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INTERROTTA L'INAUGURAZIONE DEL WTO A CANCUN



Comunicato stampa Rete Lilliput - Questo mondo non è in vendita
Ufficio Stampa a Cancun: Luca Manes, Monica Di Sisto, Cristiano Lucchi
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60  +39 335/8426752

LA CAMPAGNA QUESTO MONDO NON E' IN VENDITA INTERROMPE L'INAUGURAZIONE DEL 
WTO A CANCUN
Non democratico, non trasparente, anti-sviluppo, obsoleto: le colpe del Wto 
nei cartelli di 50 attivisti che si sono alzati in piedi all'intervento del 
direttore generale Supachai Panitchadki

L'azione diretta della Campagna internazionale questo mondo non è in 
vendita rovina la festa al Wto. 50 attivisti di oltre 1000 organizzazioni 
del mondo, e tra loro i rappresentanti dei gruppi italiani della campagna, 
si sono alzati in piedi all'intervento del direttore generale del Wto 
Supachai.

"Wto: Undemocratic, anti-development, obsolete, untrasparent". Questi i 
testi dei cartelli che gli attivisti hanno mostrato al tavolo della 
presidenza interrompendo i discorsi introduttivi. In sala, tra gli altri 
attivisti, erano presenti testimonial internazionali come Lori Wallach e 
Walden Bello, e diversi rappresentanti della Campagna italiana Questo mondo 
non è in vendita: Andrea Baranes, Antonio Tricarico, Ugo Biggeri, Cristiano 
Lucchi, Luca Manes, Andrea Semplici e Monica Di Sisto.
L'azione diretta vuole richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica 
internazionale sul riproporsi in questa tornata negoziale di quei 
meccanismi che hanno trasformato il Wto da Seattle a Doha in una 
''istituzione medioevale - ha denunciato Walden Bello -, che fa gli 
interessi delle grandi imprese multinazionali piu' che in una 
organizzazione multilaterale del XXI secolo che favorisca uno sviluppo 
omogeneo in tutti i Paesi del mondo''.
I documenti preparatori, denuncia la Campagna, ''sono del tutto sbilanciati 
a favore degli interessi dei Paesi del Nord del mondo e sono stati redatti 
senza il consenso esplicito dei Paesi in via di sviluppo, che sono la 
maggioranza dei Paesi membri del Wto''.
Questo mondo non e' in vendita sostiene l'alleanza politica dei G21 contro 
l'arroganza e la non democraticita' di Ue e Stati Uniti che continuano a 
spingere per la liberalizzazione dei servizi e l'azzeramento delle tariffe 
industriali nel Sud, senza nulla cedere rispetto ai sussidi agricoli 
interni e per le esportazioni tanto preziosi per i grandi gruppi 
agroalimentari e dei servizi occidentali.