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Vertice UE-Cina all'Aia (8.12.2004)
- Subject: Vertice UE-Cina all'Aia (8.12.2004)
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft fuer bedrohte Voelker <info at gfbv.it>(by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Wed, 08 Dec 2004 14:41:01 +0100
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/041207it.html
Vertice UE-Cina all'Aia (8.12.2004)
L'Europa ha bisogno di una nuova politica verso la Cina
Bolzano, Göttingen, L'Aia, 7 dicembre 2004
In occasione dell'inizio del Vertice dell'Aia tra Europa e Cina,
l'Associazione per i popoli minacciati (APM) ha chiesto un nuovo
orientamento della politica dell'Unione Europea verso la Cina. Secondo
l'APM, l'UE non deve più accettare in silenzio le singole iniziative
nazionali intraprese con Pechino, ma deve finalmente mettersi d'accordo su
una politica comune che sia guidata dai principi dei diritti umani. La
competizione tra Francia, Italia e Germania per guadagnarsi i favori della
leadership cinese tralascia qualsiasi posizione critica ed è quindi in
disaccordo con qualsiasi linea comune. Le prese di posizione molto nette a
favore della Cina di Francia, Italia e Germania, soprattutto per quanto
riguarda la questione di Taiwan, mettono in pericolo anche la sicurezza
nella regione. E' una politica a cui l'UE non può continuare ad assistere
senza intervenire.
Nel conflitto tra Pechino e Taipeh l'UE finora ha mantenuto una posizione
neutrale, ma sia il Cancelliere Schröder sia il presidente francese Jacques
Chirac hanno ripetutamente espresso la loro comprensione per la posizione
della Cina, la cui minaccia militare nei confronti di Taiwan risulta sempre
più evidente. Secondo l'APM, la fine dell'embargo europeo alla vendita di
armi alla Cina, sostenuta oltre che da Schröder e Chirac anche dal
presidente italiano Ciampi, rischia di mettere ancora più in pericolo la
sicurezza di Taiwan. La Cina ha già mostrato grande interesse per i sistemi
d'armamento ad alta tecnologia francesi, per un valore complessivo di 10
miliardi di euro, che potrebbero essere usati durante una possibile
aggressione contro Taiwan. La Francia sostiene la fine dell'embargo
unicamente per poter esportare gli armamenti, e quindi realizzare questo
affare miliardario. Non ci si può allora aspettare che l'esportazione di
armi si fermi di fronte al codice comportamentale per l'esportazione di
armi dell'UE, la cui efficacia fa acqua da tutte le parti.
In considerazione della catastrofica situazione dei diritti umani in Cina e
dell'incremento dei conflitti etnici, sociali e religiosi, che a lungo
termine minacceranno la stabilità della stessa Repubblica Popolare, le
relazioni dell'UE con lo stato asiatico devono dare maggiore importanza
alla questione dei diritti umani. Anche il dialogo sui diritti umani,
iniziato tra UE e Cina nel 1996, deve essere riformato. I risultati di
questo dialogo finora sono abbastanza scarsi e non hanno contribuito al
miglioramento della situazione dei diritti umani in Cina. Il dialogo non
solo manca di trasparenza e della formulazione di obiettivi concreti, ma
anche della partecipazione di più organizzazioni non governative cinesi e
straniere.
Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/041206it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/041027it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/041001it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040829it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040126it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/031029it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030909it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/020909it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/01-3/011206it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/01-3/011108it.html |
www.gfbv.it/3dossier/asia/mongol/mongol.html |
www.gfbv.it/3dossier/uiguri.html
* www: www.iccnow.org | www.hrichina.org