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Amnesty International chiede all'Unione europea un maggioreimpegno per contrastare la tratta delle donne in Kosovo
- Subject: Amnesty International chiede all'Unione europea un maggioreimpegno per contrastare la tratta delle donne in Kosovo
- From: press@amnesty.it
- Date: Thu, 6 May 2004 11:03:49 +0200
Gent.mi tutti,
vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International:
AMNESTY INTERNATIOINAL CHIEDE ALL'UNIONE EUROPEA UN MAGGIORE IMPEGNO PER
CONTRASTARE LA TRATTA DELLE DONNE IN KOSOVO
Grazie per la cortese attenzione
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International Ufficio Stampa
Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it
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COMUNICATO STAMPA
CS53-2004
AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE ALL'UNIONE EUROPEA UN MAGGIORE IMPEGNO PER
CONTRASTARE LA TRATTA DELLE DONNE IN KOSOVO
Amnesty International ha diffuso oggi un nuovo rapporto che denuncia la
sofferenza delle donne che sono vittime della tratta e vengono costrette a
prostituirsi in Kosovo. L'organizzazione per i diritti umani chiede
all'Unione europea di aumentare il proprio sostegno finanziario e legale
alla lotta per contrastare il fenomeno.
Nel rapporto di Amnesty si sottolinea come il personale della comunita'
internazionale presente in Kosovo costituisca il 20% di coloro che si
servono delle prestazioni delle donne e delle adolescenti vittime della
tratta.
Dal 1999, col dispiegamento della forza internazionale di peacekeeping
(Kfor) e l'istituzione della missione delle Nazioni Unite per
l'amministrazione ad interim del Kosovo (Unmik), il territorio e' diventato
uno dei principali luoghi di destinazione delle donne e delle adolescenti
vittime della tratta e della prostituzione forzata.
Il rapporto precisa che la maggior parte delle vittime provengono, passando
spesso attraverso la Serbia, da Moldova, Romania, Bulgaria e Ucraina. Allo
stesso tempo, aumenta il numero delle donne e delle adolescenti kosovare
vittime della "tratta interna" e poi trasferite all'estero.
"Data l'importanza strategica della presenza dell'Unione europea in Kosovo,
con oltre 36.000 soldati in servizio nella Kfor, chiediamo che sia fatto di
piu', sia sul piano finanziario che su quello legale, per contribuire a
combattere una pratica ripugnante che si svolge proprio di fronte alla
nostra porta di casa" - ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell'ufficio
di Amnesty International presso l'Unione europea. "Le donne e le
adolescenti vengono trasferite dal Kosovo verso svariati paesi dell'Unione
europea, tra cui Italia, Olanda e Gran Bretagna. Occorre agire piu'
efficacemente per prevenire la tratta e proteggere le vittime, i cui
diritti vengono spesso lasciati privi di tutela legale".
Alla luce del rapporto odierno, Amnesty International chiede all'Unione
europea e agli Stati membri di adottare le misure necessarie per:
- prevenire il fenomeno della tratta, agendo nell'ambito delle relazioni e
degli accordi di partenariato esistenti tra l'Unione europea e i paesi di
provenienza delle vittime e aiutando i governi di questi ultimi ad
affrontare le cause di fondo del fenomeno;
- sviluppare una legislazione relativa alla tratta, applicando nel
frattempo tutti gli strumenti a disposizione per proteggere i diritti delle
donne e delle adolescenti vittime della tratta, come previsto dalla
"Dichiarazione di Bruxelles" del settembre 2002;
- tutelare le vittime, garantendo che le leggi nazionali e gli apparati
amministrativi diano la massima protezione ai diritti delle donne e delle
adolescenti vittime della tratta, nel rispetto degli standard legali
internazionali e in particolare delle norme sui diritti umani e sui
rifugiati.
Ulteriori informazioni
Le donne e le adolescenti vittime della tratta in Kosovo provengono da
alcuni dei paesi piu' poveri dell'Europa (Bulgaria, Moldova, Romania e
Ucraina) e hanno un passato tanto di discriminazione nell'accesso ai
diritti economici e sociali quanto di violenza tra le mura domestiche o in
ulteriori contesti. Secondo l'Organizzazione internazionale delle
migrazioni (Oim), alla maggior parte delle donne e adolescenti provenienti
dalla Moldova e' stato promesso un lavoro in Italia. Inoltre, un crescente
numero di donne kosovare - per lo piu' adolescenti - sono vittime di una
"tratta interna" alla stesso territorio. In molti casi, esse vengono
vendute piu' volte, a un prezzo che secondo l'Oim oscilla tra i 50 e i 3500
euro.
Le donne e le adolescenti "trafficate" e destinate all'estero vengono
trasferite nei paesi dell'Europa Occidentale, tra cui Gran Bretagna, Italia
e Olanda.
Nel 2002, al 36% delle donne e adolescenti vittime di tratta in Kosovo e'
stato negato qualunque tipo di assistenza medica e solo il 10% ha ricevuto
cure adeguate. La maggior parte di esse e' stata costretta ad avere
rapporti sessuali non protetti. Ad oggi, nessuna donna o adolescente
vittima di tratta ha ottenuto un risarcimento per i danni fisici, emotivi e
psicologici subiti.
Il personale della Missione ad interim delle Nazioni Unite in Kosovo
(Unmik) e della Forza militare internazionale in Kosovo a guida Nato (Kfor)
gode di un'immunita' generale, salvo i casi in cui le inchieste vengano
esplicitamente sollecitate dal Segretario generale dell'Onu o, nel caso
della Nato, dai rispettivi comandanti nazionali. Inchieste del genere sono
state aperte in due occasioni, rispettivamente nel 2002 e nel 2003, e hanno
consentito un procedimento nei confronti di altrettanti agenti di polizia.
Nessun soldato della Kfor sospettato di tratta o di essersi servito delle
prestazioni di donne e adolescenti vittime di tratta puo' essere posto
sotto inchiesta in Kosovo. Amnesty International non ha neppure
informazioni su eventuali procedimenti avviati contro soldati della Kfor
nei rispettivi paesi di origine. Secondo l'Unita' traffico e prostituzione
della Unmik (Tipu), nel periodo compreso tra gennaio 2002 e luglio 2003, da
22 a 27 soldati della Kfor sono stati coinvolti in crimini connessi alla
tratta. Sollecitata da Amnesty International, la Tipu non ha saputo
specificare se nei confronti di questi soldati siano stati adottati
provvedimenti disciplinari.
All'indomani dell'arrivo della comunita' internazionale in Kosovo, nel
1999, e' stato registrato uno sviluppo senza precedenti della cosiddetta
"industria del sesso", basata su donne e adolescenti vittime di tratta. Si
ritiene che nel periodo 1999-2000 il personale internazionale abbia
costituito l'80% dei loro clienti. Nel 2002 il dato sarebbe sceso al 30%,
ma il personale internazionale ha comunque generato l'80% dei proventi
dell' "industria del sesso". Ad oggi, si stima che i clienti delle vittime
di tratta siano costituiti per il 20% da personale internazionale, la cui
presenza in Kosovo non supera il 2% della popolazione locale.
Nel gennaio 2001 la Unmik ha adottato il Regolamento 2001/4 sulla
proibizione del traffico di esseri umani in Kosovo, che criminalizza sia i
trafficanti che le persone che consapevolmente si servono delle prestazioni
delle vittime della tratta. Il Regolamento comprende alcune misure per
proteggere i diritti delle donne e delle adolescenti.
FINE DEL COMUNICATO
Bruxelles/Roma, 6 maggio 2004
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Paola Nigrelli
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