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Uruguay: la serenità del cambio



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Uruguay: la serenità del cambio

"Faccio il medico. I poveri non sono esigenti. La prima cosa è nutrire i bambini anemici. Perché dopo sarebbe troppo tardi". Con queste parole il dr. Tabaré Vázquez ha celebrato nel cuore di una Montevideo festante da ore la fine di 170 anni di bipartitismo in Uruguay.

Con il 51% dei voti il dr. Vázquez, già sindaco della capitale subito dopo la dittatura fondomonetarista, è eletto Presidente della Repubblica al primo turno. Indietro molto indietro restano i cosiddetti partiti tradizionali. Appena il 10.5% raccoglie il Partito Colorado (lo stesso per il quale combatté 160 anni fa Giuseppe Garibaldi) dell'attuale presidente Jorge Batlle. Al 34% si ferma il giovane candidato del Partido Nacional, Jorge Larrañaga, que per contrastare la valanga di sinistra aveva scelto anche lui un'immagine e un discorso progressista dopo cinque anni di ortodossia fondomonetarista del governo Batlle (con il quale il PN governava in coalizione) che avevano ulteriormente affossato un paese in crisi economica, sociale e demografica e isolato nella regione.

Secondo le proiezioni, all'interno della coalizione progressista (Frente Amplio) fa il pieno di voti il Movimento di Partecipazione Popolare (MPP) erede della guerriglia Tupamara, una delle poche che non solo è sopravvissuta alle persecuzioni degli anni '70, ma che sulla base di un originale pensiero latinoamericanista anno dopo anno è cresciuta e rappresenta oggi quasi il 30% degli Uruguayani. L'ex capo guerrigliero Pepe Mujica sarà con ogni probabilità Presidente del Senato.
Al 17% si trova Asamblea Uruguay, il partito più centrista della coalizione. Danilo Astori, leader della lista sarà Ministro dell'Economia. Al 14% si ferma invece il Partito Socialista del Presidente eletto Tabaré Vázquez.


Già il pomeriggio e la notte montevideana è stata una festa indimenticabile che era iniziata già mercoledì scorso quando la manifestazione di chiusura della campagna elettorale aveva convocato almeno 500.000 persone nel corso Libertador Lavalleja che porta al Palazzo del Parlamento. Se Montevideo è virtualmente la capitale più a sinistra al mondo, governata dal Frente Amplio da tre mandati e riconfermata di recente con il 69% dei voti, chi porta adesso al governo del paese è l'interno del paese da sempre ultraconservatore. In almeno cinque dei 18 dipartimenti (oltre al risultato scontato di Montevideo) il Frente è il primo partito, ma negli altri lotta gomito a gomito con il Partito Nazionale e in genere con questo divide deputati e senatori eletti proporzionalmente e strappando dappertutto seggi al Partito Colorado che soccombe dopo 10 anni consecutivi di governo (prima di Julio María Sanguinetti, poi di Jorge Batlle). Tra i record del decennio la moneta nazionale ridotta ad un terzo del valore precedente e il raddoppio della povertà e dell'emigrazione.

Adesso si volta pagina. Nelle strade di Montevideo la tradizione del teatro di strada mette in scena la storia: un'attrice rappresenta un'America Latina imprendibile per un attore che rappresenta un Fondo Monetario Internazionale a sei mani.
GC