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IRAQ. BATTAGLIA DEI PONTI. DENUNCIATO INVIATO DI REPUBBLICA.
Roma 28 aprile
COMUNICATO STAMPA
IRAQ. BATTAGLIA DEI PONTI. DENUNCIATO INVIATO DI REPUBBLICA.
MARTONE (VERDI):" VOGLIAMO LA VERITA' SU QUEI GIORNI A NASIRIYAH.
Attilio Bolzoni, inviato di Repubblica in Iraq, è stato denunciato da due
ufficiali della Brigata Ariete a Nassiriya per procacciamento di documenti
sugli scontri del 5 e 6 aprile scorsi , passati alle cronache come le
'battaglie dei ponti'.
Sul caso, il senatore dei verdi,Francesco Martone capogruppo in commissione
esteri, ha presentato una interrogazione al Ministro della Difesa Martino :
" Delle due l'una : o siamo di fronte ad una "intimidazione" ad un
giornalista che in presenza di testimoni chiede documenti non classificati,
senza riceverli ma ottenendo in cambio una denuncia incomprensibile ;
oppure - continua Martone - ci troviamo in presenza di un effettivo
passaggio di atti ma in questo caso il giornalista avrebbe fatto
semplicemente il proprio mestiere . Se la denuncia parla di "procacciamento
di documenti" allora vuol dire che sulla battaglia dei ponti esistono dei
documenti classificati, il che contraddice la versione del Ministro
Giovanardi, il quale, ricorda il parlamentare verde, dichiarò in aula alla
Camere che in quella triste vicenda "gli italiani si sono difesi secondo le
regole di ingaggio", e che non c'era nulla da nascondere, nulla da
accertare secondo il Governo. La battaglia di Nassiriya racchiude in se'
contraddizioni, misteri e slanci di retorica patriottica. Fatti rimossi
rapidamente, scalzati dal dramma degli ostaggi italiani e delle loro famiglie.
Martone ricorda che nei giorni scorsi, insieme ad altri parlamentari (
Deiana del PRC e Pisa dei DS ) ha presentato un esposto alla Procura
militare della Repubblica sui fatti del 6 Aprile per accertare le
circostanza dei fatti e, in particolare, quale autorità abbia dato l’ordine
di procedere allo sgombero forzoso dei ponti, in presenza di persone armate
con armi leggere e pesanti, e se tale ordine sia stato legittimamente
emesso, alla luce degli scopi e dei limiti “umanitari” dell’intervento del
contingente italiano, nonché della catena di comando.
“Una iniziativa, sottolinea Martone, tesa a stabilire un contesto di
verità su una vicenda che presenta zone d’ombra e domande a cui non è stata
fornita una risposta. Ciò non vuole assolutamente essere un atto d’accusa
nei confronti dei militari italiani ma l'episodio di oggi rende ancora più
urgente la verità su quei fatti.