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appello sulla legge sulla tortura in discussione in parlamento



Inoltriamo a tutti voi questo appello sulla legge sulla tortura in
discussione in Parlamento. Vi preghiamo di leggerlo e di comunicare la
vostra adesione a bartesaghie@tele2.it

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L'ITALIA AUTORIZZA LA TORTURA


Noi sappiamo.
Noi abbiamo assistito, raccolto testimonianze, denunciato nei nostri
libri:  in Italia, a Luglio del 2001, a Genova nella Caserma di
Bolzaneto centinaia di persone italiane e straniere sono state
torturate.
Noi siamo indignati, gli italiani dovrebbero vergognarsi e ribellarsi
all'approvazione della legge sulla tortura che si sta discutendo in
questi giorni alla Camera dei deputati. La legge di un paese civile che
dovrebbe tutelare i diritti umani fondamentali e non mettere dei limiti
a questi diritti.

L'Italia è in ritardo di 15 anni nell'introduzione del reato di tortura
nel proprio ordinamento, ma se il testo definitivo conterrà
l'emendamento approvato in questi giorni, (secondo il quale per esserci
il reato di tortura le violenze o le minacce gravi devono essere
reiterate) è meglio che rimanga senza alcuna legge.
Le testimonianze di coloro che passarono ore, giorni all'interno della
caserma di Bolzaneto, parlano di violenze e torture, trattamenti inumani
e degradanti, sospensione di diritti umani fondamentali, mancate cure
mediche a persone già ferite, mancate telefonate a familiari, avvocati,
consolato per gli stranieri, tutti i fermati e i detenuti scomparsi nel
nulla, "desaparecidos".  Raccontano di mani spezzate a Bolzaneto, di
suture senza anestesia, di ragazze trascinate per la collottola e
coperte di sputi ed ingiurie da due ali di agenti, prese a calci durante
il tragitto verso il bagno. Parlano di canzonette fasciste, di ragazze e
ragazzi nudi, derisi ed umiliati. Non furono somministrati né cibo, né
acqua, i giovani furono coperti di pugni e calci, costretti a rimanere
per ore in piedi col volto verso il muro, gambe divaricate, braccia
alzate, anche se feriti, spruzzati da gas urticante, minacciati di
morte, di stupro e di altre violenze.
L'emendamento della Lega approvato dalla Camera, è contro le forze di
polizia, lo sostiene il Silp-Cgil affermando che così facendo si evoca
la falsa immagine di forze dell'ordine pronte a rinunciare a quel
principio di legalità che è la prima ragione della loro esistenza.
Le forze di polizia respingono con sdegno l'idea che un qualsiasi atto
di tortura, commesso anche solo una volta, possa aiutarle nell'esercizio
delle loro funzioni, considerano il rispetto dei diritti fondamentali
della persona un principio irrinunciabile della loro azione a tutela dei
cittadini.
Le forze di polizia si considerano garanti del rispetto dei valori
costituzionali, e ritengono che in uno stato democratico si debba e si
possa garantire la sicurezza senza fare alcun passo indietro sul terreno
della civiltà giuridica.

Migliaia di cittadini hanno firmato la petizione per l'introduzione del
reato di tortura perché credono in una democrazia che rispetta i diritti
umani. Non lasciamo che l'Italia precipiti definitivamente e
"legalmente"  nel baratro di un regime dove tutto è permesso, nessun
diritto dei cittadini italiani e stranieri tutelato.

Ricordiamo che l'art. 13 della nostra costituzione prevede che:
"E' punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque
sottoposte a restrizioni di libertà."

Prime adesioni:
Enrica Bartesaghi (Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova -
autrice del libro "Genova il posto sbagliato"), Marco Poggi
(ex-infermiere di Bolzaneto - autore del libro "Io, l'infame di
Bolzaneto"), Vittorio Agnolotto (Cons. Int. FSM), Giorgio Riolo (Pres.
Ass. Cult. Punto Rosso), Samir Amin (Pres. Forum Mondiale delle
Alternative), François Houtart (Università di Lovanio), Roberto Mapelli
(Ass. Cult. Punto Rosso), Josè Luiz Del Roio (Cons. Int. FSM), Emilio
Molinari (Comitato Acqua), Luigi Vinci (Europarlamentare), Marco Bersani
(Attac-Italia).

Per adesioni: bartesaghie@tele2.it