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Legge Gasparri, la maggioranza da' uno schiaffo a Ciampi



Fonte: http://www.unita.it

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=32274

21.01.2004
Legge Gasparri, la maggioranza da' uno schiaffo a Ciampi
di Natalia Lombardo

"La maggioranza non ha ascoltato il messaggio di Ciampi, ha ascoltato 
quello di Confalonieri". Lo slogan coniato dal diessino Giulietti da' il 
senso della decisione che il centrodestra, compatto, ha preso ieri in aula 
alla Camera sulla Legge Gasparri. Approvato con 105 voti di scarto quello 
che era stato deciso dalla Cdl nelle commissioni: rivedere solo sette 
articoli anziche' tutto il ddl, come ha chiesto tutta l'opposizione. E le 
telepromozioni restano fuori dal conteggio totale degli spot. "Decisione 
sconcertante", commentano gli editori della Fieg, "quello della pubblicita' 
e' una dei tre punti affrontati dal messaggio del Capo dello Stato", per 
evitare "l'inaridimento" di una risorsa vitale per la stampa. Ma per il 
relatore Paolo Romani, FI, Ciampi non parla di "affollamento pubblicitario, 
ma della raccolta degli spot", il Sic (il sistema integrato delle 
comunicazioni). E in serata e' andato a Palazzo Grazioli a portare il bel 
risultato al premier ricomparso.

L'aula ha votato alle 14,30, il testo ritorna in commissione, e subito 
Romani si e' detto sicuro di "chiudere anche domattina". Un "blitz" che 
l'opposizione ha fermato con l'ostruzionismo sulle tariffe postali 
sull'editoria, facendo slittare i tempi. Una capigruppo d'urgenza ha deciso 
il ritorno in aula della Gasparri giovedi' 29, anziche' lunedi' 26.

Pur essendo sempre sul filo della rottura, sulla legge piu' cara a 
Berlusconi insieme ai vari Lodi la maggioranza fa muro. E anche i 
"malumori" espressi tuttora dall'Udc, si sono dissolti. La seduta di ieri a 
Montecitorio e' stata concessa all'opposizione dal presidente della Camera, 
Pieferdinando Casini, perche' fosse l'aula, e non le commissioni, a 
limitare i punti da riesaminare. Casini pero' ha rimandato la scelta alla 
maggioranza. Una scelta che, secondo Monaco, della Margherita, "mortifica 
le prerogative del Parlamento". Tanto che il diessino Soda ha abbandonato 
la seduta per protesta.

In totale saranno ritoccati 11 articoli, fra questi il 2 e il 15 sul Sic 
(ma senza il comma 7 sulle telepromozioni); il 25 sulla transizione fra 
analogico e digitale, con i poteri dell'Authority; il 28, che abroga gli 
attuali limiti antitrust (rivisti nel Sic, paniere ancora troppo ampio, per 
l'opposizione); altri punti riguardano il decreto 198 dichiarato 
incostituzionale. Saranno riviste le date ormai superate, (rilievo fatto 
dall'opposizione), compresa quella della scadenza del Cda Rai il 28 
febbraio. E il rischio di abolizione della Commissione di Vigilanza, che ha 
allarmato il presidente Petruccioli, sara' risolto a legge approvata, 
assicura Romani. La Cdl e' orientata ad approvare la Gasparri Bis prima di 
convertire in legge il decreto "salva Rete4", salvandola comunque 
dall'invio sul satellite con l'escamotage del digitale. Gasparri e' 
soddisfatto: "È una decisione della Camera, stiamo dando risposte chiare al 
messaggio di Ciampi, il Sic sara' ridotto del 20, 25%". Ma la sua legge 
"rischia di essere bocciata dalla Consulta", prevede Carra, della Margherita.

L'opposizione ha chiesto che venisse rivista tutta la legge, secondo le 
indicazioni del Quirinale. Persino Mancuso, ex FI si prende un applauso dal 
centrosinistra: non rivotare tutta la legge e' uno sgarbo verso Ciampi. 
Violante, capogruppo Ds, ne fa un problema politico: "L'idea che la 
maggioranza possa fare tutto, e che il sistema costituzionale sia elastico, 
piegabile agli interessi e ai desideri della maggioranza a seconda dei 
casi, sta crollando". Ma non ascoltare ne' l'opposizione, ne' le 
istituzioni di garanzia, "crea una instabilita' del sistema politico". E la 
legge "strozza la carta stampata".

"È un clamoroso aggiramento delle indicazioni di Ciampi", commenta Paolo 
Serventi Longhi, segretario della Federazione della Stampa, con le 
telepromozioni fuori dal tetto di spot "la ripartizione della torta sara' 
sempre piu' sbilanciata a favore di Mediaset, con danni agli altri media e 
alla carta stampata". I criteri di nomina del Cda Rai restano tali, quindi 
"sara' controllato dal governo". "La gentile concessione sulle 
telepromozioni, autorizzate per Mediaset e non per la Rai", nota Gentiloni 
(Dl), "vale circa 700 mliardi di vecchie lire al gruppo di proprieta' del 
premier", ma "un lifting non bastera' a rendere costituzionalmente 
accettabile la legge Gasparri".
Gli editori protestano: "La maggioranza parlamentare, da un lato, ha 
dichiarato di volersi attenere alle indicazioni del Capo dello Stato, e 
dall'altro ha rifiutato che la norma sulle telepromozioni potesse essere 
inserita tra quelle delle quali si potra' discutere. La contraddizione e' 
evidente, come lo e' la negazione della affermata "logica di sistema" visto 
che l'unico sistema del quale ci si preoccupa e' quello televisivo". La 
Fieg confida nel dibattito in aula, ma Gasparri esclude cambiamenti: 
"Capisco gli editori, ma si rispettano le direttive europee "Tv senza 
Frontiere". Ma in Europa i "siparietti" dei divi che reclamizzano materassi 
non esistono... L'opposizione dara' battaglia dentro e fuori del 
Parlamento: il 30 all'Auditorium di Roma si terranno gli "Stati generali 
dell'informazione".