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Riprendiamoci l'ONU
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Sessione plenaria conclusiva del seminario internazionale sul futuro dell'Onu
Registrazioni effetuate durante la Sessione plenaria conclusiva del
seminario internazionale sul futuro dell'Onu e delle istituzioni
internazionali in preparazione del V Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.
01)- Coro Multietnico di Voci Bianche della città di Padova
02)- Il saluto delle Istituzioni
03)- Inizio lavori
04)- I relatori dei 4 gruppi di Lavoro
05)- Conclusioni finali
Visita il sito: www.tavoladellapace.it
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Piero Fassino intervistato da Giampaolo Pansa
Lunga intervista all'Onorevole Piero Fassino affidata al noto giornalista
editorialista e scrittore Giampaolo Pansa.
Riprese effetuate durantew l'iniziativa pubblica "Da Pesaro a Roma: Per
vincere. La sinistra che unisce" che si è tenuta presso il Forum Monzani a
Modena.
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Incontro con Paolo Bolognesi sul tema della memoria come valore sostanziale
per la consapevolezza storica presente e futura.
Una testimonianza che parla del lungo iter per avere giustiza e conoscere i
mandanti e gli esecutori della strage, dei depistaggi e del non sempre
facile rapporto tra chi fa politica e il recente passato.
Paolo Bolognesi è il presidente dell'Associazione familiare vittime della
strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna ed è anche presidente
dell'Associazione nazionale familiari delle vittime.
Intervista fatta in collaborazione con il Centro di documentazione storico
politica su stragismo, terrorismo e violenza politica
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Canzoni Contro - Dalla canzone popolare e antifascista
Serata registrata Venerdì 19/11/2004 presso il C.S.A. Basattolo di Pavia
01)- Introduzione di Enrico Ghiotto
02)- I Cantosociale
03)- Lorenzo Riccardi
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Intervista a Marina Silva de Souza Ministro dell'Ambiente Brasiliano.
Già senatrice nel Partido dos Trabalhadores (Pt) e leader del movimento per
la tutela dell'ambiente e delle risorse naturali, Marina Silva de Souza non
ha mai nascosto le preoccupazioni strettamente ambientali del suo paese.
E'figlia di raccoglitori di caucciù ed era legata da un'amicizia profonda
con Chico Mendez, leader del movimento dei seringueiros ucciso nel 1988,
con il quale ha condiviso l'impegno per la giustizia e storie di lotta e di
riscatto. Nel 1999 è riuscita a convincere e a fare approvare dal
presidente neoliberista uscente Fernando Cardoso il programma Amazonia
Solidale. Era un progetto per lo stanziamento di 9 milioni di dollari
(erogati però solo in minima parte) da destinare ai seringueiros, per
Francia "Casseurs de pub" le indicazioni per la "decrescita" sostenibile.
[fonte: http://www.bilancidigiustizia.it/Article78.phtml]
CAMPAGNA PER LA DECRESCITA
I primi 10 consigli per entrare nella resistenza con la decrescita
1. Liberarsi dalla televisione
Per entrare nella decrescita, la prima tappa è prendere coscienza dei
propri condizionamenti. Il primo portatore di condizionamenti è la
televisione. La nostra prima scelta sarà di liberarsene. Così come la
società dei consumi riduce l'uomo alla sua dimensione economica -
consumatore -, la televisione riduce l'informazione alla superficie,
l'immagine. Media della passività, quindi della sottomissione, non smette
di far regredire gli individui. Per sua natura, la televisione richiede la
rapidità, non tollera i discorsi approfonditi. La televisione inquina al
momento della sua produzione, durante l'utilizzo e poi come rifiuto. Noi le
preferiamo la nostra vita interiore, la creatività, imparare a fare musica,
fare ed assistere a spettacoli viventi…Per tenerci informati abbiamo delle
scelte: la radio, la lettura, il teatro, il cinema, incontrare gente, ecc.
2. Liberarsi dall'automobile
Più che un oggetto, l'automobile è il simbolo della società dei consumi.
Riservata al 20% degli abitanti della terra, i più ricchi, porta
inesorabilmente al suicidio ecologico per la distruzione delle risorse
naturali (necessarie per la sua produzione) o per i diversi tipi di
inquinamento tra cui l'aumento dell'effetto serra. L'automobile provoca
guerre per il petrolio di cui l'ultima per data è il conflitto irakeno.
L'automobile porta anche come conseguenza una guerra sociale che provoca un
morto ogni ora solamente in Francia. L'automobile è uno dei flagelli
ecologici e sociali del nostro tempo. Noi le preferiamo: il rifiuto
dell'ipermobilità. La volontà di abitare vicino al luogo di lavoro.
Camminare a piedi, andare in bicicletta, prendere il treno, utilizzare i
trasporti collettivi.
3. Liberarsi dal telefonino
Il sistema genera dei bisogni che diventano delle dipendenze. Ciò che è
artificiale diventa naturale. Come numero di oggetti della società dei
consumi, il telefonino è un falso bisogno creato apposta dalla pubblicità.
"Con la telefonia mobile, siete mobilitabili in un istante". Assieme al
telefonino butteremo via i forni a micro-onde, le falciatrici a motore, e
tutti gli oggetti inutili della società dei consumi. Noi preferiamo al
telefonino la posta, la parola, ma soprattutto cercheremo di vivere per noi
stessi invece di cercare di riempire il vuoto esistenziale con degli
oggetti.
4. Rifiutare l'aereo
Rifiutare di prendere l'aereo, è prima di tutto rompere con l'ideologia
dominante che considera un diritto inalienabile l'utilizzo di questo mezzo
di trasporto. Però, meno del 10% degli esseri umani hanno già preso
l'aereo. Meno dell'1% lo utilizza tutti gli anni. Questo 1%, la classe
dominante, sono i ricchi dei paesi ricchi. Sono loro che detengono i media
e fissano le regole della società. L'aereo è il mezzo di trasporto più
inquinante per passeggero trasportato. A causa dell'alta velocità, sballa
la nostra percezione delle distanze. Noi preferiamo andare meno lontano, ma
meglio, a piedi, sul carretto a cavallo, in bicicletta o in treno, in barca
a vela, con ogni veicolo senza motore.
5. Boicottare la grande distribuzione
La grande distribuzione è inscindibile dall'automobile. Disumanizza il
lavoro, inquina e sfigura le periferie, uccide i centri delle città,
favorisce l'agricoltura intensiva, centralizza il capitale, ecc. La lista
dei flagelli che rappresenta è troppo lunga per essere elencata qui. Noi le
preferiamo: prima di tutto consumare meno, l'autoproduzione alimentare
(l'orto), poi le botteghe di quartiere, le cooperative, l'artigianato.
Questo ci porterà anche a consumare meno e a rifiutare i prodotti
industriali.
6. Mangiare poca carne
O meglio, mangiare vegetariano. Le condizioni di vita riservate agli
animali di allevamento rivela la barbarie tecnoscientifica della nostra
civiltà. L'alimentazione carnea è anche un grosso problema ecologico. E
meglio nutrirsi direttamente dei cereali che utilizzare il terreno agricolo
per nutrire animali destinati al macello. Mangiare vegetariano, o comunque
mangiare meno carne ci porta anche una miglior igiene alimentare, meno
ricca in calorie.
7. Consumare prodotti locali
Quando si compra una banana delle Antille, si consuma anche il petrolio
necessario al suo trasporto verso i nostri paesi ricchi. Produrre e
consumare localmente è una delle condizioni migliori per entrare nel
movimento di decrescita, non in senso egoistico, chiaramente, ma al
contrario perché ogni popolazione ritrovi la sua capacità di
autosufficienza. Per esempio, quando un contadino africano coltiva delle
noci di cacao per arricchire qualche dirigente corrotto, non coltiva di che
nutrirsi e nutrire la sua comunità (vedere il testo "Dieci forti obiezioni
al commercio equo" http://ecolo.asso.fr/textes/20020314equiit.htm).
8. Politicizzarsi
La società dei consumi ci lascia la scelta: tra Pepsi-Cola e Coca-Cola o
tra caffè Lavazza e caffè "equo" di Max Havelaar. Ci lascia delle scelte da
consumatori. Il mercato non è né di destra, né di centro né di sinistra:
lui impone la sua dittatura finanziaria avendo come obiettivo di rifiutare
qualunque contraddittorio o conflitto di idee. La realtà sarà l'economia:
gli umani si sottomettano. Questo totalitarismo è paradossalmente imposto
in nome della libertà, di consumare. Lo status di consumatore è addirittura
superiore a quello di essere umano..
Noi preferiamo politicizzarci, come persone, nelle associazioni, nei
partiti, per combattere la dittatura delle fabbriche. La democrazia esige
una conquista permanente. Muore quando viene abbandonata dai cittadini. E'
ora di propagare l'idea della decrescita.
9. Sviluppo della persona
La società dei consumi ha bisogno di consumatori servili e sottomessi che
non desiderino più essere degli umani a tutto tondo. Questi non possono più
esistere che grazie all'abbrutimento, per esempio davanti alla televisione,
ai "divertimenti" o al consumo di psicofarmaci (Prozac…) Al contrario, la
decrescita economica ha come condizione uno sviluppo sociale ed umano.
Arricchirsi sviluppando la propria vita interiore. Privilegiare la qualità
della relazione con se stessi e con gli altri a detrimento della volontà di
possedere degli oggetti che a loro volta vi possiederanno. Cercare di
vivere in pace, in armonia con la natura, non cedere alla propria violenza,
ecco la vera forza.
10. Coerenza
Le idee sono fatte per essere vissute. Se non siamo capaci di metterle in
pratica, serviranno solo a far vibrare il nostro ego. Siamo tutti a bagno
nel compromesso, ma cercheremo di tendere alla maggior coerenza. E' la
scommessa della credibilità dei nostri discorsi. Cambiamo ed il mondo
cambierà. Questa lista sicuramente non è esaustiva. A voi completarla. Ma
se non ci impegniamo a tendere verso la ricerca della coerenza, ci
ridurremo a lamentarci ipocritamente sulle conseguenze del nostro stile di
vita. Evidentemente non c'è un modo per vivere "immacolati" sulla Terra.
Siamo tutti a bagno nel compromesso, e va bene così.
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