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Lettera aperta a Bruno Vespa



8 Aprile 2004

Lettera aperta a Bruno Vespa
di Claudio Petruccioli

Esimio dottor Vespa,
voglio comunicarLe direttamente e pubblicamente il mio sconcerto, la mia
preoccupazione e la mia ripulsa per lo svolgimento della trasmissione
«Porta s Porta» del 6 Aprile 2004. Già le notizie da Nassirya suggerivano
di aggiornare l'argomento alla drammatica attualità come tante volte anche
Lei ha fatto. Questa volta, invece, l'occasione è stata colta per
raddoppiare una trasmissione nella quale il Presidente del Consiglio ha
parlato non solo senza contraddittorio ma senza obiezioni e perfino senza
domande, sostituite da intermezzi encomiastici.
Una nota da Lei preventivamente diffusa informava che il Presidente del
Consiglio aveva confermato il suo tradizionale rifiuto al confronto,
mettendoLo in uno stato di necessità. C'era da attendersi che il contesto
informativo e l'intervento del conduttore avrebbero cercato di ovviare
almeno in parte a questo atteggiamento del protagonista della serata. È
avvenuto il contrario.
I servizi giornalistici sembravano realizzati su sceneggiatura di Palazzo
Chigi. Soprattutto il primo, che esponeva come inoppugnabili dati di fatto
le cose che il Presidente del Consiglio aveva appena enunciato come
propositi e impegni. Durante tutta la trasmissione non solo non si sono
sentite voci che esponessero punti di vista diversi o obiezioni alle
affermazioni di Berlusconi, ma sono state completamente ignorate posizioni
e giudizi non dico dell'opposizione, ma delle organizzazioni sindacali e
imprenditoriali, dei commercianti o di altre categorie, e perfino di forze
ed esponenti della maggioranza e del governo; sulle tasse e su tutto il
resto.
Di fronte a giudizi offensivi espressi dal Premier nei confronti della
Commissione dell'Unione europea e del suo Presidente, non si sono sentiti
neppure i richiami in nome della buona educazione a non polemizzare con
persone che non possono rispondere perché assenti anche per il rifiuto del
confronto. L'intera trasmissione è configurata come una lunga didascalia ai
manifesti elettorali affissi da Berlusconi in tutta Italia e agli slogan in
essi contenuti. Con la firma del patto preelettorale e con il recente
duetto scolastico l'exploit di ieri sera compone un trittico senza
possibili paragoni. Se si aggiungessero altri elementi ne
comprometterebbero la monumentale perfezione. Insomma, per il servizio
pubblico, una catastrofe, per il giornalismo un'ignominia. Rispondo in
anticipo alla Sua prevedibile domanda su chi mi abbia autorizzato a dirLe
queste cose. Nessuno mi ha autorizzato né io ho chiesto autorizzazioni. A
dettarmi quanto Le scrivo è il rispetto per me stesso. Se tacessi rispetto
al record di impudicizia raggiunto dalla trasmissione «Porta a Porta»
dell'altra sera, sentirei lesionata quella dignità che mi sembra
indispensabile se si vuole svolgere in modo decente la funzione che
attualmente mi è affidata. Non riesco a immaginare che, nel suo intimo, Lei
non riconosca qualche fondamento a queste osservazioni, e non avverta
almeno un pò di umiliazione. Non mi attendo, tuttavia, che la dichiari.
Claudio Petruccioli

Il Senatore Claudio Petruccioli è l'attuale presidente della Commissione
parlamentare per l'indirizzo generale e vigilanza dei servizi
radiotelevisivi



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