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Lettera aperta di un militare italiano
- Subject: Lettera aperta di un militare italiano
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Thu, 01 Jul 2004 18:19:15 +0100
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera
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noi, volontari delle forze armate, precari e senza diritti,ma sicuramente
non mercenerari.................................
In questo particolare momento storico sociale che coincide con l'ultima
concertazione prima della sospensione della Leva obbligatoria, si ha l'
impressione per l'ennesima volta che noi, personale non contrattualizzato
(V.F.B.), saremo tagliati fuori del predetto provvedimento e con la solita
promessa, da parte di qualcuno, di essere inseriti in altri provvedimenti a
breve, perché per noi non ci sono mai i fondi necessari (dello Stato
Maggiore Difesa) per contrattualizzarci.
Nessuno riesce a dar voce alla nostra categoria che da anni lotta contro un
precariato che non ci riconosce nemmeno i diritti dei lavoratori, e
costretti a svolgere quei compiti che il nostro Status ci assegna, in una
confusione normativa creatasi dall'entrata in vigore del D.lgs.196/95, che
istituiva tra l'altro le nuove figure professionali nel ruolo truppa quali
Volontari in Servizio Permanente (V.S.P.) e i Volontari in Ferma Breve
(V.F.B.), dalla legge 331/00 che sanciva la definitiva professionalizzazione
dello strumento militare e che ha come pilastro proprio la figura del
Volontario, e da numerose norme che di volta in volta si sono susseguite
generando solo discriminazioni.
A distanza di quasi dieci anni le Autorità Preposte non si sono mai
interessate ad un'attenta rivisitazione legislativa volta a sanare le
innumerevoli disparità di trattamento, a fronte di un simile impiego e delle
stesse responsabilità, che quotidianamente si vivono nei reparti delle Forze
Armate.
Si rammenta che attualmente noi V.F.B. non percepiamo:
La tredicesima mensilità;
Lo straordinario;
Le indennità di campagna e super campagna;
Il compenso forfettario d'impiego e il compenso forfettario di guardia
(indennità accessorie);
Un dignitoso trattamento di missione;
Dobbiamo riscattarsi, non solo ai fini della liquidazione, gli anni relativi
alla Ferma Breve (il tutto a nostre spese);
In altre parole stiamo lavorando in nero.
Inoltre soggetti passivi di una disposizione interna che ci obbliga a
recuperare il lavoro straordinario in ragione di 1/3 di quello
effettivamente svolto.(Si pensi che sono stati elargiti circa 100 euro lordi
mensili per compensare quei 2/3 non recuperati. Provvedimento che sancisce l
'ennesima volontà da parte degli Organi Competenti di non riconoscerci
nessun diritto in merito.
A questo vanno aggiunte le profonde umiliazioni che si subiscono quando, per
motivi personali, chiediamo un finanziamento o un mutuo per chi ha famiglia,
e ci sentiamo rispondere che non è possibile in quanto siamo sprovvisti pure
di una busta paga.
Tali deficienze si traducono in una mancanza di un rapporto d'impiego (anche
a tempo determinato) con l'amministrazione difesa, generando forti contrasti
con i diritti costituzionalmente garantiti (artt. 3; 35; 36.) e che
inevitabilmente si ripercuotono sul morale del personale, alimentando un
consistente stato di malessere dovuto anche alle esigue possibilità di
passaggio in servizio permanente allo scadere della ferma (soprattutto per l
'esercito e la marina) e al prolungamento della ferma stessa (dai quattro ai
nove anni per il passaggio in S.P.). Questo produce riflessi negativi tanto
sulle richieste di proscioglimento anticipato, (in costante aumento), tanto
sulle domande d'arruolamento, (che subiscono l'effetto contrario) e che
invano si cerca di arginare con delle campagne pubblicitarie
strumentalizzate.
.
La situazione sopraccitata, peraltro mai soggetta di meritevole attenzione
nelle concertazioni passate tanto da parte della Rappresentanza Militare che
degli Stati Maggiori e soprattutto delle Autorità Politiche, è assolutamente
inconcepibile in uno Stato Democratico che si avvale delle proprie Forze
Armate per garantire i suoi Fini Propri, ponendo la Repubblica come
Istituzione inviolabile e la Costituzione come fondamento dello Stato
Sociale.
Si assiste spesso a campagne Statali volte a sanare il lavoro nero,
agevolando l'emersione dallo stesso con appositi sussidi e prevedendo
pesanti sanzioni per chi non regola, con un normale contratto di lavoro, chi
presta la propria opera.
Viene da domandarsi come sia possibile per lo Stato Italiano, da una parte
tutelare i lavoratori avvalendosi di tutti i mezzi che ha a disposizione, e
dall'altra SFRUTTARE chi dona la propria vita per difenderlo.