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La nonviolenza e' in cammino. 1239
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1239
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 19 Mar 2006 00:09:42 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1239 del 19 marzo 2006 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Movimento per la pace, un esame di coscienza 2. Giuliana Sgrena: Liberiamo la pace 3. Due poesie di Justina Williams 4. Indice dei numeri 275-304 (novembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino" 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento 6. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: MOVIMENTO PER LA PACE, UN ESAME DI COSCIENZA Ci sara' pure un motivo per cui il movimento per la pace in questi anni ha contato meno del due di coppe nella politica mondiale (per non dire di quella italiana). * Senza perifrasi Mentre e' continuato l'assalto alla diligenza dei pubblici erari da parte delle Ong per attivita' di cui sovente i maggiori beneficiari sono i membri delle ong stesse; mentre sono continuate le carriere di chi passando sui cadaveri degli assassinati e' assurto agli onori degli scranni e dei tubi catodici (dimenticando prontamente i giovanili ardori antimilitaristi e disarmisti appena messo piede nella stanza dei bottoni, o nelle coalizioni che si candidano al governo del rione o dello stato); mentre e' continuato il turismo convegnistico e festaiolo di chi ha il privilegio di poterselo permettere, e frattanto i poveri sono sempre piu' poveri, la natura sempre piu' devastata e i rapinatori sempre piu' ricchi e feroci; mentre e' continuata la sostituzione del mondo dei simulacri al mondo reale di chi puo' rifugiarsi e si perde nei paradisi artificiali delle diecimila cose in internet che da internet non escono e che sono quindi nulla piu' che brezza ed ebbrezza, evanescenti bolle di sapone, regno di Alcina e castelli di Atlante; mentre si continua a ripetere ecolalicamente la formula tanto ridicola quanto psicotica secondo cui il movimento per la pace sarebbe "la seconda superpotenza mondiale" (e qui non si tratta di reduplicare la stolta ironia di Stalin sulle armate del Vaticano: il Vaticano e' una potenza mondiale pur non disponendo di armate, il movimento per la pace no, se non nel mondo - fittizio, parassitario, cortigiano e complice degli assassini - dei talk-show e dei videofonini). Mentre tutto questo accade, i fatti sono ben diversi dalla rappresentazione che ne fanno i cantori del proprio ombelico in una retorica tanto alienata quanto perversa e corruttrice. Ed i fatti sono che il movimento per la pace, che pure rappresenta gli interessi generali dell'umanita', che pure ha colto che la pace non e' un problema e un obiettivo tra tanti, ma la condizione stessa non solo della politica come civile convivenza, ma della sopravvivenza tout court dell'umanita', ebbene, con tutto cio' il movimento per la pace oggi non e' ancora un soggetto politico e culturale adeguato alla bisogna, tragica bisogna. E non lo e' per responsabilita' nostre, di noi tutte e tutti che ad esso pur diamo vita. Non lo e' per il semplice, banalissimo fatto che il movimento per la pace non ha ancora fatto la scelta della nonviolenza, e' ancora imprigionato in scandalose subalternita', ambiguita' e infine complicita' con le strutture, le culture e i poteri della violenza e della menzogna dominanti. Subalternita', ambiguita' ed effettuale complicita' che occorre rompere una volta per tutte. E per romperle questo occorre: la scelta nitida e intransigente della nonviolenza. Ed anche oggi siamo riusciti a farci qualche nuovo amico. * Di sabbie e di struzzi Sintomatico e' che anche la presa del movimento per la pace sulla sinistra italiana e' diventata nulla, anzi, peggio che nulla: i gruppi dirigenti di un partito o due addirittura si proclamano per la nonviolenza prostituendo questo nome a una prassi che della nonviolenza e' l'esatto contrario; altri dicono di essere per la pace "senza se e senza ma" (quest'altra formula nevrotica e totalitaria che la dice lunga sulla follia o la mascalzonaggine di chi la usa) e frattanto assumono posizioni piu' bushiste di Bush. Questa e' la situazione. E' meglio tenere la testa sotto la sabbia, e fare gli indifferenti (magari in cambio un paio di seggi in parlamento - dacche' le vie della corruzione sono infinite)? Diremmo proprio di no. * Uscire dalle ambiguita' Questo, questo occorre. Farla finita, o Ermione, con la favola bella che ieri ti illuse: della violenza buona e della guerra giusta, dell'eterogenesi dei fini, del dialettico capriolare, della violenza forcipe della storia, della rivoluzione sulla canna del fucile, dell'assassino umano, troppo umano. Basta con simili infamie. Nessuna violenza e' buona. Nessuna guerra e' giusta. Dal male non nasce il bene, chi uccide non libera, la civilta' e' il contrario della sopraffazione, ogni essere umano ha diritto a vivere, e solo se si riconosce a tutti ed ognuno il diritto a non essere ucciso si puo' stipulare un patto sociale che anche a te garantisca il tuo diritto a vivere: solo nel riconoscimento reciproco e comune di tutti i diritti umani per tuti gli esseri umani ogni essere umano e l'umanita' intera possono trovare la via per uscire da questa distretta, si puo' superare questa preistoria dell'umanita', si puo' costruire un mondo fondato sul diritto e la dignita'. Chiamiamo pace un mondo abitabile dagli esseri umani. Chiamiamo nonviolenza la scelta - la scelta di azione, la scelta di lotta, la scelta conflittuale e costruttiva a un tempo - che questo mondo consente, che questo mondo schiude. Condannare la guerra e condannare il terrorismo devono essere una cosa sola. Condannare gli eserciti regolari e condannare quelli irregolari devono essere una cosa sola. Uccidere e' il crimine dei crimini sia quando lo compie uno stato, sia quando lo compie una banda, sia quando lo compie un singolo. Uccidere e' un crimine sempre. E lo squadrismo, l'autoritarismo, il totalitarismo, il maschilismo, il burocratismo che ancora opprimono il movimento per la pace e lo rendono incoerente e nemico a se stesso, anch'essi devono essere ripudiati e sconfitti. Senza esitazione alcuna. E ugualmente occorre ripudiare l'uso della menzogna (e delle mezze verita', che sono gia' compiute menzogne), poiche' la menzogna e' gia' la violenza. Dove si uccide la verita' poi si uccideranno le persone. E' possibile essere per la pace ed ammettere gli eserciti? No. E' possibile essere per la pace ed ammettere l'uso delle armi? No. E se ci decidiamo a dire no agli eserciti e alle armi, gli eserciti occorre abolire, gli arsenali occore smantellare, il commercio e la produzione delle armi occorre proibire. Sara' un lungo cammino. Ragion di piu' per cominciare al piu' presto a percorrerlo. Questa uscita dalle ambiguita', questa uscita dalla subalternita', questa uscita dalla soggezione, dalla complicita', noi la chiamiamo con una formula semplice e secca: e' la scelta della nonviolenza. Occorre questo, questo. * Decisive tre eredita' Si pone oggi, e' evidente, al movimento per la pace l'intero arco dei problemi che si posero e incessantemente si ripropongono al movimento operaio e socialista (non a caso una delle due piu' grandi esperienze storiche della nonviolenza in cammino). Abbiamo una storia: esperienze e riflessioni che occorre porre a verificare, ereditare, superare in quanto vi e' di caduco ed errato e fin tragicamente, orribilmente errato, e recare innanzi in quanto vi e' di vero, di buono, di giusto. Si pone oggi, e' evidente, al movimento per la pace l'intero arco dei problemi che si posero e incessantemente si ripropongono al movimento delle donne (la piu' grande, e la decisiva, delle esperienze storiche della nonviolenza in cammino). Abbiamo una storia: esperienze e riflessioni alla cui scuola tutte e tutti collocarci. Si pone oggi, e' evidente, al movimento per la pace l'intero arco dei problemi che si posero e incessantemente si ripropongono alla resistenza antifascista, antirazzista, anticoloniale, antitotalitaria. Abbiamo una storia: giacche' il cuore pulsante di tutte le resistenze dell'umano contro l'inumano e' la nonviolenza viva e in cammino. * Che fare? Rispetto agli anni Sessanta, quando - nel contesto della guerra fredda - Capitini ritenne opportuno che vi fosse un movimento per la pace ampio e variegato nelle posizioni, e insieme che fosse necessario creare un piccolo nucleo, il Movimento Nonviolento appunto, che costruisse una piu' rigorosa e adeguata cultura e prassi di pace, oggi la situazione, anche grazie al lavoro di Capitini e dei suoi compagni e dei prosecutori della sua azione, la nonviolenza e' cresciuta, in termini oggettivi e in termini soggettivi: in termini oggettivi come necessita' storica e attore-chiave nel mutato contesto storico; in termini soggettivi come autocoscienza e capacita' di egemonia: oggi dunque - questa e' la nostra persuasione - occorre aprire esplicito il conflitto anche nel movimento per la pace affinche' la nonviolenza divenga koine', linguaggio comune; affinche' smascheri, contrasti e sconfigga subalternita' e ambiguita', rassegnazione e asservimenti; affinche' si faccia persuasione di tutte e tutti, divenga scelta condivisa e motrice. E per farlo occorre uscire anche da un'ulteriore subalternita': non c'e' nessun motivo per credere che quattro burocrati e quattro ragazzini maneschi che abitano le capitali e le televisioni del nord del mondo siano piu' rappresentativi di chi vive nei villaggi e fila il cotone. E' vero il contrario: la nonviolenza e' anche la scelta di ripudiare strutture accentrate e tecnologie violente, sistemi gerarchici e metodologie autoritarie; la nonviolenza e' la scelta del potere di tutti, "omnicrazia" diceva Aldo Capitini. Certo, occorrera' pensare forme organizzative ed istituzionali adeguate, ma e' gia' un primo passo - un primo passo indispensabile - revocare ogni delega. * E per aggiungere cio' che piu' dispiace Chi scrive queste righe della nonviolenza propone una nozione dialettica e contestuale, e sa che la nonviolenza esiste solo nel conflitto, nella lotta contro la violenza, che non si da' mai in condizioni asettiche, ma sempre nell'ingorgo storico ed esistenziale. Chi scrive queste righe sostiene che la scelta della nonviolenza e' componibile con diverse tradizioni di pensiero, poiche' essa non e' ne' un'ideologia di ricambio ne' un repertorio di tecniche buone per ogni uso, ma una scelta ad un tempo epistemologica, assiologica, metodologica, operativa e progettuale; una guida per l'azione fondata sul rigore morale e intellettuale, sulla coerenza tra i mezzi e i fini, sulla scelta di lottare contro la violenza e la menzogna sempre. La nonviolenza non ti chiede di cambiare le tue idee: ti chiede di pensarle piu' profondamente, piu' coerentemente, piu' rigorosamente, piu' limpidamente, piu' autenticamente. Chi scrive queste righe pensa che pressoche' tutte le grandi tradizioni di pensiero orientate alla liberazione degli oppressi, alla civile convivenza, alla solidarieta' tra le persone e tra i popoli (e tra le persone, i popoli e la natura), alla degnificazione umana, sono componibili con la nonviolenza, sono suscettibili di approdare alla scelta della nonviolenza, possono valorizzare la nonviolenza e creativamente e maieuticamente intrecciarvisi, e originalmente svolgerla, svilupparla, coevolvendo. Se fino a ieri anche illustri e longeve tradizioni di pensiero pensavano di dover rendere omaggio alla violenza, e con cio' stesso se ne lasciavano infeudare, oggi e' giunta l'ora, il kairos, in cui tutte le grandi tradizioni di pensiero possono - e quindi devono - fare la scelta della nonviolenza, e cosi' aprire un varco all'umanita' verso un futuro in cui l'essere umano cessi di essere un lupo per l'essere umano. Siamo giunti al paragone. * Prima che ci uccidano O l'umanita' riuscira' ad abolire la guerra, o la guerra estinguera' l'umanita'. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. Qui e' Rodi, qui devi fare il salto. 2. TESTIMONIANZE. GIULIANA SGRENA: LIBERIAMO LA PACE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 16 marzo 2006. Giuliana Sgrena, giornalista, intellettuale e militante femminista e pacifista tra le piu' prestigiose, e' tra le maggiori conoscitrici italiane dei paesi e delle culture arabe e islamiche; autrice di vari testi di grande importanza, e' stata inviata del "Manifesto" a Baghdad, sotto le bombe, durante la fase piu' ferocemente stragista della guerra tuttora in corso. A Baghdad e' stata rapita il 4 febbraio 2005; e' stata liberata il 4 marzo, sopravvivendo anche alla sparatoria contro l'auto dei servizi italiana in cui viaggiava ormai liberata, sparatoria in cui e' stato ucciso il suo liberatore Nicola Calipari. Opere di Giuliana Sgrena: (a cura di), La schiavitu' del velo, Manifestolibri, Roma 1995, 1999; Kahina contro i califfi, Datanews, Roma 1997; Alla scuola dei taleban, Manifestolibri, Roma 2002; Il fronte Iraq, Manifestolibri, Roma 2004; Fuoco amico, Feltrinelli, Milano 2005. Ci corre l'obbligo di esprimere netto un dissenso da due passaggi di questo per altri versi apprezzabile testo. In primo luogo: in Iraq la resistenza armata e il metodo terroristico non sono de facto separabili: la condanna del terrorismo - necessaria, indispensabile, urgente condanna: sia del terrorismo delle truppe occupanti, sia del terrorismo dei gruppi locali che all'occupazione si oppongono come di quelli collaborazionisti che certo non mancheranno, sia del terrorismo dei "volontari" da qualunque parte del mondo siano essi provenienti - implica altresi' la richiesta che la resistenza all'occupazione sia esclusivamente politica e nonviolenta; il nostro no al terrorismo deve essere altrettanto fermo del nostro no alla guerra e all'occupazione neocoloniale; il nostro no al terrorismo e alla guerra deve essere altresi' un impegno qui e adesso per trovare alternative nonviolente, per sostenere alternative nonviolente, per costruire alternative nonviolente di lotta concreta ed efficace contro il male e l'uccidere, di solidarieta' autentica ed effettuale con le vittime della guerra e dell'oppressione (sapendo altresi' che in quel martoriato paese la popolazione tutta - tutta - e' vittima cinque volte: della dittatura di Saddam Hussein prima, delle guerre e delle occupazioni angloamericane poi e ora, dell'embargo genocida dell'Onu durante il decennio tra la prima e la secodna guerra del Golfo, del terrorismo di tutte - tutte - le parti, comprese quelle che per propagandare il proprio radicalismo tutto politico si avvalgono di maschere etniche e religiose finanche, bestemmiando col proprio agire la religione cui dicono di ispirarsi). In secondo luogo: dopo il disastro bellico non basta dire che occorre il ritiro delle truppe di occupazione: occorre che ci sia anche un'alternativa nonviolenta, ovvero un grande piano di aiuti umanitari gratuiti e tempestivi alla popolazione tutta da parte della cosiddetta comunita' internazionale, e un dispiegamento di presenza di forze civili di pace, di donne e uomini militanti nonviolenti costruttori di pace (in quanto tali disarmati e antimilitaristi, internazionalisti e anticolonialisti), esseri umani tra esseri umani senza bisogno di aggettivi, che contribuiscano con la loro viva presenza a riaprire canali di dialogo, incontro, cooperazione, amicizia, solidarieta', fiducia, legalita', convivenza civile. O la nonviolenza sconfiggera' il sinolo di guerra e terrorismo, o il sinolo di guerra e terrorismo distruggera' l'umanita' (p. s.)] Un anno fa, ero da poco tornata dall'Iraq dopo la drammatica vicenda che mi aveva coinvolto - il sequestro e la sparatoria che ha ucciso Nicola Calipari - e stavo scoprendo quello che era successo durante il mio rapimento. Sapevo che non sarei stata abbandonata, pensavo che ci sarebbero state delle mobilitazioni, era quasi come se intuissi - con una sorta di telepatia - quello che si stava muovendo, ma non avrei mai immaginato che 500.000 persone sarebbero scese in piazza per chiedere la mia liberazione. Sicuramente quella mobilitazione ha contribuito - insieme alla trattativa - al mio ritorno a casa. "Liberate Giuliana, liberate l'Iraq", la parola d'ordine della manifestazione che ho visto scorrere in tanti video e ripresa da centinaia di foto. Io sono stata liberata, ma l'Iraq e' ancora occupato e sta precipitando in una situazione sempre piu' drammatica, piu' sanguinosa, dove la guerra civile paventata da Stati Uniti e alleati in caso di ritiro delle truppe straniere, gia' in corso da due anni, e' esplosa in tutta la sua violenza. I morti iracheni non si contano piu', del resto chi li ha mai contati? Morti, feriti, rapimenti, 2.000 donne rapite, stupri e delitti d'onore. Non si puo' contare sull'informazione che sull'Iraq non c'e' piu': le parti in conflitto non vogliono testimoni. Jill Carrol e altri due giornalisti sono ancora nelle mani dei rapitori. "Liberate l'Iraq" subito. Non si puo' piu' aspettare. Non possiamo restare indifferenti di fronte al continuo imbarbarimento portato in Iraq dalla guerra, che ho verificato sulla mia pelle. Ma non per questo posso, possiamo rinunciare a riconoscere il diritto degli iracheni a riacquistare la loro sovranita'. L'unico modo per farlo e' il ritiro immediato delle truppe, tutte, cominciando dall'Italia. Come pacifisti dobbiamo partire da quello che possiamo fare subito, da qui, da noi, per contribuire alla pacificazione di un paese come l'Iraq. Riportare il tema della guerra al centro di una campagna elettorale che lo ignora. Proprio nel momento in cui il conflitto rischia di allargarsi all'Iran. Il presidente iraniano puo' permettersi le sue "provocazioni" perche' i partiti religiosi iracheni legati a Tehran controllano il sud dell'Iraq. Delle 500.000 persone che sono scese in piazza il 19 febbraio dello scorso anno sicuramente alcune erano mosse da motivi umanitari, volevano salvarmi la vita. Ma sono sicura che la maggior parte di loro oltre a salvare la mia vita volevano anche tornare in piazza contro la guerra, per l'Iraq. Io sono stata l'occasione per tornare a essere protagonisti dopo la sconfitta subita con lo scatenamento della guerra nonostante le manifestazioni senza precedenti del febbraio 2003, che avevano fatto definire il movimento pacifista la "seconda potenza mondiale". Il 18 marzo e' l'occasione per tornare in piazza tutti insieme per salvare un popolo che sta consumando la propria agonia nell'indifferenza di chi ipocritamente sostiene di voler democratizzare l'Iraq. La democrazia non si esporta e se si vuole aiutare il paese distrutto dalla guerra occorre ricostruirlo, certo non con carri armati e fucili. Opporsi all'occupazione e' un dovere nostro e un diritto degli iracheni. Un tema, quello della resistenza, che ha diviso anche il mondo pacifista e lo ha in parte paralizzato. Io, che sono stata vittima di un gruppo della resistenza non per questo posso negare loro il diritto a resistere, persino a una resistenza armata anche se io non la condivido, perche' nella realta' irachena non solo non ha nessuna possibilita' di successo ma usa la violenza anche per imporre le proprie scelte sulla popolazione. La violenza, anche quando e' accettata come necessita' - ma nonviolenza non vuol dire porgere l'altra guancia - non puo' essere comunque mitizzata. Questo e' un nodo che il pacifismo deve sciogliere senza per forza dividersi. Non e' indispensabile identificarsi con la resistenza irachena, visto che e' una nebulosa composita di cui non si conoscono progetti e programmi per il futuro dell'Iraq. Ma, nonostante alcune degenerazioni, la resistenza non puo' essere confusa - come fa volutamente qualcuno - con il terrorismo, che non vuole la liberazione dell'Iraq ma che usa quel territorio per combattere il proprio jihad contro gli infedeli (occidentali o iracheni, gli sciiti considerati traditori). Le vittime dei gruppi terroristici, che alimentano la cultura della morte usando quasi esclusivamente kamikaze, sono nella stragrande maggioranza iracheni. Dobbiamo porre fine alla violazione delle convenzioni internazionali - vanificate dalla guerra preventiva -, alle torture che gli occupanti hanno insegnato agli occupati e che ora sono praticate anche dal governo iracheno. Con gli iracheni, nel febbraio 2003 ho condiviso le speranze di poter evitare la guerra, l'attesa dell'ultimatum, i bombardamenti e quando sono arrivati gli americani non e' stata una festa. "Sono contento che e' finito il regime di Saddam ma non di come e' finito", dicevano molti iracheni. E avevano ragione. 3. POESIA E VERITA'. DUE POESIE DI JUSTINA WILLIAMS [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione le seguenti poesia di Justina Williams. Justina Williams, australiana, e' un'attivista per la pace e la giustizia sociale; il 22 gennaio ha compiuto 90 anni] Non in mio nome (1991) Non in mio nome, il mio nome di donna, una sola goccia di sangue sia versata per il petrolio che rende alcuni miliardari e manda in fiamme il Medioriente. Non in mio nome, il mio nome o il vostro, le armi spaventose della nostra era, il gas nervino, e la catastrofe, la bomba nucleare, dovrebbero spazzare via la vita dalla nostra terra, questa nostra fragile terra. Non in mio nome, il mio nome di donna, un altro Vietnam, un'altra Corea e la stessa propaganda per giustificare l'invasione. Caro Dio, se c'e' un dio, non in mio nome. Ma in nome mio, in nome di ogni donna, mandate a casa questi grandi eserciti, composti da neri e poveri, le navi da guerra e le fregate tornino indietro. In mio nome, pace. * Nastri di pace (1986) Mentre i guerrafondai stuzzicano vecchie ferite, paure dimenticate, maneggiano minacce nucleari, noi stiamo rendendo visibile un grande arcobaleno, in ogni cielo, un arcobaleno nato dal desiderio di teneri volti che fioriscono sotto la pioggia. Stiamo facendo nastri per iscrivere in un cerchio le citta', nastri ricchi di uccelli e fiori, e dei sogni delle madri, delle nonne, di innumerevoli bimbi. Le donne dipingono simboli di amore e di cura, tessendo una stoffa cosi' forte, cosi' prossima al cuore che persino i mastini della guerra non la romperanno. Questa e' la nostra risposta ai fautori dell'olocausto, che vorrebbero annerire la nostra farina in un inverno nucleare, disperdere i nostri figli in un vento arido, portando un dolore che azzererebbe la sopportazione e ogni suono: camminando per la pace, nel sole e nella pioggia, noi condividiamo grandi speranze, mentre gli arcobaleni luccicano nell'aria. 4. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 275-304 (NOVEMBRE 2001) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 275 del primo novembre 2001: 1. Gino Strada, dalla parte delle vittime; 2. La solidarieta' dei pakistani in Italia con le vittime dell'attentato in Pakistan; 3. Carlo Gubitosa: il 4 novembre presenza nonviolenta nelle piazze d'Italia; 4. Umberto Santino: le dimissioni di Tano Grasso, un atto di accusa per un governo che legalizza l'illegalita'; 5. Davide Melodia, ecopacifismo e animali; 6. Alcuni libri su etica e diritti degli animali; 7. Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: lo spirito e la prassi dei Centri di orientamento sociale; 8. Nadine Gordimer, la protesta; 9. Françoise Sironi, la tortura; 10. Una lettera di Marcos ai familiari di Digna Ochoa; 11. Letture: Italo Mancini, Bonhoeffer; 12. Letture: Piero Viotto, Introduzione a Maritain; 13. Letture: Cornel West, La filosofia americana; 14. Riletture: Lorenzo Albertinelli, I lager; 15. Riletture: Herbert Marcuse, L'uomo a una dimensione; 16. Riletture: Edward Said, Orientalismo; 17. Il 4 novembre incontro di formazione a Viterbo; 18. Due dibattiti con Serge Latouche a Roma; 19. Il notiziario del Bologna Social Forum; 20. Per studiare la globalizzazione: da Agnes Varda a Silvia Vegetti Finzi; 21. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 22. Per saperne di piu'. * Numero 276 del 2 novembre 2001: 1. Fermare la guerra o tacere per sempre; 2. Antonio Tabucchi ed altri: e' tempo di parlare di pace; 3. Eduardo Galeano, la guerra in parole; 4. Luigi Cortesi: perche'? why? 5. Davide Melodia, con le bombe; 6. Susan Sontag, il cancro della storia umana; 7. Gianfranco Mascia, costruiamo i comitati per la legalita'; 8. Il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"; 9. Il settimanale "Carta" in edicola; 10. Convegno e marcia di Pax Christi a Locri; 11. Letture: Samir Amin, Il capitalismo nell'era della globalizzazione; 12. Letture: Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo biografico di Danilo Dolci; 13. Letture: Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini; 14. Riletture: Ernesto Balducci, Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia; 15. Riletture: Dario Paccino, L'imbroglio ecologico; 16. Riletture: Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia; 17. Per studiare la globalizzazione: da Claudine Vegh a Franco Venturi; 18. La Carta del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'. * Numero 277 del 3 novembre 2001: 1. Con le sorelle e i fratelli immigrati; 2. Mao Valpiana, tante guerre "sante e giuste", ma una sola pace, quella vera; 3. Monica Lanfranco intervista Lidia Menapace: la scelta e' la nonviolenza; 4. Un appello dall'Universita' di Osaka; 5. Un appello di vescovi e pastori brasiliani; 6. Una lettera per il dialogo tra studenti e insegnanti di culture e religioni diverse; 7. Francesco Comina, il tempo delle vittorie e' finito; 8. Le iniziative di novembre del Circolo Pink di Verona; 9. Un convegno su Danilo Dolci a Palermo; 10. Una lettera al Coordinamento degli enti locali per la pace e alla Tavola della pace; 11. Letture: Augusto Illuminati (a cura di), Averroe' e l'intelletto pubblico; 12. Letture: Enzo Marzo, Corrado Ocone (a cura di), Manifesto laico; 13. Letture: Simonetta Tabboni, Norbert Elias. Un ritratto intellettuale; 14. Riletture: Marvin Harris, Cannibali e re; 15. Riletture: Simone Petrement, La vita di Simone Weil; 16. Riletture: Peter Weiss, L'istruttoria; 17. Per studiare la globalizzazione: da Lionello Venturi a Jose' Maria Vigil; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'. * Numero 278 del 4 novembre 2001: 1. Esposto alla Procura Generale della Repubblica; 2. Joseph Halevi, la stampa che non va alla guerra; 3. Giancarla Codrignani, la morte di Antigone; 4. Dibattiti a Molfetta; 5. Il 7 novembre a Napoli; 6. L'8 novembre a Trento; 7. Gli appuntamenti del laboratorio della nonviolenza a Torino; 8. Il 23 novembre un convegno a Verbania; 9. Letture: Nando dalla Chiesa, Storie eretiche di cittadini perbene; 10. Letture: Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d'Europa; 11. Letture: Arundhati Roy, Il dio delle piccole cose; 12. Riletture: Gustavo Gutierrez, Teologia della liberazione; 13. Riletture: Edoarda Masi, Cento trame di capolavori della letteratura cinese; 14. Riletture: Massimo Mila, Breve storia della musica; 15. Il nuovo numero de "Il paese delle donne"; 16. Per studiare la globalizzazione: da Antonio Vigilante a Vinoba; 17. Indice dei numeri 245-274 (ottobre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'. * Numero 279 del 5 novembre 2001: 1. Peppe Sini: il crimine della guerra; 2. Enrico Peyretti: lettera al Presidente della Repubblica contro la guerra; 3. Edward Said, lo scontro delle ignoranze; 4. Carla Ravaioli, l'altra faccia dell'occidente; 5. Enzo Bianchi, le apocalissi dell'11 settembre; 6. Sabato 17 novembre si riunisce il gruppo di lavoro della Rete di Lilliput sulla nonviolenza; 7. La finanza etica a Bologna il 24 novembre; 8. Alcune iniziative di pace nel viterbese; 9. Progetto per costituire un centro di documentazione e di intervento pacifista; 10. Riletture: Henry Corbin, Storia della filosofia islamica; 11. Riletture: Pierre-Joseph Proudhon, Che cos'e' la proprieta'? 12. Riletture: Paul Tillich, Teologia sistematica (volume I); 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 280 del 6 novembre 2001: 1. Peppe Sini, disarmare gli assassini; 2. Alessandro Marescotti, collegare in rete i volontari contro la guerra; 3. Stefano Guffanti, appello ai gruppi nonviolenti ed antimilitaristi; 4. Tonio Dell'Olio: no alla guerra, no alla partecipazione italiana; 5. Davide Melodia, due pensieri; 6. Beati i costruttori di pace e Pax Christi: un digiuno per la pace; 7. Appello ecumenico per una giornata del dialogo cristianoislamico; 8. Giuliana Sgrena, orfani di guerra; 9. Johan Galtung, le regole gandhiane del conflitto; 10. Letture: AA. VV., "Uomini usciti di pianto in ragione". Saggi su Franco Fortini; 11. Letture: Laura Boella, Hannah Arendt; 12. Letture: Renate Siebert, Le donne, la mafia; 13. Martedi 6 novembre a Viterbo; 14. Martedi 6 novembre a Roma; 15. Una conferenza stampa a Milano il 7 novembre; 16. L'8 novembre a Foggia; 17. Chiara Schiavinotto, corso di formazione su microimpresa e microfinanza dal 3 al 7 dicembre a Padova; 18. Riletture. Paolo Jachia, Introduzione a Bachtin; 19. Riletture. Rigoberta Menchu' (con Elisabeth Burgos), Mi chiamo Rigoberta Menchu'; 20. Riletture: George Woodcock, L'anarchia; 21. Per studiare la globalizzazione: da Luciano Violante a Daniel Vogelmann; 22. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 23. Per saperne di piu'. * Numero 281 del 7 novembre 2001: 1. Impedire la fine del mondo; 2. Donne in nero: no alla guerra, da Roma; 3. Peppe Sini: no alla guerra, da Orte; 4. Giobbe Santabarbara: no alla guerra, da Viterbo; 5. Forum permanente per la pace: no alla guerra, da Ferrara; 6. I consiglieri provinciali DS: no alla guerra, da Verbania; 7. Alvise Alba: no alla guerra, da Alba; 8. Da tutta Italia: no alla guerra; 9. Giovanni Scotto, alla guerra diciamo no; 10. Amelia Alberti, quando le guerre si scatenano; 11. Raniero La Valle, americani; 12. Toni Maraini intervista Assia Djebar; 13. Come e perche' prepariamo un volantino e un volantinaggio; 14. Johan Galtung, quindici forme della lotta nonviolenta in Gandhi; 15. Per studiare la globalizzazione: da Vito Volterra a Colin Ward; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 282 dell'8 novembre 2001: 1. Peppe Sini, cosa chiediamo a chi ci legge oggi; 2. Esposto all'autorita' giudiziaria per fermare i golpisti complici delle stragi in corso; 3. Alessandro Marescotti, agire per fermare la guerra; 4. Primo Levi: Shema'; 5. Franco Fortini: Canto degli ultimi partigiani; 6. Simone Weil, e si credettero molto umani; 7. Hannah Arendt, come ghiaccio al sole; 8. Aspetti psicologici dell'impegno nonviolento; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 283 del 9 novembre 2001: 1. Peppe Sini, l'ora della resistenza nonviolenta; 2. Calendario delle iniziative contro la guerra; 3. Emergency: uno straccio di pace; 4. Amelia Alberti, un piccolo proponimento; 5. Silvano Tartarini, l'Italia e' in guerra e il diritto e' in lutto; 6. Farid Adly, da Acquedolci per la pace; 7. Mao Valpiana, la guerra di oggi e la nonviolenza di domani; 8. Diana Dimonte, il commercio equo e soldale per la pace; 9. Davide Melodia, nuovi lutti attendono; 10. Norma Bertullacelli, da Genova contro la guerra; 11. La scomparsa di Ernst Gombrich, un maestro; 12. Giuseppe Di Lello, il governo della malavita; 13. Giulio Vittorangeli, la dignita' dei morti; 14. Letture: Luciano Gallino, Il costo umano della flessibilita'; 15. Letture: Leone Ginzburg, Scritti; 16. Letture: Leandro Rossi, Paulo Freire profeta di liberazione; 17. "COS in rete" di novembre; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'. * Numero 284 del 10 novembre 2001: 1. Alberto L'Abate, occorrono i corpi civili di pace; 2. Calendario delle iniziative contro la guerra; 3. Peppe Sini, processare gli assassini; 4. Angelo Cavagna, digiuno contro la guerra; 5. Francesco Comina, il crimine della guerra e il fango dell'ipocrisia; 6. Luciano Benini, una mozione al Comune di Fano; 7. Yukari Saito, l'araba fenice e il camaleonte infinito; 8. Dodici consiglieri comunali di Milano contro la guerra; 9. Associazione Resistenza e Pace: contro il terrorismo e contro la guerra; 10. Associazione per la pace: rispettare la Costituzione; 11. Associazione "Verdi ambiente e societa'": no alla guerra; 12. Rete Lilliput e MIR di Fano: l'Italia e' in guerra, noi no; 13. L'appello di Woody Powell; 14. "Nigrizia": illusioni ottiche e politiche di pace; 15. Hannah Arendt, l'inganno; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 285 dell'11 novembre 2001: 1. Peppe Sini: fermare la guerra con la forza della legalita', della democrazia, della nonviolenza; 2. Calendario delle iniziative contro la guerra; 3. Appello di giuristi democratici contro la guerra; 4. I parlamentari contrari alla guerra; 5. Arundhati Roy contro la guerra; 6. Giulietto Chiesa, la ragione contro la guerra; 7. Alberto L'Abate, il convegno di Parigi sull'intervento civile di pace; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 286 del 12 novembre 2001: 1. Peppe Sini, un colpo di stato; 2. Calendario delle iniziative contro la guerra; 3. Alessandro Marescotti, l'opposizione alla guerra e' maggioritaria in Italia; 4. Appello per un corpo civile di pace; 5. Azione cattolica italiana, settore giovani: per non ammalarci di odio; 6. Emergency e' tornata a Kabul; 7. Mao Valpiana, inchiodato a una croce; 8. Hevi Dilara, a nome di un popolo negato; 9. Domenico Jervolino, l'universita' per la globalizzazione della pace e dei diritti umani; 10. "Azione nonviolenta" di novembre; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 287 del 13 novembre 2001: 1. Peppe Sini: fermare la guerra e ripristinare la vigenza del diritto internazionale per lottare contro il terrorismo; 2. Calendario delle iniziative contro la guerra; 3. Vauro Senesi intervista Gino Strada; 4. Appello per uno sciopero generale contro la guerra; 5. Franco Borghi, lettera a un direttore di giornale; 6. Giulio Vittorangeli, l'orrore e la memoria; 7. Mao Valpiana, continuare in cio' che e' giusto; 8. Brunetto Salvarani, per il dialogo cristianoislamico; 9. Ottavio Raimondo, dalla legge al dono; 10. Germaine Greer, come i villaggi vietnamiti; 11. Lidia Menapace, la domanda; 12. Rossana Rossanda, fermando con le proprie mani i propri dirigenti; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 288 del 14 novembre 2001: 1. Peppe Sini, cessate il fuoco; 2. Calendario delle iniziative contro la guerra; 3. Francesco Rubino, perche' la guerra in Afghanistan e' illegittima; 4. Progetto di statuto per un Corpo Civile di Pace; 5. Alessandro Zanotelli, l'orrore di quel voto; 6. Etty Hillesum, un ardore elementare; 7. Lea Melandri, rinascere insieme; 8. Vandana Shiva, le sorgenti della vita; 9. La Carta del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 289 del 15 novembre 2001: 1. Peppe Sini, sulle macerie; 2. Calendario delle iniziative di pace; 3. Il pulpito del Criticone: uomini e cani; 4. Venerdi a Taranto per la pace; 5. Pasquale Pugliese: per una strategia lillipuziana, i Gruppi di azione nonviolenta; 6. Luisa Morgantini, torniamo in Israele e in Palestina; 7. Riletture: Franco Basaglia, Franca Basaglia Ongaro (a cura di), Crimini di pace; 8. Riletture: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano; 9. Riletture: Giancarlo Gaeta, Simone Weil; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 290 del 16 novembre 2001: 1. Peppe Sini, la questione fondamentale; 2. Calendario delle iniziative di pace; 3. Amelia Alberti, la guerra e l'eroina; 4. Un appello di Rawa all'Onu; 5. Enrico Peyretti, invece della guerra; 6. A Rimini training di formazione nonviolenta con le Peace Brigades International; 7. Per studiare la globalizzazione: da Peter Watkins a Simone Weil; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 291 del 17 novembre 2001: 1. Alessandro Marescotti, domenica 18 novembre a Taranto per dire no alla guerra; 2. Calendario delle iniziative di pace; 3. Peppe Sini: Vieri Marzi; 4. Silvano Bassetti, la legge del taglione; 5. Yukari Saito, un'idea contro il terrorismo; 6. Giobbe Santabarbara: la musica, la tastiera, il cielo stellato; 7. Mario Di Marco, la finanza etica a Viterbo; 8. A Reggio Emilia un percorso di formazione alla nonviolenza; 9. Maria Luigia Casieri, la democrazia e l'uovo di ferro; 10. Per studiare la globalizzazione: da Kurt Weill a Peter Weiss; 11. L'osservatorio di Loico Fossi; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 292 del 18 novembre 2001: 1. Benito D'Ippolito, e tu dov'eri? 2. Alessandro Marescotti, Taranto dice no alla guerra; 3. Violeta Parra, la differenza; 4. Peppe Sini, il lume della ragione; 5. Campagna per i diritti civili e politici delle donne afghane; 6. Associazione nazionale amici di Aldo Capitini, per una globalizzazione nonviolenta dal basso; 7. Pronta la proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; 8. Calendario delle iniziative di pace; 9. Per studiare la globalizzazione: da Orson Welles a Edmund Wilson; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 293 del 19 novembre 2001: 1. Peppe Sini, l'alternativa; 2. Una lettera di Gerard Lutte; 3. Elettra Deiana, gli aquiloni di Peshawar; 4. Antonio Tabucchi, inseguiti dai nostri fantasmi; 5. Benito D'Ippolito, d'improvviso; 6. Calendario delle iniziative di pace; 7. Per studiare la globalizzazione: da Donald Woods Winnicott a Virginia Woolf; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 294 del 20 novembre 2001: 1. Peppe Sini, una giovane donna uccisa; 2. L'ultima lettera di Irma Marchiani; 3. Alberto Capannini, lettera di un occidentale a un abitante di un paese in guerra; 4. Forum permanente per la pace di Ferrara, appello al mondo universitario; 5. "Noi Siamo Chiesa", no a questa guerra; 6. Bruno Giaccone, per la dignita'; 7. Il 24 novembre giornata del non acquisto; 8. Letture: AA. VV., Dove va il volontariato? 9. Letture: Carlo Jean, Guerra, strategia e sicurezza; 10. Letture: Claudio Tugnoli (a cura di), Maestri e scolari di nonviolenza; 11. Calendario delle iniziative di pace; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 295 del 21 novembre 2001: 1. Enrico Peyretti, la ragione delle ragioni contro la guerra; 2. Norma Bertullacelli, un'ora in silenzio per la pace; 3. Daniele Lugli, due notizie; 4. Marina Forti intervista Partawmina Hashemee; 5. Ettore Masina, per salvare Safya; 6. Il Consiglio Provinciale di Viterbo per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; 7. Letture: Tahar Ben Jelloun, L'Islam spiegato ai nostri figli; 8. Letture: Jean-Pierre Berlan (a cura di), La guerra al vivente; 9. Letture: Giovanni Franzoni, Ofelia e le altre; 10. Calendario delle iniziative di pace; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 296 del 22 novembre 2001: 1. Farid Adly, salviamo la vita di Safya; 2. Luisa Morgantini: oltre il burqa, donne al governo per la democrazia; 3. Amelia Alberti, la guerra infinita; 4. Norma Bertullacelli, finanziaria di guerra e obiezione di coscienza alle spese militari; 5. Pax Christi di Taranto: no alla guerra; 6. Giulio Vittorangeli, il pane quotidiano delle zone franche; 7. Il testo pressoche' definitivo del disegno di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; 8. Un filosofo tedesco e un bambino kossovaro; 9. Calendario delle iniziative di pace di oggi; 10. Per studiare la globalizzazione: da Richard Wright ad Alessandro Zanotelli; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 297 del 23 novembre 2001: 1. La guerra continua; 2. Giuliana Sgrena, le donne di Kabul; 3. Sebastiano Dho, ogni guerra e' un'avventura senza ritorno; 4. Janina Bauman, la verita' che generalmente scegliamo di lasciare inespressa; 5. La CGIL Scuola del VCO contro la guerra; 6. Gisele Halimi, il crogiolo; 7. "Missione oggi": la risposta dell'Occidente fa il gioco dei terroristi; 8. Peppe Sini, perche' il segreto e' incompatibile con la nonviolenza; 9. Brunetto Salvarani, crescono le adesioni all'appello ecumenico per la giornata del dialogo cristianoislamico; 10. Osservatorio europeo "Giovanni Falcone" di Monopoli: abrogare la legge sulle rogatorie; 11. Letture: Attac, I paradisi fiscali; 12. Letture: Gaetano Domenici, Manuale dell'orientamento e della didattica modulare; 13. Letture: Thomas Mann, Pace mondiale e altri scritti; 14. Iniziative di pace di oggi; 15. Per studiare la globalizzazione: da Adriana Zarri a Graziano Zoni; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 298 del 24 novembre 2001: 1. Davide Caforio: la tenda di Abramo, in digiuno per la pace; 2. Umberto Di Maria, oggi e' la giornata del non acquisto; 3. Ettore Masina, aggiornamenti e materiali per l'iniziativa per salvare la vita di Safya; 4. Nadia Cervoni, le Donne in nero oggi in piazza a sostegno delle donne afghane; 5. Per contrastare chi specula sul commercio di strumenti di morte, sosteniamo la campagna "Banche armate"; 6. Dina Bertoni Jovine ricorda Ada Gobetti; 7. Silvia Vegetti Finzi, l'utopia; 8. Social forum di Roma: le scelte della questura di Roma danneggiano gravemente i lavoratori stranieri e incentivano clandestinita' e lavoro nero; 9. Elio Veltri, per la democrazia e la legalita'; 10. Sintesi di due opuscoli di Jean-Marie Muller; 11. Riletture: "Hermeneutica" 1995, Kerygma e prassi. Filosofia e teologia in Italo Mancini; 12. Riletture: Massimo Mila, Scritti civili; 13. Riletture: Raymond Queneau, Esercizi di stile; 14. Alcune iniziative di pace di oggi e domani; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'. * Numero 299 del 25 novembre 2001: 1. Peppe Sini, tre condizioni per essere un movimento per la pace; 2. Sintesi del convegno di Como sulla nonviolenza (a cura di Marco Servettini). Con gli interventi di Albino Bizzotto, Carlos Rojas, Jean Marie Benjamin, Nanni Salio, Tonino Drago, Lidia Menapace, Mao Valpiana, Rigoberta Menchu', Luisa Morgantini, Arrigo (monaco di Camaldoli), Hebe de Bonafini; 3. Sintesi di una relazione di Giulio Girardi su teoria e prassi nonviolenta della liberazione; 4. Maria Zambrano, la nascita del rancore; 5. Ada Gobetti, sdegnamo quindi; 6. Edith Bruck, anche voi che volete sapere; 7. Laura Boella, amare la giustizia secondo Hannah Arendt; 8. Alcune iniziative di pace di oggi; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 300 del 26 novembre 2001: 1. Peppe Sini, dopo un certo tempo; 2. Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: il 14 dicembre aderiamo al digiuno; 3. Amelia Alberti, i principali motivi della guerra; 4. Per Paolo Borsellino (con alcuni testi di Paolo Borsellino, Liliana Ferraro, Nando dalla Chiesa, Riccardo Orioles); 5. Benito D'Ippolito, una meditazione del giorno dopo; 6. Due scritti di Rossana Rossanda; 7. Aung San Suu Kyi, fra il dialogo e la devastazione estrema; 8. Hildegard Goss Mayr, un proverbio; 9. Giuliana Martirani, le vere cattedrali; 10. Franca Ongaro Basaglia, le regole della convivenza civile; 11. Letture: Luigi Bonanate, La guerra; 12. Letture: Francesco Capriglione, Etica della finanza e finanza etica; 13. Letture: Andrea Cecconi (a cura di), Ernesto Balducci. Cinquant'anni di attivita'; 14. Riletture: Giorgio Colli, La ragione errabonda; 15. Riletture: Sergio Piro, Le tecniche della liberazione; 16. Riletture: Franco Venturi, La lotta per la liberta'; 17. Iniziative di pace di oggi; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'. * Numero 301 del 27 novembre 2001: * Una comunicazione di servizio; 1. Peppe Sini, si giunga allo sciopero generale contro la guerra e in difesa della legalita' e della democrazia; 2. Simone Weil, pensare; 3. Alcuni interventi di Alessandro Zanotelli; 4. Il documento sulla guerra del forum romano dell'8-9 novembre; 5. Un epigramma di Thomas More; 6. Letture: Mario Guarino, Fedora Raugei, Scandali e segreti della moda; 7. Letture: Flavio Lotti, Nicola Giandomenico, Rosario Lembo (a cura di), Per un'economia di giustizia; 8. Letture: Francesco Remotti, Contro l'identita'; 9. Riletture: Inni omerici; 10. Riletture: Eugene Minkowski, Trattato di psicopatologia; 11. Riletture: Francesco Tonucci, La citta' dei bambini; 12. Alcune iniziative di pace da oggi a domenica 2 dicembre; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 302 del 28 novembre 2001: 1. Peppe Sini, ma cosa sara' mai questa nonviolenza di cui sento tanto parlare; 2. Verbale del primo incontro del gruppo di lavoro tematico della Rete di Lilliput sulla nonviolenza; 3. Giuliana Sgrena, donne a Kabul; 4. Mao Valpiana, il 14 dicembre digiuniamo insieme; 5. Monica Lanfranco, due nuove liste in rete; 6. Letture: Gloria Origgi, Introduzione a Quine; 7. Letture: Ignacio Ramonet, Marcos. La dignita' ribelle; 8. Letture: Chiara Zamboni, La filosofia donna; 9. Riletture: Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa; 10. Riletture: Erving Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione; 11. Riletture: Lev Tolstoj, Perche' la gente si droga? e altri saggi su societa', politica, religione; 12. Alcune iniziative di pace da oggi a domenica 2 dicembre; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 303 del 29 novembre 2001: 1. Peppe Sini, il sonno della ragione; 2. Luisa Morgantini, non solo burqa; 3. Irene Bersani: no, con amore; 4. Unione sindacale italiana, per il 14 dicembre prepariamo lo sciopero generale contro la guerra; 5. Una dichiarazione di religiosi siciliani e calabresi per la pace; 6. Francesco Tullio, Giordano Segneri: considerazioni conclusive sulla conferenza del 25 giugno sul ruolo delle Ong nella prevenzione e gestione delle crisi internazionali; 7. Norma Bertullacelli, l'azione diretta nonviolenta di piazza Portello a Genova il 20 luglio; 8. Prevista per il 6 dicembre la presentazione della proposta di legge per la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla nonviolenza; 9. Riletture: Karl Barth, L'Epistola ai Romani; 10. Riletture: Nando dalla Chiesa, Il giudice ragazzino; 11. Riletture: Luce Irigaray, Speculum; 12. Alcune iniziative di pace da oggi a domenica 2 dicembre; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 304 del 30 novembre 2001: 1. Enrico Peyretti, il no alla guerra e' la base del si' alla pace; 2. Edgar Morin, contro il terrore c'e' solo la saggezza; 3. Giuliana Sgrena, gli orfanatrofi di Kabul; 4. Giulio Vittorangeli, il linguaggio della giustizia e della tenerezza; 5. Amelia Alberti, la seconda fase; 6. Letture: Domenico Canciani, Maria Ida Gaeta (a cura di), Album Simone Weil; 7. Letture: Angela Putino, Simone Weil e la passione di Dio; 8. Riletture: Rosa Luxemburg, Scritti scelti; 9. Riletture: Rosa Luxemburg, Scritti politici; 10. Da tradurre: Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt; 11. Da tradurre: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt; 12. Alcune iniziative di pace da oggi a domenica 2 dicembre; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. 5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 6. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1239 del 19 marzo 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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