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Risultanze di un'inchiesta privata sulla strage di Nassiriya



Ad alcune persone, associazioni e istituzioni
ad alcuni mezzi d'informazione
 
PRIME ED ULTIME RISULTANZE
DI UN'INCHIESTA PRIVATA SULLA STRAGE DI NASSIRIYA
 
1. Queste sono le certe risultanze
di un'inchiesta privata sulla strage
di Nassiriya.
 
2. Ci siamo chiesti: sul luogo del delitto
chi trasse le vittime e le espose
all'agguato?
 
Ci siamo chiesti: quando una strage
in una sequenza si colloca di stragi
e' leggendo la sequenza che si coglie
chi muove i pezzi, li prende e li sacrifica
per quale piano, per quali vantaggi.
Quale partita si sta giocando qui?
Chi usa vite umane come scacchi?
 
Ci siamo chiesti: le vttime di guerra
di chi sono vittime?
Ci siamo chiesti: la guerra che uccide,
chi la scatena, chi ne trae frutto, chi
ne gode i profitti irrorati di sangue?
 
3. Abbiamo voluto ascoltare il coro dei morti.
Dei vivi il frastuono non ci ha distratto.
Sappiamo che sul luogo del delitto
torna poi l'assassino e con le fanfare. Sappiamo
che chi fa morire gli altri poi pretende
pronunciarne funebre l'elogio. Sappiamo
che chi altri fa morire, per cupo lucro,
per ideologia bestemmiatrice, per algida ignavia,
altri ancora continuera' a far morire
se non lo si ferma.
 
4. E questo abbiamo concluso:
quali siano stati i sicari ci e' ignoto, non cosi'
i mandanti.
E chi abbia mandato i sicari ci e' ignoto, non cosi'
chi ha mandato le vittime a morire.
 
E anche questo abbiamo concluso:
prima che altri debbano morire
quei mandanti possiamo arrestare:
da se stessi si sono smascherati
ora essi devon essere arrestati.
 
5. Era illegale mandare italiani in armi
nell'Iraq in guerra. Tutti
sapevamo che era illegale, sapevamo che era criminale.
 
Perche' si e' permesso al governo e al parlamento
di condannare questi innocenti a morte?
 
Perche' il presidente della Repubblica Italiana
non ha loro salvato la vita? Era suo dovere,
era in suo potere. Morire li ha lasciati.
 
Perche' nessun magistrato ha impedito quel crimine
che e' all'origine di questa strage ancora?
 
Era illegale mandare italiani in armi
nell'Iraq in guerra. Ora tornano essi nelle casse
non piu' vivi, inerti, per sempre
privati della luce dei giorni.
 
6. Perche' non abbiamo saputo salvarli?
Perche' non abbiamo voluto salvarli?
 
7. Questa relazione inviamo alle piu' alte
cariche dello stato italiano, poiche' hanno diritto
di sapere di cosa li accusiamo.
 
Questa relazione inviamo ancora
ai magistrati cui gravoso incombe
ed urgente il dovere di perseguire
i mandanti italiani a tutti noti
della famosa strage di Nassiriya.
 
Questa relazione inviamo inoltre
a tante persone amiche e a tante
che amiche non sono ma che hanno
parimenti il diritto e il dovere
di conoscere questi risultati
della nostra inchiesta privata,
di valutare se meritino ascolto,
di decidere cosa sia in capo a loro fare.
 
Questa relazione inviamo infine
ai sopravvissuti,
e ai colleghi, agli amici, ai familiari
delle vittime, il loro dolore
tra tante cose dopo la strage avvenute
e' l'unica cosa degna, l'unica cosa umana:
in quel dolore e in null'altro noi troviamo
la nostra patria: la comune umanita'.
 
Peppe Sini
responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
 
Viterbo, 16 novembre 2003
 
Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. e fax 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it