Minime. 69



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 69 del 24 aprile 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Oggi
2. Anna Bravo: La Resistenza nonviolenta
3. La newsletter "Franz Jaegerstaetter Italia" di aprile 2007
4. Federico Caffe': La guerra non paga dividendi (1983)
5. L'assemblea annuale del Gavci
6. Il 26 aprile a Roma
7. Una svolta nella guerra al terrorismo
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. OGGI

Tante cose buone e giuste si dicono e si fanno oggi in Italia. E un crimine
orrendo: la guerra afgana.
Tacere sulla partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e
stragista in Afghanistan e' la piu' infame delle complicita' con il
terrorismo planetario.
Permettere che in violazione del diritto internazionale e della Costituzione
della Repubblica il nostro paese partecipi alla guerra terrorista e
stragista in Afghanistan e' un crimine irredimibile.
*
Non dagli assassini che siedono nei palazzi ci attendiamo alcunche' di
buono. Non dagli araldi del disordine costituito che ogni giorno vomitano
menzogne dalle pagine aulenti di petrolio dei giornali, dalle spettrali luci
dei televisori narcotici. Non dai tanti che vivacchiano delle prebende che i
potenti distribuiscono, misere briciole della colossale rapina efficienti
tuttavia a rendere complici e servi per sempre.
Ma dalle tante persone di volonta' buona che alla guerra totalitaria, al
terrorismo di regime, arrese non si sono, ebbene, un gesto di verita', di
rispetto per la vita, di rispetto di se stessi, ci sembra doveroso
attenderlo, e chiederlo quindi, invocarlo, esigerlo.
Chi non si oppone alla guerra si fa complice delle stragi.
Chi non resiste ha ceduto.
Non vi e' altra via alla pace che la pace.
La sicurezza comune comincia con la tua scelta di contrastare tutte le
uccisioni.
*
Che in Italia oggi il partito della guerra occupi totalitariamente il
parlamento, e' un fatto.
Che tutti gli ultimi governi abbiano infranto l'articolo 11 della
Costituzione cui pure avevano giurato fedelta', e' un fatto.
Che la politica internazionale italiana sia flagrantemente oscenamente
complice del terrorismo degli stati e di quello delle milizie che da esso
trae alimento, e' un fatto.
Atroci fatti, e ineludibili verita'.
*
Che occorra resistere alla guerra, al terrorismo, al fascismo, alle
uccisioni, alla violenza che tutto annienta, e' un dovere.
Che occorra scegliere di salvare le vite anziche' sopprimerle, e' un dovere.
Che alla dittatura degli assassini occorra opporsi con tutte le proprie
forze, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, e' un
dovere.
Oggi come allora all'inumano occorre opporsi.
*
La Resistenza oggi si chiama scelta della nonviolenza. La nonviolenza che e'
l'opposizione la piu' nitida e la piu' intransigente alla guerra e alle
uccisioni.
Battiamoci dunque qui e adesso per imporre la cessazione della
partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista.
Battiamoci dunque qui e adesso per una politica internazionale fondata sulla
solidarieta' e la cooperazione tra le persone e tra i popoli nel rispetto
dei diritti umani di tutti gli esseri umani, sul rispetto e nella cura per
l'unico mondo che abbiamo, sulla scelta del disarmo, della
smilitarizzazione, della costruzione della sicurezza comune attraverso
scelte di giustizia e reciproco e universale riconoscimento di umanita':
liberte', egalite', fraternite'.
La nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

2. MEMORIA. ANNA BRAVO: LA RESISTENZA NONVIOLENTA
[Nuovamente riproponiamo il seguente saggio di Anna Bravo (che nuovamente
ringraziamo per avercelo messo a disposizione) originariamente pubblicato
sul quotidiano "La Repubblica" del 26 aprile 2005.
Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha
insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e
genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non
omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni
nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha
diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione
nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle
storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza
in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni
culturali. Opere di Anna Bravo:  (con Daniele Jalla), La vita offesa,
Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza,
Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di
memoria della deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna
Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza,
Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal
Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria.
Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita
Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne
nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il
Mulino, Bologna 2003]

Al tempo della seconda guerra mondiale, in Europa  e negli Stati Uniti
circolava l'espressione "sdraiarsi come un danese"
La Danimarca non si era opposta con le armi all'occupazione nazista, il
governo socialdemocratico, pur protestando contro la violazione della
neutralita', era rimasto in carica, aveva consentito alla messa fuori legge
dei comunisti, si lasciava usare come "vetrina democratica" del III Reich,
collaborava mantenendo relazioni economiche con la Germania. Dunque la
Danimarca si era "sdraiata", allo stesso modo di una donna che si sottometta
all'assalto maschile - i discorsi politici ricorrono spesso a metafore
sessuali.
Strana collaborazione, pero', lontanissima dallo zelo della Francia di
Vichy.
Visto che la Germania ha sottoscritto un memorandum in cui si impegna a non
ingerirsi negli affari interni danesi, il governo sceglie di prenderlo alla
lettera, muovendosi sul filo del rasoio con la tattica del "come se": come
se la Germania intendesse davvero rispettare i patti, come se la minuscola
Danimarca potesse negoziare da pari a pari. A volte ci riesce.
Nell'ottobre 1942, Hitler deve rinunciare a far introdurre nel paese leggi
antiebraiche, perche' il governo minaccia di dimettersi, dichiarando che
qualsiasi attacco agli ebrei danesi equivale a un attacco alla Costituzione,
in cui e' garantita l'uguaglianza di tutti i cittadini. Intanto, non solo a
a Copenaghen, molti e molte smettono repentinamente di parlare e di capire
la lingua tedesca, e il rifiuto dell'antiebraismo e' cosi' diffuso e palese
che fra i gerarchi nazisti nascono divergenze su come gestire la situazione.
Nell'agosto '43, di fronte alla pretesa tedesca di schiacciare con la legge
marziale una ondata di scioperi, il governo si autoscioglie, dando una
enorme legittimazione alla pressoche' neonata resistenza.
Poco dopo, a cavallo fra settembre e ottobre, la storia piu' ammirevole.
Quando gli occupanti cominciano ad arrestare in prima persona gli ebrei e
progettano la loro deportazione in massa, ecco che la popolazione - si puo'
davvero dire "la popolazione" - si organizza. Il rabbino della sinagoga di
Copenaghen comunica ai fedeli la minaccia; la resistenza, i partiti, le
Chiese, la diffondono con i loro canali. I cittadini attivano tutto il loro
tessuto associativo, nascondono i ricercati, raccolgono denaro per affittare
un numero di barche suffficiente a caricare in poche riprese migliaia di
persone, li accompagnano nottetempo ai luoghi di imbarco, mentre lungo
strade e sentieri di campagna vigilano i membri della resistenza; infine li
traghettano nella sicura  Svezia. Hanno collaborato almeno quaranta
associazioni di vario tipo, organi amministrativi, la polizia, la guardia
costiera - per questo alcuni poliziotti finiranno in Lager. Grazie al popolo
"sdraiato", piu' del 90% dei 7.695 ebrei danesi passa dalla parte dei
salvati. Esempio unico, che alcuni autori hanno cercato invano di
relativizzare, e che, ha scritto Hannah Arendt, dovrebbe essere proposto
agli studenti di scienze politiche, perche' capiscano a quali risultati puo'
arrivare una lotta nonviolenta, sorretta da un buon livello della coesione
sociale e del riconoscimento popolare nelle istituzioni.
*
Prima ancora che nasca una resistenza armata, pratiche conflittuali inermi
si sviluppano in tutta Europa: si va dalla non cooperazione agli scioperi,
dalle proteste pubbliche per la penuria di viveri, alla protezione dei piu'
vulnerabili, alla resistenza alle razzie di lavoratori da gettare nelle
fabbriche del III Reich.
In Polonia, si crea una rete di scuole clandestine contro il disegno nazista
di ridurre quel popolo alla condizione servile.
Soprattutto nei paesi del nord, insegnanti, magistrati, medici, sportivi,
spesso appoggiati dalle Chiese, rifiutano di iscriversi ad associazioni di
mestiere nazificate; in Norvegia non ci sara' piu' alcuna gara fino alla
conclusione della guerra - il che contribuisce a aprire gli occhi a molti
giovani.
Ovunque durissimo, il braccio di ferro porta ad arresti e deportazioni, ma
le istituzioni collaborazioniste sono completamente svuotate, la parvenza di
normalizzazione cui aspirano gli occupanti resta un miraggio.
Pochissime, almeno fino agli anni novanta,  le ricerche che mettono  a tema
il carattere disarmato di queste lotte, e dovute quasi esclusivamente a
studiosi dell'area nonviolenta, fra cui lo storico francese Jacques Semelin.
Elaborando alla fine degli anni Ottanta il concetto di resistenza civile,
Semelin da' a queste pratiche eterogenee un solido statuto teorico, e ne
chiarisce la specificita': assenza delle armi e metodi in genere
nonviolenti, i cittadini come protagonisti principali, autonomia degli
obiettivi, diretti a contrastare lo sfruttamento e il  dominio nazista sulla
societa'. Altra cosa, e piu' complessa, del ruolo di appoggio e supporto
alla resistenza armata, che pure conta ed e' prezioso.
*
Ancora oggi, nell'opinione comune e nella ritualita' ufficiale, e' solo
quest'ultimo aspetto a essere ricordato. Cosi' anche in Italia.
Sull'onda dell'attenzione di Carlo Azeglio Ciampi per il rapporto fra
identita' nazionale e resistenza, le celebrazioni del 25 aprile si sono
aperte da tempo all'esperienza dei civili, presentati come attori solidali e
sofferenti, pero' calati e confusi in una massa indistinta, gregaria alla
lotta in armi. Diversamente che nel dibattito storiografico, quasi mai si
parla della resistenza disarmata come di una realta' autonoma.
Eppure anche da noi e' esistita, ed ha avuto il suo momento unico, iniziato
e cresciuto nei giorni dopo l'8 settembre, quando alla notizia
dell'armistizio con gli alleati l'esercito si dissolve, e decine di migliaia
di militari si sbandano sul territorio nazionale, braccati da tedeschi e
fascisti. Sulle strade - scrive Meneghello ne I piccoli maestri - si
vedevano "file praticamente continue di gente, tutti abbastanza giovani, dai
venti ai trentacinque, molti in divisa fuori ordinanza, molti in borghese,
con capi spaiati, bluse da donna, sandali, scarpe da calcio... Pareva che
tutta la gioventu' italiana di sesso maschile si fosse messa in strada, una
specie di grande pellegrinaggio di giovanotti, quasi in maschera, come
quelli che vanno alla visita di leva".
Dietro quei capi sottratti ad armadi gia' sguarniti, indossati in case
cautamente ospitali o in luoghi appartati, si nasconde una iniziativa di
massa del tutto indipendente da direttive politiche, e carica di rischi -
presa in ostaggio, deportazione, fucilazione. E' la piu' grande azione di
salvataggio della nostra storia, e una testimonianza che fra popolazione e
nazisti/fascisti si e' aperto un contenzioso su aspetti cruciali
dell'esistenza collettiva e della legittimita' pubblica, come i criteri di
innocenza e colpevolezza. E' politica, che altro?
Solo che a agire sono per lo piu' donne, e donne odiosamente definite
"umili", donne ritenute incompatibili con la sfera pubblica, che operano
individualmente o ricorrendo a reti di relazione parentali, di comunita', di
vicinato - strutture basilari della coesione sociale, pero' invisibili alle
categorie dell'analisi politica.
In quegli anni si incontrano storie belle e importanti, che andrebbero
raccontate in ogni occasione, pervicamente. Che aiuterebbero a ripensare il
tema della responsabilita' personale nella guerra e nella resistenza.
E' vero che la lotta armata chiede corpi giovani e sani, che non tutti
possono sparare, vivere in clandestinita', reggere grandi fatiche; ma il
quadro cambia se si pensa a una resistenza diversa, praticabile in molti
piu' luoghi e forme, accessibile a molti piu' soggetti, dalla madre di
famiglia al prete al nonviolento, a chi ha un'eta' anziana o e' fisicamente
debole. "Fai come me" e' un invito che il resistente civile puo' estendere
ben al di la' di quanto possa fare il partigiano in armi, e che mina alle
radici una infinita' di autoassoluzioni.
*
Quelle storie aiuterebbero anche a smontare lo stereotipo della nonviolenza
come utopia per anime belle. Niente affatto. Nel '43, poteva apparire del
tutto irrealistico tentare un salvataggio degli ebrei con mezzi nonviolenti,
in un paese sotto legge marziale direttamente controllato dai nazisti.
Guardando all'oggi, nessuno aveva previsto le rivoluzioni incruente all'est,
e c'e' chi diffida dei militanti di Otpor, l'organizzazione serba per la
resistenza civile contro Milosevic, che girano l'Europa per insegnare le
tecniche non armate, ma che devono pur avere altri fini! - la nonviolenza da
sola non varrebbe la pena. Non era utopica neppure la lunga resistenza
civile della popolazione kosovara; e' stata ottusa la comunita'
internazionale a non sostenere decisamente Rugova, una scelta che nel tempo
ha minato la fiducia nella strategia nonviolenta dando spazio all'Uck.
*
La seconda guerra mondiale ha ancora molto da dire, a cominciare da quel che
si intende per contributo di un paese o di un gruppo alla lotta antinazista
(e a qualsiasi lotta). Oggi lo si valuta ancora in termini di morti in
combattimento; sarebbe giusto, tanto piu' in tempi di guerre contro i
civili, misurarlo anche sulla quantita' di energie, di beni, soprattutto di
vite strappate al nemico; sul sangue risparmiato non meno che sul sangue
versato.

3. MATERIALI. LA NEWSLETTER "FRANZ JAEGERSTAETTER ITALIA" DI APRILE 2007
[Dagli amici dell'associazione "Franz Jaegerstaetter Italia" (per contatti:
franzitalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo pressoche' integralmente la
newsletter di aprile 2007.
Franz Jaegerstaetter, contadino cattolico, condannato a morte ed ucciso il 9
agosto 1943 per essersi rifiutato di prestare servizio militare
nell'esercito nazista. Scritti di Franz Jaegerstaetter: Scrivo con le mani
legate. Lettere dal carcere e altri scritti, Edizioni Berti, Piacenza 2005.
Opere su Franz Jaegerstaetter: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e
morte di Franz Jaegerstaetter, Gribaudi, Torino 1968, poi: Franz
Jaegerstaetter, il testimone solitario, Editoria Universitaria, Venezia
2002; Erna Putz, Franz Jaegerstaetter. Un contadino contro Hitler, Berti
Piacenza, 2000; segnaliamo anche l'articolo di Enrico Peyretti riprodotto
sul n. 637 de "La nonviolenza e' in cammino", articolo che segnalava anche i
seguenti materiali: Alfons Riedl, Josef Schwabeneder (Hg), Franz
Jaegerstaetter - Christlicher Glaube und politisches Gewissen [Fede
cristiana e coscienza politica], Verlag Taur, 1997; videocassetta Franz
Jaegerstaetter: un contadino contro Hitler, (27 minuti, in vhs) prodotta
dall'Associazione Franz Jaegerstaetter, via Endrici 27, 38100 Trento (tel.
0461233777, oppure 810441); il capitolo "Un nemico dello Stato" (pp. 76-86),
in Thomas Merton, Fede e violenza, prefazione di Ernesto Balducci,
Morcelliana, Brescia 1965; una nota di Paolo Giuntella in "Adista", n. 11,
13 febbraio 1993, pp. 9-10]

2007: centenario della nascita di Franz Jaegerstaetter
Il 20 maggio prossimo ricorre il centenario della nascita di Franz
Jaegerstaetter. E' nato, infatti, il 20 maggio 1907, figlio illegittimo di
Rosalia Huber, allora ventiduenne, e Franz Bachmeier di Tarsdorf. Sono
previste celebrazioni a St. Radegund, di cui daremo notizia appena
possibile. Sono in preparazione iniziative anche in Italia.
*
In ristampa il volume Scrivo con le mani legate
Dopo una fase di difficolta' nel reperimento del volume, l'editore ha deciso
la ristampa del volume, che ora e' di nuovo disponibile. Chi non riuscisse
comunque a trovarlo in libreria, faccia una segnalazione a
franzitalia at gmail.com e gli sara' inviato per posta.
*
La virtu' nascosta. Eroi sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945.
Mostra fotografica
Mostra fotografica che intende ricordare i non moltissimi austriaci che
trovarono il coraggio di opporsi alla barbarie, vale a dire i protagonisti
della resistenza al nazismo in Austria.
La mostra, realizzata dall'Associazione Biblioteca Austriaca di Udine, e'
stata resa possibile grazie alla collaborazione del Dokumentationsarchiv des
Oesterreichischen Widerstands) di Vienna, che ha messo a disposizione le
foto del suo ricco archivio.
E' stata esposta fino ad ora nei seguenti luoghi: Universita' di Udine
(gennaio-febbraio 2002), Forum austriaco di cultura di Milano (aprile-maggio
2002), Biblioteca Isontina di Gorizia (ottobre-novembre 2002), Sottoportico
della Basilica Palladiana di Vicenza (gennaio 2003), Risiera di S. Sabba di
Trieste (febbraio-marzo 2003), Liceo Ariosto di Ferrara (aprile 2003),
Municipio di Fagagna (Udine) (gennaio-febbraio 2004), Galleria d'arte
moderna "Enrico De Cillia" di Treppo Carnico (Udine) (novembre 2004),
Palazzo Frisacco di Tolmezzo (Udine) (aprile 2005), Gedenkstaette Deutscher
Widerstand, Berlino (marzo-giugno 2006).
La mostra viene presentata anche a Trento, presso la Biblioteca comunale di
via Roma 55, in collaborazione con Franz Jaegerstaetter Italia, dal 17
aprile al 5 maggio 2007, con orario di apertura da lunedi' a venerdi':
8,30-20,30; sabato: 8,30-18,30.
Nell'ambito della mostra sono previsti due incontri di approfondimento: il
17 aprile, con l'inaugurazione, intervento del prof. Gustavo Corni e di
Giampiero Girardi con la presentazione e la discussione del libro "Scrivo
con le mani legate"; il 24 aprile con due relazioni su "La Resistenza in
Austria e in Italia: un confronto", relatori Guenther Pallaver,
dell'Universita' di Innsbruck e Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo
Storico in Trento. Entrambe le iniziative si svolgono alle ore 17,30 nella
Sala degli affreschi in via Roma 55.
Per informazioni: Biblioteca comunale di Trento, Sezione biblioteca
austriaca, via Roma, 55, 38100 Trento, tel. 0461232171 - 0461275521; fax:
0461275552; e-mail/ info at bibcom.trento.it; sito: www.bibcom.trento.it
*
Le presentazioni di Scrivo con le mani legate
Di seguito si trova l'elenco delle presentazioni pubbliche del volume. Dove
esse sono state riservate a delle scuole, vengono indicate le classi
partecipanti.
Si e' trattato di incontri partecipati e vivaci, in cui gli intervenuti
hanno mostrato grande interesse verso la figura di Franz:
- giovedi' 10 novembre 2005, Roma, Libreria Ave
 venerdi' 27 gennaio 2006, Rimini, Sala degli archi
- venerdi' 27 gennaio 2006, Rimini, Liceo della comunicazione "Maestre pie"
- martedi' 7 febbraio 2006, Trento, Centro "S. Chiara"; Libreria Ancora,
Centro "B. Clesio"
- mercoledi' 8 febbraio 2006, Piacenza, Sala delle Colonne del Palazzo
Vescovile
- giovedi' 9 febbraio 2006, Piacenza, Istituto Statale di Istruzione
Industriale "Guglielmo Marconi - Leonardo da Vinci"
- giovedi' 9 febbraio 2006, Brescia, Sala "Mons. Bevilacqua"
- sabato 25 febbraio 2006, Stella di Renon (Bolzano), chiesa dove e' sepolto
Mayr Nusser
- venerdi' 21 aprile 2006, Verla di Giovo (Trento), Sala comunale di Verla
- martedi' 9 maggio 2006, Bologna, Aula di istologia
- venerdi' 26 maggio 2006, Napoli, Facolta' teologica dell'Italia
meridionale, Istituto di storia del cristianesimo
- sabato 27 maggio 2006, Caserta, Cappella del vescovado
- sabato 17 giugno 2006, Mondovi' (Cuneo), Salone comunale conferenze,
Biblioteca comunale
- martedi' 5 settembre 2006, Borgonovo (Piacenza), Sala comunale
- mercoledi' 11 ottobre 2006, Udine, Sala Aiace
- giovedi' 12 ottobre 2006, Udine, Liceo "Copernico"
- sabato 20 gennaio 2007, Cuneo, Liceo scientifico
- sabato 20 gennaio 2007, Cuneo, Centro incontri della Provincia, Scuola di
pace di Boves e Centro di formazione "Santos-Milani"
- sabato 3 febbraio 2007, Padova, Liceo "Tito Livio"
*
Le recensioni di Scrivo con le mani legate
Di seguito si trova l'elenco delle recensioni del volume, in ordine
alfabetico per testata. L'attenzione per la pubblicazione e' stata ampia e
diffusa su gran parte del territorio nazionale:
- Ansa, Agenzia di stampa, Roma 11 novembre 2005
- "Azione nonviolenta", mensile del Movimento nonviolento, Verona, marzo
2006 (articolo di Alberto Trevisan)
- "Brescia oggi", quotidiano, Brescia, 9 febbraio 2006 (articolo di Antonio
Sabatucci)
- "Citta' nuova", Movimento dei focolari, Roma, 10 maggio 2006 (articolo di
Oreste Palliotti)
- "Giornale di Brescia", quotidiano, Brescia, 09 febbraio 2006 (articolo di
Anselmo Palini)
- "Humanitas", Morcelliana, Brescia, maggio-giugno 2006 (articolo di Anselmo
Palini)
- "Il corriere del Trentino", quotidiano, Trento, 7 febbraio 2006 (articolo
di Alessandro de Bertolini)
- "Il Margine", rivista di cultura, Trento, marzo 2006 (articolo di Paul
Renner)
- "La civilta' cattolica", Compagnia di Gesu', Roma, 20 maggio 2006
(articolo di Piersandro Vanzan)
- "La Difesa del popolo", settimanale diocesano, Padova, 28 gennaio 2007
(articolo di Alberto Trevisan)
- "La voce del popolo", settimanale diocesano, Brescia, 13 gennaio 2006
(articolo di Anselmo Palini)
- "La voce del popolo", settimanale diocesano, Brescia, 3 febbraio 2006
(articolo di Anselmo Palini)
- "l'Adige", quotidiano, Trento, 7 febbraio 2006 (articolo di Alberto
Piccioni)
- "l'Adige", quotidiano, Trento, 10 febbraio 2006 (articolo di Alberto
Piccioni)
- "Noi genitori e figli", suppl. a "Avvenire", Milano, 18 dicembre 2005
(articolo di Pierangelo Giovanetti)
- "Osservatore romano" Santa Sede, Roma, 9 febbraio 2006 (articolo di
Giampaolo Mattei)
- "Scuola e didattica" La scuola, Brescia 15 gennaio 2005 (articolo di
Anselmo Palini)
- "Settimana", Dehoniani, Bologna, 5 marzo 2006 (articolo di Angelo Cavagna)
- "Trentino", quotidiano, Trento, 7 febbraio 2006 (articolo di Gianfranco
Piccoli)
- "Unione monregalese", settimanale diocesano, Mondovi', 9 novembre 2005
- "Universita' aperta", periodico, Imola, gennaio 2006 (articolo di Claudio
Cardelli)
- "Vita trentina", settimanale diocesano, Trento, 22 gennaio 2006
*
Materiale disponibile
Vhs: Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler. Vita e morte di un
uomo che ha agito secondo coscienza, durata 27 min., costo 10 euro.
Richiedere a: Caritas diocesana, via Endrici 27, 38100 Trento, tel.
0461261166; fax 0461266176; e-mail: caritas at arcidiocesi.trento.it
Dvd (novita'): Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler. Vita e
morte di un uomo che ha agito secondo coscienza, durata 27 min., costo 10
euro. Richiedere a: Caritas diocesana, via Endrici 27, 38100 Trento, tel.
0461261166; fax 0461266176; e-mail: caritas at arcidiocesi.trento.it
Volumi:
- Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti
dell'obiettore-contadino che si oppose ad Adolf Hitler, di Franz
Jaegerstaetter, a cura di Giampiero Girardi, traduzione di Lucia Togni,
edizioni Berti, Piacenza, 2005, XXXV + 231 pagine, 13 euro. Prefazione di
mons. Luigi Bettazzi, premessa di Erna Putz. Rintracciabile in libreria (a
Trento: Ancora, via S. Croce 35) oppure presso l'Editrice Berti, via Legnano
1, 29100 Piacenza, tel. 0523 321322; fax 0523 335866; email:
info at bertilibri.it
- Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler, di Erna Putz, edizione
italiana a cura di Giampiero Girardi, Berti, 2000, 252 pagine, 13 euro.
Rintracciabile in libreria (a Trento: Ancora, via S. Croce 35) oppure presso
l'Editrice Berti, via Legnano 1, 29100 Piacenza, tel. 0523321322; fax: 0523
335866; e-mail: info at bertilibri.it
- Franz Jaegerstaetter, il testimone solitario, di Gordon Zahn, Editoria
universitaria, Venezia, 2002, 200 pagine. Rintracciabile presso l'editore,
Albert Gardin, c. p. 570, 30100 Venezia, tel. 0415246242, e-mail:
euvenezia at libero.it, sito: www.editoriauniversitaria.com
- Non giuro a Hitler. La testimonianza di Josef Mayr-Nusser, di Francesco
Comina, prefazione di Albert Mayr, San Paolo, Alba, 2000, 116 pagine.
- Sophie Scholle e la Rosa Bianca, di Paolo Ghezzi, Morcelliana, Brescia,
2003, 230 pagine.
- La Rosa Bianca: un gruppo di resistenza al nazismo in nome della liberta',
di Paolo Ghezzi, Paoline, 1993, 307 pagine.
*
Chi desidera ricevere la newsletter "Franz Jaegerstaetter Italia" (o
segnalare indirizzi di persone interessate) la richieda a:
franzitalia at gmail.com
*
Per ulteriori informazioni e contatti: Giampiero Girardi, via del Forte
44/B, 38100 Martignano, tel. 0461829526 o 3474185755, e-mail:
gia.gira at gmail.com

4. MAESTRI. FEDERICO CAFFE': LA GUERRA NON PAGA DIVIDENDI (1983)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 aprile 2007 riprendiamo il seguente
articolo di Federico Caffe', li' riproposto con la seguente nota
introduttiva: "Un attento lettore, Silvestro Profico, ci ha segnalato un
articolo di Federico Caffe' per 'Il manifesto' sfuggito alla raccolta fatta
nel libro Scritti quotidiani, che e' in edicola con il giornale. Grazie al
suo gentile aiuto, dunque, completiamo l'opera con il seguente articolo,
pubblicato nel dossier sulla pace del 18 ottobre 1983, e intitolato: 'La
guerra non paga dividendi'. Caffe' fa riferimento alla missione italiana in
Libano, ma piu' in generale riflette su guerra ed economia".
Federico Caffe', nato a Pescara nel 1914, e' stato uno dei piu' illustri
economisti italiani del Novecento, dapprima presso la Banca d'Italia, poi
docente universitario a Messina, a Bologna ed infine e lungamente a Roma.
Come studioso e docente ha lasciato nei suoi interlocutori, colleghi ed
allievi un'impronta straordinaria, divenendo una figura quasi leggendaria
sia per la sua profonda umanita', sia per il suo rigore morale e
intellettuale, sia per il suo intenso ed incessante impegno scientifico,
pedagogico e civile. E' scomparso misteriosamente nell'aprile 1987. Opere di
Federico Caffe': tra le sue numerose opere scientifiche, didattiche e
d'intervento civile segnaliamo almeno: Vecchi e nuovi indirizzi nelle
indagini sull'economia del benessere, Tecnica Grafica, Roma 1953; Saggi
sulla moderna "economia del benessere", Torino 1956; Saggi critici di
economia, De Luca, Roma 1958; Politica economica, due volumi, Boringhieri,
Torino 1966 e 1970; Teorie e problemi di politica sociale, Laterza, Bari
1970; Un'economia in ritardo, Boringhieri, Torino 1976; Lezioni di politica
economica, Boringhieri, Torino 1978, nuova edizione 1990; L'economia
contemporanea, Edizioni Studium, Roma 1981; In difesa del welfare state,
Rosenberg & Sellier, Torino 1986; La solitudine del riformista, Bollati
Boringhieri, Torino 1990; Scritti quotidiani, Manifestolibri, Roma 2007.
Opere su Federico Caffe': si veda in primo luogo la biografia scritta da
Ermanno Rea, L'ultima lezione, Einaudi, Torino 1992. A Caffe' sono stati
dedicati vari volumi di saggi, lezioni, convegni (ad esempio cfr. Nicola
Acocella, Guido M. Rey, Mario Tiberi (a cura di), Saggi di politica
economica in onore di Federico Caffe', tre volumi, Franco Angeli, Milano
1990, 1992, 1999; AA. VV., Federico Caffe'. Realta' e critica del
capitalismo storico, Meridiana Libri e Donzelli, Catanzaro-Roma 1995; Bruno
Amoroso, La stanza rossa. Riflessioni scandinave di Federico Caffe',
Edizioni Citta' Aperta, Troina (Enna) 2004). Un consistente archivio di
materiali miscellanei di e su Federico Caffe' si trova presso Paolo Lupi (un
suo antico allievo che ne mantiene viva la memoria e la lezione), via della
stazione, 01013 Cura di Vetralla (Vt)]

Malgrado il grande rispetto dovuto allo sforzo intellettuale dei pensatori
che hanno visto nella guerra lo sbocco ineluttabile delle contraddizioni del
capitalismo e l'evento distruttivo in grado di dare nuovo alimento alla
domanda e rinnovato stimolo all'accumulazione, vi sono molti motivi per
ritenere che le trasformazioni intervenute nella sfera dei fatti e in quella
delle idee non consentano di considerare ancora valido questo indirizzo di
pensiero.
Non deve tacersi, tuttavia, che, mentre i cultori delle scienze maggiormente
in grado di pronunciarsi con competenza sulle probabili conseguenze
dell'olocausto nucleare non hanno esitato a denunciarne gli effetti
apocalittici, gli economisti sono ancora, in larga parte, legati a una
ricerca dell'efficienza anche rispetto alle spese per il riarmo, assumendo
come un dato estraneo alla loro competenza la decisione politica delle spese
stesse.
Non e' stato sempre cosi'. Il maggiore economista italiano dell'Ottocento,
Francesco Ferrara, ebbe a scrivere, una volta raggiunta l'unita' del nostro
paese e delineatesi le sue velleita' militariste, "una larghissima riduzione
dell'esercito attivo, un gagliardo rallentamento della troppo rapida
formazione della marina italiana sono condizione inesorabile a quello stato
di equilibrio senza del quale e' vana lusinga che un'era di prosperita'
cominci davvero per l'Italia" (discorso parlamentare del 1867). E si
trattava di un intransigente liberale.
Ora, malgrado il tempo trascorso e le profonde modificazioni economiche
verificatesi nel nostro paese, quando la realta' sociale si esamini senza
retorica, e' ben dubbio che la descrizione stupenda, da parte di Giovanni
Verga, dello stato d'animo dei Malavoglia per il loro Luca, lontano in mare
ove morira' a Lissa, non sia oggi riferibile all'affanno di famiglie cui
appartengano giovani reclute inviate nel Libano, per ambizioni di presenza
politica del tutto velleitarie.
In definitiva, si tratta di stabilire se il nostro paese "ritardatario"
debba proporsi a perseguire ideali amministrativi di bonifica ambientale, di
eliminazione del persistente sfasciume geologico, di elevazione del grado di
qualificazione professionale dei giovani in cerca di lavoro, di ricerca
impegnata di nuove possibilita' di impiego; o se intenda essere pedina di
altrui imperialismi, svolgendo inoltre questo ruolo di sovranita' limitata
con la ben nota "cupidigia del servilismo" di cui gia' altra volta gli e'
stato mosso addebito.
La ricerca della prosperita' nella fortissima riduzione delle armi, e non
nella loro moltiplicazione, non vale soltanto per il nostro paese, ma per il
mondo in generale. I 35 milioni di disoccupati nell'Ocse e gli 11 milioni
della Cee richiedono non demenziali appelli all'effetto magico del mercato,
ma uno sforzo organizzativo poderoso, mirante non all'opulenza o al
benessere, ma alla faticosa rimessa in moto di un meccanismo inceppato dai
troppi avventurieri della finanza, dell'accaparramento dell'altrui
risparmio, della speculazione valutaria destabilizzante. Gli antichi
mercanti di cannoni si sono istituzionalizzati e multinazionalizzati.
Marce, canti, slogans, pur con un loro significato di testimonianza,
costituirebbero uno sperpero di energie, se non si comprendesse che la
neutralizzazione delle trame dei falchi non puo' limitarsi a una
constatazione vocale, ma richiede un incessante impegno di lucida
intelligenza e di appassionata progettualita'.

5. INCONTRI. L'ASSEMBLEA ANNUALE DEL GAVCI
[Dagli amici del Gavci (per contatti: gavci at iperbole.bologna.it) riceviamo e
diffondiamo]

Mercoledi' 25 aprile 2007 presso la "Scuola Missionaria del S. Cuore", in
via del Commissario 42/1 a Padova si svolgera' l'assemblea annuale del
Gavci.
Ore 9,30: arrivi, saluti, sistemazione.
Ore 10: relazione del presidente padre Angelo Cavagna, anche a nome del
responsabile della sezione di Bologna Antonio Testoni e del segretario
politico Paolo Spunta; relazione finanziaria del tesoriere Antonio Testoni
(o del supplente tesoriere Martino Ottomaniello); relazione dei responsabili
di sezione di Modena, Eugenio Santi, e di Padova, Francesca Buscaglia.
Ore 11,30: intervallo.
Ore 12: celebrazione eucaristica.
Ore 13: pranzo sociale (ognuno porta qualcosa per se' e per gli altri). In
cucina si possono riscaldare cibi.
Ore 14: discussione-votazione della relazione del presidente;
discussione-votazione del bilancio; riflessione aperta su caratteristiche ed
aspetti generali della vita del Gavci; iscrizione soci o simpatizzanti e
raccolta delle disponibilita' a far parte del consiglio direttivo o a
prendere impegni particolari.
Ore 17: fine dei lavori.
*
Per informazioni e contatti: Gavci, via Scipione Dal Ferro 4, c/o Villaggio
del Fanciullo, 40138 Bologna, tel. e fax: 051341122, e-mail:
gavci at iperbole.bologna.it, sito: www.gavci.it

6. INCONTRI. IL 26 APRILE A ROMA
[Da Maria Palazzesi (per contatti: m.palaz at libero.it) riceviamo e
diffondiamo.
Maria Palazzesi e' responsabile per la cultura della Casa Internazionale
delle donne (www.casainternazionaledelledonne.org).
Federica Giardini e' docente di filosofia politica presso l'Universita' Roma
Tre. Tra le opere di Federica Giardini: Relazioni. Fenomenologia e pensiero
della differenza sessuale, Luca Sossella Editore, Roma 2004.
Simonetta Spinelli. Insegnante, ha lavorato politicamente per piu' di dieci
anni nel movimento femminista romano di via Pompeo Magno; ha collaborato dal
1986 al 1993 alla redazione di "Dwf" e tuttora partecipa alle attivita' del
Centro studi Dwf; negli anni '90 organizza con Liana Borghi "Lavori in
corso", seminario itinerante di studi lesbici; si e' occupata della politica
lesbica con il Gruppo Linguaggio e con il Coordinamento lesbiche romane del
Centro femminista separatista. Tra le opere di Smonetta Spinelli: (con L.
Borghi, G. Corsi, A. De Perini), "Italian Lesbians: Maps and Signs", in
Homosexuality, WhichHomosexuality, Amsterdam 1987; "Monique Wittig: Il corpo
lesbico", in (A. Ribero e F. Vigliani, a cura di), Cento titoli, Guida
ragionata del femminismo degli anni Settanta, Ferrara 1998; "L'espace du
desir: la reception de l'oeuvre de Wittig en Italie", in Parce que les
lesbiennes ne sont pas des femmes... Autour de l'oeuvre politique, theorique
et litteraire de Monique Wittig, Atti del Convegno del 16-17 giugno alla
Columbia University, Editions Gaies et lesbiennes, Paris 2002; "Passioni a
confronto: Mieli e le lesbiche femministe", in Mario Mieli, Elementi di
critica omosessuale, Feltrinelli, Milano 2002; "Le non-donne di Monique
Wittig", in Atti del I Convegno sulla Letteratura lesbica, Casa delle
Letterature, giugno 2002; "Monique Wittig: queer or not queer", in
"Towanda", n. 9, Milano 2003]

La Casa internazionale delle donne ha promosso un ciclo di incontri sul tema
"Singolari differenze. Differenze generi diversita': luoghi e spazi della
molteplicita'. Per un buon uso delle parole".
Un percorso di approfondimento e di studio articolato in piu' moduli
integrati e ispirati alla logica di lavoro di laboratorio, che permetta di
partire dall'esperienza e singolare e plurale per restarle fedele quale
luogo di  molteplicita' in continuo fare/farsi e disfare/disfarsi. Bello,
brutto, eccesso, mostruosita', singolare, plurale trovano nuovi spazi di
dislocazione, che nella politica femminista della differenza sessuale e
nella costruzione di una sessualita' a partire dall'esperienza dei corpi,
innanzitutto il proprio, hanno avuto origine. La distinzione tra corpo
biologico e corpo parlante ed il primato di quest'ultimo sul primo stanno
alla base di una rivoluzione di pensiero e di pratiche gia' rese operative,
disconoscere la quale non puo' che contribuire a produrre arretramenti
culturali e politici del vivere in comune.
*
Giovedi' 26 aprile 2007, ore 18,30, Casa internazionale delle donne, via
della Lungara 19, sala "Simonetta Tosi", Roma, incontro con Federica
Giardini: "Differenza sessuale in movimento".
*
Giovedi' 3 maggio, ore 18,30: Simonetta Spinelli, "Dalla politica delle
identita' ai soggetti in transito".
*
Per informazioni: Casa internazionale delle donne, via della Lungara 19,
Roma, tel. 0668193001 - 3476207940.

7. LE ULTIME COSE. UNA SVOLTA NELLA GUERRA AL TERRORISMO

Bush decise di costituirsi.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 69 del 24 aprile 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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