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La nonviolenza e' in cammino. 1280
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1280
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 29 Apr 2006 00:10:42 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1280 del 29 aprile 2006 Sommario di questo numero: 1. Anna Puglisi e Umberto Santino: Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica 2. Maria Schiavo: Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica 3. Sergio Tanzarella: Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica 4. Francesco Comina: Lidia Menapace proposta per il Quirinale 5. Adriano Moratto: Seminagioni di umanita' 6. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 7. Enrico Peyretti trascrive alcune riflessioni di Oscar Luigi Scalfaro sulla Costituzione 8. No al colpo di stato. Il 25-26 giugno votiamo per difendere la Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza 9. Augusto Cavadi: Un indizio che rimanda a scenari piu' complessi 10. Con Rita Borsellino 11. Nella Ginatempo: Basta uccisioni, basta guerre, la pace subito 12. Maria G. Di Rienzo: Per la festa della mamma 13. "Nonviolenza e politica": un convegno a Firenze il 5-7 maggio 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento 15. Per saperne di piu' 1. DEMOCRAZIA. ANNA PUGLISI E UMBERTO SANTINO: PER LIDIA MENAPACE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA [Ringraziamo Anna Puglisi ed Umberto Santino (per contatti: csdgi at tin.it) per questo intervento. Anna Puglisi, prestigiosa studiosa e militante antimafia, e' impegnata nell'esperienza del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di cui e' una delle fondatrici. Tra le opere di Anna Puglisi: con Umberto Santino (a cura di), La mafia in casa mia, intervista a Felicia Bartolotta Impastato, La Luna, Palermo 1986; con Antonia Cascio (a cura di), Con e contro. Le donne nell'organizzazione mafiosa e nella lotta antimafia, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 1988; Sole contro la mafia, La Luna, Palermo 1990; Donne, mafia e antimafia, Centro Impastato, Palermo 1998, Di Girolamo, Trapani 2005; con Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2005. Umberto Santino ha fondato e dirige il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo. Da decenni e' uno dei militanti democratici piu' impegnati contro la mafia ed i suoi complici. E' uno dei massimi studiosi a livello internazionale di questioni concernenti i poteri criminali, i mercati illegali, i rapporti tra economia, politica e criminalita'. Tra le opere di Umberto Santino: (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000; La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000. Su Umberto Santino cfr. la bibliografia ragionata "Contro la mafia. Una breve rassegna di alcuni lavori di Umberto Santino" apparsa su questo stesso foglio nei nn. 931-934. Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace at aliceposta.it) e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e' stata eletta senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004] Aderiamo alla proposta di Lidia Menapace presidente della Repubblica. 2. DEMOCRAZIA. MARIA SCHIAVO: PER LIDIA MENAPACE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA [Ringraziamo Maria Schiavo (per contatti: maria.schiavo at libero.it) per questo intervento. Maria Schiavo e' nata a Palermo il 5 dicembre 1940. Ha vissuto in Toscana e a Parigi. Negli anni '70 si e' stabilita a Torino ed ha fatto parte di gruppi femministi, che in questa citta' e soprattutto a Milano erano in relazione con il gruppo francese Psychanalyse et Politique. Nel 1977 ha fondato con altre la Libreria delle donne di Torino. Ha collaborato con saggi, racconti, poesie, articoli a varie testate, fra cui le riviste "Sottosopra", "Linea d'ombra" "Tuttestorie", il quotidiano "Liberazione", il sito della Libera universita' delle donne di Milano. Opere di Maria Schiavo: Macellum, storia violenta di donne e di mercato, La Tartaruga, Milano 1979; Margarethe von Trotta, ovvero l'onore ritrovato, Aiace, Torino 1981; (con altre autrici), Racconta, La Tartaruga, Milano 1989; Discorso eretico alla fatalita', Giunti, Firenze 1990, Actes Sud, 1995; Amata dalla luce, ritratto di Marilyn, Quaderni di via Dogana, Milano 1996, poi Tre Lune, Mantova 1999; Movimento a piu' voci. Il femminismo degli anni Settanta attraverso il racconto di una protagonista, Fondazione Badaracco - Franco Angeli, Milano 2002. Nel 1993 ha curato una raccolta di lettere di Madame de Sevigne', Alla figlia lontana. Lettere 1671-1690, Editori Riuniti, Roma 1993] Nell'attuale difficilissima situazione in cui la destra tenta in ogni modo di delegittimare la vittoria, pur se risicata, della sinistra, la proposta di candidare Lidia Menapace ha certamente un forte valore innanzitutto simbolico. Proprio perche' al di fuori degli attuali giochi politici sia a destra che a sinistra, essa sottolinea ancora di piu' la situazione drammatica in cui ci troviamo, il forte bisogno di una rifondazione in senso veramente democratico, il bisogno di personalita' che sappiano riconnettere la politica istituzionale con le esigenze del Paese reale, con i movimenti che lo hanno attraversato e lo attraversano. Un invito alla sinistra a meditare molto seriamente sui propri errori, sul suo mancato incontro con il maggio francese, con i movimenti degli anni '70 (che il bel libro di Rossana Rossanda ha con spietata acutezza sottolineato), con il movimento le donne. La candidatura di Lidia Menapace potrebbe, oltre che ricordare tutto cio', rimetterlo efficacemente in circolazione. 3. DEMOCRAZIA. SERGIO TANZARELLA: PER LIDIA MENAPACE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA [Ringraziamo Sergio Tanzarella (per contatti: sergiotanzarella at virgilio.it) per questo intervento. Su Sergio Tanzarella dalla rivista "Quaderni satyagraha" riprendiamo al seguente scheda: "Sergio Tanzarella insegna Storia della Chiesa presso la Facolta' Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli (sez. San Luigi). Ha curato tra l'altro: il volume"Costruire la pace sulla terra. A trent'anni dalla Pacem in terris (La meridiana, Molfetta 1993); e le voci: "Pace" nel Dizionario delle idee politiche (AVE, Roma 1993); "La Chiesa nei primi secoli. Non violenza e pace nella Chiesa antica" nel Dizionario di Teologia della Pace (Edb, Bologna 1997); "Pace e nonviolenza nel cristianesimo antico (I-III secolo)" in Mai piu' la guerra. Per una teologia della pace (La meridiana, Molfetta 1998); tra le sue piu' recenti pubblicazioni: La purificazione della memoria (Edb, Bologna 2001). Socio dell'"Associazione italiana dei professori di Storia della Chiesa", e' membro del consiglio di redazione della rivista "Rassegna di Teologia". Attualmente sta curando con Donatella Abignente il volume Tra Cristo e Gandhi. L'insegnamento di Lanza del Vasto, per le edizioni San Paolo. E' stato parlamentare nella XII legislatura. E' vicepresidente della Fondazione "don Peppino Diana" contro l'usura e per la legalita'"] Grazie per questa proposta che rompe il grigiore di casa nelle istituzioni. Con Lidia Menapace presidente della Repubblica Italiana non avremo piu' confusioni sulla "Festa della Repubblica" che e' festa dei cittadini e non delle Forze Armate e non avremo piu' parate militari ne' dispendiosi festini al Quirinale mentre milioni di pensionati non hanno i soldi ne' per mangiare ne' per curarsi, non avremo nemmeno incoraggiamenti per il commercio con la Cina senza affrontare prima il problema dei diritti umani in quel Paese. Lidia Menapace non dira' mai che una portaerei e' uno strumento di pace ma chiedera' al Parlamento l'applicazione dell'articolo 11 della Costituzione. Con Lidia Menapace quella parte di popolo che non ha mai rappresentanza potrebbe sentirsi di casa nelle istituzioni e forse sarebbe piu' credibile chiedere ai cittadini partecipazione e responsabilita'. E anche il protocollo dovrebbe adeguarsi ad un semplice cittadino diventato presidente in luogo di funzionario di partito diventato monarca e trattato come un re. Se potessimo votarla sono sicuro che saremmo in tanti. 4. RASSEGNA STAMPA. FRANCESCO COMINA: LIDIA MENAPACE PROPOSTA PER IL QUIRINALE [Ringraziamo Francesco Comina (per contatti: f.comina at ladige.it) per averci messo a disposizione questo suo articolo pubblicato sul quotidiano "L'Adige" il 24 aprile 2006. Francesco Comina e' stato uno dei principali punti di riferimento in Italia della campagna di sostegno al si' al referendum brasiliano per proibire il commercio delle armi. Giornalista e saggista, pacifista nonviolento, e' impegnato nel movimento di Pax Christi; nato a Bolzano nel 1967, laureatosi con una tesi su Raimon (Raimundo) Panikkar, collabora a varie riviste. Opere di Francesco Comina: Non giuro a Hitler, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2000; (con Marcelo Barros), Il sapore della liberta', La meridiana, Molfetta (Ba) 2005; (con Arturo Paoli), Qui la meta e' partire, La meridiana, Molfetta (Ba) 2005; ha contribuito al libro di AA. VV., Le periferie della memoria, Anppia - Movimento Nonviolento, Torino-Verona; e ad AA. VV., Giubileo purificato, Emi, Bologna] Lidia Menapace al Quirinale. Lo vuole il movimento per la pace. La campagna di raccolta delle firme e' partita nei giorni scorsi dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo dove viene confezionato il notiziario telematico "la nonviolenza in cammino" che arriva a migliaia di cittadini. Il direttore dice di aver raccolto gia' molte firme in calce a questo testo: "Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza. Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza. Un Presidente della Repubblica femminista. Una Presidente della Repubblica. Ci piacerebbe che fosse Lidia Menapace". "Lidia Menapace (residente a Bolzano ma conosciutissima in Trentino - ndr) e' una persona che ha preso parte alla Resistenza, una pensatrice e attivista femminista, un'amica della nonviolenza ed e' altresi' una persona di profonda cultura, di limpido impegno civile, di straordinario rigore morale. Tutte caratteristiche per le quali sarebbe una ottima Presidente della Repubblica" spiegano i promotori dell'appello. "Prima che il dibattito per l'elezione del capo dello Stato sia ingabbiato nelle logiche interne al ceto politico potrebbe essere efficace che dalle cittadine e dai cittadini, dalle espressioni civili della societa' civile si convergesse su una figura dell'autorevolezza di Lidia Menapace". "Ringrazio gli amici che mi stanno sostenendo - ha detto ieri Lidia Menapace ancora a Bolzano in attesa di iniziare il lavoro parlamentare - e credo che la proposta di una donna per quell'incarico sia un atto importante. Io ho un elenco di donne che vorrei candidare, da Tina Anselmi a Dacia Maraini, da Margherita Hack a Rosy Bindi...". 5. PROPOSTE. ADRIANO MORATTO: SEMINAGIONI DI UMANITA' [Ringraziamo Adriano Moratto (per contatti: mir.brescia at libero.it) per questo intervento. Adriano Moratto e' impegnato nel Centro per la nonviolenza di Brescia, nella Rete di Lilliput, in molte iniziative di pace e di solidarieta', ed e' una delle figure piu' note e autorevoli dell'impegno nonviolento in Italia] Sono, per mia fortuna, abbastanza vecchio per ricordarmi e riconoscere i frutti degli alberi della Nonviolenza. All'inizio credevo che ci fosse solo l'alberello dell'obiezione di coscienza al servizio militare. Poi ho visto nascere i rami dell'antinucleare, civile e militare; le energie alternative; la ricerca del potere di tutti; la coerenza degli stili di vita: sobrieta', solidarieta', eccetera. Insomma, tutte le articolazioni di iniziative e progetti sbocciati in 30 anni da Movimento Nonviolento, e che poi si sono fatti autonomi e adulti. Ricordo e riconosco i semi nonviolenti dei tanti che sono passati e che poi hanno continuato nelle altre piu' varie iniziative. * Diciamo che il fine sta nei mezzi come l'albero sta nel seme. Ma sappiamo anche che senza semi non ci sono piante. In Italia, Capitini - soprattutto - e Pinna e poi gli eredi del Movimento Nonviolento sono stati semi da cui sono nati gli alberi, i rami, le foglie di tante iniziative nonviolente. Ci sono mille altre bellissime iniziative, ma rinunciare ai semi che le hanno fatte nascere vuol dire perdere le radici, la linfa delle piante. * Per il contributo fondamentale di idee, di ricerca, di approfondimento e di confronto, non possiamo che sostenere il Movimento Nonviolento. Anche con l'opzione del 5 per mille. Come tutti i semi, che sono poco visibili, ma comunque indispensabili, cosi', indispensabile, e' il Movimento Nonviolento, che spesso scompare dopo aver dato vita a nuove piante. Date il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Una generosa azione che non ha oneri aggiuntivi per le nostre tasche. 6. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: Movimento Nonviolento, sede nazionale, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] Cari tutti, con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Per poter destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento, e' sufficiente appore la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il codice fiscale e': 93100500235. Sostenete un'associazione che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento sede nazionale, via Spagna 8, 37123 Verona 7. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI TRASCRIVE ALCUNE RIFLESSIONI DI OSCAR LUIGI SCALFARO SULLA COSTITUZIONE [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per averci messo a disposizione i suoi appunti di una conferenza del presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro. Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario. Oscar Luigi Scalfaro e' nato il 9 settembre 1918 a Novara; laureato in Giurisprudenza nel 1941, ha vinto il concorso per entrare in magistratura nel 1942; eletto all'Assemblea Costituente, e successivamente eletto deputato al Parlamento dal 1948 al 1992; piu' volte sottosegretario e ministro, e' stato presidente della Camera dei Deputati nel 1992; e' stato Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999; successivamente e' divenuto senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica] Il libro di Oscar Luigi Scalfaro, La mia Costituzione, e' stato presentato a Torino, nel Museo della Resistenza, il 24 aprile. Il presidente emerito ha svolto un lungo intervento. Ne riferisco, dai miei appunti, alcuni passaggi principali. * Nella maggioranza uscente, alcune persone importanti non hanno apprezzato nulla della riforma costituzionale votata dal Parlamento, ma l'hanno votata per disciplina, il che e' ancora peggio! In questa maggioranza c'e' stata una politica aggressiva contro la magistratura, come dal punto di vista di un imputato che si senta assolutamente incompatibile col giudice e con cio' che esso rappresenta: la legge. Per contro, sono considerati magistrati degni quelli che danno ragione all'imputato! A 24 anni ero uditore giudiziario, nel 1942. Dopo un anno pensai di dimettermi perche' vedevo giudici proni alla dittatura fascista. Una volta, il presidente del tribunale mi chiamo' e mi chiese perche' i reati annonari venivano declassati a contravvenzioni. Era presente una terza persona. Chiesi chi era costui: era un funzionario dei prezzi. Risposi solamente: "Ha bisogno di altro, presidente?". La laicita' dello Stato e' necessaria, perche' e' la casa di tutti, e nessuno ha diritto di mettergli sopra l'impronta. Il magistrato autonomo e indipendente - indipendenza esterna, dell'ordine, e interna, del singolo magistrato, come garantisce la Costituzione - e' un elemento essenziale di civilta'. Un magistrato deve avere la schiena diritta. Il pubblico ministero non rappresenta una parte, ma la legge. Da pubblico ministero chiedevo solo la pena voluta dalla legge, che spesso era inferiore a quella erogata dai giudici. Anche persone degnissime hanno difficolta' ad applicare principi inderogabili. Avviene anche nel mondo cattolico: non si tratta di perdono ma di rilassatezza, quasi sperando per se', in caso di necessita', quella indulgenza. La Costituzione viene accusata dall'attuale pervicace presidente del consiglio di essere nata da un "compromesso" nel senso negativo della parola. Da commerciante non capisce la politica e la denigra. Quando "scese in politica" le sue aziende erano in debito, ora e' tra i maggiori ricchi. La politica, se e' politica, non e' in grado di arricchire nessuno. Nell'Assemblea Costituente eravamo tutti "estremisti": ciascuno nella sua ideologia ed esperienza. Ma ci univa il no al fascismo e ai suoi principi, e la comune sofferenza patita sotto la dittatura. A me stupito per la sua amicizia con Nenni, De Gasperi mi disse: "Devi sapere che abbiamo sofferto insieme", durante il fascismo. Quando Nenni aspettava in ansia notizie della figlia deportata in lager, tocco' a De Gasperi, in quanto ministro degli esteri, informarlo che era stata trovata cadavere. Si abbracciarono piangendo insieme. L'incontro di due sofferenze produce una unita' umana universale. Gli undici articoli dei principi fondamentali della Costituzione sono basati sul valore della persona umana, che e' al centro della nostra carta fondamentale, segno della risurrezione civile del paese. (Scalfaro interrompe la sua conversazione per ringraziare del loro lavoro gli operatori televisivi che escono dalla sala). La Costituzione entra in vigore il primo gennaio 1948, precedendo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, del 10 dicembre successivo. Gli italiani non vantano abbastanza questo nostro primato. "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignita' e diritti", dice il primo articolo della Dichiarazione. "Nascono", cioe' non devono dire grazie a nessuno: dignita' e diritti sono nativi. C'e' la prossima scadenza del referendum costituzionale, in giugno. Si dice che la riforma votata dall'attuale maggioranza non riguarda i diritti del cittadino. Non e' vero. Il capo dello Stato e' ridotto in canottiera, non ha piu' il suo principale potere: sciogliere le Camere, "sentiti i loro presidenti" (art. 88). Con la riforma, il primo ministro e' "esclusivo responsabile" dello scioglimento della Camera, firmata dal Presidente della Repubblica, che non vi partecipa affatto. Cosi' i parlamentari eleggono un Presidente che non ha piu' un potere valido. Con questa riforma il Parlamento non da' piu' la fiducia al governo: con una frase farisaica o comica si dice che, sul programma esposto dal governo "la Camera si esprime con un voto"! Non e' una fiducia, e' un tacere! Il governo non e' piu' vincolato alla fiducia! In tal modo si riduce gravemente il voto del cittadino, in quanto il parlamentare che egli elegge nomina un Presidente della Repubblica inesistente; se il Parlamento sfiducia il governo si suicida, perche' il Primo Ministro lo scioglie. Il Parlamento e' declassato, il Presidente pure, il Premier ha un potere assoluto! Inoltre, con la cosiddetta devolution, sanita' e scuola diventano diseguali, l'accesso alla cultura e alla cura non e' piu' uguale per tutti. Si spacca l'art. 5 che dichiara la Repubblica "una e indivisibile". Votiamo nel referendum per bocciare questa riforma! Oggi sono garanti il Presidente, il governo, la Corte Costituzionale, ma e' soprattutto il cittadino il primo garante della Costituzione. 8. LIBERTA'. NO AL COLPO DI STATO. IL 25-26 GIUGNO VOTIAMO PER DIFENDERE LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA NATA DALLA RESISTENZA E' stata fissata per il 25-26 giugno la data del referendum sulla Costituzione, per cancellare il colpo di stato tentato dal governo golpista alcuni mesi fa e difendere la Costituzione della Repubblica Italiana del 1948, nata dalla Resistenza antifascista, monumento di civilta' giuridica e presidio dei diritti di tutti. 9. RIFLESSIONE. AUGUSTO CAVADI: UN INDIZIO CHE RIMANDA A SCENARI PIU' COMPLESSI [Ringraziamo Augusto Cavadi (per contatti: acavadi at lycos.com) per questo intervento. Augusto Cavadi, prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e' impegnato nel movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a Palermo, collabora a varie qualificate riviste che si occupano di problematiche educative e che partecipano dell'impegno contro la mafia. Opere di Augusto Cavadi: Per meditare. Itinerari alla ricerca della consapevolezza, Gribaudi, Torino 1988; Con occhi nuovi. Risposte possibili a questioni inevitabili, Augustinus, Palermo 1989; Fare teologia a Palermo, Augustinus, Palermo 1990; Pregare senza confini, Paoline, Milano 1990; trad. portoghese 1999; Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un'altra preghiera, Augustinus, Palermo 1991; Pregare con il cosmo, Paoline, Milano 1992, trad. portoghese 1999; Le nuove frontiere dell'impegno sociale, politico, ecclesiale, Paoline, Milano 1992; Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa puo' fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna 1993, nuova edizione aggiornata e ampliata Dehoniane, Bologna 2003; Il vangelo e la lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A scuola di antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze didattiche, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell'esperienza cristiana, Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola 1999; Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998; Volontari a Palermo. Indicazioni per chi fa o vuol fare l'operatore sociale, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1998, seconda ed.; voce "Pedagogia" nel cd- rom di AA. VV., La Mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina, Torino 1998, ed. inglese 1999; Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall'etica, Cittadella, Assisi, 2000; Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001; Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2003; Gente bella, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004; Strappare una generazione alla mafia, DG Editore, Trapani 2005. Vari suoi contributi sono apparsi sulle migliori riviste antimafia di Palermo. Indirizzi utili: segnaliamo il sito: http://www.neomedia.it/personal/augustocavadi (con bibliografia completa)] La cronaca della cattura di Provengano ha attestato, ancora una volta, l'inquietante compresenza di Bibbia e lupara nelle tane dei mafiosi. Solo una nota di colore o, al piu', la conferma di relazioni pericolose fra potere ecclesiastico e poteri illegali? Probabilmente si tratta di un indizio che rimanda a scenari piu' complessi, solitamente trascurati. Ne abbozziamo alcuni. * La problematica che viene, in prima istanza, coinvolta riguarda l'ambito - circoscritto ma non ristretto - di coloro che (ebrei, cristiani e musulmani) si riconoscono, con differenze interne, nel Libro: in modo particolare nell'Antico Testamento. I credenti nelle tre grandi religioni monoteistiche del Mediterraneo non possono piu' differire la loro risposta ad un dato di fatto evidente: il Dio della Bibbia - come scrive ad esempio il noto esegeta cattolico Giuseppe Barbaglio - e' un Giano bifronte. Un Giano che mostra, secondo le pagine dei tanti libri che costituiscono la "Biblioteca", un volto di misericordia, di pace e di perdono ma anche di ira, di guerra e di vendetta. Questa concezione e incompatibile con la coscienza moderna e va dunque, coraggiosamente, rivista. Sino a quando si privilegera' una lettura "letteralista" (o "fondamentalista") del Testo principe dell'Occidente, si lasceranno aperte le porte ad ogni genere di applicazione terroristica e criminale. E' venuto il momento di capire - e di insegnare alle giovani generazioni nelle parrocchie, nelle sinagoghe e nelle moschee - che la sacra Scrittura non e' dettata parola per parola dallo Spirito santo e che, piuttosto, testimonia una fase storica (di due millenni fa) della faticosa e mai esauribile ricerca religiosa di alcuni popoli. Un modello a cui guardare per andare avanti, dunque: non un feticcio da imbalsamare ed applicare meccanicamente. * Una seconda problematica sollevata dal sequestro dei volumi meditati da Provengano possiede dimensioni piu' vaste e interessa chiunque si occupi, al di la' degli aspetti teologici, del fenomeno mafioso. I capi di "Cosa nostra" fanno tanto spesso ricorso a fonti letterarie cosi' autorevoli perche', piu' o meno inconsciamente, cercano una legittimazione ideologica del loro potere effettivo. Ai loro stessi occhi la mafia non si esaurisce nei fattori (per altro costitutivi ed essenziali) dell'organizzazione militare, dell'arricchimento economico e della complicita' con le istituzioni civili ma comprende anche - per riprendere l'espressione suggerita da Umberto Santino - un "codice culturale": un insieme di credenze, principi etici, simboli, norme, tradizioni... Se questo e' vero, la lotta al sistema di dominio mafioso deve partire dal piano repressivo, finanziario e politico ma non puo' limitarsi ad esso: deve farsi anche battaglia culturale, rivoluzione intellettuale ed etica. Non basta dunque destrutturare dottrine aberranti e morali ambigue: e' necessario controproporre una "visione del mondo" piu' lucida e principi d'orientamento operativo piu' argomentati. Nel vuoto di criteri di giudizio e, soprattutto, di buone pratiche c'e' spazio per ogni organizzazione criminale che abbia solo l'apparenza di una comunita' fondata su valori e donatrice di senso. La societa' siciliana non si liberera' da questo cancro sino a quando sara' autoindulgente e tollerera' facilmente, al proprio interno, atteggiamenti paternalistici, clientelari, conformistici, conservatori, illegali e "alegali"(l'aggettivo piu' ricorrente nelle recenti analisi di Antonio La Spina): insomma, atteggiamenti mafiosi e paramafiosi. Ecco perche' la partita si gioca nella quotidianita' delle relazioni umane dentro le scuole, le facolta' universitarie, gli ospedali, gli uffici pubblici, le imprese commerciali, le banche; nelle scelte, individuali e collettive, non escluse le scelte elettorali. Purtroppo, in proposito, arrivano segnali contraddittori: sondaggi (parziali) documenterebbero un crescente consenso per persone - come Rita Borsellino - che incarnano senza ombre e senza equivoci la cultura del confronto critico, della solidarieta', della partecipazione attiva; ma ancora alle ultime consultazioni milioni di siciliani si sono espressi a favore di personaggi rappresentativi di quel modo di vedere e di condurre la vita che, in niente o quasi, si differenzia dalla filosofia della mafia. Personaggi antropologicamente troppo simili ai Provenzano che vengono arrestati ed ai colonnelli che subentrano al loro posto: per i quali i valori e le norme sono specchietto per le allodole o, nel migliore dei casi, spunti retorici per discorsi ufficiali. E la stessa religione un inventario di espedienti per lavarsi la coscienza (dentro) e per rendere presentabile la propria immagine pubblica (all'esterno). 10. I COMPITI DELL'ORA. CON RITA BORSELLINO [Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino assassinato dalla mafia, e' da molti anni insieme a don Luigi Ciotti la principale animatrice dell'associazione "Libera", la principale rete dei movimenti della societa' civile impegnati contro la mafia. Per coordinare e diffondere le informazioni sulla campagna a sostegno della candidatura di Rita Borsellino a presidente della Regione Sicilia e' attivo il sito: www.ritapresidente.it] Le elezioni per il rinnovo della Regione Siciliana hanno un'importanza che va ben oltre i confini geografici dell'isola e gli aspetti amministrativi della consultazione. La vittoria di Rita Borsellino, sorella di Paolo Borsellino e continuatrice della lotta sua e di tanti eroe ed eroine, sarebbe la vittoria della democrazia, dello stato di diritto, della civilta' giuridica, della dignita' umana. La vittoria di Rita Borsellino costituirebbe una dura sconfitta del potere mafioso e dei suoi complici. Anche questo foglio rivolge un appello a tutte e tutti a sostenere Rita Borsellino nelle elezioni regionali siciliane di maggio. 11. RIFLESSIONE. NELLA GINATEMPO: BASTA UCCISIONI, BASTA GUERRE, LA PACE SUBITO [Ringraziamo Nella Ginatempo (per contatti: nellagin at tiscali.it) per questo intervento. Nella Ginatempo e' una prestigiosa intellettuale impegnata nei movimenti delle donne, contro la guerra, per la globalizzazione dei diritti; e' docente di sociologia urbana e rurale all'universita' di Messina; ha tenuto per alcuni anni il corso di sociologia del lavoro, svolgendo ricerche sul tema del lavoro femminile; attualmente svolge ricerche nel campo della sociologia dell'ambiente e del territorio. Tra le sue pubblicazioni: La casa in Italia, 1975; La citta' del Sud, 1976; Marginalita' e riproduzione sociale, 1983; Donne al confine, 1996; Luoghi e non luoghi nell'area dello Stretto, 1999; Un mondo di pace e' possibile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2004] Occorre ricordare al nuovo parlamento e alla nuova maggioranza l'urgenza di decidere l'immediato ritiro delle truppe italiane dall'Iraq perche', come dice il testo della convocazione del presidio di Milano "la pace e' l'unica sicurezza". Pensiamo che proprio in un momento confuso come questo, il movimento per la pace deve tornare a esprimersi con la sua voce in ogni citta', percio' auspichiamo l'organizzazione di sit-in., la scrittura di lettere e appelli, una nuova mobilitazione. * Ricordiamo all'opinione pubblica il significato politico e morale di questa reiterata richiesta di ritiro delle truppe italiane: - non perche' "cediamo al ricatto dei terroristi" ma perche vogliamo compiere un atto di giustizia riparatrice. Infatti fin tanto che stiamo la' al seguito dell'occupazione militare statunitense dello stato sovrano dell' Iraq siamo complici di un crimine internazionale, stiamo dalla parte del torto. Noi siamo gli invasori, i complici degli aggressori, per la repressione degli insorti, per la copertura complice di atroci crimini come le torture e le sparatorie sui civili. Noi siamo alleati di chi ha incenerito donne e bambini a Falluja con le armi al fosforo. Noi siamo sotto il comando di chi con la menzogna ha invaso e devastato un paese sovrano che vede in noi dei nemici; - non perche' "vogliamo abbandonare il popolo dell'Iraq "senza aiuti umanitari, ma perche' siamo consapevoli che la nostra missione non ha senso fintantoche' continua l'occupazione militare Usa e non puo' espletare un vero compito umanitario di pace e ricostruzione. Infatti siamo consapevoli che, essendo solo il 10% delle spese totali della missione devoluto ad aiuti umanitari - mentre il 90% del budget serve al mantenimento delle truppe - l'aspetto umanitario e' solo il paravento che copre il vero scopo della missione. Potevamo inviare aiuti direttamente alle ong irachene, anziche' dissiparli nel dispiegamento di mezzi militari, ma in questo modo non avremmo avuto sul posto il presidio militare dei pozzi di petrolio di Nassirya, la custodia dei convogli petroliferi e dei nostri contratti dell'Eni. Guerra per il petrolio mascherata da missione di pace: questa vergogna deve finire; - non perche' siamo "vigliacchi e non vogliamo mantenere le promesse", ma perche' ci sembra atroce continuare la litania dei nostri morti, non certo sacrificati per la difesa della nostra patria, ma invece mandati al macello per una finta missione di pace in un territorio di guerra. * Il ritiro immediato e unilaterale delle truppe italiane dall'Iraq come e' stato quello delle truppe spagnole avra' un doppio effetto positivo: - farci identificare finalmente come un paese amico che vuole la pace; -isolare ancora di piu' la politica di Bush e Rumsfeld della guerra preventiva, sottraendole la nostra alleanza servile e complice, per influire sulla politica della comunita' internazionale e indurre un cambiamento di rotta. Qualunque aiuto umanitario e di ricostruzione del paese potra' essere offerto solo dopo una scelta di discontinuita' come questa e solo dopo la fine della illegale occupazione Usa dell'Iraq con la restituzione della sovranita' piena al popolo iracheno. Per questo la missione non va rifinanziata alla sua prossima scadenza di giugno, ma va chiusa e abolita perche' sta dalla parte del torto. Quando saremo dalla parte della ragione studieremo altre possibili forme di intervento. Ma oggi basta, basta con i morti, basta con le menzogne, gli inciuci, le ipocrisie, i balletti del Palazzo e i conformismi alla solita linea filoatlantica. Chiediamo ai parlamentari pacifisti di unirsi con una grande iniziativa morale e politica al movimento per la pace, di votare contro il rifinanziamento della missione in Iraq, di pretendere e imporre una svolta concreta, senza cambiare nome alla missione, senza persistere in una presenza in Iraq dal sapore comunque neocoloniale (le truppe umanitarie al seguito degli invasori occupanti). 12. RIFLESSIONE. MARIA G. DI RIENZO: PER LA FESTA DELLA MAMMA [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005] Non e' che alle madri non piaccia ricevere cioccolatini e fiori per la loro festa, ma se volete veramente onorare le loro persone ed il loro lavoro ci sono doni piu' importanti che potete offrire, e che dureranno di piu' dell'attimo di dolcezza per il palato o per la vista. Come figli e figlie, o come compagni e compagne di una madre potete cominciare a... * 1. Tenere pulita la vostra stanza. Ripulire gli oceani e l'aria fara' si' che i corpi delle madri siano piu' sani quando sono incinte, allattano e crescono i bambini. Le contaminazioni nell'acqua e nell'aria, come quelle da mercurio, passano direttamente dalla madre al bambino, per non menzionare il loro contributo all'asma, al cancro e all'infarto. Contaminazioni possono passare anche attraverso il cibo, con effetti devastanti. Allora, per onorare vostra madre, prendetevi mezz'ora al giorno per saperne di piu' sullo stato della terra in cui vivete grazie a lei (usate internet, contattate le associazioni ambientaliste, scoprite cosa potete fare voi per rendere l'ambiente piu' sano) e comprate per voi e per la mamma cibi biologici, organici, che siano certificati liberi da ogm. * 2. Chiederle come sta, di cosa ha bisogno, cosa la farebbe sentire bene. Usualmente, le madri mettono i propri bisogni in fondo alla lista delle priorita' familiari. L'ideologia del sacrificio propagandata da varie religioni e l'ideologia della colpa suggerita da diverse correnti psicoanalitiche contribuiscono spesso a far si' che le madri si sentano indegne se non corrispondono agli standard previsti, e si percepiscano allo stesso tempo prive di opportunita' e responsabili per qualsiasi guaio accada ai familiari. Come risultato, molte madri sperimentano la depressione durante la loro vita, e la soffrono dietro porte chiuse, senza che alcuno se ne accorga. Domandate alla mamma come va, chiedete che vi parli di lei, e ascoltatela veramente. Parlate apertamente dei vostri momenti di stanchezza, per sconfiggere il ritegno che lei potrebbe avere a parlarvi dei suoi. * 3. Mettere il vostro impegno la' dove lei si trova. Lo sapevate che il differenziale salariale per le madri lavoratrici sta peggiorando invece di migliorare? Mamma, in tutto il mondo, anche se fa esattamente lo stesso lavoro di babbo, viene pagata meno. Sarebbe il caso di suggerire alla mamma di negoziare un salario migliore: chiedetele di parlarne con le altre madri lavoratrici, di iscriversi ad un sindacato, di esaminare le leggi che combattono la discriminazione. Sostenetela in questo percorso, sollecitando dai deputati e senatori che avete eletto un impegno a sviluppare migliori condizioni lavorative per le madri. * 4. Mantenervi in salute. Non trasecolate, questo sarebbe un dono prezioso per la mamma. Sono infatti innumerevoli le madri che abbandonano la propria occupazione e persino qualsiasi progetto per il futuro, per prestare assistenza a parenti malati, invalidi o anziani. C'e' bisogno di una sanita' pubblica che abbia davvero cura della salute dei cittadini, e che non scarichi sulle madri i propri compiti. Sollecitate i vostri rappresentanti in Parlamento ad occuparsi di questo problema. * 5. Tenerle ferma la scala mentre sale verso i propri desideri. Le madri si proibiscono spesso di perseguire i propri sogni. Le donne vengono ancora forzate a scegliere fra l'impegno professionale e la vita familiare, in modi che non vengono assolutamente richiesti agli uomini. 'íessere genitori richiede, a questo livello, compromessi da ambo i partner, ma se vogliamo maggiore equita' e presenza femminile la' dove le decisioni vengono prese, le ambizioni della mamma nel cosiddetto "spazio pubblico" vanno sostenute. Spesso l'incoraggiamento da parte di coloro che ama e' cio' che manca a una madre per fare il primo passo: e allora datele una mano se esprime il desiderio di riprendere gli studi, di iniziare un'attivita' commerciale, di presentarsi candidata a un'elezione. * 6. Ricordare assieme a lei le origini di questa festa. La "festa della mamma", o "giorno della madre", e' nata come ricorrenza di protesta contro la guerra. Nel "Proclama del Giorno della Madre" scritto da Julia Ward Howe nel 1870 si legge, tra l'altro: "Non permetteremo che le grandi questioni siano decise da forze non pertinenti. I nostri mariti non torneranno da noi con addosso la puzza del massacro, per ricevere carezze ed applausi. I nostri figli non ci verranno sottratti affinche' disimparino tutto quello che noi siamo state in grado di insegnare loro sulla carita', la pieta' e la pazienza. Noi donne di una nazione proviamo troppa tenerezza per le donne di una qualsiasi altra nazione, per permettere che i nostri figli siano addestrati a ferire i loro". La dichiarazione di Julia Ward Howe chiede inoltre un Consiglio internazionale delle donne, un congresso generale senza limiti di nazionalita', che proponga mezzi con cui "la grande famiglia umana possa vivere in pace" e promuova l'alleanza fra differenti nazioni e la risoluzione amichevole delle questioni internazionali. Parlate con la mamma di cosa potete fare insieme contro tutte le guerre, affinche' non una madre di piu' debba piangere la morte dei propri cari e davvero la "grande famiglia umana" possa festeggiare chi da' la vita onorando la vita stessa. 13. INCONTRI. "NONVIOLENZA E POLITICA": UN CONVEGNO A FIRENZE IL 5-7 MAGGIO Si svolgera' a Firenze dal 5 al 7 maggio il convegno su "Nonviolenza e politica" promosso dal Movimento Nonviolento. Per informazioni: tel. 0458009803, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 15. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1280 del 29 aprile 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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