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[AI] - DOPO CANCUN: Sintesi dell ’intervento di Irene Leon – Equador (Via Campesina)
- Subject: [AI] - DOPO CANCUN: Sintesi dell ’intervento di Irene Leon – Equador (Via Campesina)
- From: gubi@olografix.org
- Date: Sat, 11 Oct 2003 11:18:49 +0200 (CEST)
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Venerdì 10 ottobre 2003 h. 15.30
V Assemblea dell’Onu dei Popoli
Seminario
DOPO CANCUN: Il futuro del commercio internazionale dopo il WTO
Sintesi dell’intervento di Irene Leon – Equador (Via Campesina)
Via Campesina ha manifestato all’esterno del WTO pur appoggiando altre
campagne come “Questo mondo non è in vendita” che si trovavano dentro “il
palazzo”.
Irene è persuasa che dopo Cancun il WTO non potrà più essere lo stesso a
causa della testimonianza di compattezza e da parte dei paesi poveri e dei
movimenti sociali. A Cancun i paesi del sud del mondo, facendo resistenza
hanno messo in luce le proprie esigenze. La conferenza si è scomposta,
mettendo in dubbio la legittimità del WTO. Con forte indignazione USA e UE
hanno buttato la colpa del fallimento sugli altri paesi. I commenti delle
potenze sono stati che il fallimento del vertice avrebbe penalizzato
proprio i paesi poveri. Si è parlato di WTO medievale: “infatti” completa
Irene “il WTO è un’istituzione medievale, in quanto impone lo schiavismo
come nel Medio Evo”.
In questo vertice è stata unanimemente riconosciuta la centrale importanza
dell’agricoltura negli equilibri e proprio le forze del movimento
contadino hanno caratterizzato l’azione di contestazione. La repressione è
stata molto forte, come capita in queste situazioni. La campagna è stata
stigmatizzata dalla stampa messicana nel periodo precedente al vertice. Ma
il movimento si è espresso secondo modalità pacifiche. E’ stato distrutto
un muro che delimitava una zona interdetta senza che fosse scagliata una
pietra e alle forze dell’ordine sono stati distribuiti fiori bianchi,
accompagnando il gesto con la spiegazione delle proprie motivazioni di
disaccordo.
Verso la fine del vertice non c’era un movimento sociale che non fosse
d’accordo col movimento campesino. Persino il rappresentante italiano al
WTO, D’Urso, si è recato nella piazza dove si è immolato il campesino
coreano per incontrare i rappresentanti del movimento.
Per l’America latina e paesi caraibici questa debacle rappresenta
l’opportunità di una coalizione futura. Si profilano possibili accordi
regionali e subregionali. Da parte dei paesi ricchi viene invece paventata
la rivendicazione del bilateralismo in luogo del multilateralismo.
Di fatto vari paesi del sud stanno sviluppando strategie con altri paesi.
I vertici del WTO i paesi ricchi hanno usato l’arma della lusinga o del
ricatto nei confronti dei paesi poveri. Per questo, noi paesi del Sud
celebriamo la vittoria dell’onore e della dignità.
Nei movimenti c’è chi dice no al WTO. Il WTO è un’organizzazione che è
nata al di fuori del rispetto dei diritti umani e non considerando le
leggi vigenti nei paesi. E’ un’organizzazione autoritaria e cercare di
migliorarla sarebbe come cercare di migliorare il fascismo.
Per cui diciamo no al WTO.
Sintesi a cura di Unimondo