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La nonviolenza e' in cammino. 668
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 668
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac@tin.it>
- Date: Tue, 9 Sep 2003 02:09:01 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 668 del 9 settembre 2003
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: cosa ho trovato a Pisa
2. Documentazione: esposto del 24 febbraio 2003
3. Documentazione: appello ai sindaci del 27 febbraio 2003
4. Documentazione: lettera ai sindaci del 26 marzo 2003
5. Documentazione: bozza di ordinanza del 30 marzo 2003
6. Documentazione: esposto del 12 agosto 2003
7. Documentazione: lettera al Presidente della Repubblica del 22 agosto 2003
8. Documentazione: un'istigazione a non delinquere, del 22 febbraio 2003
9. Documentazione: blues del treno della morte, pubblicato il 23 febbraio
2003
10. Documentazione: sette criteri per l'azione diretta nonviolenta, del 25
febbraio 2003
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: COSA HO TROVATO A PISA
Lunedi' 8 settembre sono andato alla Procura di Pisa nella mia qualita' di
"persona offesa" a prendere visione del fascicolo e delle motivazioni della
richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore al giudice
per le indagini preliminari (in sigla: gip) in riferimento al mio esposto
del 24 febbraio 2003 presentato a quella e ad alcune altre Procure "contro i
responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale
bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra
illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un
intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al
sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei
responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'".
Come "persona offesa" promotrice del procedimento, ed avendone fatto
esplicita richiesta nel mio esposto, il 2 settembre mi e' stata notificata
la decisione del sostituto procuratore, con la possibilita' di proporre
opposizione nel termine di dieci giorni.
Per valutare se ve ne fossero motivo e condizioni appena ho potuto sono
andato a Pisa a leggere gli atti ed estrarne copia.
Ed ecco il risultato.
*
Tutta l'attivita' di indagine presente nel fascicolo pare essere stata
espletata a Roma e ridursi in sostanza a una nota di un solo foglio della
Questura di Roma del 5 aprile 2003 indirizzata alla Procura di Roma, il cui
testo integrale e' il seguente:
"Oggetto: Esposto presentato da Sini Giuseppe
Con riferimento alla delega di indagini di codesta A. G. [Autorita'
Giudiziaria] del 3 u. s. [ultimo scorso] si rappresenta che i fatti esposti
dal nominato in oggetto, direttore del Centro di Ricerca per la Pace di
Viterbo, noto per le sue iniziative pacifiste e da ultimo per la diffusione
di opuscolo intitolato 'Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle
mongolfiere per la pace, con cui bloccare i decolli dei bombardieri',
appaiono evidentemente riferiti alle note polemiche relative alla crisi
Usa-Iraq sulla presenza di basi, mezzi e militari Usa e Nato nel territorio
nazionale.
Per quanto noto l'esistenza di dette basi militari Usa e Nato ed il transito
di personale militare e' regolato da accordi internazionali, comunque, non
risulta il passaggio di materiali di armamento in questa giurisdizione.
Qualora la S. V. [Signoria Vostra] ritenesse necessari ulteriori
approfondimenti si resta in attesa di specifiche direttive".
Cosi' la Questura di Roma, e questo e' l'unico atto di indagine presente nel
fascicolo.
Naturalmente non intendo qui e adesso entrare nel merito, ogni lettore
sapra' fare le sue valutazioni.
*
La Procura di Pisa ha acquisito il magro fascicolo della Procura di Roma e
sostanzialmente nulla piu'.
Il sostituto procuratore sulla base di questa mole titanica di indagini ha
prodotto il 27 giugno 2003 il seguente atto, anch'esso di un solo foglio,
che integralmente qui riproduco:
"Al Giudice per le indagini preliminari presso Tribunale di Pisa
Il Pubblico Ministero dott. ..., Sost. Procuratore della Repubblica presso
Tribunale di Pisa,
visti gli atti del procedimento penale di cui in epigrafe;
rilevato la ovvia e manifesta infondatezza della denuncia;
visti gli artt. 408 c. p. p. [codice di procedura penale];
chiede che il Giudice per le indagini preliminari in sede voglia disporre
l'archiviazione del procedimento e ordinare la conseguente restituzione
degli atti al proprio Ufficio.
Manda alla segreteria per gli adempimenti di competenza".
Tutto qui.
*
Ma e' avvenuto o no il trasporto in territorio italiano - ed usando
infrastrutture italiane - di armi di una potenza straniera destinate a una
guerra illegale e criminale che ha provocato enormi devastazioni e stragi ed
e' tuttora in corso? E' avvenuto.
E la legge italiana ammette o proibisce la preparazione di una guerra in
flagrante violazione del diritto internazionale, con il suo portato di
stragi, di crimini di guerra, di crimini contro l'umanita'; ammette o
proibisce la complicita' con tale preparazione di delitti? Le proibisce.
E nel territorio di Pisa armi americane destinate alla guerra illegale,
criminale, stragista, sono transitate o no? Sono transitate.
*
Dunque, come prevede l'art. 410 del codice di procedura penale, presentero'
opposizione avverso la richiesta di archiviazione del sostituto procuratore.
Non posso in coscienza fare altrimenti.
*
Naturalmente la mia fiducia nella magistratura e' immutata, come e' immutato
il mio rispetto per essa.
Ma per l'appunto l'ordinamento mi consente di presentare opposizione,
perche' nessuno e' infallibile, e l'amministrazione della giustizia la si
aiuta esercitando le prerogative che l'ordinamento ci offre, e i doveri che
il sentire morale e il civile convivere impongono.
Si fossero bloccati quei trasporti di strumenti di morte, forse delle vite
umane sarebbero state salvate, forse la preparazione della guerra sarebbe
stata bloccata.
Oggi almeno questo si faccia: accerti la magistratura se crimine vi fu, e se
crimine vi fu (e a me sembra che crimine vi fu) individui, processi e
punisca i colpevoli. Con la forza del diritto, in difesa dell'umanita',
applicando le leggi della Repubblica Italiana.
2. DOCUMENTAZIONE. ESPOSTO DEL 24 FEBBRAIO 2003
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza
alla Procura Generale della Repubblica, Roma
E per opportuna conoscenza:
al Prefetto e al Questore di Pisa, Vicenza, Viterbo, Roma
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo
al Presidente della Repubblica Italiana
al Presidente del Consiglio dei Ministri
al Ministro della Difesa
al Ministro dell'Interno
al Ministro della Giustizia
*
Oggetto: esposto contro i responsabili di detenzione e trasporto in
territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione
terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va
preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita'
preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e
all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale
flagrante violazione della legalita'.
*
Con il presente esposto il sottoscritto Giuseppe Sini, direttore del "Centro
di ricerca per la pace" di Viterbo, con sede in Viterbo, strada S. Barbara
9/E,
- alla luce della dimostrata presenza e trasporto nel territorio italiano di
materiale bellico di una potenza straniera, presenza e trasporto predisposti
al fine di una utilizzazione terroristica e stragista di detti armamenti
nella guerra illegale e criminale che si va preparando, guerra nei cui
confronti l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana vincola il
nostro paese alla piu' intransigente delle opposizioni, e specificamente al
"ripudio" di essa;
- alla luce del dovere di tutti i cittadini italiani di rispettare e
inverare quanto disposto dalla Costituzione, fondamento del nostro
ordinamento giuridico; ed alla luce del dovere di ogni essere umano di
opporsi alle stragi e di difendere la vita di altri esseri umani e
dell'umanita' intera che una nuova scellerata e criminale guerra minaccia;
richiede l'intervento urgente delle competenti autorita' giudiziarie
affinche':
a) si proceda a perseguire penalmente, e ad immediatamente mettere in
condizione di non nuocere, i responsabili della detenzione e del trasporto
in Italia di materiale bellico a fini di prossima e dichiarata utilizzazione
terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va
preparando;
b) si proceda al sequestro di detto materiale bellico;
c) si intervenga a tutela della salute e dell'incolumita' dei cittadini
italiani, minacciati dalla presenza di armi, tra cui anche armi di
sterminio, sia presso le basi militari statunitensi dislocate in territorio
italiano, sia lungo importanti arterie viarie e ferroviarie italiane;
d) si incriminino per favoreggiamento della presenza e del trasporto in
Italia di detto materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e
stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando, tutte
quelle autorita' pubbliche e quei pubblici dipendenti che invece di opporsi
a tale gravissima e pericolosissima presenza e circolazione sul territorio
nazionale italiano di strumenti di sterminio, sostengono gli stragisti che
si dispongono ad usare tali strumenti di morte contro esseri umani innocenti
nella guerra che si va preparando;
e) si incriminino per violazione della Costituzione quei pubblici poteri che
alla guerra illegale e criminale che si va preparando hanno dato la loro
complicita' mettendo illegalmente a disposizione degli stragisti il
territorio, le risorse e le infrastrutture italiane;
f) si incriminino quanti abusando del proprio potere e commettendo un
ulteriore reato non solo non difendono la legalita' costituzionale e il
popolo italiano, ma impediscono ad altri la difesa della legalita'
costituzionale e del popolo italiano, e con cio' stesso si mettono al
servizio dei golpisti, degli stragisti, dei detentori e trafficanti di armi;
g) si incriminino per omissione di soccorso quanti, pur sapendo della
presenza e della circolazione di questi materiali bellici di probabile
prossima utilizzazione terroristica e stragista, omettono di agire per
impedire che essi siano utilizzati per uccidere innocenti;
h) si incriminino per omissione di atti d'ufficio quanti investiti di
specifici pubblici poteri, pur sapendo della presenza e della circolazione
di questi materiali bellici di probabile prossima utilizzazione terroristica
e stragista, omettono di agire nell'ambito dei propri poteri e delle proprie
responsabilita' al fine di impedire il loro prossimo criminale uso ed hic et
nunc la loro criminale circolazione, disponendo in forza della legge ed in
considerazione delle rispettive prerogative istituzionali la cessazione di
tale circolazione, la denuncia di tali presenze, il sequestro di tali armi,
l'arresto dei detentori di esse, l'incriminazione dei mandanti, degli
esecutori e dei complici per i molteplici reati che tale situazione di
gravissima violazione della legalita' italiana configura.
Si richiede il piu' tempestivo intervento.
Si sottolinea che il presente esposto reca palesemente una "notitia
criminis", e di eccezionale gravita'; cosicche' esso rende doveroso a
qualsiasi pubblico ufficiale che ne venga a conoscenza sia di segnalare a
sua volta quanto sopra all'autorita' giudiziaria, sia di intervenire
nell'ambito delle proprie competenze affinche' i reati qui denunciati
vengano fatti cessare ed i responsabili di essi vengano perseguiti
penalmente.
Restando a disposizione per ogni ulteriore comunicazione ed eventuale
opportuno chiarimento, e richiedendo altresi' di essere informato
dell'eventuale archiviazione del presente esposto, vogliate gradire distinti
saluti.
3. DOCUMENTAZIONE. APPELLO AI SINDACI DEL 27 FEBBRAIO 2003
Ai sindaci nel territorio dei cui Comuni sono dislocati o transitano
armamenti destinati ad essere usati a fini terroristici e stragisti
nell'imminente guerra illegale e criminale.
e per opportuna conoscenza: al Ministro dell'Interno, al Ministro della
Difesa, al Ministro della Giustizia, all'Anci, al Coordinamento degli enti
locali per la pace, ai mezzi d'informazione.
Oggetto: richiesta di intervento urgente
*
Egregi signori,
in quanto massima autorita' comunale ed altresi' in quanto massima autorita'
sanitaria comunale e' in vostro potere ed e' vostro dovere disporre
interventi urgenti e cogenti al fine di far rispettare le leggi dello stato,
al fine di tutelare la sicurezza e l'incolumita' dei cittadini, al fine di
prevenire e quindi impedire eventi calamitosi.
E' inoltre dovere vostro, come di tutti e di ciascuno, adoperarvi per quanto
in vostro potere affinche' non si consumino eccidi; adoperarvi per quanto in
vostro potere al fine di salvare vite umane in pericolo.
E' infine obbligo ineludibile per voi rispettare la Costituzione della
Repubblica Italiana cui avete giurato fedelta' e obbedienza nell'atto di
assumere la carica pubblica che ricoprite.
*
La Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 11 testualmente
recita: "L'Italia ripudia la guerra". Cosicche' e' dovere di ogni cittadino
italiano non solo non prender parte a guerre, non solo non promuoverle, ma
anche e piu' precisamente opporsi ad esse.
Vi e' noto che, in flagrante violazione della Costituzione italiana, una
potenza straniera non solo ha dislocato in Italia armi di sterminio, ma in
questi giorni sta effettuando in Italia movimenti di armamenti al fine di
utilizzarli nella guerra di aggressione all'Iraq che sembra imminente.
L'Italia non puo' accettare di ospitare nel suo territorio armi di
sterminio, ed a maggior ragione essendo esse nelle mani di una potenza
straniera, e particolarmente di una potenza straniera che gia' in passato ha
utilizzato persino l'arma atomica contro inermi popolazioni civili.
L'Italia non puo' accettare che nel suo territorio vi siano armi che mettono
in pericolo gia' con la sola loro presenza il nostro popolo e il nostro
territorio, le nostre vite, i nostri beni, il nostro ambiente di vita (si
pensi al rischio di incidenti, ed anche a quello di attentati terroristici).
L'Italia inoltre non puo' accettare di cooperare a una guerra che per la
legge a fondamento del nostro ordinamento giuridico e' illegale e criminale;
non puo' accettare di cooperare alla guerra che si va preparando.
*
Come Sindaci avete una grande responsabilita', ed un grande potere.
Avete il potere di emettere ordinanze che proibiscano la dislocazione e il
transito nel territorio del vostro Comune di armi sia in quanto esse
costituiscono pericolo per la popolazione e l'ambiente hic et nunc, sia in
quanto esse sono intese ad essere usate in una guerra che per la nostra
legge e' un crimine, ed il piu' orribile dei crimini.
Vi chiediamo di assumervi le vostre responsabilita', di adempiere ai vostri
doveri: per proteggere la vostra cittadinanza e il vostro territorio; per
rispettare e inverare la legalita' italiana; per difendere ed applicare la
Costituzione della Repubblica Italiana; per salvare vite umane innocenti in
pericolo; per prevenire e impedire stragi, devastazioni e calamita'.
*
Vi chiediamo pertanto:
1. di emettere un'ordinanza che vieti la dislocazione e il transito nel
territorio del vostro Comune di armi di sterminio e di tutte le armi ed i
materiali militari di cui e' possibile prevedere che verranno utilizzati
nella imminente guerra illegale e criminale;
2. di far intervenire la polizia municipale al fine di imporre il rispetto
dell'ordinanza;
3. di chiedere l'intervento dell'autorita' giudiziaria affinche' proceda al
sequestro delle armi ed all'azione penale nei confronti dei loro detentori e
vettori, degli operatori esecutivi, dei mandanti e dei complici.
*
Auspicando un tempestivo, deciso, decisivo e necessario vostro intervento, e
ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione che vorrete certo dedicare al
presente appello, vogliate gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro.
4. DOCUMENTAZIONE. LETTERA AI SINDACI DEL 26 MARZO 2003
L'ora della scelta: voi potete, voi dovete fermare la macchina bellica
Egregi signori,
la tragedia in corso impone anche a voi una scelta non piu' rinviabile.
*
Dovete scegliere
Dovete scegliere se esser fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana
cui fedelta' avete giurato e nel cui nome esercitate la vostra funzione
pubblica; o se essere complici della guerra terrorista e stragista,
criminale e criminogena, che sta uccidendo migliaia di persone, ne sta
straziando milioni, e mette in pericolo di annientamento l'umanita' intera.
Dovete scegliere se essere fedeli alla legge del vostro paese che coincide
in questo caso con quella della coscienza di ogni essere umano, ed opporvi
alla guerra; o tradire tutto cio' che nell'essere umano vale, ed essere
complici della guerra e delle stragi.
Dovete scegliere. Ed agire di conseguenza.
*
Voi avete un potere grande
Voi avete un potere grande: la legge italiana vi da' il potere di
intervenire con provvedimenti coattivi a difesa degli abitanti e del
territorio del vostro Comune: oggi difendendo i vostri concittadini e il
vostro territorio voi potete difendere l'umanita' intera.
La legge vi da' un potere grande: voi avete il potere di bloccare e
interdire qualunque attivita' nel territorio del vostro Comune metta in
pericolo persone e ambiente.
Voi avete un potere grande. E' il momento di usarlo.
*
Voi potete, voi dovete
Nel vostro territorio sono presenti basi militari di potenze e di alleanze
di cui fanno parte potenze impegnate in una guerra alla quale l'Italia non
solo non puo' partecipare per obbligo di legge, ma alla quale per obbligo di
legge deve opporsi con la massima energia. Voi dovete rispettare la legge,
voi dovete applicarla nel vostro ambito territoriale per quanto di vostra
specifica competenza.
Voi potete emettere un'ordinanza che vieti ogni attivita' delle basi
militari americane e Nato collocate nel vostro territorio.
Voi potete, voi dovete.
Voi potete emettere un'ordinanza che imponga la cessazione di ogni attivita'
e lo smantellamento di ogni struttura presente nel territorio del vostro
Comune che metta in pericolo vite umane. E le attivita' e strutture militari
di potenze straniere e di alleanze inclusive di potenze straniere impegnate
in una guerra illegale e criminale, stragista e terrorista, costituiscono
reato e corpo di reato, delitto e fonte di delitto, crimine e organizzazione
criminale.
Voi potete, voi dovete.
Con una vostra ordinanza voi potete imporre la cessazione di ogni attivita'
assassina, con una vostra ordinanza che difenda la popolazione e il
territorio del vostro Comune, e con essi l'umanita' intera e l'intero
pianeta, e con essi la Costituzione italiana e il diritto internazionale, e
con essi la legge non scritta ma incisa nel fondo della coscienza di ogni
persona: non uccidere.
Voi potete, voi dovete.
*
Fatelo subito
Fatelo. Fatelo subito. Questo vostro gesto di ripristino della legalita'
costituzionale italiana violata dai golpisti complici della guerra, questo
vostro gesto di fedelta' alle leggi e alla coscienza, questo vostro gesto
puo' avere un impatto decisivo nel contrastare la macchina bellica stragista
e terrorista.
Fatelo. Fatelo subito. Ve ne prego dal profondo del cuore.
Fatelo. Fatelo subito. Che non dobbiate domani trovarvi sul banco degli
imputati dei tribunali italiani come complici dei golpisti e dei crimini di
guerra e contro l'umanita' di cui la guerra consiste.
Fatelo. Fatelo subito. Ve ne prego dal profondo del cuore.
Fatelo. Fatelo subito. Contribuite a fermare la macchina bellica.
Contribuite a salvare l'umanita'.
Fatelo. Fatelo subito. Ve ne prego dal profondo del cuore.
5. DOCUMENTAZIONE. BOZZA DI ORDINANZA DEL 30 MARZO 2003
Comune di ...
Il Sindaco
Premesso che
- nel territorio del Comune si trova una base militare di potenza straniera
attualmente impegnata nella guerra in corso in Iraq (o di alleanza inclusiva
di potenze straniere attualmente impegnate nella guerra in corso in Iraq);
- ai sensi della legislazione italiana e secondo il diritto internazionale
tale guerra e' illegale e criminale, e si configura come stragista e
terroristica, di invasione e coloniale;
- l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana fa obbligo alle
istituzioni italiane e al popolo italiano di opporsi alla guerra sia come
"strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli", sia come "mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali";
- lo stesso Consiglio di Sicurezza dell'Onu, per una volta fedele ai
principi e al dettato della Carta istitutiva delle Nazioni Unite, non ha
dato ne' legittimazione ne' avallo alla guerra in corso, che si configura
pertanto inequivocabilmente sia come aggressione criminale e stragista, sia
come attentato alla sicurezza dei popoli del mondo, sia come proditorio
attacco alle istituzioni internazionali, al diritto internazionale, ad un
ordinamento pacifico e democratico del mondo;
- alla luce della Costituzione della Repubblica Italiana ed altresi' alla
luce della Carta delle Nazioni Unite e dei trattati internazionali
dall'Italia sottoscritti, il nostro paese non puo' in alcun modo ne'
avallare ne' sostenere ne' prender parte in alcun modo - anche indiretto - a
tale guerra illegale e criminale; non solo: il nostro paese e' vincolato sia
dalla sua legge fondamentale che dagli impegni assunti in sede
internazionale ad impegnarsi contro la guerra, e quindi hic et nunc per la
sua immediata cessazione, stante l'imperativo cogente alla base del nostro
ordinamento giuridico e democratico del ripudio della guerra;
Considerato che
- la presenza e l'attivita' della base militare de quo costituisce
pertanto - nelle circostanze presenti - una flagrante violazione della
legalita' costituzionale e del diritto internazionale, configurandosi - tale
presenza ed attivita' di base militare di potenza straniera impegnata in una
guerra illegale e criminale - come direttamente implicata e implicante nella
guerra illegale e criminale, della guerra partecipe in quanto effettuale
articolazione della macchina bellica impegnata nella guerra;
- sic stantibus rebus tale presenza e attivita' della base militare de quo
si configura altresi' come criminale e criminogena, confliggente con la
legge italiana e con il diritto internazionale in quanto effettualmente
intesa alla commissione ed al sostegno alla commissione di crimini di guerra
e di crimini contro l'umanita';
- ne discende conseguentemente che tale presenza e attivita' oltre ad essere
illegale e criminale de jure e de facto, costituisce evidente motivo di
pericolo per la pubblica incolumita', sia per il territorio che per la
cittadinanza del Comune, sia per i territori e le popolazioni che della
guerra sono oggi vittime dirette;
- tale pericolo per la pubblica incolumita' costituito dalla presenza e
dall'attivita' della citata base si estrinseca sia nel fatto che essa e'
parte della macchina bellica che materialmente sta commettendo stragi e sta
mettendo in pericolo l'umanita' intera con la guerra illegale e criminale in
corso; sia nel fatto che tale presenza ed attivita' espone il territorio
italiano e segnatamente il territorio di questo Comune a divenire teatro e
bersaglio di azioni di guerra e di terrorismo;
Considerato inoltre che
- la vigente legislazione fa obbligo a tutte le autorita' istituzionali che
hanno giurato fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana nell'atto
di assumere il mandato pubblico ad esse conferito di adempiere a quanto
dalla Costituzione stabilito, e la Costituzione stabilisce il dovere di
legge di ripudiare la guerra, e quindi di impedire l'attivita' bellica
illegale e criminale;
- la vigente legislazione attribuisce specificamente al Sindaco il potere e
il dovere di assumere provvedimenti contingibili ed urgenti nei casi in cui
si presenti la necessita' e l'urgenza ad intervenire a difesa della pubblica
incolumita';
- nella presente circostanza ricorrono tutti i requisiti previsti dalla
legge perche' venga con adeguata motivazione e piena legittimita' emessa
un'ordinanza urgente; e particolarmente:
a) la presenza di un "pericolo grave" tale da costituire "minaccia alla
pubblica incolumita'" (e non vi e' dubbio che una guerra illegale e
criminale sia tale, e che la presenza sul territorio comunale di apparati
bellici di potenza straniera impegnati - direttamente o indirettamente -
nella guerra illecita, terroristica e stragista, costituisca anch'essa un
"pericolo grave" tale da costituire "minaccia alla pubblica incolumita'");
b) l'ordinanza si riferisca ad almeno una delle seguenti materie: sanita',
edilizia, polizia locale (e non vi e' dubbio che la peculiare attuale
situazione di "pericolo grave", situazione configurata dalla guerra e dalla
presenza ed attivita' della macchina bellica, rientri nell'ambito della
difesa del diritto alla salute, di cui il mantenimento della vita umana e'
il fondamento e la "conditio sine qua non", e specificatamente configuri una
"minaccia alla pubblica incolumita'" che e' considerato per unanime consenso
il caso canonico di motivazione di un'ordinanza in tale ambito; ne' vi e'
dubbio che la presenza di una base militare e delle relative infrastrutture
rientri altresi' nell'ambito edilizio e di gestione del territorio; ne' vi
e' dubbio che l'intervento necessario sia palesemente intervento di polizia
locale, trattandosi di impedire la commissione di omicidi, la violazione
della legalita' costituzionale, l'attivita' finalizzata a stragi);
c) l'ordinanza oltre ad avere i requisiti di urgenza ha anche quello della
contingibilita' poiche' e' evidente che - come confermano le reiterate
pronunce del Consiglio di Stato in materia - si tratta di fronteggiare
d'urgenza un pericolo subitaneamente manifestatosi (con l'inizio della
guerra), naturalmente in attesa di altri ulteriori adeguati interventi da
parte delle altre autorita' istituzionali ciascuna nell'ambito delle
competenze ad essa specificamente attribuite;
d) ricorre altresi' il requisito dell'urgenza, stante la pericolosita'
immediata (la guerra illegale e criminale e' in corso; quotidianamente
innumerevoli esseri umani vengono da essa uccisi; e se si volesse
argomentare ad abundantiam vi e' altresi' crescente pericolo dell'estensione
del conflitto a tutte quelle aree territoriali che nell'epoca delle
cosiddette "guerre asimmetriche" possono essere considerate nella guerra
implicate: ed il territorio che ospita una base militare di un esercito
impegnato nella guerra - e come aggressore, ed in una guerra illegale,
terroristica e stragista - e' evidentemente ad altissimo rischio di subire
azioni belliche e/o terroristiche);
e) ricorre inoltre il requisito dell'interesse pubblico: l'ordinanza e'
intesa infatti non a tutelare i diritti di un singolo, ma un interesse
generale e i diritti di intere popolazioni, sia le popolazioni vittime
dirette della guerra in corso, sia la popolazione locale che viene esposta
ad essere bersaglio di attacchi bellici e terroristici in quanto residente
in area contigua a base militare impegnata nella guerra terrorista e
stragista;
f) la legge prevede altresi' che vi sia proporzione tra l'ordine impartito
con l'ordinanza del Sindaco ed il pericolo cui far fronte: criterio inteso
ad evitare eccessi di potere repressivo da parte del Sindaco: ma in questo
caso vi e' piuttosto sproporzione nel senso opposto, poiche' l'intervento
del Sindaco e' ben piccola cosa rispetto all'orrore della guerra illegale e
criminale, e quindi non si configura in alcun modo un eccesso di potere da
parte dell'autorita' comunale, la cui ordinanza e' evidentemente soltanto un
atto dovuto inoppugnabilmente legittimo, necessario, urgente;
Ritenuto quindi che
a) ricorrano le condizioni previste per l'assunzione della presente
ordinanza;
b) sia obbligo di legge difendere la legalita' costituzionale e il diritto
alla vita delle persone minacciate dalla guerra illegale e criminale,
terroristica e stragista;
c) stante l'urgenza a provvedere per fronteggiare il pericolo grave che
minaccia la pubblica incolumita';
Visti
- la Costituzione della Repubblica Italiana;
- la legislazione relativa all'ordinamento degli enti locali e
specificamente relativa alle competenze e agli obblighi di legge del
Sindaco;
- il Codice Penale;
- lo Statuto Comunale;
ordina
1. l'immediata cessazione nel territorio comunale di ogni attivita'
finalizzata, anche indirettamente, alla guerra criminale e illegale in
corso;
2. il sequestro degli oggetti e degli immobili siti nel territorio comunale
che siano anche solo potenzialmente funzionali e/o finalizzati al sostegno,
anche indiretto, della guerra illegale e criminale in corso;
3. la denuncia all'autorita' giudiziaria di tutte le persone coinvolte
nell'attivita' della base militare de quo per complicita' nella guerra
illegale e criminale, terrorista e stragista, guerra che non solo
costituisce flagrante violazione della legalita' costituzionale e del
diritto internazionale, ma che altresi' consiste nella commissione di
crimini di guerra e crimini contro l'umanita' che costituiscono reati
previsti e puniti dall'ordinamento penale italiano.
L'ufficio di Polizia Municipale e' incaricato di dare esecuzione alla
presente ordinanza.
La Polizia Municipale e le forze dell'ordine sono incaricate di far
rispettare la presente ordinanza.
Dispone inoltre
I. l'invio all'autorita' giudiziaria territorialmente competente del
presente atto quale formale denuncia dell'attivita' criminale, terroristica
e stragista implicata e costituita dalla presenza e dall'attivita' nel
territorio italiano - e segnatamente di questo Comune - di base militare di
potenza straniera impegnata in una guerra illegale e criminale;
II. l'invio del presente atto al Questore ed al Prefetto territorialmente
competenti, ed al Presidente della Repubblica ed al Presidente del Consiglio
dei Ministri; oltre che al Presidente del Tribunale ed al Procuratore della
Repubblica presso il Tribunale giurisdizionalmente competenti; invio
effettuato ad ogni buon fine, per opportuna conoscenza ed ai fini
dell'adozione ope legis dei provvedimenti di specifica competenza;
III. l'affissione della presente ordinanza con manifesti murali nel
territorio comunale e la pubblicazione di essa sui principali organi
d'informazione locali e nazionali.
6. DOCUMENTAZIONE. ESPOSTO DEL 12 AGOSTO 2003
Esposto sulla violazione della Costituzione della Repubblica Italiana
costituita dalla partecipazione militare italiana alla guerra in corso in
Iraq e alla illegittima, criminale e criminogena occupazione militare
dell'Iraq da parte di potenze straniere li' insediatesi attraverso la
commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita'.
Il sottocritto responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo,
espone quanto segue:
1. In Iraq l'Italia sta prendendo parte con proprie forze militari ad una
guerra: una guerra di occupazione coloniale; una guerra che ogni giorno
provoca nuove vittime.
Il fatto che tale guerra di occupazione coloniale e razzista si svolga
proprio in uno dei luoghi ove e' sorta la civilta' umana, la terra tra il
Tigri e l'Eufrate, manifesta con ancora maggior evidenza la barbarie di tale
aggressione.
2. Che in Iraq vi sia uno stato di guerra ed una illegale, criminale e
criminogena occupazione miltare da parte di potenze straniere che hanno
aggredito e occupato quello stato al di fuori di ogni norma giuridica ed
anzi in aperta violazione del diritto internazionale, ed attraverso la
commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita', e' del tutto
palese.
Il fatto che in quello stato precedentemente fosse al potere un feroce
criminale regime totalitario e stragista non giustitfica in alcun modo la
commissione di nuovi eccidi e l'imposizione di un regime di occupazione
coloniale.
La popolazione irachena, gia' vittima del sanguinario regime di Saddam
Hussein (lungamente sostenuto - e quindi esplicitamente favoreggiato nei
suoi crimini - sia politicamente, che economicamente e militarmente, anche
dal nostro paese e dagli altri le cui truppe oggi occupano quel paese),
delle feroci repressioni e delle orribili guerre degli ultimi decenni (nel
corso delle quali sono state usate armi di sterminio di massa che hanno
anche enormemente inquinato l'ambiente e provocato gravissime patologie),
dello scellerato embargo che per oltre un decennio ha provocato innumerevoli
morti e sofferenze, continua a subire sofferenze immani a causa della guerra
in corso e dell'attuale occupazione militare straniera, coloniale e
razzista.
3. E' indiscutibile che la partecipazione italiana a tale guerra in corso ed
a tale attuale illegale e criminale occupazione militare straniera coloniale
e razzista viola fragrantemente il dettato della Costituzione della
Repubblica Italiana che all'articolo 11 esplicitamente ne fa divieto.
Con il presente esposto si richiede pertanto:
a) alle competenti magistrature: di intervenire per ripristinare la
legalita' costituzionale violata, punire i colpevoli di tale crimine, e -
conseguenza di grandissimo peso - far si' che i soldati italiani li'
dislocati siano immediatamente richiamati in patria, cosi' garantendo la
salvezza delle vite loro e altrui attualmente in grave pericolo, ed
impedendo altresi' ad essi di rischiare di trovarsi coinvolti nella
commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita';
b) ai poteri esecutivo, legislativo e di garanzia della Costituzione cui il
presente esposto e' altresi' inviato per opportuna conoscenza e per quanto
di loro specifica competenza: di far cessare immediatamente l'llegale e
criminale partecipazione italiana alla guerra e all'occupazione militare
coloniale in corso in Iraq; e di mettere a disposizione invece adeguate
risorse per un intervento esclusivamente umanitario asolutamente necessario
ed urgente in favore della popolazione irachena.
7. DOCUMENTAZIONE. LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL 22 AGOSTO 2003
Al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente del Consiglio dei
Ministri, al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della
Camera dei Deputati e per opportuna conoscenza a vari altri soggetti
istituzionali.
Richiesta urgente di ripristino della legalita' costituzionale e di
cessazione della partecipazione di forze armate italiane alla guerra in
corso in Iraq.
Egregi signori,
come e' a tutti evidente in Iraq e' in corso una guerra sanguinosissima, la
commissione di reiterati crimini di guerra e crimini contro l'umanita', una
occupazione militare illegale e criminale.
*
Come e' a tutti noto in questo momento nell'Iraq in guerra, devastato e
occupato militarmente dagli eserciti invasori di potenze straniere, anche
l'Italia e' presente con proprie forze armate, le quali - indipendentemente
dalle buone intenzioni e dalle dichiarazioni ufficiali - tanto dal punto di
vista della popolazione occupata, quanto dal punto di vista del diritto
internazionale, cosi' come alla luce della nostra legislazione correttamente
interpretata, cosi' come secondo la coscienza di ogni persona di retto
discernimento, sono a tutti gli effetti parte delle truppe di invasione ed
occupazione, sono a tutti gli effetti parte della guerra in corso.
Con la conseguenza - peraltro - che i militari italiani cola' dislocati sono
esposti al rischio - enorme e crescente - tanto di perdere la vita quanto di
assassinare altre persone; e con la sola loro presenza sono gia' coinvolti
nel delitto della guerra e dell'occupazione illegale e criminale, e sono
gia' altresi' resi complici - oltre che vittime - della violazione della
legalita' costituzionale.
*
Come voi ben sapete, l'Italia non puo' prender parte a una guerra che non
sia di difesa del nostro popolo e del nostro paese, ed a maggior ragione a
una guerra di aggressione, ed a maggior ragione a una guerra di aggressione
stragista e di occupazione militare coloniale, come e' quella in corso in
Iraq.
L'Italia non puo' prendervi parte perche' glielo proibisce la Costituzione
della Repubblica Italiana oltre che i fondamentali trattati internazionali
dal nostro Paese sottoscritti.
La partecipazione alla guerra e' quindi un duplice crimine: in se' e per le
sue conseguenze concrete a danno di esseri umani, ed in quanto infrange il
nostro ordinamento giuridico nel suo fondamento costituzionale configurando
un vero e proprio colpo di stato.
*
E' quindi assolutamente indispensabile che con la massima tempestivita' si
provveda:
a) al ritiro immediato delle forze armate italiane dal teatro di guerra
iracheno;
b) ad un energico impegno diplomatico del nostro paese sia per la cessazione
della guerra e dell'invasione ed occupazione militare dell'Iraq, sia per la
promozione della democrazia e della difesa dei diritti umani in Iraq nel
riconoscimento della sovranita' del popolo iracheno;
c) ad un piano di invio di ingenti aiuti umanitari, piano del tutto
incompatibile con la partecipazione alla guerra, con l'illegale e criminale
occupazione militare.
*
Egregi signori,
vi chiediamo il piu' tempestivo intervento affinche' si ripristini
immediatamente la legalita' costituzionale e cessi la partecipazione
italiana alla guerra e all'invasione ed occupazione miltare dell'Iraq.
*
Egregi signori,
per quanto sgradevole sia ricordarlo, tuttavia ci corre l'obbligo di
evidenziare che voi avete il dovere di assumere iniziative in tal senso; che
voi avete l'obbligo di ottemperare a quanto disposto dalla Costituzione cui
avete giurato fedelta' ed in forza della quale esercitate la vostra
autorita' istituzionale e la vostra funzione di rappresentanza del popolo
italiano.
Un vostro atteggiamento corrivo allo status quo, implicherebbe da parte
vostra il persistere nel reato - gravissimo - di violazione della
Costituzione, e di effettuale complicita' in crimini di guerra e crimini
contro l'umanita'.
*
Egregi signori,
Voi avete il potere di far cessare la partecipazione italiana alla guerra,
voi avete il dovere di esercitarlo. E' la legge fondamentale del nostro
ordinamento giuridico che ve lo impone. Sappiate, in questo terribile
frangente, seguire cio' che la legge e la coscienza dettano.
8. DOCUMENTAZIONE. UN'ISTIGAZIONE A NON DELINQUERE, DEL 22 FEBBRAIO 2003
Del dovere morale e civile di fermare i treni che recano armi per la guerra
che si va preparando.
Un'istigazione a non delinquere: ovvero a rispettare la Costituzione, a
salvare vite umane, a fermare la macchina bellica con l'azione diretta
nonviolenta.
*
E' la Costituzione della Repubblica Italiana che dice ai cittadini italiani:
"ripudia la guerra".
E' uno dei suoi principi fondamentali; e' il valore supremo che afferma
nell'ambito delle relazioni internazionali: "ripudia la guerra".
Se ad essa Costituzione il governo, il parlamento, il capo dello Stato
fossero restati fedeli, se non avessero infranto un solenne giuramento in
forza del quale sono legittimati ad esercitare il potere loro attribuito, se
non avessero violato la legalita' nella forma piu' flagrante e gravida di
sciagurate conseguenze, gli attuali trasporti di materiale bellico in
territorio italiano da parte di chi una guerra illegale e criminale
scelleratamente prepara ed ha gia' reiteratamente proditoriamente
annunciato, ebbene, non avrebbero potuto aver luogo, sarebbero stati
proibiti dalle pubbliche autorita' in nome della legge.
*
Quei materiali bellici - se non li si fermera' - di qui a poco saranno
utilizzati per commettere crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
Il loro uso - se non lo si impedira' - provochera' la morte di innumerevoli
innocenti.
Il loro transito nel nostro territorio rende l'Italia favoreggiatrice degli
stragisti.
Permettere che giungano a destinazione vuol dire rendersi complici della
guerra onnicida, vuol dire violare il comando supremo della nostra
Costituzione: "ripudia la guerra".
E dunque e' giusto e necessario bloccare con l'azione diretta nonviolenta i
treni che recano gli strumenti della morte, le armi delle stragi annunciate.
E dunque e' un atto di fedelta', di rispetto e di inveramento della legge
fondamentale del nostro ordinamento giuridico impedire che le armi
efficienti alla guerra illegale e criminale possano giungere a destinazione,
possano essere usate, possano colpire i loro viventi umani bersagli.
*
Su quei binari a fermare quei treni che trasportano armi ci dovrebbe essere
il capo dello Stato della Costituzione supremo garante, ci dovrebbe essere
ogni pubblico ufficiale che alla Costituzione ha giurato fedelta'.
Se loro non ci sono, cio' va a loro infamia.
Ci sono invece dei cittadini italiani che con questa azione diretta
nonviolenta si stanno impegnando per salvare delle vite umane, stanno
difendendo la dignita' del nostro popolo e la legge fondamentale del nostro
paese, stanno obbedendo alla Costituzione, stanno adempiendo a un dovere di
legalita' e di umanita'.
Si renda loro onore e li si aiuti.
*
Con queste righe, non potendo oggi essere li' fisicamente, vogliamo
dichiarare la nostra persuasa condivisione dell'azione diretta nonviolenta
per fermare i carichi di armi destinati alla guerra illegale e criminale. E
vogliamo dichiarare che intendiamo condividere le conseguenze che per aver
realizzato una rigorosa e doverosa azione diretta nonviolenta ai
protagonisti di essa, in quanto si atterranno scrupolosamente ai principi
della nonviolenza, deriveranno.
E vogliamo invitare ancora una volta tutti a sostenere ogni azione diretta
nonviolenta che nel rigoroso rispetto della incolumita' e della dignita' di
ogni essere umano si opponga concretamente, limpidamente e
intransigentemente alla macchina bellica, e con cio' sia di adempimento al
dovere di salvare delle vite umane in pericolo, sia di adempimento al dovere
sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "ripudia la guerra".
9. DOCUMENTAZIONE. BLUES DEL TRENO DELLA MORTE, PUBBLICATO IL 23 FEBBRAIO
2003
[Raccontava nella presentazione parlata l'anonimo autore di questo blues che
aveva cominciato il suo impegno politico quando aveva quattordici anni,
bloccando treni occupando binari in nome della dignita' di ogni essere
umano; e aggiungeva che da allora non aveva piu' smesso di lottare, e sempre
piu' si era accostato alla nonviolenza all'ascolto di Mohandas Gandhi, di
Martin Luther King, del movimento delle donne; e affermava di pensare che se
in Europa nella prima meta' del Novecento tanta piu' gente si fosse messa
sui binari, tante stragi e tanti orrori sarebbero stati evitati; poi
tossiva, si schiariva la voce, cominciava a maltrattare la chitarra, e
diceva, accennando una subito soffocata intonazione, all'incirca le parole
seguenti (la traduzione, frettolosa, e' del nostro collaboratore Benito
D'Ippolito - che e' anche l'estensore di questa breve nota di
presentazione)]
E tu fermalo il treno della morte
col tuo corpo disarmato sui binari
con la voce che si oppone all'urlo roco
delle bombe, delle fruste al vile schiocco.
E tu fermalo il treno della morte
sono pochi gli oppressori, innumerevoli
le vittime, non possono arrestarci
se tutti insieme ce li riprendiamo i diritti, la terra, la vita.
E tu fermalo il treno della morte
con la tua persona fragile sconfiggi
gli apparati e gli strumenti della guerra
e salva il mondo con la tua persona fragile.
E tu fermalo il treno della morte
perche' tu, cosi' indifeso, puoi fermarlo
col tuo corpo, la tua voce, la speranza
che sa unire tante braccia, e sa fermarlo
maledetto il treno nero della morte.
E tu fermalo e cosi' ferma la guerra.
10. DOCUMENTAZIONE. SETTE CRITERI PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA, DEL 25
FEBBRAIO 2003
* Sette criteri di condotta per l'azione diretta nonviolenta del blocco dei
mezzi di trasporto che recano armi che verranno utilizzate per le azioni
terroristiche e stragiste di cui consistera' l'annunciata guerra illegale e
criminale.
* Scegliamo la nonviolenza per difendere la pace e la vita umana, per
difendere la legalita' costituzionale e il diritto internazionale.
*
1. A un'azione diretta nonviolenta possono partecipare solo le persone che
accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza
durante tutto lo svolgimento dell'azione diretta nonviolenta stessa
(ricordando che, come sempre, la fase piu' difficile e' la conclusione).
*
2. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con
tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
*
3. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini
dell'azione diretta nonviolenta cui prendono parte, nel caso specifico del
blocco del trasporto di armamenti destinati alla guerra cio' significa fare
un'azione rigorosamente nonviolenta e concretamente efficace:
- per impedire la guerra, le stragi, le devastazioni; cioe' per salvare
delle vite umane, come e' diritto e dovere di ogni essere umano;
- per rispettare ed inverare con il proprio impegno personale la legalita'
costituzionale e il diritto internazionale che proibiscono questa guerra.
*
4. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente anche le possibili
conseguenze personali della partecipazione all'azione diretta nonviolenta
cui prendono parte, nel caso specifico del blocco del trasporto di armamenti
destinati alla guerra cio' vale a dire essere consapevoli che ogni singolo
partecipante puo' andare incontro alla possibilita' di denuncia, di fermo e
di arresto, di procedimento penale e di condanna a sanzione sia pecuniaria
che detentiva.
Queste possibilita' vanno seriamente esaminate prima di prendere parte
all'azione diretta nonviolenta; una volta decisisi a partecipare e se esse
si verificassero si ha il dovere di accettare pacificamente e onestamente
tali conseguenze, e ad esse nessuno deve cercare di sottrarsi.
Tra le imputazioni possibili vi sono l'interruzione di pubblico servizio,
l'attentato alla sicurezza dei trasporti, l'istigazione a delinquere (questo
stesso testo puo' essere considerato istigazione a delinquere), con
l'aggravante del concorso essendo in piu' persone a compiere l'azione
diretta nonviolenta.
Tutti i partecipanti devono essere muniti di documenti di identita' e devono
esibirli su richiesta delle forze dell'ordine (non farlo e' reato); tutti i
partecipanti hanno il dovere di non provocare danni alle persone,
all'ambiente o ai beni; tutti i partecipanti devono avere un atteggiamento
di massimo rispetto nei confronti di tutte le persone e soprattutto nei
confronti delle forze dell'ordine.
Tutti i partecipanti devono saper spiegare le ragioni dell'iniziativa
nonviolenta e chiarire che la propria condotta sara' comunque rigorosamente
nonviolenta; e poiche' si occuperanno le aree di transito die mezzi di
trasporto con il proprio corpo, qualora si venga spostati di peso non si
deve in alcun modo ne' opporre resistenza, ne' lanciare offese ne' minacce:
e' bene continuare a parlare serenamente e rispettosamente anche con le
persone che materialmente sposteranno i partecipanti, rassicurandoli che la
nostra azione non e' affatto contro di loro e non intendiamo in alcun modo
ne' offenderli ne' far loro del male, e che anzi l'azione diretta
nonviolenta e' eseguita per difendere la legalita' costituzionale che e'
stata violata da chi illegalmente e criminalmente ha promosso o sta
favoreggiando la guerra in preparazione.
*
5. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno: se una sola persona tra i partecipanti
all'azione diretta nonviolenta dice o fa delle stupidaggini, o una sola
persona per responsabilita' dei partecipanti all'azione diretta nonviolenta
si fa male, l'azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente
fallita, e deve essere immediatamente sospesa;
- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori,
eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta
nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo
caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre
stragi ed atrocita', salvare delle vite umane, difendere la legalita'
costituzionale e il diritto internazionale);
- dire sempre e solo la verita';
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed
annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno
deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede
lealta' e disciplina;
- assumersi pienamente la responsabilita' delle proprie azioni e quindi
subire anche le conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza
altrui.
*
6. Occorre chiarire che chi non accetta queste regole non puo' partecipare
all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli
altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' e deve essere rigorosamente
nonviolenta.
*
7. E' bene che chi promuove azioni dirette nonviolente fornisca a tutti i
partecipanti per iscritto le regole di condotta condivise, e meglio ancora
sarebbe se esse venissero discusse e definite tra tutti i partecipanti col
metodo del consenso.
Questo testo puo' essere un canovaccio utilizzabile a tal fine: se condiviso
puo' essere riprodotto in volantini e cartelloni.
E' inoltre bene che le regole di condotta condivise dai partecipanti
all'azione diretta nonviolenta vengano fatte conoscere anche alle forze
dell'ordine, alle varie autorita' ed a tutte le altre persone che si
trovassero nel luogo in cui si svolge l'azione diretta nonviolenta dandone
una copia scritta ad ogni persona presente, oltre che a tutti i mezzi
d'informazione.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben@libero.it;
angelaebeppe@libero.it; mir@peacelink.it, sudest@iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info@peacelink.it
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac@tin.it
Numero 668 del 9 settembre 2003