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Privatizzazione dell'acqua: Zanotelli scrive a Prodi
- Subject: Privatizzazione dell'acqua: Zanotelli scrive a Prodi
- From: Enrico Marcandalli <ramalkandy@iol.it>
- Date: Wed, 10 Sep 2003 08:46:30 +0200
Privatizzazione dell'acqua: Zanotelli scrive a Prodi
di p. Alex Zanotelli
fonte: fonte Giovani e missione
In vista del vertice WTO di Cancún Alex Zanotelli torna sul tema della
privatizzazione dell’acqua in una lettera - inviata qualche mese fa al
presidente della Commissione europea Romano Prodi - che ancora attende
risposta.
Carissimo,
grazie di cuore per avermi così cordialmente ricevuto a Bruxelles nel
tuo ufficio. È stata una gioia il conversare insieme. Quando ci
lasciammo mi promettesti di impegnarti sul problema dell’acqua e mi hai
chiesto di inviarti un pro-memoria. Eccolo.
Su iniziativa della Commissione, l'Unione europea
- ha adottato nel 2000 una Direttiva Quadro Acqua
- ha lanciato al Vertice di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile
l'Iniziativa EU Acqua.
Si tratta di due atti notevoli e lodevoli.
La Direttiva Quadro rappresenta il primo testo organico di riferimento
per una politica europea dell'acqua centrata sulla qualità dell'acqua.
La Direttiva, si spera, avrà un'influenza positiva sulla lotta contro
l'inquinamento agricolo ed industriale (ancora particolarmente
elevato), contro gli sperperi e gli abusi, per un'educazione ed una più
grande sensibilità dei cittadini ad usi "sostenibili" delle risorse
idriche europee.
L'Iniziativa Acqua dell'EU è destinata soprattutto ad aiutare il
continente africano a definire e a realizzare una migliore ed efficace
gestione dei bacini idrografici del continente. Essa è stata accolta
calorosamente dalla maggior parte degli Stati africani, malgrado certe
critiche e reticenze - alcune delle quali giustificate - sulle modalità
di finanziamento e la ristrettezza dei mezzi finanziari messi a
disposizione dall'EU, o sulle condizioni di messa in attuazione
dell'Iniziativa (certi paesi stimano che l'Iniziativa attribuisce un
ruolo eccessivo e preponderante al settore privato).
Malgrado i due atti, la politica dell'acqua della Commissione suscita
inquietudini e perplessità in tutti i paesi dell'Unione, in numerosi
settori della società civile, per il fatto che la Commissione mostra di
aver fatto sua, negli ultimi anni, una concezione ed una visione
politica dell'acqua ispirata da logiche mercantilistiche e privatistiche.
La Commissione ha, in effetti, fatto suoi:
- il principio che l'acqua debba essere trattata principalmente come un
bene economico, una merce che, come ogni altra merce, si può vendere e
comprare e da cui si può e si deve trarre profitto. La mercificazione
dell'acqua è un punto accettato dalla Commissione;
- il principio della liberalizzazione dei servizi dell’acqua.
Rispettosa dei dettami relativi alla realizzazione del Mercato Unico
interno, la Commissione ha favorito lo sviluppo della privatizzazione
dei servizi dell’acqua nelle sue varie forme, privilegiando la
privatizzazione secondo il modello PPP - Partenariato Pubblico Privato.
Essa ha così accompagnato ed assecondato il passaggio dalla gestione
diretta dei servizi dell'acqua da parte dei poteri pubblici, via le
imprese pubbliche municipali, alla gestione sia mista sia privata,
contribuendo a smantellare - nel rispetto dei Trattati - i monopoli
pubblici nazionali, regionali e locali, rimpiazzandoli con monopoli
locali privati ed oligopoli privati nazionali ed europei;
- il principio della copertura da parte del consumatore, attraverso i
prezzi di mercato, dei costi necessari ad assicurare il diritto di
accesso all'acqua potabile per tutti, e ciò sulla base del principio
del recupero del costo totale ivi compreso il ritorno sugli
investimenti (quale che sia il regime pubblico o privato o misto della
gestione). Si tratta di uno dei principi fondanti dell'economia
capitalistica di mercato;
- il principio che l'accesso all'acqua potabile per le persone povere
non fa parte dell'economia dell'acqua ma deve essere oggetto di una
politica sociale ad hoc, mediante la creazione di un fondo "sociale"
d'intervento in favore dei meno abbienti;
- il principio della quasi gratuità dell'acqua per usi irrigui e per
usi industriali.
Inoltre la Commissione, secondo le domande trasmesse entro il 3O giugno
2002 agli altri membri dell'OMC (WTO) in vista dei negoziati GATS
(Accordo generale sul commercio dei servizi) è all'avanguardia dei
paesi che richiedono la liberalizzazione dei servizi d'acqua; e ciò su
pressione dell'European Services Forum di cui fanno parte le grandi
imprese private dell'acqua europee che sono le più potenti imprese
mondiali del settore (Suez, Vivendi, RWE-Thames Water, Danone...)
È chiaro che la Commissione dell'Unione Europea sta applicando una
politica che riduce l'acqua a merce (che è una forma di "mercificazione
della vita"). Politica fondata sulla liberalizzazione,
deregolamentazione e privatizzazione dei servizi dell'acqua, totalmente
opposta all'idea di un necessario "servizio pubblico europeo" dell'acqua.
Se quanto sopra descritto è considerato dalla Commissione come una
descrizione corretta della realtà (come mi sembra esserlo) sono
disponibile ad un incontro per sottomettere delle proposte precise.
Queste sono premature fintanto che non v'è consenso sull'analisi della
situazione e dei problemi.
Aspetto una tua risposta al più presto perché questo è un problema
urgente e scottante.