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"Riprendiamoci la Rai" da Riccione le conclusioni del Convivio dei Popoli



Riccione, 17 ottobre.

“Riprendiamoci la Rai!” : questo lo slogan emerso dal “Convivio dei popoli
di Riccione”, con cui e’ stata lanciata la proposta di un coinvolgimento
della societa’ civile e dei movimenti per la pace nell’attivita’ del
servizio pubblico radiotelevisivo”.
“A sud del Cairo non esistono sedi di corrispondenza Rai”, aveva
dichiarato Roberto Natale dell’Usig Rai nel dibattito del 16 ottobre, e la
segnalazione e’ stata subito raccolta da Flavio Lotti, coordinatore
nazionale della Tavola della pace che nella conclusione dei lavori ha
dichiarato l’intenzione di richiedere l’apertura di una sede Rai “in
Africa, con l’Africa e per l’Africa”.
Le proposte nate durante i lavori si spingono fino alla richiesta di una
rappresentanza della societa’ civile in seno al consiglio di
amministrazione della Rai, e ad una “moratoria” nella trasmissione di
annunci pubblicitari durante i programmi destinati ai minori, una sorta di
“fascia protetta” dalla pubblicita’ analoga a quella che tutela i piu’
piccoli dalle scene di violenza.
Dall’incontro di Riccione nasce l’idea di una rete che coinvolga tutti i
soggetti che promuovono un’informazione di pace.

 “E’ prioritario iscrivere il tema della comunicazione nell’agenda del
movimento per la pace – ha dichiarato Flavio Lotti a conclusione del
convegno –. La scommessa sara’ quella di mettere in rete tutte le realta’
che si occupano di comunicazione di pace ed e’ giunto il momento di
investire sui canali di informazione indipendente. Non vogliamo e non
dobbiamo diventare giornalisti professionisti, ma l’informazione e’
essenziale per la costruzione della pace e quindi dobbiamo acquisire le
competenze e gli strumenti per saperla utilizzare. E’ questa la sfida da
cui vogliamo partire oggi”.
“Parlando di comunicazione dobbiamo evitare il rischio, come movimento per
la pace, dell’autocompiacimento. Piuttosto che preoccuparci che i nostri
temi diventino ‘narrazione dominante’, preferiamo spendere tante parole
che molte volte hanno l’effetto di inasprire una dialettica tutta interna
a noi stessi piuttosto che trasmettere conoscenza” – Queste le parole di
Sergio Marelli, direttore di Volontari nel mondo-Focsiv (Federazione degli
Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario) e presidente
dell’Associazione delle Ong Italiane.

“PER UNA COMUNICAZIONE DI PACE” era il tema del seminario di Riccione,
voluto dal COMUNE DI RICCIONE, dalla REGIONE EMILIA ROMAGNA e dalla
PROVINCIA DI RIMINI, organizzato in collaborazione con il COORDINAMENTO
RICCIONE PER LA PACE, la TAVOLA DELLA PACE e il COORDINAMENTO NAZIONALE
ENTI LOCALI PER LA PACE E I DIRITTI UMANI.
All’iniziativa hanno partecipato giornalisti, rappresentanti degli enti
locali, esperti di comunicazione ed esponenti del mondo
dell’associazionismo pacifista e nonviolento.
A tirare le somme sono intervenuti tra l’altro Enrico Paissan,
responsabile degli Uffici stampa dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti,
Marina Ponti, vicedirettrice di “No excuse 2015”, la Campagna Onu per gli
obiettivi del Millennio, Andrea Gnassi, presidente Commissione cultura
della Regione Emilia Romagna.
“Il movimento per la pace e’ un gigante per la sua capacita’ di
aggregazione ma e’ un nano nei rapporti con i media - ha detto Paissan -.
Dobbiamo professionalizzarci e acquisire la capacita’ di comunicare
perche’ il mercato e’ tanto competitivo e affollato da non perdonare il
dilettantismo”.
Marina Ponti ha rilevato che “l’Italia č all’ultimo posto in Europa per i
fondi destinati alla cooperazione internazionale e al penultimo tra i
paesi occidentali dove precede soltanto gli Stati Uniti. Nel nostro paese
mancano i valori culturali e l’educazione allo sviluppo – ha proseguito la
Ponti -. Cultura della pace e sviluppo devono necessariamente andare di
pari passo”.
“Oggi c’e’ bisogno di una comunicazione di pace alternativa contro
l‘informazione ufficiale dominata dalla cultura di guerra”, ha dichiarato
Andrea Gnassi, a nome della Commissione Cultura della Regione.

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