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Le inchieste sul G8 sono come una partita di calcio?
COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA - COMUNICATO STAMPA
La giustizia è una partita di calcio?
Le inchieste sul G8 sono come una partita di calcio?
La giustizia è una questione di contabilità che si misura sul numero degli
indagati fra due parti immaginate come contrapposte?
Le dichiarazioni del Procuratore Porcelli sorprendono ed amareggiano.
Siamo cittadini che vogliono giustizia, ma non pensiamo che questa si
misuri coi numeri, e non consideriamo le forze dell’ordine come
avversario: chiediamo che siano accertate le responsabilità operative e
politiche di chi violò i diritti civili di migliaia di persone, di chi
abusò del proprio potere pestando decine di persone, di chi maltrattò i
fermati.
Lo chiediamo perché crediamo nella democrazia, il Procuratore Porcelli pone
invece una questione di numeri: pochi manifestanti indagati rispetto agli
agenti delle forze dell’ordine.
Se la giustizia si misurasse così, cosa dovremmo aspettarci per esempio per
la Diaz?
Per avere un processo a chi ordinò, gestì ed eseguì quella mattanza,
dovremmo forse averne un altro a chi fu picchiato, umiliato, arrestato,
sulla base di prove false costruite dalla stessa polizia?
Il Dr. Porcelli, casomai, dovrebbe preoccuparsi del fatto che solo trenta
agenti sono indagati in quell’inchiesta: sa o non sa il Procuratore che
questi trenta agenti sono dirigenti e funzionari che guidarono la
spedizione, mentre tutti i picchiatori, chi eseguì materialmente i
pestaggi, sfuggiranno alla giustizia perché non identificati, visto che
avevano i volti coperti dai fazzoletti come volgari delinquenti?
E perché, invece di dispensare certezze sull’uccisione di Carlo Giuliani,
il Procuratore non chiede l’identificazione di quegli agenti - finora
sfuggiti alla giustizia – che hanno inseguito e pestato per strada decine e
decine di manifestanti pacifici ed indifesi?
Perché, invece di lamentarsi per la troppa attenzione riservata per gli
abusi compiuti a Bolzaneto, non chiede un’indagine sul trattamento dei
detenuti nella caserma di Forte San Giuliano, centrale operativa dei
carabinieri?
Perché il Procuratore, anziché attaccare magistrati e giornalisti, non
chiede ai responsabili delle forze dell’ordine il motivo per cui non fu
impedito ai membri del black bloc, di compiere le loro azioni?
Se le migliaia di agenti presenti a Genova avessero agito allora, forse
oggi il Procuratore non avrebbe questi fasulli problemi di conteggio e non
pretenderebbe un’improbabile caccia al manifestante, alla ricerca di un
impossibile quanto assurdo pareggio numerico.
Ma al Procuratore vorremmo chiedere anche un’altra cosa: come può un uomo
che rappresenta a così alto livello la giustizia, fare dichiarazioni che
sembrano mettere sullo stesso piano eventuali reati contro le cose compiuti
da anonimi individui e reati gravissimi compiuti contro le persone e contro
la legge (come le false prove alla Diaz) compiuti da uomini in divisa e a
volte collocati ai più alti livelli gerarchici? Non capisce, il Dr.
Porcelli, che sta mettendo in gioco la credibilità delle istituzioni, la
tenuta delle regole democratiche?
Chiediamo ai cittadini di reagire con forza di fronte ad operazioni di
questo genere, che tentano di negare i fatti e di sviare l’attenzione dal
cuore delle inchieste di Genova, e cioè la ferita inferta alla democrazia,
da parte delle forze dell’ordine. Una ferita che in questo modo si allarga
sempre di più.
Genova, 18 gennaio 2004
Comitato Verità e Giustizia per Genova
www.veritagiustizia.it
info@veritagiustizia.it
Enrica Bartesaghi, Lorenzo Guadagnucci