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24 aprile 1915 - 2004 / Giornata della memoria
- Subject: 24 aprile 1915 - 2004 / Giornata della memoria
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker <info@gfbv.it>(by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>)
- Date: Mon, 19 Apr 2004 11:30:58 +0100
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040419it.html
24 aprile 1915 - 2004 / Giornata della memoria
Armeni 1915 - persecuzione, deportazione, annientamento
Armeni 2004 - minoranza minacciata
Bolzano, 19 aprile 2004
L'Associazione per i Popoli Minacciati - Sudtirolo (APM) ha chiesto in una
lettera aperta alle istituzioni italiane che si impegnino per il
riconoscimento del 24 aprile come giornata della memoria del genocidio
commesso dalla Turchia contro il popolo armeno. L'Italia dovrebbe impegnarsi
presso l'UE, il Consiglio Europeo e le Nazioni Unite affinché le vittime del
genocidio armeno vengano finalmente riconosciute. Un esempio analogo è
quello del 28 gennaio, giorno in cui i detenuti ebraici del campo di
concentramento di Auschwitz furono liberati dall'Armata Rossa: il 28 gennaio
il mondo ricorda sei milioni di vittime ebraiche del Nazionalsocialismo. Tra
il 1915 ed il 1918 anche gli Armeni della Turchia furono vittime di un
genocidio, che la Turchia continua a negare con forza.
L'annientamento sistematico del popolo armeno è iniziato il 24 aprile 1915
in seguito ad un ordine di deportazione impartito dai "Giovani Turchi", ma i
massacri si erano già verificati nel 1894 e avevano causato due milioni di
vittime. Il genocidio del Movimento dei Giovani Turchi (attuato con l'aiuto
della Germania) servì da esempio al terzo Reich. Adolph Hitler ordinò alle
sue truppe, sia SS sia Wehrmacht, di procedere senza pietà contro Europei
slavi ed ebraici e ad annientarli, tanto "nessuno ricorda già più
l'annientamento degli Armeni".
La Turchia non è finora riuscita a cancellare dalla memoria pubblica
mondiale il genocidio armeno, come non è riuscita a cancellare il ricordo
della deportazione degli Assiri e dei Greci dalla costa mediterranea turca.
Sotto gli occhi del mondo la Turchia ha inoltre condotto una crudele guerra
contro i Kurdi, di cui migliaia di villaggi distrutti e milioni di profughi
sono la conseguenza.
Nel 1974 la Turchia, membro della NATO, ha potuto occupare indisturbata
l'isola di Cipro che è tuttora un'isola divisa. Il paese che ha commesso il
primo genocidio dello scorso secolo ora vuole entrare a far parte dell'UE.
Una delle condizioni per l'adesione deve essere il riconoscimento del
genocidio, ed il 24 aprile deve diventare la giornata internazionale della
memoria per le vittime armene. L'APM è fermamente contraria all'accettazione
della Turchia nell'UE finché le riforme annunciate per la tutela di Kurdi e
Cristiani esisteranno solo sulla carta!
In considerazione della politica di persecuzione attuata contro 15-20
milioni di Kurdi, della repressione della loro lingua e cultura e della
costante discriminazione dei Cristiani, l'APM chiede al governo italiano di
non sostenere per ora l'ammissione della Turchia nell'UE.
Dopo 15 anni di guerra civile turco-kurda (1984-1999) la Turchia ha
annunciato importanti riforme a favore della più grande minoranza etnica di
un paese europeo. Queste riforme però esistono solamente sulla carta. Nulla
è stato finora fatto o almeno proposto per garantire l'uso della lingua
kurda nei mezzi d'informazione e nell'insegnamento scolastico, l'amnistia
per i 6500 prigionieri politici e il ritorno di 2,5 milioni di contadini
profughi nei propri villaggi. Infine, una campagna sciovinista del Ministero
dell'educazione turco contraddice la declamata tolleranza ufficiale per le
minoranze religiose.
L'APM in particolare condanna:
- le violazioni dei diritti umani perpetuate dalle Forze dell'Ordine turche
nell'Anatolia Occidentale continuate per tutto il 2003 con invariata
crudeltà (105 morti in scontri armati, 84 vittime di esecuzioni arbitrarie,
502 casi di tortura, etc.);
- le trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua kurda non sono mai
state realizzate, così come non sono stati attuati i corsi di lingua kurda e
tanto meno la lingua kurda è stata introdotta in ambito scolastico;
- tuttora 6500 prigionieri kurdi sono detenuti e non hanno potuto
approfittare dell'amnistia promessa per essersi impegnati per il reale o
preteso conseguimento di "obiettivi separatistici". Tra di essi anche la
parlamentare kurda Leyla Zana e tre suoi colleghi parlamentari, la cui
liberazione dopo 10 anni di carcere è stata nuovamente rifiutata dal
Tribunale per la Sicurezza dello Stato turco;
- la Turchia non ha nemmeno dato inizio al ritorno dei 2,5 milioni di
contadini cacciati da 3.428 villaggi distrutti dalle forze di sicurezza
turche e ora completamente impoveriti e lasciati senza assistenza medica né
possibilità di istruzione scolastica;
- i nuovi testi scolastici del 2003, prodotti dal Ministero dell'Educazione
turco, definiscono le minoranze cristiane quali Armeni, Assiri/Aramaici o
Greci del Ponto come spie, traditori e barbari. Inoltre non è riconosciuto
l'insegnamento dell'Aramaico né è riconosciuta la minoranza aramaica.
Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040223it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040121it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/01-3/011221it.html |
www.gfbv.it/3dossier/armeni/armeni.html |
www.gfbv.it/3dossier/kurdi/indexkur.html |
www.gfbv.it/3dossier/kurdi/kurtur-it.html
* www: www.zadigweb.it/amis/ric.asp?id=4 | www.armenian-genocide.org |
www.cilicia.com/armo10.html | www.comunitaarmena.it | www.crimesofwar.org
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