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Newsletter N. 09 del 08 Marzo 2004



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  Ass.ne Cul.le Telematica MMMMMMMMMM
  "Metro Olografix"      oMMM"" """MMo
  Newsletter 09 08/03/04"MMM"      "MMM"

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 .: INFO E SOMMARIO :.
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Questa e` la Newsletter dell'Associazione Culturale Telematica
"Metro Olografix" http://www.olografix.org/

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::    IN PRIMO PIANO      ::
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Anche i copioni innovano
FRANCO CARLINI


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::      RUBRICHE          ::
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... VOCI DALL'UNDERGROUND ... di Stefano "neuro" Chiccarelli

... DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO ... di Marco Trotta


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:: TEMI E APPROFONDIMENTI ::
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Musica e battaglie legali
di Giovanni Ziccardi


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:: TECNOLOGIA E INTERNET  ::
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Rassegna della settimana da PuntoInformatico, ZeusNews, varie


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:: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE ::
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Apertura sede ogni lunedì sera ore 21,00


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::        CREDITS         ::
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Collaborazioni a questo numero


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 .: IN PRIMO PIANO :.
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Anche i copioni innovano
Cosa lega il vino italiano a una borsa di gran marca? Sono entrambi
modelli di successo, e come tali preda di imitatori. Che spesso fanno
progredire l'originale
FRANCO CARLINI

Con una certa leggerezza Simona Ventura dichiarò qualche tempo fa che
anche a lei non dispiaceva acquistare borse taroccate dagli ambulanti;
pochi giorni dopo inveiva contro il canale televisivo gemello Rai 1,
perché anch'esso aveva introdotto qualche collegamento domenicale
dagli stadi di calcio. Il piccolo episodio può essere preso a esempio
della grande confusione che regna a proposito dei cosiddetti diritti
di proprietà intellettuale che vanno dal diritto d'autore ai brevetti,
dalla tutela del marchio al segreto industriale: nell'un caso c'è
un'intera filiera produttiva, di cui l'ambulante è l'ultimo e meno
lucroso anello, che esercita vera e propria opera di contraffazione;
il marchio Dolce e Gabbana, di cui la signora Ventura è testimonial
viaggiante, è tra i più bersagliati. Gli oggetti in questione si
presentano sia nella fattura che nel marchio "come se" fossero dei
Rolex, dei Louis Vuitton, dei Prada: una falsa borsa di Prada,
comprensiva di etichettina di garanzia, può essere acquistata in corso
Vittorio a Milano per 100 euro, ovvero a 4-5 volte di meno. Il successo
di queste contraffazioni poggia su diversi elementi: intanto il valore
eccessivo di cui i grandi marchi caricano la loro mercanzia, che
costituisce un incentivo altissimo all'imitazione truffaldina. Questo
valore esagerato non ha quasi alcun rapporto con i costi di ideazione
e di produzione: per quanto oneroso sia inventare nuove forme e
portarle al mercato, c'è un sovrappiù sproporzionato che riguarda quasi
esclusivamente il valore simbolico del logo. A sua volta questa economia
malata del simbolico si fa forza di una tendenza generale all'apparenza
di cui consumatori, i media e naturalmente le industrie sono partecipi e
in qualche modo complici. Che oggi emerga anche tra i consumatori una
tendenza al no-logo (fino a diventare anch'essa una moda) è comunque una
reazione positiva. Diverso sarebbe ovviamente se le borse di corso
Vittorio fossero in vera competizione, non parassita, con Prada, Vuitton
e simili, ovvero se fossero prodotti che liberamente si ispirano alle
altrui idee ma che innovano in proprio, con il loro marchio di fabbrica,
magari anche made in China: possono lecitamente farlo con materiali
migliori, oppure con un diverso rapporto prezzi-prestazioni, ma senza
camuffarsi sotto il nome altrui. Non solo sarebbe lecito ma sano, perché
magari finirebbe per spingere verso il basso il prezzo dei prodotti di
lusso.

In questo caso si tratta di idee che circolano, come è bene che avvenga,
e che generano a loro volta altre idee; così è andata avanti l'umanità
fin dalle origini: guarda le idee altrui, copiale e migliorale. Ed è per
questo che la polemica di Simona Ventura contro la concorrenza al
programma domenicale dove lei saltella non ha ragione d'essere. Si
rassegnino gli autori al fatto che se una loro idea è di successo,
allora essa sarà imitata; se nessuno lo fa, allora probabilmente vuol
dire che quell'idea non vale molto. E sappiano i suddetti creativi (ci
si passi l'uso della consumata parola) che la loro "condanna" è di
essere obbligati a inventarne sempre di nuove: gli orologiai svizzeri
nei secoli scorsi cercavano di proteggere il proprio saper fare non
accettando apprendisti nei loro laboratori sigillati all'esterno, ma
quella contromisura ebbe ovviamente un successo limitato, venendo
travolta inevitabilmente e fortunatamente, dall'aprirsi del mondo e
dalla sua internazionalizzazione.

E poi c'è un altro fenomeno, forse spiacevole, ma inevitabile: come le
ricerche di storia della tecnologia hanno documentato, tutti i paesi,
e gli Stati Uniti per primi, nella fase iniziale di decollo di un
settore industriale sono stati dei pirati: gli Usa lo fecero con
l'editoria, non riconoscendo alcun copyright agli odiati inglesi e
stampandone liberamente e abusivamente le opere; solo quando
l'industria editoriale americana ebbe una sua dimensione abbastanza
robusta vennero adottate delle leggi per proteggerne i diritti. Nessuno
è santo e ogni legge è sempre il riflesso di rapporti di forza sociali
ed economici.

Lawrence Lessig, lo studioso progressista di Stanford attivo sui temi
della proprietà intellettuale, sta per pubblicare un nuovo saggio
(Free Culture: How Big Media Uses Technology and the Law to Lock Down
Culture and Control Creativity) dove documenta proprio questo
percorso, all'interno dell'industria dei media americani: pochi sanno
per esempio che l'esplosione della cinematografia a Hollywood avvenne
per effetto della migrazione fisica in California di sceneggiatori e
registi, avvenuta nella prima parte del secolo scorso; essi cercavano
in questo modo di sottrarsi agli obblighi sulle invenzioni di Thomas
Edison, che allora venivano esercitati dalla Motion Pictures Patents
Company, un trust monopolistico che gestiva i brevetti dell'inventore.
"La California era abbastanza lontana da permettere a Fox e Paramount
di trasferirsi lì senza timore delle legge e così piratare le
invenzioni", scrive Lessig, il quale poi aggiunge: "Hollywood crebbe
rapidamente e le leggi federali alla fine si propagarono anche
all'ovest. Ma poiché i brevetti garantivano ai titolari un monopolio
limitato a 17 anni, essi erano ormai espirati quando arrivarono i
primi poliziotti. Una nuova industria era stata fondata in parte sulla
pirateria della creatività di Edison".

Questa sembra essere una legge generale: ovviamente i paesi occidentali
e le loro industrie possono cercare legittimamente di vincolare quelli
asiatici ad aderire alle leggi internazionali sulla proprietà
intellettuale, ma devono anche essere consapevoli che questo avverrà
pienamente solo quando quei paesi avranno sviluppato le loro industrie
dei beni intellettuali, ovvero quando quei paesi saranno diventati dei
concorrenti a pieno titolo e dunque anche più temibili. Questo percorso
è in parte controllabile con i trattati, gli accordi bilaterali e i
rapporti di forza, ma il fenomeno non può essere arrestato e, a dirla
tutta, probabilmente è giusto che le cose vadano così: l'infrastruttura
legislativa e gli apparati di controllo possono ritardare e rendere meno
traumatici dei fenomeni, ma qui si tratta di tendenze generali e robuste,
ovvero della legittima aspirazione di altri popoli a migliorare il
proprio benessere, sia in forma di migrazione che di industrializzazione
accelerata.

Tutto ciò non può essere bloccato e occorre sapere che un mondo globale
chiede dei prezzi, specialmente a chi è più ricco. La storia del vino
italiano è esemplare: i produttori più attenti compresero qualche hanno
fa che non c'era più mercato per loro, né in Italia né fuori, per i vini
a basso costo e di bassa qualità, che sarebbero comunque risultati più
costosi di quelli algerini o sudafricani; decisero allora di produrre
meno vino, ma di qualità (e prezzo più alto). La cosa ha funzionato, ma
ovviamente ha solo spostato il problema: non solo i produttori
californiani, ma anche quelli sudafricani o australiani si sono messi a
aggiungere valore ai loro vini; nessuna leadership è per sempre, e per
fortuna.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Marzo-2004/art56.html


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 .: RUBRICHE :.
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VOCI DALL'UNDERGROUND ... di Stefano "neuro" Chiccarelli
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FreakNet Medialab, un esperimento di informatica libera
Il mondo underground è anche fatto da realtà autonome e autogestite che
danno un altissimo valore aggiunto alla diffusione della cultura che sta
alla base della rete, quella del free software e della condivisione
delle informazioni.

Nel panorama underground italiano, una delle realtà con radici più
antiche è sicuramente il FreakNet Medialab di Catania: un esperimento di
telematica di base e ìdalla baseî che sta ideando e promuovendo eventi
(per esempio, l'Hackmeeting 2001 tenutosi a Catania), corsi, servizi e
ìcultura hackerî.

Storicamente legato anche all'hacktivism come movimento sociale e
politico, il FreakNet è una realta' estremamente dinamica e pertanto di
difficile catalogazione.
Ecco la cronaca di una chiacchierata con uno degli esponenti di FreakNet
Medialab, Gabriele ìAsbestoî Zaverio, un hacker storico nel panorama
italiano, sin dai tempi di Itapac con i suoi VAX/VMS.
Per maggiori informazioni sul FreakNet Medialab http://www.freaknet.org

Asbesto, cos'e', come e quando nasce il FreakNet Medialab?

Il FreakNet MediaLab e' un laboratorio di informatica libera, aperto al
pubblico, orizzontale, dove chi non possiede un proprio computer puo'
avere un suo account per lavorare, imparare l'informatica, navigare sulle
reti, usare la posta elettronica, scrivere testi, programmare, giocare,
conoscere persone e fare tante altre belle cose. Nasce all'incirca nel
1997 ma affonda le sue radici nella rete FreakNet in tecnologia FIDO, una
piccola rete di banche dati nata come canale di libera espressione - dove
ai tempi era possibile discutere le piu' svariate tematiche relative agli
hacker, al cyberpunk, all'attivismo sociale, all'antimafia (collaborando
con la storica rivista I Siciliani di Giuseppe Fava).

Quali obiettivi vi siete prefissi inizialmente?

Dapprima il MediaLab doveva essere solo una sorta di club dove gli
appassionati potessero riunirsi, portare le proprie vecchie macchine e
giocare, scrivendo software, provando a montare reti e hardware. Poco
dopo ci rendemmo conto di essere in grado di offrire diversi servizi
alla comunita' (eravamo ospiti del Centro Sociale Auro di Catania e
molti  ci chiedevano di poter usare i computer). Cosi' decidemmo di
aprire il servizio di posta elettronica gratuita, cui ne seguirono altri.

Cosa avete fatto in questi anni?

Abbiamo sviluppato software, organizzato corsi di formazione di base
frequentati da bambini, studenti, pensionati, dipendenti del comune.
Workshop e seminari di altissimo livello tecnico, frequentati da
operatori del settore, tecnici specializzati e, ovviamente, funzionari
delle forze dell'ordine in "incognito". Inoltre, abbiamo lanciato
diverse campagne di sensibilizzazione verso l'uso di Software Libero,
in particolare nelle universita' con l'Obiezione di Coscienza verso il
software proprietario. Nel 2001 abbiamo organizzato, insieme a tutti i
partecipanti, l'HackMeeting catanese, evento straordinario che ha
radunato ai piedi dell'Etna hacker provenienti da tutta Italia e anche
da alcuni paesi europei. Abbiamo ristrutturato e reso fruibile una
storica collezione di quotidiani siciliani che coprono un periodo tra
gli anni ë30 e gli anni ë60; abbiamo inoltre digitalizzato alcuni testi
del '500 creando CD-ROM che presto saranno presentati ufficialmente;
tutto questo ci e' stato persino riconosciuto tramite una menzione da
parte dell'UNESCO. Peccato che buona parte di questo lavoro sia stata
spazzata via dalla giunta catanese di destra, che ha fatto di tutto per
chiudere gli spazi del centro sociale, dal quale poi siamo stati
costretti a traslocare. Sono cosi' rimasti in sospeso progetti come il
Museo Funzionante dell'Informatica, spazio espositivo con computer
funzionanti e utilizzabili dal pubblico, completi di manualistica e
documentazione; il laboratorio di Elettronica Popolare, con corsi di
"sopravvivenza domestica" per piccole riparazioni e altro ancora.

Quali servizi offrite ai fruitori del MediaLab?

Attualmente siamo ospiti dell'ARCI di Catania, che ci ha gentilmente
concesso due locali e ci consente di fruire senza limiti della linea
ADSL. In questo modo siamo in grado di fornire gli stessi servizi di
posta elettronica e di navigazione che offrivamo al centro sociale Auro,
nonostante qui disponiamo comunque di molto meno spazio.

Quale etica muove le vostre scelte?

E' l'etica hacker. Chi non la conosce, si documenti.
[N.d.R. http://www.tuxedo.org/~esr/jargon/]

Come nasce l'HackMeeting di Catania del 2001?

L'evento nasce dalla volonta' dei partecipanti. Infatti non  e' mai
esistito un comitato organizzatore:  i partecipanti per passione e per
gioco hanno radunato le proprie forze e sono venuti a Catania per
organizzare questo evento bellissimo.

Cosa pensate della "scena hacker" italiana?

Non posso rispondere a nome di tutto il FreakNet MediaLab. Personalmente
ritengo che la scena hacker italiana sia  meravigliosamente variegata,
anche se spesso credo sia un po' troppo chiusa in forme di
politicizzazione che appartengono al passato.

Quale scenario ipotizzate per il futuro?

Io non ne ho la minima idea. Da parte nostra stiamo cercando di lavorare
per costruire un futuro migliore e limitare certi danni. Se non ce lo
impediranno con la forza, forse riusciremo a concludere qualcosa di
buono.

Cosa pensate del mondo dell'information security italiana?

Beh, ci sono forse 2 aspetti che meritano una considerazione:
innanzitutto per l'utente, tranne in alcune rare eccezioni, la
sicurezza NON ESISTE. Il 90% dei siti delle aziende italiane, grandi
e piccole, praticamente non ha alcun concetto di sicurezza e si affida
unicamente all'aiuto delle forze dell'ordine solo  a danno avvenuto,
in modo da sprecare i soldi delle nostre tasse alla caccia di qualche
quindicenne da sbattere in prima pagina. Inoltre, le persone che
gestiscono la sicurezza in Italia e che si distinguono per bravura sono
veramente poche. Non ricordo tutti con esattezza perche' comincio ad
invecchiare ma, realta' come VRLTeam, S0ftPJ, Black Hats, Seclab ed
altri, rappresentano il massimo in fatto di security in Europa. E tutti
questi sono hacker, ovviamente nel senso vero del termine. Anche noi
del FreakNet offriamo consulenze di sicurezza, ovviamente.

Quali sono i vostri progetti per il futuro del MediaLab?

Creare una vera e propria associazione culturale, quindi una serie di
eventi e corsi per arrivare all'acquisto di una sede, e forse tante
altre cose. Ci stiamo gia' evolvendo verso una situazione "satellitare":
abbiamo un laboratorio a Palazzolo Acreide (un paesino della Sicilia),
uno a Canterbury e un centro di sviluppo software in Austria (dyne.org),
oltre ovviamente al gruppo VRLTeam e alla sezione artistica NUNC.

Questa è una delle tante realtà italiane molto produttive che andrebbero
spinte ed aiutate, ma spesso non e' così: in Italia non sempre la
ìcultura informatica ufficialeî accetta di buon grado questi laboratori
autonomi. Non ci dimentichiamo pero' che realtà oggi blasonate e
accettate sono nate non più di 8 anni fa con la stessa logica, (es.
RedHat Linux)  ed oggi sono società quotate in borsaÖ purtroppo tutto
questo è avvenuto negli Stati Uniti e non in Sicilia.

Stefano "neuro" Chiccarelli


DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO ... di Marco Trotta
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Dopo la manifestazione di 10.000 persone lo scorso 17 Gennaio, la più
grande a Termoli dal dopo guerra, una serie di incontri e iniziative
hanno caratterizzato l'impegno per fermare, come abbiamo scritto
(Carta 6/04), la costruzione dell'impianto di Termoli che ha già
ricevuto il VIA e quella di Venafro in attesa di risposta. Sabato
13 Marzo, al cinema S. Antonio di Termoli, è previsto un convegno
dove parleranno Giovanni Iannantuono (ENEA), Marco Cervino e Nicola
Armaroli (Cnr Bologna), Claudio Po (AUSL Bologna). Armaroli e Po sono
gli autori dei due articoli che hanno denunciato l'ingente produzione
di polveri fini e ultrafini nelle centrali turbogas previste in tutta
Italia dal decreto Marzano. Ma probabilmente a Termoli si sta giocando
una partita nazionale per fiaccare le contestazioni in tutto il paese
a questi progetti. Infatti il 20 Febbraio c'è stato un altro convegno
organizzato dal sindaco Di Giandomenico, onorevole dell'UdC, che
immediatamente dopo il 17 Gennaio, assediato da circa 200 promise un
incontro pubblico sul tema. Invitati: Umberto Di Matteo (Ministero
dell'Ambiente), Francesco Ferrante (Legambiente Nazionale) e Ivo
Allegrini, direttore dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del
CNR. Fuori un presidio dei comitati più numeroso dei presenti in sala
ha contestato l'iniziativa "per mancanza di contraddittorio" visto che
Ferrante fu già criticato nel 2002 per aver avallato il progetto di
Termoli insieme a Energia SpA (Legambiente Molise era al presidio
ribadendo la sua contrarietà), mentre Ivo Allegrini contesta da sempre
i risultati di Armaroli e Po, dichiarando che rappresenta il punto di
vista del CNR pur non avendo mai citato studi scientifici che li
smentiscano e rifiutando il contraddittorio pubblico. Lo stesso giorno,
infatti, era stato invitato ad un confronto pubblico con Armaroli dai
comitati di Portogruaro (VE). Ma c'è di più. Immediatamente dopo la
manifestazione del 17 Gennaio i consiglieri dell'opposizione al
consiglio regionale si erano dimessi a tempo indeterminato dalle
commissioni bloccando l'attività istituzionale fin quando non si fosse
attuato l'ordine del giorno votato a giugno che chiedeva il blocco
delle le turbogas in regione. Il governatore Iorio (Forza Italia) cercò
di approfittare della situazione denunciando l'impossibilità di aiutare,
in questa maniera, i lavoratori della Molisana in crisi. Il blocco fu
sospeso per questo provvedimento e Iorio scrisse al Ministero
dell'Ambiente una lettera di chiarimenti sulla pericolosità delle
turbogas, apprezzata dal centro-sinistra che riprese i lavori nelle
commissione. Il ministro Matteoli rispose a febbraio ribadendo
l'appoggio alle posizioni di Allegrini. Il primo Marzo, infine, i
comitati hanno incontrato l'on. Ruta (Margherita) e Augusto Massa
(DS, sindaco di Campobasso e presidente della provincia), che avevano
dato il loro contributo alla manifestazione del 17. "Ma la valutazione
unanime dei comitati - spiega Giancarlo Mammarella, della rivista Il
Ponte (www.ilpontemolise.com) - è critica visto da allora abbiamo
chiesto un incontro che è arrivato solo ora per chiedere di
sponsorizzare un convengo già organizzato con le nostre forze. E poi
rimangono le ambiguità come l'appoggio del centrosinistra alla lettera
di Iorio che, infatti, si è dimostrata controproducente mentre ancora
di recente, nella conferenza programmatica regionale dei DS, nel
documento conclusivo si avalla sostanzialmente la turbogas di Termoli
come di ìprossima realizzazioneî". Intanto i comitati vanno avanti,
dopo la partecipazione a Scanzano, la solidarietà ai lavoratori della
Molisana, l'adesione alle carovane della pace c'è la proposta di una
nuova manifestazione regionale il primo Aprile e la richiesta di uno
sciopero generale ai sindacati e alle associazioni di categoria.

 ...

Nei giorni scorsi, dal mondo delle biblioteche pubbliche, è arrivato un
grido d'allarme.  Secondo una direttiva europea del 92 deve essere
assicurato un compenso agli autori dei libri prestati nelle biblioteche.
In Italia si recepì questa direttiva nel '96 facendo in modo che fossero
esentate le biblioteche pubbliche. Lo scorso Ottobre, però, la
commissione ha ulteriormente chiarito che anche a quest'ultime vada
applicato il "ticket" per i libri prestati ed il 16 Gennaio scorso la
commissione lo ha sollecitato non solo all'Italia, ma anche a Spagna,
Portogallo, Lussemburgo, Francia e Irlanda che avevano fatto la stessa
scelta. Questa eventualità ha portato alla protesta dei bibliotecari
italiani che rischiano di vedere ulteriormente assottigliarsi i già
miseri bilanci pubblici che ci vedono agli ultimi posti in Europa (un
terzo della media europea, peggio solo gli spagnoli) tanto che se fosse
introdotta una tassa di 50 centesimi di euro per libro, il carico
complessivo sulle casse dello stato sarebbe di 21 miliardi di Euro pari
al 6% di quanto si spende per le biblioteche in Italia. Soldi che
andrebbero principalmente a Siae e Associazione Editori Italiani,
favorendo gli interessi forti sul settore e mettendo a rischio il
principio della promozione pubblica della cultura sancito anche nella
costituzione. Tutti questi dati sono stati diffusi dalla "Biblioteca
Civica di Cologno Monzese" che a febbraio ha promosso un convegno sul
tema ed ha aperto il sito della campagna "Non pago di leggere"
(www.nopago.org), con diversi materiali d'approfondimento, il testo di
una lettera al presidente Prodi ed un manifesto "A favore del prestito
libero" al quale si può aderire anche "on line" all'indirizzo
http://biblaria-blog.splinder.it.

Segnalazioni:

Iƒ Incontro Nazionale di Ingegneria Senza Frontiere 12-14
Marzo 2004 Genova - Polo di Albaro della Facoltà di Ingegneria
http://www.diam.unige.it/isf04/index.htm

Presentazione
Isf 04 è stato pensato come opportunità per il primo incontro tra le
sedi nazionali in occasione di Genova 2004. Con la durata di 3 giorni,
attraverso seminari e presentazioni delle diverse sedi, darà la
possibilità di far conoscere le finalità di ISF, l'organizzazione
dell'associazione e i progetti in atto. L'incontro sarà un' occasione
per poter sviluppare workshop multidisciplinari e interscambi, al fine
di discutere e approfondire le esperienze, in ambito della cooperazione
internazionale nei vari settori ingegneristici.

Chi siamo
Ingegneria Senza Frontiere (ISF) è un'associazione che opera nell'ambito
della cooperazione internazionale per la risoluzione di problemi tecnici
nei paesi in via di sviluppo, nell'ottica del miglioramento globale della
qualità della vita.

Finalità
Elaborare, realizzare e diffondere pratiche e tecniche ingegneristiche
"appropriate", ossia adeguate al contesto sociale e culturale di
destinazione, nonché formare operatori locali allo scopo di favorire
l'autonomia locale per lo sviluppo del "Sud" del mondo.
 ...

Prodigi      www.pro-digi.org
BugsLab    www.autistici.org/bugslab

presentano

CHI NON FA RETE NON PIGLIA PESCI....
Nuove tecnologie in discussione e in azione sul territorio 11 marzo 2004 h. 21
Strike S.P.A. www.strike-spa.net
via U. Partini 21 Portonaccio Roma

Il modello operativo del software libero, basato su cooperazione,
orizzontalita' dei processi di innovazione e condivisione della
conoscenza, sta mostrando sempre piu' la sua efficacia e la sua
capacita' di competere con i modelli dominanti. Per ragioni biecamente
materiali: costa meno e funziona meglio. Per altre piu' ideali, ma non
troppo: permette di valorizzare razionalmente le risorse locali e di
ridurre la dipendenza dai pochi e potenti centri di innovazione
(concentrati in una manciata di paesi; o in uno solo?). E infine
perche' e' un buon carburante per utopie e "altri mondi possibili".

Ma il software libero, oltre a dare anima a sempre piu' computer, sta
diventando anche una potente metafora per costruire nuovi modelli di
relazione e progetti collettivi. Ognuno per se e al tempo stesso per
tutti. Questa e' la traccia indicata. Essere rete diventa non solo un
buon consiglio, ma una necessita' per la crescita di tutti.

E' cio' che appunto abbiamo scelto di fare, radunando in un'unica
occasione molte delle realta' romane che negli ultimi anni si sono
date da fare per diffondere e concretizzare un'idea delle nuove
tecnologie come strumento di inclusione sociale e di
autodeterminazione, un progresso di cui tutti possano sentirsi
partecipi, non subito sotto i colpi degli aggiornamenti obbligati.

Ci sara' chi ha promosso un utilizzo critico delle macchine che stanno
diventando il nostro ambiente di riferimento, chi ha costruito i propri
media per le proprie comunita', chi ha voluto impegnarsi nella lotta al
digital divide, chi lavora con il software libero e ogni giorno ne
sperimenta la bonta', chi ha scelto di sporcarsi le mani col trashware,
i computer che le leggi del mercato dichiarano morti, ma che scopriamo
invece perfettamente capaci di sostenere i nostri
bisogni. Ci auguriamo che molti altri ci siano, per condividere
esperienze, idee, curiosita'.

L'obiettivo e' quello di avviare la costruzione di una rete dalle
competenze piu' varie, per dar vita a progetti e sperimentazioni, per
promuovere  nuove forme di innovazione dal basso, per riprendere il
controllo dei nostri computer e, insieme, delle nostre pratiche di vita.

Prodigi www.pro-digi.org
Costituenda associazione per la diffusione di un utilizzo critico delle
nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per colmare il
divario digitale locale e internazionale.

BugsLab www.autistici.org/bugslab
Progetto autogestito, autoorganizzato e autofinanziato, composto di 2
laboratori informatici aperti, nati all'interno del C.S.A. LaTorre e
dello Strike S.p.a. per un uso consapevole, libero e critico
dell'informatica.

Per partecipare alla costruzione di una scaletta di discussione,
commenti, proposte, info: www.pro-digi.org/blog info@pro-digi.org
bugslabs@autistici.org


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 .: TEMI&APPROFONDIMENTI :.
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Musica e battaglie legali
di Giovanni Ziccardi

Da un lato c'è chi pensa, ogni giorno, a nuovi modi per far sì che
tecnologia, sviluppo della cultura musicale, diritti degli autori e
circolazione delle idee possano andare d'amore e d'accordo. Dall'altro
lato c'è chi fa la voce grossa, reclama la galera, intenta cause su
cause. Sembra impossibile che non si possa trovare una via di mezzo,
e rasserenare un po' gli animi, eppure, guardando le vicende di questi
giorni che coinvolgono la musica, il quadro è piuttosto grigio. Già'nel
1999 alcuni commentatori, tra cui John Perry Barlow, ex paroliere dei
Grateful Dead, evidenziavano lo stato di malattia quasi terminale nel
quale si trovavano le grandi società' che distribuiscono audiovisivi e
gestiscono i diritti: malattia quasi terminale dovuta anche - ma non
soltanto - a Internet. Già' allora si evidenziava la necessità' di
ripensare il mondo della musica, la gestione dei diritti, le modalità'
di promozione e diffusione, i rapporti con i consumatori.

A distanza di cinque anni, nulla di nuovo sotto il sole. Le idee migliori
non vengono, tranne qualche caso eccezionale (la 'scaricabilità'' di mp3
a prezzo basso sperimentata con successo da Apple negli USA), dai 'big',
ma da altre fonti (come la sampling license di Gilberto Gil e Creative
Commons) e le grandi società'pensano, come sta facendo EMI in questi
giorni, soprattutto a fare causa (questione "Grey Album"), più che a
progettare nuovi metodi per affrontare il digitale. La mancanza di idee
nuove, e sistemi nuovi, che possano accontentare tutti gli attori
coinvolti nel panorama musicale, creano, così, un quadro desolante, dove
sempre di più è marcata la rottura tra il mondo degli artisti, degli
utilizzatori/consumatori, delle grandi società' che gestiscono i diritti,
degli utilizzatori di Internet.

Il Grey Tuesday
Gli antefatti: tale DJ Danger Mouse pubblica un disco dal titolo The Grey
Album, nome ideale per raccogliere ciò che è un remix del Black Album di
Jay-Z e del White Album dei Beatles. Si tratta di una operazione di remix
dei brani che DJ Danger Mouse effettua senza alcun permesso. L'esito di
questo remix senza permesso viene considerato "arte illegale".

Il 24 febbraio, in rete, viene celebrato il Grey Tuesday, una giornata
organizzata da molti musicisti e gestori di siti web per protestare
contro la guerra legale che si è sollevata contro il Grey Album: l'azione
di protesta consiste, come è abitudine in Internet, nel postare e mettere
a disposizione l'album su più siti possibili in Rete. La battaglia legale
è stata iniziata dagli avvocati della Emi, che hanno intimato a DJ Danger
Mouse di smetterla di commerciare l'album e di distruggere tutte le copie.
Contestualmente, i legali della Emi hanno minacciato azioni legali contro
tutti coloro che stanno mettendo in linea l'album incriminato.

Ora, la situazione è abbastanza chiara, sotto alcuni aspetti, ma è idonea
a sollevare alcune riflessioni, dall'altra. DJ Danger Mouse doveva
chiedere il permesso, per fare il remix, e non l'ha chiesto. Probabilmente
molti musicisti, o artisti, sarebbero d'accordo nel ritenere l'azione del
DJ come lesiva dei diritti dell'autore. Altri artisti, con mentalità'
diversa e 'più aperta', potrebbero essere, invece, onorati o contenti del
fatto. Questione di opinioni, insomma.
Ed è normale.

Il problema è questo: quegli artisti che, in ipotesi, sono fermamente
convinti che ci debba essere un diritto gratuito per il remix della loro
opera (e i motivi potrebbero essere tanti: maggiore diffusione del nome
dell'artista o del brano, diffusione del brano anche in ambienti - ad
esempio discoteche - diversi da quelli 'frequentati' dal brano originale,
voglia di diffondere liberamente la cultura musicale o di permettere a
terzi di costruire sopra al proprio lavoro), che potere hanno, in concreto,
nei confronti della propria casa discografica o del produttore, perché tale
libertà' incondizionata di remix sia garantita?

Se veramente tutte queste azioni legali, che ormai vengono portate ogni
giorno, sono condotte per tutelare gli autori/artisti (o, almeno, così si
dice) e i loro diritti, perché non si lascia agli autori stessi la
possibilità' di scegliere se garantire, ad esempio, una possibilità' di
remix gratuito sul loro lavoro? Ciò non solo non avviene, ma sono anche
idee 'di libertà'' che danno molto fastidio al mondo del business.

Gilberto Gil e la sampling license di Creative Commons Una cosa
interessante, a questo proposito: Lawrence Lessig, nel suo Blog, nota
come il tipo di licenza musicale "Sampling License"
sviluppata da Gilbero Gil, musicista e ministro della cultura brasiliano,
insieme a Creative Commons, permetterebbe la libertà' del remix. Lessig
nota, però, che tale tipo di licenza non è stato apprezzato (ed approvato)
da nessuna casa discografica e, anzi, Vivendi ha intimato esplicitamente
ai propri artisti di non adottare tale tipo di licenza.

Prendendo spunto, sempre, dal Blog di Lessig, sorgono problemi
interessanti. Lo studioso americano si chiede se il diritto dovrebbe
garantire una sorta di "libertà' di remix". Uhm, la questione è delicata,
e penso che sia molto personale e di non facile soluzione, Alcuni
sostengono - o sosterrebbero - di sì, altri artisti di no. Penso, insomma,
che siano comprensibili, e non criticabili, tutte e due le posizioni.

Il passo successivo è questo: potrebbe, la legge, garantire a DJ Danger
Mouse un diritto, a pagamento, per effettuare il remix? Ad esempio,
facendo in modo che il DJ paghi una piccola somma, per copia venduta a o
scaricata, agli autori 'originari'? Anche su questo punto si potrebbe
discutere, anche qui si avrebbero opinioni discordanti, ma forse un po'
di diffidenza cadrebbe, vista la presenza di una 'piccola ricompensa' per
il lavoro - o i lavori - all'origine del remix. Potrebbe essere visto,
anche dal mondo del business, come un nuovo modo di fare profitto.

Veniamo a quella che, per Lessig, è la questione centrale: dovrebbero, i
discografici o produttori, dare agli artisti una possibilità' di scelta
preventiva, in modo che qualcuno possa remixare i brani senza chiedere il
permesso se l'autore è d'accordo? Beh, qui la situazione sembra più chiara.
Se davvero le case discografiche vogliono tutelare gli artisti, quantomeno
una possibilità' di scelta andrebbe loro data. Ogni artista dovrebbe avere
la possibilità' di scegliere se il proprio lavoro può essere liberamente
remixato o meno.

Penso che queste questioni siano un segnale abbastanza indicativo di ciò
che sta succedendo nel mondo della musica. A volte la giustificazione, da
parte di grandi società', che certe azioni legali vengono portare per
'tutelare gli artisti' nasconde una mancata volontà' di pensare realmente
a nuovi modi di fare business che possano conciliare, in maniera non
conflittuale, gli interessi di tutti (artisti, distributori, produttori,
consumatori).

Forse invertire la prospettiva, e partire dalla libertà', soprattutto
libertà' di scelta dell'autore/artista, più che insistere nei divieti e
nelle strategie del terrore, potrebbe portare beneficio ad un settore che
non è crisi unicamente per le novità' portare dalla rete,
ma anche per la miopia, giuridica ed economica, di molti operatori.

www.quintostato.it


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 .: TECNOLOGIA&INTERNET :.
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 .: Punto Informatico :.

Proprietà intellettuale, oggi l'Europa decide
 A Strasburgo si vota una direttiva che, pur ridimensionata, ha un
campo applicativo tale da aver allarmato i sostenitori delle libertà
civili. Si vuole colpire la criminalità ma si rischia di annichilire
i diritti di utenti ed imprese
http://punto-informatico.it/p.asp?i=47301

LindowsOS a metà prezzo sul P2P
Lindows.com ha affiancato ai suoi server FTP una rete P2P attraverso
cui poter distribuire, a prezzi ribassati, versioni commerciali del
proprio sistema operativo Linux-based
http://punto-informatico.it/p.asp?i=47297

ONU: l'ambiente soffre i PC
Uno studio delle Nazioni Unite evidenzia la quantità di risorse che i
computer richiedono nella fabbricazione e auspica nuove normative sia
per la costruzione che per lo smaltimento e il riciclaggio
http://punto-informatico.it/p.asp?i=47310

IWA/HWG per gli standard formativi nel web
L'associazione, membro del World Wide Web Consortium, stringe i tempi
per arrivare alla definizione di standard che in Italia e nel mondo
possano agevolare lo sviluppo e la qualità dei servizi web
http://punto-informatico.it/p.asp?i=47306

P2P, il testo della bozza Urbani
Ecco il documento che il ministro ai Beni culturali intende far
approvare al prossimo Consiglio dei Ministri previsto per venerdì.
Già una volta il Consiglio non ha avuto tempo per esaminarlo...
http://punto-informatico.it/p.asp?i=47303

 .: Zeusnews :.

Rosso Alice sotto la lente
Contenuti e tariffe dell'offerta di video on demand di Telecom Italia:
dalla musica ai filmati in streaming, alle news, al calcio. Un boomerang?
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=2915&numero=999

La farsa dei concorrenti di Alice
In realtà nel mercato dell'offerta Adsl non esiste nessuna reale
concorrenza.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=2909&numero=999

L'I-Box non ha l'antivirus né l'antispamming
Tim lancia la casella vocale per la posta elettronica: peccato che sia
senza due doti fondamentali e faccia spendere soldi inutilmente.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=2907&numero=999

Criminalizzare il file-sharing
Il Ministro Urbani vuole far approvare un decreto che criminalizza,
sull'esempio degli Usa, il file-sharing. Ma diserta il Consiglio dei
Ministri.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=2916&numero=999

Rimborso SIAE, ma solo per le imprese
Presto si potrà richiedere il rimborso della tassa per il diritto
d'autore per l'acquisto di Cd e Dvd registrabili. Ma attenzione: potrà
farlo solo chi ha una Partita IVA.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=2898&numero=999


 .: Varie :.

La tecnologia di compressione video di Microsoft sarà inclusa nel
formato DVD di prossima generazione. Il comitato direttivo del DVD
Forum infatti ha approvato in via preliminare l'adozione di Microsoft
VC-9 e di altre due tecnologie video, H.264 e MPEG-2, nella specifica
video HD-DVD per i dispositivi di riproduzione
http://tech.virgilio.it/zdnet/JumpNews.asp?idLang=IT&idChannel=
174&idNews=18 0522&idUser=0

Il terzo occhio dei televisori Usa
EVA PERASSO
Nel luglio del 2005 i televisori americani avranno un terzo occhio
puntato sugli schermi, quello del "broadcast flag", una bandierina
(o meglio un codice) che verrà letta da un circuito elettronico;
questo scruta tra i programmi in arrivo e impedisce al telespettatore
di registrarli.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Marzo-2004/art57.html

321 Studios, nonostante una condanna, continua nelle sue "provocazioni"
di Annarita Gili
La società americana ha lanciato un software per copiare i videogiochi,
che segue la versione dedicata ai Dvd, e si difende dalle accuse di
pirateria chiamando in causa le copie di backup
http://www.apogeonline.com/webzine/2004/03/04/01/200403040101

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 .: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE :.
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Ogni lunedì sera la sede dell'associazione resterà aperta dalle ore
21,00 per incontrarsi, conoscersi, discutere, smanettare.
Per chi vuole passare un po' di tempo con noi, l'appuntamento è in
via Nazionale Adriatica Nord, 92 - Pescara
Riferimenti utili alla pagina
http://metro.olografix.org/sede.html

Associazione Culturale Telematica
"Metro Olografix"
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info@olografix.org


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 .: CREDITS :.
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a cura di Loris "snail" D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/

Hanno collaborato a questo numero:
Stefano "neuro" Chiccarelli
http://www.olografix.org/neuro
Alessio "isazi" Sclocco
http://www.olografix.org/isazi
Marco Trotta
matro@bbs.olografix.org


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