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lettera di un intellettuale venezuelano di sinistra
In seguito "Le otto menzogne della propaganda di Chavez". Settori
dell'Europa vedono la realtà secondo l'ottica che spaccia Chavez. Per
questi settori, il Venezuela e pieno di razzisti, esiste un conflitto fra
ricchi e poveri, gli impresari sono dei fascisti e i media dei golpisti. E
tutto ciò non ha permesso al governo nazionalista di lottare contro la
corruzione, un governo a favore delle classi popolari che subiscono il
vandalismo di una minoranza che intende far fuori il progetto pacifico e
rivoluzionario del governo. -Manuel Caballero
L'autore di questa lettera, Antonio Sanchez Garcia, è professore titolare
di Storia Contemporanea dell'Universidad Central de Venezuela, essendo
anche stato direttore della cattedra di Storia della stessa università. Ha
ottenuto il Premio Nacional de Periodismo e il Premio Nacional de Historia,
così come il Premio Bienal Simon Bolivar per la sua carriera accademica. È
autore di più di cinquanta libri pubblicati in Venezuela e altri paesi,
costituendo il primo autore venezuelano editato dalla Cambridge University
Press. Fu imprigionato ed esiliato durante la dittatura militare [di Perez
Jimenez], militante comunista per 18 anni, membro fondatore del movimento
al socialismo nel 1970, oggi indipendente.
Allego l'articolo apparso nel quotidiano venezuelano El Universal, tradotto
al Italiano
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Dittatura o democrazia
Il dilemma del Venezuela
Antonio Sanchez Garcia
Conflittualita' / lettera di un intellettuale venezuelano di sinistra ai
suoi colleghi europei
In seguito "Le otto menzogne della propaganda di Chavez". Settori
dell'Europa vedono la realta' secondo l'ottica che spaccia Chavez. Per
questi settori, il Venezuela e pieno di razzisti, esiste un conflitto fra
ricchi e poveri, gli impresari sono dei fascisti e i media dei golpisti. E
tutto cio' non ha permesso al governo nazionalista di lottare contro la
corruzione, un governo a favore delle classi popolari che subiscono il
vandalismo di una minoranza che intende far fuori il progetto pacifico e
rivoluzionario del governo.
Manuel Caballero
Antonio Sanchez Garcia e' professore titolare di Storia Contemporanea
dell'Universidad Central de Venezuela, essendo anche stato direttore della
cattedra di Storia della stessa universita'. Ha ottenuto il Premio Nacional
de Periodismo e il Premio Nacional de Historia, cosi' come il Premio Bienal
Simon Bolivar per la sua carriera accademica. È autore di piu' di cinquanta
libri pubblicati in Venezuela e altri paesi, costituendo il primo autore
venezuelano editato dalla Cambridge University Press. Fu imprigionato ed
esiliato durante la dittatura militare [di Perez Jimenez?, militante
comunista per 18 anni, membro fondatore del movimento al socialismo nel
1970, oggi indipendente.
1. Nel Venezuela si confrontano una minoranza bianca contro una maggioranza
scura difesa da Chavez.
Falso: Venezuela e' infatti uno dei pochi paesi al mondo dove l'odio
razziale e religioso sono inesistenti. Di questo hanno dato fede da molto
tempo anche organizzazione internazionali come l'UNESCO. E il punto non e'
che i venezuelani siamo migliori di altri popoli, ma la questione ha una
spiegazione storica: la guerra d'indipendenza (1810-1821) e le
interminabili guerre civili (1830-1903) hanno letteralmente fatto fuori i
bianchi. Al giorno d'oggi il Venezuela non e', come molti paesi europei, un
paese "multi-culturale", ma un paese meticcio. C'e' un detto che conferma
che tutti i venezuelani siamo di carnagione "caffe'-latte", e quasi senza
eccezioni, anche i presidenti venezuelani sono sempre stati "cafe' con leche".
2. Nel Venezuela c'e' uno scontro fra poveri e ricchi.
Falso: sarebbe stupido negare che nel Venezuela, come in tutto il mondo,
esistono classi sociali opposte e in lotta. Ma oggi la frontiera non e'
situata fra le classi alte e quelle basse, bensi' fra l'autoritarismo
personalista del governo di Chavez e il collettivismo democratico
dell'opposizione. Non neghiamo che in alcuni settori dell'opposizione
esistano persone di estrema destra, ma tali estremisti si trovano anche fra
il settore piu' militarista e "talebano" del chavismo.
E' ugualmente falso che il rifiuto verso Chavez provenga dal fatto che
l'oligarchia non sopporti che il Palazzo di Governo sia occupato da un
povero ragazzo dell'entroterra. Dal 1830 praticamente tutti i presidenti
venezuelani hanno avuto questo origine (con qualche breve eccezione nel
1859 e con Guzman Blanco nel 1870). Di Jose' Antonio Paez, primo presidente
del Venezuela, si diceva che era salito alla presidenza quando ancora
lavava i piedi allo "storpio" Manuelote (capomastro della tenuta dove Paez
era operaio). E uno dei pochi presidenti nato in una famiglia "per bene",
Antonio Guzman Blanco, nel 1870 minacciava sterminare ai suoi pari
dell'oligarchia conservatrice perfino come nucleo sociale.
3. Le classi popolari sono il sostegno di Chavez.
Questa e' una mezza verita': e' vero che Chavez a trovato il grosso dei
suoi voti fra i settori marginali delle grandi citta', grazie,
specialmente, alla sua sfrenata demagogia. Ma la risposta a questa frase
propagandistica merita interi paragrafi a parte.
Prima di tutto, l'appoggio di questi settori a un caudillo non lo converte
in un democratico o un rivoluzionario. Altrimenti da dove proveniva il
grosso degli elettori di Le Pen in Francia? Forse si dimentica che il voto
comunista, in altri tempi solido, si e' voltato in blocco verso Le Pen?
In secondo luogo, uno dei settori che si oppone con piu' fierezza e
combattivita' e' di fatti la classe operaia organizzata. E non si tratta
solo del sindacalismo riformista, ma anche dei leader piu' celebri della
classe operaia piu' radicale.
Finalmente, fra i settori marginali, fra gli indigenti, si riduce pure a
vista d'occhio il supporto a Chavez. Lo prova di questo risiede nella sua
incapacita' per chiamarli alla strada, come lo faceva tempo fa. Mentre
l'opposizione concentra milioni di persone nelle piu' grandi manifestazioni
mai viste nella storia dell'America Latina, il governo riesce appena a
chiamare in piazza piccoli gruppi di teppisti armati fino ai denti, sorta
di "Fasci di combattimento" protetti dalle Forse Armate.
4. L'opposizione di Chavez e fascista e golpista.
Falso: dire che questo e' falso non e' sufficiente; in realta' e' la piu'
grossa menzogna e allo stesso tempo la maggiore esibizione di cinismo che
puo' dimostrare un regime. No si deve dimenticare che il tenente colonnello
Hugo Chavez Frias e' nato alla vita politica dopo che nel 1992 ha condotto
ben due sanguinosi colpi militari; se c'e' qualcuno che puo' essere
classificato come golpista e' indubbiamente lui (va anche detto che costui
si e' ben badato di salvarsi la pelle).
E non solo, una volta al potere Chavez cerco' di convertire questa data in
festa nazionale, insomma, elevare il colpo di stato alla categoria di
effemeridi patrie. Per quanto riguarda ai fascisti, e' stato proprio Hugo
Chavez Frias a proporre nel 1992 la convocazione ad una assemblea
costituente con quattro camere corporative seguendo il modello musoliniano:
una camera operaia, una camera imprenditoriale, una camera studentesca e
(certamente!) una camera militare. In piu', per molti anni il suo confesso
mentore intellettuale fu l'avventuriero Norberto Ceresole, autore della
teoria della distruzione delle istituzioni democratiche per sostituirle con
la triade Caudillo-Esercito-Popolo. L'autore di questo pasticcio alla
Fuhererprinzip e' anche un confesso e orgoglioso nemico degli ebrei chi per
la prima volta nei cinquecento anni di storia venezuelana si e' permesso di
fare propaganda antisemita (lui stesso ha precisato in diverse
opportunita': "Io non sono antisemita ne anti-israeliano, io sono anti-ebreo).
Di fronte a questo l'opposizione "golpista" ha messo in piazza milioni dei
suoi sostenitori. L'11 Aprile 2002 Chavez fu cacciato dal potere dopo che
la piu' grande manifestazione della nostra storia fu disgregata dai bulli
armati del governo. L'alto comando militare obbligo' Chavez a dare le
dimissioni, cosa che lui accetto' a patto che gli si permettesse l'esilio,
piu' un compenso di sette milioni di dollari (questo ultimo si disse senza
che ne' lui ne' nessuno sei suoi lo smentisse).
La prova che non c'e' stato un colpo di stato risiede nei fatti che
nessuna Corte Suprema controllata dall'Esecutivo si azzardo' a considerarlo
tale, e che subito dopo che l'esercito lo ha rimesso in potere, Chavez ha
designato Ministro della Difesa allo stesso generale che gli aveva
richiesto le dimissioni! Il primo attestatore che l'opposizione non e'
affatto fascista e' il proprio Chavez si beffa di questa perche' manca d'un
leader (un Duce, un Fuher, un Caudillo per grazia di Dio) per fargli
opposizione. Nella Coordinadora Democratica [dell'opposizione partecipano
sia i dirigenti dei sindacati sia quelli dell'imprenditoria; vi partecipano
anche partiti politici storici e nuovi, uno di centro-destra come Primero
Justicia, altri di centro-sinistra come MAS e Union, eppure quelli di
estrema sinistra come La Causa Radical y Bandera Roja; inoltre, partecipano
anche una miriade di ONG.
Esiste la tendenza di rimproverare alla Coordinadora Democratica di essere
un po' lenta nel prendere le decisioni; ma e' proprio perche' essa
racchiude intense discussioni fra numerosi e molto diversi fattori, fra
numerose e molto diverse opinioni. Finalmente, non risulta un po' strano
che un'opposizione fascista richieda elezioni instancabilmente e che un
governo democratico si neghi a convocarle?
5. Il governo di Chavez e' civile, legittimo, legale e risultato dalla
sovranita' popolare.
Un'altra mezza verita': o, a questo punto, un po' (molto) meno di una mezza
verita'. Nessuno pretende discutere che infatti Chavez fu eletto
popolarmente, come nel suo momento lo sono stati Hitler, Mussolini e
Fujimori. Ma il processo della sua delegittimazione e' iniziato fin
dall'inizio del suo mandato; ha fatto cambiare le regole del gioco per
stabilire che il suo mandato, originalmente di cinque anni improrogabili,
si estendessero a sei con rielezione immediata, e che a diario minaccia con
estendere ancora fino il 2021.
D'altronde, Chavez fu eletto per presiedere un governo civile. Invece ha
concentrato tutti i poteri nelle sue mani, e ha persino riempito
l'amministrazione pubblica da cima a fondo con militari attivi. Di modo che
il suo governo e', stricto sensu, un governo militare. O peggio ancora,
militarista: per prima volta da quando e' stato abolito nel 1830, ha
ristabilito lo statuto militare.
Il governo di Chavez ha cessato di essere un governo legale per mezzo di
quello che una volta il Presidente Francois Mitterand ha chiamato "il colpo
di stato permanente". Non ha soltanto ordinato pubblicamente alle sue Forze
Armate di rinnegare le decisioni giudiziali quando esse gli fossero
sfavorevoli, ma ha anche, violentando la Costituzione e ignorando
l'indipendenza dei Poteri, sconosciuto il Potere Municipale nel intervenire
la Policia Metropolitana con l'obbiettivo svergognatamente manifesto di
impedire che queste polizie fossero in grado di proteggere ai cittadini dai
vandalismi del suo apparato paramilitare (i cosi detti circulos bolivarianos).
Finalmente, Chavez e' salito al potere rievocando costantemente la volonta'
del popolo sovrano. Ma oggi no solo si nega a consultarlo, ma ha anche
affermato, molto paladinamente, che anche se il 90% del elettorato li
chiede le dimissioni in un referendum consultivo, lui non lo fara'.
6. Chavez lotta contro la corruzione.
Falso: il governo Chavez e' uno dei piu' corrotti che il Venezuela non
abbia mai conosciuto nella sua storia repubblicana. Questa non e' un'accusa
fatta nell'aria. A parte le cifre che tutta l'opinione venezuelana conosce,
c'e' un fatto di facile verifica. Non c'e' governo al mondo che non soffra,
in piu' o in meno, dai flagelli della corruzione. L'unico modo di
contenerlo e' di stabilire la maggiore quantita' possibile di controlli
istituzionali e sociali. Orbene, lo caratteristico del chavista e' infatti
la annullazione de qualunque controllo, particolarmente nelle spese delle
Forze Armate.
7. Nel Venezuela esiste liberta' di espressione.
Un'altra mezza verita': nel Venezuela di Chavez esiste, grazie a una lunga
tradizione originata dal 1936, liberta' di opinare, e chi scrive queste
parole fa fede di questo fatto. Ma non esiste la liberta' di informare;
nessun regime venezuelano ha conosciuto tante aggressioni contro i
comunicatori sociali, da le sedi dei mezzi di comunicazione ai giornalisti
della strada. Queste aggressioni si sono generate in un volume tale da
provocare l'inquietudine delle Nazioni Unite. I giornalisti sono gia'
sistematicamente l'oggetto delle aggressioni dei teppisti chavisti elle sue
forze armate, che oggi giorno il giubbotto antiproiettili e' parte
dell'indumento dei giornalisti, assieme alla penna, il block notes o il
registratore.
8. Il Governo di Chavez e' nazionalista.
Falso: come tutti i fascismi, il regime chavista sfrutta ad nauseam un
patriottismo trombettiere, basato sull'idolatria al Libertador Simon
Bolivar, che cita alla cieca, tanto quanto lo faceva nel suo momento il
tiranno Juan Vicente Gomez. Ma nei fatti, nessuno ha mai fatto tanti sforzi
per consegnare gli interessi del Venezuela ai capitali stranieri. Non e'
soddisfatto con la distruzione della nostra principale industria, la
corporazione petroliera che pretende gestire con tecnici importati dalla
Argelia, Libia e Cuba, ma consegna anche la amministrazione del gas
naturale a ditte straniere in condizioni che non si conoscevano dalla morte
di Juan Vicente Gomez.
Queste sono, dunque, otto menzogne del chavismo. Ma l'elenco non finisce
qui, perche' una delle caratteristiche di questo apprendista di caudillo e'
quella di essere un bugiardo compulsivo.