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dal web di Articolo 21 per la Memoria



dal web di Articolo 21 (www.articolo21.com), homepage del 20 e 21 luglio 2004

Quel G8, indimenticabile
di Daniela Binello

Sono trascorsi ormai quattro anni da quel G8 di Genova. Per noi di Articolo 21, e per tante altre persone che amano la propria e l'altrui liberta', rimarra' una pagina macchiata della storia italiana. Indimenticabile. Viene da chiedersi: cosa e' cambiato? Viene da rispondersi: a parte i Comitati e i singoli individui che prima si sono indignati, poi si sono tirati su le maniche e hanno ricercato, analizzato e riflettuto su ogni particolare, dando vita a un movimento di pressione sulle istituzioni affinche' si avviasse il processo contro i responsabili e gli esecutori di azioni gravissime e lesive del diritto e della liberta' di manifestare democraticamente, oggi c'e' poco.

Non ci sono speciali televisivi per sottolineare la portata di quell'evento, non ci sono approfondimenti che non abbiano trovato spazio solo sui "soliti" giornali, non ci sono iniziative che non siano quelle organizzate a Genova e che, per fortuna, rappresentano un sollievo per chi conserva, si' il peso della memoria, ma anche il privilegio di essere una donna o un uomo che non dimentica.
Anche se un processo si e' avviato, per le bastonate alla Diaz e a Bolzaneto, ma non quello per un ragazzo che si chiamava Carlo Giuliani e che resto' in terra, colpito a morte dai proiettili, chissa' perche' non ci si puo' sentire soddisfatti se in un paese, il nostro, che ha saputo sviluppare una coscienza civile di un certo spessore, forgiata com'e' su tante brutte pagine della nostra vita pubblica, si tende a perdere velocemente la memoria.


Riproponiamo una riflessione di Giuliano Giuliani da una nostra intervista.

Alle 17,27 del 20 luglio del 2001 si e' interrotta la vita di tuo figlio Carlo e da quel momento e' cominciato per te, oltre al dolore, l'assedio dei media. Come ci giudichi?

Giuliani - "Inizialmente Carlo era stato descritto come uno sbandato per dare in pasto all'opinione pubblica un ritratto denigratorio del "giovane contestatore". L'atteggiamento dei media, pero', e' mutato quando e' comparsa la famiglia. Una famiglia normale, su cui non c'era niente da dire di socialmente negativo. Allora, viene da chiedersi, i diritti di un ragazzo dipendono dal contesto famigliare, oltre che sociale? E se i genitori erano dei poco di buono, i diritti non c'erano piu'?".