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Pacifisti a Taranto: quale rapporto con la Marina Militare?
- Subject: Pacifisti a Taranto: quale rapporto con la Marina Militare?
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Sun, 19 Sep 2004 23:06:37 +0200
Intervista di Monia Calia
ALESSANDRO MARESCOTTI È ATTUALMENTE IL RESPONSABILE DELL'ASSOCIAZIONE
"PEACELINK".
INIZIAMO A CHIEDERGLI QUALI SONO LE ATTIVITÀ, I PROGETTI ATTUALI E FUTURI .
PeaceLink è un'associazione nazionale e in questo momento siamo concentrati
a sperimentare il nuovo sito con software di gestione del sito. E' un
software del tipo "redazione collettiva". In altri termini su
www.peacelink.it ora tante persone possono pubblicare articoli sul web e la
frequenza di pubblicazione delle news ora è quella di una vera e propria
"agenzia stampa". Il software di gestione è denominato Phpeace ed è stato
realizzato da un nostro programmatore. Per Taranto stiamo curando il sito
della circoscrizione Italia Montegranaro, all'indirizzo
www.italiamontegranaro.it, e poi siamo attivi nel progetto
www.tarantosociale.org che è un sito condiviso da più associazioni e gruppi
di lavoro. Ma la cosa che vorrei segnalare è soprattutto l'incontro sul
"rischio nucleare" che si è tenuto mercoledì 26 maggio a Palazzo
Latagliata. Vi è stata l'audizione di fronte alla Commissione ambiente ed
ecologia del Comune di Taranto a cui hanno partecipato le associazioni
PeaceLink, Legambiente e Wwf. Noi di PeaceLink abbiamo presentato un
dossier aggiornato dal titolo: "Taranto e il rischio nucleare: dossier per
i consiglieri comunali". Ci preoccupa, nell'ambito di questo discorso, la
nuova base Nato a Chiapparo ed il trasferimento da Gaeta a Taranto del
comando Usa della VI° Flotta.
ECCO, PROPRIO A PROPOSITO DEL TRASFERIMENTO DA GAETA A TARANTO DEL COMANDO
USA DELLA VI FLOTTA, VORREBBE APPROFONDIRCI IL PUNTO IN QUESTIONE?
Il comando della VI Flotta Usa è a Gaeta. Il sindaco di Gaeta ha avuto
assicurazioni che gli americani andranno via da lì nel 2005. Dove andranno?
Taranto è l'unica base abilitata (e certificata come HQ HRF NATO)ad
accogliere il comando della VI Flotta nella direzione Sud-Est, ossia nella
direzione verso cui il Pentagono vuole spostarsi per avvicinarsi ai nuovi
scenari di guerra. Il governo italiano non ha voluto rivelare dove andrà la
VI Flotta, preferendo che l'annuncio sia fatto dal comando Usa, che però
non parla. Il New York Times ha rivelato che il comando navale Usa in
Europa intende spostarsi da Londra a Napoli. Sono tutte dinamiche che fanno
convergere sul Sud Italia il baricentro strategico del potere navale
americano in Europa. Facciamo un esempio concreto dell'interesse del
Pentagono per Taranto? A Taranto da alcuni mesi sorge un'antenna molto alta
nell'isola di San Pietro, la più grande delle due isole Cheradi. Ha scritto
a questo proposito Carlo Mercuri sul Messaggero del 7 giugno 2004: "Sulle
isole Cheradi, proprio di fronte a Taranto, esiste già un'antenna di 120
metri che collega la base navale italiana con la centrale Usa di San Diego
in California". Il giornalista Pietro Romano su "Il Mondo" del 13 febbraio
2004 ha annotato che la nuova base navale di Taranto "potrebbe includere
anche il centro di ascolto, ora a San Vito dei Normanni, che rientra nella
rete Echelon". Ricordiamo che Echelon è il centro d'ascolto segreto che
intercetta e-mail,fax, telefonate e tutti i dati di comunicazione. Era
stata PeaceLink - consultando una pagina Internet del sito Internet del
Pentagono relativa ai contratti e agli appalti - a rivelare quattro anni fa
(governo di centrosinistra) il progetto di collegamento fra la centrale Usa
di San Diego in California e Taranto per mezzo del sistema C4i.
Ennio Caretto il 27 novembre 2003 annotava sul Corriere della Sera circa la
nuova mappa mondiale militare Usa: "Al Pentagono si discute se creare nuovi
centri di comando regionali, tra cui uno italiano, per intelligence e corpi
speciali. L'amministrazione Bush mantiene il massimo riserbo sui dettagli
del piano". Ritengo che tutti questi elementi siano da considerare
attentamente e valuto negativamente il fatto che Taranto non sappia
ufficialmente dal governo quali piani la vedano coinvolta.
CHE OPINIONE SI SARÀ FATTA SULLA MARINA MILITARE A QUESTO PUNTO?
Non ho un'opinione favorevole o contraria alla Marina Militare a Taranto.
Dipende dai progetti che vengono attuati. Se sono progetti difensivi, nel
rispetto dell'articolo 11 della Costituzione, è un conto; se invece la base
di Taranto diventa supporto per azioni di guerra in violazione dello
spirito costituzionale allora le cose cambiano. In particolare Taranto non
deve diventare una città su cui incomba un pesante rischio nucleare. Le
navi e i sottomarini della Marina Militare non hanno propulsione o armi
nucleari. I mezzi americani invece sì.
SECONDO LEI LA MARINA MILITARE PER TARANTO QUINDI RAPPRESENTA
UN'OPPORTUNITÀ O UNA SCHIAVITÙ?
Per molti la Marina Militare può apparire un'opportunità. Ma dobbiamo
comprendere che più il Ministero della Difesa spenderà in armamenti e meno
soldi ci saranno per gli stipendi dei lavoratori dell'Arsenale. E' un fatto
matematico. Se inoltre i soldi per armamenti "offensivi" (come la nuova
portaerei) venissero usati invece per acquistare aerei anti-incendio e per
la valorizzazione delle aree verdi avremmo una ricaduta migliore in termini
di qualità della vita.Da uno studio americano è emerso che un posto di
lavoro nel settore militare costa quanto quattro posti di lavoro nel
settore civile dei servizi sociali. Per cui ritengo che la quota delle
spese militari debba diminuire senza intaccare i livelli occupazionali
dell'Arsenale e con l'obiettivo invece di tagliare le spese "per la guerra"
come gli investimenti in nuovi sistemi d'arma offensivi. Per il futuro di
Taranto non vedo grandi opportunità se continueremo a puntare sui settori
tradizionali, acciaio e militare. Occorre diversificare e puntare in
particolare sul verde, sul turismo sostenibile, sui servizi alla
persona,sulla cultura (il recupero della storia e delle tradizioni locali
ed esempio) e anche sull'innovazione tecnologica. Questo richiede un
impegno ben maggiore rispetto al passato ma è l'unica strada per non
dipendere da settori occupazionali che non possono a mio parere espandersi
ulteriormente.
LE SARÀ CAPITATO DI ASCOLTARE OPINIONI IN MERITO ALLA MARINA MILITARE
PROPRIO DA PARTE DI CHI LAVORA AL SUO INTERNO O FORSE DA CHI SPERA DA TANTO
TEMPO DI ENTRARCI E GARANTIRSI UNA OCCUPAZIONE SICURA O "POSTO FISSO" COME
SPESSO SI DICE?
Fra vari militari si stanno diffondendo opinioni che rispecchiano una certa
apertura mentale. Va superato lo stereotipo del militare con i paraocchi.
Ci sono le condizioni per un dialogo positivo. Ho avuto modo di scambiare
opinioni incoraggianti. Ritengo che chi entra in Marina per trovare un
lavoro possa condividere le opinioni di noi pacifisti che siamo contro ogni
avventura bellica offensiva. A mio parere è sbagliato pensare ad una
contrapposizione fra pacifisti e militari. Se ripercorriamo la storia
dell'Italia vediamo come i peggiori nemici dei militari sono stati i
governanti che li hanno mandati in guerra.
QUESTE OPINIONI , SECONDO LEI , POTREBBERO ESSERLE RISULTATE INTRISE DI
RASSEGNAZIONE ALLO STATO ATTUALE, VANA SPERANZA CHE MIGLIORI LA SITUAZIONE
PUR DI CONSERVARE LA DIGNITÀ DI UN POSTO LAVORATIVO O SI POTREBBE SUPPORRE
CHE , AL CONTRARIO, SIANO DETTATE DAL FORTE DESIDERIO CHE CAMBI QUALCOSA?
Certo, a Taranto serpeggia l'ombra della rassegnazione, sia all'Ilva sia
nella Marina Militare. Ma c'è una società civile che resiste alla
rassegnazione e al pessimismo. Credo che un cambiamento "per la pace" possa
e debba coinvolgere tutta la città, compreso i militari.
Le bandiere della pace non sono state una minaccia per nessuno ma una
garanzia per tutti. Un giorno un militare ne voleva una da me. Taranto non
deve diventare avamposto della guerra e i primi ad essere interessati ad un
ruolo di pace per la nostra città sono proprio i militari, assieme a noi
pacifisti.
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Fonte:
http://www.delfinierranti.org/tarantopost/articoliTP.asp?id=1517