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i nonviolenti e Pannella



Comunicato stampa del Movimento Nonviolento


I nonviolenti cercano il dialogo, Pannella risponde col monologo.


Marco Pannella ha affidato ad un comunicato stampa la motivazione del suo
rifiuto a partecipare ad una tavola rotonda sui temi della nonviolenza con
Bertinotti e Pecoraro Scanio, promossa dal Movimento Nonviolento in
occasione del XXI Congresso che si è svolto a Gubbio dal 29 ottobre al 1
novembre.
In una nota del 23 scorso risulta questa dichiarazione di Pannella: "In
quel convegno, di quella parte di nonviolenti che forma il Movimento
Nonviolento, con la M e la N maiuscola, da decenni non ero più invitato,
come tutti gli altri radicali, colpevole forse di nonviolenza gandhiana
politica, manifesta, esposta tutti i giorni ad attacchi. Un mese fa ho
ricevuto un invito con questo testo: 'Parleranno Pannella, Bertinotti e
Pecoraro Scanio quali leader di movimenti o di soggetti politici apertisi
alla nonviolenza'. Il testo e il contesto sono stati tali da indurmi subito
a dire agli organizzatori - a Mao Valpiana - ed a reiterarlo in altre
occasioni - che non sarei andato". Torto nostro evidentemente, da ciò i
reiterati rifiuti, è stata l'insistenza affinché riflettesse su quel
rifiuto e sulla sua motivazione.
Che Pannella sia stato discriminato, "come tutti gli altri radicali,
colpevole forse di nonviolenza gandhiana politica, manifesta, esposta tutti
i giorni ad attacchi" è cosa che non sta né in cielo né in terra. Marco
Pannella, inoltre, chiarisce dai microfoni di Radio Radicale che non
parteciperà al convegno sulla nonviolenza promosso dal Movimento
Nonviolento "Non tanto per la coincidenza del congresso dei Radicali
Italiani... ma perché non accetto che il Movimento Nonviolento mi consideri
parte di questo dibattito. Semmai avremo nel congresso radicale un momento
dedicato alla riflessione sul punto nel quale si trova la lotta della
nonviolenza politicamente organizzata nel mondo e in Italia attraverso il
Partito Radicale Transnazionale e gli altri soggetti radicali".
Riteniamo anche noi che ci sia davvero da riflettere su una nonviolenza che
ha portato i radicali da posizioni antimilitariste fino a giustificare
anche recenti interventi armati dell'amministrazione americana, ad invocare
le operazioni militari croate, a sostenere la politica del governo Sharon.
Tuttavia un passato di collaborazione forte su vari temi ed obiettivi,
alcune attenzioni e campagne che condividiamo, il costante richiamo
dell'effige di Gandhi, ci avevano indotto ad invitare Pannella, nonostante
profonde differenze di valutazione che nei nostri Congressi, documenti,
dibattiti, non abbiamo mai nascosto, tanto da chiedere, ed ottenere, nel
1999, l'espulsione del Partito Radicale dalla War Resisters International
(l'internazionale dei resistenti alla guerra, che raggruppa organizzazioni
nonviolente di tutto il mondo).
Auguriamo la miglior riflessione e capacità di proposta al Partito
Radicale, con la P e con la R maiuscola, sul tema fondamentale del "punto
nel quale si trova la lotta della nonviolenza politicamente organizzata nel
mondo e in Italia". È quello che ci sforziamo di fare anche nel nostro
Congresso, consapevoli dei nostri limiti, delle responsabilità che ci
assumiamo, del fatto che non siamo né i migliori né i soli, ma che qualcosa
si fa, e molto può essere fatto, dalla nonviolenza e per la nonviolenza, se
i soggetti che a questa si richiamano hanno una seria attitudine di
confronto e scelgono, almeno tra loro, la strada della "persuasione" e non
della "retorica".
Noi, che non ci diciamo nonviolenti, e tantomeno nonviolenti radicali, ma
al più, come suggeriva Aldo Capitini, amici della nonviolenza, rivolgiamo
il nostro augurio al Congresso del Partito di Pannella. Se possiamo
permetterci di dare un consiglio, riflettano i radicali sulla china
discendente che è iniziata con l'abbandono della politica di movimento,
aperta, e l'assunzione dell'esclusivo fronte istituzionale, da partito
personalizzato, chiuso.
Cercavamo e cerchiamo un dialogo, ma evidentemente Pannella preferisce il
monologo.


Nel febbraio di quest'anno si è tenuto a Venezia un Seminario del Partito
della Rifondazione Comunista, intitolato "Agire la nonviolenza", nel quale
largo spazio si è dato al confronto con le elaborazioni del nostro
Movimento. In quell'occasione Bertinotti è stato invitato a partecipare, in
forme che si sarebbero poi definite, ad un'iniziativa per il nostro
Congresso, per il quale data e luogo già erano fissati, Bertinotti aveva
prontamente aderito. L'anno prima, a Livorno, si era svolto un incontro
nazionale, I Verdi ascoltano, di approfondimento, sempre sui temi della
nonviolenza , al quale avevamo partecipato con impegno. Da ciò l'idea di un
confronto al quale fosse invitato anche Pecoraro Scanio. Le adesioni di
Bertinotti e Pecoraro Scanio erano venute personalmente, ma poi sono state
ritirate, e sostituite da altre presenze, Patrizia Sentinelli di
Rifondazione e Angelo Bonelli dei Verdi, che ringraziamo.
Ribadiamo la nostra volontà di dialogo e di confronto anche con i partiti
che guardano con interesse all'esperienza nonviolenta..
L'esito della tavola rotonda che, in questo spirito abbiamo promossa. ci
dice almeno quanto lungo è il cammino. In questo senso non ha mancato il
suo compito di introduzione al Congresso.


La Segreteria del Movimento Nonviolento

Verona, 4 novembre 2004


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"Siamo noi i veri responsabili di tutte le guerre,
 e quando davvero vorremo la  pace, l'avremo."
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