[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Privatizzazione dell'acqua: Zanotelli scrive a Prodi



Privatizzazione dell'acqua: Zanotelli scrive a Prodi

di p. Alex Zanotelli

fonte: fonte Giovani e missione



In vista del vertice WTO di Cancún Alex Zanotelli torna sul tema della 
privatizzazione dell’acqua in una lettera - inviata qualche mese fa al 
presidente della Commissione europea Romano Prodi - che ancora attende 
risposta.



Carissimo,
grazie di cuore per avermi così cordialmente ricevuto a Bruxelles nel 
tuo ufficio. È stata una gioia il conversare insieme. Quando ci 
lasciammo mi promettesti di impegnarti sul problema dell’acqua e mi hai 
chiesto di inviarti un pro-memoria. Eccolo.

Su iniziativa della Commissione, l'Unione europea

- ha adottato nel 2000 una Direttiva Quadro Acqua

- ha lanciato al Vertice di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile 
l'Iniziativa EU Acqua.

Si tratta di due atti notevoli e lodevoli.

La Direttiva Quadro rappresenta il primo testo organico di riferimento 
per una politica europea dell'acqua centrata sulla qualità dell'acqua. 
La Direttiva, si spera, avrà un'influenza positiva sulla lotta contro 
l'inquinamento agricolo ed industriale (ancora particolarmente 
elevato), contro gli sperperi e gli abusi, per un'educazione ed una più 
grande sensibilità dei cittadini ad usi "sostenibili" delle risorse 
idriche europee.

L'Iniziativa Acqua dell'EU è destinata soprattutto ad aiutare il 
continente africano a definire e a realizzare una migliore ed efficace 
gestione dei bacini idrografici del continente. Essa è stata accolta 
calorosamente dalla maggior parte degli Stati africani, malgrado certe 
critiche e reticenze - alcune delle quali giustificate - sulle modalità 
di finanziamento e la ristrettezza dei mezzi finanziari messi a 
disposizione dall'EU, o sulle condizioni di messa in attuazione 
dell'Iniziativa (certi paesi stimano che l'Iniziativa attribuisce un 
ruolo eccessivo e preponderante al settore privato).

Malgrado i due atti, la politica dell'acqua della Commissione suscita 
inquietudini e perplessità in tutti i paesi dell'Unione, in numerosi 
settori della società civile, per il fatto che la Commissione mostra di 
aver fatto sua, negli ultimi anni, una concezione ed una visione 
politica dell'acqua ispirata da logiche mercantilistiche e privatistiche.

La Commissione ha, in effetti, fatto suoi:

- il principio che l'acqua debba essere trattata principalmente come un 
bene economico, una merce che, come ogni altra merce, si può vendere e 
comprare e da cui si può e si deve trarre profitto. La mercificazione 
dell'acqua è un punto accettato dalla Commissione;

- il principio della liberalizzazione dei servizi dell’acqua. 
Rispettosa dei dettami relativi alla realizzazione del Mercato Unico 
interno, la Commissione ha favorito lo sviluppo della privatizzazione 
dei servizi dell’acqua nelle sue varie forme, privilegiando la 
privatizzazione secondo il modello PPP - Partenariato Pubblico Privato.

Essa ha così accompagnato ed assecondato il passaggio dalla gestione 
diretta dei servizi dell'acqua da parte dei poteri pubblici, via le 
imprese pubbliche municipali, alla gestione sia mista sia privata, 
contribuendo a smantellare - nel rispetto dei Trattati - i monopoli 
pubblici nazionali, regionali e locali, rimpiazzandoli con monopoli 
locali privati ed oligopoli privati nazionali ed europei;

- il principio della copertura da parte del consumatore, attraverso i 
prezzi di mercato, dei costi necessari ad assicurare il diritto di 
accesso all'acqua potabile per tutti, e ciò sulla base del principio 
del recupero del costo totale ivi compreso il ritorno sugli 
investimenti (quale che sia il regime pubblico o privato o misto della 
gestione). Si tratta di uno dei principi fondanti dell'economia 
capitalistica di mercato;

- il principio che l'accesso all'acqua potabile per le persone povere 
non fa parte dell'economia dell'acqua ma deve essere oggetto di una 
politica sociale ad hoc, mediante la creazione di un fondo "sociale" 
d'intervento in favore dei meno abbienti;

- il principio della quasi gratuità dell'acqua per usi irrigui e per 
usi industriali.

Inoltre la Commissione, secondo le domande trasmesse entro il 3O giugno 
2002 agli altri membri dell'OMC (WTO) in vista dei negoziati GATS 
(Accordo generale sul commercio dei servizi) è all'avanguardia dei 
paesi che richiedono la liberalizzazione dei servizi d'acqua; e ciò su 
pressione dell'European Services Forum di cui fanno parte le grandi 
imprese private dell'acqua europee che sono le più potenti imprese 
mondiali del settore (Suez, Vivendi, RWE-Thames Water, Danone...)

È chiaro che la Commissione dell'Unione Europea sta applicando una 
politica che riduce l'acqua a merce (che è una forma di "mercificazione 
della vita"). Politica fondata sulla liberalizzazione, 
deregolamentazione e privatizzazione dei servizi dell'acqua, totalmente 
opposta all'idea di un necessario "servizio pubblico europeo" dell'acqua.

Se quanto sopra descritto è considerato dalla Commissione come una 
descrizione corretta della realtà (come mi sembra esserlo) sono 
disponibile ad un incontro per sottomettere delle proposte precise. 
Queste sono premature fintanto che non v'è consenso sull'analisi della 
situazione e dei problemi.

Aspetto una tua risposta al più presto perché questo è un problema 
urgente e scottante.