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[comunicati_lilliput] Zanotelli: "I Vigili del Fuoco restino un corpo civile"
- Subject: [comunicati_lilliput] Zanotelli: "I Vigili del Fuoco restino un corpo civile"
- From: Rete Lilliput Comunica <ufficiostampa at retelilliput.org>
- Date: Thu, 22 Jul 2004 17:56:33 +0200
Comunicato Stampa Rete Lilliput/Campagna "Play fair at the Olympics"
Pietro Raitano - 02/47770858 - pietro at altreconomia.it
Zanotelli: "I Vigili del Fuoco restino un corpo civile. Stop alla riforma
che sarà approvata martedì dal Senato."
Appello di Rete Lilliput per fermare la militarizzazione dei pompieri.
"Città per città, al lavoro con i vigili e i parlamentari"
"Siamo con i Vigili del Fuoco! Per proteggerci dall'uragano estivo che sta
montando in Parlamento - la militarizzazione dei pompieri in dirittura
d'arrivo al Senato - invito tutti i cittadini, la società civile
organizzata, le reti di associazioni, le istituzioni democratiche, gli enti
locali a sospendere per un attimo le proprie vacanze e a mobilitarsi per
bloccare questa tragica riforma del Corpo dei Vigili del Fuoco". Con queste
parole Alex Zanotelli, animatore di Rete Lilliput, interviene nel dibattito
a proposito del disegno di legge sulla Riforma del rapporto di lavoro del
Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. "Invito allo stesso tempo i nodi
della Rete Lilliput, diffusi in tutto il paese, a solidarizzare con i
Vigili del Fuoco caserma per caserma, per contrastare una legge che nessuno
di loro ha voluto. Dobbiamo reagire, i cittadini si mobilitino chiedendo ai
loro parlamentari di riferimento, eletti con i loro voti, di non approvare
questa legge assurda che martedì prossimo rischia di essere approvata
definitivamente dal Senato"
La proposta di legge trasformerà il rapporto di lavoro dei Vigili del Fuoco
equiparandoli ad una sorta di nuova forza di polizia. Si prevede
l'assegnazione ai pompieri del nuovo compito di difesa civile, comprendendo
in sé la garanzia e la sicurezza delle istituzioni, la capacità di
sopravvivenza economica, produttiva e logistica del "sistema Paese" in
occasione di crisi interne o internazionali. In particolare si prevede la
gestione di crisi dovute ad armi di distruzione di massa di tipo nucleare,
batteriologico e chimico.
La Rete di Lilliput sostiene le proposte delle forze democratiche che
all'interno del Corpo dei Vigili del Fuoco si impegnano contro questa
tendenza alla militarizzazione dei pompieri per trasformarli in corpo di
difesa interno. Ribadendo il sostegno alle attività civili dei pompieri, la
Rete di Lilliput si associa al gruppo di studiosi e attivisti nonviolenti,
tra cui Antonino Drago, Alex Zanotelli e Alberto L'Abate (vedi su
<http://www.unimondo.org/>www.unimondo.org), che invitano a ripensare il
corpo dei Vigili del Fuoco come naturale sostegno di una seria Protezione
Civile che dovrebbe sviluppare l'autorganizzazione della società civile per
prevedere, prevenire e rimediare ai disastri naturali, ecologici,
industriali e potenzialmente anche militari. "Questa decisione sposta il
confine dalla difesa civile senza armi a quella con le armi" ha dichiarato
Gualtiero Via, referente del Gruppo sulla Nonviolenza della Rete di
Lilliput. In questi anni molte sono state le lotte contro questa tendenza
alla militarizzazione ed anzi le Rappresentanze Sindacali di Base del
Publico Impiego (RdB-Cub P.I.) dei Vigili del Fuoco hanno anche
controproposto un notevole progetto di legge AC 2868 Istituzione del Corpo
nazionale di Protezione Civile.
In questa politica della difesa, pensata come azione di guerra a garanzia
degli interessi strategici, rientra il varo della portaerei Cavour,
commissionata dal precedente governo di centro-sinistra di Prodi e appena
varata dal Ministro della difesa Martino. La portaerei Cavour costa al
contribuente come 1/7 della manovra correttiva, che porterà tagli a
ministeri, enti locali, Sud ed imprese. Al costo iniziale della portaerei
Cavour, 900 milioni di euro vanno a sommarsi i costi delle armi e delle
strumentazioni a bordo che fanno raggiungere la cifra di 1390 milioni di
euro, quasi 2.700 miliardi delle vecchie lire. Ma è giusto ricordare al
Ministro Martino che nella finanziaria per l'anno 2004 l'aumento per le
spese militari era stato dell'1,5% rispetto all'anno precedente, pari a
19.670 milioni di euro a cui si sono aggiunte 1.200 milioni di euro per le
missioni militari italiane. Cifre da capogiro proprio nell'anno in cui
secondo il Sipri-l'Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca
sulla pace, il commercio legale di armi ha raggiunto i 956 miliardi di
dollari, aumentando dell'11% nel 2003. C'è da sottolineare che il governo
Berlusconi ha autorizzato l'export di sistemi bellici verso la Cina
nonostante la conferma dell'embargo da parte del Parlamento europeo e
quindi in violazione della legge 185/90 che regola il commercio delle armi.
Allo stesso tempo per Alex Zanotelli "è scandalosa la decisione del
Pentagono di trasferire da Londra a Napoli il quartier generale delle Forze
navali Usa in Europa: 20mila uomini delle tre armi." La Nato Response
Force, questa la forza presente a Napoli dal primo luglio, è destinata non
tanto alla difesa collettiva, prevista dall'articolo 5 del Trattato
nord-atlantico, quanto alle «operazioni di gestione delle crisi non
previste dall'articolo 5, al di fuori del territorio dell'Alleanza», che
rientrano nel «nuovo concetto strategico» ufficializzato dal vertice Nato
dell'aprile 1999. Per Zanotelli "niente a che fare con l'articolo 11 della
nostra Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali."
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