Vittoria al mondo. Si' all'umanita'. 1



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VITTORIA AL MONDO. SI' ALL'UMANITA'
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
a sostegno del si' al referendum brasiliano del prossimo 23 ottobre
per proibire il commercio delle armi, per salvare la vita delle persone
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
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Numero 1 del 13 settembre 2005

In questo numero:
Guliano Pontara: A sostegno del referendum in Brasile

EDITORIALE. GIULIANO PONTARA: A SOSTEGNO DEL REFERENDUM IN BRASILE
[Ringraziamo Giuliano Pontara (per contatti:
giuliano.pontara at philosophy.su.se) per questo intervento. Giuliano Pontara
e' uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale,
riproduciamo di seguito una breve notizia biografica gia' apparsa in passato
sul nostro notiziario (e nuovamente ringraziamo di tutto cuore Giuliano
Pontara per avercela messa a disposizione): "Giuliano Pontara e' nato a Cles
(Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a forti dubbi sulla eticita' del
servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la Svezia dove poi
ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre trent'anni all'
Istituto di filosofia dell'Universita' di Stoccolma. E' in pensione dal
1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche insegnato come professore
a contratto in varie universita' italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari,
Padova, Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei fondatori della
International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) -
Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip),
con sede a Rovereto (Tn), e dal '94 e' coordinatore del Comitato scientifico
della stessa e direttore dei corsi [si e' ora dimesso, insieme all'intero
comitato scientifico - ndr]. Dirige per le Edizioni Gruppo Abele la collana
"Alternative", una serie di agili libri sui grandi temi della pace. E'
membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso e in tale
qualita' e' stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale sulla
violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in
Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni
di Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di  Barcellona
1996). Pontara ha pubblicato libri e saggi su una molteplicita' di temi di
etica pratica e teorica, metaetica  e filosofia politica. E' stato uno dei
primi ad introdurre in Italia la "Peace Research" e la conoscenza
sistematica del pensiero etico-politico del Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in
italiano, inglese e svedese, ed alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti
in spagnolo e francese. Tra i suoi lavori figurano: Etik, politik,
revolution: en inledning och ett stallningstagande (Etica, politica,
rivoluzione: una introduzione e una presa di posizione), in G. Pontara (a
cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors Forlag,  Staffanstorp
1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino,
Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal of Peace Research , XV, 1,
1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e giustizia internazionale,
in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della democrazia e
neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr. spagnola,
Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna, in
Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson,
Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or
International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D.
Sainsbury, Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93;
Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e
politica nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni
future, Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras,
Ariel, Barcelona 1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo
Abele,  Torino 1996; Breviario per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano
1998; Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp.
35-49. E' autore delle voci Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca
scientifica sulla), Utilitarismo, in Dizionario di politica, seconda
edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche Tea, Milano 1990, 1992). E'
pure autore delle voci Gandhi, Non-violence, Violence, in Dictionnaire de
philosophie morale, Presses Universitaires de France, Paris 1996, seconda
edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una vasta silloge di scritti di
Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, nuova edizione, Torino
1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero etico-politico di
Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli scritti di Giuliano
Pontara (che comprende circa cento titoli) puo' essere letta nel n. 380 del
10 ottobre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"]

Il referendum sul commercio delle armi leggere e delle munizioni che si
terra' in Brasile il 23 ottobre, il primo referendum nell'intera storia del
paese, e' un'iniziativa senza precedenti nel mondo, presa nel paese che, a
stare ai dati forniti dai brasiliani stessi, conta il maggior numero di
morti del mondo dovuto ad armi da fuoco in possesso e usate da cittadini
privati contro cittadini privati (e anche contro se stessi): 180 al giorno
(dato riguardante il 2003), con un tasso assai elevato di morti tra i
giovani. In Brasile, ci dicono sempre i brasiliani, circolano circa diciotto
milioni di armi leggere, di cui solo il 10% e' in dotazione della polizia e
dell'esercito, mentre il 90% e' in mano di privati; negli ultimi anni sono
state in media vendute ogni anno legalmente intorno a 50.000 armi leggere e
relative munizioni, in gran parte prodotte in Brasile, dove l'arma con cui
si uccide di piu', un revolver calibro 38, e' prodotto dalla societa'
brasiliana Taurus.
Come era da aspettarsi, le potenti lobby delle societa' produttrici di armi
da fuoco e dei mercanti di armi, che fanno soldi a non finire, hanno
scatenato la loro propaganda, divulgando favole sulla necessita' dei
cittadini privati di essere armati al fine dell'autodifesa personale. Fatto
sta che in vari paesi in cui la vendita di armi da fuoco ai cittadini
privati e' stata severamente regolata, il numero di omicidi perpetrati con
armi da fuoco e' fortemente calato: in Australia, per citare un solo
esempio, nel giro di cinque anni e' diminuito del 50%.
Va anche sfatato il mito, pure diffuso dalle lobby delle potenti societa'
produttrici di armi, per cui una riconversione delle industrie degli
armamenti non sia possibile: la questione e' quantomeno controversa, come
sta a dimostrare la gran copia di studi scientifici prodotti su tale
problematica negli ultimi cinquant'anni.
Nessuna persona razionale si aspetta che una vittoria del "si'" in Brasile
metta da un giorno all'altro fine alla catena di violenze dentro la societa'
brasiliana, in cui la violenza piu' cospicua, del resto, e' dovuta alle
strutture economiche che condanno milioni di cittadini alla miseria piu'
abietta e dentro la quale poi nascono anche le violenze dirette. Contro
questa violenza strutturale occorrono ben altre misure.
Ma il referendum e' importante, e non solo per la societa' brasiliana che
attraverso di esso mette concretamente alla prova la sua vocazione
democratica.
La vittoria del "si'" puo' contribuire a rafforzare i movimenti contro le
multinazionali produttrici di armamenti e il commercio delle armi attivi in
altri paesi dell'America latina, specie in Colombia devastata da
quarant'anni di guerra civile, e negli Stati Uniti, che non solo e' il paese
con la maggior spesa militare e con l'esercito piu' armato del mondo, ma e'
anche il paese i cui cittadini privati sono i piu' armati del pianeta
(secondo dati del National Institute of Justice, nel 1998 negli Stati Uniti
il numero totale delle armi da fuoco in mano di cittadini privati assommava
alla cifra di 192 milioni, il che significa in media un'arma per abitante).
Una vittoria del "si'" e l'abolizione del commercio delle armi dentro la
societa' brasiliana costituirebbe anche un importante passo nella lotta
contro il commercio internazionale delle armi e i paesi maggiormente
responsabili della loro produzione in massa, a cominciare dagli Usa e non
dimenticando che l'Italia e' il secondo paese produttore di armi leggere al
mondo, produce da piu' di mezzo secolo, e vende sempre meglio, il tipo di
pistola con cui fu assassinato Gandhi: una Beretta.
Se fossi brasiliano voterei senza alcun dubbio per il si'.

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