Nonviolenza. 224



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 224 del 26 settembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La guerra
2. Peppe Sini: Carissimo Pinocchio
3. Verso il congresso del Movimento Nonviolento
4. Raffaella Mendolia intervista Piercarlo Racca
5. Raffaella Mendolia intervista Flavia Rizzi
6. Raffaella Mendolia intervista Matteo Soccio
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA GUERRA

La guerra, che uccide le persone.
La guerra, nemica dell'umanita'.

2. EDITORIALE. PEPPE SINI: CARISSIMO PINOCCHIO

E cosi' si scopre che la lobby sostenitrice della realizzazione a Viterbo di
un mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" millantava
adesioni che non aveva.
Pretendeva di far credere che l'Ordine dei Medici di Viterbo appoggiasse la
realizzazione della disastrosa opera che provocherebbe danni enormi alla
salute dei viterbesi.
Finche' il presidente dell'Ordine dei Medici ha seccamente smentito la
sesquipedale menzogna.
*
Da mesi la lobby politico-affaristica che propugna la scellerata opera
devastante e avvelenatrice proclama di avere adesioni che a questo punto
occorrera' verificare tutte, una per una.
Ed ogni volta che verificheremo una menzogna, che scopriremo un inganno, che
troveremo quella propaganda essere truffaldina, ebbene, il naso di
lorsignori si allunghera' un pochino, fino a diventare cosi' lungo da
raggiungere Roma, e allora bastera' salirci delicatamente sopra e, calzati
un paio di pattini, per mera forza di gravita' (poiche' ci pare che Viterbo
sia in posizione orografica un po' piu' elevata della capitale) si potra'
raggiungere Roma senza spesa e senza inquinare alcunche'.
Questo nuovo mezzo di trasporto, che chiameremo "viabilita' collodiana",
sara' quindi un merito, forse l'unico, della lobby che tanto male vorrebbe
arrecare alla nostra terra e alla nostra gente cercando di avvelenarci tutti
con l'inquinamento provocato dal mega-aeroporto.
*
Ma certo anche quei nasi porranno problemi di gestione e manutenzione: e
innanzitutto si dovra' aver cura che i portatori non si buschino un
raffreddore. Segnaliamo alla giunta comunale l'opportunita' di una
tempestiva delibera in merito.

3. INIZIATIVE. VERSO IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Si svolgera' dal primo al 4 novembre a Verona il XXII congresso nazionale
del Movimento Nonviolento sul tema "La nonviolenza e' politica per il
disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti".
*
Giovedi' primo novembre
Mattina
ore 10,30: Apertura del segretario e relazione introduttiva
Pomeriggio
- Comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sul centri studi, sui
gruppi locali...
- Dibattito in assemblea plenaria.
*
Venerdi' 2 novembre
Mattina
Lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il servizio civile
volontario; L'educazione alla nonviolenza
Pomeriggio
Lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte di
movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il potere
mafioso
*
Sabato 3 novembre
Mattina
- Riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito
- Riferiscono le altre tre commissioni e poi dibattito
- Spazio per presentare le mozioni
Pomeriggio
- Dibattito  sulle mozioni
- Votazioni
- Rinnovo delle cariche
*
Domenica 4 novembre
Mattina
- "Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi
simbolici della citta'.
*
Per ulteriori informazioni: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123
Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax:
0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org

4. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA INTERVISTA PIERCARLO RACCA
[Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per
averci messo a disposizione la seguente intervista estratta dalla sua tesi
di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)"
sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli
studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor
Giampietro Berti.
Raffaella Mendolia fa parte del comitato di coordinamento del Movimento
Nonviolento, ed ha a suo tempo condotto per la sua tesi di laurea una
rilevante ricerca sull'accostamento alla nonviolenza in Italia.
Piercarlo Racca e' uno dei militanti "storici" dei movimenti nonviolenti in
Italia ed ha preso parte a pressoche' tutte le esperienze piu' vive e piu'
nitide di impegno di pace; e' per unanime riconoscimento una delle voci piu'
autorevoli della nonviolenza in cammino]

- Raffaella Mendolia: Per cominciare vorrei chiedere occupazione, livello di
istruzione, luogo di residenza.
- Piercarlo Racca: Pensionato FS, diploma di istituto tecnico, residenza a
Torino.
*
- Raffaella Mendolia: Come e' entrato in contatto con il Movimento
Nonviolento, a che eta', cosa l'ha spinta?
- Piercarlo Racca: Sono entrato in contatto con il Movimento Nonviolento nel
1968 all'eta' di 22 anni motivato da una posizione di antimilitarista poi
obiettore al servizio militare e infine nonviolento. Il primo contatto e'
stata la rivista "Azione nonviolenta".
*
- Raffaella Mendolia: Attualmente in che campo presta la sua opera?
- Piercarlo Racca: Se la domanda si riferisce al lavoro sono pensionato. Nel
Movimento Nonviolento mi interessa sempre il tema antimilitarista.
*
- Raffaella Mendolia: Cosa significa essere nonviolenti per lei oggi?
- Piercarlo Racca: Essere nonviolenti o meglio "amici della nonviolenza"
significa vivere ogni giorno con la certezza che il mondo si puo' cambiare,
che i mezzi devono essere conformi ai fini, che occorre sempre seminare le
nostre idee attraverso iniziative, non rassegnarsi e avere uno stile di vita
conforme ai principi di una economia nonviolenta.
*
- Raffaella Mendolia: La carta Ideologico-programmatica del Movimento
Nonviolento: qual e' la sua portata oggi e quale ritiene che fosse al
momento della sua formulazione?
- Piercarlo Racca: Ritengo che i principi contenuti nella carta
programmatica siano ancora molto attuali
*
- Raffaella Mendolia: Ritiene che essa sia stata sviluppata in tutte le sue
direttrici d'azione?
- Piercarlo Racca: Si'.
*
- Raffaella Mendolia: Quali sono le iniziative piu' significative intraprese
dal Movimento Nonviolento negli ultimi dieci anni?
- Piercarlo Racca: La marcia Perugia-Assisi del 2000 "Mai piu' eserciti e
guerre" promossa dal Movimento Nonviolento, la camminata Assisi-Gubbio del
2003, i convegni sul'economia nonviolenta, la regolare uscita di "Azione
nonviolenta", il completamento (acquisto) della sede di Verona, i campi
estivi.
*
- Raffaella Mendolia: Qual e' la posizione del Movimento Nonviolento nei
confronti del panorama politico attuale?
- Piercarlo Racca: Molto critica.
*
- Raffaella Mendolia: Qual e' il grado di maturita' del Movimento
Nonviolento di oggi, che risultati ha raggiunto, quali difetti devono essere
corretti?
- Piercarlo Racca: Ritengo che il Movimento Nonviolento abbia un ottimo
grado di maturita', lo dimostrano la stabilita' di alcune nostre sedi, la
ricchezza delle nostre piccole iniziative; il risultato palpabile e' che
siamo cercati da un buon bacino di utenza. Il nostro difetto, ma non e'
colpa nostra, e' che siamo numericamente deboli rispetto alle aspettative di
molti che ci osservano con attenzione.
*
- Raffaella Mendolia: Ritiene che Il Movimento Nonviolento abbia una
visibilita' adeguata?
- Piercarlo Racca: Come visibilita' sicuramente siamo inadeguati ma
principalmente questo e' dovuto all'uso distorto della grande informazione.
*
- Raffaella Mendolia: Il movimento nel futuro: e' preferibile essere
minoranza esigua o movimento di massa? Quali sono le sue concrete
possibilita' di sviluppo?
- Piercarlo Racca: Sarebbe preferibile un movimento di massa ma non
necessariamente siamo una piccola minoranza; alcune nostre lotte sono
diventate "maggioranza". Come "minoranza" abbiamo avviato, aggregato persone
e vinto le battaglie sull'obiezione al servizio militare, sul no al
nucleare. Siamo stati fra i primi a parlare di "produzione biologica", di
lotta contro gli organismi geneticamente modificati (Ogm), di energie
decentrate e rinnovabili... tutti temi di attualita' che si stanno imponendo
a un'attenzione diffusa.

5. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA INTERVISTA FLAVIA RIZZI
[Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per
averci messo a disposizione la seguente intervista estratta dalla sua tesi
di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)"
sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli
studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor
Giampietro Berti.
Flavia Rizzi, operatrice culturale, fa parte del comitato di coordinamento
del Movimento Nonviolento e della redazione di "Azione nonviolenta", e'
impegnata in molte iniziatve di promozione di una cultura della pace]

- Raffaella Mendolia: Per cominciare vorrei chiedere occupazione, livello di
istruzione, luogo di residenza.
- Flavia Rizzi: Sono operatrice culturale per una cooperativa di servizi
culturali (ambito prevalente: cinema). Ho un diploma di liceo linguistico e
sono laureanda in filosofia. Abito a Sesto San Giovanni, in provincia di
Milano.
*
- Raffaella Mendolia: Come e' entrata in contatto con il Movimento
Nonviolento, a che eta', cosa l'ha spinta?
- Flavia Rizzi: Sono entrata in contatto con il Movimento Nonviolento,
inizialmente solo tramite la rivista "Azione nonviolenta", intorno ai 19-20
anni nel 1990-'91: facevo parte di un piccolo gruppo locale che si
interessava di nonviolenza, e "Azione nonviolenta" era uno degli strumenti
di informazione/formazione del gruppo. Quando il gruppo si sciolse, qualche
anno dopo, decisi di provare a conoscere il Movimento Nonviolento piu' da
vicino e partecipai al congresso nazionale di Fano del 1997, dove fui subito
invitata ad entrare a far parte del comitato di coordinamento. Desideravo
continuare la mia esperienza sul cammino della nonviolenza, anche uscendo da
un ambito locale e da una prospettiva religiosa: la mia formazione infatti
e' avvenuta in un ambiente cattolico ma, senza rinnegare o abbandonare
quella prospettiva, sentivo il desiderio di approfondire il mio interesse
per la nonviolenza attraverso un approccio laico.
*
- Raffaella Mendolia: Attualmente in che campo presta la sua opera?
- Flavia Rizzi: Partecipo alle riunioni del comitato di coordinamento e
collaboro con la rivista "Azione nonviolenta", prevalentemente curando la
rubrica di cinema, sporadicamente traducendo articoli, comunicati, proposte
di War Resisters' International (di cui il Movimento Nonviolento e' la
sezione italiana) che possano essere interessanti per la rivista stessa. In
ambito locale, non essendovi sul mio territorio un gruppo o una sezione del
Movimento, cerco di dare visibilita' al lavoro del Movimento Nonviolento, ma
piu' in generale alla proposta nonviolenta, sfruttando le possibilita'
offerte dalla mia professione: organizzando presso il cinema in cui lavoro,
ma anche presso le scuole o i centri di ritrovo giovanili del territorio,
eventi socio-politico-culturali in cui declinare l'idea della nonviolenza.
Su incarico del comitato di coordinamento mi occupo di tenere i contatti tra
Movimento Nonviolento e War Resisters' International: e' un'attivita' a cui
pero' sto dedicando meno tempo di quanto vorrei, ma che spero di poter
intensificare al termine dei miei studi, perche' la ritengo molto importante
per il Movimento.
*
- Raffaella Mendolia: Cosa significa essere nonviolenti per lei oggi?
- Flavia Rizzi: Significa continuare a fare "esperimenti con la verita'",
come diceva Gandhi: continuare un cammino di crescita personale e
comunitaria attento e rispettoso di ogni uomo, di ogni uomo concreto che
attraversa la nostra vita ma anche di ogni uomo in quanto tale, in quanto
esiste o esistera' in futuro, e in quanto portatore di un senso unico e
irripetibile, che va protetto e sostenuto. Significa offrire a se stessi e
agli altri un'ottica diversa di convivenza, piu' "fantasiosa", che si sforza
di accettare la fatica della relazione anziche' ricorrere alla scorciatoia
di eliminare un punto di vista scomodo o diverso. Significa continuare a
fare politica dal basso e impegnarsi concretamente a livello locale, ma
all'interno di un'ottica globale, per un continuo progresso della convivenza
tra individui, comunita' e popoli.
*
- Raffaella Mendolia: La carta Ideologico-programmatica del Movimento
Nonviolento: qual e' la sua portata oggi e quale ritiene che fosse al
momento della sua formulazione?
- Flavia Rizzi: Penso che la sua portata sia oggi la stessa che aveva
all'epoca della sua formulazione e che sia gia' ampiamente indicata dalle
sue prime righe: "Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della
violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a
livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento
dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza".
*
- Raffaella Mendolia: Ritiene che essa sia stata sviluppata in tutte le sue
direttrici d'azione?
- Flavia Rizzi: Dipende da cosa si intende con questa domanda. Non ritengo
si possa guardare alle direttrici d'azione della carta
ideologico-programmatica come ad un promemoria di cose da fare appuntate su
un'agenda e da spuntare una volte realizzate. Penso che costituiscano la
tensione che anima il Movimento nel suo agire: un agire che e' contingente e
che quindi ha a che fare con disponibilita', risorse e qualita' personali
che mutano nel tempo, cosi' come mutano gli eventi sociali, politici e di
pensiero con i quali il Movimento si relaziona. Nei confronti delle linee
direttrici della sua carta il Movimento non ha, a mio avviso, un approccio
"sistematico" ma dinamico e contingente. Tutti i punti sono oggetto d'azione
ma alcuni hanno richiesto, magari per diversi anni, un maggiore impiego di
risorse (per esempio quando si trattava di far approvare la legge
sull'obiezione di coscienza). Questo significa dover scegliere, almeno a
livello "macro", di convogliare l'attenzione su alcuni aspetti
"trascurandone" altri, che trovano pero' un approfondimento a livello
locale.
*
- Raffaella Mendolia: Quali sono le iniziative piu' significative intraprese
dal Movimento Nonviolento negli ultimi dieci anni?
- Flavia Rizzi: Penso che al di la' delle singole iniziative specifiche che
il Movimento ha proposto in questi ultimi anni (ad esempio la
marcia-convegno "In cammino per la nonviolenza" da Assisi a Gubbio del 2003,
la marcia Perugia-Assisi del 2000 "Mai piu' eserciti e guerre"; i campi
estivi di educazione alla nonviolenza; i seminari sui rapporti tra guerra ed
economia, l'obiezione alle spese militari; la partecipazione alla rete di
Lilliput...) il fatto piu' significativo e' che, negli ultimi anni cosi'
come in precedenza, il Movimento ha continuato ad esistere, a mantenere la
sua identita' e a lavorare per una diffusione della nonviolenza a partire da
ogni piccola e concreta possibilita' di incontro e di dialogo; in tempi di
rapido nascere e morire di gruppi, movimenti ed idee, ha saputo continuare a
proporre il valore della nonviolenza, a darle visibilita' e ad offrire una
riflessione sempre attuale e aggiornata.
*
- Raffaella Mendolia: Qual e' la posizione del Movimento Nonviolento nel
panorama politico attuale?
- Flavia Rizzi: Ritengo che sia una realta' politica con una sua precisa
storia e identita' e che, in quanto tale, sappia confrontarsi con qualunque
altra realta' che appartenga all'ambito politico-istituzionale cosi' come
con tutte quelle forze che nascono dal basso. Naturalmente con alcune
realta', sia a livello istituzionale che "popolare", e' piu' in sintonia,
con altre meno. Ma ritengo che la sua storia e la sua identita' siano una
ricchezza nell'attuale panorama politico, un'"aggiunta specifica", perche'
anche con le forze ad esso piu' vicine il Movimento Nonviolento agisce da
continuo stimolo e sollecitazione, sia dal punto di vista dei contenuti che
propone sia dal punto di vista dei metodi.
*
- Raffaella Mendolia: Qual e' il grado di maturita' del Movimento
Nonviolento di oggi, che risultati ha raggiunto, quali difetti devono essere
corretti?
- Flavia Rizzi: Penso che, al suo interno, sia ricco di diverse
potenzialita', sia dal punto di vista teorico che pratico, e che abbia
maturato una notevole esperienza e raggiunto obbiettivi importanti, uno per
tutti quello della legge sull'obiezione di coscienza. Forse ora potrebbero
essere maturi i tempi per scegliere un nuovo obiettivo altrettanto
significativo quanto, a suo tempo, proprio quello a favore della legge
sull'obiezione: un progetto a medio-lungo termine sui cui investire le
energie del Movimento nei prossimi anni in modo significativo. Un aspetto
che potrebbe essere migliorato riguarda l'impegno a tempo pieno di persone
che possano lavorare per il Movimento: se riuscissimo a trasformare
l'organizzazione del Movimento Nonviolento in modo tale che, almeno per
alcuni, possa diventare una professione a tempo pieno, sarebbe di grande
vantaggio (oltre che per la salute di alcuni!) per una diffusione sempre
piu' efficace dell'idea nonviolenta.
*
- Raffaella Mendolia: Ritiene che Il Movimento Nonviolento abbia una
visibilita' adeguata?
- Flavia Rizzi: Dipende da cosa si intende per visibilita' adeguata. Il
Movimento non possiede gli strumenti per essere visibile alla "massa" (di
questi tempi poi il potere mediatico e' davvero nelle mani di pochi
potenti), ma all'interno della massa molte realta' sono entrate ed entrano
continuamente in relazione con il Movimento, che si rende visibile a volte
in modo immediato attraverso proposte, riflessioni, campagne, altre volte in
modo mediato, semplicemente attraverso la diffusione dell'idea nonviolenta
presso altri gruppi e realta', spesso anzi contribuendo alla nascita di
altri gruppi e realta' che si rifanno all'idea nonviolenta.
*
- Raffaella Mendolia: Il movimento nel futuro: e' preferibile essere
minoranza esigua o movimento di massa? Quali sono le sue concrete
possibilita' di sviluppo?
- Flavia Rizzi: La questione per me non e' "cosa sia preferibile", ma "cosa
e' dato". Se fossimo movimento di massa avremmo alcuni problemi in meno ma
altri in piu'. E' importante lavorare con le forze che si hanno, con sano
realismo e concretezza. Diventare un movimento di massa non e' un valore da
perseguire; con questo non voglio dire che sia un disvalore, ma
semplicemente che non ritengo questo aspetto un problema su cui investire
tempo e risorse. Il valore del Movimento non e' legato alla possibilita' di
diventare un movimento di massa, ma al contributo che sa portare alla
societa' in termini di riflessione e di azione. Non e' importante che tante
persone entrino a far parte del Movimento Nonviolento ma che l'idea
nonviolenta si diffonda: e questo avviene nel modo piu' efficace attraverso
il contatto diretto, attraverso la persuasione, il confronto, il dialogo,
attraverso il capitiniano "farsi centro". Inoltre la nonviolenza e' esigente
e le istanze di cui il Movimento Nonviolento si fa portatore sono molto
impegnative, anche a livello personale, e radicali. Questo difficilmente si
accorda con una partecipazione su vasta scala.

6. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA INTERVISTA MATTEO SOCCIO
[Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per
averci messo a disposizione la seguente intervista estratta dalla sua tesi
di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)"
sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli
studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor
Giampietro Berti.
Matteo Soccio e' una delle piu' autorevoli figure dell'impegno di pace e
della riflessione nonviolenta; innumerevoli i suoi contributi a vari volumi,
e precipuo suo merito se hanno avuto introduzione, traduzione e circolazione
in Italia opere capitali della ricerca, della riflessione e delle esperienze
della nonviolenza in altri paesi, ed autori fondamentali. Tra le sue opere
recenti: (a cura di), Convertirsi alla nonviolenza?, Il segno dei Gabrielli,
Negarine di San Pietro in Cariano (Verona) 2003]

- Raffaella Mendolia: Per cominciare vorrei chiedere occupazione, livello di
istruzione, luogo di residenza.
- Matteo Soccio: Insegnante di Lettere nei licei. Laurea in Lettere e
filosofia. Meridionale del Gargano, provincia di Foggia. Foggia, a quei
tempi era un gran serbatoio di laureati disoccupati, disposti per
sopravvivere ad andare dappertutto, lontano da casa. Immigrato al Nord alla
fine degli anni Sessanta per poter svolgere la professione di insegnante.
Per quelli del Nord ero un "terrone". Cosa che nei primi anni mi costo'
molte sofferenze ma mi regalo' anche molti amici. Diventato nordista: mai
piu' tornato a casa, se non per le visite obbligatorie ai familiari. Ho
lasciato da poco definitivamente l'insegnamento, per cui sono da considerare
formalmente un pensionato. Vivo a Vicenza.
*
- Raffaella Mendolia: Come e' entrato in contatto con il Movimento
Nonviolento, a che eta', cosa l'ha spinta?
- Matteo Soccio: E' stato un destino, una cosa cioe' che doveva accadere. Il
gallo canto' tre volte. Ero ancora studente universitario (1967-'68).
L'universita' (mi trovavo ad Urbino) era agitata dai moti studenteschi. Un
giorno partecipai ad una assemblea studentesca nell'aula magna
dell'universita'. Si discuteva animatamente. Prima degli interventi ognuno
dichiarava la propria appartenenza politica e ideologica. A un certo punto
attira la mia attenzione un ragazzo molto piu' giovane di me che si dichiara
seguace del "filosofo della torre". Si trattava del fondatore del Movimento
Nonviolento, Aldo Capitini, che aveva a lungo abitato sotto la torre
campanaria del municipio di Perugia. Quel luogo era diventato, alla fine
degli anni '30, uno dei simboli dell'opposizione culturale al fascismo,
perche' vi erano passati i piu' noti esponenti della cultura antifascista di
allora, come ad esempio Bobbio. Il richiamarsi a Capitini, da parte di quel
giovane (mai piu' rivisto o identificato) era pertinente e attuale. Capitini
attraverso un periodico intitolato "Il Potere e' di Tutti" stava conducendo
un lavoro per far conoscere gli strumenti della partecipazione democratica,
in particolare l'assemblea da lui sperimentata come C.O.S. (Centro di
Orientamento Sociale), libere assemblee aperte a tutti con lo scopo di
conoscere, parlare, deliberare. L'"assemblea" e' stata il fulcro del
movimento del Sessantotto. Quest'altra radice, non marxista (i soviet) ma
capitiniana e nonviolenta (i C.O.S.) del potere partecipativo, e' stata del
tutto trascurata dalla storiografia sul '68. Si aprivano allora due
possibilita', due strade. Cosa sarebbe accaduto se la proposta capitiniana
fosse stata maggioritaria? Il movimento di Capitini (con la morte dello
stesso Capitini avvenuta proprio nel '68) e' rimasto quasi residuale. Il
corso della nonviolenza e la sua presenza culturale (pur seguendo percorsi
carsici) e' stato comunque presente ed oggi la vediamo sgorgare dappertutto.
Il Sessantotto era una grande occasione. Non si era pronti. Mancavano i
numeri ed era culturalmente piu' presente la tradizione culturale derivata
dalla resistenza armata al fascismo, in particolare marxista. Da qui un
complesso di inferiorita' nei confronti del marxismo, sentito a lungo dai
nonviolenti (rivoluzionari). Discorso da approfondire altrove.
Alcuni mesi dopo, il gallo canto' per la seconda volta. La protesta
studentesca si era estesa dall'universita' alle scuole superiori. A Urbino
era stato occupato il liceo classico. Noi studenti universitari ci recammo a
dare man forte ai piu' giovani liceali, facendo dei turni notturni per
presidiare l'entrata della scuola. C'era una vecchia signora, ex insegnante
di quella scuola, che ci incoraggiava e ci sosteneva portandoci dei panini.
Quando ci fu lo sgombero, in un'atmosfera di grande tensione emotiva, era
la' a protestare contro i carabinieri per i loro metodi "violenti", non
giustificati dalla nostra resistenza passiva. Quella anziana signora, che
conobbi in seguito, era una vecchia amica di Capitini e militante del
Movimento Nonviolento. Era instancabile, ingenua e angelica, nell'assolvere
la sua missione di proselitismo portando dappertutto le pubblicazioni del
MovimentoNonviolento.
La terza volta il gallo canto' durante una discussione con amici marxisti.
Da tempo, sempre ad Urbino, ero sollecitato alla discussione da un mio
conterraneo, che dopo la laurea si era fermato in quella citta' per fare
l'assistente universitario. Era un marxista, comunista. Mi considerava
ancora "a-politico" e, convinto di possedere la verita', cercava di far
proselitismo. Io ero veramente a-politico. La mia era una famiglia di
lavoratori e non c'erano mai state forme di impegno politico o partitico.
Tuttavia non avevo complessi di inferiorita' ed ero gia' testardo, cioe'
volevo capire tutto con la mia testa. Alla fine di una lunga ed estenuante
discussione, tra le tante, non ne pote' piu'. Ando' verso la sua scrivania e
mi mise nelle mani un pacco di riviste, dicendo: tieni! questi la pensano
come te! Era "Azione nonviolenta", la rivista di Aldo Capitini. In seguito
mi lascio' in pace. Io lessi con curiosita' e attenzione la rivista. Il
giorno feci un viaggio a Perugia.
*
- Raffaella Mendolia: Attualmente in che campo presta la sua opera?
- Matteo Soccio: Sono responsabile della Casa per la pace di Vicenza,
istituzione pubblica che ho contribuito a fondare mettendo a disposizione
dell'amministrazione comunale l'esperienza che il Movimento Nonviolento ha
accumulato in questo campo, essendo stata la prima organizzazione a far
nascere "case per la pace" in Italia. Il Comune di Vicenza, riconoscendo nel
proprio Statuto il valore istituzionale dell'attivita' rivolta a promuovere
una cultura di pace, solidarieta' e cooperazione nella citta', ha deciso di
mettere a disposizione delle associazioni interessate e di tutti i cittadini
risorse e strutture per rendere concreto l'impegno assunto nel proprio
Statuto, che all'art. 2 "riconosce nella pace un diritto fondamentale delle
persone e dei popoli". In conformita' agli impegni assunti, la Casa per la
pace e' una struttura aperta a tutte le associazioni vicentine, gruppi e
singoli cittadini impegnati sui temi della pace, della nonviolenza, dei
diritti umani, della solidarieta' internazionale, etc. E' sede della
Consulta per la promozione di una cultura di pace.
*
- Raffaella Mendolia: Cosa significa essere nonviolenti per lei oggi?
- Matteo Soccio: Gia' Capitini aveva sottolineato l'avvento della
nonviolenza come un evento epocale. Capitini aveva detto con chiarezza che
questo e' "il varco attuale della storia". Essere nonviolenti non significa
essere banalmente incapaci di fare del male. Significa riconoscere un
limite. Sappiamo (per aver gia' sbagliato troppe volte) che la violenza non
e' la "levatrice della Storia". Ha raggiunto un livello tecnologico tale da
portare solo all'autodistruzione dell'umanita' intera. Non per ragioni
religiose ma per una logica e razionale comprensione e persuasione dobbiamo
riconoscere la necessita' di impostare correttamente il rapporto tra i mezzi
che adoperiamo e i fini che perseguiamo. Chi si dice "nonviolento" riconosce
questo limite e una possibilita'. Non si tratta di essere nonviolenti qui e
subito e totalmente. Siamo lontani da questa mistificazione. Ma, pur
riconoscendo i limiti costitutivi dell'essere umano, non dobbiamo accettare
e lasciarci condizionare dalle conclusioni ciniche di chi vorrebbe
dimostrare che la nonviolenza e' impossibile e che il mondo sara' sempre il
regno della violenza (homo homini lupus). La nonviolenza e' un orientamento
che deve ispirare tutti i nostri comportamenti, anche quelli politici. Non
e' mai assoluta: ci arriviamo progressivamente. Ma intanto bisogna esserne
persuasi e lavorare per farla scendere dai cieli dell'Utopia alla
concretezza terrena e storica. Si fa lavorando sia su noi stessi (la nostra
violenza) sia sulla societa', le ingiustizie e i mali del mondo (violenza
strutturale). Siamo confortati in questo dal lavoro fatto da altri che ci
hanno preceduti, in particolare Gandhi, King e Capitini.
*
- Raffaella Mendolia: La carta Ideologico-programmatica del Movimento
Nonviolento: qual e' la sua portata oggi e quale ritiene che fosse al
momento della sua formulazione?
- Matteo Soccio: La carta programmatica del Movimento Nonviolento non e'
qualcosa di simile ai programmi dei partiti, cioe' una serie di iniziative o
obiettivi che il partito deve attuare entro un certo tempo. Per questo e'
molto sintetica e per quarant'anni non abbiamo sentito il bisogno di
riscriverla. Si puo' migliorare nell'aspetto formale, aggiungere qualche
questione che una volta non c'era e oggi e' di attualita'. Io la intendo
come la sottoscrizione pubblica (cioe' non solo interiore) di un impegno.
Metaforicamente: la firma di un patto non con il diavolo ma con l'angelo del
bene. Entrambi sono nostre creature. La nostra speranza e' che con questa
espressione di buona volonta' vinca il bene. Per quanto mi riguarda potrebbe
essere ancora piu' sintetica: "Mi impegno a ricercare in qualsiasi
circostanza alternative alla violenza e a collaborare con quanti si
adoperano nel far conoscere i principi e la pratica della nonviolenza".
*
- Raffaella Mendolia: Ritiene che essa sia stata sviluppata in tutte le sue
direttrici d'azione?
- Matteo Soccio: Come impegni assunti a titolo personale vi facciamo
riferimento ogni volta che siamo chiamati a fare delle scelte sui singoli
temi. La carta ci da' le direttrici d'azione, cioe' l'orientamento (e' una
bussola). Se per direttrici d'azione si intendono le mete, gli obiettivi da
raggiungere, come organizzazione, allora siamo molto lontani dalle mete. Ma
in giro non vedo alcuna organizzazione politica che possa dire di aver
raggiunto la meta. Siamo tutti in cammino: noi per la nonviolenza. Le cose
da fare sono sempre tante e gli operai sono sempre pochi.
*
- Raffaella Mendolia: Quali sono le iniziative piu' significative intraprese
dal Movimento Nonviolento negli ultimi dieci anni?
- Matteo Soccio: L'attivita' piu' importante e' stata la promozione di una
cultura della nonviolenza, oggi sempre piu' conosciuta e dibattuta in altri
movimenti e organizzazioni, persino marxiste. Anche se i nonviolenti del
Movimento Nonviolento sono sempre pochi non c'e' piu' il vecchio complesso
di inferiorita'. La produzione di pubblicazioni. L'organizzazione di
convegni e seminari di studio specifici, da parte del Movimento Nonviolento,
hanno contribuito molto a una conoscenza piu' approfondita della nonviolenza
in Italia. Il Movimento Nonviolento ha assicurato l'uscita della rivista
"Azione nonviolenta" che da quarant'anni e' uno strumento indispensabile per
seguire il dibattito sugli argomenti di attualita' da un punto di vista
nonviolento. Tra le altre cose: le marce per la nonviolenza, la presenza
organizzata nel movimento di opposizione alla guerra.
*
- Raffaella Mendolia: Qual e' la posizione del Movimento Nonviolento nel
panorama politico attuale?
- Matteo Soccio: Pur appartenendo alla cosiddetta area di sinistra (meglio:
progressista), il Movimento Nonviolento non ha e non vuole avere rapporti
con i partiti. E' Movimento appunto e si rivolge alle persone e ai cittadini
dovunque, trasversalmente, anche se ci sono membri del Movimento Nonviolento
che hanno fatto esperienze in partiti o in amministrazioni. Le cose sono
state tenute molto ben distinte. E' ancora necessario per ora un lavoro
culturale super partes. Se la nonviolenza ha "preso partito" e' nel senso
che dappertutto i nonviolenti sono impegnati nel concreto, nel sociale,
accettano di pagare di persona nello sforzo necessario da parte di tutti per
cercare di migliorare la nostra societa', dentro e fuori delle istituzioni.
*
- Raffaella Mendolia: Qual e' il grado di maturita' del Movimento
Nonviolento di oggi, che risultati ha raggiunto, quali difetti devono essere
corretti?
- Matteo Soccio: Il grado di maturita' e' quello che risulta dalle
esperienze accumulate in questi anni. Non poche. Un Movimento come questo
non puo' chiudere. Segnalo la fedelta' confermata da vecchi militanti, nel
Movimento da quarant'anni e piu', e la presenza attivissima di alcuni
giovani. Il Movimento Nonviolento e' uno strumento a disposizione di tutti
quelli cui sta a cuore la crescita della nonviolenza. L'autoreferenzialita',
in questo caso, e' apparente. E' certamente un movimento di pochi, senza
finanziamenti, senza sostegno mediatico, senza grande visibilita'. Questi
non sono difetti. Fa quello che deve fare. Il vero movimento nonviolento e'
diffuso nella societa' e da tanti segnali ci risulta che sta crescendo.
Anche nel mondo della politica e nella societa' civile la nonviolenza oggi
ha una dignita', e' sempre piu' riconosciuta e valorizzata. Sarebbe comunque
strategicamente indispensabile che ci fosse una maggiore diffusione sul
territorio con una piu' visibile presenza locale, anche nel Sud.
*
- Raffaella Mendolia: Ritiene che Il Movimento Nonviolento abbia una
visibilita' adeguata?
- Matteo Soccio: Non ha quasi visibilita'. Da scoraggiare chiunque. Non c'e'
accesso agli strumenti che creano audience, persuasione e aggregazione di
massa. D'altra parte i "leader" del Movimento Nonviolento non hanno mai
cercato il video. Il lavoro del Movimento Nonviolento e' piuttosto di tipo
educativo (la politica come educazione). Non ci sono per ora altre ambizioni
se non quelle di testimoniare la nonviolenza la' dove siamo e operiamo
effettivamente.
*
- Raffaella Mendolia: Il movimento nel futuro: e' preferibile essere
minoranza esigua o movimento di massa? Quali sono le sue concrete
possibilita' di sviluppo?
- Matteo Soccio: Si lavora perche' la nonviolenza diventi patrimonio di
tutti, un fatto di civilta'. Questa civilta', che deve venire, e' ancora
lontana da venire. C'e' comunque uno sviluppo perche' e' una necessita'
storica, inevitabile. Ma e' uno sviluppo paziente. L'importante e' che non
ci siano perdite e ritorni indietro. Come osservava Capitini, si sta
costituendo un patrimonio che e' di tutti e sta crescendo. Non ho dubbi:
ogni giorno qualcuno ci mette qualcosa. Pensando al Movimento Nonviolento
come organizzazione, non auspico un movimento di massa, potenziato dalle
mode politiche del momento, ma dequalificato e intruppato, non del tutto
autentico e sincero come succede ai movimenti di massa. Al Movimento
Nonviolento basterebbe avere l'aiuto di un maggior numero di persone
persuase rispetto al numero attuale di militanti, piu' diffusione e presenza
sul territorio, adeguati mezzi finanziari, che ora non ci sono. Sempre
minoranza ma piu' capace di rispondere alle necessita' di questo momento.
*
- Raffaella Mendolia: Vuole aggiungere qualcosa?
- Matteo Soccio: Mi piacerebbe leggere la tua tesi nella forma conclusiva.
Non conosco le intenzioni del tuo professore, ma sono sicuro che il tuo
lavoro sara' utile anche a noi.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 224 del 26 settembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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