[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La nonviolenza e' in cammino. 1057
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1057
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 18 Sep 2005 00:55:03 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1057 del 18 settembre 2005 Sommario di questo numero: 1. Ettore Masina: Si', con il Brasile nel cuore 2. Angelo Buccarello: Si', dal Brasile al mondo 3. Il Forum comunitario di lotta contro la violenza vota si' 4. Movimento Internazionale della Riconciliazione - Movimento Nonviolento del Piemonte e Valle d'Aosta: Si' 5. Alessandra Amicone: Si' 6. Paola Mancinelli: Si' 7. Vittorio Rapetti: Si' 8. Claudio Riolo: Si' 9. Tutti i si' in una pagina web 10. Alcune anticipazioni di "Mosaico di pace" di settembre 11. Assia Djebar: Il grido 12. Luce Fabbri: L'inconcepibile 13. Emilia Ferreiro: la necessita' dell'indignazione 14. Rosa Luxemburg: Casa 15. Fatema Mernissi: New York e Teheran 16. Enrico Peyretti: La lotta politica puo' essere morale 17. Riccardo Orioles ricorda padre Ennio Pintacuda 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento 19. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. ETTORE MASINA: SI', CON IL BRASILE NEL CUORE [Ringraziamo Ettore Masina (per contatti: e-mail: ettore at ettoremasina.it, sito: www.ettoremasina.it) per questo intervento. Ettore Masina, nato a Breno (Bs) il 4 settembre 1928, giornalista, scrittore, fondatore della Rete Radie' Resch, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura e della prassi di pace. Sulle sue esperienze e riflessioni si vedano innanzitutto i suoi due libri autobiografici: Diario di un cattolico errante. Fra santi, burocrati e guerriglieri (Gamberetti, 1997) e Il prevalente passato. Un'autobiografia in cammino (Rubbettino, 2000). Tra gli altri suoi libri: Il Vangelo secondo gli anonimi (Cittadella, 1969, tradotto in Brasile), Un passo nella storia (Cittadella, 1974), Il ferro e il miele (Rusconi, tradotto in serbo-croato), El Nido de Oro. Viaggio all'interno del terzo Mondo: Brasile, Corno d'Africa, Nicaragua (Marietti, 1989), Un inverno al Sud: Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina (Marietti, 1992), L'arcivescovo deve morire. Monsignor Oscar Romero e il suo popolo (Edizioni cultura della pace, 1993 col titolo Oscar Romero, poi in nuova edizione nelle Edizioni Gruppo Abele, 1995), Comprare un santo (Camunia, 1994); Il Volo del passero (San Paolo, tradotto in greco), I gabbiani di Fringen (San Paolo, 1999), Il Vincere (San Paolo, 2002). Un piu' ampio profilo di Ettore Masina, scritto generosamente da lui stesso per il nostro foglio, e' nel n. 418] Una povera sala del seminario di Goias, nel Centro-Ovest del Brasile; un gruppo di uomini e di donne giunti da tutte le parti del paese. Fra loro, preti, suore, pastori protestanti, vescovi: indistinguibili gli uni dagli altri per abito e portamento, Non e' un convegno di studio, nonostante i relatori affrontino problemi ardui e citino statistiche; il grande cartello alle loro spalle elenca nomi di persone brutalmente assassinate. "Os nossos martires", i nostri martiri, dice il cartello. I nomi sono 253 e l'ultimo e' quello di un italiano, padre Ezechiele Ramin, massacrato venti giorni prima. I campesinos che siedono in quel convegno nazionale della Commissao Pastoral da Terra, associazione dei contadini cristiani, conoscono ormai a memoria la liturgia delle esequie: sanno bene che chi si ribella all'ingiustizia ha vita breve: se non lo uccide la fame, lo raggiungono i pistoleiros. Amici comuni mi mostrano padre Josimo Tavares, un altro evangelizzatore di poveri. Scivola lungo i muri ed io penso: "Ecco un uomo che muore di paura". Mi dicono: "e' sopravvissuto a due attentati degli agrari, si e' salvato per miraolo". Pochi mesi piu' tardi sapro' che il terzo attentato e' riuscito. L'uomo che mi era parso terrorizzato, in quei mesi aveva portato avanti la sua denunzia delle violenze inflitte ai poveri. Queste note risalgono al 1985. Sono passati vent'anni ma i leaders contadini continuano ad essere falciati dagli jacungos, gli assassini prezzolati dai grandi terratenientes; e, qualche volta, dalla polizia militare. * Agosto 1991. Torniamo a Rio de Janeiro, meravigliosa citta'. Davanti a una delle piu' antiche chiese, in piazza della Candelaria, si vedono ancora le chiazze di sangue di otto bambini trucidati una notte, metre dormivano, a colpi di pistola. Assassini, tre poliziotti: "quei vagabondi sporcavano le strade". Il cardinale di Rio, dom Eugenio Sales, andra' a vedere quel luogo, ormai ripulitto, soltanto per espressa sollecitazione degli altri vescovi. Dopo tutto, in alcune zone della sua diocesi massacrano ogni giorno due, tre, quattro meninos da rua. Qualche volta i piccoli cadaveri vengono lasciati per le strade, come ammoizione ai bambini: "Sparite!". Qualche volta, a sparire, sono i corpi degli uccisi: di quando in quando, soprattutto nela "baixada fluminense", la zona intorno a Rio, la polizia scopre cimiteri clandestini di bambini. Il presidente del Brasile, Itamar Franco (nel 2003 diventera' ambasciatore a Roma) redarguisce pesantemente e pubblicamente i diplomatici del paese: e' colpa loro se l'opinione pubblica si scandalizza tanto per il genocidio dei piccoli, dovrebbero sforzarsi con piu' impegno di illustrare i progressi sociali del Brasile. * Negli stessi giorni, a Sao Paulo, un diciottenne uccide a colpi di pistola un coetaneo. Voleva rubargli un paio di scarpe Adidas. * Il Brasile e' un immenso arsenale; non come gli Stati Uniti, naturalmente, ne' la Colombia, ma pur sempre un inferno di violenza armata. Ma e' anche un paese percorso da novita', da impulsi generosi, da utopie che spesso diventano realta'; un paese che in tanti amiamo perche' vi troviamo realizzati certi nostri sogni: la violenza non solo si scontra con l'onesta' di tanta gente, ma anche con il crescere di conquiste sociali; non e' soltanto il paese del genocidio dei piccoli, e' anche lo stato che, primo in tutto il mondo, ha inserito nella propria costituzione lo Statuto Onu per la difesa dei bambini. Non si vedono ancora i segni di questo progresso? Forse no, sui grandi numeri: ma sono stati posti principi che, poco a poco ma irresistibilmente, cambiano la giurisprudenza e la cultura del paese. Sentiamo con forza queste testarde speranze e questo amore per il Brasile mentre il grande paese e' chiamato, da persone che non si arrendono alla violenza costituita, a un grande referendum per il disarmo dei civili. 2. EDITORIALE. ANGELO BUCCARELLO: DAL BRASILE AL MONDO [Ringraziamo padre Angelo Buccarello (per contatti: a.buccarello at tiscali.it) per questo intervento. Padre Angelo Buccarello, missionario trinitario, nel Madagascar dal 1969 ed ora temporaneamente in Italia per un mandato di 6 anni come consigliere generale; nel Madagascar ha fondato il gruppo di "Aumonerie Catholique des Prisons" per l'aiuto dei carcerati piu' poveri, l'umanizzazione delle carceri e la difesa dei diritti dei carcerati, iniziativa intorno alla quale si sono sviluppate molte altre opere di solidarieta'; e' presidente di Solidarieta' Internazionale Trinitaria (sito: www.liberar.info)] Carissimi, sono presidente di Solidarieta' Internazionale Trinitaria, un organismo che - in linea con l'Ordine dei Padri Trinitari da otto secoli impegnati per la liberazione degli schiavi - vuole operare per liberare gli schiavi, combattere l'oppressione, promuovere solidarieta' e comunione. Ammiro per l'impegno di sensibilizzazzione e cultura per la pace e sono totalmente con voi per appoggiare l'opposizione ad ogni forma di violenza. Nel Madagascar abbiamo operato per dimostrare l'inutilita' e le ingiustizie del carcere cosi' com'e' tenuto oggi. A nome dell'organismo che rappresento sono contento di esprimere tutto l'appoggio e il sostegno al referendum per la soppressione del commercio delle armi nel Brasile. E spero che il refendum abbia successo e segni un passo fondamentale per la eliminazione di tutte le guerre. Cordialmente padre Angelo 3. 23 OTTOBRE. IL FORUM COMUNITARIO DI LOTTA CONTRO LA VIOLENZA VOTA SI' [Ringraziamo gli amici del "Forum Comunitario de Combate a' Violencia" di Salvador de Bahia (per contatti: fccv at ufba.br) per questo intervento] Il "Forum comunitario di lotta contro la violenza" (Fccv) di Salvador (Bahia) e' una istanza permanente di coordinamento di volonta', sforzi e risorse di ogni tipo per contrastare la violenza. E' uno spazio di incontro di entita' istituzionali, di organizzazioni della societa' civile e di esperienze comunitarie che si impegnano a sensibilizzare e mobilitare la societa' su questo problema - che ritengono sia anche un problema prioritario di sicurezza e di tutela dell'incolumita' e della salute -, ed a svolgere iniziative strategiche, collettive e pedagogiche nella direzione della costruzione di percorsi condivisi per contrastare la violenza, cercando di proporre e accompagnare la formulazione, la realizzazione e l'implementazione di politiche pubbliche che affrontino il problema nelle sue diverse espressioni. Tra queste politiche particolare rilievo hanno quelle volte a diminuire le diseguaglianze sociali, a rafforzare l'esercizio della cittadinanza ed a garantire la giustizia. Il Forum ritiene che competa allo stato la prerogativa dell'uso della forza per garantire la sicurezza, la legge e l'ordine nella societa', e che l'uso criminale delle armi da fuoco deve essere combattuto attraverso l'azione piu' efficiente e adeguata delle forze di polizia. Il Forum ritiene anche che le armi da fuoco non garantiscono ne' protezione ne' successo in caso di aggressioni personali. La loro disponibilita' ed il loro uso, per i cittadini comuni e' stato dimostrato che ha avuto come risultato piu' morti e serie lesioni all'incolumita' fisica e alla stessa vita per se' e per i propri familiari e conoscenti, anziche' essere - come si pretenderebbe di far credere - una protezione contro la violenza. Oltre a cio', lo squilibrio di potere nelle relazioni interpersonali conseguente al possesso e all'uso di armi da fuoco, e il loro potenziale distruttivo, hanno prodotto un numero signifdicativo di "incidenti" fatali, ed hanno favorito esiti tragici a conflitti interpersonali che potevano essere gestiti con altri mezzi. Per queste ragioni il "Forum comunitario di lotta contro la violenza" si impegna nella campagna per il si' alla proibizione del commercio delle armi da fuoco in Brasile. 4. 23 OTTOBRE. MOVIMENTO INTERNAZIONALE DELLA RICONCILIAZIONE - MOVIMENTO NONVIOLENTO DEL PIEMONTE E VALLE D'AOSTA: SI' [Attraverso Piercarlo Racca (per contatti: piercarlo.racca at fastwebnet.it) riceviamo questo intervento del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Movimento Nonviolento del Piemonte e Valle d'Aosta, che ringraziamo] La segreteria regionale del MIR - Movimento Nonviolento del Piemonte e Valle d'Aosta e' fermamente convinta che una vittoria del si', al referendum che si terra' in Brasile il prossimo 23 ottobre per la proibizione del commercio delle armi, rappresentera' uno dei piu' grandi segni di civilta' di questo ultimo decennio. 5. 23 OTTOBRE. ALESSANDRA AMICONE. SI' [Ringraziamo Alessandra Amicone (per contatti: antonietta.niballi at tin.it) per questo intervento. Alessandra Amicone, studentessa universitaria, e' stata una delle partecipanti ed animatrici del corso di educazione alla pace 2004-2005 presso il liceo scientifico di Orte (Vt), e principale promotrice delle iniziative concrete realizzate in quell'istituto a sostegno di alcuni progetti di solidarieta' internazionale di "Mani Tese" e di "Sulla strada"] Tra poco piu' di un mese, il 23 ottobre, i cittadini brasiliani saranno chiamati ad esprimere il loro parere riguardo la proibizione del commercio delle armi da fuoco e delle munizioni. E' quasi scontato che a favore del si' si siano schierati tutti quei gruppi che si battono per la pace e per la nonviolenza, le associazioni umanitarie ed anche la maggioranza della popolazione; purtroppo pero' come succede spessissimo nel mondo non sempre le buone idee e i progetti fatti per migliore la vita dei singoli riescono ad avere la meglio; i sostenitori del no, infatti, possono contare su di un forte dispiegamento di fondi e di pubblicita', dal momento che rivestono ruoli importanti nell'economia del paese e non solo; tra le fila di questo schieramento emergono grandi imprenditori, produttori di armi, uomini di potere che ora vedono vacillare una cospicua parte dei loro capitali. E' proprio per questo motivo che risulta importante il ruolo della solidarieta' di tutti i cittadini del mondo forniti di buon senso: e' doveroso appoggiare e contribuire alla lotta contro le armi da fuoco, anche attraverso lettere, e-mail ed appelli da inviare a istituzioni, movimenti e mass-media nel proprio paese e in Brasile, ed anche ai movimenti, le associazioni, i rappresentanti istituzionali brasiliani che si battono a favore del referendum. A tutti e' noto che le armi da fuoco sono una delle piu' grandi calamita' mondiali, ma in Brasile la situazione e' a dir poco spaventosa: e' terribile pensare al numero delle morti causate da queste, soprattutto fra i giovanissimi: un adolescente ogni quindici minuti e' ucciso da armi da fuoco. Altrettanto preoccupante e' che dei 18 milioni di armi da fuoco presenti in Brasile piu' della meta' non sono registrate, e che circa 40.000 fra quelle legali finiscono nelle mani di banditi o di organizzazioni criminali; non solo: ma molte uccisioni avvengono fra le mura domestiche, causate da incidenti o da un uso improprio delle armi stesse, e cio' prova chiaramente che non solo le armi non costituiscono una fonte di difesa, ma arrecano lesioni irreversibili anche ai propri familiari. I danni pagati dalla comunita' brasiliana in termini economici sono esorbitanti, la sanita' pubblica ha speso tra i centotrenta e i centoquaranta milioni di reali (tra i quarantacinque e i cinquantacinque milioni di euro) per curare persone vittime di lesioni da arma da fuoco. In questo particolare caso e' opportuno considerare lo straordinario lavoro svolto dal governo Lula, che gia' nei primi mesi del 2004 ha approvato un decreto piu' restrittivo in materia, che ha aumentato i controlli sulle vendite e le esportazioni delle armi. Inoltre, a meta' luglio dello stesso anno e' stata lanciata una campagna per la consegna volontaria delle armi, che ha riscosso un successo enorme, ne sono state riconsegnate piu' di 400.000, e la restituzione era promossa anche dal premio in denaro di 300 reali che riceveva chiunque avesse riconsegnato la propria arma; di conseguenza l'iniziativa e' stata prolungata fino al giorno del referendum. E' stato gia' fatto molto, ma per dare una svolta decisiva il si' deve vincere. 6. 23 OTTOBRE. PAOLA MANCINELLI: SI' [Ringraziamo Paola Mancinelli (per contatti: mancinellipaola at libero.it) per questo intervento. Paola Mancinelli, nata ad Osimo (An) il 28 giugno 1963, dottore di ricerca in filosofia teoretica e docente di scuola superiore, saggista e poetessa, si e' occupata tra l'altro del rapporto fra mistica e filosofia e la violenza del sacro in Rene' Girard, del pensiero di Rosenzweig e dell'influenza dell'ebraismo nel rinnovamento dell'ontologia; collabora alle riviste "Filosofia e teologia" e "Quaderni di scienze religiose" ed alla rivista telematica di filosofia "Dialeghestai". La sua tesi dottorale ha per argomento Fra le opere di Paola Mancinelli: Vibrazioni, Pentarco, Torino 1985; Come memoria di latente nascita, Edizioni del Leone, Venezia, 1989; Oltre Babele, Edizioni del Leone, Venezia, 1991; Cristianesimo senza sacrificio. Filosofia e teologia in Rene' Girard, Cittadella, Assisi 2001; Homo revelatus, homo absconditus, di alcune tracce kierkegaardiane in Rene' Girard, in AA. VV., "Nota Bene, Quaderni di studi kierkegaardiani", Citta' Nuova, Roma 2002; La metafisica del silenzio, Stamperia dell'Arancio, Grottammare, 2003; Rivelazione e linguaggio. Ripensare l'essere con Franz Rosenzweig (di prossima pubblicazione)] Aderisco all'inziativa di sostegno al referendum in Brasile per la messa al bando delle armi. Non possiamo prescindere, oggi piu' che mai, da una grammatica della pace che contribuisca a mutare paradigmi e categorie filosofiche, dando alla stessa pace uno statuto ontologico proprio. In effetti, finora la ragione occidentale non riesce a parlare di pace se non in modo privativo e, dato che il linguaggio e' la casa dell'essere, una nuova koine' ecumenica e' a mio avviso necessaria. La prassi vissuta, ponendosi in una sorta di ribaltamento metafisico che pone in primo piano l'etica (e' il caso in questione) puo' davvero avere un preziosissimo ruolo per un ripensamento delle categorie filosofiche come dignita, differenze, relazione. 7. 23 OTTOBRE. VITTORIO RAPETTI: SI' [Ringraziamo Vittorio Rapetti (per contatti: vittorio_rap at libero.it) per questo intervento. Vittorio Rapetti (per contatti: vittorio_rap at libero.it), costruttore di pace, amico della nonviolenza, impegnato nell'Azione Cattolica, voce sempre autorevole per la ponderatezza, l'equilibrio, la sensibilita' e la pietas delle sue valutazioni, cura il "Servizio di informazione e documentazione per responsabili e assistenti" dell'Azione Cattolica Italiana, delegazione regionale Piemonte Valle d'Aosta] Il discorso in se' e' semplice e di tutta evidenza: il commercio delle armi da fuoco, specie quando si tratti di armi da guerra, e' un elemento che alza il livello di pericolosita' in una societa'. Quindi accresce il pericolo. Se poi si tratta di societa' in cui esiste una organizzazione politica e sociale che prevede di affidare agli organismi di polizia la protezione dei cittadini, delegando ad essi l'uso della violenza e delle armi in un quadro di regole precise, la motivazione al commercio di armi perde qualsiasi "schermo". Purtroppo noi oggi viviamo in un clima culturale che tende ad evidenziare conflitti e violenze, alimentando la paura e quindi il legittimo desiderio di protezione. Questi atteggiamenti sono del tutto comprensibili in alcune situazioni particolarmente difficili, mentre in altri casi sono evidente risultato di una manipolazione che sollecita la paura per sostenere "soluzioni forti" (che in realta' sono apparentemente forti, ma segnano una diffusa debolezza sociale). Comunque, se tali atteggiamenti vengono poi incanalati nella ricerca di una situazione "privata", i guai si moltiplicano. E' il caso del provvedimento in discussione in questi giorni in Italia che amplia le possibilita' di difesa personale con arma da fuoco. Oltre agli effetti specifici, c'e' infatti un riflesso sulla mentalita': il "farsi giustizia da soli" viene in qualche misura legittimato. Se potra' servire da deterrente in qualche caso, in molti altri produrra' rischi e violenze anche peggiori e alimentera' quel fascino per l'arma individuale e per i noti effetti psicologici che essa produce, specie in chi non e' addestrato al suo uso per fini precisi, circoscritti, controllati (e tutto cio' e' il minimo, non certo il massimo, ma sovente non si raggiunge neppure questo minimo). * Il problema e' certo il commercio delle armi, ma a monte il modo di intendere la societa', la gerarchia di valori (le persone contano piu' dei beni), il ruolo degli organismo statali e di polizia, oltre che la forza politica ed economica per poter contrastare un commercio assai redditizio e potente. Un tessuto sociale sempre piu' sfilacciato e anonimo, una crescita delle differenze sociali e l'allargarsi delle fasce di poverta' e disagio, sono fenomeni che poco sollecitano l'organizzazione collettiva di movimenti di cambiamento, ma oggi tendono ad alimentare un substrato di violenza. Ci sono poi casi limite (e' forse il caso di New Orleans) dove cio' si sfoga, ma rispetto a cui in termini immediati non resta che la Guardia nazionale. Il punto e' non arrivare a questo livello e fornire risposte reali prima e su altri livelli. * L'esempio del referundum brasiliano certo ci insegna qualcosa: di non rassegnarsi alla crescita della violenza, ma di contrastarla con azioni di mobilitazione e di riflessione. Dovremmo prender esempio per individuare qui, da noi, in un contesto politico e culturale diverso, quali azioni analoghe siano efficaci. Forse e' uno dei modi per esprimere una solidarieta' reale agli amici brasiliani. E forse e' anche uno dei modi piu' scomodi, perche' da noi, specie tra i giovani, c'e' un diffuso fascino per le soluzioni violente, semplici, dirette, alimentato non tanto dalla "cattiveria" dei giovani, ma da un pesante atteggiamento degli adulti, a loro volta preda dell'intolleranza che si diffonde tramite i mass-media. Nella mia esperienza di insegnante mi trovo in notevole difficolta' a contrastare tali atteggiamenti, proprio per il prevalre degli slogan, della "pancia", rispetto alla riflessione critica e all'approfondimento dei problemi. Mi pare che sul tema della violenza ci sia un troppo di "ideologismo" rispetto alla comprensione effettiva dei problemi e delle cause, per cui si oscilla tra il non voler vedere e la pura e semplice richiesta di repressione. La giusta riprovazione per gli atteggiamenti intolleranti ed evidentemente propagandistici (tipo quelli leghisti) a volte pero' ci esime dal fare i conti con la durezza della realta', con la difficolta' a comprendere e gestire le dinamiche concrete del conflitto e della violenza; e cio' paradossalente non fa che portare acqua al mulino di chi predica a favore di muri e separazioni. Ritengo che occorra continuare a lavorare semplicemente nel quotidiano, nella formazione di base, ma che sia indispensabile anche un'azione energica sul piano dei mass-media, perche' attualmente la lotta e' piuttosto impari. 8. 23 OTTOBRE. CLAUDIO RIOLO: SI' [Ringraziamo Claudio Riolo (per contatti: clriolo at tin.it) per questo intervento. Claudio Riolo, nato ad Agrigento nel 1951, autorevole militante e dirigente politico ed acuto studioso, gia' direttore del Cepes (Centro studi di politica economica in Sicilia), insegna Scienza politica all'Universita' di Palermo; collabora a vari periodici. Tra le opere di Claudio Riolo: L'identita' debole, La Zisa, Palermo 1989; Istituzioni e politica: il consociativismo siciliano nella vicenda del Pci e del Pds (1993); Chi decide a Palermo? Il processo decisionale per il risanamento della costa orientale (1994); Politiche di industrializzazione e gruppi di pressione negli anni cinquanta (1995); (a cura di) Dossier sulle riforme istituzionali in Italia (1998); (a cura di), Liberta' di informazione, di critica e di ricerca nella transizione italiana, La Zisa, Palermo 2004] Naturalmente anch'io voterei si' se fossi brasiliano e sarebbe superfluo, qui, motivarne le ragioni, dato che condivido in pieno le cose scritte da Pontara (e da molti altri). Credo che la cosa piu' utile da fare, raccogliendo l'invito di Lidia Menapace, sia quella di fare pressione sui media perche' se ne parli. Non sono (ahime') un conoscitore della realta' brasiliana e non sono in grado di valutare le possibilita' di vittoria del si' al referendum. Un esito positivo avrebbe certamente un grande valore, ben al di la' delle frontiere brasiliane. Ma cio' che mi domando - e approfitto dell'occasione per girare la domanda a chi e' in grado di rispondere - e' se e quali ripercussioni interne potrebbe avere l'esito referendario sul quadro politico brasiliano, in una fase cosi' critica per il governo Lula. 9. MATERIALI. TUTTI I SI' IN UNA PAGINA WEB Tutti gli interventi a sostegno del si' al referendum brasiliano per proibire il commercio delle armi da fuoco e delle munizioni ospitati su questo foglio compaiono anche in una apposita pagina web del sito di Peacelink (www.peacelink.it), curata da Giacomo Alessandroni: http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_12631.html Nel sito di Peacelink e' anche possibile consultare tutti i fascicoli di questo foglio a partire dal dicembre 2004 alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html Vari altri siti italiani ospitano utili materiali sia sul referendum brasiliano che per il disarmo; tra essi segnaliamo almeno www.disarmo.org e www.ildialogo.org Ricordiamo nuovamente che molte utilissime informazioni sul referendum brasiliano sono nel fondamentale sito www.referendosim.com.br (in lingua portoghese-brasiliana). Per promuovere iniziative in Italia per sostenere la campagna per il "si'" al referendum brasiliano si puo' contattare Francesco Comina in Italia (e-mail: f.comina at ladige.it) e padre Ermanno Allegri in Brasile (e-mail: ermanno at adital.com.br, sito: www.adital.com.br). Invitiamo nuovamente tutte le persone che ci leggono ad inviarci interventi a sostegno del si' al referendum brasiliano per abolire il commercio delle armi. Rinnoviamo anche l'invito a tutte e tutti a scrivere a giornali, riviste, siti, mass-media, a istituzioni, movimenti, associazioni, a persone amiche, per diffondere l'informazione e la sensibilizzazione sul referendum brasiliano, e chiamare tutte le persone di volonta' buona ad esprimere sostegno alle sorelle e ai fratelli che in Brasile sono impegnati a far vincere il si' al diritto a vivere, il si' al disarmo, il si' alla civilta' umana, il si' alla gestione nonviolenta dei conflitti, il si' alla pace fra tutti gli esseri umani, il si' alla convivenza di tutte e tutti sull'unica terra che abbiamo. Si' all'umanita', vittoria al mondo. 10. RIVISTE. ALCUNE ANTICIPAZIONI DI "MOSAICO DI PACE" DI SETTEMBRE [Dagli amici di "Mosaico di pace" (per contatti: ufficiostampa at mosaicodipace.it) riceviamo e volentieri diffondiamo queste anticipazioni dal fascicolo di "Mosaico di pace" di settembre 2005. "Mosaico di pace" e' la bella rivista mensile promossa da Pax Christi, segreteria di redazione: via Petronelli 6, 70052 Bisceglie (Bari), tel. 0803953507, fax: 0803953450, e-mail: info at mosaicodipace.it, sito: www.mosaicodipace.it] Problemi di morale Con un articolo del teologo Giannino Piana, "Mosaico di pace" prosegue la riflessione sull'eredita' di Woityla e le sfide di papa Benedetto. Parliamo di morale, di etica. Problemi di morale, pubblica e privata, che interrogano le coscienze, la Chiesa e le Chiese, il mondo tutto: "Papa Giovanni Paolo II non ha mancato di affrontare, con una certa linearita' (se si esclude la preclusione nei confronti della teologia della liberazione) le tematiche sociali e politiche, attribuendo grande rilievo alla promozione dei diritti umani, alla costruzione della solidarieta' tra i popoli e al perseguimento della pace. Meno duttili si sono, invece, rivelate le posizioni assunte (non solo dal Pontefice ma anche dalle Congregazioni romane) a proposito di tematiche come la bioetica, la sessualita' e la famiglia. In questi ambiti le prospettive dottrinali innovative aperte dal Vaticano II - si pensi soltanto al richiamo al primato della coscienza, alla centralita' assegnata alla persona (e non alla natura) nella valutazione dell'agire e al concetto di paternita' responsabile - non hanno soltanto subito una battuta di arresto, ma sono state drasticamente ridimensionate (e qualche volta persino rinnegate)". L'articolo di Piana e' accompagnato da una riflessione breve di Adriana Zarri per esprimere il desiderio di un'etica che non sia espressione di norme e divieti ma di valorizzazione e di promozione della persona umana. http://italy.peacelink.org/mosaico/articles/art_12659.html * Il terrore e' islamico? No. Il fondamentalismo e' spesso una forma di nazionalismo rivestito di religione. Ovunque. "Mosaico di pace" vuol contribuire allo smantellamento di un pregiudizio diffuso nelle nostre comunita' e legato ad affermazioni errate sull'Islam. Ne' l'Islam per l'Occidente, ne l'Occidente per i musulmani sono nemici implacabili. Un bell'articolo quello di Karen Armstrong, esperta in questioni religiose in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, che invita a "evitare di trasformare potenziali amici in nemici". "Gli atti terroristici" - dichiara l'autrice - "possono essere commessi da persone che si dichiarano musulmane ma che violano i principi essenziali dell'Islam". Il Corano, come tutte le grandi religioni, infatti, invita alla misericordia e alla compassione. http://italy.peacelink.org/mosaico/articles/art_12657.html * Dossier: Primo, non uccidere 12 pagine dedicate a don Primo Mazzolari. Un dossier, a cura di Sergio Paronetto, per rileggere don Mazzolari alla luce degli eventi attuali, "per rinnovare lo spirito del Concilio, per promuovere una concreta teologia-pratica della nonviolenza, per dichiarare la nostra disponibilita' come popolo di Dio a convertirci tutti alla pace di Cristo". Nel dossier sono pubblicate riflessioni di Emilio Butturini, sul dibattito e il clima culturale che ha generato il volumetto "tanto esiguo quando scomodo", Tu non uccidere; di Luigi Lorenzetti perche' le proposte nonviolente di Mazzolari siano oggetto di una valutazione e di una valorizzazione teologica attuale; di Peppe Sini che ci aiuta nella rilettura di uno dei piu' grandi manifesti della scelta nonviolenta. * Per informazioni o per richiedere copie saggio: info at mosaicodipace.it 11. MAESTRE. ASSIA DJEBAR: IL GRIDO [Da Assia Djebar, Vaste est la prison, Albin Michel, Paris 1995, Livre de poche, Paris 2002, p. 339. Assia Djebar e' una illustre intellettuale algerina impegnata per i diritti umani, scrittrice, storica, antropologa, docente universitaria, cineasta. Opere di Assia Djebar: cfr. almeno Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988; Lontano da Medina. Figlie d'Ismaele, Giunti, Firenze 1993, 2001; L'amore, la guerra, Ibis, 1995; Vaste est la prison, Albin Michel, Paris 1995; Bianco d'Algeria, Il Saggiatore, Milano 1998; Nel cuore della notte algerina, Giunti, Firenze 1998; Ombra sultana, Baldini & Castoldi, Milano 1999; Le notti di Strasburgo, Il Saggiatore, Milano 2000; Figlie d'Ismaele nel vento e nella tempesta, Giunti, Firenze 2000; La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, Milano 2002. Opere su Assia Djebar: cfr. il libro-intervista di Renate Siebert, Andare ancora al cuore delle ferite, La Tartaruga, Milano 1997] Io non grido, io sono il grido. 12. MAESTRE. LUCE FABBRI: L'INCONCEPIBILE [Dall'intervista a Luce Fabbri di Cristina Valenti, Vivendo la mia vita, in "A. Rivista anarchica", anno 28, n. 247, estate 1998 (disponibile anche nella rete telematica nel sito www.arivista.org). Luce Fabbri, pensatrice e militante anarchica, educatrice profonda e generosa, un punto di riferimento per tutti gli amici della dignita' umana e della nonviolenza. Nata il 25 luglio 1908, figlia di Luigi Fabbri (il grande militante e teorico libertario collaboratore di Errico Malatesta), dal 1929 in esilio dapprima a Parigi, poi a Bruxelles e via Anversa in America Latina, a Montevideo in Uruguay, ove da allora risiedera' (ma ancora sovente molto viaggiando); la morte la coglie il 19 agosto 2000, operosa fino alla fine, sempre attiva, generosa, mite, accogliente; sempre lucida, sempre limpida, per sempre Luce. Opere di Luce Fabbri: per un primo avvio segnaliamo l'ampia e preziosa intervista a cura di Cristina Valenti: Luce Fabbri, vivendo la mia vita, apparsa su "A. rivista anarchica" dell'estate 1998 (disponibile anche nella rete telematica alla pagina web: http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/247/22.htm; ora anche nel sito: www.arivista.org). Tra le sue opere in volume ed in opuscolo segnaliamo: a) scritti politici: Camisas negras, Ediciones Nervio, Buenos Aires 1935; (con lo pseudonimo Luz D. Alba), 19 de julio. Antologia de la revolucion espanola, Coleccion Esfuerzo, Montevideo 1937; (con Diego Abad de Santillan), Gli anarchici e la rivoluzione spagnola, Carlo Frigerio Editore, Lugano 1938; La liberta' nelle crisi rivoluzionarie, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1947; El totalitarismo entre las dos guerras, Ediciones Union Socialista Libertaria, Buenos Aires 1948; L'anticomunismo, l'antimperialismo e la pace, Edizioni di Studi Sociali, Montevideo 1949; La strada, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1952; Sotto la minaccia totalitaria, Edizioni RL, Napoli 1955; Problemi d'oggi, Edizioni RL, Napoli 1958; La libertad entre la historia y la utopia, Ediciones Union Socialista Libertaria, Rosario 1962; El anarquismo: mas alla' de la democracia, Editorial Reconstruir, Buenos Aires 1983; Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, BFS, Pisa 1996; Una strada concreta verso l'utopia, Samizdat, Pescara 1998; La libertad entre la historia y la utopia. Tres ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona 1998; b) volumi di poesia: I canti dell'attesa, M. O. Bertani, Montevideo 1932; Propinqua Libertas, di prossima pubblicazione; c) scritti di storia e di critica letteraria: Influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853), Ediciones Nuestro Tiempo, Montevideo 1966; L'influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1853-1915), Editorial Lena & Cia. S. A., Montevideo 1967; La poesia de Leopardi, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1971; Machiavelli escritor, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1972; La Divina Comedia de Dante Alighieri, Universidad de la Republica, Montevideo 1994. Ad essi si aggiungono i saggi pubblicati nella "Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" di Montevideo, e gli interventi e le interviste su molte pubblicazioni, e le notevoli traduzioni - con impegnati testi propri di introduzione e commento - (tra cui, in volume: di opere di Nettlau, di Malatesta, del padre Luigi Fabbri, e l'edizione bilingue commentata del Principe di Machiavelli). Opere su Luce Fabbri: un punto di partenza e' l'utilissimo dossier, Ricordando Luce Fabbri, in "A. rivista anarchica", n. 266 dell'ottobre 2000, pp. 28-41] Quello che ha influito moltissimo e che penso sia stato il vero punto di partenza del mio anarchismo fu la prima guerra mondiale... soprattutto mi indignava il fatto che ci fosse un potere capace di obbligare una persona non solo a farsi ammazzare, ma ad ammazzare. Mi sembrava inconcepibile che ci fosse qualcuno che potesse dire ad un altro "ammazza uno che non ti ha mai fatto niente altrimenti ti fucilo". 13. MAESTRE: EMILIA FERREIRO: LA NECESSITA' DELL'INDIGNAZIONE [Da Emilia Ferreiro, Alfabetizzazione. Teoria e pratica, Raffaello Cortina Editore, Milano 2003, pp. 165-166. Emilia Ferreiro, argentina, docente in Messico, psicolinguista e psicopedagogista illustre, e' una delle piu' grandi studiose viventi del processi di alfabetizzazione; e' di fondamentale importanza il suo contributo sul tema dell'apprendimento della lettura e della scrittura da parte dei bambini. Per un suo profilo cfr. il n. 16 de "La domenica della nonviolenza". Tra le molte opere di Emilia Ferreiro si veda in primo luogo l'ormai classico volume scritto in collaborazione con Ana Teberosky, La costruzione della lingua scritta nel bambino, Giunti, Firenze 1985. Opere su Emilia Ferreiro: Maria Luigia Casieri, Il contributo di Emilia Ferreiro alla comprensione dei processi di apprendimento della lingua scritta, 5 voll., Viterbo 2004. Paulo Freire e' nato a Recife (Brasile) nel 1921; nel 1961 ha fondato il Movimento di cultura popolare, cominciando ad elaborare ed applicare il metodo di alfabetizzazione legato al suo nome; nel 1964 dopo il colpo di stato militare e' imprigionato; successivamente e' costretto all'esilio; tra i massimi esperti di problematiche educative (con particolar riferimento al Sud del mondo), ha continuato la ricerca e l'attivita' di alfabetizzazione in varie parti del pianeta; e' deceduto nel 1997. Opere di Paulo Freire: La pedagogia degli oppressi, Mondadori, Milano 1980; L'educazione come pratica della liberta', Mondadori, Milano 1977; Pedagogia in cammino, Mondadori, Milano 1979. Cfr. anche il libro-intervista a cura di Edson Passetti, Conversazioni con Paulo Freire, Eleuthera, Milano 1996. Opere su Paulo Freire: Moacir Gadotti, Leggendo Paulo Freire, Sei, Torino 1995; Leandro Rossi, Paulo Freire profeta di liberazione, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi 1998. Per un rapido avvio alla conoscenza cfr. anche Stefano Del Grande (a cura di), Memorabilia: Paulo Freire, fascicolo monografico del "Notiziario Cdp" n. 161, gennaio-febbraio 1999, Centro di documentazione di Pistoia] C'e' ancora molto da fare, perche' si prenda coscienza della gravita' della situazione e di quanto siano scandalose certe situazioni; perche' si ribadisca la necessita' dell'indignazione della quale parlava Paulo Freire. 14. MAESTRE: ROSA LUXEMBURG: CASA [Da Rosa Luxemburg, Lettere 1893-1919, Editori Riuniti, Roma 1979, p. 223 (e' un frammento da una lettera dal carcere a Mathilde Wurm del 16 febbraio 1917). Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'"; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi, Torino; Scritti politici, Editori Riuniti, Roma (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia, Milano; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta, Milano] Mi sento a casa mia in tutto il mondo, ovunque ci siano nubi, uccelli e lacrime umane. 15. MAESTRE: FATEMA MERNISSI: NEW YORK E TEHERAN [Da Fatema Mernissi, L'harem e l'Occidente, Giunti, Firenze 2000, p. 175. Fatema Mernissi (ma il nome puo' essere traslitterato anche in Fatima) e' nata a Fez, in Marocco, nel 1940, acutissima intellettuale, docente universitaria di sociologia a Rabat, studiosa del Corano, saggista e narratrice; tra i suoi libri disponibili in italiano: Le donne del Profeta, Ecig, 1992; Le sultane dimenticate, Marietti, 1992; Chahrazad non e' marocchina, Sonda, 1993; La terrazza proibita, Giunti, 1996; L'harem e l'Occidente, Giunti, 2000; Islam e democrazia, Giunti, 2002; Karawan. Dal deserto al web, Giunti, 2004. Il sito internet di Fatema Mernissi e' www.mernissi.net] Il tempo e' usato contro le donne a New York allo stesso modo in cui a Teheran lo spazio e' usato dagli Ayatollah iraniani: per fare sentire le donne non gradite e inadeguate. 16. LIBRI. ENRICO PEYRETTI: LA LOTTA POLITICA PUO' ESSERE MORALE [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per questa recensione. Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e una recente edizione aggiornata e' nei nn. 791-792 di questo notiziario; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario. Mark Juergensmeyer e' docente di sociologia e direttore del Dipartimento di studi globali e internazionali dell'Universita' della California. Opere di Mark Juergensmeyer: Terroristi in nome di Dio. La violenza religiosa nel mondo, Laterza, Roma-Bari 2003; Come Gandhi. Un metodo per risolvere i conflitti, Laterza, Roma-Bari 2004] Gandhi fu un lottatore politico, non, come molti ancora credono, un santone che si tiene fuori dalla violenza, lavandosene le mani e lasciandola ai politici, violenti per professione. Egli seppe congiungere politica e morale, lottando per la giustizia con le armi della giustizia, con la forza dell'anima e della verita', che e' vita e non offesa. Sui metodi e le forme di lotta da lui usate, abbiamo ora anche in italiano il libro di Mark Juergensmeyer, Come Gandhi. Un metodo per risolvere i conflitti (Laterza, Roma-Bari 2004, pp. X + 204, euro 16; edizione originale Gandhi's Way. A Handbook of Conflict Resolution, University of California Press, 1984). Juergensmeyer (autore anche di Terroristi in nome di Dio. La violenza religiosa nel mondo, Laterza, Roma-Bari 2003), espone i principi del satyagraha, indica Gandhi come precursore della soluzione dei conflitti win-win game, cioe' a somma positiva, con vantaggi per entrambi i contendenti, invece che a somma zero, con vantaggi per il vincitore e danni per il vinto, cio' che sempre e' seme del successivo conflitto. Indico i titoli significativi di alcuni dei dieci capitoli della prima parte del libro: Combattere una battaglia gandhiana; Come fare a sapere quando si e' nel giusto?; Cosa fare con un avversario recalcitrante; L'arma: il fine stesso; La forza della non-cooperazione; Come fare a sapere quando si e' vinto?; Alcune regole base. Nella seconda parte, l'Autore propone come casi di studio cinque casi reali: un conflitto familiare; uno di lavoro; la decisione su un caso personale di significato generale, tra prudenza e riserbo oppure l'uscire allo scoperto; la battaglia contro i missili Trident nell'Ohio, nel 1982; la resistenza tragica degli ebrei al nazismo, specialmente nel ghetto di Varsavia, a confronto col consiglio di Gandhi di opporre una resistenza nonviolenta, e le relative discussioni (Martin Buber, Greenberg), di cui si trova una messa a punto nel quinto saggio (Gandhi, il sionismo e la persecuzione degli ebrei) nel volume di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Nella terza parte del libro troviamo alcune illuminanti discussioni immaginarie di Gandhi con Marx, Freud, Niebuhr, e infine Mohandas contro Mahatma. Anche se l'originale e' di 21 anni fa, mi pare ancora utile per conoscere le alternative oneste ed efficaci alla violenza senza rinunciare alla lotta giusta. Alla fine, dopo alcune questioni di strategia ancora aperte, Juergensmeyer ci dice: se la verita' e' il vostro scopo, il metodo gandhiano funziona e permette di combattere ed essere morali nello stesso tempo. "Se anche nient'altro dovesse cambiare, forse cambierete voi. E ci avrete guadagnato non poco". 17. MEMORIA. RICCARDO ORIOLES RICORDA PADRE ENNIO PINTACUDA [Dalla rivista elettronica di Riccardo Orioles "La Catena di San Libero" (per contatti e richieste: riccardoorioles at sanlibero.it) n. 301 del 13 settembre 2005, riprendiamo questo ricordo. Riccardo Orioles e' giornalista eccellente ed esempio pressoche' unico di rigore morale e intellettuale (e quindi di limpido impegno civile); militante antimafia tra i piu' lucidi e coraggiosi, ha preso parte con Pippo Fava all'esperienza de "I Siciliani", poi e' stato tra i fondatori del settimanale "Avvenimenti", cura attualmente in rete "Tanto per abbaiare - La Catena di San Libero", un eccellente notiziario che puo' essere richiesto gratuitamente scrivendo al suo indirizzo di posta elettronica; ha formato al giornalismo d'inchiesta e d'impegno civile moltissimi giovani. Per gli utenti della rete telematica vi e' anche la possibilita' di leggere una raccolta dei suoi scritti (curata dallo stesso autore) nel libro elettronico Allonsanfan. Storie di un'altra sinistra. Sempre in rete e' possibile leggere una sua raccolta di traduzioni di lirici greci, ed altri suoi lavori di analisi (e lotta) politica e culturale, giornalistici e letterari. Due ampi profili di Riccardo Orioles sono in due libri di Nando Dalla Chiesa, Storie (Einaudi, Torino 1990), e Storie eretiche di cittadini perbene (Einaudi, Torino 1999). Padre Ennio Pintacuda, gesuita, teologo, nato a Prizzi (Palermo) nel 1933, laurea in giurisprudenza alla Cattolica di Milano, studi di teologia alla Gregoriana a Roma, e specializzazione in sociologia alla New York University, dal 1968 docente e ricercatore sociale a Palermo, tra gli animatori del movimento cattolico democratico e tra i protagonisti dell'esperienza antimafia della "primavera di Palermo", e' deceduto alcuni giorni fa. Tra le opere di Ennio Pintacuda: Breve corso di politica, Rizzoli, Milano 1988; La scelta, Piemme, Casale Monferrato (Al) 1993. Opere su Ennio Pintacuda: Pierluigi Diaco, Andrea Scrosati (a cura di), Padre Ennio Pintacuda. Un prete e la politica, Bonanno, Acireale 1992] Compagni. Subire l'ingiustizia non rende migliori. C'e' quella che si subisce dai nemici (i mafiosi che ti vogliono ammazzare, Cossiga che intrallazza per farti rimuovere) e quella che si puo' subire dagli amici, prima o poi. Padre Ennio Pintacuda ha subito l'una e l'altra. Alla prima ha resistito gloriosamente, con un sorriso ironico e un coraggio da leone. Alla seconda no. E in realta', nessuno ti puo' ferire come un compagno, nessuno ti puo' cambiare cosi' profondamente. Come reagisce ognuno, non e' questione di merito - io credo - ma di fortuna. Quella di Pintacuda e' stata amara, morto lontano da noi. Tuttavia, quando uno muore, e' l'intera sua vita che va pesata. Quella di padre Ennio e' stata buona, utile, umana e - nel momento decisivo - risplendente. "Nell'ora tragica della Patria, di fronte al barbaro nemico, il Corpo Volontari della Liberta'...". Ecco. Quel che si e' fatto dopo, ha molto meno importanza. Si', e' vero, ci siamo divisi. E' vero, alla fine ci siamo feriti fra noi - per stanchezza, per insufficienza, per troppo dolore: non lo so - e non abbiamo portato a termine il compito che ci avevate dato. Ricordatevene - ne avete il diritto - e analizzateci spietatamente, e non ci imitate. Ma ricordatevi anche come eravamo quand'eravamo ancora noi stessi. La tirannia imperversava, tra assassini mafiosi e ladroni di palazzo. Fummo noi ad alzare la testa, a chiamare il popolo alla rivolta. Orlando che passa pallido fra la scorta, Carmine al coordinamento antimafia, Angela accanto a lui, Galasso che scandisce: "Chiedo l'incriminazione del teste Andreotti!", Cimino che organizza la fiaccolata, Carlo Palermo, Diego, Resca, Fabio Passiglia, e Nando, e Claudio e Miki e tutti gli altri di noi... E padre Ennio che ha appena detto qualcosa, incoraggiandoci tutti, andando avanti. E dietro di loro centinaia e migliaia di siciliani, di italiani, di persone oneste e buone che hanno appena capito di essere insieme una forza, e che si puo' cambiare. Ricordateci cosi', tutti insieme. Nessuno di noi e' stato un eroe o un genio, ma ciascuno, nel momento piu' difficile, e' stato un soldato. Siamo stati superbi, impazienti, disorganizzati, rissosi, ma abbiamo amato questro paese, e abbiamo lottato per esso, come nessuno aveva piu' fatto dai tempi dei partigiani. Non imitateci nelle divisioni, ma imitateci nel coraggio di allora e nel fare rete. E ricordatevi di padre Ennio, che ha lottato per voi. 18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 19. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1057 del 18 settembre 2005 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
- Prev by Date: La nonviolenza e' in cammino. 1056
- Next by Date: La domenica della nonviolenza. 39
- Previous by thread: La nonviolenza e' in cammino. 1056
- Next by thread: La domenica della nonviolenza. 39
- Indice: