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Nigeria: Amnesty International esprime soddisfazione perl'annullamento della condanna a morte di Amina Lawal. Ma l'uso delleleggi discriminatorie rimane una questione aperta



Gent.mi tutti,

    vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
    Amnesty International:

  Nigeria: Amnesty International esprime soddisfazione per l'annullamento della
condanna a morte di Amina Lawal. Ma l'uso delle leggi discriminatorie
rimane una
questione aperta



    Grazie per la cortese attenzione

    Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
    Amnesty International Ufficio Stampa
    Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it








ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPO REDATTORE ESTERI

COMUNICATO STAMPA
	        CS130-2003                                   

NIGERIA: AMNESTY INTERNATIONAL ESPRIME SODDISFAZIONE PER L'ANNULLAMENTO
DELLA CONDANNA A MORTE DI AMINA LAWAL. MA L'USO DELLE LEGGI DISCRIMINATORIE
RIMANE UNA QUESTIONE APERTA

Amnesty International ha espresso soddisfazione per la decisione odierna,
da parte della corte d'appello della sharia dello stato nigeriano di
Katsina, di annullare la condanna a morte di Amina Lawal, emessa il 22
marzo 2002. Secondo quanto dichiarato dal suo collegio di difesa, Amina
Lawal è stata rimessa in libertà poiché né la condanna né la confessione
sono state giudicate valide e dunque non è stata provata la commissione di
alcun reato.

"Il caso di Amina Lawal non avrebbe mai dovuto essere trattato in un
tribunale. Nessuna persona dovrebbe vivere un'esperienza del genere" - ha
dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty
International.

L'organizzazione per i diritti umani si è detta felice per la mobilitazione
delle organizzazioni femminili, che hanno condannato con forza le
discriminazioni di genere su cui si basano alcune sentenze delle corti
della sharia in Nigeria. Contemporaneamente all'annullamento del verdetto
di Amina Lawal, ricorda Amnesty International, rimane in corso un altro
appello relativo a una condanna a morte nei confronti di Fatima Usman e
Ahmadu Ibrahim, sempre da parte di una corte della sharia nello stato di
Niger.

"La pena di morte è l'estrema violazione del diritto alla vita e
costituisce una punizione crudele inumana e degradante, sempre e comunque.
Amnesty International chiede al governo e alla società civile della Nigeria
di cogliere questa occasione e affrontare un problema che è causa di danni
e sofferenza inutili per molti cittadini nigeriani," ha aggiunto Bertotto.

Per Amnesty International, il governo federale della Nigeria dovrebbe
assumere l'iniziativa di abolire la pena di morte ed emendare le parti
della legislazione - federale e locale, compresa quella della sharia -  che
prevedono la pena di morte e le punizioni crudeli, inumane e degradanti.
Amnesty International ricorda che punizioni quali la lapidazione, la
fustigazione e l'amputazione, previste nella nuova legislazione, sono
considerate trattamenti crudeli inumani e degradanti dal diritto
internazionale sui diritti umani. Esse sono in totale contrasto con la
Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, ratificata dalla Nigeria
nel giugno 2001.

Le relazioni sessuali extramatrimoniali tra adulti consenzienti non possono
essere considerate reati penali. Il Comitato sui diritti umani delle
Nazioni Unite ha affermato che "è incontestabile che gli atti sessuali in
privato tra adulti consenzienti rientrano nella sfera della riservatezza".
Incriminare e imprigionare donne a causa delle loro relazioni sessuali
viola il loro diritto alla libera espressione e associazione, alla libertà
dalla discriminazione e alla riservatezza. Amnesty International prosegue
dunque la propria campagna per l'abolizione di tutte le leggi
discriminatorie e contro la criminalizzazione di atti sessuali in privato
tra adulti consenzienti.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 25 settembre 2003
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa - Tel. 06 4490224 - 348 6974361