nonviolento non ha e non vuole avere rapporti con i partiti. E' Movimento appunto e si rivolge alle persone e ai cittadini dovunque, trasversalmente, anche se ci sono membri del Movimento Nonviolento che hanno fatto esperienze in partiti o in amministrazioni. Le cose sono state tenute molto ben distinte. E' ancora necessario per ora un lavoro culturale super partes. Se la nonviolenza ha "preso partito" e' nel senso che dappertutto i nonviolenti sono impegnati nel concreto, nel sociale, accettano di pagare di persona nello sforzo necessario da parte di tutti per cercare di migliorare la nostra societa', dentro e fuori delle istituzioni. * - Raffaella Mendolia: Qual e' il grado di maturita' del Movimento Nonviolento di oggi, che risultati ha raggiunto, quali difetti devono essere corretti? - Matteo Soccio: Il grado di maturita' e' quello che risulta dalle esperienze accumulate in questi anni. Non poche. Un Movimento come questo non puo' chiudere. Segnalo la fedelta' confermata da vecchi militanti, nel Movimento da quarant'anni e piu', e la presenza attivissima di alcuni giovani. Il Movimento Nonviolento e' uno strumento a disposizione di tutti quelli cui sta a cuore la crescita della nonviolenza. L'autoreferenzialita', in questo caso, e' apparente. E' certamente un movimento di pochi, senza finanziamenti, senza sostegno mediatico, senza grande visibilita'. Questi non sono difetti. Fa quello che deve fare. Il vero movimento nonviolento e' diffuso nella societa' e da tanti segnali ci risulta che sta crescendo. Anche nel mondo della politica e nella societa' civile la nonviolenza oggi ha una dignita', e' sempre piu' riconosciuta e valorizzata. Sarebbe comunque strategicamente indispensabile che ci fosse una maggiore diffusione sul territorio con una piu' visibile presenza locale, anche nel Sud. * - Raffaella Mendolia: Ritiene che Il Movimento Nonviolento abbia una visibilita' adeguata? - Matteo Soccio: Non ha quasi visibilita'. Da scoraggiare chiunque. Non c'e' accesso agli strumenti che creano audience, persuasione e aggregazione di massa. D'altra parte i "leader" del Movimento Nonviolento non hanno mai cercato il video. Il lavoro del Movimento Nonviolento e' piuttosto di tipo educativo (la politica come educazione). Non ci sono per ora altre ambizioni se non quelle di testimoniare la nonviolenza la' dove siamo e operiamo effettivamente. * - Raffaella Mendolia: Il movimento nel futuro: e' preferibile essere minoranza esigua o movimento di massa? Quali sono le sue concrete possibilita' di sviluppo? - Matteo Soccio: Si lavora perche' la nonviolenza diventi patrimonio di tutti, un fatto di civilta'. Questa civilta', che deve venire, e' ancora lontana da venire. C'e' comunque uno sviluppo perche' e' una necessita' storica, inevitabile. Ma e' uno sviluppo paziente. L'importante e' che non ci siano perdite e ritorni indietro. Come osservava Capitini, si sta costituendo un patrimonio che e' di tutti e sta crescendo. Non ho dubbi: ogni giorno qualcuno ci mette qualcosa. Pensando al Movimento Nonviolento come organizzazione, non auspico un movimento di massa, potenziato dalle mode politiche del momento, ma dequalificato e intruppato, non del tutto autentico e sincero come succede ai movimenti di massa. Al Movimento Nonviolento basterebbe avere l'aiuto di un maggior numero di persone persuase rispetto al numero attuale di militanti, piu' diffusione e presenza sul territorio, adeguati mezzi finanziari, che ora non ci sono. Sempre minoranza ma piu' capace di rispondere alle necessita' di questo momento. * - Raffaella Mendolia: Vuole aggiungere qualcosa? - Matteo Soccio: Mi piacerebbe leggere la tua tesi nella forma conclusiva. Non conosco le intenzioni del tuo professore, ma sono sicuro che il tuo lavoro sara' utile anche a noi. 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 224 del 26 settembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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