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La nonviolenza e' in cammino. 1251
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1251
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 31 Mar 2006 00:07:38 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1251 del 31 marzo 2006 Sommario di questo numero: 1. Marianne Enckell ricorda Paul Avrich 2. Bruno Ventavoli ricorda Stanislaw Lem 3. Enrico Peyretti: Hebel grida. Nulla e relazione 4. Giampaolo Carbonetto intervista Tzvetan Todorov 5. Riletture: Vicente Aleixandre, Espadas como labios. La destruccion o el amor 6. Indice dei numeri 690-718 (ottobre 2003) de "La nonviolenza e' in cammino" 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. LUTTI. MARIANNE ENCKELL RICORDA PAUL AVRICH [Dal sito www.anarkismo.net riprendiamo il seguente ricordo. Marianne Enckell, prestigiosa studiosa e militante libertaria, e' responsabile del Centre International de Recherches sur l'Anarchisme (in sigla: Cira) di Losanna. Paul Avrich (1931-2006), illustre storico dell'anarchismo, soprattutto di quello russo e di quello americano; originario di una famiglia ebraica di Odessa emigrata negli Usa, e' scomparso nel febbraio 2006 a New York. Tra le principali opere di Paul Avrich: The Russian anarchists, Princeton University Press, 1967, 1978 (Les Anarchistes russes, Maspero, Paris 1979; altre traduzioni in giapponese, spagnolo, italiano); Kronstadt, 1921, Princeton University Press, 1970 (La Tragedie de Cronstadt, 1921, Seuil, Paris 1975; altre traduzioni in spagnolo e in ceco); Russian rebels, 1600-1800, Schocken Books, New York 1972; The Anarchists in the Russian Revolution, Cornell University Press, New York 1973 (Gli anarchici nella rivoluzione russa, La Salamandra, Milano 1976); e i volumi sulla storia del movimento anarchico negli Stati Uniti, pubblicati dalla Princetown University Press: An American anarchist: the life of Voltairine de Cleyre, 1978; The Modern School movement: anarchism and education in the United States, 1980; The Haymarket tragedy, 1984; Anarchist Portraits, 1988; Sacco and Vanzetti, the anarchist background, 1991; Anarchist voices: an oral history of anarchism in America, 1995] Paul Avrich e' morto a New York la mattina del 17 febbraio 2006. Da qualche anno soffriva di quella brutta malattia che si prende la coscienza e l'intelletto dei nostri anziani. Di famiglia ebraica originaria di Odessa, pote' studiare nell'Urss grazie alla visita negli Stati Uniti di Nikita Krushcev nel 1959, quando non solo batte' la scarpa sui banchi dell'Onu, ma autorizzo' pure degli scambi studenteschi. Fu cosi' che Paul, lavorando sulla tesi (The Russian Revolution and the Factory Committees, 1961), scopri' l'insurrezione di Kronstadt ed il ruolo degli anarchici nella rivoluzione. Ne uscirono diverse opere, controverse ma pionieristiche. Ne scaturi' anche l'affetto e la solidarieta' da parte sua nei confronti degli anarchici: per le persone, piu' che per il loro impegno militante. E' quello che lui cerca poi di insegnare ai suoi studenti del Queens College di New York durante tutta la sua vita attiva e nonostante l'opposizione iniziale delle autorita' universitarie; la crescita negli Stati Uniti della ricerca storica sull'anarchismo e' senza dubbio parzialmente dovuta alle "belle storie dello zio Paul". Non gli piaceva niente di piu' che raccontare, e far parlare i suoi interlocutori: egli non faceva parte della generazione che ha appreso a combinare la storia, la sociologia e l'antropologia. Inoltre, leggeva senza difficolta' la maggior parte delle lingue europee, tra cui il russo e lo jiddisch, fatto questo che da' un ampiezza particolare alle sue opere. Dopo gli anarchici russi, si lancio' in una grande storia del movimento anarchico negli Stati Uniti, per capitoli tematici: Voltairine de Cleyre per prima, poi le Scuole moderne ispirate da Francisco Ferrer, la tragedia di Chicago del 1886, Sacco e Vanzetti, gli anarchici ebrei, gli immigrati e i rifiugiati. Il suo ultimo lavoro importante riunisce duecento interviste fatte nei precedenti trent'anni, "fonti di un valore incomparabile per i futuri ricercatori... Ma la storia orale non prende il posto della storia convenzionale, che deve essere attestata dai documenti scritti... La memoria e' spesso soggetta a lacune e gli errori fanno capolino", scrisse nella prefazione a queste "voci anarchiche" ricche di centinaia di note e di un indice gigantesco. Grazie a lui, questi militanti, per la maggior parte "anonimi", non sono caduti nell'oblio e si e' aperta la strada a innumerevoli ricerche e riflessioni. Paul Avrich era anche un fedele amico del Centre International de Recherches sur l'Anarchisme, contribuendo generosamente alle sue finanze e alle sue collezioni (dopo uno degli ultimi contatti, sostenne la pubblicazione in russo di Volin, offrendo anche una sua prefazione). Era anche fedele amico dei vecchi del movimento, mettendoli in contatto tra di loro, seguendo le loro riunioni, facendo visite regolari... e vedendoli scomparire, uno dopo un altro. Senza di lui la memoria del movimento si sarebbe in gran parte perduta. 2. LUTTI. BRUNO VENTAVOLI RICORDA STANISLAW LEM [Dal sito del quotidiano "La stampa" (www.lastampa.it) riprendiamo il seguente articolo del 28 marzo 2006. Bruno Ventavoli vive e lavora a Torino; e' scrittore, giornalista de "La Stampa", traduttore dall'ungherese, autore di gialli e di una monografia sul regista Steno. Opere di Bruno Ventavoli: Assassinio sull'Olimpo, Rusconi, 1995; Pornokiller, e/o, 1995; Amaro Colf, e/o, 1997; Al diavolo la celebrita', Lindau, 2000; (con B. Biamino), Baroque, Edizioni del Capricorno, 2002. Stanislaw Lem e' nato nel 1921 a Lwow, in Polonia (ora Lviv, Ucraina). Dopo studi di filosofia, si laurea in medicina all'universita' di Lwow e - dopo la seconda guerra mondiale - si trasferisce a Cracovia; successivamente abbandona la medicina per dedicarsi alla biologia e alla cibernetica, discipline sulle quali pubblica anche vari saggi; nel 1951 pubblica il suo primo romanzo di fantascienza. La fama di Lem e' legata soprattutto ai romanzi Eden (1959) e Solaris (1961) che, come ebbe a scrivere Darko Suvin, rappresentano una sorta di "parabola che mostra come i criteri antropocentrici e le soluzioni di tipo religioso sono spesso inapplicabili alle situazioni complesse dell'uomo moderno". Nel 1973 ottiene il Premio letterario dallo stato polacco, nel 1976 il Grand Prix al terzo Congresso europeo di fantascienza. Nel 1977 il suo nome e' addirittura tra i candidati per il premio Nobel per la letteratura. Lem e' stato probabilmente lo scrittore piu' importante di fantascienza non angloamericana (i suoi libri sono stati tradotti in circa 30 lingue ed hanno venduto piu' di 12 milioni di copie). E' deceduto nel marzo 2006. "Poeta, autore di saggi, ma soprattutto scrittore di fantascienza, Stanislaw Lem, nato in Polonia nel 1921, e', insieme a Philip Dick e a Kurt Vonnegut, uno dei grandi narratori dell'anti-utopia contemporanea. Questi tre autori hanno descritto con anticipo di venti-trent'anni il destino antropologico delle societa' occidentali, in cui scienza e tecnologia la fanno da padrone" (Marco Belpoliti)] La fama di Stanislaw Lem e' legata al cinema. Al Solaris diretto da Tarkovskij che vinse un premio al Festival di Cannes. Perche' fu dopo quel film che l'Occidente scopri' la fantascienza metafisica e sardonica del grande autore polacco. Ieri, dopo una vita vigorosa, spigolosa, coraggiosamente indipendente, lo scrittore e' morto a Cracovia. Aveva 85 anni, viveva in una casetta di periferia, e continuava a graffiare con i suoi lucidi scritti su giornali e riviste. Lem era nato nel 1921 a Lviv (oggi Ucraina). Studio' medicina e per qualche tempo fu anche medico. Ma piu' che a malattie e guarigioni, era interessato all'animo e al futuro. E cosi' scivolo' gradualmente verso la biologia, la cibernetica, le scienze astronautiche. Nel '51 scrisse il primo romanzo, Il pianeta morto, storia amarissima di una societa' basata sull'egoismo e sulla volonta' di conquista che si autodistrugge. Era una critica amara alla rapacita' capitalista. Ma il regime si mostro' sospettoso "a prescindere". Lem capi' che i censori socialisti non erano soddisfatti delle sue fantasie, e per un po' di tempo, per guadagnarsi il pane, torno' a lavorare nei laboratori scientifici. Dopo la morte di Stalin, Lem riprese la macchina da scrivere. Eden, del '59, storia di un naufragio spaziale e di incomunicabilita', conteneva invece un'accusa ai tentativi sovietici di controllare l'uomo. Naturalmente arrivarono nuovi problemi. Ma Lem non si piego' mai alla censura. Ando' avanti per la sua strada, scrivendo tutto quello che gli pareva. Favole per adulti, futuribili, paradossali, divertenti; o storie di una particolare fantascienza esistenziale, filosofico-religiosa. Il suo romanzo piu' famoso e' stato Solaris, pubblicato nel '61, tradotto in decine di lingue, un viaggio irrazionale al centro della coscienza, della solitudine e delle emozioni umane. Il regista russo Tarkovskij ne trasse un film nel '72. E Soderbergh giro' un remake, nel 2002, con George Clooney. Nel 1973 l'Associazione degli scrittori di fantascienza e di fantasy americani lo fece membro onorario. Ma Lem non risparmio' critiche alla science fiction commerciale che indulgeva nel capovolgere la realta' o nell'immaginare mondi fantastici. Disprezzo', per esempio, cordialmente Philip Dick "visionario tra i ciarlatani" (che ricambio' accusandolo di essere una "spia comunista"). Alla fine i colleghi yankee lo espulsero nel '76, perche' non sapevano che farsene di quel polacco rompiscatole, allergico a ogni regola e genere. Nel '77 la Polonia lo candido' al Nobel (quell'anno vinse Vicente Aleixandre: se lo ricorda ancora qualcuno?). Molte opere di Lem sono state tradotte in italiano. Dai vecchi Editori Riuniti, alla Nord, alla Mondadori, a Marcos y Marcos. Tra i suoi libri piu' belli, L'invincibile, Cyberiade, Il Congresso di futurologia, Memorie di un viaggiatore spaziale, I viaggi del pilota Pirx. Dalla fine degli anni '80, Lem aveva praticamente smesso di scrivere storie. Ma non aveva abbandonato la sua visione allegramente apocalittica del mondo. Credeva nella scienza, ma anche nell'irrazionalita'. Amava la tecnologia, ma sapeva che questa portava allo stupro della natura, alla creazione di armi e marchingegni che potevano distruggere l'uomo. Aveva coniato una specie di legge universale della letteratura: "Nessuno legge nulla; se legge non capisce niente; se capisce, lo dimentica subito". Per questo, con divertito pessimismo, scriveva romanzi di fantascienza. Perche' l'umanita' e' una fantastica follia. 3. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: HEBEL GRIDA. NULLA E RELAZIONE [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per questo intervento. Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario] Abbiamo tutti un giorno, un momento, ventilato a noi stessi, oppure incontrato, come ci investe un soffio gelido d'inverno fuori stagione, o si insinua impalpabile un virus serpentino nella mente, la supposizione che il terreno su cui poggio i piedi, condizione prima, umile e necessaria, del mio essere, e' vuoto, e' nuvola, e' nulla, e io cadro', o forse sono gia' caduto, e questo apparire a me stesso e' finzione, sogno d'un attimo, cosicche' io sono piu' che ingannato - da chi? - ma sono l'inganno che si avvolge in inganno, e vuoto di vuoto - hebel - bolla iridescente che appena e' la' gia' non e' piu', disfatta gia' nel farsi, fatta del disfarsi. Cosi' abbiamo pensato, e pure questa luce di lampo nero e' passata, ritornando noi all'abitudine ad essere, a poggiare il nostro peso sulla crosta sottilissima che solo l'oblio ancora tiene tesa sul vuoto, e abbiamo camminato, corso, lavorato, giocato, costruito, cantato, su quella crosta, dimenticando allegramente quel vento gelato di un istante e quella puntura serpentina che per un attimo ci fecero vedere dietro il velo la nudita' senza corpo. E andiamo, dimentichi. Poi di nuovo, improvviso, raro negli anni, rispunta dall'angolo l'inapparente rivelarsi di cio' che non puo' apparire perche' nulla ha da mostrare e da dire se non fare sparire cio' che appare e far tacere cio' che parla. E noi non reggiamo alla vista del non vedere, subito ci distogliamo e al caro panorama torniamo di suoli, di cose, di case, di volti, di lavori, di tempi, di forme, colori e pesi che saziano l'occhio in fuga dall'horror vacui. Soltanto, talvolta, un occhio tra noi, o uno dei nostri occhi - che' molti ne abbiamo - su quell'ombra di ombre si sofferma, e l'ombra allora su tutto il resto dilaga, e quello non e' solo un istante breve e freddo, ma un vedere continuo diventa, senza vedere, dov'erano le cose, altro che ombre di ombre di ombre, non piu', come prima, arresti di luci, ma fonte vertiginosa di non luce. Chi vede cosi', per lo piu', continua le cose di tutti, e sembra al popolo dei dimentichi essere anche lui un vivo tra cose vive, perche' non vedono che e' finzione tra finzioni, come lui sa. Ma cosa sa? E' qualcosa il suo sapere, di risvegliato dalla lucida attiva frenetica veglia di tutti? E' qualcosa la sua finzione di essere, il suo vivere di ombra, il suo vedere che non c'e' da vedere? Non come il sapiente sa di non sapere, ma lui - colui che ha visto sotto il velo - sa che non puo' sapere, che non c'e' da sapere. Se questa e' una pace, se e' guarigione da una febbre, egli ha pace, ed e' sanato da una febbre. Cosi' egli sta, senza fare ne' patire ne' attendere, agli altri apparendo che faccia, che attenda, cha patisca come loro. E uno di loro lo credono, ignari e consolati. Ma fuori di loro egli si sa. Fuori di loro, altro da loro, sciolto, non coinvolto e travolto nel fiume di folla. Ora, improvviso come quel lampo di nulla che un giorno egli trattenne e gli diede la seconda vista del nulla vedere, o del vedere il nulla, ora, improvviso, accanto a lui, un povero, un bimbo, un torturato cade a terra e, senza parola alcuna ne' gesto, urla e invoca un aiuto. Ora, nel mondo senza voci, ne' corpi, ne' luci, c'e' un corpo e una voce, che e' luce lancinante. Un giorno, quel primo lampo dissolse il mondo. Ora, questo lampo del bisogno vivente, della vita bisognosa, il nonnulla del bisogno, il vuoto della fame, edifica in un attimo un nuovo immenso mondo, solidissimo perche' assolutamente precario. Ora l'uomo che non si rifugio' nell'oblio, che non temette di guardare l'istante svelatore disilludente, sa che dietro il mondo c'e' il nulla, e dietro il nulla c'e' l'Altro che chiama, ed e' Tutto. L'uomo che seppe di essere nulla ora e' creato uomo, con l'Altro, col mondo. Dopo tutti i vuoti, ora Hebel soffia, crea l'uomo. Il vuoto grida. Nulla e' piu' reale e potente di quel Soffio che del nulla fa un essere sensibile. Il nome di Abele e' Hebel, soffio di nulla. Il suo sangue inutile e disperso, non piu' vita, non mai vita, non cessa mai di gridare dalla terra. Non c'e' altro suono al mondo, altra voce. Mai la terra fu cosi' solida come quando quel sangue si perdette in lei perduta. Come se avesse trovato altre vene in cui palpitare. Il vero, la verita' immortale e inconfutabile, piu' dura del vuoto, piu' presente degli astri infallibili, piu' vertiginosa degli abissi che quell'uomo ha abitato, e' quel nulla che grida. Quid est veritas? Est vir qui adest. 4. RIFLESSIONE. GIAMPAOLO CARBONETTO INTERVISTA TZVETAN TODOROV [Dal quotidiano "Messaggero veneto" del 26 gennaio 2002. Giampaolo Carbonetto e' redattore capo delle pagine culturali del "Messaggero Veneto". Tzvetan Todorov, nato a Sofia nel 1939, a Parigi dal 1963. Muovendo da studi linguistici e letterari e' andato sempre piu' lavorando su temi antropologici e di storia della cultura e su decisive questioni morali. Riportiamo anche il seguente brano dalla scheda dedicata a Todorov nell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche: "Dopo i primi lavori di critica letteraria dedicati alla poetica dei formalisti russi, l'interesse di Todorov si allarga alla filosofia del linguaggio, disciplina che egli concepisce come parte della semiotica o scienza del segno in generale. In questo contesto Todorov cerca di cogliere la peculiarità del 'simbolo' che va interpretato facendo ricorso, accanto al senso materiale dell'enunciazione, ad un secondo senso che si colloca nell'atto interpretativo. Ne deriva l'inscindibile unita' di simbolismo ed ermeneutica. Con La conquista dell'America, Todorov ha intrapreso una ricerca sulla categoria dell'"alterita'" e sul rapporto tra individui appartenenti a culture e gruppi sociali diversi. Questo tema, che ha la sua lontana origine psicologica nella situazione di emigrato che Todorov si trova a vivere in Francia, trova la sua compiuta espressione in un ideale umanistico di razionalita', moderazione e tolleranza". Tra le opere di Tzvetan Todorov: (a cura di), I formalisti russi. Teoria della letteratura e del metodo critico, Einaudi, Torino 1968, 1977; (a cura di, con Oswald Ducrot), Dizionario enciclopedico delle scienze del linguaggio, Isedi, Milano 1972; La letteratura fantastica, Garzanti, Milano 1977, 1981; Teorie del simbolo, Garzanti, Milano 1984; La conquista dell'America. Il problema dell'"altro", Einaudi, Torino 1984, 1992; Critica della critica, Einaudi, Torino 1986; Simbolismo e interpretazione, Guida, Napoli 1986; Una fragile felicita'. Saggio su Rousseau, Il Mulino, Bologna 1987, Se, Milano 2002; (con Georges Baudot), Racconti aztechi della conquista, Einaudi, Torino 1988; Poetica della prosa, Theoria, Roma-Napoli 1989, Bompiani, Milano 1995; Michail Bachtin. Il principio dialogico, Einaudi, Torino 1990; La deviazione dei lumi, Tempi moderni, Napoli 1990; Noi e gli altri. La riflessione francese sulla diversita' umana, Einaudi, Torino 1991; Di fronte all'estremo, Garzanti, Milano 1992 (ma cfr. la seconda edizione francese, Seuil, Paris 1994); I generi del discorso, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze) 1993; Una tragedia vissuta. Scene di guerra civile, Garzanti, Milano 1995; Le morali della storia, Einaudi, Torino 1995; Gli abusi della memoria, Ipermedium, Napoli 1996; L'uomo spaesato. I percorsi dell'appartenenza, Donzelli, Roma 1997; La vita comune, Pratiche, Milano 1998; Le jardin imparfait, Grasset, 1998; Elogio del quotidiano. Saggio sulla pittura olandese del Seicento, Apeiron, 2000; Elogio dell'individuo. Saggio sulla pittura fiamminga del Rinascimento, Apeiron, 2001; Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001; Il nuovo disordine mondiale, Garzanti, Milano 2003; Benjamin Constant. La passione democratica, Donzelli, Roma 2003 (tra esse segnaliamo particolarmente Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001: un'opera che ci sembra fondamentale)] Una stanzetta disadorna, con in mezzo un tavolo ricoperto con un panno verde. Forse non e' l'ambiente migliore per rompere il ghiaccio e affrontare un'intervista tra due persone che non si sono mai viste, ma con Tzvetan Todorov problemi non ce ne sono: un minimo di rigidita' nei consueti convenevoli e poi, quando cominciamo a parlare dei suoi argomenti preferiti, appare un dolce sorriso che ci accompagna durante tutto il dialogo. * - Giampaolo Carbonetto: Lei definisce il Novecento "secolo tragico", altri lo hanno definito "secolo breve", collocando il suo inizio nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, e il suo termine nell'89, al crollo del muro di Berlino. Non ritiene che sia, invece, un secolo lungo che proiettera' la propria tragicita' nel futuro? - Tzvetan Todorov: Il futuro non si puo' prevedere e, quindi, non so quale sara' l'impatto di questo secolo importantissimo in cui l'umanita' e' cambiata molto piu' che negli altri secoli. Posso dire che l'Europa e' stata scena della tragica esperienza dei totalitarismi che oggi sembra finita. * - Giampaolo Carbonetto: Nel suo Memoria del male, tentazione del bene, alle analisi generali lei accosta una galleria di pochi uomini esemplari. Questa scelta rivela forse un certo pessimismo nei confronti di una specie umana che riesce a riscattarsi e a crescere soltanto grazie all'eccellenza di pochi? - Tzvetan Todorov: E' vero che per me lo spirito dell'umanita' si manifesta piu' nelle azioni dell'individuo che in quelle della collettivita'. Ma non penso che non si possa fare nulla collettivamente perche' e' la societa' che assicura le condizioni favorevoli senza le quali l'uomo non puo' progredire. Diciamo che la societa' deve favorire il miglioramento dell'individuo, ma non deve produrlo. Insomma, sono ostile all'idea di un paradiso terrestre. * - Giampaolo Carbonetto: Lei dice che la "tentazione del bene" fa si' che gli uomini lo cerchino con ogni mezzo, anche a costo di seminare violenza e morte. Si tratta, quindi, di un elemento di forte negativita' che, pero', sembra connaturato a ogni fede che puo' avere in se' quei germi che portano al fondamentalismo e alla cosiddetta "guerra santa" condannata unanimamente da tutte le religioni ad Assisi. C'e' un modo per capire e soprattutto per far capire di avere raggiunto quel limite oltre il quale il bene diventa male? - Tzvetan Todorov: La tentazione del bene e' la certezza di possedere il concetto di bene, di vederlo incarnato in noi e di volerlo imporre con la forza agli altri. La religione non e' pericolosa in se stessa, ma lo diventa quando si unisce al potere temporale. Purtroppo lo si e' visto spesso nella storia: ha fatto molto piu' male la tentazione del bene che quella del male. * - Giampaolo Carbonetto: In questo senso acquista maggiore significato anche la sua dedica a Germaine Tillon che "ha saputo attraversare il male senza prendersi per un'incarnazione del bene"... - Tzvetan Todorov: Germaine Tillon e' una donna che oggi ha 94 anni ed e' per me il piu' bell'esempio di chi cerca il bene senza pensare di possederne il segreto e di imporlo. In tutti i campi ha portato avanti la sua azione pensando solo a quello che era giusto. Quindi io sono ostile all'integralismo: non voglio fare distinzioni fisse tra quello che e' bene e quello che e' male. * - Giampaolo Carbonetto: Recentemente Richard Holloway, vescovo di Edimburgo, ha provato a percorrere la strada di un'etica svincolata da Dio, quasi razionale e parzialmente positivista. Per fare cio' si e' basato sul concetto di danno. Lei ritiene sia una strada percorribile? - Tzvetan Todorov: Non mi posso pronunciare su quanto sostiene Holloway perche' non l'ho letto, ma per me l'etica non e' razionalista perche' la ragione puo' servire tutte le cause, in quanto tutti sono capaci di argomentare le proprie decisioni. Sia Bin Laden, sia Bush appoggiano con la ragione le proprie scelte, ma ci sono anche degli altri valori da tener presenti; per esempio, quello della pace e' largamente superiore a quello della guerra. Insomma, direi che non si tratta di ragione, ma di volonta'. * - Giampaolo Carbonetto: Quindi lei ritiene che la morale possa essere indipendente dal concetto di fede? - Tzvetan Todorov: Assolutamente si'. * - Giampaolo Carbonetto: Ralf Dahrendorf, analizzando la tendenza dell'ultima parte del XX secolo si domanda dove finira' la democrazia che appare scavalcata dalla globalizzazione, sopraffatta dal marketing politico, impantanata tra apatia elettorale e anarchia di piazza, paralizzata tra il decisionismo legato al sistema elettorale maggioritario e l'immobilismo causato da quello proporzionale. Se si ipotizza la nascita di una nuova democrazia, non e' che ci si potra' arrivare soltanto dopo un periodo di nuovo totalitarismo, magari meno violento, ma non meno disumanizzante di quelli passati? - Tzvetan Todorov: Per me il concetto di totalitarismo ha un contenuto storico abbastanza preciso e ben definito e quindi resisto alla tentazione di vederlo apparire dappertutto e in ogni circostanza, ma sono d'accordo che la democrazia, cosi' come la sogniamo, e' minacciata da derive di molteplici nature. Forse non si tratta di derive totalitaristiche in senso stretto, ma certamente non sono meno pericolose. Al termine del mio ultimo libro ne faccio un elenco che pero' e' incompleto. Per esempio, non parlo della scomparsa del pluralismo che e' una minaccia che pesa tantissimo sulla societa' di oggi. E per pluralismo non mi riferisco soltanto alla necessita' di avere mezzi d'informazione diversi, ma anche, per esempio, all'imprescindibilita' di avere una separazione netta del potere economico da quello politico e del potere politico da quello mediatico. * - Giampaolo Carbonetto: Ne La conquista dell'America lei si e' concentrato soprattutto sul problema del contatto con l'"altro" che in quel caso era facilmente individuabile e determinabile. E' un problema che durante la storia dell'umanita' ha continuato e continua a ripresentarsi anche se le differenze spesso sono cosi' sfumate da essere inessenziali. Questo deriva forse da una voglia di semplificazione che porta a far perdere i valori dell'individuo per mettere in rilievo soltanto quelli dei gruppi? - Tzvetan Todorov: Io credo che bisogna riconoscere che fino a un certo punto siamo tributari delle nostre appartenenze collettive, soprattutto nelle societa' tradizionali. Ma anche che l'individuo riveste un'importanza fondamentale. Oggi a Parigi, dove io vivo, il fatto che sia bulgaro di nascita non e' importante. Io sono essenzialmente l'individuo che ho prodotto da me stesso, con la mia identita' e la mia ragione. E per arrivare a cio' c'e' stata una disponibilita' della societa', ma soprattutto un impegno mio. * - Giampaolo Carbonetto: Lei e' nato come critico letterario e studioso di semiotica. Come mai poi ha indirizzato decisamente i suoi interessi verso l'analisi storica? - Tzvetan Todorov: La spiegazione e' che io ho vissuto in Bulgaria i miei primi ventiquattro anni e dunque, quando sono arrivato in Francia, in me era ancora molto forte la coscienza che si era formata sotto il regime comunista e l'esigenza che sentivo era di separare il mio lavoro dall'ideologia, dalla storia e dalla societa' proprio perche' in Bulgaria tutto cio' era unito, normalizzato. Ma dopo una decina d'anni, verso la fine degli anni Settanta, ho voluto allargare il mio interesse anche alla societa' e alle persone che mi circondavano e mi sono sentito libero di farlo. 5. RILETTURE. VICENTE ALEIXANDRE: ESPADAS COMO LABIOS. LA DESTRUCCION O EL AMOR Vicente Aleixandre, Espadas como labios. La destruccion o el amor, Castalia, Madrid 1986, pp. 248. Nella bella edizione curata da Jose' Luis Cano nella preziosa collana dei Clasicos Castalia, le due raccolte del 1932 e del 1935 di uno dei grandi poeti della "Generazione del '27". 6. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 690-718 (OTTOBRE 2003) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 690 del primo ottobre 2003: 1. Giulio Vittorangeli: gli ipocriti; 2. Brunetto Salvarani: sulla proposta di Lidia Menapace, il contributo del dialogo ecumenico ed interreligioso; 3. Giancarla Codrignani: quell'aggettivo "neutrale"... (sulla proposta di Lidia Menapace); 4. Maria Teresa Gavazza: le Chiese a Firenze; 5. Enrica Bartesaghi: lettera aperta al ministro della giustizia; 6. Angelo Gandolfi: una riflessione dopo la camminata Assisi-Gubbio; 7. Fausto Concer: la violenza strutturale; 8. Maria G. Di Rienzo: "donne combattenti", un'analisi; 9. Augusto Cavadi: Chiesa e mafia, dieci anni dopo l'uccisione di don Pino Puglisi; 10. I quesiti di Margutte: "a reti unificate"; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 691 del 2 ottobre 2003: 1. Lidia Menapace: storia umana e principio speranza; 2. Lanfranco Mencaroni: Europa nonviolenta e liberalsocialista (un contributo alla proposta di Lidia Menapace); 3. Severino Vardacampi: sulla proposta di Lidia Menapace e sull'urgenza di tradurla in un'ampia campagna politica; 4. Rete "Ebrei contro l'occupazione": un appello per la pace; 5. "Azione nonviolenta" di ottobre; 6. Mao Valpiana: il sentiero, lungo e bello, della politica nonviolenta; 7. Aggiornamento del sito de "Il paese delle donne"; 8. Maria D'Amico: costruire ponti di pace; 9. Teologhe in Europa; 10. Angelo Baracca: il riarmo atomico; 11. Laura Moschini presenta "Mary Wollstonecraft. Diritti umani e rivoluzione francese" di Roberta Modugno; 12. Letture. Amelie Nothomb, Igiene dell'assassino; 13. Riletture: Albert Camus, L'uomo in rivolta; 14. Riletture: Francoise Sironi, Persecutori e vittime; 15. Riletture: Franco Venturi, Il populismo russo; 16. Riletture: Vera Zasulic, Olga Ljubatovic, Elizaveta Kovalskaja, Memorie di donne terroriste; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'. * Numero 692 del 3 ottobre 2003: 1. No all'invio in Iraq del XXVI reparto elicotteri operazioni speciali; 2. Mariagrazia Bonollo: in memoria di Gabriele Moreno Locatelli; 3. Luciano Capitini: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Delegazione dei "Christian Peacemakers Teams" in Iraq; 5. Stefania Cantatore: una conferenza per la lotta alle lapidazioni; 6. La dichiarazione di 27 ufficiali dell'aviazione militare israeliana contro gli ordini di attacco illegali e immorali; 7. Gila Svirsky: le uccisioni e il dialogo; 8. Marcella Mariani: le donne contro il muro; 9. Giuseppe Bronzini: alcuni libri per una riflessione su Europa, processo costituente e dibattito giuridico; 10. Giancarla Codrignani: un convegno su Maria di Magdala; 11. Un seminario a Rieti con Serge Latouche; 12. Riletture: Hannah Arendt, Vita activa; 13. Riletture: Ernst Bloch, Ateismo nel cristianesimo; 14. Riletture: Gustavo Gutierrez, Teologia della liberazione; 15. Riletture: Emmanuel Levinas, Di Dio che viene all'idea; 16. Riletture: Karl Marx, Friedrich Engels, Scritti sulla religione; 17. Riletture: Juergen Moltmann, Teologia della speranza; 18. Riletture: Simone Weil, Attesa di Dio; 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'. * Numero 693 del 4 ottobre 2003: 1. Le Donne in nero in piazza con la scelta della nonviolenza per un'Europa che ripudi la guerra; 2. Un esposto sulle dichiarazioni del capo di stato maggiore dell'esercito; 3. Giobbe Santabarbara: un Vietnam per l'Italia?; 4. Luciano Capitini: la camminata Assisi-Gubbio; 5. Enrico Peyretti: reti vs catene; 6. Uri Avnery: il coraggio dei 27 ufficiali dell'aviazione che hanno detto no; 7. Molti nuovi interventi sulla proposta di Lidia Menapace; 8. Giancarla Codrignani: una questione di tempo; 9. Anna Maria Merlo presenta "Bas les voiles!" di Chahdortt Djavann; 10. Giuseppe Allegri: alcuni libri per una riflessione su Europa, istituzioni e movimenti; 11. Un corso di accostamento alla nonviolenza a Mantova; 12. Un corso di accostamento alla nonviolenza a Lucca; 13. Un corso di accostamento alla nonviolenza a Torino; 14. Riletture: Renata D'Amico, Mamana Arminda; 15. Riletture: Tina Novelli, Dizionario etnologico africano; 16. Riletture. Itala Vivan, Africa australe. Panorama letterario; 17. Riletture: Itala Vivan, Interpreti rituali; 18. Riletture: Itala Vivan (a cura di), Il nuovo Sudafrica; 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'. * Numero 694 del 5 ottobre 2003: 1. Ermanno Vurticati: sulla proposta di Lidia Menapace; 2. Silvano Tartarini: sulla proposta di Lidia Menapace; 3. Giovanni Sarubbi: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. La dichiarazione delle donne delle ong alla conferenza di Pechino del 1995; 5. Imma Barbarossa: una riflessione su femminismi, disobbedienza, nonviolenza; 6. Luciano Bertozzi: il rapporto Sipri sul commercio delle armi; 7. Riletture: Judith M. Brown, Gandhi; 8. Riletture: Elisabeth Burgos, Mi chiamo Rigoberta Menchu'; 9. Riletture: Simone Petrement, La vita di Simone Weil; 10. Riletture: Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 695 del 6 ottobre 2003: 1. Vito La Fata: sulla proposta di Lidia Menapace; 2. L'appello della marcia Perugia-Assisi del 12 ottobre; 3. Il 10 ottobre a Perugia "Le donne d'Europa con le donne del mondo"; 4. Un appello su pace, Costituzione europea e Nato; 5. A Rimini forum su "Il ruolo dell'Europa a sostegno delle lotte nonviolente e dei diritti umani nel mondo"; 6. Patricia Tough e Imma Barbarossa: dalle donne una critica quotidiana che abbia come pratica l'azione nonviolenta; 7. Marta Marsili: da Cancun le proposte del forum per i diritti delle donne; 8. Francesco Comina: un convegno con Raimon Panikkar; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 696 del 7 ottobre 2003: 1. Peppe Sini: i mezzi e i fini; 2. Tonino Drago: sulla proposta di Lidia Menapace; 3. Lidia Menapace: proposte per un'Europa di pace; 4. Maria G. Di Rienzo: coinvolgere gli oppositori; 5. Riletture: Hannah Arendt, Politica e menzogna; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 697 dell'8 ottobre 2003: 1. Alcuni incontri ad Asti, Gubbio, Napoli, Roma e Perugia; 2. Il "Cos in rete" di ottobre; 3. Natalino Albineri: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Maria Teresa Gavazza: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Carlo Schenone: sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Giovanni Battista Zucconi: sulla proposta di Lidia Menapace; 7. Giancarla Codrignani: nazionalismi, patriarcato, donne; 8. Ida Dominijanni: dentro, fuori, in mezzo; 9. Monica Lanfranco: dal dialogo alla nonviolenza; 10. Peppe Sini: tre subalternita': da Seattle a Praga (un appello del 4 ottobre 2000); 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 698 del 9 ottobre 2003: 1. Cinzia Boni, Valeria Boni e Stefano Longagnani intervistano Krishnammal Jagannathan sulla proposta di Lidia Menapace; 2. Ausilia Riggi Pignata: sulla proposta di Lidia Menapace (una premessa); 3. Lidia Menapace: verso un incontro; 4. Mao Valpiana: la festa per i quindici anni della Casa della nonviolenza a Verona; 5. Nella Ginatempo: a proposito delle pratiche del "movimento dei movimenti"; 6. Francesco Tullio: violenza, responsabilita' e strategie a Genova (un testo del 2001); 7. Riccardo Orioles ricorda Miria Fracassi; 8. Un ricordo di Bepi Tomai; 9. Mimmo De Cillis ricorda Annalena Tonelli; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 699 del 10 ottobre 2003: 1. Patrizia Morgante: il diario dal carcere di suor Kathy Long, sorella domenicana detenuta per un'azione nonviolenta davanti alla famigerata "Scuola delle Americhe" di Fort Benning; 2. Alessandro Pizzi: lungo il cammino e urgenti le questioni; 3. Enrico Peyretti: una sola umanita'; 4. Biagio Di Pasquale: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Nella Ginatempo: per una politica di disarmo in Europa (un contributo alla proposta di Lidia Menapace); 6. Francesco Tullio: il bisogno di sicurezza e la difesa civile per l'Europa (un contributo alla proposta di Lidia Menapace). Parte prima; 7. Michele Giorgio intervista Hanan Ashrawi; 8. Giulio Vittorangeli: Bhopal in Italia; 9. Riletture: Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein; 10. Riletture: Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt; 11. Riletture: Gabriella Fiori, Simone Weil; 12. Riletture: Nadia Neri, Un'estrema compassione; Etty Hillesum testimone e vittima del Lager; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 700 dell'11 ottobre 2003: 1. Sergio Paronetto: nonviolenza forza di liberazione; 2. Mao Valpiana: sulla proposta di Lidia Menapace, dalla riflessione all'incontro all'iniziativa; 3. Una persona, un voto; 4. Mario Di Marco: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Ausilia Riggi Pignata: sulla proposta di Lidia Menapace (parte seconda); 6. Francesco Tullio: il bisogno di sicurezza e la difesa civile per l'Europa (un contributo alla proposta di Lidia Menapace). Parte seconda; 7. Angelo Gandolfi: alla Perugia-Assisi per i corpi civili di pace; 8. Catiuscia Barbarossa: da Perugia ai popoli del mondo; 9. Roberta Bertoldi: l'intervento di Vandana Shiva a Perugia; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 701 del 12 ottobre 2003: 1. Giuliana Sgrena: un premio Nobel a Shirin e le altre; 2. Redazione del sito della Libreria delle donne di Milano: sulla proposta di Lidia Menapace; 3. Da Perugia ad Assisi, oggi; 4. Francesco Tullio: il bisogno di sicurezza e la difesa civile per l'Europa (un contributo alla proposta di Lidia Menapace). Parte terza e conclusiva; 5. Silvio Cinque intervista Lidia Menapace (2001); 6. Giorgio Poletti: un'azione nonviolenta per i diritti degli immigrati; 7. Claudio Tugnoli presenta "Pace e interculturalita'" di Raimon Panikkar; 8. Rete Lilliput: dalla marcia della pace a un network per il disarmo; 9. Amnesty International, Oxfam e Iansa lanciano una campagna mondiale sul commercio di armi; 10. Enrico Peyretti: un commento al film di Gus Van Sant; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 702 del 13 ottobre 2003: 1. Simone Weil: ascoltare; 2. Aldo Capitini: il miracolo; 3. Da Assisi al mondo; 4. Giobbe Santabarbara: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Sergio Marelli, Giovanni Scotto, Francesco Tullio: appunti per una politica estera di sicurezza e di pace per l'Italia; 6. "Bastaguerra": appello per un'Europa disarmata e pacifica; 7. Per la giustizia nello stato di diritto; 8. Hannah Arendt: e il governo...; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 703 del 14 ottobre 2003: 1. Enrico Peyretti: in memoria di Achille Croce; 2. Lidia Menapace: donne a Perugia; 3. Via dall'Iraq, subito; 4. Subito una legge che riconosca il diritto di voto a tutti i residenti; 5. Annibale Furatocchi: sulla proposta di Lidia Menapace, con una postilla giuridica; 6. Ausilia Riggi Pignata: sulla proposta di Lidia Menapace (parte terza e conclusiva); 7. Prossima la pubblicazione di "Nonviolenza e femminismi" di Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo; 8. Mariuccia Ciotta presenta "Elephant" di Gus Van Sant; 9. Elio Rindone: canaglia a chi?; 10. Massimiliano Pilati: il 18 ottobre a Bologna un incontro lillipuziano; 11. Enrico Morganti: un ricordo di Bepi Tomai; 12. Luca Salvi: un medico in Africa; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 704 del 15 ottobre 2003: 1. L'8 novembre a Verona; 2. La nonviolenza, la parte piu' limpida e intransigente dell'antifascismo; 3. Ogni vittima ha il volto di Abele: un 4 novembre dalla parte delle vittime; 4. Maria G. Di Rienzo: come rispondere alle tecniche di opposizione; 5. Gennaro Retrovati: pena di morte e guerra (sulla proposta di Lidia Menapace); 6. Luigi Ciotti: la pace, un valore per l'Europa; 7. Lorella Pica: Annalena e i guardiani del sabato; 8. Adriana Zarri: Maria di Magdala; 9. Angela Ales Bello: Edith Stein e l'empatia; 10. Juan Gelman: l'utopia concreta della dignita' umana; 11. Mohandas Gandhi: faccia a faccia; 12. Norberto Bobbio: quel che ho imparato; 13. Riletture: Guy Debord, Opere cinematografiche complete 1952-1978; 14. Riletture: Fatema Mernissi: Islam e democrazia; 15. Riletture: Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario; 16. Riletture: Maria Zambrano, La confessione come genere letterario; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'. * Numero 705 del 16 ottobre 2003: 1. Ileana Montini: l'Europa e le donne (sulla proposta di Lidia Menapace); 2. Mao Valpiana: le due marce per la pace, realta' e finzione; 3. Maria G. Di Rienzo: come costruire una coalizione e perche'; 4. A che punto siamo sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Un network per il disarmo; 6. Giulio Vittorangeli: guerra e pace in Medio Oriente; 7. Riletture: Guenther Anders, Noi figli di Eichmann; 8. Riletture. Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 706 del 17 ottobre 2003: 1. Soldadito boliviano; 2. Maria G. Di Rienzo: a lorsignori, sulla nonviolenza (con tre nitidi esempi); 3. Sergio Paronetto: la scelta liberante della nonviolenza; 4. Giacomo Debenedetti: 16 ottobre 1943; 5. Gennaro B. Scivoletti: sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Augusto Cavadi: dal sud al sud per uno sviluppo autocentrato e liberante; 7. "Ebrei europei per una pace giusta": solidarieta' ai piloti israeliani refusenik; 8. Fermare il muro della segregazione; 9. Enrico Peyretti: la scelta della convivenza e della pace; 10. Elena Loewenthal: la necessita' della convivenza e della pace; 11. Alcuni incontri di pace; 12. Dovuto a Odibi'; 13. Letture: Manuela Dviri, La guerra negli occhi; 14. Letture: Dacia Maraini, Anna Salvo, Silvia Vegetti Finzi (a cura di Maddalena Tulanti), Madri e figlie. Ieri e oggi; 15. Riletture: Johan Galtung, Palestina-Israele: una soluzione nonviolenta?; 16. Riletture: David Grossman, La memoria della Shoah; 17. Riletture: Amos Oz, Il senso della pace; 18. Riletture: Edward W. Said, La convivenza necessaria; 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'. * Numero 707 del 18 ottobre 2003: 1. "Un ponte per": cessi l'illegittima occupazione militare dell'Iraq; 2. Il topolino; 3. Lorenzo Guadagnucci: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Michele Nardelli: percorsi di economia locale nei Balcani; 5. Predrag Matvejevic: il cantiere Europa dalle nuove frontiere dell'est; 6. Zvi Schuldiner: l'altra pace; 7. Sveva Haertter: alcune organizzazioni di sostegno ai refuseniks israeliani; 8. Letture: Beatrice Bauer, Gabriella Bagnato, Mariarosa Ventura, Puoi anche dire "no!". L'assertivita' al femminile; 9. Letture: Cristina Demaria, Teorie di genere. Femminismo, critica postcoloniale e semiotica; 10. Letture: Sandra Endrizzi, Pesci piccoli. Donne e cooperazione in Bangladesh; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 708 del 19 ottobre 2003: 1. Lidia Menapace: una drammatica urgenza; 2. Una cosa da fare; 3. Silvia Marcuz: difendiamo la vita di chi lotta per la vita in Brasile; 4. Sveva Haertter: obiezione di coscienza in Israele; 5. Agnese Ginocchio: sulla proposta di Lidia Menapace, in forma di ballata; 6. Enrico Peyretti: pace, religione, storia; 7. Giuseppina Ciuffreda: la Red House e William Morris; 8. Benedetto Vecchi presenta "Alla scoperta del sistema mondo" di Immanuel Wallerstein; 9. Letture: AA. VV., Bobbio ad uso di amici e nemici; 10. Letture: Harold Bloom, Shakespeare. L'invenzione dell'uomo; 11. Letture: Paola Leonardi, Il coraggio di essere noi stesse. L'autostima al femminile e non solo; 12. Letture: Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 709 del 20 ottobre 2003: 1. Giuliana Sgrena: in difesa di Asfaneh Noruzi; 2. Octavio Paz: due lance spezzate per Chuang-Tzu; 3. Luce Irigaray: parlare; 4. Ali Rashid: un piano di pace dal basso; 5. Jeff Halper: se fallisce la Road Map; 6. Elisabetta Caravati: sulla proposta di Lidia Menapace; 7. Angelo Cifatte: sulla proposta di Lidia Menapace; 8. Luca Salvi: sulla proposta di Lidia Menapace; 9. Tana De Zulueta: contro la tortura; 10. Lanfranco Mencaroni: contro la tortura; 11. Luciano Dottarelli presenta "Le solitudini nella societa' globale" di Elena Liotta; 12. In ricordo di Gabriella Lazzerini; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 710 del 21 ottobre 2003: 1. Un uomo in mare; 2. Il refuso; 3. Giulio Vittorangeli: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Giobbe Santabarbara: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Lidia Menapace: un continente neutrale; 6. Paola Di Gianpaolo intervista Gabriella Lazzerini (2002); 7. Elisabetta Caravati: donne e immigrazione; 8. Augusto Cavadi intervista Franco Cassano; 9. Fausto Concer: per la contradizion che nol consente; 10. Eduardo Galeano: "Al lupo" il lupo gridava; 11. Letture: Bernadete Toneto, L'avvocato dei senza-terra; 12. Le obiezioni di Margutte: degli usi del letame; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 711 del 22 ottobre 2003: 1. Maria Zambrano: per la pace; 2. Adel Jabbar: musulmani, jihad, nonviolenza (un contributo alla proposta di Lidia Menapace); 3. Luisa Morgantini: in Medio Oriente una speranza da sostenere; 4. John Pilger: Afghanistan anno zero; 5. Rete Lilliput: una campagna per cambiare la finanziaria; 6. Riletture: Clara Levi Coen, Martin Buber; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 712 del 25 ottobre 2003: 0. Comunicazione di servizio; 1. Mao Valpiana: un invito a Verona l'8 novembre con Lidia Menapace; 2. Amnesty International: per la vita di Asfaneh Noruzi; 3. Peppe Sini: per la vita di Asfaneh Noruzi; 4. Giuliana Sgrena: per la vita di Asfaneh Noruzi; 5. Crescente attenzione e significative convergenze sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Luisa Morgantini: una pacifista in Palestina; 7. Danilo Dolci: la scuola; 8. Alcuni incontri di pace; 9. Alcune riviste utili; 10. Letture: Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e mediazione; 11. Letture: Luciano Bertozzi, I bambini soldato; 12. Letture: Mario Lancisi, Alex Zanotelli; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 713 del 26 ottobre 2003: 1. Lidia Menapace: un invito a Verona l'8 novembre; 2. Enrico Peyretti: l'adesione di Anna Maria Bruzzone alla proposta di Lidia Menapace; 3. Bruno Giaccone: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Rosangela Pesenti: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Donne in nero di Reggio Emilia: ogni sabato in piazza contro la guerra; 6. Gila Svirsky: una marcia internazionale per i diritti umani in Palestina ed Israele; 7. Paolo Naso, Brunetto Salvarani, Giovanni Sarubbi: per l'inizio del Ramadan; 8. Associazione "Un ponte per": datteri iracheni, contro l'occupazione, per l'autodeterminazione; 9. Ettore Masina: la lettera di ottobre; 10. Peppe Sini: un ultimo saluto a Gaspare; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 714 del 27 ottobre 2003: 1. Contro la pena di morte, per la vita di Afsaneh Noruzi: alcuni indirizzi utili; 2. Giovanni Benzoni: un invito a Verona l'8 novembre con Lidia Menapace; 3. Enrico Peyretti: difesa senza guerra; Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente (parte prima); 4. Riletture: Germaine Greer, L'eunuco femmina; 5. Riletture: Germaine Greer, La donna intera; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 715 del 28 ottobre 2003: 1. Angelo Cavagna: in digiuno per una finanziaria di pace; 2. Peppe Sini: ancora una lettera provinciale; 3. Marcella Bravetti: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Evelina Savini: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Lidia Menapace: l'amicizia e la memoria; 6. A Verona l'8 novembre con Lidia Menapace; 7. Enrico Peyretti: difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente (parte seconda); 8. Movimento Internazionale della Riconciliazione e Movimento Nonviolento di Torino: 4 novembre, non festa ma lutto; 9. Missionari comboniani: permessi di soggiorno "in nome di Dio"; 10. Ileana Montini: con sguardo e voce di donna; 11. Riletture: Societa' italiana delle storiche, A volto scoperto. Donne e diritti umani; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 716 del 29 ottobre 2003: 1. Le donne d'Europa con le donne del mondo (un contributo alla proposta di Lidia Menapace); 2. Ruta Charles: donne costruttrici di pace in Sudan; 3. Stefania Giorgi: una parata di soli uomini; 4. Enrico Peyretti: una casa violata; 5. Il 7-8 novembre a Viterbo per un accostamento alla nonviolenza; 6. L'8 novembre a Verona con Lidia Menapace; 7. L'8 novembre a Roma contro il muro della segregazione; 8. Augusto Cavadi: l'avvocato e il professore; 9. Laura Lanzillo presenta "Il razzismo. Il riconoscimento negato" di Renate Siebert; 10. Giobbe Santabarbara: due porte; 11. Luciana Castellina ricorda Franco Alfani; 12. Aldo Garzia ricorda Franco Alfani; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 717 del 30 ottobre 2003: 1. Il 4 novembre per la pace; 2. Giobbe Santabarbara: un altro 4 novembre, non ipocrita e non subalterno; 3. Maria G. Di Rienzo: coalizioni, come mantenerle in vita; 4. Uri Avnery: il ghetto nel muro; 5. Luciano Bonfrate: sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Severino Vardacampi: amicus Plato; 7. Enzo Mazzi: il segno della croce; 8. Riletture: Hannah Arendt, il concetto d'amore in Agostino; 9. Riletture: Assia Djebar, Lontano da Medina; 10. Riletture: Raissa Maritain, Diario di Raissa; 11. Riletture: Fatema Mernissi, Islam e democrazia; 12. Riletture: Antonietta Potente, Un tessuto di mille colori; 13. Riletture: Rosemary Ruether, Per una teologia della liberazione della donna, del corpo, della natura; 14. Riletture: Edith Stein, La scelta di Dio; 15. Riletture: Simone Weil, Lettera a un religioso; 16. Riletture: Mary Hunt, Rosino Gibellini (a cura di), La sfida del femminismo alla teologia; 17. Riletture: AA. VV., Donne e religioni. Il valore delle differenze; 18. Riletture: AA. VV., E' l'ora delle religioni. La scuola e il mosaico delle fedi; 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'. * Numero 718 del 31 ottobre 2003: 1. Ogni vittima ha il volto di Abele; 2. Maria G. Di Rienzo: un kit di sopravvivenza; 3. Angela Giuffrida: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Sulla vicenda di Ofena; 5. Aldo Antonelli: sulla vicenda di Ofena; 6. Guido Armellini: sulla vicenda di Ofena; 7. Giovanni Colombo: sulla vicenda di Ofena; 8. "Noi siamo Chiesa": sulla vicenda di Ofena; 9. Alessandro Portelli: sulla vicenda di Ofena; 10. Elio Rindone: sulla vicenda di Ofena; 11. Rossana Rossanda: sulla vicenda di Ofena; 12. Marcello Vigli: sulla vicenda di Ofena; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1251 del 31 marzo 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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