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Minime. 97
- Subject: Minime. 97
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 22 May 2007 00:15:32 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 97 del 22 maggio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La legge fondamentale 2. E' in corso la carovana contro la guerra, per la pace e il disarmo 3. Medea Benjamin: L'ambasciata 4. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 5. Una breve notizia biografica di Etty Hillesum 6. Elena Buia presenta "Pagine mistiche" di Etty Hillesum 7. Tullia Fabiani presenta "Un'estrema compassione" di Nadia Neri 8. "Leggendaria" n. 62 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento 10. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA LEGGE FONDAMENTALE "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Queste parole non sono solo un'istanza morale condivisa da ogni essere dotato del ben dell'intelletto, sono la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico, e chi non la rispetta e' un fuorilegge. Cessi immediatamente l'illegale, criminale partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. 2. INIZIATIVE. E' IN CORSO LA CAROVANA CONTRO LA GUERRA, PER LA PACE E IL DISARMO E' in corso la "Carovana contro la guerra, per la pace e il disarmo" che seguendo tre contemporanei itinerari lungo tre direttrici (dal nord-ovest, dal nord-est, dal sud) sta attraversando l'Italia per congiungersi il 2 giugno a Roma. * Come e' scritto nell'appello di convocazione, "lo scopo della carovana e' quello di sensibilizzare la popolazione e di mettere insieme i soggetti che intendono ampliare le lotte territoriali di questi anni su punti determinanti di un impegno pacifista coerente: 1. rimozione dal territorio italiano di tutti gli ordigni nucleari e delle armi di distruzione di massa; dissociazione e disobbedienza da ogni compromissione con l'apparato dello sterminio atomico; 2. Opposizione ad ogni forma di coinvolgimento dell'Italia nella guerra globale e ritiro delle truppe da tutti i fronti bellici; 3. Per la chiusura, lo smantellamento, la bonifica e la riconversione a scopo esclusivamente civile delle basi militari Usa e Nato; 4. Obiezione alle spese militari finalizzata ad un modello di difesa alternativo e alla costituzione di Corpi civili di pace; 5. Per affermare i valori di pace dell'art. 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra. Per organizzare la resistenza sociale alle scelte politiche di riarmo e di interventismo militare del governo ed affermare il principio della sovranita' popolare". * Sempre nell'appello che promuove l'iniziativa si legge che "la carovana giungera' a Roma entro il 2 giugno, giornata in cui, al posto delle parate militariste, occorre fare memoria della Costituzione e del suo ripudio della guerra (art. 11). Il 2 giugno deve essere restituito alla societa' civile, per valorizzare l'intervento civile per la costruzione della pace: nei luoghi teatro di conflitto vogliamo ambasciate di pace riconosciute dalla popolazione, non 'democrazia' e 'sviluppo' a suon di bombe contro la popolazione. La carovana, raccordando reti e realta' politico-culturali differenti, rilancia questi temi unitari attraverso una iniziativa diffusa di informazione e di mobilitazione, dalle comunita' e dai territori dove le basi militari e di guerra sono presenti. Essa diffonde strumenti, iniziative e pratiche di lotta che esprimano l'opinione e la volonta' dei cittadini i quali nella stragrande maggioranza credono nei valori della pace. Essa deve servire a rilanciare la mobilitazione contro la guerra e la militarizzazione in tutti i settori sociali, sui posti di lavoro, nelle scuole, nei quartieri e nei luoghi di culto. La carovana assume la petizione popolare contro l'accordo Italia-Usa che prevede un nuovo 'scudo antimissilistico' sui nostri territori, come strumento della propria attivita' durante le sue tappe, stimolando le realta' locali a costituire comitati promotori per la raccolta delle firme". * Per ulteriori informazioni e contatti con i promotori dell'iniziativa: - Coordinamento "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico", cell. 3495211837, e-mail: locosm at tin.it - Rete "Disarmiamoli", cell. 3381028120, e-mail: info at disarmiamoli.org - "Semprecontrolaguerra", cell. 3280339384, e-mail: semprecontrolaguerra at tiscali.it 3. MONDO. MEDEA BENJAMIN: L'AMBASCIATA [Dal gruppo romano di "U. S. Citizens for Peace & Justice" (per contatti: e-mail: info at peaceandjustice.it, sito: www.peaceandjustice.it) riceviamo e diffondiamo la seguente traduzione di un messaggio di Medea Benjamin, cofondatrice di CodePink, gruppo di donne pacifiste statunitensi, sulla loro esperienza all'ambasciata italiana a Washington il 12 maggio. Medea Benjamin vive a S. Francisco, e' fondatrice e direttrice di Global Exchange e cofondatrice del gruppo pacifista femminista "Codepink". Opere di Medea Benjamin: (a cura di, con Jodie Evans), Stop the Next War Now: Effective Responses to Violence and Terrorism, Inner Ocean Publishing] Sabato 12 maggio e' stata la "Giornata delle porte aperte" per le ambasciate dell'Unione Europea a Washington. Un gruppo di donne di Codepink ha deciso di visitare le ambasciate in modo di poter conoscere alcuni dei diplomatici. La nostra prima visita e' stata all'ambasciata danese, dove abbiamo avuto una lunga conversazione con l'ambasciatore riguardo alla guerra in Iraq. L'ambasciatore era piuttosto orgoglioso del fatto che la Danimarca ha 550 militari in Iraq, e che con gli Stati Uniti "sostiene la democrazia". Abbiamo insistito che la maggioranza degli statunitensi, dei danesi e degli iracheni vorrebbero che le forze della coalizione lasciassero l'Iraq, e quindi se il governo danese volesse veramente sostenere la democrazia, dovrebbe ritirare non appena possibile le truppe. La discussione e' diventata piuttosto animata, ma sempre civile. L'ambasciatore si e' perfino messo in posa per una fotografia fatta insieme con noi. Nel congedarci, l'abbiamo ringraziato per il suo tempo e ci siamo dati la mano. Poi siamo andate all'ambasciata italiana. Stavamo facendo la coda in modo di essere li' per l'apertura alle 12, e nella lunga fila di circa duecento persone (eravamo in venti del nostro gruppo), c'erano solo 18 prima di noi. A mezzogiorno hanno aperto il cancello e fatto entrare le prime 18 persone. Quando toccava al nostro gruppo, vestito per la maggior parte in rosa vivace, hanno fermato la fila. Oh, abbiamo pensato, c'e' qualche problema. Improvvisamente e' arrivata una macchina della polizia, poi un'altra e ancora un'altra, finche' c'erano otto macchine della polizia! Il problema, come poi sarebbe risultato, eravamo noi! Gli italiani, a quanto sembra, hanno paura delle donne vestite di rosa che sostengono la pace. Un piccolo gruppo di donne di Codepink era stato all'a stessambasciata la settimana precedente con una delegazione dall'Italia che sta cercando di fermare la costruzione di una nuova base militare nella bellissima citta' di Vicenza, patrimonio dell'umanita' secondo l'Unesco. Quando la delegazione italiana aveva avuto un incontro con il personale dell'ambasciata, alcune donne di Codepink erano rimaste fuori e battevano su pentole e stoviglie, simbolo delle proteste di Vicenza, in segno di solidarieta'. Forse il 12 maggio il personale dell'ambasciata era preoccupato che stavamo per protestare di nuovo, mentre invece avevamo solo intenzione di parlare con loro. Quindi anziche' agire da diplomatici, darci il benvenuto e parlare con noi, ci hanno chiuse fuori e hanno creato una scenata chiedendo alla polizia di metterci fuori dalla fila, con la minaccia di essere arrestate. E' questa e' la diplomazia italiana. Scortate dalla polizia, alcune di noi hanno proseguito verso l'ambasciata francese per fare le nostre condoglianze per le loro recenti elezioni (e per vedere se ci avessero fatto entrare). Quando siamo arrivate all'ambasciata, ci hanno tirato fuori dalla fila, ma invece di estrometterci, ci hanno fatto un controllo di sicurezza e poi accompagnato dentro, dove abbiamo bevuto champagne e visitato l'ambasciata piacevolmente. Sembrerebbe che i francesi possano dare agli italiani qualche lezione in diplomazia. 4. PROPOSTA. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO Si puo' destinare la quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2006, apponendo la firma nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi destinato a "sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale" e indicando il codice fiscale del Movimento Nonviolento: 93100500235; coloro che si fanno compilare la dichiarazione dei redditi dal commercialista, o dal Caf, o da qualsiasi altro ente preposto - sindacato, patronato, Cud, ecc. - devono dire esplicitamente che intendono destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento, e fornirne il codice fiscale, poi il modulo va consegnato in banca o alla posta. Per ulteriori informazioni e per contattare direttamente il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 5. MATERIALI. UNA BREVE NOTIZIA BIOGRAFICA DI ETTY HILLESUM [Dal sito www.railibro.rai.it riprendiamo la seguente breve notizia biografica di Etty Hillesum. Etty Hillesum e' nata a Middelburg nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004] Esther Hillesum conosciuta col nome di Etty, nasce il 15 gennaio 1914 a Middelburg in Olanda, in una famiglia della borghesia intellettuale ebraica. Il padre, Levie (detto Louis), era un professore di lingue classiche e in seguito preside del liceo di Deventer, incarico che ricopri' fino al 1940, quando gli venne revocato a causa delle leggi razziali. La madre di Etty, Rebecca Bernstein (detta Riva) nacque a Potcheb, in Russia, nel 1881, ma nel 1907, travestita da soldato, si rifugio' in Olanda per scampare a un pogrom. Qui sposa Louis Hillesum. La coppia ebbe tre figli: Etty, Misha e Jaap, questi ultimi eccezionalmente dotati l'uno nel campo della musica, divenne un pianista di talento e l'altro nelle scienze, studio' medicina e durante la guerra lavoro' in qualita' di medico presso l'Ospedale israelitico di Amsterdam. Nel 1926 Esther si iscrive al liceo classico di Deventer. Sei anni dopo si trasferisce ad Amsterdam, dove si laurea in giurisprudenza nel 1939. Si iscrive poi alla facolta' di lingue slave, impartisce lezioni di russo e si interessa anche agli studi di psicologia. Nel marzo 1937 Etty va ad abitare presso la casa di Hendrik Wegerif (detto Han), nella quale anche suo fratello Jaap aveva vissuto per un certo periodo. Etty si occupa della gestione della casa, lavoro per il quale riceve una paga da Hendrik, anziano vedovo cristiano padre di quattro figli. I rapporti tra Esther e quest'uomo presto si trasformano in una relazione sentimentale. Sara' proprio in quella casa che Etty iniziera' a scrivere il suo diario (dal marzo 1941) dove annota la sua trasformazione spirituale e le sue vicende umane prima del trasferimento al campo di Westerbork. Nel 1939 infatti il governo olandese, in accordo con la principale organizzazione ebraica presente in Olanda, decide di riunire la' i rifugiati ebrei, tedeschi o apolidi, che vivono nei Paesi Bassi, pensando ad una loro futura riemigrazione. Il 10 maggio 1940 i tedeschi irrompono in Olanda: cinque giorni dopo la regina e il governo si rifugiano in Inghilterra. Nel febbraio del 1941 avviene l'incontro piu' importante della vita di Etty: quello con lo psicanalista Julius Spier, allievo di Carl Gustav Jung e iniziatore della psicochirologia, la scienza che studia la psiche di una persona partendo dall'analisi delle mani. Ebreo tedesco fuggito da Berlino nel 1939, Spier tiene ad Amsterdam dei corsi serali durante i quali invita gli studenti a presentargli le persone che poi diventeranno oggetto del suo studio. Bernard Meylink, un giovane studente di biochimica che vive nella casa di Han, propone Etty. L'incontro con Spier e' per Esther folgorante: decide subito di prendere un appuntamento privato con lui per cominciare una terapia. Diventa sua paziente e assistente, poi amante e compagna intellettuale, nonostante la notevole differenza di eta' (lei ha 27 anni e lui 54) e il fatto che entrambi siano gia' impegnati in una relazione. Quest'incontro segno' il via all'evoluzione della sua sensibilita' in direzione sempre piu' spirituale (sebbene laica e aconfessionale), come testimonia nel suo diario. Tra i mesi di maggio e giugno 1942 nei Paesi Bassi viene portata a compimento l'attuazione delle leggi di Norimberga, che vietano agli ebrei, tra le altre cose, di usare trasporti pubblici, telefonare, sposarsi con persone non ebree. Dalla radio giunge la notizia (riportata da Etty nel suo diario, in data 29 giugno) che in Polonia sono stati uccisi 700.000 ebrei. Etty prende coscienza del piano nazista: lo sterminio della popolazione ebraica. Il primo luglio 1942 il campo di Westerbork passa sotto il comando tedesco, diventa luogo di raccolta e smistamento per gli ebrei prigionieri diretti ad Auschwitz. Il 16 luglio Etty viene assunta come dattilografa al Consiglio Ebraico di Amsterdam, sezione assistenza alle partenze. L'incarico non le piace, e venuta a conoscenza della decisione, da parte del Consiglio Ebraico di Amsterdam, di aprire una sezione nel campo di Westerbork, fa richiesta di trasferimento. La sua domanda e' accettata: il 30 luglio 1942 comincia a lavorare al dipartimento di aiuto sociale alle persone in transito. A Westerbork gode di una certa liberta', che le consente di mantenere contatti con l'esterno e di scrivere numerose lettere. Torna talvolta ad Amsterdam, e proprio durante uno dei suoi soggiorni nella capitale olandese le viene trovato un calcolo biliare, e' percio' costretta a una lunga degenza presso l'ospedale israelitico. Il 15 settembre 1942 Julius Spier muore per un tumore al polmone. Etty, che in quel momento si trova ad Amsterdam con lui, ha il permesso delle autorita' tedesche di partecipare al funerale. Il 5 giugno 1943 Etty torna al campo di Westerbork: rifiuta l'aiuto che molti suoi amici le offrono per nasconderla e sfuggire cosi' alla persecuzione nazista. Affida ad una amica, Maria Tuinzing, gli 11 quaderni del diario, chiedendole di darli allo scrittore Klaas Smelik per pubblicarli alla fine della guerra, qualora lei non dovesse tornare piu'. Nello stesso mese arrivano a Westerbork anche i suoi genitori e il fratello Mischa, arrestati durante una retata. A luglio le autorita' tedesche decidono che meta' dei membri del Consiglio Ebraico presenti nel campo di Westerbork. deve tornare ad Amsterdam, mentre gli altri devono rimanere perdendo pero' ogni liberta' di circolazione e comunicazione. Etty decide di restare. Il 7 settembre 1943 la famiglia Hillesum sale su un treno diretto in Polonia. Durante il viaggio Etty riesce a gettare un biglietto indirizzato ad un'amica ed e' l'ultimo scritto di Esther. Verra' ritrovato lungo la linea ferroviaria e spedito. I genitori di Esther muoiono qualche giorno dopo la partenza, non e' chiaro se durante il tragitto o al loro arrivo uccisi in una camera a gas. Etty muore ad Auschwitz il 30 novembre 1943. Stessa sorte per suo fratello Mischa, il 31 marzo 1944. Jaap Hillesum, deportato a Bergen Belsen nel febbraio 1944, muore il 27 gennaio 1945 sul treno che liberava i prigionieri del campo, vittima probabilmente di un'epidemia di tifo. Nell'autunno del 1943 vengono pubblicate clandestinamente ad Amsterdam due lettere che Etty aveva scritto dal campo nel dicembre 1942 e il 24 agosto 1943. Ma per la pubblicazione complessiva delle sue opere bisognera' aspettare molti anni: il Diario viene pubblicato per la prima volta in Olanda nel 1981 dall'editore Gaarlandt. E nel 1982 vengono pubblicate le lettere scritte a Westerbork col titolo Il cuore pensante della baracca. 6. LIBRI. ELENA BUIA PRESENTA "PAGINE MISTICHE" DI ETTY HILLESUM [Dal sito www.railibri.rai.it riprendiamo la seguente recensione li' apparsa col titolo "Etty Hillesum. Disseppellire Dio da pietra e sabbia" e il sommario "Un libro, uscito in questi giorni per líeditore Ancora, attraverso pagine inedite, sottolinea la straordinaria dimensione mistica raggiunta da Etty Hillesum nel suo cammino esistenziale". Elena Buia, nata nel 1971, vive e lavora a Roma, collaborando ai programmi radiofonici di Radio Tre. Nel 1999 ha vinto ex-aequo il Premio tesi di laurea organizzato dal Centro di documentazione "Pier Vittorio Tondelli" del Comune di Correggio. Cristiana Dobner, nata a Trieste, laureata in lettere e filosofia e alla Scuola di lingue moderne per traduttori ed interpreti di conferenze, con studi teologici e biblici, dopo la specializzazione all'estero, e' entrata tra le Carmelitane Scalze. Traduce dal tedesco, inglese, francese, spagnolo, ebraico, russo. Collabora con numerose riviste e l'agenzia "Sir". Vive nel monastero di S. Maria del Monte Carmelo a Concenedo di Barzio (Lecco). Tra le opere di Cristiana Dobner: In un oceano di pace. Elia di San Clemente, Ocd; Il libro dai sette sigilli. Edith Stein: Torah e vangelo, Monti, 2001; I custodi dell'incanto, Libreria Editrice Vaticana, 2002; La dimora trasversale nel Castello interiore di Teresa di Gesu', Ass. Ex Alunni Collegio Balleri, 2002; Il segreto di un archivio. Teresa di Gesu' e il nonno marrano, Ocd, 2003; Rapida come volo di colomba. La simbolica in S. Teresa di Gesu' Bambino, Ocd, 2003; Tu sei nostra. Viandanti ebrei, cristiani e musulmani attraversano i secoli, Ocd, 2004; L'unico ovile. Maria Elisabetta Hesselblad, San Paolo Edizioni, 2004; La rugiada di Dio. Marjam di Gesu' Crocifisso, Ocd, 2004; Chi abita in me? L'esperienza di Elisabetta della Trinita', Ocd, 2005; Luce carmelitana dalla radice santa, Libreria Editrice Vaticana, 2005; Dalla penombra toccata dall'allegria. Maria Zambrano. La donna filosofo, Ocd, 2005; Fare Teresa fare Diotima? Donne pensanti pratiche: XVI e XXI secolo, Ocd, 2006] Undici quaderni dalla grafia minuta, veloce, quasi indecifrabile narrano la storia di una ragazza ebrea di Amsterdam nel 1941: la vita di ogni giorno, le letture, gli amori, la guerra. Ma le pagine del diario di Etty Hillesum sono molto di piu': sono la testimonianza di una straordinaria ricerca spirituale, capace di elaborare una "sconcertante" risposta al male. Pagine mistiche, in uscita in questi giorni per Ancora (Etty Hillesum, Pagine mistiche, Ancora, 2007, euro 17, cura e traduzione di Cristiana Dobner), raccoglie testi inediti, tratti dai diari e dalle lettere di Etty Hillesum: testi in precedenza pubblicati, sempre parzialmente, dall'editore Adelphi. Curato da suor Cristiana Dobner, traduttrice e saggista, il volume restituisce un profilo nuovo e approfondito dell'intensa spiritualita' della "ragazza che non riusciva a inginocchiarsi". Etty e' una giovane intellettuale, appartenente a una famiglia dell'alta borghesia ebraica: si laurea in giurisprudenza e si iscrive poi alla facolta' di lingue: legge Jung, Rilke, Dostoevskij. Quando la domenica del 9 marzo 1941 inizia a scrivere il Diario, la guerra e l'invasione nazista dell'Olanda sembrano essere lo sfondo lontano di un dialogo serrato e profondo volto alla scoperta del proprio se'. Etty ha da poco fatto l'incontro che le cambiera' la vita: a una serata musicale ha conosciuto Julius Spier, ex-allievo di Jung e fondatore della psicochirologia, lo studio e la classificazione delle linee della mano. Spier, anchíegli ebreo, e' una personalita' singolare e carismatica: emigrato da Berlino dove e' stato direttore di banca, ha fatto della propria vocazione per la lettura della mano una professione a tempo pieno. Etty, in preda a uno sfibrante malessere fisico, riflesso di profonde inquietudini interiori, diviene dapprima sua paziente, poi segretaria e amante. Spier le fa leggere l'Antico e il Nuovo Testamento, non esitando a porre immediatamente il suo disagio psicologico su una dimensione spirituale. Da questo momento, le pagine del diario, di colei che fino a quel momento si definiva "la ragazza che non riusciva a inginocchiarsi", divengono sempre piu' un dialogo esclusivo con Dio, un'unica personalissima preghiera. "Mi sento come un piccolo campo di battaglia su cui si combattono i grandi problemi del nostro tempo - scrive Etty - Dobbiamo aprire il nostro spazio interiore senza sfuggire e fare si' che quei problemi trovino ospitalita' in noi e in noi combattano e si plachino". Il sofferto lavorio interiore di Etty Hillesum approda a una fede talmente forte, da voler accogliere su di se' il male del mondo. Nonostante l'efferatezza dei tempi, la vita per Etty rimane un'esperienza talmente "ricca e piena di senso" da poter offrire il proprio sostegno a Dio: "Tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all'ultimo la tua casa in noi". La battaglia di Etty non si combatte su un piano storico, ma spirituale: il male e' dentro ognuno di noi e solo riconoscendo questo, solo disseppellendo "da pietre e sabbia" quel Dio che riposa dentro ognuno di noi, e' possibile testimoniare anche nell'orrore piu' nero un raggio di luce, il senso di una vera umanita'. Ed e' proprio questa consapevolezza che le fa maturare la decisione drammatica di unirsi al suo popolo: lei che potrebbe salvarsi, sceglie volontariamente la deportazione. Etty segue coscentemente la sua famiglia nel campo di smistamento di Westerbork, in Olanda, dove ogni giorno si vive nel terrore della deportazione finale ad Auschwitz. Proprio nel momento in cui l'ombra nera della morte raggela e distrugge, Etty, che si definisce "il cuore pulsante della baracca", presta soccorso, porta conforto nel campo: chi e' sopravvissuto la ricorda come una presenza luminosa. Il 7 settembre 1943 Etty, suo padre, sua madre e il fratello Micha vengono caricati sul treno dei deportati. Da un finestrino Etty getta una cartolina, poi raccolta e spedita dai contadini; cartolina le cui poche parole condensano il suo straordinario testamento spirituale: "Abbiamo lasciato il campo cantando". 7. LIBRI. TULLIA FABIANI PRESENTA "UN'ESTREMA COMPASSIONE" DI NADIA NERI [Dal sito www.railibro.rai.it riprendiamo la seguente recensione ii' apparsa col titolo " Un'estrema compassione" e il sommario " Nadia Neri, psicologa analista, ha voluto ricostruire il percorso umano di Etty Hillesum, scavando nelle sue riflessioni, nei suoi appunti, nei testi inediti e in quelli resi noti al pubblico per parlare di una donna che ha conosciuto il dolore, la depressione ma anche il piacere della vita, la fiducia e la speranza in Dio". Tullia Fabiani, laureata in storia, e' giornalista e scrittrice, collabora con varie testate quotidiane e periodiche e con diversi siti web. Nadia Neri e' psicologa analista, membro didatta dell'Associazione Italiana e Internazionale di Psicologia Analitica, vive e lavora a Roma; ha esplorato in articoli e saggi alcuni aspetti della dimensione psichica femminile; ha pubblicato, tra l'altro, numerosi studi su Etty Hillesum (il primo, del 1988, e' tradotto in olandese). Opere di Nadia Neri: Oltre l'Ombra. Donne intorno a Jung, Borla, Roma 1995; Un'estrema compassione: Etty Hillesum testimone e vittima del Lager, Bruno Mondadori, Milano 1999; (a cura di), L'odio. Irreparabile?, "Quaderni di Psicoterapia Infantile" - Borla, Roma 2007] L'esperienza. La ricerca, una sete inestinguibile di conoscenza che e', all'origine e alla fine, conoscenza di se'. Vita interiore e presenza nel mondo. Spirito e carne. Acque profonde, dove Etty Hillesum si e' immersa, dove ha navigato cercando sempre una rotta, mai precostituita, e dove il suo viaggio, benche' breve, si e' rivelato come complessa emblematica testimonianza. "L'esistenza di Etty Hillesum e' stata piena di paradossi: ha avuto un'intensa vita di amori con gli uomini e un'altrettanto intensa vita spirituale; ha ricevuto un'educazione profondamente laica, e nonostante cio' ha dovuto testimoniare fino in fondo il suo essere ebrea a causa delle persecuzioni; ha predicato l'amore additando il dovere di estirpare il male dentro di noi come alternativa all'odio nei confronti del nemico". Scrive cosi' di questa giovane ebrea olandese, Nadia Neri, una psicologa analista che ha voluto ricostruire il percorso umano della Hillesum (Nadia Neri, Un'estrema compassione. Etty Hillesum testimone e vittima del Lager, Bruno Mondadori, 1999, pp. 170, euro 9,30), scavando nelle sue riflessioni, negli appunti, nei testi inediti e in quelli resi noti al pubblico (come i Diari e le Lettere). Da tale lavoro di indagine l'autrice ha scelto soprattutto alcuni elementi particolarmente significanti per raccontare chi e' stata Etty: le sue angosce, lo stato depressivo che l'ha spinta a chiedere un aiuto psicologico, il confronto con il metodo di Carl Gustav Jung, la conoscenza profonda del dolore; ma altrettanto il piacere della vita, la contemplazione della bellezza, la fiducia e la speranza, la sua esperienza di Dio. Nella storia della Hillesum entra il pensiero junghiano e la sua attenzione alla "realta' dell'anima" e all'ascolto di "cio' che c'e' dentro di te", un indirizzo all'introspezione che sara' seguito e approfondito dalla protagonista, quale "contributo che l'essere umano puo' dare per migliorare il mondo". Entra il rapporto con Julius Spier, berlinese di nascita, psicoterapeuta e psicochirologo, amante e guida di Etty: "l'uomo che piu' di altri ha avuto influenza su di lei", con il quale ha affrontato le persecuzioni naziste e che "a lei ha offerto e da lei ha ricevuto aiuto". Entrano poi la passione per la lettura, per la scrittura e il confronto empatico con gli autori prediletti: Rainer Maria Rilke, in assoluto. Accanto a lui, i russi Tolstoj, Dostoevskij, Cechov (non va dimenticato che dopo la laurea in giurisprudenza Etty studia lingue slave, in particolare lingua e letteratura russa), e poi forte intimita' c'e' con i testi di S. Agostino, gli scritti degli evangelisti. E su tutto la Bibbia. Dalla varieta' delle pagine la giovane attinge parole; scruta e sceglie consonanze: quanto pronuncerebbero le sue labbra, quello che e' eco del suo cuore. La Hillesum fa della trascrizione un metodo creativo: ansia e irrequietezza accompagnano le sue aspirazioni letterarie; vorrebbe scrivere, narrare storie, commentare accadimenti, "diventare il cronista di tanti fatti di questo tempo", annota nei Diari (1941-1943). Ma il suo desiderio stride con la percezione delle proprie difficolta' d'espressione, con la incapacita' di trovare la voce giusta, di riconoscere potere al lessico mentre la realta' tremenda dello sterminio in corso conosce grida e silenzio. Nella storia di Etty, che trovera' la morte a 29 anni, fanno irruzione infatti Westerbork e Auschwitz, i lager nazisti dove lei, i suoi genitori e i suoi fratelli, vennero deportati e uccisi. Il tempo, la comprensione appaiono alterati; contrazioni e dilatazioni distorcono qualunque lettura, cosi' pure lo strazio fisico e psichico, le condizioni disumane sperimentate. "Qui si potrebbero scrivere della favole. Sembra strano - scrive nelle Lettere - ma se si volesse dare un'idea della vita a Westerbork, quella sarebbe la forma migliore. La miseria che c'e' qui ha passato a tal punto i limiti della realta' da diventare irreale". Il motto rilkiano preferito dalla Hillesum si manifesta appieno: "Pazienza e' tutto". E' comprendere, profeticamente, che "solo una grande distanza temporale rendera' psichicamente possibile la descrizione della vita di un campo in tutte le sue drammatiche sfaccettature"; e' liberta' di indignazione, di ribellione, senza alcun margine per l'odio; e' adesione totale e lucida a un disegno, per quanto assurdo, per quanto tragico. Puo' sembrare inquietante e un po' fallimentare questo radicale atteggiamento della Hillesum, eppure come sostiene l'autrice, rispondendo al perche' Etty non volle salvarsi (come provarono a fare molti suoi amici), non si e' trattato ne' di masochismo, ne' di passivita'. Nessuna rassegnazione o "mancanza di volonta'", ma al contrario una chiara volonta': seguire la sorte del suo popolo, condividere un destino, trasmettere agli altri forza, dare sostegno. Una visione incardinata a un messaggio d'amore universale. A lei, ebrea, non interessa se cio' in cui crede porta la firma del cristianesimo, non ha paura di una vicinanza, ne' e' coinvolta dalle dispute tra chiese e tra schieramenti religiosi. Quello che le sta a cuore e' la "compassione" nei confronti degli esseri umani, "quel sentimento interiore d'amore per gli uomini che chiede di essere realizzato". Su tale intero percorso matura il colloquio con Dio; un avvicinamento foriero di desideri, gratitudine, responsabilita': cresce in lei il bisogno di aprirsi agli altri, "cerco di disseppellirti dal loro cuore, mio Dio", scrive nel Diario. Esprime riconoscenza per la vita vissuta, che "nonostante tutto e' bella", ma soprattutto rivoluzionando l'immagine di onnipotenza divina, attribuisce all'uomo il compito di "aiutare Dio". Nei tempi angosciosi, quando il dolore degli uomini e' insopportabile, quando il senso e' perduto Etty pensa che allora in particolare c'e' bisogno di aiuto. Rivolgendosi a Dio, scrive: "Cerchero' di aiutarti affinche' tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso promettere nulla. Una cosa pero' diventa sempre piu' evidente per me, e cioe' che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. Io non chiamo in causa la tua responsabilita', piu' tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi". Ricerca e introspezione hanno trasceso ogni livello psicologico. Hanno attraversato la storia. Sono approdate ai luoghi dello spirito e da li' Etty Hillesum dice che "tutto avviene secondo un ritmo piu' profondo" e che ascoltarlo "e' la cosa piu' importante che si puo' imparare in questa vita". 8. RIVISTE. "LEGGENDARIA" N. 62 [Dalla redazione di "Leggendaria" (per contatti: leggendaria at supereva.it) riceviamo e diffondiamo] E' in libreria dal 22 maggio 2007 il n. 62 di "Leggendaria", sul tema "Fare libri, un mestiere di cura", a cura di Simona Bonsignori e Anna Maria Crispino, 68 pagine, 8,50 euro. Il "Tema" del n. 62 di "Leggendaria", curato da Simona Bonsignori e Anna Maria Crispino, e' dedicato alla Fabbrica del Libro: un'ampia inchiesta da' la parola a editori e librai, che i libri li fanno e li vendono; alle "Signore dell'editoria", protagoniste di un mestiere sempre piu' femminilizzato; a chi di libri parla, nei quotidiani, in radio e tv. E si interroga sui lettori: perche' si legge? Che uso facciamo dei libri? Che rapporto ha il libro con gli altri media? E ancora, e' proprio vero che il libro e' "una merce non merce" e che per fare l'editore c'e' bisogno di un di piu', non misurabile, di passione per l'oggetto, di relazioni che vanno al di la del "lavoro"? Lo "Speciale", Scrivere la vita, riporta un dialogo tra Nadia Fusini e Liliana Rampello, biografe di Virginia Woolf: un inusuale esercizio di critica a doppia voce, la messa in scena della relazione tra due appassionate lettrici. In "A/margine" due interessanti esperienze di/con donne straniere residenti in Italia e una riflessione sull'iniziativa del Grinzane Cavour dedicata all'Africa. Nelle altre sezioni della rivista, un'intervista alle Madres de Plaza de Mayo argentine nel trentesimo anniversario della loro fondazione, un "primo piano" sul rapporto tra cronaca e fiction, recensioni sui libri di Michela Pereira, Patrizia Guarnieri, Marisa Bulgheroni, Anna D'Elia, Lidia Curti, Pier Vincenzo Mengaldo, Franco Prattico, Chiara Ingrao, Masa Gessen, Piera Mattei, Giulia Alberico, Cetta Petrollo, Anna Maria Riviello, Ida Travi e altro. E naturalmente, come di consueto, le rubrica Under 15, Ultimi Arrivi, le News e gli Abstracts in inglese da consultare sul sito. Per informazioni e contatti: "Leggendaria", redazione: via Giulio Galli 71, 00123 Roma, tel. 0630999392, e-mail: leggendaria at supereva.it, sito: www.leggendaria.it 9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 10. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 97 del 22 maggio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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