Minime. 181



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 181 del 14 agosto 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Rom sim
2. Un'intervista ad Antonella Litta
3. Da Vicenza a Sibiu
4. Scuola estiva sulla decrescita
5. Il 29 settembre a Brescia
6. La newsletter di "Antenne di pace" di agosto
7. La newsletter "Attualita' dalla Birmania" del primo agosto
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: ROM SIM

I pasciuti potenti assassini che segregano, umiliano, fanno morire i rom
accusano i superstiti di essersi salvati.
I pasciuti potenti assassini che segregano, umiliano, fanno morire i rom.

2. RIFLESSIONE. UN'INTERVISTA AD ANTONELLA LITTA
[Ringraziamo Antonella Litta per questa intervista.
Antonella Litta (per contatti: antonella.litta at libero.it) e' la portavoce
del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo;
svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di
Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa
attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza"
e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi
scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi
viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental
Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. Gia' responsabile dell'associazione
Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata
organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di
medico volontario nei paesi africani. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' nazionale ed internazionale. Presidente del
Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla
pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto ambientale]

Fino a pochi giorni fa Antonella Litta era nota nel viterbese come
apprezzato medico di base, chi la conosceva un po' meglio sapeva della sua
attivita' di ricercatrice scientifica, del suo impegno di volontariato in
Africa; come presidente del Comitato "Nepi per la pace" era poi conosciuta
anche nell'ambito dei movimenti di solidarieta', per i diritti umani, per la
legalita'.
Il 30 luglio tutto e' cambiato: ha tenuto una relazione introduttiva alla
seduta del Consiglio provinciale di Viterbo, convocato sulla questione
dell'aeroporto in sessione aperta a rappresentanti di altre istituzioni e di
movimenti della societa' civile: sulla sua relazione si e' concentrato
l'intero dibattito, ore e ore di discussione a tratti vivacissima, con
interventi di sindaci, parlamentari, amministratori di enti pubblici,
dirigenti di forze politiche e sindacali, rappresentanti di realta'
imprenditoriali e dell'associazionismo.
In quella relazione Antonella Litta ha argomentato che l'ipotesi di
costruzione di un aeroporto avrebbe provocato gravi danni all'ambiente e
alla salute ed ha chiesto un impegno delle istituzioni ad informare i
cittadini e favorire la partecipazione democratica rispetto a una decisione
che potrebbe avere conseguenze terribilmente nocive.
Da quel giorno nell'Alto Lazio nella percezione pubblica e' anche e forse
soprattutto la portavoce del comitato che si oppone all'aeroporto e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa dell'ambiente,
della salute, dei beni culturali e ambientali e delle vocazioni produttive
del territorio, della democrazia consapevole e partecipata.
*
- Cosa e' cambiato per lei da quel giorno?
- Antonella Litta: Ogni volta che si affrontano situazioni nuove, queste
sono portatrici di cambiamento. In questo caso, per me, un cambiamento molto
positivo perche' ho  avuto modo di incontrare persone nuove con le quali ho
trovato una consonanza di idee e valori e l'entusiasmo per cominciare un
esperienza di approfondimento delle nostre conoscenze in tema di trasporto
aereo, insieme alla sfida di farne partecipi il maggior numero di persone.
*
- Lei ha esordito in quella seduta del Consiglio provinciale esplicitando il
suo ruolo di medico e come le sue preoccupazioni rispetto alla devastante
opera nascessero dal suo impegno anche proprio in quanto medico. Potrebbe
articolare piu' ampiamente questo punto?
- Antonella Litta: Ho sempre pensato che essere medico significhi in qualche
modo guardare alla persona non come un serie di organi assemblati ma come a
un tutt'uno, anima e corpo, e ogni volta che una persona ci espone i propri
malesseri e si pone letteralmente nelle nostre mani deve farlo con fiducia.
Una fiducia che deve essere ripagata. Questo e' l'aspetto che piu' mi piace
della mia professione. Gli esseri umani vivono nel mondo e prendersi cura di
loro significa anche e semplicemente prendersi cura del mondo. Rispettare
l'ambiente, ridurre l'inquinamento, e quando possibile non creare nuove
fonti d'inquinamento, e' prendersi cura delle persone. Tantissime malattie
derivano dall'inquinamento: quello dell'aria, delle acque, degli alimenti.
E' per questo che trovo naturale e doveroso l'impegno che tanti medici
dedicano alla tutela dell'ambiente e all'informazione dei cittadini.
*
- Le sembra che fin qui le istituzioni locali e nazionali abbiano dedicato
sufficiente attenzione alla gravi problematiche implicate dal trasporto
aereo?
- Antonella Litta: Purtroppo no. L'azione del nostro comitato, come gia'
quella di altri comitati, vuole in primo luogo sollecitare proprio le
istituzioni locali e nazionali ad una maggior presa di coscienza e
consapevolezza circa i danni che l'aumento del traffico aereo causa
indiscutibilmente alla salute e ai territori. Questo non sulla base delle
nostre semplici argomentazioni, come spesso ci viene  detto, ma sulla base
di dati scientifici certi ed obiettivi che devono essere conosciuti da
tutti.
*
- Le sembra che i mezzi d'informazione locali e nazionali stiano informando
adeguatamente in merito o c'e' ancora troppa ignoranza da parte
dell'opinione pubblica sulla sostanza e sulle dimensioni dei problemi
ambientali e sanitari connessi al trasporto aereo?
- Antonella Litta: Volare e' sempre stato uno dei sogni dell'essere umano e
oggi che e' possibile farlo anche spendendo relativamente poco puo' sembrare
difficile ed anche un po' "impopolare" parlare dei danni che il trasporto
aereo genera. Esiste un mercato economico importante che induce e guadagna
dalla sempre piu' elevata richiesta di viaggiare in aereo. Spesso i giornali
prima di rispondere alla richiesta d'informazione dei cittadini rispondono
all'editore, ai loro proprietari: e cosi' e' molto difficile trovare spazio
per questi argomenti nei mass-media. E' doveroso pero' segnalare anche
l'impegno di alcuni tra gli studiosi e i giornalisti che, in controtendenza,
riescono ad informare su questo tema attraverso i mass-media, anche se con
molte difficolta' e nel poco spazio messo loro  a disposizione. E' chiaro
che e' auspicabile una maggiore attenzione ed approfondimento su questi
temi.
*
- In queste settimane ha avuto riscontri significativi di un interesse da
parte della popolazione in riferimento alle preoccupazioni e agli
interrogativi che lei e il comitato che rappresenta avete sollevato?
- Antonella Litta: Abbiamo avuto moltissimi riscontri positivi. Le persone,
anche le piu' semplici, cominciano a chiedersi se veramente c'e' bisogno di
un altro aeroporto, quali danni potrebbe creare e se le prospettive di
sviluppo ed occupazione sono reali. Questo e' un risultato importante
perche' porsi le domande significa poi impegnarsi per ottenere risposte
certe. Abbiamo avuto e continuamente riceviamo adesioni e sostegno al nostro
comitato da tutta l'Italia. L'ultimo dichiarazione di affettuosa
solidarieta' in ordine di tempo e' quella della scrittrice Dacia Maraini.
*
- Siete in contatto con altre esperienze di impegno per fare luce sui danni
provocati dal trasporto aereo?
- Antonella Litta: Si', abbiamo rapporti di scambio di dati, materiali ed
esperienze con i comitati di Ciampino, di Fano, e siamo in contatto con il
comitato di Stansted in Gran Bretagna che si sta batte per  evitare
l'ampliamento dell'aeroporto. Ovviamente siamo anche in contatto con vari
movimenti ecologisti, per il diritto alla salute, per la apce e la dignita'
umana con cui ci conosciamo e collaboriamo da anni poiche' le persone che
hanno rpomosso il nostro comitato sono tutte gia' da molto tempo impegnate
sui temi della solidarieta', nelle esperienze del volontariato, nelle tante
iniziative per un mondo migliore.
*
- Come sta lavorando il comitato?
- Antonella Litta: I commponenti del comitato stanno lavorando moltissimo
raccogliendo adesioni, documetnazione, materiale scientifico, intessendo
rapporti con i responsabili di altri comitati, diffondendo informazione
qualificata, e soprattutto costruendo una rete d'informazione e confronto
tra i cittadini anche mettendo a disposizione il sito
www.coipiediperterra.org
*
- E' stato molto apprezzato lo stile di comunicazione che lei e il comitato
avete scelto: nessuna polemica, nessun atteggiamento di aggressivita' o
disprezzo ma sempre massima attenzione e rispetto per gli interlocutori e
per i contraddittori. E' stato notato da molti osservatori che mentre tra i
sostenitori dell'aeroporto non sono mancati atteggiamenti peggio che
discutibili, voi avete mantenuto una civilta', sobrieta', precisione e
chiarezza comunicativa che ha impressionato molto favorevolmente la parte
piu' avvertita dell'opinione pubblica locale. Ed e' stato anche notato che
voi mettete costantemente al centro dell'attenzione i problemi concreti, la
documentazione scientifica, il dettato legislativo, le questioni reali,
rifuggendo da ogni forma di propaganda e retorica. Questa scelta
comunicativa da quali convinzioni scaturisce? E le sembra che stia dando
frutti?
- Antonella Litta: Il metodo che seguiamo e' quello che proviene dalla
nostra storia personale. E' semplice e sta dando frutto. Prima di tutto il
rispetto per chi ha opinioni diverse dalle nostre e poi l'esposizione con
calma e chiarezza delle nostre preoccupazioni e dei dati scientifici che
sottostanno alle nostre preoccupazioni. Non conosciamo altri metodi e non ci
interessano altri metodi. Ci interessa ragionare con tutte le persone in
maniera pacata, la piu' semplice possibile. Prima di tutto ci interessa che
le persone pensino e si formino la loro opinione basandosi sul rigore della
documentazione scientifica e non su slogans banali e vuoti da venditori di
favole  che con la voce forte gridano e promettono insieme al nuovo
aeroporto la soluzione miracoloso di tutti i problemi della nostra amata
Tuscia.
*
- Quali ritiene che siano gli aspetti piu' gravi della questione del
trasporto aereo?
- Antonella Litta: Sicuramente l'enorme responsabilita' nell'aumentare il
surriscaldamento climatico e quindi lo stravolgimento climatico mondiale con
conseguenze gravissime per esempio per il continente africano, che poco o
nulla contribuisce alle emissioni di CO2. Come a dire che ancora una volta i
poveri pagano per le ricchezze e gli errori dei ricchi. L'inquinamento
acustico ed ambientale con le conseguenti ricadute sulla salute umano sono
gli altri due gravissimi aspetti che ci portano ad opporci alla costruzione
di un terzo aeroporto nella regione del Lazio.
*
- Lei e il comitato vi state impegnando non solo contro la costruzione del
terzo polo aeroportuale nel Lazio, ma anche per la riduzione del trasporto
aereo; l'iniziativa quindi non ha una dimensione solo locale, ma si colloca
e vuole incidere in un piu' ampio contesto.
- Antonella Litta: E' consequenziale al nostro impegno. Il nostro obiettivo
non puo' e non deve essere limitato ad evitare la costruzione del terzo
aeroporto, sarebbe un obiettivo forse troppo piccolo e potrebbe sembrare
quasi egoistico e, se vogliamo, semplice. Siamo impegnati a promuovere una
campagna di sensibilizzazione che informi circa i reali danni che
l'incremento del traffico aereo determina, e che solleciti un ripensamento
nazionale e uno studio suglli attuali modelli di mobilita' per le persone e
le merci, per scelte che favoriscano sempre, ove possibile, il trasporto su
rotaia e comunque le sclete a piu' basso impatto ambientale, anche
valorizzando soluzioni alternative offerte dall'informatica (quanti viaggi e
trasporti si potrebbero evitare usando ad esempio in modo piu' mapioepiu'
razionale la trasmissione di dati e documenti, lavorando in teleconferenza,
e cosi' via).
*
- C'e' chi dice, con palese malevolenza, che le vostre forze sarebbero
troppo esigue per contrastare una lobby potentissima che gode di ingenti
risorse finanziarie e di vasti appoggi politici (basti pensare ai fiumi di
denaro pubblico che gli stati assurdamente regalano alle compagnie aeree
mentre si tagliano i servizi assistenziali e sanitari, o al fatto che le
stesse compagnie aeree godono di esenzioni ed agevolazioni fiscali
semplicemente scandalose); cosa vi da' fiducia nel vostro impegno?
- Antonella Litta: La fiducia ci viene dalla storia e dalla forza delle
nostre convinzioni. Tante decisioni che sembravano ineluttabili sono state
cambiate dalla mobilitazione dei cittadini portatori di ragioni vere,
obiettive ed inconfutabili. Siamo ancora in democrazia e questo e'
possibile.
*
- Ogni volta che ci si impegna per difendere la legalita' e i diritti in un
luogo, non mancano i sempiterni rassegnati che obiettano che tanto quegli
stessi diritti verranno comunque violati altrove, e quindi tanto vale
infischiarsene anche qui. Cosa risponde a chi fa l'elogio dell'indifferenza,
del cinismo, della complicita' con la devastazione ed il crimine?
- Antonella Litta: La risposta e' semplice: ognuno si impegni per quello che
dipende da se stesso. E' una semplice regola di vita e di condotta che puo'
cambiare le sorti del mondo. E' importante esserne convinti e convicere gli
altri: noi ne siamo convinti.
*
- Lei e' impegnata come medico anche in Africa nella solidarieta' con
persone vittime di situazioni terribili. Situazioni rispetto a cui qui vi e'
una orribile indifferenza, e che derivano da cause connesse sia a secoli di
colonialismo sia alle strutturali ingiustizie planetarie attuali. Situazioni
rispetto alle quali il nord ricco del mondo ha della gravi, precise
responsabilita'. Lei ha detto nella conferenza stampa tenuta lo scorso 3
agosto a Viterbo che c'e' una profonda coerenza tra l'aiuto diretto come
medico e come volontaria alle persone li' in pericolo di vita, e l'impegno
qui in difesa dell'ambiente, del diritto alla salute, della democrazia. Vi
e' una interdipendenza tra qui e la', tra nord e sud, tra difesa
dell'ambiente e difesa dei diritti umani, tra pace, giustizia, salvaguardia
della biosfera, "principio responsabilita'" e dovere di solidarieta' con
l'umanita' intera, comprese le generazioni future. Potrebbe approfondire
questo tema?
- Antonella Litta: L'impegno per il rispetto dei diritti umani, per la
salvaguardia ambientale, per la pace, per un'economia piu' giusta e'
necessario in ogni parte del mondo. Esiste un'interdipendenza tra le nostre
scelte individuali e politiche e quanto accade nel mondo. E' cosi', anche se
molti fanno finta di non saperlo perche' fa comodo. L'indifferenza, l'afasia
dei cuori, la mancanza di compassione e compartecipazione sta consegnando
l'umanita' alla deriva della storia e la Terra al saccheggio ultimo. Ognuno
faccia la sua parte. Noi crediamo di  fare la nostra anche a partire dalla
vicenda dell'aeroporto di Viterbo. Non siamo sognatori ma realisti con i
piedi per terra finche' ce ne sara' ancora una.
*
- Cosa si aspetta che accadra' nelle prossime settimane?
- Antonella Litta: Spero e penso che continuera' a crescere il numero delle
persone di questa provincia che chiedono maggiore informazione, e che
vogliono discutere e partecipare non solo sulla questione "aeroporto si',
aeroporto no",  ma sulle  tante tematiche che questa questione include: dal
rispetto dell'ambiente e dalla tutela della salute fino al modo in cui le
persone possono contare veramente nelle scelte cruciali della politica e
dell'economia, anche quella mondiale. Sarebbe un bel risultato e abbiamo
tanti buoni motivi per sperarlo.

3. APPELLI. DA VICENZA A SIBIU
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo]

Alcuni movimenti per la pace e realta' ecclesiali (Beati i costruttori di
pace, Movimento internazionale della riconciliazione, Pax Christi, Centro
interconfessionale per la pace, Gavci, Unione cristiana evangelica battista
d'Italia) si sono incontrati a Vicenza il  6 agosto 2007, LXII anniversario
della prima esplosione bellica dell'arma atomica.
Questo evento si inserisce tra le iniziative della campagna "Fermiamo chi
scherza col fuoco atomico" che si prefigge, nella prospettiva della "pace
preventiva", di mettere al bando le armi atomiche e risvegliare l'opinione
pubblica sul pericolo che queste terribili armi vengano utilizzate  nei
conflitti in atto e futuri.
In particolare questi movimenti, tutti con forte caratterizzazione
spirituale, intendono sollecitare le Chiese a dichiarare che non solo l'uso
e la minaccia, ma anche la fabbricazione, la proliferazione, la detenzione
delle armi nucleari costituiscono un gravissimo peccato contro Dio,
l'umanita', il creato; una violazione massima di ogni etica umana civile e
politica che nessun diritto alla difesa puo' logicamente e moralmente
giustificare.
Nell'incontro di Vicenza i movimenti chiedono ai delegati alla terza
Assemblea ecumenica europea di Sibiu (4-9 settembre 2007) di far propria
questa presa di posizione.
Essi sono altresi' convinti che  i documenti come tali non siano
significativi ed efficaci se non si rivelano strumenti utili a sollecitare
l'impegno e le azioni concrete delle persone. Per questo  si impegnano sin
d'ora a sensibilizzare le proprie comunita' di riferimento alla raccolta di
firme per una legge di iniziativa popolare che prevede l'eliminazione di
tutte le armi atomiche dal territorio italiano.
*
Agli uomini ed alle donne delegati della terza Assemblea ecumenica europea
che si riuniranno a Sibiu dal 4 al 9 settembre 2007
Noi, uomini e donne riuniti in preghiera a Vicenza oggi, 6 agosto 2007 ,
LXII anniversario del bombardamento atomico su Hiroshima/ siamo amanti della
pace nella giustizia e siamo convinti che essa possa essere conseguita
solamente attraverso la nonviolenza attiva, ed aspiriamo con forza ad una
societa in cui le persone siano in armonia con il creato e ciascun essere
vivente; ci riconosciamo nella cultura che pone come fondamento dell'agire
la coerenza tra fini e mezzi: per costruire la pace siamo disposti ad usare
solo strumenti pacifici.
Sentiamo profondamente veri e irrinunciabili i valori e gli impegni
contenuti nella Carta ecumenica, frutto di quel processo conciliare del
quale ci sentiamo compartecipi, in particolare laddove recita: "noi vogliamo
impegnarci con il Vangelo per la dignita' della persona umana, creata ad
immagine di Dio, e contribuire insieme come Chiese alla riconciliazione dei
popoli e delle culture"; "ci impegniamo per un ordine pacifico, fondato
sulla soluzione nonviolenta dei conflitti. Condanniamo pertanto ogni forma
di violenza contro gli esseri umani, soprattutto contro le donne ed i
bambini"; "ci impegniamo a sostenere le organizzazioni ambientali delle
Chiese e le reti ecumeniche che si assumono una responsabilita' per la
salvaguardia della creazione".
Ci rivolgiamo a tutti voi che sentiamo fratelli e sorelle incamminati come
noi sulla via dell'impegno per la riconciliazione locale, nazionale,
internazionale frutto di giustizia e verita', e che sul fondamento della
fede cristiana desiderano adoperarsi per un'Europa umana e sociale in cui si
facciano valere i diritti umani ed i valori basilari della pace, della
giustizia, della liberta', della tolleranza, della partecipazione e della
solidarieta'.
Desta in noi particolare preoccupazione la presenza nel nostro continente di
una ingente quantita' di ordigni nucleari che, sebbene di molto superiori
dal punto di vista del potere distruttivo a quelli esplosi in Giappone alla
fine del secondo conflitto mondiale, vengono tacitamente accettati dalle
istituzioni che regolano la convivenza dei nostri popoli sottacendone non
solo l'alto potere distruttivo, ma anche l'inutilita' del potere detentivo
essendo rese inutili quali armi di difesa perche' "utili" nel solo caso
dell'offesa denominato "primo colpo".
In passato le chiese cristiane sono state esplicite nel condannarne l'uso:
riteniamo pero' urgente in questo momento che l'autorevole voce delle chiese
si alzi ancora una volta a ribadire questa condanna, a renderla piu'
esplicita,chiara e precisa, proprio in relazione all'ipotesi che potremmo
essere vicini al momento fatale in cui qualche governo ne ordini l'uso.
In Italia migliaia di donne e uomini impegnati nei movimenti per la pace
sentono l'urgenza di riattivarsi nell'opposizione alla cosiddetta "guerra
globale" con lo scopo di ridestare l'opinione pubblica su tale gravissimo
problema, cercando di far nascere un movimento per la "pace preventiva".
Oggi chiediamo a tutti voi di accogliere la nostra fraterna sollecitazione
affinche' i rappresentanti di tutte le Chiese dicendo no alla guerra, alla
guerra preventiva, alla strategia del terrore e alla logica del riarmo:
- dichiarino la strategia militare nucleare un crimine contro l'umanita';
- sottoscrivano una dichiarazione comune in cui, riassumendo l'esperienza e
la ricerca spirituale e morale delle chiese cristiane lungo i decenni
dell'era atomica, proclamino con la massima chiarezza che non solo l'uso e
la minaccia, ma anche la fabbricazione, la proliferazione e la semplice
detenzione di armi nucleari costituiscono un gravissimo peccato contro Dio,
contro l'umanita' e contro il creato;
- si impegnino a tutti i livelli, dalle aggregazioni laicali alle
istituzioni ecclesiali, ai vertici delle gerarchie, nella costante denuncia
di quella che riteniamo sia una violazione massima di ogni etica umana
civile e politica, che nessun diritto alla difesa puo' logicamente e
moralmente giustificare;
- offrano a tutta la societa' questo loro servizio a favore della pace,
promuovendo e sostenendo a tutti i livelli iniziative che favoriscano il
disarmo nucleare anche unilateralmente; facciano crescere la consapevolezza
popolare sui rischi legati alla proliferazione atomica e piu' in generale
alla militarizzazione, in uno spirito di umilta' e collaborazione con tutti
gli uomini e le donne di buona volonta' a loro volta impegnati su questi
temi, adoperandosi per rendere questo percorso comune a tutte le fedi.
Ci rivolgiamo a voi, fratelli e sorelle nella fede, che sentiamo
compartecipi del nostro stesso desiderio di pace e giustizia duratura, nella
speranza di avere la medesima esortazione e determinazione.
"Cosi' risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perche' vedano le
vostre buone opere e rendano gloria al vostro Padre che e' nei cieli" (Mt,
5, 16).
Vicenza, 6 agosto 2007
*
i movimenti sottoscrittori: Beati i costruttori di pace, Coordinamento
"Fermiamo chi scherza col fuoco atomico", Cipax - Centro intercofessionale
per la pace, Fcei - Federazione delle comunita' evangeliche italiane,
Gavci - Gruppo autonomo di volontariato civile in Italia, Mir - Movimento
internazionale della riconciliazione, Pax Christi, Tavola valdese, Ucebi -
Unione cristiana evangelica battista d'Italia.

4. INCONTRI. SCUOLA ESTIVA SULLA DECRESCITA
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo]

Scuola estiva sulla decrescita. Dall'individuale al collettivo e tra
pratiche e politica: verso la decrescita ed un'economia altra.
Dal 19 al 25 agosto 2007 si svolgera' presso il Centro ecumenico di Agape -
nel comune di Prali ( www.praly.it), in Val Germanasca, in provincia di
Torino - la quarta edizione della  Libera scuola delle alternative.
*
La premessa
"il potere e' divenuto un potere consumistico, infinitamente piu' efficace
nell'imporre la propria volonta' che qualsiasi altro potere al mondo. La
persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni
precedente sforzo autoritario di persuasione" (Pier Paolo Pasolini, 1975)
Il progetto di emancipazione dell'Illuminismo, la costruzione di una
societa' autonoma ed egualitaria, e' fallito e si e' trasformato
nell'attuale, trionfante, arrogante dittatura del Mercato globale. Si parla
sempre piu' della crisi ambientale e della miseria di tanta parte del
pianeta, si riconosce che sono legati al modello di consumo e di vita
dell'Occidente, ma l'impegno a cambiare concretamente sembra confinato al
tentativo di una nicchia.
Come superare il piano delle pratiche individuali e comunicare cio' che per
noi e' importante? Come articolare una proposta di societa' che sia capace
di avere forza politica e trovare i consensi necessari per provare davvero a
fermare dinamiche che ci appaiono totalmente insensate e distruttive?
Il progetto della decrescita - la costruzione di una societa' alternativa,
giusta e autonoma, basata su una diversa economia e su relazioni diverse tra
le persone e tra le persone e l'ambiente - puo' prendere forma solo a
partire da una riflessione su di se', sulla nostra condizione storica di
soggetti di un mondo dominato dalla globalizzazione economica e dal pensiero
unico. Dobbiamo arrivare ad una nuova ecologia dell'ambiente, ma anche e
soprattutto della mente.
*
Il percorso della scuola
Condivideremo lavori di gruppo, workshop e relazioni in plenaria, dibattiti
e confronto con i relatori secondo un percorso che partira' dalla
riflessione sul nostro immaginario, sulle convinzioni profonde e spesso
indiscusse che guidano le nostre scelte. Il troppo di merci e il troppo poco
di relazioni che segnano la nostra vita, ma anche il fascino dell'accumulo e
la difficolta' a farne a meno. Ci sperimenteremo in uno spazio
interdisciplinare tra economia, psicanalisi, sociologia e potere dei media,
ma anche riflessioni sulla nonviolenza e la spiritualita', messa in
relazione con il mondo naturale e pratiche di vita quotidiana condivisa.
Oltre al piano delle scelte individuali affronteremo poi quello della
politica: ci sembra ormai pressante la necessita' di ritornare ad essere noi
stessi soggetti politici, partecipi di un processo di cambiamento che parte
dal dialogo tra amministratori e societa' civile e che ritrova visione
comune e unione di intenti intorno ai problemi dei territori. E soprattutto
ci interrogheremo su come far si' che la politica istituzionale, coloro dai
quali scegliamo di farci rappresentare, abbiano la volonta' e la capacita'
di comprendere le nostre istanze e farsene portatori nei luoghi di
decisione.
Altri materiali sono presenti nel programma completo che potete farvi
inviare se interessati/e.
*Il programma
Temi trattati (omessi pranzi, cene, passeggiate, meditazioni e altro
liberamente scelto):
Domenica 19 agosto
- ore 17,30-18,30: arrivi
- ore 18,30-20: giochi di conoscenza reciproca
*
Lunedi' 20 agosto
- ore 9,30-10,15: presentazione del campo
- ore 10,15-11: percepire il pieno e il vuoto: un ascolto (a cura di Walter
Branchi)
- pre 11,30-13: percepire il pieno e il vuoto: immagini testi e giochi
- ore 15,30-17: quale immaginario nelle nostre pratiche: cooperazione e
solidarieta', formazione ed educazione (Marco Deriu, Enrico Euli)
- ore 17,30-18,30: prosegue quale immaginario nelle nostre pratiche:
cooperazione e solidarieta', formazione ed educazione (Marco Deriu, Enrico
Euli)
*
Martedi' 21 agosto
- ore 9,30-11: perche' la crescita e' cosi' attraente: l'arroganza,
l'assenza di limiti (Luigi Zoja)
- ore 11,30-13: perche' la crescita e' cosi' attraente: pieno e vuoto,
anoressia e bulimia (Elena Liotta)
- ore 15,30-17: i mass media e la ri/costruzione del nostro immaginario
(Dalma Domeneghini, Aldo Capsoni)
- ore 17,30-18,30: prosegue i mass media e la ri/costruzione del nostro
immaginario (Lavori di gruppo)
*
Mercoledi' 22 agosto
- ore 9,30-10,30: le radici della decrescita e della nonviolenza: (Mauro
Bonaiuti)
- ore 11-13: osservare l'ambiente per osservare noi stessi: attivita' nella
natura stimolate dalle riflessioni di alcuni autori: Thoreau, Tolstoj,
Gandhi... (a cura di Alessandra Melucci e Mauro Bonaiuti)
- ore 18,30-19,30: le radici della decrescita e della nonviolenza: alcune
conclusioni (Mauro Bonaiuti)
*
Giovedi' 23 agosto
- ore 9,30-11: come ripensare la politica per una societa' di decrescita:
etica della responsabilita' o della convizione (Marco Revelli - da
confermare -, P. Ferrero)
- ore 15,30-17: la partecipazione dei cittadini: i limiti delle esperienze
attuali (Rete comuni virtuosi, Corridoio Zero, Cambieresti... - a cura di
Davide Biolghini)
(...)
*
I posti disponibili sono circa 60 e vi invitiamo pertanto ad iscrivervi
quanto prima, attraverso il sito di Agape: www.agapecentroecumenico.org
oppure scrivendo a ufficio at agapecentroecumenico.org o telefonando:
0121807514.
Ai partecipanti verra' fornito, via mail dopo l'iscrizione, il materiale di
documentazione consigliato dai relatori, materiale che vi preghiamo di
portare con voi alla scuola. Il taglio scelto  presuppone una base minima di
conoscenze condivise, pertanto invitiamo gli iscritti a consultare il
materiale prima della partecipazione alle giornate.

5. INCONTRI. IL 29 SETTEMBRE A BRESCIA
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo la
seguente notizia]

Sabato 29 settembre, presso la storica sede di via Milano 65, a Brescia, si
svolgera' un incontro regionale con gli iscritti, militanti e simpatizzanti
del Movimento Nonviolento in vista del congresso nazionale di Verona che si
terra' il prossimo novembre.
In un momento di grande disagio ed "allarme sociale" proponiamo un momento
di riflessione e discussione. Crediamo utile un ampio confronto per
stimolare la ricerca di un "varco" che possa aprire orizzonti e speranze, in
una realta' sempre piu' estranea.
"Capire che il problema degli altri e' uguale al mio: sortirne insieme e' la
politica, sortirne da soli e' l'avarizia" (Lorenzo Milani).
*
Per informazioni e contatti: Centro per la nonviolenza di Brescia, e-mail:
mir.brescia at libero.it, sito: www.nonviolenti.org

6. STRUMENTI. LA NEWSLETTER DI "ANTENNE DI PACE" DI AGOSTO
[Riportiamo il sommario della newsletter "Antenne di pace" (per contatti:
e-mail: newsantenne at liste.antennedipace.org, sito: www.antennedipace.org)
del primo agosto 2007]

Newsletter "Antenne di pace" www.antennedipace.org
Elenco articoli pubblicati dal 23 luglio 2007
- Israele/Palestina. Dicotomia politica. L'uso degli scudi umani da parte
dell'esercito israeliano: quando i civili diventano doppiamente vittime del
conflitto. Alcuni studi di caso.
- Cile. Pianta del gas a Penalolen. Nonostante sia un'area ecologica
protetta, e nonostante la netta opposizione dei suoi abitanti, il quartiere
periferico di Penalolen vedra' la costruzione di uno stabilimento per
l'estrazione del gas proprio sul suo territorio.
- Tanzania. Sinceramente. Riflettendo sulle motivazioni e sugli ideali che
spingono un bianco a vivere, condividere e collaborare nella societa'
africana. Tante le domande che destabilizzano, e vanno a toccare i bisogni e
le emozioni piu' intimi e profondi.
- Brasile. Kurussu Amba' ritorna a Tekoha. Il 17 aprile Brasilia e' stata
teatro di un'emozionante manifestazione in memoria degli eroi che furono
uccisi nella lotta per la terra ed i diritti dei popoli nativi. Che
aspettano di vedere finalmente garantiti ai Guarani Kaiowa' ai Kurussu Amba'
la loro terra sacra, per poterci vivere in pace, di Egon Heck, dal
quotidiano nazionale Cpt, 28 aprile 2007.
- Brasile. Violenza: la repressione aumenta nelle campagne. Secondo la
Commissione della Pastorale della Terra (Cpt), la violenza e' minore dove
sono piu' forti i movimenti sociali organizzati, di Pedro Carran, Curitiba
(Pr) (www.brasildefato.com.br)
- Brasile. Salvador de Bahia. Una passeggiata quasi turistica in una citta'
incantevole. Uno dei piu' grandi mercati di schiavi del passato e' oggi un
luogo da cartolina, ma basta scendere pochi gradini per scoprire che neanche
un artista saprebbe dipingere cosi' bene il degrado di un'umanita' per cui
una vita puo' valere 5 reais.

7. INFORMAZIONE. LA NEWSLETTER "ATTUALITA' DALLA BIRMANIA" DEL PRIMO AGOSTO
[Riportiamo la newsletter "Attualita` sulla Birmania" dell'Euro-Burma ofice
di Bruxelles del primo agosto 2007 (per contatti: euro_burma at verizon.net)]

Le imprese Ue riforniscono l'esercito birmano attraverso l'India, di David
Cronin
Bruxelles, primo agosto 2007 (Ips) - Per quasi 20 anni, l'Unione europea ha
vietato la vendita di armi alla Birmania per protestare contro la brutale
dittatura militare nel paese.
Secondo gli attivisti per i diritti umani, questo embargo rischia di
risolversi in un nulla di fatto, dato che le imprese di diversi paesi
dell'Unione Europea sono coinvolte nella costruzione di elicotteri militari
destinati alla Birmania.
Dalla fine dello scorso anno, l'India sta negoziando con la giunta di
Rangoon, per la vendita di una partita di moderni elicotteri leggeri. Gli
elicotteri sono stati costruiti dalla Hindustan Aeronautics Ltd (Hal),
insieme all'impresa tedesca Eurocopter Deutschland. Tra i componenti ci sono
razzi, armi da fuoco e motori provenienti dalla Francia; lanciarazzi dal
Belgio; sistemi di freni dall'Italia; serbatoi di carburante e trasmissioni
dalla Gran Bretagna, e dispositivi di autodifesa dalla Svezia.
La vendita di questi elicotteri sembra infrangere l'embargo dell'Unioen
Europea sulla vendita d'armi alla Birmania. Questa misura legalmente
vincolante si applica ai trasferimenti sia diretti che indiretti, e
comprende sia sistemi d'armi completi che componenti. Il divieto venne
introdotto per la prima volta nel 1988, l'anno in cui l'esecuzione di alcuni
studenti che manifestavano in Birmania suscito' un forte clamore
internazionale.
Fu poi rafforzato nel 1996, nell'ambito di una posizione comune dell'Unione
Europea, rinnovata nel 2002 e lo scorso anno. I governi dell'Unione hanno
formalmente espresso il loro disappunto per le continue violazioni dei
diritti umani e la mancanza di progressi nel trasformare la Birmania in una
democrazia, rinnovando la loro posizione. Hanno criticato in particolare i
lunghi anni di prigionia di Aung Saan Suu Kyi, arrestata dopo che il suo
partito, la Lega nazionale per la democrazia, aveva ottenuto la maggioranza
alle elezioni generali del 1990, un risultato poi annullato dalla giunta
militare.
L'India e' attualmente il quarto maggiore partner commerciale della
Birmania. La crescente collaborazione militare tra i due paesi e' stata
accelerata sia per le affermazioni dell'India su alcuni gruppi di ribelli
birmani che starebbero operando nell'India nord-orientale, sia per le
preoccupazioni sulle attivita' commerciali della Cina in espansione nel
Sud-est asiatico.
Le Nazioni Unite hanno raccolto diverse prove secondo cui gli abusi dei
diritti umani, come la tortura, le esecuzioni sommarie e il reclutamento di
bambini soldato, sarebbero pratiche sistematiche in Birmania.
A febbraio, l'inviato speciale dell'Onu Paulo Sergio Pinheiro ha riferito
che in Birmania piu' di un milione di persone sarebbero state sfollate tra
il 1996 e il 2006. Il funzionario ha calcolato che durante quel periodo si
sarebbero verificati oltre 3.000 episodi di distruzione, abbandono o
ricollocazione di villaggi nella regione.
Saferworld, un gruppo di consulenza sulla risoluzione dei conflitti, ha
pubblicato un rapporto all'inizio di luglio sulle vendite di armi alla
Birmania. Nel documento si sottolinea che non esiste nessun sistema di
controllo esteso all'intera Unione Europea per monitorare l'applicazione
dell'embargo. Alcuni governi sono riusciti in qualche modo ad aggirare i
divieti, aggiunge il dossier; come per esempio la Francia, secondo la quale
i motori costruiti dall'impresa francese Turbomeca per gli elicotteri
indiani sarebbero dispositivi civili e non militari.
Saferworld ricorda poi che gli Stati dell'Unione Europea sarebbero obbligati
ad assicurare che i componenti costruiti dalle imprese sul territorio
nazionale non vengano venduti ad un altro paese per poi essere ri-esportati
verso un regime con precedenti di repressione.
Secondo Helen Hughes, di Amnesty International, gli Stati dell'Unione
Europea dovrebbero verificare con maggiore efficacia la destinazione finale
dei componenti militari costruiti dalle imprese occidentali. "Altrimenti,
questi paesi potrebbero ritrovarsi indirettamente coinvolti nel sostenere un
regime brutale che loro stessi hanno condannato, e le cui violazioni
rappresentano veri e propri crimini contro l'umanita'", ha aggiunto.
Harn Yawnghwe, direttore dell'Ufficio Euro-Birmania a Bruxelles, sostiene
che l'Unione Europea dovrebbe cercare di persuadere l'India, la Cina e
l'Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean) ad adottare una
posizione comune nell'opporsi agli abusi dei diritti umani in Birmania.
"Senza un consenso e una cooperazione internazionale, l'esercito birmano
continuera' ad approfittare delle differenze mettendo un paese contro
l'altro", ha detto all'Ips.
"La vendita di armi al regime militare in Birmania e' inaccettabile, poiche'
contribuisce al protrarsi delle sofferenze del popolo birmano. Ci auguriamo
che l'Unione Europea incoraggera' l'India ad unirsi agli altri paesi vicini
e alla comunita' internazionale, per lavorare alla costruzione di una
democrazia inclusiva in Birmania".
"Vorremo vedere l'Unione Europea usare i propri mezzi per convincere il
governo indiano che la sua campagna per sostenere i generali birmani
vendendo armi e collaborando nelle operazioni militari non portera' nessun
beneficio".
*
Euro-Burma Office, Square Gutenberg 11/2, 1000 Bruxelles, Belgium, tel.
(322) 2800691 / 2802452, cell. 32478281784, fax: (322) 2800310, e-mail:
burma at euro-burma.be
The Euro-Burma Office is to promote the development of democracy in Burma by
assisting the Burmese democracy movement prepare for a transition to
democracy.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 181 del 14 agosto 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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