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La nonviolenza e' in cammino. 1480
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1480
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 15 Nov 2006 00:45:32 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1480 del 15 novembre 2006 Sommario di questo numero: 1. Diciamo cose che tutti gia' sanno 2. Giovanna Providenti intervista Ibu Robin Lim 3. Giampaolo Calchi Novati: La decolonizzazione della Palestina 4. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2007 5. Indice dei numeri 1070-1100 (ottobre 2005) de "La nonviolenza e' in cammino" 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento 7. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. DICIAMO COSE CHE TUTTI GIA' SANNO Diciamo cose che tutti gia' sanno. La sicurezza e' figlia della giustizia. La pace si costruisce con la pace. Le armi uccidono, non salvano le vite. Gli eserciti servono solo alla guerra. La guerra consiste di omicidi. * Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana. Cessi la persecuzione italiana dei migranti. Cessi lo stato italiano di essere terrorista. Cessi lo stato italiano di essere complice di terroristi. Cessi lo stato italiano di violare la Costituzione della Repubblica Italiana. * Vi e' una sola umanita'. 2. PROFILI. GIOVANNA PROVIDENTI INTERVISTA IBU ROBIN LIM [Dal sito della bella rivista mensile "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo la seguente intervista apparsa su "Noi donne" del novembre 2006. Giovanna Providenti (per contatti: g.providenti at uniroma3.it) e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha", Firenze-Pisa 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti e ha in cantiere un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori. Ibu Robin Lim e' ostetrica, operatrice umanitaria, costruttrice di pace; un suo profilo essenziale e' nel n. 1385 di questo foglio. Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bolzano) nel 1946, e si e' tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi' generose di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986 (poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992; dopo la sua scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo, Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin 1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma 1998; The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and Frontier Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta', Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta" 1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite di Alex Langer, La meridiana, Molfetta 2000; AA. VV., Una vita piu' semplice. Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo - Altreconomia, Milano 2005. Si sta ancora procedendo alla raccolta di tutti gli scritti e gli interventi (Langer non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative e quindi la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente dispersa). Si vedano comunque almeno i fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di presentazione de La Fondazione Alexander Langer - Stiftung, suppl. a "Una citta'", Forli' (per richieste: tel. 054321422; fax 054330421, e-mail: unacitta at unacitta.it, sito: www.unacitta.it), ed il nuovo fascicolo edito dalla Fondazione nel maggio 2000; una nuova edizione ancora e' del 2004 (per richieste: tel. e fax 00390471977691, e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org); la Casa per la nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer (per informazioni: tel. 0458009803; fax 0458009212; e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org). Indirizzi utili: Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Portici 49 Lauben, 39100 Bolzano-Bozen, tel. e fax 00390471977691; e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org] Ha sette figli, 49 anni e vive a Bali. E' la prima ostetrica al mondo ad avere ricevuto un premio per la pace, l'"Alexander Langer" 2006. Viene cosi' riconosciuto quello che Maria Montessori ribadiva gia' un secolo fa: la costruzione di un mondo senza violenza parte dalle primissime esperienze dell'infanzia. Scrive Ibu Robin: "un inizio della vita sano e dolce e' il fondamento di una vita d'incanto. La pace nel mondo puo' venir costruita cominciando oggi, un bambino per volta". L'impressione immediata che si riceve da questa donna dalla statura minuta, il parlare lento ed essenziale e gli occhi attenti a cogliere il senso di cio' che la circonda, e' quella di una persona abituata piu' alla prassi che alle parole. Siamo andate ad incontrarla a Roma all'appuntamento organizzato dal Centro informazione maternita' e nascita "Il melograno", a cui si deve la candidatura al premio di questa "ostetrica dai piedi scalzi". La motivazione: "il suo impegno a favore di una gravidanza sana, un parto dolce, un'accoglienza felice del neonato, e contro la malnutrizione e la crescente tendenza a medicalizzare l'evento della nascita". Quando e' il suo turno di intervenire Ibu Robin Lim si limita a mostrare e illustrare, attraverso un video, il lavoro svolto nel Centro per la nascita da lei fondato a Bali nel 1994 (dove lavorano 29 ostetriche indonesiane coadiuvate da venti volontari internazionali) e nella "Tsunami Relief Clinic", costruita ad Aceh, nell'isola di Sumatra, utilizzando il legno recuperato dalle distruzioni dell'onda anomala del 2004. Conclusa la proiezione sono molte le curiosita' rimaste tra chi la ascolta. E lei, calma, risponde a tutte le domande, sempre parlando poco di se' e molto del lavoro che si svolge in una Indonesia visitata da una nuova emergenza alimentare: quella causata dalla presenza di Ogm nella soia e dalla mancanza di creatina nel riso prodotto a livello industriale, piu' povero a livello nutrizionale. La carenza di proteine nella soia e nel riso coltivati a partire dagli anni Ottanta e' causa di un significativo aumento di emorragie da parto e di morti nelle partorienti. * - Giovanna Providenti: Come nasce l'idea di fondare a Bali un Centro per la nascita finalizzato ad assistere la maternita' e a fare partorire in maniera dolce? - Ibu Robin Lim: Il nostro centro non e' solo rivolto alle madri. Svolgiamo anche lavoro di cura a bambini affetti da malattie, a donne malnutrite, aiutiamo le donne a scegliere la maternita' consigliando sistemi anticoncezionali o curando casi di sterilita'. I nostri metodi di cura sono per lo piu' naturali e facciamo largo uso dei metodi terapeutici tradizionali di Bali. L'idea di fondare il centro e' stata legata all'emergenza dell'aumento di emorragie nelle neo-mamme, che gia' negli anni Ottanta una dottoressa aveva scoperto essere connesso alla malnutrizione e in particolare al riso. * - Giovanna Providenti: E nessun altro aveva affrontato questo problema? - Ibu Robin Lim: La risposta della medicina moderna a questa emergenza era stata quella di portare le madri in ospedale. Ma a Bali gli ospedali hanno costi altissimi e chi non puo' permettersi di pagare deve rinunciare a portare a casa il proprio bambino. Cosi' il nostro lavoro e' iniziato insegnando alle donne a mangiare meglio per evitare l'insorgere dell'emorragia, poi dalla pratica quotidiana con queste donne e' emersa l'esigenza di recuperare un modo di partorire che fosse al tempo stesso naturale e sicuro. * - Giovanna Providenti: E lei come ha iniziato la sua carriera di ostetrica? - Ibu Robin Lim: Io non ero un'ostetrica prima. Ho iniziato a sensibilizzarmi al tema del parto e della necessita' che fosse liberato dall'eccesso di medicalizzazione nel 1977, con la nascita della mia prima figlia. Vivevo allora negli Stati Uniti e in seguito alla mia esperienza di maternita' ho iniziato a scrivere libri, tra cui appunto una guida per le donne dopo il parto. Da quando ho iniziato ad occuparmi del problema delle partorienti di Bali sono state le donne stesse a "rapirmi" ed a spingermi a diventare ostetrica. Cosi' sono tornata negli Stati Uniti per prendere il titolo e da allora assisto decine di parti al giorno. Ogni parto e' diverso, piu' o meno problematico, e capita, ma raramente, di dover ricorrere al cesareo, che facciamo di tutto per evitare: innanzitutto per favorire una nascita dolce e poi per evitare gli alti costi dell'eventuale ospedalizzazione. Tutti i bambini nati nei nostri centri vengono nutriti col latte materno. * - Giovanna Providenti: Qual e' la reazione locale alla presenza di un centro cosi'? - Ibu Robin Lim: Positiva non soltanto per coloro che ne usufruiscono come utenti, ma anche per lo staff che vi lavora, tutto indonesiano e pagato una miseria. Alcune ostetriche anziane sono state felici di potere venire a lavorare da noi, dove possono svolgere pienamente il loro lavoro, non come negli ospedali "civilizzati" in cui il ginecologo conta molto di piu'. * - Giovanna Providenti: Quale il valore, per lei, di questo premio? - Ibu Robin Lim: Esiste una strettissima relazione tra le donne e l'ambiente. Non mi riferisco soltanto al lavoro svolto dalle donne quotidianamente, ma anche proprio al momento della nascita. Se si riesce a fare un parto dolce i bambini vengono al mondo senza la scissione tra corpo e testa. E questo contatto mente-corpo-cuore-spirito, e' il primo passo per la costruzione di un mondo piu' pacifico. 3. RIFLESSIONE. GIAMPAOLO CALCHI NOVATI: LA DECOLONIZZAZIONE DELLA PALESTINA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 12 novembre 2006. Giampaolo Calchi Novati, nato nel 1935, docente universitario, e' tra i massimi esperti italiani delle questioni del sud del mondo. Tra le opere di Giampaolo Calchi Novati: Neutralismo e guerra fredda (1963); L'Africa nera non e' indipendente (1964); Le rivoluzioni nell'Africa nera (1967); La rivoluzione algerina (1969); Decolonizzazione e terzo mondo (1979); La decolonizzazione (1983); Dopo l'apartheid (a cura di, 1986); L'Africa (1987); Nord/Sud (1987); Maghreb (a cura di, 1993); Il Corno d'Africa nella storia e nella politica (1994); Dalla parte dei leoni (1995); Storia dell'Algeria indipendente (1998); Il canale della discordia (1998)] Aumenta il numero quotidiano di morti. La deduzione piu' immediata e' pensare a un'impennata dell'estremismo. In Palestina c'e' un governo di Hamas che non deflette dalle sue rigidita' e che prende spunto dalle incursioni dei tank con la stella di Davide, e relativi orrori o errori, per interrompere le trattative in vista della formazione di un governo di unita' nazionale. In Israele il primo ministro Olmert, a corto di idee, coopta nel governo Avigdor Lieberman, un oltranzista che porta in dote un piano per disfarsi degli arabi. Decisi a non cedere al ricatto, i benpensanti richiamano tutti alla "moderazione". La soluzione e' il ritorno al processo di pace. Il massimo sarebbe tirar fuori dai cassetti la road map. Invece della retorica autoreferenziale che mischia deprecazioni e pii desideri - di cui la recente puntata dell'"Infedele" di Lerner su Israele e' stata un ottimo esemplare - sono maturi i tempi per prendere atto che alla base della questione Israele-Palestina c'e' una realta' che non e' considerata dalle pur sensate analisi correnti. Processo di pace potrebbe non essere neanche la definizione piu' appropriata di una fattispecie che ha come obiettivo quello di sancire l'affermazione di un diritto di tipo nazionale o statale sovvertendo un ordine in cui allo stato attuale esiste un'unica potesta' riconosciuta ed esercitata. E' necessario tornare con la mente e il cuore alla guerra dei sei giorni, allo straripamento di Israele nella sfera di sovranita', piu' o meno legittima, di tre dei suoi vicini. * Da allora Israele ha portato a termine la restituzione del Sinai dopo la pace di Camp David con l'Egitto e ha ritirato soldati e coloni da Gaza per vie unilaterali. Tiene sempre sotto il suo controllo diretto il Golan siriano. Ha annesso l'intera area di Gerusalemme proclamandola capitale eterna dello Stato ebraico. Nella West Bank vige un sistema misto di enorme complessita' su cui insiste in linea di principio una doppia autorita', con due governi che in parte si spartiscono il territorio e in parte si sovrappongono e si scontrano, perpetuando di fatto l'occupazione. La novita' e' che nessuno degli stati arabi coinvolti nella guerra dei sei giorni si chiamava Palestina mentre oggi si parla solo di Palestina. Il punto dolente e' costituito appunto dall'occupazione instaurata su tutto lo spazio della Palestina mandataria e dalle modalita' per farla finire. Non ci sono precedenti nella storia del Terzo mondo di una decolonizzazione che duri quarant'anni. Con tutte le differenze del caso - cosi' come del resto l'India era diversa dall'Algeria, o il Kenya era diverso dalla Rhodesia - di una forma particolare, o particolarissima, di colonizzazione e decolonizzazione si tratta: gli ingredienti sono l'usurpazione e l'alienazione delle terre e delle coscienze, la mancanza di diritti come norma e sull'altro versante l'autodeterminazione, l'accesso alla soggettivita' internazionale, la responsabilita' di governo per gli "indigeni". * Il termine di riferimento piu' vincolante non e' il sionismo o il panarabismo o il nazionalismo arabo, che al piu' influiscono sugli ideali e le idiosincrasie che giacciono sullo sfondo, ma il vulnus prodottosi in quel lontano giugno 1967, che gli israeliani piu' realisti giudicarono subito un errore fatale, da correggere al piu' presto. Il Libano e' un casus belli perenne. Ma e' un diversivo per i tempi morti o per distogliere l'attenzione. Il core business, come insegnano nelle facolta' di economia, e' la Palestina, la Palestina come nazione virtuale e la Palestina che, dopo tante traversie nei campi profughi o fra Amman e Beirut, alla fine si e' coagulata nel paesaggio e nella gente della Cisgiordania, munita se non altro di una certa omogeneita'. Il tentativo piu' serio di venire a capo della questione palestinese fu compiuto con l'intesa di Oslo e il successivo incontro di Rabin, Peres e Arafat alla Casa bianca sotto l'occhio vigile di Clinton. Ottimismo condiviso e bei discorsi, bellissimo quello dell'ex-falco Rabin convertito di forza da Peres. Peccato che gli accordi del 1993 non affrontassero nessuno dei bocconi avvelenati del rapporto fra Israele e palestinesi: i limiti della sovranita', le frontiere, Gerusalemme, i profughi, l'acqua. Nel periodo che doveva essere di gestazione della pace si moltiplicarono e intensificarono tanto il terrorismo palestinese quanto gli insediamenti ebraici nei territori, gli uni e gli altri violenza pura e simbolo del rifiuto o peggio della negazione. Discende da li' il fallimento in serie del negoziato, benche' in teoria non ci fosse piu' ragione di contendere visto il contestuale e reciproco riconoscimento di Israele da parte dell'Olp e della Palestina da parte del governo israeliano. Sul terreno, israeliani e palestinesi sono ora intrecciati come mai in passato. In apparenza, l'opposto dei due stati per due popoli. Di per se', il muro in costruzione tagliando il profilo delle colline o separando i villaggi e i quartieri delle citta' non e' un confine in senso stretto. E' una umiliazione per i palestinesi e un impedimento alla circolazione delle persone e delle esperienze gia' fra le diverse porzioni di Palestina, che infatti stanno assumendo fisionomie diverse come altrettanti bantustan, ma ribadisce tutti gli inconvenienti di una coabitazione obbligata in uno stesso ambito geopolitico. La decolonizzazione implica una separazione fisica e psicologica. L'assimilazione e' un tabu' perche' confonde colonizzati e colonizzatori offuscando le identita' e facendo venir meno la superiorita' di chi e' in grado di gestire in proprio la sicurezza. Anche Israele e Palestina devono dividersi. Cosi' e' stato deciso: poco importa se dalla storia, dall'ideologia o dalla scarsa fantasia della diplomazia. Si attende sempre il momento cruciale della bandiera che scende e dell'altra bandiera che sale sul pennone piu' alto, come nell'Independence Day dei vari possedimenti coloniali per salutare la partenza del colonizzatore e l'avvento del nuovo potere. Tutti pero', confusamente, avvertono che quell'eventuale distacco lascerebbe intatte le rivendicazioni, le paure e le minacce. Non c'e' un mare da porre fra colonizzati e colonizzatori. Il muro, paradossalmente, se divenisse un confine non farebbe altro che ricordare in modo inquietante l'ostilita' che ha provocato tante guerre. I raid israeliani sono continuati a Gaza anche dopo il traumatico sgombero del 2005 e i palestinesi della striscia continuano a lanciare i loro razzi perche', rispettivamente, i primi sono intesi come atti di difesa, a cui ogni governo e' tenuto per tutelare i suoi cittadini, e i secondi appartengono all'armamentario della resistenza. Nella sostanza sono un test dell'impotenza generale. La letteratura sul colonialismo, ma anche la politica di questi 40-50 anni nel Medio Oriente, dimostrano che il colonialista non puo' tradire mai la minima debolezza nei confronti del colonizzato e che il colonizzato puo' alimentare nel chiuso dei propri comportamenti e dei propri codici il risentimento che alla fine sara' piu' forte della repressione. * I tremendi attentati perpetrati nei centri israeliani da giovani palestinesi, uomini o donne, imbottiti di esplosivo e le ripetute, abituali e impunite operazioni degli armati israeliani nei territori teoricamente soggetti all'Autorita' nazionale palestinese sembrano fatti apposta per confermare il dubbio angoscioso che, malgrado tutto, il riconoscimento da Oslo e Washington non e' calato nel profondo della leadership, delle forze politiche e dell'immaginario collettivo di israeliani e palestinesi. Finche' la sindrome coloniale non sara' stata pienamente elaborata dalle due parti, ciascuna per il fine di "liberazione" che le compete, non sara' possibile ne' il colonialismo ne' la decolonizzazione ma solo una specie di guerra civile permanente. 4. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2007 Come ogni anno le Edizioni Qualevita mettono a disposizione l'agenda-diario "Giorni nonviolenti", un utilissimo strumento di lavoro per ogni giorno dell'anno. Vivamente la raccomandiamo. Il costo di una copia e' di 9,50 euro, con sconti progressivi con l'aumento del numero delle copie richieste. Per informazioni ed acquisti: Edizioni Qualevita, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: qualevita3 at tele2.it 5. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 1070-1100 (OTTOBRE 2005) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 1070 del primo ottobre 2005: 1. Andrea Fiorentino: Si' al referendum per proibire il commercio delle armi; 2. Appello dei missionari comboniani del Nordeste del Brasile per il si' al referendum; 3. Angelo Cifatte: Si'; 4. Daniele Gallo: Si'; 5. "Rete Musibrasil": Si'; 6. Giuliana Sgrena presenta "Otto anni e 21 giorni" di Simona Torretta; 7. Enrico Peyretti: Perdono; 8. Giovanni Sarubbi: Verso la quarta giornata del dialogo cristiano-islamico; 9. Un profilo di Giovanni Benzoni; 10. Letture: Mariapaola Fimiani, Vanna Gessa Kurotschka, Elena Pulcini (a cura di), Umano, post-umano; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 1071 del 2 ottobre 2005: 1. Bruna Peyrot: Etica per la vita: si' al referendum del 23 ottobre; 2. Giorgio Montagnoli: Si'; 3. Ermanno Allegri: Una richiesta di sostegno; 4. Alcuni riferimenti utili per sostenere il referendum per il disarmo; 5. Carmine Curci, Nicola Colasuonno, Renato Sacco: La Campagna "banche armate" scrive a governo e parlamento; 6. Giulio Vittorangeli: Scrivere della Palestina; 7. Dichiarazione conclusiva della conferenza internazionale delle Donne in nero a Gerusalemme; 8. Peppe Sini, Tomas Stockmann: Gaza, e il fascismo europeo; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 41 del 2 ottobre 2005: 1. Proposta di ordine del giorno da approvare nelle istituzioni italiane a sostegno della Campagna per il disarmo in Brasile; 2. Forum comunitario di lotta alla violenza: Dimmi di si' il 23 di ottobre. Un appello per il si' al referendum; 3. A Rovereto il 7 ottobre per il si' al referendum per il disarmo; 4. Luca Salvi: Si', e scriviamo a tuti i giornali; 5. Luciano Bertozzi: Il piazzista; 6. Rosangela Pesenti: Se nessuna donna... 7. Anna Bravo: Nodi; 8. Comitato promotore della quarta giornata ecumenica del dialogo cristianoislamico: Auguri a tutti i musulmani d'Italia per l'inizio del Ramadan; 9. Maria Teresa Carbone intervista Sindiwe Magona. * Numero 1072 del 3 ottobre 2005: 1. Anna Maria Civico: Con voce di donna: si' al referendum del 23 ottobre; 2. Giuseppe Barbaglio: Si'; 3. Paolo Sabbetta: Si'; 4. Elena Pulcini: Prendersi cura; 5. Franco Montanari: Saffo riemersa dalle acque della memoria; 6. Riccardo Orioles: Solidarieta' a Marco Benanti; 7. Enrico Peyretti presenta "Laicita'" di Armido Rizzi; 8. Alessandro Marescotti: Un opuscolo sul lavoro di Chiara Castellani; 9. Assegnato il "Nobel alternativo" a quattro attivisti per i diritti umani; 10. Politiche globali di sostenibilita', a Torino; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 1073 del 4 ottobre 2005: 1. Mao Valpiana: Diciamo si' alla vita. E un esperimento e una proposta; 2. Evelina Savini: Sognando insieme il sogno diventa realta': un si' per il Brasile e per il mondo; 3. Marcelo Barros: Disarmare i cuori per disarmare il paese; 4. Paolo Giuntella: Si'; 5. Raffaella Mendolia: Si'; 6. Per sostenere il lavoro informativo di padre Ermanno Allegri e dell'agenzia "Adital"; 7. Alcuni siti utili per informarsi e sostenere il si' al referendum per il disarmo; 8. Giulio Vittorangeli: annus mirabilis, annus horribilis; 9. Alessandro Dal Lago: Quello che l'Europa non riesce a vedere; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * "Vittoria al mondo. Si' all'umanita'", numero 4 del 4 ottobre 2005: 1. Peppe Sini: Tre proposte; 2. Dieci ragioni per votare si'; 3. In tutto il Brasile iniziative e incontri per il si' al disarmo, si' alla vita, si' all'umanita'; 4. Materiali di lavoro: un ordine del giorno. * Numero 1074 del 5 ottobre 2005: 1. Donne in nero di Udine: Diciamo si' al referendum brasiliano; 2. Francesco Martone: Si'; 3. Amedeo Tosi: Si'; 4. Fulvio Vassallo Paleologo: Si'; 5. Luca Salvi: Si', un mondo senza armi; 6. Cindy Sheehan: La domanda; 7. Eleonora Cirant intervista Carol Gilligan; 8. Luce Irigaray: Alla ricerca di un'altra etica; 9. Il 7 ottobre a Ferrara; 10. Comincia il 7 ottobre il seminario di Diotima "L'ombra della madre"; 11. Sandro Mezzadra: Profughe. L'ultimo volume di "Genesis"; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 1075 del 6 ottobre 2005: 1. Il Consiglio Provinciale di Viterbo ha approvato all'unanimita' l'ordine del giorno a sostegno della Campagna per il disarmo in Brasile; 2. Daria Bonfietti: Si'; 3. Elena Buccoliero: Si'; 4. Pierluigi Consorti: Si'; 5. Alfredo Galasso: Si'; 6. Lilli Gruber: Si'; 7. Un altro sondaggio dal Brasile: tre brasiliani su quattro dicono si'; 8. Severino Vardacampi: Sull'utilita' e sul danno dei sondaggi. E ancora un si' con tutti i sentimenti; 9. Rossana Rossanda: Le donne, le guerre; 10. Simonetta Fiori intervista Luisa Muraro; 11. Domenico Jervolino: Un incontro a Lima; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 32 del 6 ottobre 2005: 1. Carla Biavati: Si'; 2. Un ordine del giorno di solidarieta' con la Campagna per il disarmo in Brasile da proporre alle istituzioni italiane; 3. Elena Buccoliero: La disposizione al dialogo; 4. Maria G. Di Rienzo: Qualche notizia d'ottobre; 5. Sherif El Sebaie intervista Elham Agid; 6. Benjamin Dangl intervista Celia Martinez; 7. Maria Antonietta Saracino: Le parole, il dolore. Letteratura sudafricana oggi. * Numero 1076 del 7 ottobre 2005: 1. Frei Betto: Si' al disarmo, si' alla vita; 2. Maria Cecilia de Souza Minayo: Diciamo si' al referendum. Con un piccolo decalogo; 3. Mauro Brilli: Si'; 4. Pasquale Iannamorelli: Si'; 5. Marcello Vigli: Si'; 6. Ermanno Allegri: Un ringraziamento al Consiglio Provinciale di Viterbo; 7. Nel giorno di Francesco d'Assisi una catena umana per la pace ha unito il Brasile; 8. Elena Pulcini: Eta' globale, Io globale; 9. Raniero La Valle: Un attentato alla Costituzione; 10. Maria G. Di Rienzo: Un'azione mondiale per la giustizia climatica; 11. Augusto Illuminati presenta "Il pensiero islamico contemporaneo" di Massimo Campanini; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 1077 dell'8 ottobre 2005: 0. Una comunicazione di servizio; 1. Joao Oneres Marchiori: Se vuoi la pace, costruisci la solidarieta'. Si' al referendum, si' al disarmo, si' alla vita; 2. Elena Pulcini: Perche' si'; 3. Gino Barsella: Si'; 4. Vittorio Bellavite: Si'; 5. Alessandro Ercoli: Si'; 6. Monica Frassoni: Si'; 7. Giorgio Giannini: Si'; 8. Stefano Longagnani: Si'; 9. Luigi Manconi: Si'; 10. Claudia Fanti: Il 23 ottobre si' al disarmo, si' alla vita, si' all'umanita'; 11. Maria G. Di Rienzo: Uno sciopero della fame nella prigione di Telmond; 12. Ileana Montini: La politica del patriarcato; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 1078 del 9 ottobre 2005: 1. Un appello a proporre a tutte le istituzioni italiane l'approvazione dell'ordine del giorno a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile gia' deliberato all'unanimita' dal Consiglio Provinciale di Viterbo; 2. Maria do Rosario: Si' al disarmo, si' alla vita; 3. Luisa Morgantini: Si'; 4. Riccardo Dello Sbarba: Da Bolzano solidali con il referendum brasiliano. Si' al disarmo che salva le vite, si' all'umanita'; 5. Maurizio Simoncelli: Armi leggere, guerre pesanti; 6. Franco Cambi: La nonviolenza: un assoluto antropologico, etico e politico; 7. Ileana Montini: "La violenza nei legami d'amore". Un ciclo di incontri a Brescia; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 42 del 9 ottobre 2005: 1. Fabio Ragaini: Si' alla vita, si' al disarmo; 2. "Azione nonviolenta" di ottobre: "Diga sim a' vida" (Diciamo si' alla vita); 3. Elena Pulcini: La passione per l'altro, fondamento della cura; 4. Werner Wintersteiner: Formare alla pace. * Numero 1079 del 10 ottobre 2005: 1. Chico Buarque: Si'; 2. Emerson Fittipaldi: Si'; 3. Marieta Severo: Si'; 4. Giovanni Battafarano: Si'; 5. Alex Zanotelli: Si'; 6. Fabrizio Gatti: Una testimonianza dal campo di concentramento di Lampedusa; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 1080 dell'11 ottobre 2005: 1. Osvaldo Ercoli e Peppe Sini: Si', dal Brasile al mondo; 2. Fernanda Abreu: Si'; 3. Andrea Zeccato: Brasile al voto contro la morte; 4. Anna Maria Bruzzone: Si'; 5. "Mani tese": Si'; 6. Pietro M. Toesca: Si'; 7. Un nuovo sondaggio: Fortaleza dice si'; 8. Andrea Trentini:Un incontro a Rovereto per il si' al referendum per il disarmo; 9. "Vita": Il primo referendum in Brasile; 10. Stella Spinelli: Il Brasile si prepara al referendum per abolire le armi da fuoco; 11. Luciano Bonfrate: Week-end a Lampedusa; 12. Il "Cos in rete" di ottobre; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * "Vittoria al mondo. Si' all'umanita'", numero 5 dell'11 ottobre 2005: 1. Jody Williams: Il buon esempio brasiliano; 2. Paulo Betti: Si'; 3. Wagner Moura: Si'; 4. Marcos Palmeira: Si'; 5. Lazaro Ramos: Si'; 6. Le ragioni del si'. Nei volti di persone assassinate. * Numero 1081 del 12 ottobre 2005: 1. Margarida Mendonca: Il nostro si' alla pace e alla vita; 2. Giuseppe Burgio: Si'; 3. Nino Lisi: Si'; 4. Fulvio Cesare Manara: Si'; 5. Francesco Pistolato: Si'; 6. "Adital": Anche l'Associazione brasiliana gay, lesbiche e transgender e' impegnata a favore del disarmo, per il si' al referendum; 7. Luciana Sbarbati: La pace e' una forza che libera le coscienze; 8. Enrico Peyretti: Alba; 9. Augusto Cavadi: Come battere la mafia con i principi della pace; 10. Marinella Correggia: Dopo lo tsunami. Resta la lotta gandhiana; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 1082 del 13 ottobre 2005: 1. Benito D'Ippolito: Incidente a Kabul; 2. Il Consiglio Comunale di Ladispoli approva un ordine del giorno a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in vista del referendum del 23 ottobre; 3. Giuseppe Casarrubea: Si', nel ricordo di Danilo Dolci, di Paulo Freire, di Aldo Capitini; 4. Amalia Sartori: Si'; 5. Roberto Sensi e Antonio Tricarico: Si'; 6. Lorella Pica: Sos Guatemala; 7. Aiutiamo le vittime dei disastri in Asia e in Centroamerica; 8. Enrico Peyretti: Sulla speranza, ascoltando Barbara Spinelli; 9. Un appello e un'iniziativa per i beni comuni e i diritti sociali; 10. Simone Weil: Come oggi; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 33 del 13 ottobre 2005: 1. Camila Magalhaes Lima: Si' alla vita, facciamola finita col commercio delle armi; 2. Manifesto delle donne brasiliane vittime e parenti delle vittime di violenza. * Numero 1083 del 14 ottobre 2005: 1. Anche il Consiglio Circoscrizionale di Porta nuova a Pescara approva un ordine del giorno a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in vista del referendum del 23 ottobre; 2. Arci servizio civile di Viterbo: Si'; 3. Mariangela Chiolero: Si'; 4. Jole Garuti: Si'; 5. Floriana Lipparini: Si'; 6. Aleandro Longhi: Si'; 7. Walter Mancini: Si'; 8. Enzo Mazzi: Si'; 9. Nadia Neri: Si'; 10. Pierluigi Ontanetti: Si'; 11. Renato Sacco: Si'; 12. Riccardo Dello Sbarba: Bolzano e i suoi missionari solidali con la popolazione brasiliana per il disarmo e il diritto alla vita; 13. Unione donne in Italia: La barbarie; 14. Movimento Nonviolento: Una lettera al tribunale di Breda in Olanda; 15. Maria G. Di Rienzo: Brevi; 16. Mona Mahmoud: Si chiama "Amore", e' la radio delle donne a Baghdad; 17. Katha Pollitt: La "nobile causa" del fondamentalismo patriarcale; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'. * Numero 1084 del 15 ottobre 2005: 1. Appello di donne e uomini insigniti del premio Nobel per la pace: Si' al referendum per il disarmo; 2. Greenpeace: Diciamo si' al disarmo, diciamo si' alla vita; 3. Andrea Cozzo: Si'; 4. Francesco de Notaris: Si'; 5. Cindy Sheehan: Dalla disperazione alla speranza; 6. Enrico Peyretti: Etica e comunicazione; 7. Lea Melandri: I due volti della maschilita'; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 1085 del 16 ottobre 2005: 1. La Rete italiana per il disarmo incontra il presidente brasiliano Lula oggi a Roma; 2. Giovanni Colombo: mozione al Consiglio Comunale di Milano a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in vista del referendum del 23 ottobre; 3. Flavio Santini: Ventidue consiglieri presentano al Consiglio Comunale di Trento l'ordine del giorno a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in vista del referendum del 23 ottobre; 4. Marco Giubbani: Si'; 5. Oliviero Diliberto: Si'; 6. Antonella Litta: Si'; 7. Enrico Morganti: Si'; 8. La Campagna "Control Arms"; 9. Serge Latouche: La proposta della decrescita, una scelta a sinistra; 10. Salima Ghafari e Mari Nabard: Dare la vita in solitudine e morire; 11. Giulio Vittorangeli: Il passo della morte; 12. Enrico Peyretti: Un commento a una testimonianza di Cindy Sheehan; 13. Iniziative in occasione della quarta giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico; 14. "Servitium" di settembre-ottobre 2005, Curare ed essere curati; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 43 del 16 ottobre 2005: 1. Desmond Tutu: Si' al referendum brasiliano per il disarmo; 2. Mohandas Gandhi: Mezzi e fini; 3. Tom Engelhardt intervista Cindy Sheehan; 4. Marina Zenobio: La lunga marcia delle agricoltrici; 5. Michael Luongo: Le donne afgane costruiscono i propri consigli; 6. Marina Forti: Rifugiati ambientali; 7. Hannah Arendt: Verita'; 8. Simone Weil: Se uno sconosciuto. * Numero 1086 del 17 ottobre 2005: 1. Luciano Corradini: Si' al referendum brasiliano; 2. Luciano Dottarelli: Si'; 3. Luciana Marcolini: Si'; 4. Marianella Sclavi: Si'; 5. Rete italiana per il disarmo: Iniziative in corso e in programma; 6. Giuseppe Moscati: Quale aggiunta? In dialogo con Aldo Capitini; 7. Giuliana Sgrena: Iraq, il voto del paese spezzato; 8. Marina Forti: Siccita'; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 1087 del 18 ottobre 2005: 1. Maria Luigia Casieri, Peppe Sini: A che punto e' la notte. Un appello ancora; 2. Raymundo Damasceno: Si'; 3. Valeria Ando': Si'; 4. Elena Liotta: Si'; 5. Carla Mariani: Si'; 6. Tavola della pace del Friuli Venezia Giulia: Si'; 7. La Rete italiana per il disarmo ha incontrato il presidente brasiliano Lula a Roma il 16 ottobre; 8. Giulio Vittorangeli: Un piatto di spaghetti al pomodoro; 9. Enrico Peyretti: Una lettera al Presidente della Repubblica Italiana; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * "Vittoria al mondo. Si' all'umanita'", numero 6 del 18 ottobre 2005: 1. Raniero La Valle: Detronizzare le armi, costruire la pace; 2. Mario Lopez Martinez: Il futuro puo' essere oggi; 3. Maria Clara Lucchetti Bingemer: Si'; 4. Odilo Pedro Scherer: Si'; 5. Anche il Consiglio Comunale di Padova approva un ordine del giorno a sostegno della campagna per il disarmo in Brasile in vista del referendum del 23 ottobre; 6. Dall'Angola alla Turchia domenica 16 ottobre in tutto il mondo si sono svolte iniziative pubbliche a sostegno del referendum brasiliano per il disarmo; 7. Un sondaggio a Rio de Janeiro. * Numero 1088 del 19 ottobre 2005: 1. Gabriele Aquilina e Elena Dall'Acqua: Si'; 2. Antonio Di Pietro: Si'; 3. Donato Perreca: Si'; 4. Patrizia Toia: Si'; 5. Maria G. Di Rienzo: Una lettera da leggere quando hai tempo; 6. Enrico Peyretti: La guerra, antitesi del diritto; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 1089 del 20 ottobre 2005: 1. Una classe scolastica di Ivrea per il si' al referendum in Brasile; 2. Le chiese cristiane brasiliane pregano per il disarmo e invitano a votare si' al referendum; 3. Franco Barbero: Si'; 4. Francesco Comina: Una sera con Lula; 5. Sergio Paronetto: L'insegnamento di don Milani. A quarant'anni dalla "Lettera ai giudici"; 6. "Libera": Salviamo la legge sui beni confiscati alle mafie; 7. Mao Valpiana: Le due facce del presidente: paladino della pace alla Fao, piazzista d'armi in Cina; 8. Luciano Corradini: Austerity per politici e grand commis; 9. Giovanni Sarubbi: Si avvicina la quarta giornata del dialogo cristiano-islamico per l'incontro ecumenico fra tutte le religioni, fra tutti gli esseri umani; 10. Rosa Luxemburg: E' chiaro; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 34 del 20 ottobre 2005: 1. Dal profondo del cuore; 2. Simone Weil: La virtu' piu' essenziale. * Numero 1090 del 21 ottobre 2005: 1. Luzia Premoli: Lasciate che decida l'amore; 2. Giobbe Santabarbara: Contesa dei moderni e dei postumi. Un contributo in due note per il si' al referendum per il disarmo; 3. Farid Adly: Si'; 4. Donne per la difesa della societa civile: Si'; 5. Roberta Filippi: Si'; 6. Angelo Gandolfi: Si'; 7. Marie Claude Pace: Si'; 8. Paolo Sales: Si'; 9. Veronika Stirner Brantsch: Si'; 10. Tim Whitmore: Si'; 11. Enzo Ciconte: L'offensiva della 'ndrangheta; 12. Eduardo Galeano: America, i volti e le maschere; 13. Idee e proposte per un'altra Sicilia. Il 21 e 22 ottobre a Palermo; 14. Le manifestazioni del Salone dell'editoria di pace a Venezia; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'. * "Vittoria al mondo. Si' all'umanita'", numero 7 del 21 ottobre 2005: 1. Hannah Arendt: Se una cosa; 2. Appello delle e dei comandanti, delle e dei dirigenti, delle operatrici e degli operatori di pubblica sicurezza brasiliani per il si' al referendum; 3. Frei Betto: Si'; 4. Valterli Guedes: Si'; 5. Wilson Cesca: Si'; 6. Lazslo Avila: Si'; 7. Anselmo Carvalho Pinto: Si'; 8. Zuenir Ventura: Si'; 9. Marco Maciel: Si'; 10. Ismael Pfeifer: Si'; 11. Paulo Natir : Si'; 12. Eduardo Matarazzo Suplicy: Si'; 13. Valeria Grassi: Si'; 14. Antonio Rangel Bandeira: Si'; 15. Julio Americo: Si'; 16. Maria Lucia Karan: Si'; 17. Diana Myriam Lichtenstein Corso: Si'; 18. Vinicius George: Si'; 19. Pablo Kossa: Si'; 20. Dalmo de Abreu Dallari: Si'; 21. Gustavo Figueiredo: Si'; 22. Andre' Luiz Bogado Cunha: Si'; 23. Luiz Garcia: Si'; 24. Dennis Raduenz: Si'; 25. Simone Weil: Il bello. * Numero 1091 del 22 ottobre 2005: 1. Si'; 2. Luigi Ciotti: Si' al referendum brasiliano per il disarmo; 3. Un appello di pastore e pastori delle Chiese evangeliche brasiliane: Chi segue Gesu' Cristo dice si' alla vita; 4. Denis Mizne: Si'; 5. Jose' Francisco Barbalho: Si'; 6. Luciano Mendes de Almeida: Si'; 7. Joao Paulo Cechinel Souza: Si'; 8. Fernando Luiz Abrucio: Si'; 9. Renata Vieira Conde: Si'; 10. Luis Fernando Verissimo: Si'; 11. Marcus Pestana: Si'; 12. Francisco Faiad: Si'; 13. Joao Alfredo Telles Melo: Si'; 14. Joao Jaime Marinho: Si'; 15. Carlito Merss: Si'; 16. Irineu Colombo: Si'; 17. Gustavo Cesar de M. Ribeiro: Si'; 18. Clemir Fernandes: Si'; 19. Fernanda Takai: Si'; 20. Ignacio Cano: Si'; 21. Renan Calheiros: Si'; 22. Italo Gurgel: Si'; 23. Moacyr Scliar: Si'; 24. Alexandre Trajano: Si'; 25. Lama Padma Samten: Si'; 26. Jose' Pimentel: Si'; 27. Gustavo Petta: Si'; 28. Eduardo Koaik: Si'; 29. Pablo Sergio: Si'; 30. Paulo Castelo Branco: Si'; 31. Suzana Varjao: Si'; 32. Carlos Costa: Si'; 33. Daniel Dantas: Si'; 34. Gualter George: Si'; 35. Iris Tavares: Si'; 36. Beatriz Cruz: Si'; 37. Charles Borg: Si'; 38. Marcelo Itagiba: Si'; 39. Soninha Francine: Si'; 40. Anche le massaie veronesi dicono si'; 41. Ricciardo Aloisi: Io sono quello; 42. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 43. Per saperne di piu'. * "Vittoria al mondo. Si' all'umanita'", numero 8 del 22 ottobre 2005: 1. Flavio Lotti: La via della pace e della nonviolenza; 2. Leonardo Boff: Si'; 3. Gianni Alioti: Si'; 4. Associazione universitaria per la cooperazione allo sviluppo: Si'; 5. "Gruppo Soter": Si'; 6. "Gubbio per la pace": Si'; 7. Arianna Marullo: Si'; 8. Paolo Pinardi: Si'; 9. Matteo Soccio: Si'; 10. Da Brescia a sostegno del referendum brasiliano per la proibizione del commercio delle armi da fuoco; 11. Severino Vardacampi: In timore e tremore. * Numero 1092 del 23 ottobre 2005: 1. Tu; 2. Stefano Rodota': Si' al referendum brasiliano per il disarmo; 3. Mao Valpiana: Oggi in Brasile; 4. Jose' Gregori: Il 23 ottobre diciamo si'; 5. Negra Li: Si'; 6. Rogerio Flausino: Si'; 7. Sandra de Sa': Si'; 8. Francesco Comina intervista Ermanno Allegri; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 44 del 23 ottobre 2005: Jean-Marie Muller, significato della nonviolenza. * Numero 1093 del 24 ottobre 2005: 1. In attesa di notizie dal Brasile, alcuni doverosi ringraziamenti; 2. Enrico Peyretti: Difesa senza guerra (parte prima); 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'. * Numero 1094 del 25 ottobre 2005: 1. Alle sorelle e ai fratelli brasiliani; 2. Osvaldo Caffianchi: Paesaggio dopo la battaglia; 3. Francesco Comina: Per un mondo libero dalla violenza; 4. Federica Curzi: Il diritto all'innocenza attiva; 5. Doriana Goracci: A doppio taglio; 6. Massimiliano Pilati: Un mondo senza armi e' possibile; 7. Mao Valpiana: Una brevissima considerazione; 8. Rete italiana per il disarmo: L'impegno continua; 9. Enrico Peyretti: Difesa senza guerra (parte seconda e conclusiva); 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * "Vittoria al mondo. Si' all'umanita'", numero 9 del 25 ottobre 2005: 1. Giobbe Santabarbara: Due cattive notizie e due buone; 2. Dal sito www.referendosim.com.br un primo commento. * Numero 1095 del 26 ottobre 2005: 1. Peppe Sini: La vittoria del partito degli assassini e le responsabilita' nostre; 2. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 3. Per saperne di piu'. * Numero 1096 del 27 ottobre 2005: 1. Maria G. Di Rienzo: Rosa Parks; 2. Ermanno Allegri: Dopo il referendum; 3. Mauro Brilli: Dopo il referendum; 4. Giancarla Codrignani: Dopo il referendum; 5. Enrico Peyretti: Dopo il referendum; 6. Carlo Sansonetti e Lorella Pica: Dopo il referendum; 7. Quarta giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico: vincere la paura per costruire la pace; 8. Abolire i Centri di permanenza temporanea; 9. "Beati i costruttori di pace": Un appello ai veecovi italiani sullo scandalo dei Centri di permanenza temporanea; 10. Un incontro a Viterbo; 11. Movimento Internazionale della Riconciliazione e Movimento Nonviolento del Piemonte e della Val d'Aosta: 4 novembre, non festa ma lutto; 12. Lidia Menapace: La vendetta del patriarcato. In parlamento; 13. Anna Maria Merlo presenta l'ultimo libro di Fethi Benslama; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 35 del 27 ottobre 2005: 1. Cindy Sheehan: Duemila morti: non uno di piu'; 2. Luigi Onori ricorda Shirley Horn; 3. Lea Melandri: Eros e polemos; 4. Daniela Padoan intervista Ruth Klueger; 5. Valeria Magnani: Olive Schreiner. * Numero 1097 del 28 ottobre 2005: 1. Aldo Capitini: Teoria della nonviolenza (parte prima); 2. Hannah Arendt: Un integrale amore per la verita'; 3. Simone Weil: Uno spirito di verita' nell'amore; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * "Vittoria al mondo. Si' all'umanita'", numero 10 del 28 ottobre 2005: 1. "Io dico, seguitando"; 2. "Instituto Sou da Paz": Uccidere non e' un diritto; 3. Gina Abbate: Dopo il referendum; 4. Hermann Barbiere: Dopo il referendum; 5. Paolo Coluccia: Dopo il referendum; 6. Carlo Gubitosa: Dopo il referendum; 7. Elena Liotta: Dopo il referendum; 8. Adriano Moratto: Dopo il referendum; 9. Oskar Peterlini: Dopo il referendum; 10. Bruna Peyrot: Dopo il referendum; 11. Edi Rabini: Dopo il referendum; 12. Alessandro Fioroni: Una sconfitta; 13. Maurizio Matteuzzi: Una sconfitta. * Numero 1098 del 29 ottobre 2005: 1. Aldo Capitini: Teoria della nonviolenza (parte seconda e conclusiva); 2. Letture: Dimitri D'Andrea, Elena Pulcini (a cura di), Filosofie della globalizzazione; 3. Letture: Gruppo "La tenda", Roma come chiesa locale; 4. Letture: Marco Revelli, Carta d'identita'; 5. Letture: Phil Rushton, Riportiamoli a casa; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 1099 del 30 ottobre 2005: 1. Celeste Zappala e Anne Roesler: Chi avra' il coraggio di guardarci negli occhi? 2. Arturo Paoli: Dopo il referendum; 3. Paolo Bertagnolli: Dopo il referendum; 4. Federico La Sala: Ieri dicevamo; 5. Dario Mencagli: Ieri dicevamo; 6. Emilio Molinari: Ieri dicevamo; 7. Alessandro Portelli ricorda Rosa Parks; 8. Annamaria Rivera: Corpi velati e svelati. Il potere dello sguardo; 9. Donne in cammino, a Roma il 31 ottobre; 10. Maria Luisa Boccia e Grazia Zuffa: Un invito il 5 novembre a Roma; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 45 del 30 ottobre 2005: Elena Liotta: Seguendo la via del proprio smarrimento: il coraggio di osare un mutamento radicale. * Numero 1100 del 31 ottobre 2005: 1. Dopo il referendum; 2. Emir Sader: Dopo il referendum; 3. Ida Dominijanni colloquia con Luisa Muraro; 4. Brunetto Salvarani: Una lettera alle donne e agli uomini che Dio ama, in occasione della quarta giornata del dialogo ecumenico cristiano-islamico; 5. Irene Alison: Una rosa contro il nazismo; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. 6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 7. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1480 del 15 novembre 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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