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Educare gli spammer: Grafichepetrilli.it




__[IxT]20031103-105. Educare gli spammer: Grafichepetrilli.it__

Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di 
ivorso e u.grassi.

Avete ricevuto anche voi un e-mail spammatorio da info@grafichepetrilli.it? 
Be', io sì, e probabilmente sono soltanto uno di duecentotrenta milioni di 
spammati da questi egregi signori.

Se siete stati bersagliati anche voi da Grafichepetrilli, vi invito a 
telefonare e scrivere loro dicendo (educatamente) di piantarla, perché 
quello che stanno facendo non solo è fastidioso: è illegale. Sarebbe, a mio 
parere, molto educativo far capire loro come si sente uno spammato, 
intasandogli il telefono e la mailbox di proteste. E questo è legale: hanno 
chiesto loro di essere contattati.

Vi racconto cos'è successo quando mi hanno spammato: è un esempio luminoso 
dell'atteggiamento disinvolto di certe aziende di casa nostra.

Stamattina, non appena ricevuto il loro e-mail di spam, ho inviato a 
info@grafichepetrilli.it un e-mail di diffida standard, che uso 
sistematicamente per gli spammer italiani (con quelli non italiani è 
inutile in quanto fuori giurisdizione).

La diffida, basata sull'ottimo lavoro di MaxKava 
(http://www.maxkava.com/spam/spam_intro.htm), cita gli estremi della legge 
sulla privacy 675/96 e chiede di sapere in base a quale mia autorizzazione 
(non data) loro hanno il diritto di mandarmi comunicazioni commerciali e 
ricorda che "l'11 Gennaio 2001, il dott. Rodotà, Garante per la protezione 
dei dati personali, ha stabilito ufficialmente che, in mancanza di 
esplicito e preventivo consenso, è ILLEGITTIMO utilizzare e-mail prelevate 
da newsgroup, forum, pagine web, mailing-list in quanto gli stessi NON sono 
soggetti ad alcun regime giuridico di piena conoscibilità da parte di 
chiunque (ovvero NON fanno parte dei cosiddetti elenchi pubblici)" e che 
"vi sono sanzioni amministrative e penali (arresto sino a tre anni) 
previste per chi viola la legge 675/96". Se a qualcuno interessa il testo 
integrale della diffida, lo posso pubblicare nella newsletter.

Indovinate cos'è successo? La mia diffida è stata respinta da 
info@grafichepetrilli.it perché _io_ sarei uno spammer. Infatti il 
messaggio di risposta contiene un bel "553 5.3.0 <topone@pobox.com>... 550 
We don't accept mail from spammers". Noi non accettiamo e-mail dagli 
spammer. Però spammiamo allegramente gli altri. Che faccia tosta.

E così ho telefonato alla Grafiche Petrilli, il cui indirizzo è 
International Print, Vico Forno 18, 18039 Ventimiglia (IM) e il cui numero 
di telefono è 0184 352483. Citare questi dati non è violazione della legge 
sulla privacy in quanto questi dati sono reperibili negli elenchi pubblici 
(ad esempio la guida del telefono oppure Pronto.it), mentre il mio 
indirizzo di e-mail, come probabilmente il vostro, non lo è.

Innanzi tutto, per evitare il rischio che si trattasse di un attacco 
spammatorio perpetrato da terzi, ho chiesto conferma del fatto che fossero 
stati davvero loro ad inviare la comunicazione commerciale via e-mail. Una 
volta ricevuta la conferma, ho chiesto alla persona che mi ha risposto se 
aveva l'autorizzazione a mandarmi comunicazioni non richieste in base alla 
legge 675/96.

Panico. Mi ha passato un'altra persona, alla quale ho chiesto ulteriore 
conferma e ho ribadito che il loro comportamento è illegale e che 
desideravo parlare con il loro responsabile del trattamento dati. 
Ri-panico: mi è stata passata una terza persona, che si è qualificata come 
il responsabile suddetto. Mi sono presentato e ho chiesto per la terza 
volta in base a quale mia ipotetica autorizzazione mi avessero spammato.

Il rappresentante della International Print/Grafiche Petrilli si è difeso 
dicendo che a suo avviso non era necessaria alcuna autorizzazione, perché 
il messaggio spammatorio non conteneva offerte commerciali ma era 
"informativo". Non cavilliamo, gli ho risposto: non è il contenuto del 
messaggio che conta. Conta il fatto che loro non sono stati autorizzati a 
mandarmi e-mail. Vogliamo discuterne di fronte al Garante della Privacy? A 
me sta bene: se perdono, pagano loro.

Gli ho ricordato educatamente che il Garante ha già condannato altri 
spammer come loro, a suon di 250 euro per utente spammato. Questo lo ha 
indotto a più miti consigli: si è offerto di rimuovere il mio indirizzo dal 
suo elenco di indirizzi, e mi ha detto candidamente che ha acquistato un CD 
pieno di 230 milioni di indirizzi da una società italiana, la Infolabel (di 
cui stranamente non vi è traccia né in Rete né negli elenchi pubblici) e 
che quindi credeva di essere in regola. Ma la legge non ammette ignoranza, 
neppure per gli spammer.

Gli ho dato il mio indirizzo (tanto ce l'aveva già) e gli ho detto che in 
via amicale ritenevo soddisfacente la sua offerta, ma che per il suo bene 
gli conveniva evitare ulteriori azioni di spamming come questa: altri 
utenti, meno concilianti di me, potrebbero presentare denuncia al Garante e 
far pagare a Grafiche Petrilli i famosi 250 euro a testa.

Insomma, tutto il parlare che si è fatto di leggi sulla privacy, norme 
antispam e quant'altro non è servito a nulla a questi signori. Se volete 
aiutarmi a chiarire loro le idee e a diffondere la cultura dell'antispam, 
scrivete a

info@grafichepetrilli.it

oppure telefonate allo

0184 352483

e chiedete cortesemente di parlare con il responsabile del trattamento 
dati, per invitarlo a leggersi la legge 675/96 e ad astenersi da ulteriori 
comunicazioni commerciali non autorizzate.

Non occorre essere scortesi: sarà il numero delle proteste, non la loro 
violenza, a educare questo spammer. Poi raccontatemi com'è andata.

La speranza è che una volta ripresosi dalla reazione al suo spamming, ne 
parli in giro con i suoi colleghi (se e quando il suo telefono smetterà di 
squillare e riuscirà a vuotare la sua casella di e-mail) e diffonda anche 
lui il messaggio: imprenditori italiani, non spammate.

Altrimenti ci arrabbiamo.

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(C) 2003 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net).
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Paolo Attivissimo         Traduttore tecnico, divulgatore informatico
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