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NUOVI MONDI MEDIA Newsletter #23- 24 settembre 2004
NUOVI MONDI MEDIA Newsletter #23- 24 settembre 2004
<http://www.nuovimondimedia.it> www.nuovimondimedia.it
in anteprima per gli iscritti alla newsletter di Nuovi Mondi Media, il
primo capitolo di
TUTTO QUELLO CHE SAI E' FALSO 2
Secondo manuale dei segreti e delle bugie
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indice, biografie autori
"Guerra al terrorismo", l'ultima menzogna della propaganda
di William Blum
"Il nemico era e rimane qualsiasi governo, movimento, o anche individuo,
che si opponga all'espansione dell'Impero americano, qualsiasi sia il nome
che gli si affibbi, comunista, Stato Farabutto, trafficante di droga,
terrorista..."
Questo intervento fu tenuto all'Universita' del Colorado a Boulder
Buonasera, mi fa molto piacere essere qui, specialmente visto che le bombe
non hanno ancora cominciato a cadere. Parlo dell'Iraq e non di Boulder; se
non vi comporterete bene e se non smetterete d'invitare persone come me a
parlare, Boulder verra' dopo l'Iraq e l'Iran.
La prima volta che ho parlato in pubblico dopo lo scorso 11 settembre, ero
a un dibattito all'Universita' del Nord Carolina. Grazie a quel dibattito,
io e altre persone siamo stati inseriti in una lista da un'organizzazione
fondata da Lynne Cheney, la moglie di Tu-Sai-Chi. Il programma
dell'organizzazione puo' essere riassunto da una relazione pubblicata che
s'intitola "Difendere la nostra civilta': le mancanze delle nostre
universita' nei confronti dell'America e cio' che puo' essere fatto a
riguardo". Nella relazione e sul loro sito Web, sono inseriti un gran
numero di commenti, fatti dal corpo insegnante e da studenti di varie
scuole, dai quali emerge quanto queste persone non accolgano favorevolmente
il nuovo impeto bombardiero americano. Oltretutto essi si sono resi
colpevoli di aver suggerito che qualche straniero potesse attualmente avere
dei buoni motivi per odiare gli Stati Uniti (quello che io chiamo, "il
filone di pensiero straniero che odia gli Usa").
A causa di quella lista, insieme a cose che ho scritto successivamente,
l'anno scorso ho ricevuto molte lettere di protesta, anzi, per essere
esatti, molte e-mail. Sto ancora aspettando di ricevere la mia prima e-mail
all'antrace. Beh, se ci possono essere i virus nelle e-mail perche' non i
batteri?
Le lettere di protesta quasi mai contestano fatti o idee da me espressi, ma
mi accusano principalmente di non essere patriota. Parlano di una sorta di
patriottismo cieco ma, anche se avessero una visione piu' equilibrata di
me, avrebbero comunque ragione. Io non sono un patriota, io non voglio
essere patriottico, anzi mi spingo fino all'asserire che sono
patriotticamente limitato.
Molte persone di sinistra, oggi come negli anni '60, non vogliono lasciare
la questione del patriottismo ai conservatori. La gente di sinistra insiste
nel dire che sono loro i veri patrioti perche' chiedono agli Stati Uniti di
vivere secondo principi professati storicamente. Tutto cio' va bene ed e'
buono, ma io non sono di sinistra. Non credo che il patriottismo sia uno
degli aspetti piu' nobili degli esseri umani. George Bernard Shaw scrisse
che il patriottismo e' la convinzione che il tuo paese sia superiore agli
altri per il semplice fatto che ci sei nato tu; ricordatevi inoltre che i
tedeschi che sostenevano il governo nazista possono essere visti come dei
patrioti, e, infatti il governo tedesco li definiva tali.
Il 2001 non e' stato un anno facile per una persona come me, visto che
siamo stati sommersi da un'orgia di patriottismo. Come si puo' sopravvivere
a frasi del tipo "Noi siamo uniti" e "Dio benedica l'America"? E la
bandiera? Quella e' presente ovunque. Compro una banana ed eccola la', una
bandiera attaccata sopra la buccia. e' questo il modo di farci diventare
tutti eroi?
Per esempio, il sindaco di New York, Rudy Giuliani, e' diventato un eroe.
Fino al 10 settembre era un arrogante, un reazionario spietato, e tutto ad
un tratto diventa un eroe e un uomo di stato che parla di fronte all'ONU.
Anche George Bush e' diventato un eroe, le persone che fino al 10 settembre
lo definivano un ritardato mentale, dopo l'11 lo salutarono come un eroe e
un dittatore.
Nell'opera teatrale di Bertolt Brecht un personaggio dice all'altro:
"Triste e' quel paese che non ha eroi". E l'altro personaggio risponde:
"No, triste e' quel paese che ha bisogno di eroi".
Anche se non ho prestato la mia lealta' ad alcun paese o governo, io sono,
come del resto molti di voi, fedele a certi principi come la giustizia
politica e sociale, la democrazia economica e i diritti umani.
La morale del mio messaggio per voi e' la seguente: se il vostro cuore e il
vostro cervello vi dicono chiaramente che il bombardamento di contadini
depauperati, affamati e innocenti non aiutera' a portare piu' sicurezza al
popolo americano, allora dovreste protestare con ogni mezzo che avete a
disposizione, e non preoccupatevi di essere definiti "non patriottici".
Purtroppo ci sono state scarse proteste contro il bombardamento
dell'Afghanistan, e questo ci fa capire in che misura gli eventi avessero
intimidito le persone; gli eventi e la crescita dei poteri della polizia,
capitanata dall'Ayatollah John Ashcroft. Penso che quest'assenza fosse
dovuta anche al fatto che le persone ritenevano che qualsiasi orrore
causassero i bombardamenti, questi aiutassero anche a liberarci di qualche
terribile terrorista anti-americano.
Ma delle migliaia di afgani che sono morti sotto le bombe americane quanti
credete avessero preso parte agli eventi dell'11 settembre? Faccio
un'ipotesi approssimativa e dico "nessuno". E quanti credete abbiano mai
preso parte ad altri atti terroristici contro gli Stati Uniti? Non lo
sapremo mai con certezza ma la mia ipotesi si aggira intorno all'uno, se
poi ce ne sono realmente stati. Dopotutto gli atti terroristici non
accadono molto spesso e di solito sono gestiti da un pugno di uomini.
Quindi, fra tutti i morti a causa delle incursioni americane e' possibile
che alcuni di questi terroristi siano stati colpiti, tenendo anche conto
che molti di loro si trovavano gia' in prigione?
E ricordate che la maggioranza delle persone che si trovava nei campi di
addestramento di al Qaeda in Afghanistan era la' per aiutare i talebani
nella loro guerra civile, niente a che fare col terrorismo o con gli Stati
Uniti, per loro era una questione religiosa, cosa che non ci riguardava. Li
abbiamo uccisi comunque, o tenuti prigionieri in terribili condizioni nella
base di Guantanamo a Cuba. Ormai i prigionieri sono li' da molto tempo,
senza vedere avvicinarsi cosi' la fine della prigionia e molti di loro
hanno gia' tentato il suicidio svariate volte.
Cio' che e' davvero degno di nota e' che quello che chiamiamo il nostro
governo sta ancora andando in giro a buttare grandi quantita' di esplosivi
estremamente potenti sopra le teste di persone indifese. Le cose non
dovevano andare in questo modo. A partire dalla fine degli anni '80,
Michail Gorbaciov pose fine allo stato di polizia sovietico; poi il muro di
Berlino fu smantellato e tutte le persone dell'Europa dell'est
festeggiarono gioiosamente l'arrivo di un "nuovo giorno", il Sud Africa
libero' Nelson Mandela e l'apartheid comincio' a sgretolarsi. Haiti ebbe le
sue prime elezioni libere e scelse come presidente un progressista genuino.
Sembrava che tutto fosse possibile, l'ottimismo era diffuso cosi' come lo
e' oggi il pessimismo.
Gli Stati Uniti si unirono a queste celebrazioni. Poche settimane dopo la
caduta del muro di Berlino invadevano e bombardavano Panama e stavano anche
intervenendo senza pudore nelle elezioni in Nicaragua per sconfiggere i
sandinisti.
Poi, quando l'Albania e la Bulgaria che, a detta dei nostri media, erano
state "appena liberate dalla morsa del comunismo", osarono eleggere governi
non accettabili per gli Usa, Washington s'intromise e li fece cadere.
Poco dopo arrivarono i bombardamenti sul popolo iracheno, che durarono per
40 orribili giorni, senza pieta' e senza una buona o onesta ragione; tutto
cio' fu fatto in nome della nostra speranza in un mondo diverso e migliore.
I nostri capi, pero', non avevano ancora finito. Poco dopo attaccarono la
Somalia, ancora bombe e morti, e nel frattempo hanno continuato a
bombardare l'Iraq per anni.
Sono intervenuti per sedare movimenti di protesta in Peru', Messico,
Ecuador e Colombia, cosi' come ai tempi della Guerra Fredda negli anni '50
e nell'America Latina negli anni '60, '70, '80 e ancora negli anni '90.
Successivamente, hanno bombardato gli jugoslavi per 78 giorni e altrettante
notti.
Di nuovo, l'anno scorso, sono intervenuti grossolanamente e apertamente su
un'elezione in Nicaragua per prevenire la vittoria della sinistra.
Mentre, ovviamente, stavano bombardando l'Afghanistan che ha gia'
probabilmente subito la perdita di piu' civili innocenti che di quelli
uccisi qui l'11 settembre, e con altre vittime a venire, visto che le
persone continueranno a morire per le ferite riportate, per le mine delle
bombe a grappolo e per la tossicita' dell'uranio impoverito.
Inoltre, dopo tutti questi anni, continuano ancora a strangolare Cuba.
Badate bene, questa non e' che una lista parziale.
In tutto questo non si e' fatto alcun passo in avanti per la pace che ci
avevano promesso, ne' per gli americani ne' per il resto del mondo.
Che diamine sta succedendo qui? Fin dall'infanzia ci e' stato insegnato che
la Guerra Fredda, incluso la Guerra di Corea, la Guerra del Vietnam, e le
enormi spese militari - quelle di cui siamo a conoscenza - beh, ci e' stato
insegnato che tutto cio' era stato necessario per combattere un'unica
minaccia: la Cospirazione Comunista Internazionale, che aveva sede a Mosca.
Quindi, cos'e' successo? L'Unione Sovietica si e' sciolta, il Patto di
Varsavia e' stato sciolto, gli stati satelliti dell'Europa orientale sono
diventati indipendenti, i comunisti di una volta sono addirittura diventati
capitalisti, ma niente e' cambiato nella politica estera americana.
Anche la NATO e' rimasta, la NATO che e' stata creata - almeno cosi' ci
avevano detto - per proteggere l'Europa occidentale contro l'invasione
sovietica; la NATO e' oggi piu' grande che mai, e, col passare del tempo,
sempre piu' grande e potente, una NATO con una missione globale. Lo statuto
della NATO fu persino invocato per giustificare la volonta' dei suoi membri
di unirsi agli Usa nell'invasione dell'Afghanistan.
Tutta questa storia e' stata una truffa all'americana: l'Unione Sovietica e
qualcosa chiamato comunismo di per se' non erano gli oggetti dei nostri
attacchi globali, non c'e' mai stata una Cospirazione Comunista
Internazionale; il nemico era e rimane qualsiasi governo, movimento, o
anche individuo, che si opponga all'espansione dell'Impero americano,
qualsiasi sia il nome che gli si affibbi, comunista, Stato Farabutto,
trafficante di droga, terrorista...
Credete che l'Impero americano sia contro il terrorismo? Come chiamate un
uomo che fa saltare un aeroplano uccidendo 73 persone? Che cerca di
assassinare svariati diplomatici? Che spara cannonate alle navi ancorate in
porti americani? Che piazza bombe in svariati edifici commerciali e
diplomatici negli Stati Uniti e all'estero? E altre decine di atti del
genere? Il suo nome e' Orlando Bosch; e' cubano e vive a Miami, e non e'
molestato dalle autorita'. La citta' di Miami una volta ha pure dedicato
una giornata in suo onore - l'Orlando Bosch Day. E' stato liberato dalla
prigione in Venezuela, dove era stato incarcerato per le bombe
sull'aeroplano, in parte grazie alle pressioni dell'ambasciatore americano
Otto Reich, che all'inizio di quest'anno e' stato assegnato al Dipartimento
di Stato di George W.
Nel 1988, dopo il ritorno di Bosch negli Stati Uniti, il Dipartimento di
Giustizia lo condanno' come pericoloso terrorista e si preparo' alla sua
espulsione, ma intervenne il Presidente Bush, il primo, aiutato dal figlio
Jeb Bush dalla Florida. Quindi, George W. e la sua famiglia sono contro il
terrorismo? Beh, si', sono contro quei terroristi che non sono alleati
dell'Impero.
A proposito, l'aereo che Bosch bombardo' era cubano, per questo motivo e
per una moltitudine di altri crimini efferati, e' ricercato a Cuba e i
cubani ne hanno chiesto l'estradizione. Bosch rappresenta per i cubani cio'
che Osama bin Laden rappresenta per gli americani. Ma gli Stati Uniti hanno
rifiutato. Potete immaginarvi la reazione di Washington se bin Laden fosse
apparso a l'Avana e se i cubani ne avessero negato l'estradizione negli
Stati Uniti? Potete immaginarvi la reazione degli Stati Uniti se l'Avana
proclamasse il giorno di Osama bin Laden?
Il supporto che Washington continua a dare a delle vere e proprie
organizzazioni terroristiche e' molto vasto. Forniamo qualche esempio
recente: gli albanesi hanno a lungo e ripetutamente compiuto attacchi
terroristici nel Kosovo e in svariate parti dei Balcani, ma sono stati
nostri alleati perche' hanno attaccato persone scomode per Washington.
I paramilitari colombiani, per quanto malvagi possano essere, non
potrebbero fare il loro sporco lavoro senza il supporto dei militari
colombiani, i quali a loro volta godono di un sostegno statunitense di
fatto illimitato. Basterebbero questi semplici fatti per rendere Washington
non qualificata in una guerra al terrorismo.
Bush, inoltre, inveisce spesso contro coloro che danno asilo ai terroristi.
Ma parla sul serio? Beh, quale paese ospita piu' terroristi degli Stati
Uniti? Orlando Bosch e' solo uno dei numerosi cubani anticastristi che
vivono a Miami e che hanno realizzato centinaia, se non migliaia, di atti
terroristici negli Stati Uniti, a Cuba e altrove; compiendo ogni tipo di
attacco incendiario, assassinio o bombardamento. Sono stati ospitati qui,
al sicuro, per decenni, cosi' come numerosi altri amici terroristi,
torturatori e violatori dei diritti umani, provenienti dal Guatemala, El
Salvador, Haiti, Indonesia e da altre parti del mondo, tutti alleati
dell'Impero.
La CIA, mentre cerca terroristi nelle caverne dell'Afghanistan, si siede
nei bar di Miami e beve birra con dei terroristi.
Cosa dobbiamo fare noi di tutto questo? Come dobbiamo interpretare la
politica estera del nostro governo? Beh, se mai dovessi scrivere un libro
intitolato "The American Empire for dummies" (Si riferisce a una nota
collana di libri, tradotto letteralmente sarebbe "L'Impero americano per
negati", Ndt), a pagina uno scriverei: non cercare mai di trovare fattori
morali. La politica estera statunitense non contiene fattori morali nel
proprio DNA. Liberate la mente da quel fardello che vi impedisce di
guardare oltre ai cliche' e ai luoghi comuni.
Lo so che per gli americani, almeno per la maggior parte, non e' facile
prendere alla lettera cio' che sto dicendo, non e' un messaggio facile da
digerire. Vedono i nostri leader alla televisione e le loro foto sui
giornali, li vedono sorridere o ridere, li sentono raccontare barzellette,
li vedono con la loro famiglia, li sentono parlare di Dio e d'amore, di
pace e di legge, di democrazia e di liberta', di diritti umani, di
giustizia e persino di baseball. Come possono queste persone essere dei
mostri? Come possono essere chiamati immorali?
Questi hanno dei nomi come George, Dick e Donald, e nel gruppo non c'e'
nemmeno un Mohammed o un Abdullah, e parlano pure inglese, beh, George
quasi. Persone come Mohammed o Abdullah tagliano addirittura braccia o
gambe come punizione per un furto, mentre noi siamo ben consci di quanto
tutto cio' sia orribile, noi siamo troppo civilizzati per queste cose. Ma
le persone che hanno nomi come George, Dick e Donald lanciano bombe a
grappolo su citta' e villaggi, e spezzoni inesplosi di queste bombe
diventano mine terrestri che molto presto saranno raccolte o pestate da un
bambino, il quale, per questo, perdera' un braccio o una gamba, o entrambe
le braccia o le gambe, e, a volte, pure la vista; e non scordiamo che la
parte della bomba che esplode appena lanciata ha gia' provocato la sua
parte di orrore.
Forse i nostri leader non sono immorali quanto amorali, non si puo' dire
che traggano piacere nel causare tutte queste morti e sofferenze,
semplicemente non gli interessa - se questa poi e' una distinzione che
valga veramente la pena di fare.
Finche' la morte e la sofferenza fanno avanzare il programma dell'Impero,
finche' le persone giuste e le giuste multinazionali conquistano benessere,
potere, privilegi e prestigio, finche' la morte e la sofferenza non li
toccano o non toccano persone a loro vicine, allora non conta; cosi' come
non contano i soldati americani che sono stati catapultati in guerra e che
tornano a casa - quelli che ci tornano - consumati dall'agente Orange
(Potente erbicida usato per la prima volta dai soldati americani durante la
guerra del Vietnam, ndt) o dalla Sindrome del Golfo. I nostri leader non
sarebbero in grado di ricoprire le loro posizioni se si facessero turbare
da queste cose.
Deve essere molto divertente fare il leader di un Impero di fatto glorioso,
inebriante la sensazione di poter fare qualsiasi cosa tu voglia a chiunque
tu voglia, per tutto il tempo che vuoi e adducendo qualsiasi spiegazione tu
voglia perche' tu detieni il potere, ecco, loro posseggono il potere e la
gloria.
Quando un paio di anni fa stavo scrivendo il mio libro, "Rogue State" (Con
la scusa della liberta', Il Saggiatore, Milano 2002), ho usato il termine
"Impero americano" che non credo di aver mai visto stampato prima di
allora. Ho usato il termine con cautela perche' non sapevo se il pubblico
americano sarebbe stato o meno pronto per esso, ma tanta cautela si e'
rivelata inutile, adesso infatti questo termine e' usato con orgoglio dai
sostenitori dell'Impero.
Per esempio, Dinesh D'Souza, un intellettuale conservatore dell'Istituto
Hoover, ha scritto all'inizio di quest'anno un articolo intitolato "In lode
all'Impero americano" in cui esorta gli americani a riconoscere il fatto
che ormai gli Stati Uniti "sono diventati un Impero, la potenza imperiale
piu' magnanima che ci sia mai stata".
Robert Kagan, della Fondazione Carnegie, ha scritto: "la verita' e' che
l'egemonia esercitata dagli Stati Uniti puo' essere benefica per una vasta
porzione della popolazione mondiale, e, questa, e' certamente una soluzione
internazionale migliore di tutte le altre alternative realistiche".
Il cronista d'agenzia Charles Krauthammer parla dell' "eccezionale e
benigno Impero" americano.
Questo e' il modo in cui le persone che appoggiano la politica estera
americana riescono ad avere la coscienza a posto: concludono, proclamano, e
magari pure credono, che la nostra politica estera sia una forza benevola,
un Impero illuminato che porta ordine, prosperita' e civilta' in tutte le
parti del globo; e, se siamo costretti ad andare in guerra, allora quella
sara' una guerra umanitaria.
Poiche' ho dedicato gran parte della mia vita a documentare minuziosamente
l'esatto contrario, a mostrare la notevole crudelta' e gli effetti degli
interventi Usa sulle persone in tutti gli angoli del mondo, potete capire
che se la mia reazione di fronte a certe rivendicazioni sia: Eh? Questi
intellettuali conservatori - che sia un ossimoro? - sono tanto amorali
quanto le persone che lavorano nella Casa Bianca e nel Pentagono. Dopo
tutto, le particelle di uranio impoverito non si trovano dentro i loro
polmoni a irradiarli per il resto della loro vita, il Fondo Monetario
Internazionale non sta mandando in bancarotta la loro economia e spaccando
i loro servizi di base, non sono le loro famiglie che vagano nel deserto
come rifugiati.
I leader dell'Impero, la mafia imperiale - Bush, Rumsfeld, Cheney, Powell,
Rice, Wolfowitz e Perle - e i loro portavoce sono tanto fanatici e
fondamentalisti quanto Osama bin Laden, e il cambio di regime che hanno
compiuto in Afghanistan gli ha veramente dato alla testa. Oggi Kabul,
domani il mondo.
Quindi, caro mondo, comincia ad abituarti: l'Impero americano, un film di
successo, proiettato, presto, anche nella tua citta'.
Qualche tempo fa ho sentito un sindacalista alla radio che proponeva quella
che lui chiamava "una soluzione radicale al problema della poverta': pagare
abbastanza le persone perche' possano sopravvivere".
Beh, io vorrei proporre una soluzione radicale al problema del terrorismo
anti-americano: smettete di dare ai terroristi un motivo per attaccare
l'America.
I nostri leader e i nostri mezzi di comunicazione ci hanno fatto credere
che siamo bersagliati a causa della nostra liberta', della nostra
democrazia, del nostro benessere, della nostra modernita', del nostro
governo secolare, della nostra semplice bonta' e altre storie che vanno
bene per i libri di scuola. George W. sta ancora ripetendo questi cliche'
un anno dopo l'11 settembre. Forse ci crede anche, ma altri pubblici
ufficiali hanno saputo fare di meglio per un certo periodo.
Uno studio del Dipartimento della Difesa ha concluso nel 1997 che: "dati
storici mostrano una forte correlazione fra il coinvolgimento statunitense
in situazioni internazionali e l'incremento degli attacchi terroristici
contro gli Stati Uniti".
Jimmy Carter, qualche anno dopo aver lasciato la Casa Bianca, sostenne
inequivocabilmente tale conclusione e aggiunse:
Abbiamo mandato i Marines nel Libano e dovete semplicemente andare in
Libano, in Siria o in Giordania per sperimentare sulla vostra pelle l'odio
intenso che queste persone nutrono verso gli Stati Uniti. Tutto cio' e'
dovuto ai nostri bombardamenti, alle nostre uccisioni impietose di
innocenti - donne e bambini, agricoltori e casalinghe - in quei villaggi
attorno a Beirut... Come risultato... siamo diventati una specie di Satana
nelle menti di costoro e ci portano un rancore profondo. Questo e' cio' che
ha favorito la cattura di ostaggi americani e ha causato alcuni attacchi
terroristici.
I terroristi responsabili del bombardamento al World Trade Center nel 1993,
mandarono una lettera al New York Times che cominciava cosi': "Dichiariamo
la nostra responsabilita' nell'esplosione dell'edificio. Quest'azione e'
stata fatta come risposta al supporto politico, economico e militare
americano allo stato terrorista israeliano e alle altre dittature della
regione".
Infine, negli ultimi anni, membri di al Qaeda hanno ripetutamente chiarito
che odiano gli Stati Uniti per cose come il sostegno americano ai massacri
israeliani e i bombardamenti sull'Iraq.
Ulteriori prove di quello che sto dicendo si possono trovare nei miei
libri, insieme a una lunga lista di azioni Usa nel Medio Oriente che hanno
fatto scaturire l'odio verso la politica estera americana.
Non credo, in ogni caso, che la poverta' giochi un grande ruolo nella
creazione dei terroristi, non dobbiamo confondere il terrorismo con la
rivoluzione.
Gli attacchi non finiranno finche' continueremo a bombardare persone
innocenti, a devastare villaggi e grandi citta' antiche, e ad avvelenare
l'aria e il patrimonio genetico delle persone con l'uranio impoverito. Gli
attacchi non finiranno finche' supporteremo disgustosi violatori dei
diritti umani che opprimono la loro gente, non finiranno finche'
continueremo a fare tante cose orribili. Continueremo a incrementare le
operazioni di sicurezza che stanno trasformando il nostro paese in uno
stato di polizia che, peraltro, non ci rende affatto piu' sicuri.
Non soltanto le persone in Medio Oriente hanno dei buoni motivi per odiare
cio' che fa il nostro governo, abbiamo anche creato un gran numero di
potenziali terroristi in tutta l'America Latina, durante mezzo secolo di
azioni molto peggiori di quelle in Medio Oriente. Credo che, se i
latino-americani condividessero il credo di molti musulmani, ovvero che
sacrificando la loro vita nel martirio contro il grande nemico si vada
direttamente in paradiso, allora avremmo avuto alle nostre spalle decenni
di ripetuti orrori terroristici provenienti dal sud dei nostri confini. In
ogni caso, abbiamo subi'to per anni molti attacchi terroristici non
suicidi, contro gli americani e contro i loro palazzi nell'America Latina.
Poi ci sono gli abitanti dell'Asia e dell'Africa, e la storia non cambia.
Il Dipartimento di Stato ha recentemente tenuto una conferenza su come
migliorare l'immagine americana all'estero per ridurre il livello di odio.
Ecco su cosa stiamo lavorando, sull'immagine e non sul cambio di strategie
politiche.
Ma sulla tabella segnapunti leggiamo: dal 1945 fino alla fine del secolo,
gli Stati Uniti hanno tentato di rovesciare piu' di 40 governi stranieri,
di sedare piu' di 30 movimenti popolari che lottavano contro regimi
intollerabili. In questo processo, gli Stati Uniti hanno bombardato circa
25 paesi, causato la morte di svariati milioni di persone e condannato
molti altri milioni di persone a una vita di miseria e di disperazione.
Se io fossi il Presidente, potrei fermare gli attacchi terroristici contro
gli Stati Uniti in pochi giorni. Per sempre. Prima di tutto chiederei scusa
- in pubblico e sinceramente - a tutte quelle vedove e a quegli orfani, ai
torturati e ai depauperati, e a tutti gli altri milioni di vittime
dell'imperialismo americano. Poi annuncerei che gli interventi globali
americani sono finiti e informerei Israele che non e' piu' il
cinquantunesimo stato dell'unione ma - per quanto possa sembrare strano -
un paese straniero. Ridurrei inoltre le spese militari di almeno il 90% e
userei quei risparmi come risarcimento per le nostre vittime e per ripagare
i danni dei nostri bombardamenti. Ci sarebbero soldi a sufficienza. Sapete
a quanto ammonta la spesa militare annuale? Un anno equivale a piu' di
20.000 dollari l'ora per ogni ora trascorsa dal giorno che nacque Gesu'
Cristo.
Questo e' cio' che farei nei miei primi tre giorni di governo alla Casa
Bianca, il quarto giorno sarei assassinato.
A pagina due di "The american empire for dummies" metterei in un riquadro
evidenziato di rosso acceso:
A seguito dei loro bombardamenti in Iraq, gli Stati Uniti hanno acquisito
basi militari in Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Quatar, Oman e negli
Emirati Arabi.
A seguito dei loro bombardamenti in Jugoslavia, gli Stati Uniti hanno
acquisito basi militari in Kosovo, Albania, Macedonia, Ungheria, Bosnia e
Croazia.
A seguito dei loro bombardamenti in Afghanistan, gli Stati Uniti stanno
acquisendo basi militari in Afghanistan, Pakistan, Kazakistan, Uzbekistan,
Tagikistan, Kyrgyzstan, Georgia e probabilmente ovunque in quella regione.
Non sono stati molto astuti, vero? Non e' che siano passati inosservati.
Gli uomini che mandano avanti l'Impero non s'imbarazzano facilmente, e
questo e' il modo in cui l'Impero cresce: una base in ogni angolo del
mondo, pronta per essere mobilitata a comando per ogni minaccia, sia essa
reale o fittizia. Cinquantasette anni dopo la fine della seconda guerra
mondiale, gli Stati Uniti hanno ancora grandi basi militari in Germania e
in Giappone; quarantanove anni dopo la fine della guerra di Corea, i
militari statunitensi sono ancora presenti nella Corea del Sud.
Una relazione del Pentagono di un paio di anni fa diceva:
Il nostro obiettivo primario e' prevenire la ricomparsa di un nuovo rivale,
sia nel territorio della vecchia Unione Sovietica che altrove... Dobbiamo
mantenere attivi i meccanismi di deterrenza nei confronti di eventuali
concorrenti che aspirino anche solo ad avere un ruolo maggiore sia a
livello locale che mondiale.
Il bombardamento, l'invasione e l'occupazione dell'Afghanistan sono serviti
a istituire un nuovo governo che sara' sufficientemente condiscendente agli
obiettivi internazionali di Washington, inclusa l'istallazione di basi
militari, di stazioni per l'intercettazione delle comunicazioni e, forse
piu' importante di tutto, il controllo su sicuri oleodotti e gasdotti che
attraversano l'Afghanistan e che partono dalla regione del mar Caspio, del
quale, sono certo, molti di voi avranno sentito parlare.
Per anni i baroni americani del petrolio hanno messo gli occhi sulle vaste
riserve di petrolio e di gas nell'area del mar Caspio, considerando ideale
una strada che attraversi l'Afghanistan e il Pakistan per arrivare
all'Oceano Indiano, e lasciando cosi' la Russia e l'Iran fuori dal
progetto. I petrolieri sono stati molto espliciti verso questo progetto
dandone, per esempio, schietta testimonianza davanti al Congresso.
Adesso hanno messo i loro occhi sulle ancor piu' grandi riserve petrolifere
dell'Iraq, e, se gli Stati Uniti rovesceranno il governo di Saddam e lo
sostituiranno con un governo fantoccio come hanno fatto in Afghanistan, le
compagnie petrolifere americane si istalleranno in Iraq e faranno un
festino mentre l'Impero americano aggiungera' ai suoi assoggettati un altro
paese e installera' qualche nuova base; oppure, come disse molti anni fa il
Generale William Looney, a capo delle forze anglo americane che volano
sopra l'Iraq e lo bombardano quasi tutti i giorni:
Se accendono i loro radar noi faremo saltare in aria i loro fottuti
missili. Lo sanno che possediamo il loro paese e il loro spazio aereo...
Siamo noi che dettiamo il loro modo di vivere e di parlare, e questo e'
cio' che al momento c'e' di grandioso parlando dell'America. E' una cosa
buona, specialmente visto che li' c'e' un sacco di petrolio di cui abbiamo
bisogno.
E' da un paio di mesi che assistiamo a uno spettacolo di varieta',
spacciatosi per un programma di dibattito, che discute se sia giusto o meno
attaccare una nazione sovrana che non ci ha attaccati, che non ha
minacciato di attaccarci, e che sa benissimo che, per loro, attaccarci
significherebbe un suicidio istantaneo di massa.
Questa discussione e' assurda non solo perche' l'Iraq non rappresenta una
minaccia di nessun tipo - a quest'ora lo dovrebbero sapere anche i marziani
- ma anche perche' la nostra mafia imperiale lo sa benissimo.
Ci hanno raccontato un sacco di storielle sul perche' l'Iraq rappresenti un
pericolo, una minaccia imminente, una minaccia nucleare, una minaccia
sempre piu' pericolosa ogni giorno che passa, ci hanno detto che l'Iraq e'
uno stato terrorista, che ha legami con al Qaeda, ma queste sono sempre
risultate storie senza fondamento. Ci hanno detto e ripetuto a lungo che
l'Iraq doveva concedere il rientro degli ispettori agli armamenti e poi,
quando l'Iraq ha acconsentito, hanno detto, "no, no, non e' abbastanza".
Fra quanto incolperanno l'Iraq dell'attentato a Bali?
Tutto cio' ha un senso? Perche' scatenare una guerra in assenza di un
conflitto? Io dico che tutto cio' ha senso solo se capiamo che la causa non
e' da ricercarsi in Saddam Hussein e nella sua crudelta', nelle sue armi o
nel suo terrorismo. La causa effettiva e' che l'Impero ha ancora fame, si
vuole sfamare con l'Iraq e con il suo petrolio, e ha bisogno di addurre
delle scuse per soddisfare i creduloni. Dopo di che, si mangeranno anche
l'Iran.
Nel caso non ve ne foste accorti, l'Impero non si accontenta solo della
Terra, l'Impero si e' ufficialmente esteso allo spazio aperto; il
Pentagono, infatti, non solo lo ammette con orgoglio ma ha pure trovato un
bel nome per questa tendenza, la chiama "dominazione a pieno raggio", hanno
progettato per anni di combattere delle guerre spaziali, siano esse
provenienti dallo spazio o disputate nello spazio stesso, e questa e' una
citazione.
Se vi steste chiedendo "perche' no" riguardo al caso dell'Iraq, io credo -
come molti hanno detto - che le prossime elezioni saranno fondamentali. Si
decidera' quale partito controllera' il Congresso, e non c'e' niente di
meglio che parlare di guerra e di come difendere l'America per persuadere
gli elettori e far loro dimenticare allo stesso tempo problemi come
l'economia e l'assistenza sanitaria.
Oltre a tutte le assurdita' e alle bugie che ci hanno propinato, cio' che
in questo periodo mi ha colpito e inquietato di piu', e' stata la totale
assenza, nei media, di discorsi riguardanti gli aspetti pratici di una
guerra come, per esempio, il fatto che gli attacchi Usa all'Iraq colpiranno
anche persone, distruggeranno case, scuole, ospedali, lavori e futuro.
Il dibattito si e' focalizzato interamente sull'ipotesi di attaccare o meno
il diabolico Saddam con le sue supposte, terribili armi. Tutta la
sofferenza umana che una guerra reca non e' degna di nota. Non e' strano?
Ci sono altri fatti assenti dalle discussioni; per esempio, per un lungo
periodo negli anni '90 gli ispettori ONU hanno trovato e distrutto grandi
quantitativi di armi chimiche, biologiche e nucleari in Iraq.
Sono sicuro che la maggior parte degli americani e' convinta che Saddam
abbia, di fatto, nascosto tutte le sue armi e che riuscira' a scamparla di
nuovo nel caso in cui le ispezioni riprendessero.
Ma questo non e' cio' che e' accaduto: Scott Ritter, capo degli ispettori
agli armamenti dell'ONU in Iraq, ha recentemente detto:
Dal 1998 l'Iraq e' stato fondamentalmente disarmato; il 90-95% delle armi
di distruzione di massa irachene sono state eliminate in modo verificabile.
Questo include anche tutte le industrie usate per produrre le armi
chimiche, biologiche e nucleari, i missili a lunga gittata,
l'equipaggiamento connesso, e la maggioranza dei prodotti fabbricati da
queste industrie.
Il direttore generale dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica,
Mohamed El Baradei, ha scritto che la sua agenzia:
ha smantellato vasti impianti connessi alla fabbricazione di armi nucleari.
Abbiamo neutralizzato il programma nucleare iracheno, confiscato i
materiali utilizzabili per la fabbricazione di armi, distrutto, rimosso o
reso innocue tutte le fabbriche e l'equipaggiamento rilevante nella
produzione di armi nucleari.
Ogni grande campagna bellica americana ha portato con se' le proprie bugie,
ma nessuna e' stata cosi' grande come la penultima. Ve lo devo ricordare.
Ci hanno detto che i bombardamenti della NATO e dell'ONU in Jugoslavia nel
1999 sono stati fatti per salvare i kosovari dalla pulizia etnica
perseguita dai serbi; e, siccome la pulizia etnica e' finalmente finita,
questo vuol dire che hanno funzionato. Giusto? Prima c'era la pulizia
etnica, poi ci sono stati i bombardamenti, e in seguito la fine della
pulizia etnica. Cosa ci puo' essere di piu' semplice? Sono sicuro che circa
il 90% degli americani credano a questa concatenazione di eventi, e credo
che anche molti di voi lo pensino.
Purtroppo, era tutta una bugia, i bombardamenti non hanno posto fine alla
pulizia etnica, bensi' l'hanno causata. Le sistematiche deportazioni
forzate di un gran numero di kosovari - cio' che noi chiamiamo pulizia
etnica - non sono cominciate se non due giorni dopo l'inizio dei
bombardamenti, e furono chiaramente una reazione delle forze serbe di
fronte alla rabbia e ai sentimenti di impotenza causati da tali
bombardamenti a tappeto. Tutto cio' si puo' verificare facilmente leggendo
i quotidiani di un paio di giorni prima dell'inizio dei bombardamenti, la
notte tra il 23 e il 24 marzo, e i quotidiani dei giorni successivi, o
semplicemente guardando la prima pagina del New York Times del 26 marzo che
riporta:
Dopo l'inizio dei bombardamenti della NATO, una paura crescente che i
serbi, per rappresaglia, decidessero di conseguenza di sfogare la loro
rabbia contro i civili facenti parte dell'etnia albanese, si e' impadronita
di Pristina [la citta' principale del Kosovo].
Il giorno dopo, il 27 marzo, troviamo il primo riferimento a una "marcia
forzata" o a qualcosa del genere.
Com'e' possibile che una bugia tanto grossa possa essere stata raccontata
agli americani e che loro se la siano bevuta senza strozzarsi? Uno dei
motivi e' certamente che i media non rilevano esplicitamente le menzogne
ufficiali, nel migliore dei casi, bisogna leggere tra le righe.
C'e' una storia che risale alla Guerra Fredda di un gruppo di scrittori
russi che girano per gli Stati Uniti. Essi rimangono stupiti nello
scoprire, dopo aver letto i giornali e guardato la televisione, che quasi
tutte le opinioni sui fatti salienti fossero le stesse. "Nel nostro paese",
disse uno di loro, "per avere quel risultato, bisogna instaurare una
dittatura, noi imprigioniamo la gente e la torturiamo, voi non fate nulla
di tutto cio', e allora come ci riuscite? Qual e' il vostro segreto?"
C'e' qualcuno di voi in grado di additare un solo quotidiano americano che
tre anni fa si sia opposto, inequivocabilmente, ai bombardamenti della NATO
e degli Usa in Jugoslavia?
C'e' qualcuno di voi in grado di additare un quotidiano americano che
undici anni fa si sia opposto, inequivocabilmente, ai bombardamenti
americani in Iraq?
C'e' qualcuno di voi in grado di additare un quotidiano americano che si
sia opposto, inequivocabilmente, ai bombardamenti americani in Afghanistan?
Non vi sembra eccezionale? In una presunta societa' libera, con una
presunta stampa libera che conta circa 1.500 quotidiani, le probabilita'
che questo succeda sono quasi nulle, ma questa invece e' la realta'.
Suppongo che adesso qualcuno di voi vorrebbe che gli dicessi come porre
fine a tutte queste cose terribili e assurde di cui vi ho parlato. Beh,
buona fortuna a tutti voi.
Posso dire che, personalmente, parto dal presupposto che, se un
quantitativo sufficiente di persone arriva a capire quello che il loro
governo sta facendo e il male che sta compiendo, a un certo punto il numero
di queste persone potra' raggiungere la massa critica perche' si attuino
dei cambiamenti. Puo' darsi, pero', che ci voglia ancora molto tempo
perche' cio' accada, spero comunque di vivere abbastanza per vederlo.
Sono sicuro che se tutti gli americani potessero vedere da vicino le
vittime delle bombe lanciate dal loro governo, vedere i frammenti dei
corpi, sentire l'odore della carne che brucia, vedere le case, le vite e le
comunita' devastate, allora chiederebbero cosi' prepotentemente la fine di
questi orrori, che anche i pazzi mafiosi dell'Impero non potrebbero
ignorarli. Ma come far vedere le vittime agli americani? Molti dei presenti
non hanno bisogno di vedere scene orribili per opporsi alla politica dei
pazzi, ma la maggior parte degli americani si'. Se potessimo far capire
perche' proviamo tutta questa empatia per le vittime, tutta questa
capacita' immaginativa, allora avremmo un buon strumento organizzativo.
Gandhi una volta disse: "quasi tutto cio' che farai sara' insignificante,
ma dovrai comunque farlo". Il motivo per cui io devo fare cio' che faccio
e' insito in un'altra massima citata da molti capi religiosi: "non facciamo
queste cose per cambiare il mondo, ma affinché il mondo non ci cambi".
Sam Smith, un giornalista di Washington, che qualcuno di voi conoscera',
nel suo nuovo libro fa notare che: "Quelli che pensano che la storia ci
abbia lasciato indifesi, dovrebbero ricordarsi degli abolizionisti degli
anni attorno il 1830, delle femministe del 1870, dei sindacalisti operai
del 1890 e degli scrittori gay e delle scrittrici lesbiche degli anni
intorno al 1910. Loro, come noi, non hanno scelto quando nascere ma, come
noi, hanno scelto cosa fare delle loro vite".
Poi ci chiede: sapendo quello che sappiamo su come si sono evoluti certi
fatti, ma sapendo anche quanto tempo hanno impiegato per evolversi, saremmo
stati abolizionisti negli anni '30, femministe negli anni '70 e cosi' via?
Non sappiamo che sorprese ci riservi la storia quando le diamo una spinta,
ne', viceversa, quando e' la storia stessa a darcela. Negli anni '60
lavoravo per il Dipartimento di Stato ed ero deciso a diventare
diplomatico. Non avrei immaginato che sarei presto diventato un delirante
ed esaltato comunista-sinistroide-nemico-sovversivo di tutto cio' che ci
sia di decente e di benedetto, perche' una cosa di nome Vietnam stava per
accadere. Ci rimane, comunque, speranza per il futuro.
Fatemi concludere con due delle massime politiche che uscirono dopo lo
scandalo del Watergate degli anni '70.
La Prima Legge Watergate dei Politici Americani dice: "Non importa quanto
tu sia paranoico, quello che il governo sta attualmente facendo e' peggio
di cio' che credi".
La Seconda Legge Watergate dice: "Non credere in nulla finche' non viene
ufficialmente smentito".
Entrambe le leggi sono ancora valide.
William Blum ha lasciato il Dipartimento di Stato nel 1967, rinunciando a
divenire funzionario del Ministero degli Esteri, a causa della sua
personale avversione alla guerra in Vietnam. Nel 1969, ha scritto e
pubblicato un libro denuncia sulla CIA rivelando i nomi e gli indirizzi di
oltre 200 dipendenti dell'agenzia. Blum e' stato giornalista freelance
negli Stati Uniti, in Europa e in Sud America. Nel 1999, ha ricevuto il
premio da Project Censored per "il giornalismo esemplare" per un articolo
che raccontava come, negli anni '80, gli Stati Uniti avevano fornito
materiali all'Iraq per lo sviluppo di armi chimiche e batteriologiche. In
Italia ha pubblicato "Il libro nero degli Stati Uniti", trad. di G. Bizzi,
M.F. Marino, R. Masini, C. Vatteroni, I. Zini, Fazi Editore, Roma, 2003 e
"Con la scusa della libertà - Si può parlare di impero americano?", trad.
Sergio Notari, Marco Tropea Editore, Milano, 2002.
Fonte: TUTTO QUELLO CHE SAI E' FALSO 2
Secondo manuale dei segreti e delle bugie
a cura di Russ Kick, pag. 488, 23 euro, Nuovi Mondi Media
NOVITA' SU NUOVIMONDIMEDIA.IT
(articoli di Noam Chomsky, Naomi Klein , Michel Chossoudovsky, John Pilger,
Robert Fisk, George Monbiot, ... )
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=820>Il
sorriso dell'Impero
di Noam Chomsky
Chomsky ricorda la lunga storia degli interventi americani ad Haiti. Una
maschera di "altruismo" e di "difesa della democrazia" che nasconde
interessi crudeli.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=819>Perchè
gli americani sostengono la guerra
di James Carrol
La politica di guerra di George Bush - "guerra preventiva", unilateralismo,
disprezzo per Ginevra - rompe con la tradizione, ma non c'è nulla di nuovo
nel rifiuto della popolazione americana di far fronte a ciò che sta
avvenendo in nostro nome. Questa è una triste, vecchia storia. Ci lascia
incapaci di affrontare una guerra inutile e illegale. La guerra di Bush in
Iraq, infatti, è solo l'ultimo anello di una catena di atti irresponsabili
di un governo belligerante.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=816&mode=thread&order=0&thold=0>Vivere
nell'età dell'entropia
di George Monbiot
Se è vero che l'età della crescita è finita, ed è cominciata l'età
dell'entropia, e se vogliamo conservare intatta la speranza di una qualità
della vita decente senza distruggere quella di altri, allora le nostre
infrastrutture, i nostri insediamenti, le nostre industrie e le nostre vite
devono essere completamente ricostruite. La cosa più razionale da fare è
cercare noi stessi la soluzione : sviluppare dei sistemi economici che non
dipendano dai combustibili fossili.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=815&mode=thread&order=0&thold=0>Spie
di Juan Gelman
"Una lobby è come un fiore notturno. Fiorisce nell'oscurità e muore al
sole". Israele si è convertito, negli ultimi 20 anni, in un paese
esportatore di armamenti e possiede la tecnologia più avanzata del mondo. E
non solo perchè, spesso grazie ai suoi simpatizzanti neoconservatori del
governo, compra dagli Stati Uniti armamenti molto sofisticati...
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=814&mode=thread&order=0&thold=0>India:
come milioni di persone sono state ingannate dalle promesse dei potenti
di John Pilger
Per la maggior parte degli indiani, il "nuovo mercato" assume un
significato differente da quello conosciuto nel mondo
"globalizzato"."L'India è per molti versi un paese violento, il fatto che
abbiamo la democrazia oggi è in gran parte dovuto alla non-violenza del
movimento per la libertà", mi disse Rajmohan Gandhi, il nipote del Mahatma.
La democrazia forse, ma la libertà ancora aspetta.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=812&mode=thread&order=0&thold=0>Chi
ha rapito Simona Torretta?
di Naomi Klein
E' stato un rapimento ad opera della resistenza o un'operazione segreta
della polizia? O qualcosa di peggio: un ritorno dei metodi del Mukhabarat,
il servizio segreto di Saddam che eliminava gli oppositori del regime, dei
quali non si è più saputo nulla? Chi può aver condotto un'azione tanto
coordinata, e a chi può giovare un attacco contro questa Ong da sempre
schierata contro la guerra?
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=811>Avvelenata
da Putin
di Anna Politkovskaya
L'orrore di Beslan è stato reso anche più terribile dall'intimidazione dei
servili media russi.È il mattino del 1 settembre. Difficile credere alle
notizie che arrivano dall'Ossezia: una scuola è stata presa a Beslan. Nel
giro di mezzora ho fatto i bagagli e mi spremo le meningi per trovare il
modo d'arrivare nel Caucaso.Ho un altro pensiero: come trovare il leader
dei separatisti ceceni Aslan Maskhadov, come farlo uscire dal suo
nascondiglio, portarlo dai sequestratori in modo che ordini loro di
liberare i bambini.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=810>John
Negroponte darà presto vita agli squadroni della morte iracheni
Intervista a Michel Chossoudovsky
Economista e critico dell'attuale processo di globalizzazione, Michel
Chossoudovsky viene definito da alcuni il Chomsky canadese. Paragone mette
in luce la ricchezza di pensiero dello studioso, così realistico rispetto
all'attualità irachena e altrettanto pessimista relativamente al futuro del
paese occupato che si trasformerà in un campo di battaglia con squadroni
della morte e diverrà probabilmente lo scenario dell' "inaugurazione" di
una nuova arma nucleare.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=793&mode=thread&order=0&thold=0>L'esercito
israeliano usa armi all'uranio impoverito contro i palestinesi?
di John Catalinotto e Sara Flounders
Gli armamenti Usa costituiscono la parte più importante dell'arsenale di
Israele e quest'ultimo è il contenitore numero uno delle armi del suo
alleato americano. Israele ha un programma di armamenti nucleari più
sviluppato di qualsiasi altra nazione e si è fatto sempre più strada il
sospetto che le Forze israeliane li stiano utlizzando contro i palestinesi.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=808>Non
dobbiamo permettere che 19 terroristi cambino il mondo
di Robert Fisk
Tre anni fa, il tema predominate era Osama bin Laden e al Qaeda; poi, dopo
lo scandalo Enron, si iniziò a parlare di Saddam Hussein, delle sue armi di
distruzione di massa pronte in 45 minuti, degli abusi ai diritti umani
commessi in Iraq. E tutto il resto della storia. Ora, alla fine, gli
americani ammettono che vaste zone dell'Iraq sono fuori dal controllo del
governo. Così, adesso, devono andare a "liberarli" un'altra volta.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=807>Rudy
Giuliani: futuro padrino?
di Ted Córdova-Claure
New York, per la sua complessità etnica e la sua varietà culturale, è
sempre stata una città mafiosa, come ha suggerito con maestria Martin
Scorsese nel suo film Gangs Of New York, ma mai si è arrivati al livello di
un personaggio, sinistro e ambiziosio, come Giuliani che,ora, ha anche
ambizioni presidenziali per il 2008. Di fatto, Giuliani si è sforzato per
ratificare concretamente la sua tendenza razzista, non solo per quanto
riguarda la polizia ma anche per questioni come l'educazione e altri
servizi pubblici.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=806>La
Likudizzazione del mondo: la vera eredità dell'11 settembre
di Naomi Klein
Dopo l'11 settembre è stata introdotta una nuova era geopolitica, definita
dalla dottrina Bush: guerre preventive, attacchi alle infrastrutture
terroristiche (leggi: a interi paesi), l'insistenza che ciò che ogni nemico
capisce è la forza. Di fatto, sarebbe meglio chiamare questa rigida visione
del mondo "la dottrina Likud". Quest'ultima, previamente utilizzata contro
i palestinesi, è stata messa in pratica dalla nazione più potente sulla
terra e applicata su scala globale. Si può chiamarla la Likudizzazione del
mondo, la vera eredità dell'11 settembre.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=805>Origini
delle guerre americane contro il terrore. E dei loro protagonisti
La lotta americana al terrore ha una storia lunga e tortuosa. Che va dalla
prima guerra contro il terrore dichiarata da Reagan in Centroamerica fino
ad arrivare alle invasioni dell'Afghanistan e dell'Iraq. Un'analisi
compiuta attraverso le figure e l'operato di John Negroponte e di Zbigniew
Brzezinski, rispettivamente ambasciatore Usa in Iraq nominato da Bush e
consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Jimmy Carter.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=803>Abu
Ghraib, non è finita
di Lisa Ashkenaz
Le ultime notizie raccolte per un processo contro due imprenditori privati
americani proverebbero che lo scandalo ad Abu Ghraib era lontano
dall'essere una serie isolata di incidenti perpetrati da pochi elementi
turbolenti, "mele marce" che agivano nottetempo durante il Ramadan.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=801>Appello
al Segretario generale e ai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri
delle Nazioni Unite
Noi cittadini ceceni, russi e di tutto il mondo rivolgiamo un appello
fiducioso alle Nazioni Unite ed agli Stati che hanno a cuore i destini
della vita e della civiltà umana, in quel piccolo angolo d'Europa,
cancellato dalla coscienza dell'Occidente e dei paesi liberi, consegnato da
10 anni alle truppe di occupazione del Cremlino.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=799>Decifrare
le notizie
di Thierry Meyssan
Thierry Meyssan fa un'analisi rigorosa del rapimento dei giornalisti
francesi e dimostra come l'"Esercito islamico iracheno", così come loro
stessi si fanno chiamare, non sia né islamico, né iracheno. Sconosciuto
alle organizzazioni dell'opposizione, questo esercito ha stabilito
contatti, per le rivendicazioni, solo con il governo di Iyad Allawi,
risaputamene a servizio degli interessi della Coalizione
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=798>Subappaltare
la caccia a bin Laden
di Hasain Haqqani
Nonostante in passato il Pakistan abbia sostenuto il regime talebano in
Afghanistan, l'amministrazione Bush,continua a fare affidamento sui servizi
d' intelligence e militari del Pakistan affinchè scovino bin Laden. La
puntualità con cui il Pakistan sostiene la "lotta al terrorismo" e la
grande risonanza data alla cattura di presunte cellule di al Qaeda nei
momenti più importanti della vita politica americana, suscitano,
quantomeno, alcuni dubbi...
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=797>Bush
vs Kerry: una falsa disputa
di John Pilger
La Camera dei Deputati degli Stati Uniti ha approvato una delibera con la
quale si autorizza, a tutti gli effetti, un attacco preventivo in Iran. Per
nulla scoraggiati dal crescente disastro in Iraq, i repubblicani e i
democratici si sono accordati per ribadire il ruolo del potere americano.
Ma il vero argomento di discussione non è Bush e nemmeno Kerry, bensì la
nascita dello "stato di sicurezza nazionale" sul modello americano,
l'asservimento delle economie nazionali a un sistema che divide l'umanità,
i modi per sovvertire il linguaggio politico e infine, forse, come
ritrovare l'amor proprio.
<http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=779&mode=thread&order=0&thold=0>Le
cifre dello scandalo
di David W. Orr
L'originale promessa della scienza era di utilizzare il potere della
ragione e della conoscenza per il miglioramento della condizione umana e
per il progresso. Quella nobile visione è stata ridotta per adattarsi a
fini ignobili e, peggio, è stata corrotta a scopi che compromettono la
dignità e il futuro umani.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=796>Addio,
mondo mite
di Juan Gelman
Ci sono record mondiali che il Libro dei Guiness dei primati non registra.
Trascura, per esempio, la spesa militare degli Stati Uniti o il fatto che
il pianeta ospita - o meglio, patisce - 6000 milioni di abitanti, di cui
2800 hanno un'entrata inferiore ai due dollari al giorno.
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=794>Come
i media hanno smesso di preoccuparsi e hanno imparato ad amare Rumsfeld
di Norman Solomon
Il mastino della guerra è di nuovo in forma, sta cercando di accattivarsi
il favore dei giornalisti ringhiando dagli schermi televisivi. Thomas
Friedman ha detto: "Prima ero un critico contestatore di Rumsfeld, ma c'è
una cosaŠ che apprezzo in lui:è solo un po' pazzo ok? C'è una vena di
follia in lui e in questo tipo di guerra in cui contano sempre di farci
impazzire, sono contento di avere sulla nostra panchina un quarterback così
- che è un po' folle, non completamente, ma non si sa mai quello che
farà..."
da ottobre in libreria
SENZA PACE
Un secolo di conflitti in Medio Oriente
<http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=818>leggi
l'anteprima
"Un libro di prim'ordine, ottimamente scritto" - The Nation
"L'impareggiabile analisi di Hirst gli è valsa anatemi, espulsioni ma anche
rispetto in ogni paese della regione" - The Guardian
"Una brillante mente analitica" - Robert Fisk
"David Hirst, da sempre partecipe della tragedia palestinese, è un
giornalista di primissimo livello che ha dedicato la propria esistenza a
raccontare il mondo arabo vivendolo dall'interno" - Edward Said
L'autore, descritto dal New Statesman come uno dei "più grandi
corrispondenti di lingua inglese dei nostri tempi", bandito da 6 paesi
arabi, rapito due volte, è il cronista perfetto di questo terribile e
apparentemente irrisolvibile conflitto.
Tra i tanti temi sottoposti a profonda analisi: il processo di Pace di
Oslo, l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza, l'effetto degli
insediamenti ebraici nei territori, la seconda Intifada e gli attacchi
sucidi, il crescente peso della lobby pro Israele negli Stati Uniti,
l'aumento del dissenso interno a Israele e tra la popolazione
israelo-americana, la partita tra Sharon e Arafat e lo spettro della
catastrofe nucleare che minaccia l'intera regione.
"Senza Pace" sgretola i miti più radicati sul conflitto israelo-palestinese.
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