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Il retroscena della visita di Bush a Roma: "Datemi Napoli e Taranto".
- Subject: Il retroscena della visita di Bush a Roma: "Datemi Napoli e Taranto".
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Sat, 05 Jun 2004 10:36:03 +0200
Bush da Berlusconi? Non solo per l'Iraq ma anche per le basi Usa in Italia.
E' questo il dato che non dovrebbe sfuggire al movimento pacifista,
nascosto magari dai fumogeni della cronaca e della spettacolarità.
L'Italia si appresta ad un potenziamento della presenza americana in
Italia. La visita di Bush potrebbe nascondere proprio questo obiettivo
strategico: ottenere il potenziamento Usa a Napoli e a Taranto.
C'è la grossa questione della costituzione di una nuova base Usa a Taranto
nella zona del porto commerciale, a cinque chilometri di distanza dalla
nuovissima base Nato di Chiapparo; gli Usa vorrebbero gestire un'ampia zona
di attracco dove è ubicato il molo polisettoriale e che che ha una maggiore
profondità per le portaerei.
La nuova base che Bush vorrebbe a Taranto sarebbe più lontana dalla vista
di occhi indiscreti in quanto non potrebbe essere osservata dal lungomare
con il binocolo come è invece comodamente possibile per la base Nato di
Chiapparo che fra poche settimane sarà inaugurata. La nuova base desiderata
da Bush presenterebbe quindi condizioni di maggiore segretezza e sicurezza
per le navi Usa. E avrebbe più spazio rispetto a Chiapparo.
Ma la novità dell'ultima ora e quella del probabile ridislocamento
strategico da Londra a Napoli delle forze navali Usa. Quando si è parlato
di trasferimento del comando della VI Flotta Usa Usa a Taranto (vi sono
anche documenti Usa pubblicati da PeaceLink tratti dal sito del Pentagono)
si pensava ad un "alleggerimento di Napoli", come se Napoli e Gaeta
andassero in pensione. E invece sembra che le cose siano messe molto
diversamente.
La novità è infatti stata annunciata oggi dall'esperto Enrico Iacchia che
ha parlato dello "spostamento a Napoli del Comando navale Nato di Londra".
La "soffiata" è di poco fa: ore 8.57 del 5 giugno 2004. L'esperto di
questioni militari e strategiche Enrico Iacchia ha dichiarato a Radiotre
(per informazioni: grr at rai.it) che in questi giorni - in cui l'attenzione
focalizzata sulla guerra in Iraq e sulla visita di Bush a Roma - è passato
in secondo piano il piano del Pentagono di ridislocare le sue forze in
Europa, ritirando massicciamente i militari Usa dalla Germania e intendendo
trasferire il comando navale Nato a Londra - "ormai fuori mano", ha
argomentato Iacchia - più a sud.
Attualmente il quartier generale di Northwood, vicino Londra, è sede del
Quartier generale delle forze navali della Nato nel Nord Europa.
"Gli Stati Uniti avrebbero voluto spostarlo in Spagna, ma con Zapatero sono
sorti dei problemi. E allora probabilmente andrà in Italia, forse a
Napoli", ha concluso Iacchia.
Questo rafforza l'idea che tutte le componenti operative (le navi della VI
Flotta) presenti a Napoli e Gaeta vadano a Taranto. A Napoli verrebbero
invece traslocati gli uffici del comando navale Nato di Londra. Della
strategia di potenziamento delle basi Usa in Italia ne aveva già parlato
Ennio Caretto sul Corriere della Sera del 27 novembre 2003 (che si allega
in coda).
La contestazione a Bush non deve perdere questo retroscena militare: in
queste ore potrebbe essere stato firmato qualcosa di molto concreto e
importante su Taranto e Napoli. Bush non chiede a Berlusconi solo le truppe
italiane in Iraq ma anche più navi Usa in Italia.
Alessandro Marescotti
http://www.peacelink.it
--- Allegato ---
Bush riorganizza le forze Usa in Europa
di Ennio Caretto
Corriere della Sera, 27 novembre 2003
Bush riorganizza le Forze Usa in Europa. Sarà dato più peso alle basi nella
Penisola
Forse un comando dei reparti speciali e una struttura di intelligence
WASHINGTON - Gli Stati Uniti intendono riposizionare le proprie truppe in
tutto il mondo, e in particolare in Europa, per combattere meglio il
terrorismo. Il progetto prevede il ritiro di parte delle forze dislocate in
Germania, Giappone e Corea del Sud e il loro spostamento vicino al nuovo
fronte in Medio ed Estremo Oriente. Non è prevista la richiesta di nuove
basi in Italia, ma alcune infrastrutture militari Usa esistenti nel nostro
Paese saranno potenziate. E al Pentagono si discute se creare nuovi centri
di comando regionali, tra cui uno italiano, per intelligence e corpi
speciali. «Da oggi - ha annunciato la Casa Bianca - gli Usa terranno
intense consultazioni con amici, alleati e partner di tutto il mondo per
porre le forze necessarie nei luoghi più appropriati in risposta alle nuove
esigenze di sicurezza». E ancora: «Missioni ad alto livello si recheranno
nelle capitali straniere» dopo le riunioni dei ministri di Difesa ed Esteri
alla Nato a Bruxelles la settimana prossima. «Vogliamo sentire le loro idee
- ha detto il capo del Pentagono, Donald Rumsfeld - vedere insieme che cosa
si può fare». L' amministrazione Bush mantiene il massimo riserbo sui
dettagli del piano di riposizionamento.
Di certo già in corso in alcuni Paesi come l' Italia, dove d' accordo con
il nostro governo gli Usa stanno raddoppiando il canale di Camp Darby, per
dimezzare i tempi di carico delle navi; aumentando la capacità della base
dei sommergibili di Santo Stefano, impiegati anche per l' intelligence; e
potenziando le strutture di Catania-Sigonella. Ma pare che in nessun caso
l' area occupata dalle basi verrà estesa. L' obiettivo di Rumsfeld è
consentire la maggiore mobilità possibile alle truppe impegnate contro il
terrorismo. In Europa, dove l' America mantiene 116 mila uomini, i massimi
cambiamenti riguardano la Germania, che ne ospita 70 mila con costi
ritenuti troppo elevati. Il generale James Jones, comandante americano
delle forze Nato, propone di spostarne una parte nell' Europa centrale,
soprattutto in Polonia e nei Balcani, in primo luogo nella gigantesca base
di Tuzla (Bosnia).
Jones parla anche di una «rosa» di piccole basi in altri Paesi, in cui fare
ruotare le truppe a seconda delle esigenze. Il Pentagono vuole poter
organizzare in qualsiasi momento ponti aerei verso il Medio Oriente. Mentre
Washington annunciava che il teatro operativo si sposta verso il
Mediterraneo e gli ex satelliti sovietici, il ministro degli Esteri russo
Igor Ivanov era in visita a Varsavia. In conferenza stampa ha sottolineato
che «la Russia è interessata a ogni movimento delle forze americane in
Germania e desidera che gli Usa tengano conto dei suoi interessi di
sicurezza».