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Sulle rive dell'Enza 5 giorni di palloni e melting pot



Da domani sarà sul sito di "Migra" e potete riprenderlo citando la fonte
(www.migranews.net) .Ciao da Daniele

Sulle rive dell'Enza 5 giorni di palloni e melting pot

di Daniele Barbieri

Qualche giorno fa il quotidiano scozzese "Daily Report" ha scritto che gli
Europei di calcio in Portogallo hanno grande importanza ma che il vero
evento sportivo di questi giorni è l'ottava edizione dei "Mondiali
antirazzisti" che si tengono dal 7 all'11 luglio a Montecchio, vicino
Reggio Emilia.

Nel raccontarlo Carlo Balestri (responsabile di "Progetto ultrà") si
stupisce non tanto per l'interesse che simili manifestazioni hanno fuori
d'Italia ma piuttosto con la ricorrente sordità del nostro mondo sportivo.

Eppure quest'anno gli organizzatori dei "Mondiali antirazzisti" qualche
risposta l'hanno avuta. E infatti la mattina del 5 luglio li presentano in
una sala ornata da una maglia del Chievo e da un gagliardetto del Brescia
(con la firma di Roberto Baggio). "Oltre queste due squadre" racconta
Balestri "ci ha risposto solo il Pescara, per il resto silenzio". Curioso:
considerando che iniziative simili sono ormai consolidate in molti Paesi
europei e che per i prossimi Mondiali in calcio in Germania già si pensa a
organizzare iniziative parallele con ultras, immigrati, associazionismo per
ricordare che è buona cosa dare calci un pallone ma ottima prendere a
calcioni al razzismo.

Storici e ultras: la coppia che non scoppia (titolino)

A organizzare i Mondiali Antirazzisti è una strana - almeno in apparenza -
coppia: il "Progetto Ultrà", promosso dall'Uisp
(http://www.progettoultra.it) e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, che
da tempo è impegnato nel contrastare i comportamenti intolleranti e
xenofobi, presenti dentro e fuori gli stadi di calcio, con il dialogo e con
iniziative sociali rivolte ai tifosi; e l'Istoreco
(http://www.istoreco.re.it) cioè l'Istituto per la storia della Resistenza
e della società contemporanea che ha sede a Reggio Emilia. Collabora
attivamente la rete Fare (Football Against Racism in Europe). La
manifestazione ha il sostegno della Regione Emilia-Romagna, della Provincia
di Reggio Emilia, del Comune di Montecchio, con contributi anche dalle
reggiane Cgil, Coopsette, Unieco.

Per la cronaca l'anno scorso questi furono alcuni dei vincitori: la "Coppa
fairplay" andò (in base alle segnalazioni degli avversari) all'Antifa
Aktion Berlino dove "anti-fa" va intesa come abbreviazione; la Wiara Lecha,
arrivata in pullman dalla Polonia, prese la "coppa chilometri"; la "Coppa
ultrà" (il tifo più rumoroso) fu conquistata dalle Brigate neroazzurre
dell'Atalanta; a meritarsi la "Coppa fedelissimi" 4 squadre del Ford di
Sheffield (Inghilterra) sempre presenti a questi mondiali con squadre miste
di migranti somali, bengalesi e pakistani; la "Coppa amici" alle Brigate
gialloblu di Modena perché ogni sera organizzarono grigliate aperte a
tutti; la squadra di Bologna anti-razzista conquistò la "coppa per la
migliore squadra mista"; infine la "Coppa mondiali anti-razzisti" andò al
Roter Stern Leipzig per i molti incontri organizzati su questi temi. Nel
torneo il primo posto venne conquistato all'Associazione araba di
Novellara. Le coppe sono tutte uguali… tranne una, che è più grande e più
bella: la "Coppa invisibili" però non viene assegnata; essa è
simbolicamente dedicata alle squadre che non sono potute venire a causa
degli ostacoli opposti dalle ambasciate italiane (in Nigeria, Ghana,
Macedonia e Bosnia Erzegovina un anno fa) o a causa di gravi lutti che
hanno colpito le comunità (nel 2003 a Reggio e Treviso).

Montecchio non ha più paura (titolino interno)

"Nei primi due anni c'erano timori, poco dialogo. Comprensibile forse per
una cittadina di 9 mila abitanti non abituati a tanti forestieri e per di
più con l'etichetta di ultras. Poi il dialogo è partito e ora sono tutti
felici che a luglio la popolazione raddoppi": a raccontarlo è Azio Minardi,
assessore allo sport di Montecchio il cui bel parco ebbe già notorietà ai
tempi delle feste della rivista satirica Cuore. Entusiasti a Montecchio
anche i commercianti, categoria di solito un po' sospettosa verso i raduni
giovanili, i quali ammettono che alla loro felicità contribuisce
"l'incassare più a inizio luglio che in tutto il resto dell'anno" come
ricorda Silvana Cavalchi, presidente dell'Uisp Emilia Romagna. E infatti
l'anno scorso tutto andò benissimo e suonò dunque particolarmente fuori
luogo la protesta di tal Giuseppe Rossi, segretario del "Nuovo Psi" della
Val d'Enza, che tuonò soprattutto contro "i cori anti-berlusconiani dei
tedeschi a cui, con gioia, si sono uniti quella parte di italiani che non
perdono occasione di esternare urlando la loro incapacità di esprimere
concetti politici seri".

Per questa ottava edizione sono attese 168 squadre, in rappresentanza di 17
Paesi, e oltre 6000 partecipanti di almeno 40 nazionalità che per lo più
campeggiano qui nei tre spazi attrezzati con accesso gratuito, come
gratuito è l'utilizzo delle strutture sportive e l'ingresso ai concerti
serali. Funzionano ristoranti e bar con menù di cucina tradizionale,
vegetariana ed etnica, a prezzi molto contenuti. In bella evidenza anche
alcuni prodotti del commercio equo-solidale.

Le partite dovrebbero essere 483 ma ci sono anche concerti, dibattiti, una
"piazza anti-razzista" con mostre e proiezioni mentre la sera del 9 luglio
un corteo colorato di pupazzi e tamburi attraverserà Montecchio. Le squadre
sono maschili (92), femminili (4) e miste (72): a formarle gruppi di ultras
italiani ed europei (sicuri quelli di Milan, Atalanta, Genoa, Manchester
United, Schalke 04, Rapid Vienna), associazioni di migranti (annunciate
"rappresentative" di Senegal, Cile, Kosovo, tanto per fare qualche esempio)
organizzazioni anti-razziste, centri giovanili.

"Non è facile fare arrivare squadre da fuori Italia" spiega Matthias
Durchfeld dell'Istoreco "ma quest'anno, grazie anche alla solidarietà di
molti, riusciamo a portarne tre: una viene dalla Macedonia (l'anno scorso
fu impossibile), la seconda è una rappresentanza degli africani a Budapest,
la terza arriva dalla Palestina grazie all'impegno dell'associazione
milanese Jalla: sono ragazzi della striscia di Gaza che in un dibattito (il
9 luglio alle 18) ci racconteranno cosa significa fare sport in una società
sotto assedio".


"E' un torneo assolutamente non competitivo" evidenzia Carlo Balestri:
"nessun arbitro, solo segnatempo con squadre che si confrontano non si
scontrano".

Se i "pallonari" nostrani snobbano Montecchio all'estero non è così. E
anche quest'anno arrivano molti messaggi, fra gli altri quelli
dell'olandese Mario Melchiot, difensore del Chelsea, che dice: "E'
grandioso quando un gioco può essere usato per incoraggiare tutti a stare
insieme e mescolarsi".

Quest'anno fra gli ospiti c'è l'inglese Paul Elliot, ex difensore del
Celtic e Chelsea (ma anche del Bari e del Pisa) che probabilmente tirerà
due calci… e che la sera del 10 luglio parteciperà a un dibattito,
organizzato dalla rete Fare, su razzismo e anti-razzismo negli stadi nella
"Piazza" dove vengono esposte le testimonianze di ogni gruppo partecipante.
"Il calcio non è responsabile per i problemi della società ma deve
prendersi carico ugualmente dei suoi problemi perché il calcio è parte
della società" spiega Paul Elliot: "La cosa più importante è fare attività
contro il razzismo. Non avrei immaginato 10 o 15 anni fa che saremmo
arrivati a fare attività di tale qualità e importanza".

"E siccome l'anti-razzismo è pulito" puntualizzano gli organizzatori,
"quest'anno abbiamo previsto l'uso di molti materiali bio-degradabili e
comunque vogliamo coinvolgere tutti nella raccolta differenziata… Sperando
che ottenga almeno lo stesso successo della tenda di massaggi shiatzu per
quelli che hanno colpi o fatiche da assorbire".

Nell'ambito del "Progetto giovani", la Regione Emilia Romagna ha appoggiato
costantemente l'iniziativa, con finanziamenti previsti dalla legge 21 del
'96 e anche in forza dell'articolo 9 ("Misure contro la discriminazione")
della nuova legge regionale sull'immigrazione, la numero 5 del 2004. (*)

"E' una iniziativa che, nel corso del tempo, ha consolidato migliaia di
presenze da tutta l'Europa e una forte tensione sociale" ricorda Gianluca
Borghi che è assessore regionale alle Politiche sociali: "Calcio, musica e
tantissimi giovani uniti per sconfiggere il razzismo. La Regione, sin
dall'inizio, è stata parte della manifestazione che, grazie a Uisp e
Istoreco, diventa ogni anno più importante. Non solo per i partecipanti,
anche per le istituzioni, come un esempio utile per promuovere nuove forme
di inclusione e accoglienza. Qui si confrontano idee e pratiche di
socialità, dialogo, mediazione. Esperimenti e linguaggi importanti per dire
no al razzismo".

Oltre al torneo di calcio quest'anno arrivano un torneo di basket
organizzato da alcuni gruppi di ultras, un campionato di bocce e, per la
prima volta, attività per bambini. Ogni giorno, un gruppo di videomakers
effettuerà riprese e la sera, prima del concerto, monterà e manderà in onda
un breve "tg"; quei 5 clip ovviamente saranno la memoria dell'edizione 2004.

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