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[AI] Il Papa: "Mi rallegro della Marcia Perugia-Assisi"



MARCIA PACE: PAPA, EUROPA E PACE, L'UNA RICHIAMA L'ALTRA

ASSISI (PERUGIA), 12 OTT - ''Mi rallegro con gli organizzatori e i 
protagonisti della Marcia Perugia-Assisi che in questa benemerita 
iniziativa hanno voluto unire le due dimensioni: l'Europa e la pace. 
Potremmo dire che esse si sostengono a vicenda: l'una richiama l'altra''. 
E' quanto sottolinea Giovanni Paolo II in un messaggio letto dal vescovo di 
Assisi, mons. Sergio Goretti, dal loggiato del Sacro Convento, ai 
partecipanti alla Marcia per la pace Perugia-Assisi. ''Da giovane - scrive 
il Papa - ho potuto constatare per esperienza personale il dramma di 
un'Europa priva della pace. Cio' mi ha ancor piu' spinto ad operare 
instancabilmente perche' l'Europa ritrovasse la solidarieta' nella pace e 
divenisse, tra gli altri Continenti, artefice di pace, dentro e fuori dei 
suoi confini. Sono convinto che si tratta di una missione da riscoprire in 
tutta la sua forza ed urgenza. E' necessario che il Contienete europeo, 
rifacendosi alle sue nobili tradizioni spirituali, sappia spendere con 
generosita', a favore dell' intera umanita', il suo ricco patrimonio 
culturale maturato alla luice del Vangelo di Cristo. E' questo l'auspicio 
che affido alla materna intercessione di maria, regina della pace, e di san 
Francesco, profeta di pace''.

Nel messaggio il Papa ricorda che ad Assisi, nel 1986, per la prima volta, 
invito' ''per un significativo incontro i responsabili delle varie 
religioni. Oggi, come allora - prosegue il pontefice - ho davanti agli 
occhi la grande visione del profeta: tutti i popoli in cammino dai diversi 
punti della Terra per raccogliersi attorno a Dio come un'unica, grande 
famiglia. E' il sogno della speranza che spinse il mio venerato 
Predecessore, il beato Giovanni XXIII, a scrivere la 'Pacem in terris', di 
cui ricordiamo quest'anno il quarantesimo anniversario, e che codesta 
marcia della pace intende commemorare''. ''Occorre riconoscere - sottolinea 
Giovanni Paolo II - che forse in questi anni non si e' investito molto per 
difendere la pace, preferendo piuttosto, talora, destinare ingenti risorse 
all'acquisto di armi. E' stato come se si 'sprecasse' la pace. Non poche 
speranze si sono spente. La cronaca quotidiana ci ricorda che le guerre 
continuano ad avvelenare la vita dei popoli, soprattutto dei Pesi piu' 
poveri. Come non pensare alla persistente violenza che insanguina, ad 
esempio, il medio Oriente e, in particolare, la Terra Santa? Come restare 
indifferenti di fronte ad un panorama di conflitti che si allarga sempre 
piu' e interessa varie parti della terra?''. ''Che fare? Malgrado le 
difficolta' - afferma il Papa - non bisogna perdere la fiducia. E' doveroso 
continuare ad operare per la pace, ad essere artefici di pace. La pace e' 
un bene di tutti. Ciascuno - conclude Giovanni Paolo II - e' chiamato ad 
essere costruttore di pace nella verita' e nell'amore''.
ANSA 12/10/2003 16:18



"Occorre riconoscere che forse in questi anni non si è investito molto per 
difendere la pace, preferendo piuttosto, talora, destinare ingenti risorse 
all'acquisto di armi. È stato come se si 'sprecasse' la pace. Non poche 
speranze si sono spente. La cronaca quotidiana ci ricorda che le guerre 
continuano ad avvelenare la vita dei popoli, soprattutto dei Paesi più 
poveri". (dal messaggio di Giovanni Paolo II ai partecipanti alla marcia 
della pace 'Perugia - Assisi)
(agenzia Misna)