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Ieri al Campidoglio





In una piazza lucida dove giganti e mute sono le foto delle sequestrate, le Donne in Nero ieri sera hanno aperto i loro striscioni, così la Casa internazionale delle donne, così le compagne che hanno risposto all'appuntamento lanciato in rete in meno di 24 ore. Siamo rimaste in silenzio, abbiamo condiviso notizie,emozioni,tutte lì a ribadire che tra uccidere e morire esiste la terza via: vivere!
Il nostro non era un sit in autorizzato, ma ci siamo riprese la possiilità della piazza, della strada. Siamo uscite una volta ancora dalle nostre case, dai luoghi di lavoro per ritrovarci con la gente che passa. Poi poco prima delle 21 una visione unica....Critical mass partita come ogni venerdì dall'Ostiense, era lì, ci ha raggiunte: decine decine di biciclette hanno riempito la piazza. Non scorderò facilmente quei minuti e spero tanto che qualcuno possa mettere in rete, se l'ha fatto, le immagini della sera romana del 24 settembre. Siamo poi andate al presidio a Montecitorio dove erano i compagni del Gan e di altre appartenenze pacifiste. Abbiamo camminato per le strade del centro con le nostre manine che dicono il rifiuto totale della guerra.
Sembriamo un po' matte, forse lo siamo.
Grazie alle donne che ci hanno raggiunto, ai loro compagni in disparte che le hanno accompagnate, grazie a mio figlio che è venuto con la sua compagna francese, a lei che ha tenuto il cartellone della statua della liberta legata, al fotografo (forse di Namir) che è stato lì tutto il tempo, alla giornalista dell'Ansa che scriveva, scriveva.
Grazie a quelle che non sono venute ma ci hanno telefonato, hanno mandato messaggi di solidarietà, impegnate da altre parti. Grazie ad Agnese Ginocchio che disperata da Caserta mi ha scritto che non avrebbe avuto un treno decente per tornare.
Noi mercoledì torniamo in piazza a Torre Argentina come sempre nel passato alle 18. Io torno oggi al mio paesello Capranica nel Viterbese e come Donne in Nero della Tuscia ritorneremo sul ponte, per la strada a dialogare, a parlare, in silenzio quando il nero della guerra e del lutto che indossiamo dice il nostro orrore.
Ma non chiudiamo le porte della ragione e del cuore care compagne, usciamo dalle case chiediamo di uscire dalla guerra, FUORI LA GUERRA DALLA STORIA


Doriana Goracci