Minime. 14



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 14 del 28 febbraio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Appello delle donne di Vicenza contro il "Dal Molin" per un otto marzo di
pace
2. All'osteria
3. Renate Siebert: Tutti i nostri sforzi
4. Il primo marzo a Senigallia
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. APPELLI. APPELLO DELLE DONNE DI VICENZA CONTRO IL "DAL MOLIN" PER UN OTTO
MARZO DI PACE
[Ringraziamo Martina Vultaggio (per contatti: freak_blabla at yahoo.it) per
averci inviato il seguente appello delle donne vicentine.
Martina Vultaggio e' tra le animatrici del movimento che a Vicenza difende
il territorio, la pace e il futuro, e si oppone quindi alle servitu'
militari, al riarmo, alla guerra]

Noi donne vicentine per la tutela del territorio, per la pace e per il
futuro chiamiamo alla mobilitazione, in una giornata importante come l'otto
marzo, le donne che come noi stanno lottando.
Siamo per la tutela del territorio e la preservazione delle risorse e siamo
pronte a difendere la nostra terra anche con i nostri corpi, se necessario;
i nostri corpi sanno dare vita ma sanno anche essere determinati e mettersi
in gioco.
Siamo per la pace non come semplice "assenza di guerra" ma come condizione
sociale che ci permetta di vivere meglio, come cittadine e come donne; Se
c'e' pace c'e' piu' spazio per la tutela dei diritti dei soggetti sociali
piu' oppressi, a cui noi, purtroppo, sappiamo di appartenere; quando scoppia
una guerra le prime a risentirne sono donne e bambini, perche' la guerra ha
la capacita' di ribaltare i valori tradizionali di una societa' e ne mette
in crisi i ruoli.
Siamo per il futuro perche' vogliamo consegnare una citta' e un mondo
migliore ai nostri figli e alle generazioni future, ma anche a noi stesse;
vogliamo la liberta' di poterci riprendere il nostro tempo, di poter vivere
una citta' a misura d'uomo e di donna.
Noi donne vicentine siamo state protagoniste delle lotte in piazza che si
sono determinate nel nostro territorio e chiediamo a tutte le donne di
mobilitarsi nelle proprie citta', ognuna secondo le proprie forme e le
proprie caratteristiche, l'otto marzo.
Un pensiero va inoltre a tutte le donne vittime di guerra, dove la guerra
non e' solo quella che si combatte al fronte, ma e' quella che obbliga le
donne a migrare; a vendersi; che non ci da' la liberta' di poter girare
tranquillamente la notte da sole; che ci relega in ruoli lavorativi precari
e senza diritti; che fa avvenire le violenze dentro le mura domestiche.
Facciamo dell'otto marzo una giornata indimenticabile.
*
Le donne vicentine per la tutela del territorio, della pace e del futuro...
ovviamente contro il Dal Molin!

2. MINUZIE. ALL'OSTERIA

Dopo migliaia di anni di "Se vuoi la pace, prepara la guerra" (anzi,
romanamente: "si vis pacem, para bellum"), dopo infinite guerre,
totalitarismi, genocidi, dopo Auschwitz e dopo Hiroshima, c'e' ancora
qualcuno che vuol darci a bere che le armi servono a fare la pace, che
uccidere e morire fa bene alla salute, che la guerra e' la sola igiene del
mondo?
*
Se vuoi la pace, prepara la pace.
Se vuoi la pace opponiti alla guerra, ai suoi strumenti, ai suoi apparati.
Se vuoi la pace opponiti a tutte le uccisioni.
Vi e' una sola umanita'. Tu non uccidere.

3. MAESTRE. RENATE SIEBERT: TUTTI I NOSTRI SFORZI
[Da Renate Siebert, Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma
2003, 2004, p. 159.
Renate Siebert, sociologa di origine tedesca, nata a Kassel nel 1942,
allieva di Theodor W. Adorno, vive e lavora nell'Italia meridionale, dove
insegna Sociologia del mutamento presso l'Universita' della Calabria; si
occupa di questioni che riguardano il Mezzogiorno e l'area del Mediterraneo
con particolar riferimento a questioni di genere, di sessismo e di violenza
mafiosa, ai temi del razzismo e del colonialismo. Dal sito
www.sociologia.unical.it riprendiamo le notizie che di seguito presentiamo
in forma sintetica: Renate Siebert  (gia' Renate Siebert Zahar), nata a
Kassel (Germania) nel 1942, e' professoressa ordinaria di sociologia del
mutamento e preside vicaria della facolta' di scienze politiche
dell'Universita' della Calabria, fa parte di varie societa' e comitati
scientifici (tra cui l'Associazione italiana di sociologia, il Centro
interdipartimentale di Women's Studies "Milly Villa" dell'Universita' della
Calabria, la Deutsche Gesellschaft fuer Soziologie - Sektion
Biographieforschung); laureata a Francoforte nel 1968 con Theodor W. Adorno
come relatore; la sua attivita' scientifica e di ricerca si e'
principalmente concentrata su questioni inerenti il mutamento sociale sotto
il profilo di una costante attenzione ai nessi fra mutamento strutturale,
storico-sociale e politico e mutamento delle soggettivita'; il lavoro
empirico, di volta in volta, e' stato teso a sviluppare categorie d'analisi
ispirate, da un lato, alle teorie sociologiche consolidate, e attente,
dall'altro lato, alle specificita' delle realta' analizzate: in particolar
modo per le analisi concernenti la realta' meridionale e mediterranea (tema
di molta parte delle ricerche svolte), proprio perche' l'originalita' di
tali realta' stimola la riconsiderazione critica di taluni approcci di
teoria sociologica. Numerose sue ricerche si sono svolte nell'ambito delle
seguenti tematiche: a) sviluppo/sottosviluppo e rappresentazione sociale
delle diseguaglianze; pregiudizio etnico e razzismo; b) strutture familiari
e servizi socio-sanitari, infanzia, vecchiaia, generazioni e genere,
mutamento dei ruoli sessuali e della condizione femminile; c) illegalita'
diffusa, violenza mafiosa, organizzazioni a carattere totalitario e
ripercussioni di questi fenomeni sulla societa' civile in generale e la vita
delle donne in particolare; la memoria e l'oblio, l'elaborazione del lutto
che si fa impegno civile; d) donne e politica; amministrazione locale e
questioni di genere; donne all'interno delle organizzazioni mafiose. In
particolare, per il punto a) "Dalla riflessione sulle opere di Frantz Fanon
e' nato l'interesse per le specifiche forme di alienazione che si producono
nella soggettivita' di individui che vivono in contesti segnati da
discriminazioni etnocentriche e razziste. Il tema del pregiudizio - anche
nelle sue forme meno esplicite - e' stato, quindi, centrale per l'attivita'
di ricerca. In qualita' di collaboratrice scientifica (Wissenschaftliche
Mitarbeiterin) presso l'Institut fuer Sozialforschung dell'Universita' di
Frankfurt (Adorno, Habermas, von Friedeburg) ha svolto una ricerca sulla
rappresentazione delle problematiche inerenti allo sviluppo/sottosviluppo
nei paesi del Terzo Mondo e sulle forme di razzismo latente e/o manifesto
quale emerge dai libri di scuola (testi di scuola elementare, liceo, scuole
professionali, dal I955 al I970). La ricerca e' stata pubblicata dallo
stesso Istituto e successivamente e' stata rielaborata e pubblicata come
testo da adottare nei licei, casa editrice Leske Verlag, Opladen 1971.
Successivamente, nel corso degli anni '70, ha indagato sugli aspetti
politici ed economici del sottosviluppo strutturale di una zona del
Mezzogiorno italiano di vecchia industrializzazione: la crisi dell'industria
mineraria del Sulcis-Iglesiente (Sardegna). Alcuni di questi temi si
ripresentano nell'attivita' di ricerca piu' recente e, sul piano teorico, si
collocano in una prospettiva postcoloniale. In questa fase, infatti, sta
indagando sulle implicazioni del razzismo - nelle sue forme storiche del
razzismo biologico e dell'antisemitismo, come nei suoi 'travestimenti' piu'
recenti del differenzialismo - per gli sviluppi delle societa'
multiculturali. Una prima riflessione si e' concretizzata nel testo Il
razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003". Per il punto b) "La
condizione femminile, i mutamenti nelle strutture familiari e la questione
dei servizi sociali sono stati indagati in diverse ricerche in ambito
territoriale calabrese (in vari Comuni della provincia di Cosenza, in
collaborazione con la Comunita' Montana del Pollino, nell'ambito
dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro, legato ai corsi 285).
Per le problematiche relative all'infanzia, la soggettivita' femminile, le
generazioni e le eta' della vita si segnalano in particolare: la ricerca sul
rapporto adulti/bambini in un paese della Calabria, (pubblicata nel 1984
presso l'editore Franco Angeli di Milano, nella collana dei Quaderni Griff);
l'indagine sulla condizione degli anziani negli undici comuni della Usl n. 8
(Rende-Montalto), in collaborazione con Cosimo Conte e Catia Zumpano,
(pubblicazione interna della Usl n. 8, 1991, con il titolo 'Quale
vecchiaia?'); la ricerca su tre generazioni di donne in Calabria (pubblicata
nel 1991 presso l'editore Rosenberg & Sellier, Torino); la ricerca sulla
comunita' silana di Lorica (raccolta di storie di vita di donne e uomini di
varie generazioni), pubblicata nel 1996 presso Rubbettino, Soveria Mannelli;
e la ricerca Murst 'Percorsi e strategie di scelta femminili nel Sud
Italia', per la quale ha coordinato il progetto di ricerca relativo
all'Universita' della Calabria sulle strategie riproduttive delle giovani
donne diplomate nella provincia di Cosenza. Tutte queste ricerche hanno
comportato una intensa riflessione sui metodi di indagine qualitativi: tale
riflessione e' presente in modo particolare in alcuni dei testi ora raccolti
nel volume 'Cenerentola non abita piu' qui. Uno sguardo di donna sulla
realta' meridionale' (pubblicato nel 1999 dall'editore Rosenberg & Sellier,
Torino)". Per quanto riguarda il punto c) "ha approfondito innanzitutto le
condizioni di vita e i ruoli delle donne in ambiente di mafia, oltre a
fornire una lettura di genere dell'intero fenomeno mafia. A questo proposito
si segnala innanzitutto la ricerca su donne e mafia nell'ambito della
ricerca Cnr su 'Credenze nella legalita' nel Mezzogiorno contemporaneo'
(pubblicata nel 1994 dall'editore Il Saggiatore di Milano). A questo ambito
di indagini sono legati alcuni degli aspetti piu' esplicitamente teorici
dell'intero percorso di studi: la rilettura del concetto di societa' civile,
della dicotomia privato/pubblico, delle dinamiche dei processi di
razionalizzazione e disincanto, e della definizione di categorie quali
identita', soggettivita' ed individuo. Tale approccio e' stato
particolarmente fertile nel contesto di un dibattito internazionale,
iniziato nel contesto di un Ecpr workshop nel 2001 a Grenoble e che ha
portato alla pubblicazione del volume: Felia Allum e Renate Siebert (ed.),
Organized Crime and the Challenge to Democracy, Routledge, London 2003". Per
il punto d) "A partire dal 2000 ha partecipato a due ricerche
internazionali: in qualita' di coordinatrice del gruppo locale in Calabria
alla ricerca europea 'Genre et gestion locale du changement dans sept pays
de l'Union europeenne', una ricerca triennale in sette paesi europei:
Italia, Francia, Belgio, Svezia, Finlandia, Grecia e Portogallo
(pubblicazione della parte italiana della ricerca: Alisa Del Re (a cura di),
Quando le donne governano le citta', Franco Angeli, Milano 2004); e in
qualita' di componente del comitato scientifico ad una ricerca
internazionale sul ruolo delle donne nelle organizzazioni criminali mafiose,
coordinata dalla Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Palermo
(Giovanni Fiandaca, Teresa Principato, (a cura di), Donne e mafie. Il ruolo
delle donne nelle organizzazioni criminali, Universita' degli Studi di
Palermo, Palermo 2003)". A cio' si aggiungono numerose altre attivita' di
impegno scientifico, editoriale e civile (tra l'altro, nel 1995-1997 e'
stata assessore alla cultura e ai servizi sociali della Provincia di
Cosenza) ed una intensa e qualificata partecipazione a convegni di studio.
Tra le opere di Renate Siebert: a) volumi: Kolonialismus und Entfremdung -
zur politischen Theorie Frantz Fanons, Europaeische Verlagsanstalt,
Frankfurt/Main 1969 (successive traduzioni: Il pensiero di Frantz Fanon e la
teoria dei rapporti tra colonialismo e alienazione, Feltrinelli, Milano
1970; L'oeuvre de Frantz Fanon, Maspero, Paris 1970; Colonialismo y
enajenacion, Siglo Veintiuno Editores, Mexico-Argentina-Espana 1970; Frantz
Fanon: Colonialism and Alienation, Monthly Review Press, New York and London
1974); Kritische Analyse von Schulbuechern zur Darstellung der Probleme der
Entwicklungslaender und ihrer Positionen in internationalen Beziehungen (con
K.  Fohrbeck), Institut fuer Sozialforschung, Frankfurt/Main 1970; Heile
Welt und Dritte Welt - Medien und politischer Unterricht (con K. Fohrbeck,
A. J. Wiesand) Leske Verlag, Opladen 1971; Le ali di un elefante. Sul
rapporto adulti/bambini in un paese in Calabria, Franco Angeli, Milano 1984;
E' femmina, pero' e' bella. Tre generazioni di donne al Sud, Rosenberg &
Sellier, Torino 1991; Le donne, la mafia, Il Saggiatore, Milano, 1994. (ed.
paperback, Est, Milano 1997; successive traduzioni: Secrets of life and
death. Women and the Mafia, Verso, London and New York 1996; Im Schatten der
Mafia. Die Frauen, die Mafia und das Gesetz. Hamburger Edition, Hamburg
1997); La mafia, la morte e il ricordo, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995;
Mafia e quotidianita', Il Saggiatore-Flammarion, Milano 1996; Lorica. Un
ritratto a piu' voci, Rubbettino, Soveria Mannelli 1996; Andare ancora al
cuore delle ferite. Intervista a Assia Djebar, La Tartaruga, Milano 1997;
Cenerentola non abita piu' qui. Uno sguardo di donna sulla realta'
meridionale, Rosenberg & Sellier, Torino 1999; Storia di Elisabetta. Il
coraggio di una donna sindaco in Calabria, Pratiche Editrice, Milano 2001;
Razzismo: il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003; b) opere curate:
Esiste la donna?, Prefazione e cura dell'edizione ridotta di Simone de
Beauvoir, Il secondo sesso, Il Saggiatore, Milano 1976; Interferenze. Lo
stato, la vita familiare, la vita privata, (con L. Balbo), Feltrinelli,
Milano 1979; Il piacere della sociologia. Saggi di L. Balbo, B. Beccalli, F.
Ferrarotti, G. Martinotti, A. Pizzorno, Rubbettino, Soveria Mannelli 1998;
Essere e diventare sociologi. Saggi di F. Balbo, D. Barazzetti, A. Fabbrini,
P. Ghislandi, P. Jedlowski, G. Martinotti, R.  Palidda, W. Privitera, M.
Sclavi, A. L. Tota, A. Tumietto, Rubbettino, Soveria Mannelli 1999;
Relazioni pericolose. Criminalita' e sviluppo nel Mezzogiorno, Rubbettino,
Soveria Mannelli 2000; Organized Crime and the Challenge to Democracy, (con
F. Allum), Routledge, London  2003. Una piu' ampia bibliografia di Renate
Siebert e' ne "La domenica della nonviolenza", n. 62 del 26 febbraio 2006]

Tutti i nostri sforzi di "conoscere l'altro", di "comprendere l'altro" o di
"rispettare l'altro" sono vani se non affrontiamo la questione
dell'universalizzazione dei diritti della persona...

4. INCONTRI. IL PRIMO MARZO A SENIGALLIA
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo.
Giovanna Providenti (per contatti: g.providenti at uniroma3.it) e' ricercatrice
nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso
l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace
e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due
figli. Partecipa  al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi
donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le
differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle
donne, "Quaderni satyagraha", Firenze-Pisa 2006; ha pubblicato numerosi
saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e
nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004;
Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella
formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione.
Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005;
L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in
Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche
racconti e ha in cantiere un libro dal titolo Donne per, sulle figure di
Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori.
Patrizia Caporossi (per contatti: latuffatrice at virgilio.it), intellettuale
femminista, saggista, docente, originaria di Ancona, ha conseguito il
dottorato in filosofia e teoria delle scienze umane a Macerata; e' docente
di filosofia e storia nei licei e docente e supervisore alla Ssis
dell'Universita' di Macerata; e' socia fondatrice, nel 1995, della Scuola di
donne (oggi Centro studi di genere) - Seminari magistrali "Joyce Lussu" di
Ancona; cura e conduce corsi di formazione sulla comunicazione e sulla
pratica della relazione. Tra le ultime opere di Patrizia Caporossi: Il
giardino filosofico. Verso il luogo della presenza/assenza dell'identita' di
genere, Unitre, Falconara 2005; Corpi e figure femminili tra visibile e
invisibile: le ragioni di una storia, Continente donna, Falconara 2005]

Giovedi' primo marzo 2007 a Senigallia, presso l'Auditorium San Rocco in
piazza del Duomo, alle ore 21, continua la serie di incontri della Scuola di
pace di Senigallia dedicata a "Donne di pace".
Saranno presenti Giovanna Providenti di Roma e Patrizia Caporossi di Ancona
che presenteranno il volume collettaneo La nonviolenza delle donne, a cura
di Giovanna Providenti, "Quaderni Satyagraha", Libreria Editrice Fiorentina,
Pisa-Firenze 2006.
*
Scheda di presentazione de La nonviolenza delle donne
Nel presentare questo libro conviene chiarire subito l'equivoco a cui il
titolo - La nonviolenza delle donne - potrebbe indurre: non e' intenzione
delle autrici perpetuare l'oppressivo luogo comune secondo cui le donne
sarebbero meno violente e meno aggressive degli uomini. Non solo perche' e'
stato fin troppo dimostrato che le donne possono essere anche molto cattive
(vedi soldatesse torturatrici, madri assassine, ministre guerrafondaie e via
dicendo). E non solo perche' sempre piu' uomini mettono seriamente in
discussione il dogma culturale della loro connaturale attitudine a
bellicosita' e competizione.
Il motivo per cui ci preme non cadere nell'equivoco delle donne nonviolente
per "natura" e' perche' siamo consapevoli che, per quanto riguarda il tema
"genere maschile e femminile", la maggior parte delle cose definite
"naturali" sono in realta' frutto della secolare cultura patriarcale da cui
proveniamo: una cultura in via di sfaldamento, da quando sono state
individuate le false premesse del pensiero bipolare e si e' compreso il
valore dell'ambivalenza e complessita' del mondo. Oggi, la differenza tra
persone e' stata riconosciuta come una ricchezza, e non piu' motivo di
discriminazione. E il femminismo ha contribuito moltissimo alla
trasformazione della realta' da manichea e oppressiva in plurale e
potenzialmente libera.
Le autrici de La nonviolenza delle donne hanno scelto di raccontare qualcosa
a proposito di donne che vivono in maniera autentica e significativa in
realta' potenzialmente libere, pur se molto problematiche.
Attraverso il racconto di esperienze di donne rivolte all'essenziale (e per
questo instancabili e profonde costruttrici di pace) e il recupero di
contenuti e pratiche femministe, in questo libro emerge il contributo che la
liberta' femminile sta offrendo alla realizzazione di un mondo aperto
all'esistenza, allo sviluppo e alla liberta' autentica di ogni essere.
Nei diversi contributi del volume emergono luoghi concreti e simbolici in
cui la differenza delle donne sta generando cambiamento della politica e
della societa' in una direzione nonviolenta. Nella prima parte si susseguono
otto contributi che esaminano alcuni temi comuni a femminismo e nonviolenza.
Nella seconda parte, divisa in due sezioni, si snocciola una sorta di
panoramica, di alcune realta' femminili che hanno trovato modalita' creative
ed alternative per risolvere la difficile conduzione materiale della
quotidianita', spesso intrisa di violenze, guerre e ingiustizie. Queste
donne, creando reti tra loro e lasciando da parte ostilita' e barriere,
realizzano pace.
*
Indice de La nonviolenza delle donne
Lidia Menapace - Giovanna Providenti, Femminismo e nonviolenza: dialogo tra
due generazioni diverse; Giovanna Providenti, Introduzione. La libera
aggiunta femminista; Riflessioni. Luisa Muraro, La forza in campo
dell'amore: per un uso pensante delle differenze; Giovanna Providenti, La
rispondenza delle donne alla nonviolenza; Valeria Ando', Nonviolenza e
pensiero femminile: un dialogo da iniziare; Patrizia Caporossi, Il dono
della liberta' femminile; Fabrizia Abbate, Il tempo al femminile. l'attesa,
la cura, la cittadinanza pacifica; Debora Tonelli, Donne e nonviolenza: il
ruolo di Debora nella vittoria di Israele; Elisabetta Donini, La rete delle
Donne in nero: tra capacita' e limiti, tra locale e globale; Luisa Del
Turco, Le donne e la comunita' internazionale: pratiche politiche e
strategie; Pratiche. Donne dal Sud del mondo costruttrici di pace; Ada
Donno, Donne di pace arabe ed ebree nel conflitto israelo-palestinese;
Federica Ruggiero, Pratiche di resistenza delle donne nel genocidio
rwandese; Sandra Endrizzi, La pace che viene da sud: donne ed economie che
cambiano la vita; Luana Pistone, Fiocco rosa e spose bambine. Storie di
donne e resistenza nonviolenta in Bangladesh; Itala Ricaldone, Vasantha, le
scuole, le donne: un percorso in espansione con l'Assefa; Diego Marani,
Donne sudanesi realizzatrici di pace. Esperienze nonviolente di donne
instancabili; Cecilia Brighi, Aung San Suu Kyi: un Nobel per la pace agli
arresti domiciliari; Adriana Chemello, Maria Occhipinti: "la donna di
Ragusa"; Monica Lanfranco, Femminismi, nonviolenza, reticenze: un'esperienza
di formazione italiana; Giancarla Codrignani, Donne, diplomazie,
nonviolenza: donne con volonta' concreta di cambiare; Maria G. Di Rienzo,
Per cosa mio figlio va a morire? Il linguaggio semplice delle madri
statunitensi; Elena Zdravomyslova, Il movimento delle Madri dei soldati in
Russia; Giovanna Providenti, Un'esperienza nonviolenta in una comunita'
femminile; Recensioni. Valeria Ando', L'ape che tesse. Saperi femminili
nella Grecia antica, Carocci, 2005; Sandra Endrizzi, Pesci piccoli. Donne e
cooperazione in Bangladesh, Bollati Boringhieri, Torino 2002; Francesca
Brezzi, Antigone e la Philia. Le passioni tra etica e politica, Franco
Angeli, 2004; Marlene Tuininga, Donne contro le guerre. Femminile plurale
nonviolento, Nord Sud.
*
Per richiedere La nonviolenza delle donne
Presso la casa editrice: Libreria Editrice Fiorentina, via Giambologna 5,
50132 Firenze, e-mail: editrice at lef.firenze.it, tel. 055579921, fax:
0553905997, orario di apertura: dal lunedi' al venerdi' dalle 9 alle 12 e
martedi' e giovedi' dalle 15 alle 18, ccp 19065507.
Presso la redazione dei "Quaderni satyagraha": "Quaderni satyagraha", Centro
Gandhi, via Santa Cecilia 30, 56127 Pisa, tel. 050542573, e-mail:
roccoaltieri at interfree.it, sito: www.centrogandhi.it

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 14 del 28 febbraio 2007

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