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[comunicati_lilliput] Zanotelli a Banca Intesa: "No a nuoviconflitti per il petrolio"



Comunicato stampa congiunto Rete Lilliput e Campagna per la Riforma della
Banca Mondiale
Ufficio Stampa: Cristiano Lucchi 339/6675294 - ufficiostampa@retelilliput.org
Coordinatore Campagna per la Riforma della Banca Mondiale: Antonio
Tricarico 328/8485448

Zanotelli a Banca Intesa "No a nuovi conflitti per il petrolio"
Rete Lilliput scrive a Corrado Passera, CEO di Banca Intesa: "Non
finanziare il contestato progetto di oleodotto Baku-Ceyhan in Azerbaigian,
Georgia e Turchia"

Roma, 18 dicembre - Alex Zanotelli promotore e animatore di Rete Lilliput
ha scritto oggi una lettera all'amministratore delegato di Banca Intesa,
Corrado Passera, per chiedergli di non approvare il finanziamento del
controverso progetto Baku-Tbilisi Cehyan (BTC). Il BTC, qualora completato,
sarà il più lungo oleodotto al mondo (1.760 Km) e collegherà il Mar Caspio
con il Mar Mediterraneo, parte dall'Azerbaigian, attraversa la Georgia per
arrivare fino in Turchia. Elevatissimi i rischi ambientali e gli impatti
sociali soprattutto in Turchia, dove il progetto attraversa zone curde,
nonché unico il quadro legale che regola il progetto soltanto a vantaggio
delle multinazionali, tra cui l'italiana ENI, creando un pericoloso
precedente per gli investimenti esteri in mega-progetti infrastrutturali e
petroliferi.

Zanotelli ha espresso la sua più profonda preoccupazione in merito ad un
progetto che rischia seriamente di acuire le tensioni internazionali in
tutta l'area del Caspio, passando nelle vicinanze od attraversando numerose
aree già di conflitto, quali ad esempio il Nagorno-Karabakh, il Dagestan,
l'Abkhazia, l'Ossezia e la Cecenia ed il Kurdistan turco, e possa essere
foriero di nuovi conflitti militari sulle risorse petrolifere. Forte è la
preoccupazione di Zanotelli per il dispiegamento di forze di sicurezza
americane in Georgia in queste settimane e per le possibili violazioni dei
diritti umani ai danni delle comunità curde dal momento che la Gendarmeria
turca, responsabile di sistematiche violazioni negli ultimi quindici anni,
è stata resa responsabile della sicurezza del progetto in Turchia. "Oggi si
stanno decidendo le nuove guerre per il petrolio", ha dichiarato Padre
Zanotelli. "Il ruolo della finanza dovrebbe essere di servizio per la
società a favore della promozione della sostenibilità ambientale e sociale
e dell'accesso al credito per i più poveri. Stanziare milioni di dollari
per il BTC renderà Banca Intesa soltanto responsabile di possibili nuovi
conflitti per le risorse naturali e di nuovi danni all'ambiente locale e
globale".

Malgrado le dichiarazioni e le assicurazioni del consorzio BTC in merito
alle problematiche socio-ambientali legate alla realizzazione
dell'oleodotto, dettagliate analisi delle Ong internazionali dei documenti
del progetto hanno riscontrato che, anche nella sua progettazione,
l'oleodotto è ben lontano dai criteri della best practice internazionale in
materia ambientale e sociale. Due missioni sul campo condotte dalla
Campagna per la riforma della Banca mondiale, tra le organizzazioni
promotrici delle Rete di Lilliput, lungo l'intero percorso dell'oleodotto
hanno riscontrato delle divergenze sostanziali tra quello che è stato
riportato nei documenti relativi al progetto e promesso alle comunità
locali e la realtà dei fatti.

Zanotelli è convinto che Banca Intesa, come primo gruppo bancario italiano,
debba non solo assumersi le responsabilità dei finanziamenti concessi da un
punto di vista ambientale e sociale prima ancora che economico e
finanziario, ma sia anche tenuta a dare l'esempio agli altri gruppi bancari
nel nostro paese, essendo Banca Intesa l'unica banca italiana coinvolta nel
finanziamento del progetto. Infatti, recentemente Capitalia e San Paolo IMI
hanno dichiarato di non essere coinvolte nel finanziamento del controverso
progetto. Recentemente Banca Intesa ha sponsorizzato l'iniziativa di
solidarietà la "Banca del Sorriso" in Italia. "In questi giorni di vigilia
del santo Natale io continuo a pensare ai volti senza sorriso dei bambini
che vivono lungo il percorso dell'oleodotto BTC, i quali motivi di
sorridere non ne riceveranno da tale ingiusto progetto" ha dichiarato
Zanotelli.

Ecco di seguito il testo integrale della lettera di Alex Zanotelli a
Corrado Passera, CEO di Banca Intesa


Dott. Corrado Passera
Amministratore Delegato e CEO di Banca Intesa
Via Monte di Pietà, 8 - 20121 Milano

e per conoscenza:
Dott. Giovanni Bazoli
Presidente Banca Intesa

Oggetto: coinvolgimento di Banca Intesa nell'oleodotto BTC


Gentile Dott. Passera,

Le scrivo per manifestarLe la mia più profonda preoccupazione circa un
eventuale coinvolgimento del gruppo Banca Intesa nel finanziamento
dell'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (BTC). Credo che il progetto rischi
seriamente di acuire le tensioni internazionali in tutta l'area del Caspio
e possa essere foriero di nuovi conflitti sulle risorse petrolifere, cosa
di cui il tormentato ed unico mondo che abbiamo non ha bisogno. Lavorare
per la pace, come modestamente il sottoscritto e tanti altri milioni di
persone comuni fanno nella vita di tutti i giorni, ci spinge a chiedere
anche a Lei un segnale personale concreto ed a rinunciare al finanziamento
del progetto. Crediamo che una tale decisione non passerà inosservata e
sarebbe finalmente un segnale di impegno e sensibilità da parte del settore
bancario, così oscuro ai più e molto criticato proprio negli ultimi mesi
per le sue operazioni controverse e non a vantaggio dell'economia reale e
del vero benessere di tutti.

Malgrado le dichiarazioni e le assicurazioni del consorzio BTC in merito
alle problematiche socio-ambientali legate alla realizzazione
dell'oleodotto, un'analisi più approfondita rivela come in merito a tali
questioni la condotta adottata sia stata assolutamente insoddisfacente.
Dettagliate analisi delle ONG internazionali dei documenti del progetto
hanno riscontrato che anche nella sua progettazione l'oleodotto è ben
lontano dai criteri della best practice internazionale in materia
ambientale e sociale. Due missioni sul campo condotte da organizzazioni
promotrici delle Rete di Lilliput lungo il percorso dell'oleodotto hanno
riscontrato delle divergenze sostanziali tra quello che è stato riportato
nei documenti relativi al progetto e quanto promesso alle comunità locali e
la realtà dei fatti.

Come ammesso recentemente dall'autorevole Amnesty International, le
promesse che il progetto avrebbe creato posti di lavoro per la popolazione
locale sono totalmente infondate. Le conseguenze sociali potrebbero
rivelarsi ancora peggiori, espropriando la terra a 30.000 contadini che se
la trasmettono da secoli senza essere in possesso di un titolo di proprietà
riconosciuto, e che non avrebbero quindi nessun rimborso, o nel migliore
dei casi un rimborso del tutto insufficiente per garantire la loro stessa
sopravvivenza. Così intere famiglie potrebbero essere costrette a migrare,
magari approdando in preda alla disperazione sulle nostre coste in maniera
illegale.

Inoltre, andando sul campo la società civile organizzata ha scoperto che:
- la maggior parte delle persone impattate non è stata significativamente
consultata in merito al progetto;
- i pagamenti delle compensazioni per i proprietari terrieri che sono stati
espropriati delle loro terre sono stati ben al di sotto dei costi dovuti;
- i sondaggi minimi sulle risorse ambientali e culturali sono stati quanto
meno affrettati: la maggioranza dei siti non è stata inventariata, e quelli
che sono stati visitati lo sono stati per un solo giorno.

E' di particolare preoccupazione il fatto che il Consorzio BTC non sia
assolutamente riuscito a considerare gli impatti del progetto sulle
minoranze etniche. C'è un cospicuo gruppo di minoranze etniche sul percorso
dell'oleodotto, specialmente in Georgia (per esempio armeni, greci, abkazi,
russi e nativi dell'Ossezia) che saranno negativamente impattati.
Non figura una sola volta la parola "curdo" nella valutazione di impatto
sociale del progetto.
Infatti, il Consorzio BTC si è rifiutato di applicare la Direttiva
Operativa 4.20 della Banca Mondiale sulle popolazioni indigene, l'unica
direttiva studiata specificamente per salvaguardare gli interessi delle
minoranze, nonostante il fatto che i curdi rientrino in tutti i criteri di
applicazione della Direttiva Operativa 4.20. La decisione di non applicare
questa normativa fa sì che i curdi e le altre minoranze etniche siano così
ingiustificatamente ed inutilmente vulnerabili.

Purtroppo le mie preoccupazioni non finiscono qui. Amnesty International ha
dichiarato che gli investimenti nel BTC probabilmente avranno un "effetto
di diminuzione della capacità di migliorare la situazione dei diritti umani
in Turchia".
Le ricerche condotte dalla società civile organizzata sulla sezione turca
dell'oleodotto hanno mostrato che:
- potenzialmente il progetto infrange la legge turca sull'esproprio in
almeno due punti;
- il progetto è in parziale o totale violazione degli standard
internazionali in 171 punti, che secondo gli accordi del progetto sono
richiesti dalla legge turca;
- vi è una significativa incertezza legale intorno agli accordi del
progetto, e ci sono preoccupazioni riguardo a conflitti tra gli accordi
stessi e gli impegni della Turchia a livello internazionale in merito
all'ambiente ed ai diritti umani.

Ma nel lungo periodo le conseguenze peggiori potrebbero però essere quelle
legali, visto che i contratti tra il consorzio e gli stati interessati - i
cosiddetti Host Government Agreements firmati dal consorzio BTC con i
governi che ospitano il progetto - sollevano le compagnie petrolifere da
qualunque responsabilità legale. Questi accordi, con valore superiore alle
leggi nazionali, permettono al Consorzio BTC di rifiutarsi di adeguare le
normative sociali o ambientali nella zona dell'oleodotto ad ogni legge che
i paesi attraversati dovessero approvare nei prossimi 40 anni.  Questi
accordi potrebbero addirittura violare le normative internazionali firmate
dai paesi, ed ostacolare l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea.
Sempre gli accordi tra il consorzio BTC e la Turchia danno la possibilità
alla Gendarmeria turca, una forza militare che si è macchiata delle
peggiori atrocità a danno delle minoranze curde negli ultimi 15 anni ed il
cui scioglimento è stato addirittura richiesto dal Consiglio d'Europa nel
luglio 2002, di intervenire, tra l'altro, in caso di "sabotaggio,
vandalismo, disturbo civile, estorsione commerciale, etc.". La vaghezza di
una definizione come "disturbo civile" è fortemente preoccupante in
relazione alla situazione in cui versa attualmente la parte orientale del
paese.

Più in generale, al di là dei rischi specifici, suscita forti
preoccupazioni il contesto politico e di ordine pubblico nei paesi che
dovrebbero essere attraversati dall'oleodotto. In una zona purtroppo già
scossa da ben 7 conflitti etnici e da forti instabilità politiche, come gli
eventi delle ultime settimane nei tre paesi dimostrano, la costruzione
dell'oleodotto sotto queste condizioni potrebbe rappresentare un ulteriore
ed importante fattore di tensione, se non di conflitto militare.

Infine, sarebbe da chiedersi per chi si fa tutto questo e chi avrà alla
fine il nuovo petrolio del Caspio. Le ricordo che il petrolio trasportato
dal BTC sarà destinato soltanto all'export verso i mercati occidentali e
passerà sotto la terra di villaggi che oggi hanno bisogno di energia,
specialmente nei freddi inverni del Caucaso. Il petrolio ancora una volta è
destinato soltanto all'opulente occidente ed una volta bruciato contribuirà
ad aumentare l'effetto serra, nonostante l'urgenza di porre un freno al
surriscaldamento del pianeta ed ai cambiamenti climatici.

Sono convinto che Banca Intesa, come primo gruppo bancario italiano, debba
non solo assumersi le responsabilità dei finanziamenti concessi da un punto
di vista ambientale e sociale prima ancora che economico e finanziario, ma
sia anche tenuta a dare l'esempio agli altri gruppi bancari nel nostro
paese, essendo Banca Intesa, a mia conoscenza, l'unica banca italiana
coinvolta nel finanziamento del progetto. Oggi finanziare il BTC per
interessi economici a breve termine esporrebbe a critiche e ad un elevato
rischio di reputazione nel lungo periodo il gruppo bancario che Lei dirige,
ignorando che la finanza storicamente è nata con una funzione di servizio
sociale che non può continuare ad essere disconosciuta dalle stesse banche
quando si parla di questioni cruciali per la vita quali la sostenibilità
ambientale e l'accesso al credito per i più poveri. Per questo Le chiedo di
non approvare prestiti o finanziamenti in alcuna forma per l'oleodotto BTC.

Sono fiducioso che Lei condivida la mia profonda preoccupazione, e che Lei
voglia difendere un'etica degli affari, rifiutando un prestito a questo
progetto che è in aperto conflitto con le leggi nazionali e le best
practice internazionali e soprattutto potrà essere foriero di nuovi
conflitti e nuove guerre. Recentemente Banca Intesa ha sponsorizzato
l'iniziativa di solidarietà la "Banca del Sorriso" in Italia. In questi
giorni di vigilia del santo Natale io continuo a pensare ai volti senza
sorriso dei bambini che vivono lungo il percorso dell'oleodotto BTC, i
quali motivi di sorridere non ne riceveranno da tale ingiusto progetto.

In attesa di una Sua cortese risposta, i miei più cordiali saluti ed auguri
per un Natale ed un 2004 di pace.

Alex Zanotelli