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La nonviolenza e' in cammino. 1286
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1286
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 5 May 2006 02:22:33 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1286 del 5 maggio 2006 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: La porti un bacione a Firenze 2. Accademia apuana della pace: Lidia al Quirinale 3. "Missione oggi": Lidia al Quirinale 4. Bruna Peyrot: Lidia al Quirinale 5. Otto cose da fare subito 6. Daniele Lugli e Mao Valpiana: "Nonviolenza e politica", da oggi a domenica a Firenze 7. Il programma dei tre giorni a Firenze 8. Alex Zanotelli: Allarme atomico: mettiamoci insieme 9. Barbara Spinelli: "Un'autentica, stabile e amichevole disponibilita' dell'imputato verso i mafiosi" 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA PORTI UN BACIONE A FIRENZE Il convegno su "Nonviolenza e politica" promosso dal Movimento Nonviolento che si tiene tra oggi e domenica a Firenze assume un valore particolare. Per motivi sostanziali e per motivi contingenti. * I motivi contingenti sono a tutti evidenti. In primo luogo la tragedia della guerra in corso, che coinvolge nel lutto popoli di tutto il mondo e minaccia di evolvere in un conflitto bellico globale con uso di tecniche e tecnologie tali che puo' mettere fine alla civilta' umana; a fronte di cio' che sta accadendo e' palese che solo la scelta della nonviolenza costituisce un'alternativa politica in grado di fermare le stragi e ripristinare quelle condizioni e quei criteri di legalita', umanita', civilta', democrazia fondati sul riconoscimento del diritto alla vita e alla dignita' di ogni essere umano che oggi vengono abominevolmente calpestati dal terrorismo onnicida degli stati, dei gruppi, dei singoli. In secondo lugo la vicenda elettorale italiana con il suo incessante travaglio e i suoi ambigui attuali esiti che evidenziano la crisi della democrazia nel nostro paese devastato da processi di imbarbarimento vasti e profondi; e quindi la necessita' di una riforma morale e intellettuale fondata sulla nonviolenza per ricostruire una convivenza civile, responsabile, sobria, solidale, inclusiva ed aperta, orientata al bene comune. Ed anche, infine, si parva licet componere magnis, questa nostra iniziativa promossa da persone amiche della nonviolenza affinche' una persona amica della nonviolenza per la prima volta vada al Quirinale, affinche' per la prima volta una donna, e una donna fortemente rappresentativa della Resistenza, fortemente rappresentativa della nonviolenza, fortemente rappresentativa della riflessione e delle pratiche del femminismo, sia Presidente della Repubblica, e porti al vertice dello Stato tutta la limpidezza, la fermezza, l'autorevolezza politica e morale che ha dispiegato nella sua intera esistenza dedicata all'impegno civile, alla solidarieta' con le oppresse e gli oppressi, alla difesa dell'ambiente, alla costruzione di relazioni umanizzanti e vivificanti, serene e gioiose, di riconoscimento e di reciprocita'; e alla lotta nitda e intransigente contro la guerra e il terrore, l'ingiustizia, lo sfruttamento, l'oppressione, il crimine, l'abuso, la violenza e la menzogna. * Il fatto che cosi' tante persone ed associazioni stiano in questi giorni coralmente ed appassionatamente rispondendo all'appello a sostegno di Lidia Menapace al Quirinale dimostra come sia all'ordine del giorno che la nonviolenza esca dalla marginalita', da ogni subalternita, e riprenda quel ruolo che ad essa hanno dato i grandi movimenti di liberazione e per i diritti civili, dalle suffragiste a Mohandas Gandhi, dalle protagoniste e i protagonisti della Resistenza nonviolenta contro il nazifascismo a Martin Luther King, da Virginia Woolf a Marianella Garcia, da Rigoberta Menchu' a Vandana Shiva, dal femminismo alla nuova ecologia fondata sul principio responsabilita'. La proposta di Lidia Menapace al Quirinale nasce dalla consapevolezza che la nonviolenza, la nonviolenza giuriscostituente, la nonviolenza come proposta civile, politica, giuridica, di inveramento di umanita' nelle umane relazioni e negli umani ordinamenti intesi al bene di tutte e tutti, ed all'affermazione di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, ebbene, la nonviolenza oggi si pone, deve porsi, il compito di guidare il paese e l'umanita', inverando le speranze, le promesse, le scelte giurate nel patto della Costituzione del 1948 figlia della Resistenza e della Liberazione dalla barbarie nazifascista, inverando le speranze, le promesse, le scelte giurate nel patto della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. L'appello per Lidia al Quirinale, rompendo una troppo lunga e troppo vasta subalternita' delle cittadine e dei cittadini agli equilibrismi, ai compromessi e alle cortigiane oscenita' del palazzo, sta suscitando una crescente volonta' di democrazia partecipata, di legalita' concretamente affermata, e per dirla con un termine capitiniano: di "omnicrazia", di "potere di tutti". Questo movimento e' beneaugurante anche per le elezioni amministrative che devono consolidare la sconfitta del progetto golpista che lungo cinque anni ha devastato l'Italia; ed e' beneaugurante anche per il referendum di giugno per difendere la Costituzione e lo stato di diritto respingendo il tentativo di colpo di stato berlusconiano. Questo movimento contribuisce anche - come dire: in re ipsa - a sostenere le ragioni della lotta antimafia che sono alla base della meravigliosa proposta e concreta possibilita' di Rita Borsellino alla presidenza della Regione Siciliana. Questo movimento contribuisce anche a sostenere ed espandere quel che di buono c'e' nella spinta manifestatasi nella vittoria della coalizione del fronte ampio democratico che - sia pur di misura e con troppe crepe - ha sconfitto il blocco golpista nelle elezioni politiche di aprile. * Ma naturalmente i motivi contingenti si legano - e per cosi' dire ne sono la concreta epifania - ai motivi sostanziali per cui la proposta dell'incontro di riflessione e testimonianza su "nonviolenza e poltiica" promosso dal Movimento Nonviolento a Firenze di qui a domenica ha in questo momento una rilevanza politica e culturale cospicua, anzi straordinaria. Per non annoiare chi legge, vorremmo dirlo brevissimamente per tesi: - la nonviolenza e' tout court la politica del XXI secolo, se per politica intendiamo la tecnica e il progetto che salva le vite e consente e promuove la civile convivenza; - nella catastrofe delle letture autoritarie e ossificate delle culture politiche tradizioni la necessita' della scelta della nonviolenza si manifesta e si afferma come riattivazione delle correnti calde di quelle tradizioni, verifica dei poteri, proposta olistica di costruzione di quell'"umanita' planetaria" potentemente tematizzata da Ernesto Balducci nella sua piu' luminosa e aggettante riflessione; - dinanzi all'orrore della "guerra infinita" in tutto il mondo si appalesa un crescente bisogno, un crescente desiderio e una crescente volonta' di accostamento alla nonviolenza; molti i segnali, ed alcuni sublimi: l'esperienza della Commissione per la verita' e la riconcilazione in Sudafrica; l'evidenza della necessita' dei Corpi civili di pace; le esperienze delle Madri di Plaza de Mayo in Argentina e delle Donne in nero in Israele e Palestina, nei Balcani, e ovunque nel mondo; a fronte della sempre piu' evidente incapacita' dello strumento militare di risolvere i conflitti (che anzi ingigantisce fino all'apocalisse: dal che si coglie l'urgenza di una svolta disarmista ed antimilitarista) ovunque si avverte la necessita' di un'alternativa che salvi l'umanita' dalla catastrofe: la nonviolenza e' questa alternativa; - il definitivo tramonto dell'idea illusoria che che la rivoluzione condotta con gli strumenti della violenza assassina strutturale potesse liberare l'umanita', laddove essa ha invece provocato nuove oppressioni e alienazioni, e fin nuovi totalitarismi fin genocidi, si coniuga al definitivo smascheramento della violenza strutturale della societa' dominata dal principio del profitto, della globalizzazione capitalistica coloniale e imperiale che condanna a una vita di stenti, di orrori e paure i nove decimi dell'umanita', e il decimo residuo ad un imputridimento morale che lo rende - se possiamo usare l'espressione di Dante - non piu' che "oltracotata schiatta che s'indraca", persone che si riducono a draghi. Da questa ineludibile coscienza sorge il bisogno, l'urgenza, la scelta razionale ed emozionale, "vissuta con anima e corpo", della nonviolenza in cammino. Dalle lotte del movimento delle donne e del movimento dei lavoratori, dalle lotte dei popoli oppressi dal colonialismo, dalle lotte delle persone oppresse da sfruttamento, inquinamento e guerra, dalle lotte ecopacifiste e contro la violenza patriarcale, dalle lotte per il diritto alla salute e all'assistenza, dalle lotte contro le mafie e per la legalita' e la giustizia, dalle lotte per il riiconoscimento dell'umanita' di ogni essere umano, dalla grande riflessione filosofica dell'ultimo secolo (pochi nomi per tutti: Rosa Luxemburg ed Hannah Arendt, Simone Weil e Franco Basaglia, Emmanuel Levinas e Hans Jonas), scaturisce l'esigenze della nonviolenza, preme ed urge una domanda, un appello, una condivisa ricerca: il bisogno di un'alternativa nonviolenta da costruire insieme, "per prove ed errori", cessando di uccidere infine. * A fronte di questa domanda vi e' sovente certo anche una inadeguatezza da parte delle stesse persone che pur si ritengono e talora si dichiarano (e qualche volta effettualmente nella loro concreta condotta sono) amiche della nonviolenza: quante sciocchezze sono state spesso dette e fatte, quante nevrosi manifestate, quante contraddizioni ed incoerenze. Son cose umane, sappiamo. Ma quella e' la via, e chiunque vi si metta che sia benvenuta e benvenuto, il loro impegno e' benedetto. Da questa antica citta' di Viterbo anche chi scrive queste righe formula caldo un augurio di lavoro buono, fervido un voto e fervido un omaggio, a tutte le persone che la' si riuniranno, in quella bella citta' di Firenze, ove Filippo Brunelleschi dimostro' che le opere dell'ingegno umano possono unire la terra con il cielo. Valete. 2. UNA SOLA UMANITA'. ACCADEMIA APUANA DELLA PACE: LIDIA AL QUIRINALE [Ringraziamo l'Accademia apuana della pace (per contatti: e- mail: aadp at lillinet.org, sito: www.aadp.it) per questo intervento, inviato ai parlamentari eletti nel territorio di Massa e Carrara] Gentilissimi Onorevoli, vi inviamo l'appello con il quale l'Accademia Apuana della Pace aderisce alla proposta lanciata da diversi movimenti ed associazioni per proporre la candidatura di Lidia Menapace alla Presidenza della Repubblica. * Lunedi' prossimo il Parlamento italiano, assieme ai rappresentanti delle regioni, si riunira' per eleggere il nuovo/a Presidente della Repubblica. E' gia' cominciato il balletto delle candidature, dei veti, il bilancino dei rapporti di forza interni alle coalizioni. Vorremmo invece che tale occasione fosse un segnale di svolta nei rapporti fra palazzo e societa' civile, un segno di un sussulto di democrazia e partecipazione, che significasse il ritorno della sovranita' al popolo. Per questo l'Accademia Apuana della Pace, il coordinamento di oltre 30 associazioni (di diversa estrazione) e di un centinaio di singoli cittadini della nostra provincia, fa un pubblico appello a tutti i rappresentanti eletti nella nostra zona perche' a tale carica venga eletta la senatrice Lidia Menapace. Tale appello sta viaggiando in internet ed ha raccolto gia' decine di migliaia di adesioni provenienti da ogni settore della societa' civile. In tutti questi anni abbiamo iniziato a costruire movimenti che, in un confronto e dialogo serrato con le forze politiche, siano spazio e luogo di cittadinanza attiva. Crediamo che faccia parte di cio' avanzare una nostra proposta, per quanto concerne il futuro Presidente della Repubblica, nel rispetto delle regole e delle modalita' stabilite dalla Costituzione. Crediamo che i tempi siano maturi per segnare una differenza con le semplici logiche, pur legittime, del bilancino politico e della visibilita': e' il momento di dare visibilita' a valori, e che il futuro Presidente rappresenti e sia in sintonia con questi valori. Valori fondanti della nostra Repubblica sono la Resistenza e la Costituzione che ne e' il frutto coerente, il ripudio della guerra, la valorizzazione delle differenze e la ricerca di creare condizioni di pari opportunita'... dentro a questi valori Lidia Menapace cammina da sempre, abbracciandoli, sviluppandoli, elaborandoli senza mai fossilizzarli come semplici miti, in un filo che tiene saldato insieme il nostro passato, il presente che viviamo ed il futuro che andiamo a costruire. Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse partecipato alla Resistenza. Un Presidente della Repubblica che abbia da sempre fatto la scelta della nonviolenza. Una Presidente della Repubblica: Lidia Menapace. Ricordiamo brevemente chi e' Lidia Menapace: nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto". Tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. Nelle ultime elezioni politiche e' stata eletta senatrice La portavoce dell'Accademia Apuana della Pace: Ida Tesconi 3. UNA SOLA UMANITA'. "MISSIONE OGGI": LIDIA AL QUIRINALE [Ringraziamo la prestigiosa rivista dei missionari saveriani "Missione Oggi" (per contatti: missioneoggi at saveriani.bs.it) per questo intervento] Anche "Missione Oggi" e' a favore di Lidia Menapace per Presidente della Repubblica italiana. Nicola Colasuonno, direttore di "Missione Oggi" 4. UNA SOLA UMANITA'. BRUNA PEYROT: LIDIA AL QUIRINALE [Ringraziamo Bruna Peyrot (per contatti: peyrotb at libero.it) per questo intervento. Bruna Peyrot, torinese, scrittrice, studiosa di storica sociale, conduce da anni ricerche sulle identita' e le memorie culturali; collaboratrice di periodici e riviste, vincitrice di premi letterari, autrice di vari libri; vive attualmente in Brasile. Si interessa da anni al rapporto politica-spiritualita' che emerge da molti dei suoi libri, prima dedicati alla identita' e alla storia di valdesi italiani, poi all'area latinoamericana nella quale si e' occupata e si occupa della genesi dei processi democratici. Tra le sue opere: La roccia dove Dio chiama. Viaggio nella memoria valdese fra oralita' e scrittura, Forni, 1990; Vite discrete. Corpi e immagini di donne valdesi, Rosenberg & Sellier, 1993; Storia di una curatrice d'anime, Giunti, 1995; Prigioniere della Torre. Dall'assolutismo alla tolleranza nel Settecento francese, Giunti, 1997; Dalla Scrittura alle scritture, Rosenberg & Sellier, 1998; Una donna nomade: Miriam Castiglione, una protestante in Puglia, Edizioni Lavoro, 2000; Mujeres. Donne colombiane fra politica e spiritualita', Citta' Aperta, 2002; La democrazia nel Brasile di Lula. Tarso Genro: da esiliato a ministro, Citta' Aperta, 2004] Come sempre, quando scatta una proposta politica il mio primo assenso e' di pelle. Poi ci ragiono sopra e alla fine, nel collegamento fra mente e cuore, trovo risposte al quesito che mi si pone. Non voglio quindi, anche questa volta, sostenere la proposta di Lidia Presidente della Repubblica soltanto perche' sta girando l'idea che "sarebbe ora che una donna assumesse quella carica". Credo che nel caso di Lidia i motivi per sostenerla sono principalmente tre. * Il primo e' che Lidia rappresenta la densita' di mezzo secolo di storia italiana vissuta sulla - nella - sua pelle. Una storia che tutti dovremmo continuamente ripensare nelle sue profonde trasformazioni e anche nelle sue illusioni. Ricordo che la mia conoscenza di Lidia e' avvenuta attraverso un libro che ogni tanto rileggo e tengo fra i libri che non "passo" alla biblioteca piu' vicina per liberare la mia: La Democrazia Cristiana (Mazzotta, Milano 1974); gia' in quel suo libro mi aveva colpito la sua capacita' di analizzare senza veli il "potere", quello che poi ha sviscerato in altre dimensioni, anche fra donne, fino a riscoprire e riproporre dimensioni di profonda spiritualita'. Ci sono alcune persone che diventano simbolo di un'epoca o di un percorso storico: Lidia e' una di quelle. * Il secondo motivo e' che Lidia e' una donna, ma la sua elaborazione al femminile, come dire per non essere fraintesa?, non e' di "parte", non resta al "femminile". E' un "femminile" che si fa persona e quindi comunica cittadinanza. E' la proposta di un "tipo" di donna di cui l'Italia ha bisogno. Un tipo di donna sulla quale deve cadere maggiore e profonda visibilita'. * Il terzo motivo, infine, e' che se l'Italia sapesse ospitare per la sua prima carica istituzionale una donna darebbe segni di maturita' democratica necessaria a rendere il paese meno retrivo. Penso all'immenso impatto simbolico che ha avuto la Bachelet nel diventarlo in Cile, catalizzando in senso positivo le problematiche dell'emancipazione delle donne. Nel mondo mediterraneo sarebbe importante segnalare una donna italiana a capo di stato. Si puo' almeno provare... per illuminare un percorso possibile... 5. AGENDA. OTTO COSE DA FARE SUBITO Per sostenere l'appello per Lidia Menapace Presidente della Repubblica: 1. Scrivere lettere ai parlamentari per segnalare loro la proposta di eleggere Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che essa sta ottenendo, e per sollecitare un loro impegno in tal senso. Ovviamente occorre che siano lettere scritte con linguaggio adeguato: non proclami o peggio ancora requisitorie. Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i parlamentari si trovano nel sito della Camera dei Deputati (www.camera.it) e in quello del Senato della Repubblica (www.senato.it). * 2. Scrivere lettere ai consiglieri regionali (come e' noto all'elezione del Presidente della Repubblica prendono parte oltre a tutti i parlamentari anche tre rappresentanti per ogni Regione) per segnalare loro la proposta di eleggere Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che essa sta ottenendo, e per sollecitare un loro impegno in tal senso. Ovviamente occorre che anche queste lettere siano scritte con linguaggio adeguato. Gli indirizzi di posta elettronica dei consiglieri regionali si trovano agevolmento nei siti dei relativi Consigli Regionali. * 3. Scrivere lettere ai mass-media locali e nazionali per segnalare loro l'appello per l'elezione di Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che ha gia' ottenuto, e per sollecitare che ne diano informazione. Ovviamente per i mass-media locali o settoriali e' preferibile che vi sia anche una specificita' locale o settoriale della notizia (ad esempio l'adesione di persone o associazioni del territorio o del campo di interessi di riferimento dello specifico giornale, radio, tv, rivista, sito, etc.). Ed altrettanto ovviamente occorre un linguaggio adeguato: conciso e chiaro; alle redazioni giornalistiche interessa ricevere notizie, non esercizi di retorica sia pur la piu' alata. * 4. Valorizzare le mailing list e i siti nel web per far circolare l'appello (chiedendo anche, a chi gestisce un sito, se sia possibile che nella home page di esso sia segnalato l'appello "Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica" con un rinvio ad una piu' ampia notizia e possibilmente anche un link alla o alle pagine web in cui e' possibile reperire maggiori informazioni (ad esempio la pagina web da cui si possono raggiungere tutti i fascicoli di questo notiziario, che e' la seguente: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html ). * 5. Laddove possibile promuovere raccolte di adesioni nei luoghi di lavoro, di studio, di incontro, di impegno: a tal fine potra' essere utile predisporre dei volantini da affiggere ove consentito che rechino almeno: a) un testo sintetico dell'appello (ad esempio: "Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza. Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza. Un Presidente della Repubblica femminista. Una Presidente della Repubblica. Lidia Menapace"): b) una breve notizia su Lidia (ad esempio: "Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace at aliceposta.it) e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e' stata eletta senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004"); c) un punto di riferimento locale e come sia contattabile (ad esempio telefonicamente o per e-mail); d) l'indicazione di dove trovare ulteriori informazioni (ad esempio la pagina web - che abbiamo segnalato sopra - che ospita i fascicoli di questo notiziario, "La nonviolenza e' in cammino", in cui si da' notizia dell'iniziativa, delle sue ragioni, delle dichiarazioni di adesione fin qui rese pubbliche). * 6. Con l'avvertenza di cercar di non sommergerla di richieste, si potrebbe anche proporre a Lidia Menapace (scrivendole alla sua casella di posta elettronica, sopra segnalata) di partecipare a iniziative pubbliche (non necessariamente centrate sulla proposta di elezione al Quirinale, e' ovvio: con Lidia si possono fare appassionanti incontri su tanti argomenti). * 7 Ma soprattutto parliamone: con le persone con cui condividiamo opinioni, esperienze, interessi, impegni; con le persone che riteniamo possano essere interessate ad avere una Presidente della Repubblica come Lidia; parliamone guardandoci nei volti e reciprocamente ascoltando le nostre voci. Una proposta come questa va "elaborata", cioe' meditata e discussa superando anche alcune frequenti e comprensibili resistenze interiori: in tante e tanti l'abbiamo pensata come desiderabile, ma non c'e' dubbio che forse molte e molti esitano ad esprimerla come proposta concreta su cui impegnarsi praticamente ritenendo che non sia sufficientemente "realistico" che persone che non appartengono alle gerarchie del palazzo propongano un ragionamento e un'indicazione per la Presidenza della Repubblica: invece proprio questa rottura culturale, questa uscita dall'apatia e dalla subalternita', questo ripudio della rassegnazione, questa presa di parola per una democrazia partecipata, costituiscono uno degli aspetti piu' interessanti della proposta. * 8. Infine: saremo grati a tutte le persone che vorranno comunicarci adesioni e iniziative affinche' anche sul nostro notiziario si possa darne notizia (il nostro indirizzo di posta elettronica e': nbawac at tin.it). 6. INCONTRI. DANIELE LUGLI E MAO VALPIANA: "NONVIOLENZA E POLITICA", DA OGGI A DOMENICA A FIRENZE [Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: mao at sis.it) riceviamo e volentieri diffondiamo. Daniele Lugli (per contatti: daniele.lugli at libero.it) e' il segretario nazionale del Movimento Nonviolento, figura storica della nonviolenza, unisce a una lunga e limpida esperienza di impegno sociale e politico anche una profonda e sottile competenza in ambito giuridico ed amministrativo, ed e' persona di squisita gentilezza e saggezza grande. Mao (Massimo) Valpiana (per contatti: mao at sis.it, e anche presso la redazione di "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 di questo notiziario] Si svolgera' il 5, 6, 7 maggio a Firenze il convegno su "Nonviolenza e politica" promosso dal Movimento Nonviolento. Il Convegno fa parte di un percorso iniziato con la Marcia Perugia-Assisi "Mai piu' eserciti e guerre" del 2000, proseguito con la camminata Assisi-Gubbio "In cammino per la nonviolenza" del 2003, e poi con il nostro Congresso "Nonviolenza e' politica" del 2004. Come punti di riferimento abbiamo scelto le dieci parole della nonviolenza (forza della verita', coscienza, amore, festa, sobrieta', giustizia, liberazione, potere di tutti, bellezza, persuasione) e le dieci caratteristiche della personalia' nonviolenta (il ripudio della violenza, la capacita' di identificare la violenza, l'empatia, il rifiuto dell'autorita', la fiducia negli altri, la disposizione al dialogo, la mitezza, il coraggio, l'abnegazione, la pazienza). Dunque sara' una riflessione non improvvisata, ma certamente aperta al dialogo con tutte le persone e le organizzazioni amiche della nonviolenza. Le strade possono essere diverse, ma la meta e' comune. Indubbiamente la politica ha bisogno di essere ripensata, e non da oggi, e noi siamo convinti che la nonviolenza sia la strada giusta anche per la rigenerazione della politica: quella che cresce dal basso e quella delle istituzioni. L'orizzonte ce l'ha indicato bene Aldo Capitini: e' quello del "potere di tutti". Abbiamo pensato a Firenze come citta' emblematica per la storia della nonviolenza italiana: da Giorgio La Pira ad Alexander Langer, da padre Ernesto Balducci a don Lorenzo Milani, dalla rivista "Il Ponte" al Centro di Orientamento Sociale di Aldo Capitini. Firenze, citta' di pace, laica e religiosa. Nel convegno ci sara' spazio per il confronto fra tante iniziative concrete che sono cresciute in questi anni, per riconoscere e rafforzare le radici storiche, e per costruire nuovi momenti comuni di iniziative di movimento. Inizieremo il venerdi' sera con una presentazione aperta alla citta'. La mattina del sabato concentreremo l'attenzione su "nonviolenza e politica: partiti e istituzioni", mentre il pomeriggio sara' dedicato a "nonviolenza e politica: movimenti e alternative". La domenica ci sara' una camminata in citta' per visitare i luoghi della nonviolenza, partendo da Piazza della Signoria. I temi che si intrecceranno nei tre giorni fiorentini saranno molti: dalle campagne per il disarmo ai corpi civili di pace, dall'opposizione al nucleare civile e militare alle richieste al nuovo governo, dalla politica internazionale alle campagne ecologiste, dal movimento No-Tav all'educazione alla pace, dalla scuola all'informazione, e altro ancora. Il metodo di lavoro sara' quello dei Cos (i Centri di orientamento sociale promossi da Capitini): ascoltare e parlare. Esperienze ed idee saranno presentate da ognuno in forma sintetica per un confronto comune sulle proposte di una politica nonviolenta e di una nonviolenza politica. Arrivederci a Firenze. Daniele Lugli, segretario del Movimento Nonviolento Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" 7. INCONTRI. IL PROGRAMMA DEI TRE GIORNI A FIRENZE [Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: mao at sis.it) riceviamo e volentieri diffondiamo] Venerdi' 5 maggio, ore 21, Biblioteca Comunale Centrale, Via Sant'Egidio 21: presentazione alla citta' del convegno e del Movimento Nonviolento. Con Alex Zanotelli, missionario comboniano; Daniele Lugli, segretario nazionale del Movimento Nonviolento. * Sabato 6 maggio, ore 10-18, Saloncino del Dopolavoro ferroviario (stazione Santa Maria Novella), Via Alamanni 6r: convegno sul tema 'Nonviolenza e politica". Intervengono, fra gli altri, Nanni Salio, Lidia Menapace, Giusy Di Rienzo, Alberto L'Abate, Pasquale Pugliese, Rocco Pompeo, Alberto Trevisan, Piercarlo Racca, Elena Buccoliero, Adriano Moratto, Marco Baleani, Mao Valpiana, Michele Boato, Paolo Bergamaschi, Alberto Tomiolo, Sergio Albesano, ecc. * Domenica 7 maggio, ore 10: percorso attraverso i luoghi della nonviolenza a Firenze. - Partenza da Piazza dellaSignoria, luogo storico della democrazia a Firenze; Palazzo Vecchio, dove lavorarono Giorgio La Pira e Enriquez Agnoletti; - Chiesa Metodista, nei pressi del luogo dove predico' Ferdinando Tartaglia, via de' Benci; - Cappella Pazzi, luogo caro ad Alexander Langer, piazza Santa Croce; - Casa di Pio Baldelli, collaboratore di Capitini, via Oriuolo 9; - Piazza San Marco, convento dove La Pira abito', sede dell'Universita' dove insegno' Aldo Capitini; - Chiesa di San Giovannino degli Scolopi, dove predico' padre Ernesto Balducci, via Martelli; - Palagio di Parte Guelfa, sede del primo Centro di Orientamento Sociale a Firenze; - arrivo e termine a Piazza della Signoria, ore 13. * L'inizativa e' promossa dal Movimento Nonviolento. Per informazioni: tel. 0458009803, fax: 045 8009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 8. APPELLI. ALEX ZANOTELLI: ALLARME ATOMICO: METTIAMOCI INSIEME [Ringraziamo padre Alessandro Zanotelli (per contatti: alex.zanotelli at peacelink.it) per questo intervento. Alessandro Zanotelli, missionario comboniano, ha diretto per anni la rivista "Nigrizia" conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, scontrandosi con il potere politico, economico e militare italiano: rimosso dall'incarico e' tornato in Africa a condividere per molti anni vita e speranze dei poveri, solo recentemente e' tornato in Italia; e' direttore responsabile della rivista "Mosaico di pace" promossa da Pax Christi; e' tra i promotori della "rete di Lilliput" ed e' una delle voci piu' prestigiose della nonviolenza nel nostro paese. Tra le opere di Alessandro Zanotelli: La morte promessa. Armi, droga e fame nel terzo mondo, Publiprint, Trento 1987; Il coraggio dell'utopia, Publiprint, Trento 1988; I poveri non ci lasceranno dormire, Monti, Saronno 1996; Leggere l'impero. Il potere tra l'Apocalisse e l'Esodo, La meridiana, Molfetta 1996; Sulle strade di Pasqua, Emi, Bologna 1998; Inno alla vita, Emi, Bologna 1998; Ti no ses mia nat par noi, Cum, Verona 1998; La solidarieta' di Dio, Emi, Bologna 2000; R...esistenza e dialogo, Emi, Bologna 2001; (con Pietro Ingrao), Non ci sto!, Piero Manni, Lecce 2003; (con Mario Lancisi), Fa' strada ai poveri senza farti strada. Don Milani, il Vangelo e la poverta' nel mondo d'oggi, Emi, Bologna 2003; Nel cuore del sistema: quale missione? Emi, Bologna 2003; Korogocho, Feltrinelli, Milano 2003. Opere su Alessandro Zanotelli: Mario Lancisi, Alex Zanotelli. Sfida alla globalizzazione, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2003] Oggi scade l'ultimatum dell'Onu all'Iran. E' un momento grave per l'umanita' che potrebbe portarci ad una guerra atomica. Siamo alla vigilia di un'altra guerra preventiva con l'aggravante dell'uso di armi nucleari? I tamburi di guerra continuano a rullare: Bush, Condoleeza Rice, Blair... non perdono occasione per ripetere il loro messaggio di morte. Sono tanti gli esperti che sottolineano la gravita' della situazione in campo atomico. Per citarne uno, il fisico di Firenze Angelo Baracca, afferma che mai come oggi il mondo e' stato cosi' vicino ad una guerra nucleare, neanche durante la guerra fredda. Il dramma e' che oggi abbiamo cosi' tante bombe atomiche da far saltare il mondo quattro volte per aria. Esse hanno una potenza pari a duecentomila volte la bomba atomica sganciata su Hiroshima nel 1945. Ecco il Peccato del mondo oggi: l'Uomo puo' distruggere nel giro di un pomeriggio quello che Dio ha costruito in quattro miliardi e duecento milioni di anni. L'uomo, le chiese, le religioni, si trovano davanti ad una scelta di vita o di morte. "Le bombe nucleari sono un peccato" aveva detto l'arcivescovo di Seattle mons. Hunthausen, "nella societa' moderna, la base della violenza e' data dalla nostra intenzione di utilizzare l'arma nucleare. Una volta accettato questo, qualsiasi altro male e' al confronto un male minore. Fin quando non ci poniamo di fronte al problema del nostro consenso all'utilizzo delle armi nucleari, ogni speranza di miglioramento generalizzato della moralita' pubblica e' condannata al fallimento". Davanti ad un tale dramma e una cosi' colossale crisi, mi sorprende il vedere la nostra inerzia e le nostre divisioni. Com'e' possibile che gloriosi movimenti e associazioni come il Mir, "Azione nonviolenta", la Lega per il disarmo unilaterale, Pax Christi, Beati i costruttori di pace, Assopace, l'Unione scienziati per il disarmo, il Movimento nonviolento, la Campagna osm-dpn, il Cipax... non riescano a trovarsi insieme in chiave nazionale per dire una parola forte in questo momento storico? Come mai uomini e donne di grande spessore morale e culturale che lavorano sulla pace e sulla nonviolenza, come Aberto L'Abate, Tonino Drago, Giuliana Martirani, Rocco Altieri, Alfonso Navarra, Lorenzo Porta, Domenico Gallo, Nanni Salio, Mao Valpiana, Giuliano Pontara, don Albino Bizzotto, Angelo Baracca, Enrico Peyretti, Rodolfo Venditti (per citarne solo alcuni), non riescano a darsi un appuntamento nazionale per dire insieme una parola forte: una presa di posizione sulla bomba? Questo sforzo potrebbe essere sostenuto in primo luogo dalla rete Lilliput, insieme con ControlArms, Greenpeace, Peacelink, con il Coordinamento comasco per la pace ed altre organizzazioni e reti che da tempo sono impegnate su questi temi. Un incontro di questo genere sarebbe un grande segno di unita' e di coraggio in questo momento cosi' drammatico per l'umanita'. Queste personalita', in rappresentanza di tutti i gruppi e le associazioni che lavorano per la pace in Italia, potrebbero poi elaborare alcuni appelli, uno rivolto al papa, e un altro alla Conferenza Episcopale Italiana, chiedendo che la bomba venga dichiarata peccato, e la guerra atomica tabu'. Un terzo appello potrebbe essere rivolto al formando governo Prodi perche' ritiri immediatamente le truppe dall'Iraq e rifiuti risolutamente l'ipotesi di un'altra guerra preventiva contro l'Iran e metta al bando quel centinaio di bombe atomiche attualmente presenti in Italia. Tutte le associazioni e i gruppi che lavorano per la pace insieme alle personalita' che li animano potrebbero indire un altro grande incontro pubblico, ad esempio all'Arena di Verona (recuperando cosi' la grande tradizione dei Beati i costruttori di pace), ove pubblicamente e in tanti grideremmo il nostro no alla bomba e alla guerra atomica. Non perdiamo questo kairos della storia. 9. RIFLESSIONE. BARBARA SPINELLI: "UN'AUTENTICA, STABILE E AMICHEVOLE DISPONIBILITA' DELL'IMPUTATO VERSO I MAFIOSI" [Dal quotidiano "La Stampa" del 30 aprile 2006. Barbara Spinelli e' una prestigiosa giornalista e saggista; tra le sue opere segnaliamo particolarmente Il sonno della memoria, Mondadori, Milano 2001, 2004; una selezione di suoi articoli e' in una sezione personale del sito del quotidiano (www.lastampa.it)] Se nella campagna elettorale si fosse parlato dell'essenziale - della legalita' tenuta in spregio da anni, del conflitto d'interessi, della legge che in Italia non ha piu' maesta' - forse non ci sarebbe stato il caos che abbiamo visto l'altra notte quando si e' trattato di nominare il presidente del Senato. Non ci sarebbe stato questo nuovo manifestarsi d'un tumore che affligge gran parte della classe politica, che non accenna a mitigarsi nonostante la sconfitta di Berlusconi, e che puo' esser riassunto nelle seguenti malformazioni: il prevalere dell'interesse particolare o personale su quello collettivo, il primato dell'emozione vendicativa sulla valutazione razionale dell'utile per l'Italia, la sistematica preferenza data alla divisione, al disfacimento di quel che si potrebbe fare, al ricatto, al voto di scambio, all'avvertimento che promette e non promette, insinua e impaura. * Adesso Marini e' stato eletto presidente e Prodi ha l'inconfutabile diritto a governare con il sostegno di ambedue le camere, ma i miasmi delle ultime ore converra' tenerseli accanto come ammonimenti, per capire quel che sta davanti al futuro governo e agli italiani. In particolare converra' avere accanto il ricordo di come Andreotti, candidandosi, ha contribuito a tale inquinamento. A partire dal momento in cui su suggerimento di Berlusconi e' sceso in campo per contrastare la candidatura di Marini, a partire dal momento in cui s'e' ostinato a restare in gara pur essendosi accorto che l'imparziale spirito d'unita' che pretendeva incarnare era una menzogna, si poteva infatti prevedere la massima confusione. Diabolus, che vuol dire divisore, e' lo spirito maligno che imprigiona l'Italia politica e non stupisce che questo sia il nome attribuito al senatore: Belzebu'. Se nella campagna elettorale si fosse parlato di legalita' da restaurare non ci sarebbe stato spazio per un rientro di Andreotti all'insegna di questo epiteto, e per quel che s'e' accompagnato a tale rientro: i voti sbagliati per Marini denominati pizzini, il vocabolario della mafia che entra in Parlamento e l'infanga, le parole eversive dette dall'ex maggioranza contro Scalfaro. * Quest'ultima avventura di Andreotti resta come una ferita, uno sgarro. Una ferita che oscura le non poche sue condotte benefiche, e anche integre: la battaglia per l'Europa, la scelta di difendersi nei processi e non contro i processi. Ha detto il senatore che voleva apparire come uomo sopra le parti, un tipico esponente del centro che rifiuta l'aspro conflitto bipolare: ma come tale non si e' comportato, seminando piuttosto divisione. La nozione stessa di centrismo esce devastata dall'esperienza, perche' ancora una volta ad affiorare e' stato l'estremismo del centro, che si dilania sulle persone avendo perso cognizione del conflitto di idee. Da questo punto di vista e' piu' super partes Bertinotti, che alla Camera non ha esitato a dire: "Sono un uomo di parte che per questo motivo, pero', non teme il conflitto. (...) Ma non bisogna lasciar scivolare la politica nella coppia amico-nemico". * Altri dicono piu' verosimilmente che Andreotti voleva levarsi un sassolino dalla scarpa (nel frattempo se n'e' tolti tanti, troppi: fin da quando si auguro', nell'agosto 2005: "Meglio sarebbe che Violante e Caselli non fossero mai esistiti". O quando equiparo' il proprio processo al calvario di Gesu'), e ha fallito prestandosi a un'impresa disgregante anziche' unitaria. Quest'idea di adoperare la politica per levarsi sassolini, strappar poltrone, e' un'usanza che rischia di fare tanti piu' proseliti, quanto piu' viene considerata normale. Quando Andreotti sostiene che il potere logora chi non ce l'ha, e' a quest'usanza che sembra pensare. E' la convinzione che il politico sia autentico solo se e' costantemente ai comandi e non, come in Plutarco, "governante per breve tempo, e governato per tutta la vita". Una convinzione non fugata dalla vittoria di Prodi. * E' l'usanza di chi nella politica vede un mezzo per propri calcoli o rivincite e neppure sa cosa sia, dare uno scopo a se' e anche alla polis. Il sassolino di cui Andreotti voleva disfarsi e' un macigno, ed e' gravissimo che nessuno glielo abbia fatto capire, a cominciare dalle gerarchie ecclesiastiche. La giustizia lo ha assolto solo in apparenza, perche' nella motivazione della sentenza la sua contiguita' con la mafia fino all'80 e' attestata: se non ha pagato per questo reato e' perche' esso fu prescritto, non perche' non fu commesso. I giudici d'appello hanno emesso a Palermo una chiara sentenza nel 2003, resa definitiva dalla Cassazione nel 2004, quando hanno evocato: "un'autentica, stabile e amichevole disponibilita' dell'imputato verso i mafiosi" fino alla "primavera del 1980". Se la legalita' italiana non fosse da tempo e in misura crescente qualcosa di opinabile, Andreotti non avrebbe potuto osare esporsi cosi', e offrire un pessimo esempio ai politici dei due campi. * Da questa patologia il centrosinistra dovra' prima o poi ripartire, perche' essa permette il continuo riemergere di personaggi che con la legalita' hanno rapporti distorti: personaggi che Sylos Labini chiama i neomachiavellici, presenti a destra come a sinistra e sempre pronti non a distinguere la politica dalla morale, ma a contrapporre l'una all'altra (Sylos Labini, Ahi serva Italia). La caratteristica di simili personalita' e' l'indifferenza all'etica pubblica, la disinvoltura con cui minacciano slealta', mercanteggiano lealta', usano parlare di gioco politico per dissolvere nella levita' dei vocabolari infantili la distruttivita'. Sono chiamati spesso simpatici per il modo in cui esibiscono la spregiudicatezza come un pennacchio (lo osservava con acutezza Thomas Mann, poco dopo l'ascesa di Mussolini, nel racconto Mario e il Mago: "Quello strano tipo di uomo, che gli italiani chiamano simpatico, confonde singolarmente il giudizio morale con quello estetico"). Altri attributi estetizzanti si sono nel frattempo aggiunti: geniale, coraggioso, intelligente, addirittura intelligentissimo. L'imperturbabilita' nelle tempeste e' scambiata automaticamente col coraggio, il cinismo e' preso per acume: qui fiorisce spesso l'estremismo del centro. * La morale, con tutti questi attributi, non ha rapporto alcuno. La morale del geniale e' quella tartufesca di chi ininterrottamente chiede un qualche risarcimento per i sacrifici fatti, una compensazione per la lealta' che in politica si dovrebbe dare gratuitamente. Andreotti abilitato a togliersi sassolini diventa modello, anche se sconfitto: ognuno ritiene di poter rivendicare un indennizzo sotto forma di promozione, in cambio della propria fedelta'. Nel dizionario Battaglia il risarcimento e' "la riparazione di danni causati ingiustamente, l'ottenere soddisfazione a seguito di un danno morale, un'offesa, un'ingiustizia". Tutto a questo punto puo' divenire illecita offesa, danno morale: perdere la maggioranza nel voto, subire indagini, processi: tutti - da Berlusconi a Andreotti - devono esser pacificati con risarcimenti. * Se cosi' stanno le cose, son soprattutto le parole ad ammalarsi e a dover esser ripulite. Questa non e' la seconda repubblica di cui si parla, ne' stiamo entrando nella terza. Siamo tuttora immersi nelle escrescenze della prima, che l'hanno appestata. Stiamo tuttora cercando il gancio che ci riconnetta con l'Italia quando fu davvero coraggiosa: nel Risorgimento, nella Resistenza, nel dopoguerra. Certo siamo in emergenza, e ogni emergenza richiede larghe intese per fronteggiare ingovernabilita' e maggioranze esigue. Ma larghe intese su cosa precisamente, su quali requisiti personali, pubblici? Se il terreno comune non ha come base la maesta' della legge e la moralita' da restaurare, le larghe intese sono un complice patto che perpetua il fango e rende grotteschi i paragoni con la grande coalizione tedesca. Se non si cerca un altro tipo d'accordo, l'insolente distruttivita' delle ultime ore si ripetera' per l'elezione del Capo dello Stato, e vorra' dire che dalle notti di aprile si e' appreso poco. Il centrosinistra potrebbe forse proporre queste intese all'opposizione: su legalita', etica pubblica, imparzialita' vera delle nomine. Se Berlusconi e alleati dissentiranno, vorra' dire che ben altro vogliono: non intese ma cosiddetti inciuci. Un vocabolo che dissolve ogni cosa - civile coerenza, divisione tra destra e sinistra - nei miasmi del pateracchio, del pettegolezzo e dell'intrigo. * Per Andreotti questi non sono stati giorni di riscatto, proprio perche' da essi si era aspettato non gia' giustizia ma risarcimento. Questi sono stati giorni in cui la terribile profezia di Aldo Moro, pronunciata in una lettera dalla prigionia brigatista ("Lei uscira' dalla Storia e passera' alla triste cronaca che le si addice"), si e' in parte avverata e non e' stata contraddetta da una vera conoscenza di se', oltre che delle proprie responsabilita'. 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1286 del 5 maggio 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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