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Crocifissi pret-a-porter
- Subject: Crocifissi pret-a-porter
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
- Date: Sun, 02 Nov 2003 16:21:10 +0100
Un po' di dubbi contro la guerra dei simboli
CROCIFISSO PRET-A-PORTER
Articolo di Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
Una serie di domande per ragionare sull'uso strumentale della religione a
fini politici. Il crocifisso diventa un simbolo "facile da portare", da
indossare quando conviene per poi metterlo nell'armadio quando la coerenza
chiede qualcosa di piu' delle parole a vuoto che fischiano nei microfoni.
1) Come mai don Lorenzo Milani, un santo scomodo che la fiction Rai ha
trasformato in un "santino" buono per tutte le stagioni, aveva tolto il
crocifisso dalla sua scuola di Barbiana per metterlo in un'altra stanza?
Neera Fallaci, nel libro "Vita del prete Lorenzo Milani" racconta che don
Lorenzo "tolse il crocifisso perché non doveva esserci neppure un simbolo
che facesse pensare che quella era una scuola confessionale. Lì c'erano
solo uomini che studiavano e discutevano per la propria elevazione civile e
morale". Perche' nessuno da' voce ai sacerdoti e ai cristiani che sono
d'accordo con don Lorenzo?
2) Come mai la televisione ha assegnato il ruolo di paladino della scuola
laica ad una persona che si presta benissimo ad interpretare la parte del
"diverso", dello "straniero", del "musulmano", dell'"anticlericale",
alimentando i sentimenti di odio e di contrapposizione legati alla presenza
dei migranti in Italia?
3) Come mai le forze politiche di sinistra che si battono per avere delle
scuole con pareti "laiche" sono le stesse che quando erano al governo hanno
di fatto spianato la strada ai finanziamenti pubblici destinati alle scuole
confessionali?
4) Come mai le forze politiche di destra che oggi sono pronte a fare
barricate per difendere i simboli della cristianita' non hanno mosso un
dito per migliorare le condizioni dei carcerati dopo essersi spellati le
mani in parlamento di fronte alla richiesta di indulto formulata dal sommo
pontefice?
5) Come mai ci si accapiglia per tenere o per rimuovere un crocifisso in un
luogo frequentato da bambini, mentre a nessuno importa di cosa viene appeso
alle pareti di ospedali, uffici pubblici, caserme, biblioteche, questure,
tribunali e altri luoghi dove la "cristianita'" o la laicita' della nazione
potrebbero essere ugualmente affermate? Per caso c'entra qualcosa la
presenza nelle scuole di bambini, che immaginiamo come soggetti
influenzabili? Se e' cosi', perche' nessuno si vergogna di fare politica
sulla pelle dei bambini? Perche' questi bambini non vengono lasciati liberi
di crescere e ragionare valutando con serenita' l'esempio e le
testimonianze dei genitori cattolici, del maestro laico, del salumaio
musulmano e del bidello buddista, arrivando a maturare una scelta religiosa
consapevole e ben informata?
Per finire: non e' che tutta questa polemica sul crocifisso rischia di
alimentare solamente i fondamentalismi (musulmani e cristiani) mettendo in
secondo piano i veri sentimenti religiosi dei cattolici e i veri sentimenti
di civilta' del pensiero laico? Chi ci guadagna da questa esplosione di
odio e di intolleranza? Non e' che il circo della politica, dopo essersi
alimentato delle guerre tra poveri tra manifestanti antiglobalizzazione e
poliziotti globalizzati, adesso vuole nutrirsi della paura e della rabbia
che divide laici e religiosi, cattolici e musulmani?
Di fronte a questa vicenda, ho maturato solamente quattro personali
convinzioni: voglio trovare un crocifisso quando vado in chiesa, voglio
trovare una lavagna quando entro in una scuola, voglio trovare persone
serie quando vado in parlamento, voglio che il mio paese sia talmente
cristiano da poter accogliere senza odio, paura o diffidenza tutte le
religioni del mondo.
Un'ultima domanda: ma il ministro Moratti lo sapra' o no che in Italia ci
sono delle scuole rimaste senza crocifisso perche' non ci sono abbastanza
soldi?
Suggerimenti di lettura:
AA.VV.
E` L'ORA DELLE RELIGIONI
La scuola e il mosaico delle fedi
Editrice Missionaria Italiana
SCHEDA Online: http://www.emi.it/scheda.asp?nisbn=1012-1