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Lettera dal Carcere
Lettera dal carcere
di M. F.
Chi scrive è attualmente detenuto presso la casa circondariale di Montorio
Verona.
Il sottoscritto (dichiarato prigioniero politico), relatore di questo
documento pubblico, parla al nome di se stesso (e per quanto umanamente
possibile) a nome di molti altri detenuti che si trovano reclusi in questo
carcere. Non è facile sia rappresentare sia interpretare nel modo più leale
e corretto ed imparziale possibile, i disagi, le ingiustizie e le
richieste dei molti.
Cercherò di fare del mio meglio. Mi scuso anticipatamente con coloro che ho
trascurato o disatteso le loro aspettative. Non c'è una azione volontaria o
intenzionale, e mi auguro che esista anche da parte dei detenuti la
comprensione nei miei confronti, nel recepire il mio sforzo e le difficoltà
nell'impresa di rappresentante sociale.
Il giorno successivo dopo la visita lampo della delegazione della
commissione giustizia, molti detenuti hanno chiesto notizie sulla
situazione. Ho spiegato che al cordiale colloquio avuto con il vice
comandante signor Taurino Carlo, ho consegnato il documento ed ho avuto la
sua formale promessa che il comunicato stampa e le firme raccolte,
sarebbero state certamente consegnate alla commissione giustizia del Senato
Roma.
Sono stato comunque obbligato a togliere una copertina introduttiva (con o
allegati cordiali saluti alla commissione da parte dei
detenuti). Intestata al comitato coordinamento detenuti e detenute del
carcere di Montorio Verona.
Motivazione: I detenuti non hanno assolutamente né il diritto né la
possibilità di formare associazioni, comitati o qualsiasi altra forma di
aggregazione. Il detenuto può esporre le proprie opinioni o proteste come
singolo individuo. I detenuti italiani sono chiamati al voto politico
(pertanto cittadini a tutti gli effetti) ma quando si creano associazioni
devono essere stroncate. Ottimo esempio di libertà! Questo dimostra come lo
Stato sia consapevole e tema l'unione del popolo.
Intendo mettere in luce questo abuso di potere che dimostra la vera faccia
dittatoriale dello Stato. Emerge lampante come le leggi sono espressione e
gestione del potere. Non rappresentano assolutamente la vera identità del
popolo italiano che, troppo spesso, è illuso e soggiogato da falsi miti di
un benessere consumistico usa e getta.
Il popolo deve essere isolato tra individuo ed individuo; indifferente e
superficiale. Se possibile deve essere in costante conflitto con il suo
prossimo. È così che si controlla e gestisce la popolazione con l'ignoranza
la paura e il caos. Questo è lo Stato! Dividi et impera!
Lo Stato rappresenta la legge, costruisce carceri, arresta delinquenti e
sovversivi che hanno infranto la legge ma, contemporaneamente, è proprio lo
Stato il primo inadempiente nell'applicare correttamente le stesse.
Il carcere di Montorio, ad esempio, è stato costruito per una capienza di
massimo 300 detenuti. Attualmente però, ne contiene circa 700.
Questa irregolarità, sovraffollamento e le inevitabili conseguenze sulle
pessime condizioni igienico-sanitarie, non sono forse dei reati di Stato?
Come può lo Stato, che impone leggi, ordine, disciplina alla popolazione,
essere il primo ad infrangerle?
In realtà la popolazione italiana, compreso quella detenuta, si sta
dimostrando più che corretta, paziente e democratica. Sopporta i sempre più
frequenti e clamorosi abusi, ingiustizie socio politiche e le irregolarità
di Stato. Quanto può durare la pazienza?
Una prova di buonsenso e democratica protesta è stata questa simbolica
raccolta di firme. Nella nostra sezione-corpo, il consenso dei firmatari è
stato plebiscitario. Il 100%.
Circa 120 firme in due ore! Questo segnale deve essere inteso come un
sondaggio di quanto può essere alto il consenso e il disagio in tutto il
carcere, e non solo.
Il 18 ottobre 2004, è stato organizzato un altro sciopero ed azione di
protesta in tutte le carceri italiane. Mi auguro che la popolazione
detenuta continui a mantenere il livello di contestazione legittima. È
fondamentale creare un curriculum di proteste pacifiche.
Contemporaneamente, credo più che necessario, che gli organi istituzionali
del ministero di grazia e giustizia e l'intera organizzazione di Stato,
prendano degli urgenti e concreti provvedimenti atti a risolvere seriamente
i disagi, gli abusi e le irregolarità di Stato, prima che la situazione
degeneri.
Ricordo che la popolazione carceraria dimostra nella sua quotidianità
(austera ed affittiva) una particolare tendenza alla solidarietà e
integrazione multirazziale. Solidarietà che è in via di estinzione nella
nostra cosiddetta società civile moderna, tecnologica e razzista. La
competitività sociale ed economica è la regola nei rapporti interpersonali;
anticamera della violenza urbana!
Ritengo clamorosa e vergognosa l'arroganza di Stato che accusa i
delinquenti come persone che non hanno voglia di lavorare onestamente. Tali
persone, quando arrestate, vengono però tenute per tutto il periodo di pena
detentiva nella più totale inerzia e ozio. Non è concesso alla maggioranza
dei detenuti, alcuna possibilità di una formazione professionale e di un
reddito. In pratica si tiene il detenuto recluso anche per anni, per poi
farlo uscire dal carcere senza denaro, senza un lavoro e infine si pretende
che non compia nuovi reati. Un ottimo esempio di rieducazione di Stato!
In realtà non esiste una politica seria di rieducazione carceraria; e
nemmeno esiste una politica sociale di prevenzione dei reati e di concreta
e equa distribuzione della ricchezza. Lo Stato intende risolvere il
controllo e il disagio sociale arrestando le persone e costruendo nuove
carceri. La vera democrazia di una nazione si vede anche dal numero di
detenuti e dalle loro condizioni di vivibilità nelle carceri. Vedi i paesi
nord europei.
L'organizzazione di Stato con le carceri, i tribunali ed gli avvocati
connessi, sono una vera e propria " industria speculativa " ai danni dei
poveri disperati, quasi sempre obbligati a commettere reati per sopravvivere.
Oltre il danno del disagio e l'ingiustizia sociale, la beffa della
carcerazione (ora anche preventiva) con la successiva rapina legalizzata
per uscire dal carcere, pagando a peso d'oro legali, giudici e burocrati di
Stato.
È in questo contesto l'evidente truffa pluridecennale ai danni del popolo
italiano. Se non verranno presi degli urgenti provvedimenti, atti a
risolvere il crescente disagio e tensione socio-politica, sarà inevitabile
una rivoluzione di massa. Il pianeta è tempestato da immagini violente. In
molte aree si sta combattendo contro un'egemonia imperialista e
occidentale che conosce solo la logica della colonizzazione, dello
sfruttamento e della devastazione di territorio, risorse naturali e popoli.
Vogliamo trasformare l'Italia e l'occidente in un nuovo Iraq per capire che
questa mentalità blasfema e dittatoriale deve assolutamente cambiare?
Personalmente ritengo una rivolta armata una sciagura catastrofica ma,
nello stesso tempo, le ingiustizie, l'indifferenza, le separazioni, la non
comunicazione e l'odio aumentano in modo esponenziale. Mi auguro ed auguro
in particolare alle nuove generazioni che prevalga il buon senso e la
seria, determinata intenzione di un radicale cambiamento nei comportamenti
e nelle vere motivazioni del nostro sistema sociale globalizzato.
Se l'onestà non dominerà il pianeta, purtroppo, la violenza sarà
irreversibile ed inevitabile. Sarà una realtà devastante che travolgerà
tutto e tutti con altissimo rischio dell'auto distruzione planetaria.