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I CONTENUTI DEL VENTI MARZO: COMUNICATO UNITARIO
- Subject: I CONTENUTI DEL VENTI MARZO: COMUNICATO UNITARIO
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
- Date: Tue, 23 Mar 2004 02:18:41 +0100
Messaggio della manifestazione del 20 marzo
FUORI LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE DALL'IRAQ
L'IRAQ AGLI IRACHENI
PACE IN MEDIO ORIENTE
BASTA ARMI - BASTA GUERRE
Ad un anno dall'inizio della guerra in Iraq, abbiamo risposto oggi
all'appello del movimento per la pace degli Stati Uniti, rilanciato daI
Forum Sociale Europeo di Parigi e dal Forum Sociale Mondiale di Mumbai, per
fermare la guerra e l'occupazione. Siamo tornati in piazza dopo aver
attraversato l'Italia con Carovane di pace dal sud e dal nord mentre altre
carovane sono in Medio Oriente a chiedere pace e giustizia. Torniamo in
piazza insieme ai movimenti di tutto il mondo, dopo un anno drammatico e
giorni bui, di atrocita' e di lutti.
UN ANNO FA una coalizione di Stati guidata dagli Usa decise di utilizzare
tutta la sua potenza per muovere guerra all'Iraq.
Lo ha fatto contro il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, violando il diritto
internazionale e contro la volonta' della grande maggioranza dei popoli del
pianeta. Lo ha fatto con la menzogna, dichiarando che l'Iraq possedeva armi
terribili e che era pronta ad usarle e dichiarando legami tra l'Iraq e il
terribile attentato alle Torri gemelle. Lo ha fatto dichiarando che avrebbe
portato pace e democrazia per il popolo iracheno e in tutto il Medio
Oriente. Lo ha fatto teorizzando, con la "guerra preventiva", il diritto di
imporre la propria volonta' e la difesa dei propri interessi, in qualunque
luogo della terra.
Questa guerra e' gia' costata decine di migliaia di vittime civili e
militari irachene, piu' di 600 vittime - tra cui 19 soldati italiani caduti
a Nassiriya - tra le truppe di occupazione, ha comportato distruzioni
immani e devastazioni ambientali, ha bruciato miliardi di dollari. Le armi
non si sono trovate.
Gli attentati contro civili inermi si sono susseguiti in molte parti del
mondo.
Pace e democrazia non sono arrivate ne' in Iraq ne' in Medio Oriente.
AD UN ANNO DI DISTANZA in Iraq la guerra continua a mietere vittime. La
situazione umanitaria in Iraq continua ad essere terribile mentre crescono
pericoli di guerra civile. Alla dittatura di Saddam Hussein si e'
sostituita una occupazione militare che trova crescenti resistenze da parte
della popolazione.
Invece di organizzare libere elezioni si nominano governi dall'alto, si
privatizzano le ricchezze irachene e si chiede di abolire il codice di
famiglia facendo arretrare lo status delle donne. La ricostruzione non e'
nemmeno iniziata e gia' e' una torta da spartire con i paesi "amici".
A un anno di distanza in tutto il Medio Oriente la pace e' piu' lontana che
mai. In Palestina l'occupazione prosegue brutalmente, mietendo migliaia di
vittime e rischia di diventare irreversibile con la costruzione del Muro.
In Israele si susseguono attentati contro civili inermi, cresce l'
insicurezza e la crisi economica.
Il governo Sharon, applica la dottrina della guerra permanente, negando
qualsiasi prospettiva negoziale e imponendo il terreno dello scontro militare.
Il Muro e' una vergogna che calpesta il diritto internazionale, segrega un
popolo intero, espropria altra terra, nega la possibilita' di convivenza
pacifica fondata sul principio di "due popoli due stati" e sulle
risoluzioni dell'Onu che sono alla base di diverse iniziative di pace delle
societa' civili palestinese e israeliana.
Ad un anno di distanza dall'inizio della guerra in Iraq il mondo e' un
luogo meno sicuro e piu' ingiusto. La dottrina della guerra "preventiva" ci
minaccia tutti. Minaccia di guerra altri paesi e legittima le guerre e le
occupazioni militari, dall'Iraq alla Palestina, all'Afghanistan e alla
Cecenia.
Spinge al riarmo e alla militarizzazione e minaccia la democrazia in tutto
il pianeta, dai paesi ricchi a quelli poveri.
Rafforza, nel nord e nel sud del mondo, le culture che predicano lo
"scontro di civilta'", le guerre di religione, i tanti integralismi
impegnati a distruggere i valori e le pratiche di convivenza.
Rafforza il razzismo, la discriminazione contro i migranti e tutte le
diversita' e spinge verso l'omologazione sociale e culturale.
Nel frattempo, numerose "guerre dimenticate" continuano a provocare
vittime, sofferenze e miseria in Africa, in Asia e in Sudamerica senza che
nessuno intervenga per mettervi fine.
La poverta' e le ingiustizie dilagano nel nord come nel sud del mondo a
causa di un sistema neoliberista che la guerra preventiva perpetua.
ANCHE IL GOVERNO ITALIANO e' corresponsabile di tanto disastro. Un Governo
che, violando l'articolo 11 della Costituzione, nonostante la grande
contrarieta' della popolazione italiana, ha deciso di appoggiare la guerra
in Iraq e ha inviato 3000 soldati sotto il comando britannico nei luoghi in
cui giacciono i campi petroliferi destinati all'Eni, assumendosi la
responsabilita' di esporli a rischi altissimi. Un Governo che ha deciso di
partecipare all'"Autorita' Provvisoria" delle forze di occupazione
condividendo cosi' la responsabilita' delle sue scelte politiche. Un
Governo che ha esautorato il Parlamento dei suoi poteri a cominciare dalla
concessione dell'uso dello spazio aereo, delle basi e delle infrastrutture
per la guerra. Un Governo che continua ad ingannare gli italiani: ha detto
che i soldati servono a portare gli aiuti umanitari, ma di aiuti se ne sono
visti pochi mentre il Pentagono si appresta ad assegnare a alcune ditte
italiane qualche contratto per la ricostruzione.
CI SIAMO MOBILITATI per evitare tutto questo. Dicemmo allora, in milioni in
tutto il mondo, che quella potenza e quella ricchezza poteva e doveva
essere utilizzata per combattere la fame e la sete e la miseria che uccide
milioni di esseri umani. Dicemmo allora che si doveva porre fine alle tante
guerre dimenticate, invece che cominciarne un'altra. Dicemmo che la
produzione di armi doveva essere riconvertita in produzioni di pace invece
che essere rilanciata, che sono le spese militari a dover essere tagliate:
non le spese sociali. Dicemmo allora e ribadiamo oggi che queste sono
iniziative urgenti, perche' il peso dell'ingiustizia e' intollerabile. Sono
iniziative che non possono essere piu' rinviate se non vogliamo scivolare
tutti in un abisso di barbarie, di disperazione, di conflitti, di insicurezza.
NON ABBIAMO CAMBIATO PARERE e continuiamo ad essere la maggioranza del
popolo italiano, nonostante un sistema dell'informazione sempre piu'
succube dei tamburi di guerra. L'Iraq deve tornare agli iracheni, la
legalita' internazionale deve essere ripristinata e perche' questo avvenga
e' necessario innanzitutto che cessi l'occupazione militare. Tutte le
truppe occupanti devono essere ritirate. Serve una iniziativa politica
internazionale per la restituzione della sovranita' agli iracheni e la
ricostruzione del paese guidata da un governo legittimo.
Per questo ci siamo battuti e continueremo a batterci per il ritiro delle
nostre truppe. Il voto del Parlamento a favore del rifinanziamento della
missione italiana e' stata una decisione profondamente sbagliata.
Il governo Berlusconi e la sua maggioranza parlamentare sono
corresponsabili della tragedia che sta vivendo il popolo iracheno.
L'adesione del nostro governo alla dottrina dell'amministrazione americana
della guerra preventiva produce solo morte e distruzione.
E' per questo che la scelta di una parte delle opposizioni di non esprimere
un voto contrario si e' posta in contraddizione con le ragioni e la
piattaforma di questa manifestazione. La pace ha bisogno di parole e atti
coerenti.
CHIEDIAMO che l'Italia rinunci a partecipare all'occupazione militare
dell'Iraq e ritiri le proprie truppe. E' un atto necessario per ricucire lo
strappo costituzionale operato un anno fa e per aprire la strada a una
nuova strategia.
Chiediamo che l'Unione Europea svolga un ruolo di pace e includa il ripudio
della guerra nel proprio trattato costituzionale. Chiediamo che la
comunita' internazionale metta le Nazioni Unite in condizione di sostenere
il ritorno della legalita' in Iraq, favorendo cosi' la restituzione della
sovranita' agli iracheni.
Con la stessa urgenza chiediamo che una decisa iniziativa internazionale
crei le condizioni per una pace giusta in Palestina e in Israele, imponendo
la rimozione del muro, la protezione dei civili e un negoziato fondato
sulle risoluzioni dell'Onu per la fine dell'occupazione e la convivenza
pacifica, ascoltando anche la voce coraggiosa dei giovani israeliani che
rifiutano, pagando di persona, di partecipare alla guerra e all'occupazione.
IN QUESTO LUNGO ANNO DI GUERRA, abbiamo continuato a sostenere con mezzi
pacifici le ragioni della pace - progetto alternativo di civilta' - nelle
scuole, nelle citta', nei luoghi di lavoro, davanti alle basi militari, dai
nostri balconi con le bandiere della pace, nella solidarieta'
internazionale, nella lotta per il disarmo, nel dibattito sul trattato
costituzionale europeo, nella solidarieta' con le popolazioni migranti, con
la disobbedienza civile, nell'impegno quotidiano per i diritti umani,
sociali e di cittadinanza.
Lo abbiamo fatto insieme ai movimenti di tutto il mondo, che oggi sono in
piazza, perche' la resistenza alla guerra, alla sopraffazione,
all'ingiustizia e' un diritto per tutti e per tutte, in tutto il mondo.
L'impegno dei pacifisti statunitensi per riportare le truppe a casa, che
reclamano "giustizia e non vendetta", che denunciano la restrizione dei
diritti civili nella loro patria, che si battono per un'altra America e'
anche il nostro.
Oggi, ci sentiamo profondamente vicini ai pacifisti e all'intero popolo
spagnolo colpito da un terribile attentato.
Di nuovo e' la popolazione civile, sono lavoratori, studenti, immigrati ad
essere colpiti da una strage che non ha precedenti in Europa -e che
drammaticamente accumuna il nostro continente a tutte le aree del mondo che
vivono ogni giorno inaudite violenze contro le popolazioni civili.
Noi ripudiamo tutte le forme di terrorismo da chiunque siano perpetrate
-siano essi individui, organizzazioni o Stati. Allo stesso modo ci
opponiamo all'uso della "lotta al terrorismo" per giustificare le guerre,
criminalizzare i movimenti popolari e restringere le liberta' civili.
La politica della guerra preventiva e permanente, la mancanza di soluzione
alle grandi ingiustizie e ai problemi globali hanno finito per rendere piu'
insicuro e fragile questo nostro pianeta, dando alimento alla strategia del
terrore.
Contro questa drammatica situazione, noi movimenti rispondiamo non certo
con le politiche di unita' con i governi della guerra, ma con la
mobilitazione di massa, con il protagonismo diretto ed autorganizzato della
gente, promuovendo una idea di democrazia che ripudia la barbarie della
guerra e delle stragi e quella dello sfruttamento delle persone, dei popoli
e dell'ambiente.
Proprio per questo il ruolo dei movimenti sociali, per la pace,
antiliberisti, democratici diventa ancora piu' importante per tenere aperta
la speranza di un mondo diverso e piu' giusto.
La straordinaria mobilitazione della Spagna dopo la strage dell'11 marzo e
il voto di domenica dimostrano che esiste una alternativa alla logica della
guerra permanente, all'orrore dei terrorismi, alla rassegnazione
all'ingiustizia.
Milioni di persone in Spagna sono scesi nelle piazze per dire una sola e
inequivocabile parola: "Paz", per dire "da Baghdad a Madrid no alla guerra
e al terrore", "vostre le guerre, nostre le vittime", per reagire alla
strage chiedendo la fuoriuscita della Spagna dalla guerra.
Il loro messaggio e' chiaro: si puo' cambiare dal basso, con la
partecipazione di tante donne e uomini si possono portare i nostri paesi
fuori dalla guerra. Il nostro impegno dunque continua, incessante.
Non torniamo a casa. Continueremo a lottare, fino a quando l'Iraq sara'
riconsegnato agli iracheni e finiranno le loro sofferenze, fino a quando
l'Italia sara' fuori dalla guerra, fino a quando non ci sara' pace in Medio
Oriente, in Palestina, in Israele e nel resto del mondo, fino a quando
guerra e ingiustizia saranno fuori dalla storia.
Un mondo diverso e' possibile, e' necessario e noi vogliamo costruirlo.
FUORI LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE DALL'IRAQ
L'IRAQ AGLI IRACHENI
PACE IN MEDIO ORIENTE
BASTA ARMI - BASTA GUERRE
IL COMITATO ORGANIZZATORE DELLA MANIFESTAZIONE DEL 20 MARZO:
Altragricoltura; Arci; ArciLesbica Nazionale; Ass. Aprile; Ass.
Internazionale di Amicizia e Solidarieta' con i Popoli; Ass. Obiettori
Nonviolenti; Ass. ONG Italiane; Associazione per il Rinnovamento della
Sinistra; Attac - Italia; Asti Social Forum; Azad; Beati i costruttori di
pace; Bologna Social Forum; Brescia Social Forum; Campagna
Sdebitarsi; Campi Social Forum; Carrara Social Forum; Carta; Casa dei
Popoli di Roma; Centro internazionale crocevia; Cgil; Chieti Social Forum;
Cnca; Collettivo Vagabondi di Pace; Comitato di Solidarieta' con Cuba Fabio
Di Celmo; Comitato Piazza Carlo Giuliani; Comitato Salaam ragazzi
dell'olivo -MI; Comitato contro le guerre Conegliano; Como Social Forum;
Comunita' Cristiane di Base Italiane; Comunita' San Benedetto al Porto -GE;
Confederazione Cobas; Confederazione Nazionale Lavoratori; Convenzione
permanente donne contro la guerra; Cremona Social Forum; CTM Altromercato;
CUB; Democrazia Popolare; Demote; Donne in Nero; Emergency; Emi.li
Emittenti Libere; Federazione dei Verdi; Fabriano Social Forum; Faenza
Social Forum; Firenze Social Forum; Fiom; Fondazione Cinema nel Presente;
Fondazione Culturale Responsabilita' Etica; Forum Ambientalista; Forum
Contro la Guerra; Forum Mondiale Alternative; Forum donne Prc; Forum
sociale Amiata e Fiora; Forum Sociale di Carpi; Forum Sociale del Ponente
Genovese; Forum Sociale della Valdichiana Senese;; Gazzella Onlus; Genzano
Social Forum; Giovani Comunisti; Giovani Verdi; Girotondi; Gruppo Abele;
ICS; il manifesto; Laboratorio per la Democrazia (FI); Lecce Social Forum;
Legambiente; Liberazione; Libera; Liblab; Lila Cedius Onlus; Manitese;
Marcia Mondiale delle Donne; Maremma Social Forum; Merano Social Forum;
Micromega; Milano Ovest Social Forum; Molfetta Social Forum; Molfetta
Social Forum; Mosciano Social Forum; Movimento delle e dei Disobbedienti;
Movimento Internazionale della Riconciliazione; Movimento Palestinese per
la Cultura e la Democrazia; Novara Social Forum; Ossola Social Forum;
Partito dei Comunisti Italiani; Partito della Rifondazione Comunista; Pax
Christi; Peace Games; Piana Social Forum (FI); Piombino Social Forum;
Punto Rosso; Ravenna Social Forum; Rete Ebrei Contro l'Occupazione; Rete
Lilliput; Rete Radie' Resch; Rimini Social Forum; Rivista Alternative;
Rivista Erre; Rivista Guerra&Pace; ROBA dell'Altro Mondo; Roma Nord-Est
Social Forum; Sanremo Social Forum; Senzaconfine; Servizio Civile
Internazionale; SinCobas; Sinistra Ecologista; Sinistra Ds per il
Socialismo; Sinistra Ds per tornare a vincere; Sinistra Giovanile
Nazionale; Social Forum Basso Abbiatense e Alto Pavese; Social
Forum Capranica; Social Forum Chierese (TO); Social Forum Lughese; Social
Forum Sesto Fiorentino; Forum Sociale Valle Seriana; Statunitensi contro
la guerra (FI); Sud Pontino Social Forum; Tavola della pace (di cui fanno
parte: Cisl, Agesci, Acli, Pax Christi, Arci, Cgil, Emmaus Italia, Cipsi,
Coord, naz. Enti locali per la pace, Focsiv, ManiTese, Legambiente, Lega
per i diritti dei popoli, Francescani del Sacro Convento di Assisi, Centro
per la pace Forli'/Cesena, Fivol, Ics, Banca Etica, Ass. per la pace,
Peacelink, Sdebitarsi, Beati i costruttori di pace, Mfe, Associazione delle
Ong, Forum del Terzo Settore); Tavolo Bastaguerra; Tavolo Cultura Sociale
ed Arte; Tavolo Migranti dei Social Forum; Terre des Hommes; Torino Social
Forum; Trasform! Italia; Unione degli Studenti; Unione degli Universitari;
Un ponte per; Valle Olona Social Forum; Varese Social Forum; Venezia Social
Forum; Voghera Social Forum; Wilpf.