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La nonviolenza e' in cammino. 1262
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1262
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 11 Apr 2006 00:25:58 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1262 dell'11 aprile 2006 Sommario di questo numero: 1. In luogo di un editoriale 2. Agnes Heller: De amicitia 3. Etty Hillesum: La differenza 4. Un profilo di Ivan Illich 5. Pasquale Pugliese: La vera scelta 6. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 7. Valentino Parlato intervista Franco Ferrarotti 8. Indice dei numeri 1221-1251 (marzo 2006) de "La nonviolenza e' in cammino" 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento 10. Per saperne di piu' 1. IN LUOGO DI UN EDITORIALE Per commentare i risultati elettorali ci sembra una idea ragionevole attendere i risultati elettorali. 2. MAESTRE. AGNES HELLER: DE AMICITIA [Da Agnes Heller, Morale e rivoluzione, Savelli, Roma 1979, p. 65. Agnes Heller, illustre filosofa ungherese, nata a Budapest nel 1929, sopravvissuta alla Shoah, allieva e collaboratrice di Lukacs, allontanata dall'Ungheria, ha poi insegnato in Australia e in America. In Italia e' particolarmente nota per la "teoria dei bisogni" su cui si ebbe nel nostro paese un notevole dibattito anche con riferimento ai movimenti degli anni '70. Su posizioni democratiche radicali, e' una interlocutrice preziosa anche laddove non se ne condividessero alcuni impianti ed esiti teorici. Dal sito della New school for social research di New York (www.newschool.edu) presso cui attualmente insegna traduciamo questa breve notizia biografica essenziale aggiornata al 2000: "Nata nel 1929 a Budapest. Sopravvissuta alla Shoah, in cui ha perso la maggior parte dei suoi familiari morti in diversi campi di concentramento. Allieva di Gyorgy Lukacs dal 1947 e successivamente professoressa associata nel suo dipartimento. Prima curatrice della 'Rivista ungherese di filosofia' nel dopoguerra (1955-'56). Destituita dai suoi incarichi accademici insieme con Lukacs per motivi politici dopo la rivoluzione ungherese. Trascorse molti anni ad insegnare in scuole secondarie e le fu proibita ogni pubblicazione. Nel 1968 protesto' contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia, e subi' una nuova persecuzione politica e poliziesca. Nel 1973, sulla base di un provvedimento ad personam delle autorita' del partito, perse di nuovo tutti gli incarichi accademici. 'Disoccupata per motivi politici', tra il 1973 e il 1977 lavoro' come traduttrice. Nel 1977 emigro' in Australia. A partire dall'enorme cambiamento del 1989, attualmente trascorre parte dell'anno nella nativa Ungheria dove e' stata designata membro dell'Accademia ungherese delle scienze. Nel 1995 le sono stati conferiti il 'Szechenyi National Prize' in Ungheria e l''Hannah Arendt Prize' a Brema; ha ricevuto la laurea ad honorem dalla 'La Trobe University' di Melbourne nel 1996 e dall'Universita di Buenos Aires nel 1997". Opere di Agnes Heller: nella sua vastissima ed articolata produzione segnaliamo almeno: Per una teoria marxista del valore, Editori Riuniti, Roma 1974; La teoria dei bisogni in Marx, Feltrinelli, Milano 1974, 1978; Sociologia della vita quotidiana, Editori Riuniti, Roma 1975; L'uomo del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze 1977; La teoria, la prassi e i bisogni, Savelli, Roma 1978; Istinto e aggressivita'. Introduzione a un'antropologia sociale marxista, Feltrinelli, Milano 1978; (con Ferenc Feher), Le forme dell'uguaglianza, Edizioni aut aut, Milano 1978; Morale e rivoluzione, Savelli, Roma 1979; La filosofia radicale, il Saggiatore, Milano 1979; Per cambiare la vita, Editori Riuniti, Roma 1980; Teoria dei sentimenti, Editori Riuniti, Roma 1980, 1981; Teoria della storia, Editori Riuniti, Roma 1982; (con F. Feher, G. Markus), La dittatura sui bisogni. Analisi socio-politica della realta' est-europea, SugarCo, Milano 1982; (con Ferenc Feher), Ungheria 1956, Sugarco, Milano 1983; Il potere della vergogna. Saggi sulla razionalita', Editori Riuniti, Roma 1985; Le condizioni della morale, Editori Riuniti, Roma, 1985; (con Ferenc Feher), Apocalisse atomica. Il movimento antinucleare e il destino dell'Occidente, Milano 1985; Oltre la giustizia, Il Mulino, Bologna, 1990; (con Ferenc Feher), La condizione politica postmoderna, Marietti, Genova 1992; Etica generale, Il Mulino, Bologna 1994; Filosofia morale, Il Mulino, Bologna, 1997; Dove siamo a casa. Pisan Lectures 1993-1998, Angeli, Milano 1999. Opere su Agnes Heller: Nino Molinu, Heller e Lukacs. Amicus Plato sed magis amica veritas: topica della moderna utopia, Montagnoli, Roma 1984; Giampiero Stabile, Soggetti e bisogni. Saggi su Agnes Heller e la teoria dei bisogni, La Nuova Italia, Firenze 1979; la rivista filosofica italiana "aut aut" ha spesso ospitato e discusso la riflessione della Heller; cfr. in particolare gli studi di Laura Boella] E' tragica la situazione in cui non esiste una persona conosciuta, un amico. Ma e' comico, quando questa persona esiste, fare piu' affidamento su un "esperto" che su un amico. 3. MAESTRE. ETTY HILLESUM: LA DIFFERENZA [Da Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, p. 191. Etty Hillesum e' nata a Middelburg nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004] C'e' differenza fra "temprato" e "indurito". Spesso non se ne tiene conto, oggi. Credo di diventare ogni giorno piu' temprata... ma indurita non lo saro' mai. 4. MAESTRI. UN PROFILO DI IVAN ILLICH [Dal sito www.altraofficina.it/ivanillich/, che reca molti utili materiali di e su Ivan Illich, riprendiamo la seguente notiza biografica (purtroppo non firmata)] Ivan Illich nasce a Vienna il 4 settembre 1926 da padre croato e cattolico, proprietario di terre che appartenevano da secoli alla famiglia nell'isola dalmata di Brazza, e da madre ebrea sefardita. La madre gli parla in inglese, tedesco e russo e il nonno e' un rabbino. Nel 1941 con la madre e i fratelli deve lasciare l'Austria a causa delle leggi razziali e si reca a Firenze (i suoi parenti italiani producevano il liquore "Maraschino"). Qui inizia l'universita' con studi di istologia, cristallografia, e per proprio conto studia psicologia e storia dell'arte. Nel 1943 comincia a Roma i corsi all'Universita' Gregoriana, risiedendo al Collegio Capranica. Ordinato sacerdote nel 1951 chiede di essere assegnato alla diocesi di New York e viene nominato viceparroco in una comunita' portoricana del Lower Est Side a cui si dedica con grande passione. Si impadronisce della lingua e del mondo portoricano in pochi mesi e organizza la prima grande sfilata di strada dell'orgoglio portoricano. I suoi metodi e la sua intelligenza lo rendono da un lato molto ricercato e stimato e dell'altro osteggiato e oggetto di diffidenze. Erich Fromm lo ha tra i suoi amici migliori, e Jacques Maritain gli chiede di sostituirlo a Princeton mentre e' malato a tenere le lezioni su Tommaso d'Aquino. Nel 1956 e' nominato prorettore alla Universita' di Portorico. Nel 1959, a 33 anni, diviene uno dei piu' giovani monsignori del tempo, ma nel 1960 lascia l'isola anche per la sua opposizione a un modello di chiesa locale "yankee" in una societa' latinoamericana che lo aveva portato allo scontro con la gerarchia cattolica del luogo e in particolare col vescovo di Ponce, James McManus, che aveva preso posizione in occasione delle elezioni locali. Negli anni Sessanta John Kennedy e Giovanni XXIII lanciano una "crociata per lo sviluppo", spingendo developpers, missionari e peace corps in America Latina. Illich capisce che questo e' un nuovo tipo, molto piu' perverso, di colonialismo che vuole distruggere dall'interno i sistemi culturali dei paesi del "terzo mondo" e omogeneizzarli all'idea roosveltiana "e tutta nordamericana recentissima" di sviluppo e progresso. Tornato a New York diventa delegato per il settore ricerche del presidente della Fordham University. Dopo un lungo giro a piedi per il continente latinoamericano sceglie Cuernavaca come luogo da cui organizzare la resistenza ai "missionari dello sviluppo". Inventa una scuola di spagnolo per accogliere i "volontari della pace" per spiegare loro i danni di cui si fanno portatori. Illich ne rimanda a casa la meta' giudicandoli inadatti all'impegno missionario, perche' incapaci di liberarsi dai postulati del benessere consumista e della societa' industriale nordamericana. A Cuernavaca, insieme a Valentina Borremans, inventa il Cidoc, un centro di documentazione dove vengono raccolti da un lato enormi quantita' di lavori sulle tradizioni popolari latinoamericane e dall'altro dati e materiali sullo sviluppo delle grandi istituzioni mondiali nel campo dell'educazione, della salute, dell'economia. Il Centro esercita una grande attrazione sui giovani sacerdoti prima, e successivamente su tutta la generazione degli anni '60 e '70, diventando uno dei punti piu' avanzati nel mondo per lo studio della modernita' e dei problemi chiave della societa' occidentale. Una serie di seminari insieme ai massimi esperti di questi temi da' vita ad una critica radicale alle istituzioni, da cui nascera' il libro Descolarizzare la societa' e poi la critica feroce alla medicina ufficiale Nemesi medica. In un episodio mai completamente chiarito s'insinua nei rapporti fra Stati Uniti e Chiesa per salvare persone, fra cui dei preti, sottoposte alla tortura in regimi dittatoriali del Sudamerica. Sfugge a piu' di un attentato e, dopo la morte del cardinale di New York Spellmann che aveva sempre nutrito una grande fiducia nella sua devozione e impegno, nel 1968, diventato troppo scomodo, Illich viene chiamato a Roma davanti al Sant'Uffizio per un processo da cui esce prosciolto, ma a causa delle sue critiche all'organizzazione istituzionale della Chiesa sulla rivista americana dei gesuiti gli vengono tolti i finanziamenti, dopo di che Illich taglia ogni legame fra il Cidoc e la Chiesa. Nel gennaio 1969 il Sant'Uffizio vieta ai preti di seguire i corsi del Cidoc. Due mesi dopo, in una lettera aperta pubblicata dal "New York Times", Illich rinuncia unilateralmente a tutti i suoi titoli, benefici e servizi ecclesiastici, e smette di dire messa. Non chiedera' mai la riduzione allo stato laicale e mai sara' sospeso, ma rimarra' fino alla fine nell'elenco dei sacerdoti incardinati nella diocesi di New York. Pubblicamente non sara' mai piu' identificabile come "uomo di chiesa" anche se in privato la sua tensione morale e religiosa restera' fortissima. Non si potrebbe oggi capire il cammino che quest'uomo ha fatto non tenendo conto della complessita' della sua formazione (teologo, storico, sociologo, linguista, economista), e dell'orizzonte morale che sottende tutto il suo lavoro. Alla fin degli anni Settanta si occupa sempre piu' di "sistemi" che creano dipendenza e diventano controproduttivi: pubblica su "Le Monde" un famoso articolo, Energia ed equita', che apre la questione della crisi energetica legandola strettamente all'ipotesi perdente di una societa' che e' schiava della velocita' di pochi. Illich diventa uno dei "guru" dei movimenti ecologisti e della critica alla societa' industriale. Negli anni seguenti si occupa di "diritto alla disoccupazione creativa", di analisi del sistema e dell'ideologia del lavoro. In Francia esce agli inizia degli anni Ottanta Le travail phantome (Seuil) che e' un'analisi acuta e preveggente del settore informale come sistema che regge e consente l'economia formale, sfruttando e invadendo zone della vita che prima erano ambiti privati, parte delle relazioni primarie, comunitarie e vernacolari dell'esistenza. E' il primo grande abbozzo del lavoro che sviluppera' negli anni Ottanta: la critica all'invadenza dei sistemi di mercato retti da esperti e professionisti nelle sfere piu' intime della vita sociale. Fino a scrivere nel 1985 Gender and sex, un libro scandaloso, in cui da storico ricostruisce il modo con cui il capitalismo ha distrutto la differenza (culturale e radicale) tra uomini e donne per inventare il mito del lavoratore e consumatore neutro. Il libro desta la reazione violentissima del femminismo americano ed e' accolto in tutto il mondo con censura e sospetto. Negli ultimi anni il lavoro di Illich si arricchisce e approfondisce, pescando nel XII secolo evidenze di un mondo in cui era ancora presente la "proporzionalita'" che le stesse istituzioni create dalla Chiesa e poi prese in prestito dallo Stato e dalla societa' civile contribuirono a distruggere. Il lavoro su Ugo di San Vittore, Nella vigna del testo, ne e' un prezioso tassello. Da qui si riapre per Illich una nuova stagione di critica alla istituzionalizzazione della vita sociale e quotidiana. Negli ultimi anni Illich insegnava per una parte dell'anno a Brema, in Germania, e continuava a essere presente in altri centri di ricerca, come la Penn State University in Pennsylvania, ma anche Bologna e altri luoghi dove ha amici e seguaci. Il suo metodo di lavoro era piu' simile a una stoa' dell'antica Atene che a una vita accademica: un gruppo di fedeli giovani ricercatori, di studiosi adulti e di vecchi amici lo circondavano e lo seguivano. Illich chiedeva alle universita', o ad amici, un luogo dove vivere insieme ai suoi e dove svolgere dei seminari pubblici. Cosi' i momenti esterni si intrecciavano ai momenti interni di riflessione, dialogo, ricerca. Da anni Illich perseguiva con i suoi amici e allievi una ricerca sulla "proporzionalita'" intesa come una specie di "senso comune", di maniera di sentire e di pensare che consentiva non soltanto la convivenza ricca e interessante delle comunita' umane, ma lo sviluppo delle arti liberali e delle arti vere e proprie. Non e' morto del cancro alla faccia che gli ha tormentato il trigemino per quasi vent'anni ma in pochi secondi, probabilmente di un arresto cardiaco, con accanto le carte del lavoro che stava ultimando. 5. PROPOSTE. PASQUALE PUGLIESE: LA VERA SCELTA [Ringraziamo Pasquale Pugliese (per contatti: puglipas at interfree.it) per questo intervento. Pasquale Pugliese, educatore presso i Gruppi educativi territoriali del Comune di Reggio Emilia, dove risiede, laureato in filosofia con una tesi su Aldo Capitini, e' impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Rete di Lilliput ed in numerose iniziative di pace; e' stato il principale promotore dell'iniziativa delle "biciclettate nonviolente"] E' possibile fare qualcosa? Dopo una campagna elettorale oscena sotto tutti i punti di vista, nella quale sono stati accuratamente evitati i temi cruciali del nostro tempo: pace e guerra, risorse ed inquinamento, impoverimento dei popoli e migrazioni. Dopo la scoperta che gli Usa, dopo l'Afghanistan e l'Iraq, preparano la guerra atomica - la guerra atomica - contro l'Iran. E' possibile ancora fare qualcosa? Si'. E' possibile per ciascuno di noi compiere una piccola scelta di civilta': destinare il 5 per mille della dichiarazione dei redditi al Movimento Nonviolento. E' uno scelta che non comporta nessuno sforzo, ma puo' consentire al Movimento Nonviolento - sezione italiana della War Resister's International - di aumentare gli sforzi per una cultura ed una politica di nonviolenza e di pace in Italia e nel mondo. "La vera scelta non e' tra violenza e nonviolenza" scriveva Martin Luther King prima di essere ucciso "ma tra nonviolenza e non esistenza": pensate che fosse un ingenuo visionario? 6. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: Movimento Nonviolento, sede nazionale, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] Cari tutti, con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Per poter destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento, e' sufficiente appore la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il codice fiscale e': 93100500235. Sostenete un'associazione che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento sede nazionale, via Spagna 8, 37123 Verona 7. RIFLESSIONE. VALENTINO PARLATO INTERVISTA FRANCO FERRAROTTI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 7 aprile 2006. Valentino Parlato, tra i fondatori del "Manifesto", rivista prima e quotidiano poi, e' uno dei piu' acuti e prestigiosi intellettuali della sinistra italiana. Franco Ferrarotti e' il piu' illustre sociologo italiano. Dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (www.emsf.rai.it) riprendiamo la seguente scheda: "Franco Ferrarotti, nato il 7 aprile 1926 a Palazzolo Vercellese, si e' laureato in filosofia nell'Universita' di Torino nell'anno accademico 1949-1950 con una tesi su "La sociologia di Thorstein Veblen", di cui aveva tradotto La teoria della classe agiata. Duramente criticato da Benedetto Croce ne "Il Corriere della Sera" del 15 gennaio 1949, alla stroncatura crociana replica con due saggi nella "Rivista di Filosofia". Compie studi di perfezionamento a Parigi, Londra e Chicago. E' fra i fondatori del Consiglio dei Comuni d'Europa a Ginevra nel novembre 1949. Nel 1951 fonda, con Nicola Abbagnano, i "Quadeni di sociologia". E' deputato indipendente al Parlamento per la Terza legislatura (1958-1963) in rappresentanza del Movimento Comunita' di Adriano Olivetti, con cui collabora dal 1948. Non si ripresenta per la rielezione, avendo deciso di dedicarsi in piena autonomia allo studio e alla ricerca. Ottiene nel 1961 la cattedra di sociologia nell'Universita' di Roma, a seguito del primo concorso bandito in Italia per questa disciplina. Dal 1957 al 1962 e' direttore della Divisione dei fattori sociali nell'O.E.C.E. (ora O.C.S.E.) a Parigi. Nel 1965 e' Fellow del "Center for the Advanced Study in the Behavioral Sciences" a Palo Alto, California. Visiting Professor presso molte universita' europee e nordamericane, in Russia, Giappone e America Latina. Nel 1978 e' nominato "Directeur d' Etudes" alla Maison des Sciences de l'Homme a Parigi. Medaglia d'oro al merito della Cultura. Membro della New York Academy of Sciences. Attualmente dirige "La Critica sociologica", da lui fondata nel 1967 ed e' coordinatore del "Dottorato in Teoria e ricerca sociale" nell'Universita' di Roma "La Sapienza". Opere: Il dilemma dei sindacati americani, Comunita', Milano 1954; La protesta operaia, Comunita', Milano 1955; Il rapporto sociale nell'impresa moderna, Armando, Roma 1961; La sociologia come partecipazione, Taylor, Torino 1961; Max Weber e il destino della ragione, Laterza, Bari 1964; Trattato di sociologia, Utet, Torino 1968; Vite di baraccati, Liguori, Napoli 1975; Alle radici della violenza, Rizzoli, Milano 1979; La societa' come problema e come progetto, Mondadori, Milano 1980; Il paradosso del sacro, Laterza, Roma-Bari 1983; Homo sentiens, Liguori, Napoli 1985; Il ricordo e la temporalita', Laterza, Roma-Bari 1987; (con Pietro Crespi), La parola operaia, Scuola G.Reiss Romoli, L'Aquila 1994; L'Italia in bilico - elettronica e borbonica, Laterza, Roma-Bari 1994; Simone Weil: la pellegrina dell'Assoluto, Messaggero, Padova, 1996". Dell'immensa produzione di Ferrarotti segnaliamo qui in particolare anche Oltre il razzismo, Armando, Roma; La tentazione dell'oblio, Laterza, Roma-Bari] Franco Ferrarotti, tanto piu' ora (il 7 di aprile) che ha compiuto ottant'anni, e' un mostro sacro della cultura italiana. Nessuno, che abbia una certa eta', puo' dimenticare che e' stato lui a sfondare la cortina di ferro "crocio-marxista" liberando l'insegnamento della sociologia dalla criminologia, dandole la dignita' di disciplina autonoma. Poi Franco Ferrarotti non e' stato solo professore in patria, ha insegnato in varie parti del mondo, e' stato anche deputato, ha indagato sulle borgate non solo romane, ha scritto un sacco di libri, tutti piuttosto provocatori. E anche adesso e' un vulcano, che non risparmia lava e lapilli. In omaggio a questi suoi ribollenti ottant'anni non ho resistito alla tentazione di intervistarlo. * - Valentino Parlato: Se ti va, visto che siamo alla vigilia, dimmi che pensi di queste elezioni. - Franco Ferrarotti: Si', la passione politica non mi manca. Da giovane, avevo ventidue anni, bazzicavo un po' con i trozkisti e gli anarchici. Nel '48 poi ero per la fusione dei socialisti di Nenni con i comunisti di Togliatti. Questi i miei lontani precedenti. Ora, le elezioni di domenica: mi sembrano molto importanti, quasi come quelle del 18 aprile del 1948 e vale sottolineare che il leader avverso non e' De Gasperi, ma Berlusconi. Quelle del '48 segnarono la storia d'Italia dando il potere alla restaurazione democristiana. Oggi il rischio e' analogo: Berlusconi e' il bacino collettore di tutto lo storico moderatismo italiano, per di piu' rafforzato dalla chiesa cattolica. E' un blocco socio-culturale da temere. Mi chiedi come andra'. Ho molta fiducia nel fatto che Berlusconi - come si e' gia' visto - a un certo punto sbarella. Penso che il centrosinistra vincera', ma - aggiungo - o sara' una vittoria chiara e forte oppure sara' una mezza vittoria e la crisi italiana continuera' e andra' peggio. * - Valentino Parlato: La tua, e si era gia' nel 1960, e' stata la prima cattedra di sociologia in Italia. Come mai questo ritardo? - Franco Ferrarotti: In Italia dominava quel che io chiamerei crocio-marxismo, che fece blocco contro la sociologia: la si studiava solo nelle facolta' di giurisprudenza e medicina, come criminologia, ma non poteva essere una scienza a se'. * - Valentino Parlato: E come sei riuscito a passare, ad avere una cattedra? - Franco Ferrarotti: Nel mondo accademico avevo due quinte colonne, Nicola Abbagnano e Franco Lombardi, poi ho avuto un po' di fortuna, ma dominante era l'affermazione della sociologia in tutto il mondo occidentale: l'eccezione italiana non poteva resistere. * - Valentino Parlato: In che senso fortuna? - Franco Ferrarotti: Pensa che nel 1949 (avevo 23 anni) Einaudi pubblico' la mia traduzione della Teoria della classe agiata di Veblen. Il volume arrivo' nelle librerie il 3 gennaio del 1949 e il 15 gennaio usci' una stroncatura di Benedetto Croce: il successo era assicurato. Ma anche la cultura marxista si schiero' contro: la rivista "Critica Economica" diretta da Antonio Pesenti pubblico' la sua stroncatura a firma di Angiolini, che era - credo - il redattore capo della rivista. Allora trovai un sostegno da parte di Cesare Pavese e Felice Balbo. * - Valentino Parlato: Perche' queste resistenze? - Franco Ferrarotti: Si temeva una contaminazione della cultura consacrata e c'era anche la convinzione dell'impossibilita' di passare dall'empiria (propria della sociologia) alla teoria. * - Valentino Parlato: Credo di capire, ma a che serve oggi la sociologia? - Franco Ferrarotti: Bella domanda. La sociologia avrebbe dovuto essere sinottica, globale, l'autoanalisi continua dello stato della nostra societa'. Invece e' diventata una tecnica specialistica di analisi settoriali senza un giudizio complessivo. Mi verrebbe da dire che si e' ridotta quasi a un'attivita' di spionaggio e avrei voglia di aggiungere che oggi i veri sociologi negli Usa sono i pubblicitari, i quali studiano le capacita' di spesa dei vari strati sociali e quindi le loro scelte di consumo. Sai, quando andai per la prima volta negli Usa avevo in mente il Sogno di Scipione scritto da Cicerone. Sognava che lo spirito filosofico greco si unisse allo spirito pratico romano. Io sognavo qualcosa di analogo tra pensiero filosofico europeo e pensiero sociologico americano, ma era solo un sogno. * - Valentino Parlato: Parliamo un po' del lavoro, che mi pare abbia perso di importanza nel dibattito politico-culturale anche in questa campagna elettorale. - Franco Ferrarotti: Il lavoro e' stato banalmente concepito come un puro strumento per procacciarsi i mezzi di sussistenza. Una visione riduttiva fatta propria anche dai sindacati. Pensa alla monetizzazione della nocivita'. * - Valentino Parlato: Voglio essere rozzo: e' ancora il lavoro che produce ricchezza? E c'e' ancora lo sfruttamento? - Franco Ferrarotti: Certo e' ancora il lavoro che produce ricchezza e c'e' ancora lo sfruttamento, ma con la tua "rozzezza" rischi di rimanere ai tempi di Charlie Chaplin e della catena di montaggio e di non vedere i grandi cambiamenti che sono avvenuti nel processo capitalistico. Oggi le categorie nelle quali si dividevano i lavori sono saltate. Da una parte ci sono le macchine transfer che fanno parte del lavoro che una volta faceva l'operaio: oggi l'operaio ha soprattutto funzioni di controllo, e' un supervisore. Siamo forse a un passaggio dall'operaio all'operatore. C'e' poi la questione dei cambiamenti del lavoro, non e' piu' solo questione di lavoro flessibile, quanto di lavoro occasionale. La fabbrica nuova non e' piu' la vecchia Mirafiori, spesso e' diffusa nel territorio. Cosi' dall'altra parte non solo non c'e' piu' la presenza del padrone e neppure del manager come era ancora ai tempi di Valletta, che si riconosceva sempre subalterno agli Agnelli. Ora - anche in Italia dovremmo impararlo - c'e' il chief executive officer, che comanda, guadagna moltissimo, non ha nessun rapporto di fedelta' con l'impresa e non tiene in nessuna considerazione il padrone, che il piu' delle volte e' rappresentato da un popolo di azionisti dispersi, che guardano piu' agli andamenti di borsa, che ai risultati produttivi dell'impresa. Tutto questo - a mio parere - funziona in America, ma in Europa e' un disastro. In America - mi hanno telefonato stamane - Bush, che e' Bush, vuole dare la cittadinanza a undici milioni di ispanici, in Italia invece siamo alla Bossi-Fini e in Europa non e' tanto meglio. * - Valentino Parlato: Passiamo ad altro, ma non tanto. Nel tuo libro sul capitalismo, dici che e' l'unico sistema sociale ormai esistente. Per un verso corrisponde alla realta', ma mi sembra un cedimento, anche culturale. Ha veramente vinto il capitalismo? - Franco Ferrarotti: Si', il capitalismo ha vinto, ma e' una vittoria "pirrica". Ti ricordi la frase di Pirro? "Un'altra vittoria cosi' contro i romani e potremo tornarcene a casa". La vittoria del capitalismo sul socialismo e' indubitabile: il capitalismo produce ricchezza, il socialismo distribuisce ricchezza, ma siccome non la produce e' un fallimento. Gorbaciov mi ha detto che il fallimento del socialismo sovietico era "inevitabile". * - Valentino Parlato: Ma oggi che succede? - Franco Ferrarotti: Oggi - i marxisti hanno ancora una volta perso il treno - c'e' la finanziarizzazione dell'economia nei paesi ricchi: la produzione la fanno gli altri, gli iloti dei paesi che cercano di raggiungere il capitalismo. * - Valentino Parlato: Perche' dici che i marxisti hanno perso il treno? - Franco Ferrarotti: Perche' fra le tante cose che hanno dimenticato hanno dimenticato pure Hilferding e il suo Capitale finanziario. Oggi il comando capitalista sta nella finanza e i marxisti - ma forse esagero - si occupano ancora della produzione. Non hanno capito che il capitalismo e' Proteo (lo diceva anche Franco Rodano). Cambia continuamente sotto le tue mani e diventa insuperabile perche' supera sempre se stesso. I marxisti dovrebbero essere piu' attenti a Marx che, quando ancora i lavoratori erano artigiani, aveva anticipato la venuta della classe operaia. * - Valentino Parlato: Concludiamo, quale e' il tuo giudizio sulla nostra societa'? - Franco Ferrarotti: E' una societa' saturnina che alleva i suoi figli, li manda a scuola, gli fa fare anche i master e poi li ammazza, li divora. * La conversazione continua, ma sulla societa' "saturnina" mi fermo. Del resto se ne parlera' ancora. Franco Ferrarotti, come dicevo, e' un vulcano, e niente affatto in sonno. 8. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 1221-1251 (MARZO 2006) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 1221 del primo marzo 2006: 1. Richiamare la coscienza. Alcuni testi da "Arca notizie"; 2. Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto: Della distrazione e del richiamo; 3. Rene' Doumerc: Colloquio con Shantidas; 4. Giovanni Vannucci: Richiamo e preghiera; 5. M. Ferre': Il conflitto e il rappel (con una premessa di Antonino Drago); 6. Leo Sassicaldi: Una dichiarazione di voto; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 1222 del 2 marzo 2006: 1. Richiamare la coscienza. Alcuni testi da "Arca notizie" (parte seconda e conclusiva); 2. Andrea Cozzo: Il rappel di Lanza del Vasto, appello fisico e mentale all'attenzione; 3. Liliana Tedesco: Il canto come richiamo alla presenza; 4. Alberta Nelli: Riflessioni ed esperienze sul rappel; 5. Antonino Drago: Il richiamo; 6. Jean-Baptiste Libouban: Preparare il corpo alla nonviolenza attiva; 7. Enzo e Maria Sanfilippo: Samasthiti: attenzione e distensione nello yoga; 8. Eutichio Silvestroni: Una dichiarazione di voto; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. femminile plurale". Numero 53 del 2 marzo 2006: 1. Mariuccia Ciotta: Donne al rogo; 2. Giuliana Sgrena: Senza veli; 3. Ida Dominijanni: La denuncia e l'appello di Kerry Kennedy; 4. Liliana Moro: Educate a non istruirsi. Breve un excursus storico dalla Grecia antica all'Ottocento; 5. Quattro liriche di Maura Del Serra; 6. Sei liriche di Maria Luisa Spaziani; 7. "Noi donne". * Numero 1223 del 3 marzo 2006: 1. Il 18 marzo per la pace; 2. Severino Vardacampi: Scandalosa la solita omissione, penosa la solita ambiguita'; 3. Oggi a Ferrara; 4. Tre incontri a Macerata; 5. Flavio Lotti: Un invito; 6. Ricordando Ivan Illich. Un convegno a Lucca; 7. A Gemona l'11 marzo; 8. Il "Cos in rete" di marzo; 9. Luisa Morgantini: L'Italia taglia i fondi alla cooperazione: e' questa la linea dell'Europa solidale?; 10. Il ritorno di Ippocrate; 11. Alessandro Portelli: Fermare la mano del boia; 12. Paolo Pobbiati: L'atto illegale; 13. Aldo Antonelli: Apostrofe alla guerra; 14. Ida Dominijanni presenta "Multiculturalismo" di Laura Lanzillo; 15. Riccardo Luigi Pitocante: Una dichiarazione di voto; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 1224 del 4 marzo 2006: 1. Renato Solmi: Le prossime elezioni politiche e il referendum sulla riforma della Costituzione; 2. Anna Bravo: La resistenza e la cura; 3. Roberto Finelli ricorda Giulio Salierno; 4. Giulio Vittorangeli: "Un giorno intero di sole e non strumenti di guerra"; 5. Luigi Manconi: Che cos'e' il testamento biologico; 6. Riletture: Elena Loewenthal, L'Ebraismo spiegato ai miei figli; 7. Riletture: Elena Loewenthal, Lettera agli amici non ebrei; 8. Riletture: Elena Loewenthal, Eva e le altre. Letture bibliche al femminile; 9. Gontardo Scardanelli: Una dichiarazione di voto; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 1225 del 5 marzo 2006: 1. Patrizia Moretti: Una lettera aperta; 2. Rete italiana per il disarmo: Pistole Beretta in Iraq. Governo e lobby armiera vogliono nascondere i traffici illeciti; 3. Lidia Menapace: Eros e civilta'; 4. Luisa Morgantini: Sull'orlo del collasso; 5. Paola Canarutto: Ebrei per la pace a Bi'lin; 6. Severino Vardacampi: Per Israele e per la Palestina; 7. Augusto Cavadi: Occhi di fame. Un incontro notturno; 8. Arundhati Roy: Bush in India; 9. Stefania Giorgi ricorda Octavia Butler; 10. Miriam Tola ricorda Octavia Butler; 11. Formazione alla nonviolenza a Baia Domizia; 12. Aristarco Bacchettoni: Una dichiarazione di voto; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza". Numero 63 del 5 marzo 2006: Una intervista ad Anna Bravo ed Eugenio Gruppi: Insegnare a scuola la storia del Novecento. * Numero 1226 del 6 marzo 2006: 1. "Azione nonviolenta" di marzo; 2. Assemblea nazionale della Rete Lilliput; 3. Fabio Levi e Anna Bravo: I giovani e la Shoah; 4. Fortunato Delistrazzi: Una dichiarazione di voto; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * Numero 1227 del 7 marzo 2006: 1. "Il paese delle donne"; 2. Riccardo Orioles: Elezioni; 3. Giulio Vittorangeli: Elezioni; 4. Giuliana Sgrena: Un anno dopo; 5. Guido Caldiron intervista Soheib Bencheickh; 6. Juergen Moltmann: La lezione di Bonhoeffer; 7. Adriana Chemello presenta "Convertirsi alla nonviolenza?" di autori vari; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "Voci e volti della nonviolenza". Numero 12 del 7 marzo 2006: 1. Valeria Ando': "La physis ama nascondersi": la lettura arendtiana di Eraclito; 2. Et coetera. * Numero 1228 dell'8 marzo 2006: 1. L'otto marzo a Roma le donne contro la guerra; 2. Un'intervista a Yanar Mohammed; 3. Haider Rizvi: Donne contro la guerra; 4. Luisa Morgantini: l'Europa sostenga concretamente l'impegno nonviolento di Aung San Suu Kyi; 5. Sei liriche di Giovanna Bemporad; 6. Due liriche di Letizia Lanza; 7. Cinque liriche di Marisa Zoni; 8. Chiara Fraschini presenta "La guerra non ci da' pace" a cura di Carla Colombelli; 9. Lidia De Federicis presenta "La guerra non ci da' pace" a cura di Carla Colombelli; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 1229 del 9 marzo 2006: 1. Davide Melodia ha concluso la sua vita terrena; 2. Maria G. Di Rienzo: Pacifiste arrestate a New York; 3. Daria Tognetti ed Elena Zampiccoli: Indice di "Azione nonviolenta". Annate 2002-2005 (parte prima); 4. Letture: AA. VV., Testamento biologico. Riflessioni di dieci giuristi; 5. Letture: Giulio Girardi, Che Guevara visto da un cristiano; 6. Letture: Abraham Pais, Einstein; 7. Letture: David Robinson, Chaplin. La vita e l'arte; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale". Numero 54 del 9 marzo 2006: 1. Giuliana Sgrena: La Fondazione Calipari e l'impegno per un'altra intelligence; 2. Maruja Torres: Davanti ai credenti; 3. Due postille al testo che precede; 4. Marina Terragni colloquia con Paola Tavella e Alessandra Di Pietro; 5. Marisa Rodano: Fu liberazione e conquista di un diritto; 6. Angelo D'Orsi: Un convegno in ricordo di Madeleine Reberioux; 7. Beatrice Busi presenta "Il femminismo degli anni '70" a cura di Teresa Bertilotti e Anna Scattigno. * Numero 1230 del 10 marzo 2006: 1. Mao Valpiana ricorda Davide Melodia; 2. Daria Tognetti ed Elena Zampiccoli: Indice di "Azione nonviolenta". Annate 2002-2005 (parte seconda e conclusiva); 3. I digrignamenti di Bofonchione; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * Numero 1231 dell'11 marzo 2006: 1. Un laboratorio su "Pensiero femminile e nonviolenza di genere" all'Universita' di Palermo; 2. Umberto Eco: Appello agli indecisi; 3. Intervista a Terry McGovern sul progetto "Modelli di resistenza"; 4. Medici obiettori al porto d'armi; 5. Paolo Cacciari presenta "Capitalismo natura socialismo" a cura di Giovanna Ricoveri; 6. Anna Folli presenta "Scritti militanti" di Sibilla Aleramo; 7. Carlo Ottino presenta due libri di Jean-Marie Muller ed Enrico Peyretti; 8. Nico Accidiosi: Ancora su questa giraffa; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 1232 del 12 marzo 2006: 1. Benito D'Ippolito: Tom; 2. Osvaldo Caffianchi: Una leggenda apocrifa ovvero eulogia di Massimiliano di Cartagine; 3. Maria Luisa Boccia: Un ricordo di Nadia Gallico Spano; 4. Maria G. Di Rienzo: 8 marzo 2006; 5. Guido Caldiron intervista Tahar Ben Jelloun; 6. Augusto Cavadi: Rouault a Palermo; 7. Un corso di perfezionamento a Firenze; 8. Enrico Peyretti presenta "Principi e voti" di Gustavo Zagrebelsky; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza". Numero 64 del 12 marzo 2006: 1. Mao Valpiana: L'ultimo viaggio di Davide Melodia; 2. Davide Melodia: Cenno autobiografico; 3. Alcuni interventi di Davide Melodia; 4. Davide Melodia: Come neutralizzare il virus della violenza; 5. Davide Melodia: Corresponsabili della guerra; 6. Davide Melodia: Il sinistro scenario mondiale; 7. Davide Melodia: Ecopacifismo e animali; 8. Davide Melodia: Con le bombe; 9. Davide Melodia: Due pensieri; 10. Davide Melodia: Un epigramma; 11. Davide Melodia: Resistenza e memoria storica; 12. Davide Melodia: Speranza da Firenze; 13. Davide Melodia: La nonviolenza, una scelta difficile; 14. Davide Melodia: Scienza e coscienza. * Numero 1233 del 13 marzo 2006: 1. Enrico Peyretti: Dopo i fatti di Milano; 2. Dallo stupidario di Bietolone; 3. Laura J. Winter: Gordana; 4. Il 15 marzo a Pisa; 5. Convegno e inaugurazione della Casa per la pace a Casalecchio di Reno; 6. Un training a Torino; 7. Presentazione de "Le passioni di Lea" a cura di Piera Nobili, Maria Paola Patuelli, Serena Simoni; 8. Indice completo di "In cammino verso Assisi"; 9. Indice dei numeri 1-30 (settembre-ottobre 2000) de "La nonviolenza e' in cammino"; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 1234 del 14 marzo 2006: 1. Danilo Dolci: Annunciano di avere ammazzato; 2. Danilo Zolo: La guerra dentro; 3. Donna M. Hughes: Solo la democrazia puo' liberare le donne dalla schiavitu'; 4. Giuseppe Moscati presenta "La democrazia in America" di Alexis de Tcqueville; 5. Indice dei numeri 31-76 (novembre-dicembre 2000) de "La nonviolenza e' in cammino"; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * "Voci e volti della nonviolenza". Numero 13 del 14 marzo 2006: 1. Davide Melodia; 2. Davide Melodia: I quaccheri e il pacifismo; 3. Davide Melodia: Non parlare di nonviolenza; 4. Davide Melodia: A Gino Vermicelli; 5. Davide Melodia: Cio' che e' mancato nel 1999; 6. Davide Melodia: I rischi della nonviolenza; 7. Davide Melodia: Rivoluzione nonviolenta; 8. Davide Melodia: Educare le forze dell'ordine alla nonviolenza; 9. Davide Melodia: Contro la violenza; 10. Davide Melodia: La forza e il rispetto; 11. Davide Melodia: Solidale con Susanna Thomas; 12. Davide Melodia: In dialogo con Eugenio Morlini; 13. Davide Melodia: Firme per l'educazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine; 14. Davide Melodia: Pensieri intorno alla vicenda genovese di Susan Thomas; 15. Davide Melodia: L'esperienza dei quaccheri, in sintesi; 16. Davide Melodia: Se...; 17. Davide Melodia: Per trasmettere i valori della nonviolenza; 18. Davide Melodia: Due parole sui quaccheri; 19. Davide Melodia: Un ritorno all'eta' della pietra; 20. Davide Melodia: Quale risposta al terrorismo; 21. Davide Melodia: Un minuto di silenzio; 22. Davide Melodia: Sulla disobbedienza civile; 23. Davide Melodia: Risposta nonviolenta al terrorismo; 24. Et coetera. * Numero 1235 del 15 marzo 2006: 1. Cindy Sheehan: Criminali; 2. Enrico Peyretti: Note quotidiane; 3. Giobbe Santabarbara: E' schene' tu theu'. Una lettura laica di Apocalisse, 21, 3; 4. Cinque truci pensieri del vecchio Scarpante; 5. Letture: Eduardo Arens, Lo humour di Gesu' e la gioia dei discepoli; 6. Letture: Giancarla Codrignani, L'amore ordinato; 7. Letture: Carla Colombelli (a cura di), La guerra non ci da' pace; 8. Indice dei numeri 77-135 (gennaio-febbraio 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 1236 del 16 marzo 2006: 1. Enrico Peyretti: Cari nostri vecchi; 2. Indice dei numeri 136-214 (marzo-agosto 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale". Numero 55 del 16 marzo 2006: 1. "Usciamo dal silenzio": Lettera all'Unione; 2. Paolo Finzi ricorda Luce Fabbri; 3. Guido Caldiron intervista Anita Desai; 4. Anna Maria Merlo presenta "Le livre noir de la condition des femmes". * Numero 1237 del 17 marzo 2006: 1. Peppe Sini: Intorno al fuoco; 2. Un incontro a Roma; 3. Oggi a Ferrara; 4. Arrigo Quattrocchi ricorda Anna Moffo; 5. Luciano Bonfrate: Anna Moffo; 6. Omero Dellistorti: Anna Moffo; 7. Indice dei numeri 215-244 (settembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 1238 del 18 marzo 2006: 1. Oggi a Roma; 2. "La pace al primo posto". Comunicato del comitato organizzatore della manifestazione di Roma del 18 marzo; 3. Maya Angelou: Ancora io mi sollevero'; 4. Claudio Magris: Elogio della follia di Plaza de Mayo; 5. Indice dei numeri 245-274 (ottobre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 1239 del 19 marzo 2006: 1. Peppe Sini: Movimento per la pace, un esame di coscienza; 2. Giuliana Sgrena: Liberiamo la pace; 3. Due poesie di Justina Williams; 4. Indice dei numeri 275-304 (novembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza". Numero 65 del 19 marzo 2006: Luca Baranelli ricorda Sebastiano Timpanaro. * Numero 1240 del 20 marzo 2006: 1. Enrico Peyretti: Ogni giorno; 2. Giulio Vittorangeli: La parola, umana; 3. Severino Vardacampi: "Ghe diro' 'na paroleta che ghe resti dopo el vin"; 4. Normanna Albertini: Un segno; 5. Stefano Ciccone: La persecuzione antiebraica nelle universita'. Un video e un convegno; 6. Maria G. Di Rienzo: SuAnne Grande Corvo; 7. Indice dei numeri 305-328 (dicembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 1241 del 21 marzo 2006: 1. Giulio Vittorangeli: Sul ponte; 2. Carlo Sansonetti: L'altra guancia; 3. Enrico Peyretti: Gino Bartali nella Resistenza nonviolenta; 4. A Verona un corso di formazione - cineforum contro il nucleare; 5. "Arca newsletter"; 6. Indice dei numeri 329-370 (gennaio-settembre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "Voci e volti della nonviolenza". Numero 14 del 21 marzo 2006: 1. Rachel Corrie; 2. Rachel Corrie: Una lettera del 7 febbraio 2003 agli amici e alla famiglia; 3. Rachel Corrie: Una lettera del 20 febbraio 2003 alla madre; 4. Rachel Corrie: Una lettera del 27 febbraio 2003 alla madre; 5. Rachel Corrie: Una lettera del 28 febbraio 2003 alla madre; 6. Et coetera. * Numero 1242 del 22 marzo 2006: 1. La regola delle regole; 2. Antonio Mazzei: Sulla nuova legittima difesa. Il far west delle leggi e la legge del far west; 3. Slavoj Zizek: Milosevic, la morte del primo post-titoista; 4. A Torino il 23 marzo e oltre; 5. Indice dei numeri 371-401 (ottobre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 1243 del 23 marzo 2006: 1. Il 25 marzo a Fossoli; 2. Giuseppe Moscati presenta "Norberto Bobbio maestro di democrazia e di liberta'" di autori vari; 3. Indice dei numeri 402-431 (novembre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale". Numero 56 del 23 marzo 2006: 1. Rita Borsellino: Uno straordinario giorno qualsiasi. Contro la mafia; 2. Vandana Shiva: Contro i semi di morte, semi di pace; 3. Libere nella vita, libere nella politica; 4. Annamaria Rivera: Antisemitismo, con delitto; 5. Adriana Perrotta Rabissi: Cristina Campo, il sacro, la fiaba. * Numero 1244 del 24 marzo 2006: 1. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 2. Giorgio Bernardelli: Il "nobel delle religioni" all'associazione "Rabbini per i diritti umani"; 3. Luigi Ciotti: La nostra forza; 4. Libreria delle donne di Milano: La newsletter di marzo 2006; 5. Indice dei numeri 432-462 (dicembre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 1245 del 25 marzo 2006: 1. Dove; 2. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 3. Premio di laurea "Lanza del Vasto"; 4. Letture: Irene Nemirovsky, Il ballo; 5. Riedizioni: Alba de Cespedes, Quaderno proibito; 6. Indice dei numeri 463-521 (gennaio-febbraio 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 1246 del 26 marzo 2006: 1. Riccardo Orioles: Con Sonia, con Rita; 2. Assemblea annuale del Centro studi difesa civile; 3. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 4. Riletture: Hannah Arendt, Il pensiero secondo; 5. Riletture: Marga Cottino Jones, Introduzione a Pietro Aretino; 6. Indice dei numeri 522-576 (marzo-aprile 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza". Numero 66 del 26 marzo 2006: 1. Auguri a Renato Solmi, per i suoi 79 anni; 2. Enrico Peyretti: Per un bel compleanno; 3. Mao Valpiana: Il 5 per mille al Movimento Nonviolento, perche' nessun fucile si spezza da solo; 4. A Reggio Emilia il 3-4 aprile; 5. A Firenze il 5-7 maggio; 6. Eduardo Galeano: Della memoria, della dignita'; 7. Patricia Lombroso intervista Aiden Delgado; 8. Violeta Parra: Grazie alla vita; 9. Mohandas K. Gandhi: Il messaggio; 10. Danilo Dolci: Talora. * Numero 1247 del 27 marzo 2006: 1. Maria Luigia Casieri: Per Renato Solmi; 2. Giulio Vittorangeli: 24 marzo, o della memoria; 3. Haifa Abu Ghazaleh: I diritti delle donne in Medio Oriente; 4. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 5. Maria Schiavo: In processione vanno; 6. Anna Maria Merlo intervista Jean Chesneaux sull'eredita' dell'Illuminismo; 7. Indice dei numeri 577-597 (giugno 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 1248 del 28 marzo 2006: 1. Ariel Dorfman: Il messaggio di Martin Luther King; 2. Marco Baleani: Un punto di riferimento; 3. Angela Dogliotti Marasso: Azione e ricerca; 4. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 5. Il 29 marzo a Ferrara; 6. Letture: Valerio Calzolaio, Che ambiente fara'?; 7. Indice dei numeri 598-628 (luglio 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "Voci e volti della nonviolenza". Numero 15 del 28 marzo 2006: 1. Tzvetan Todorov; 2. Tzvetan Todorov: Prologo a "Memoria del male, tentazione del bene"; 3. Tzvetan Todorov: Dopo l'11 settembre; 4. Fabio Gambaro intervista Tzvetan Todorov; 5. Renato Minore intervista Tzvetan Todorov; 6. Cesare Marinetti intervista Tzvetan Todorov; 7. Graziella Durante intervista Tzvetan Todorov; 8. Et coetera. * Numero 1249 del 29 marzo 2006: 1. Severino Vardacampi: Una dichiarazione di voto; 2. Sergio Albesano: Una buona occasione; 3. Claudia Pallottino: Per la difesa civile e nonviolenta della giustizia e della pace; 4. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 5. Assemblea nazionale della campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta; 6. Il 2 aprile la Via Crucis Pordenone-Aviano; 7. Tzvetan Todorov: La memoria di Hiroshima; 8. Indice dei numeri 629-659 (agosto 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 1250 del 30 marzo 2006: 1. A Cinisi nel ricordo di Peppino Impastato; 2. Elena Buccoliero: Da Capitini a noi; 3. Daniele Lugli: La nonviolenza e' esigente; 4. Nanni Salio: Se vuoi la pace, finanzia la pace; 5. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 6. Enrico Peyretti: Distruggere e costruire; 7. Grazia Casagrande intervista Tzvetan Todorov; 8. Indice dei numeri 660-689 (settembre 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale". Numero 57 del 30 marzo 2006: 1. Da vittime a resistenti. Con un'intervista a Virginia Vargas; 2. Il 31 marzo a Ferrara; 3. Una guida bibliografica ragionata al femminismo degli anni Settanta. * Numero 1251 del 31 marzo 2006: 1. Marianne Enckell ricorda Paul Avrich; 2. Bruno Ventavoli ricorda Stanislaw Lem; 3. Enrico Peyretti: Hebel grida. Nulla e relazione; 4. Giampaolo Carbonetto intervista Tzvetan Todorov; 5. Riletture: Vicente Aleixandre, Espadas como labios. La destruccion o el amor; 6. Indice dei numeri 690-718 (ottobre 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. 9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 10. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1262 dell'11 aprile 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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