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Un quesito per amatori
- Subject: Un quesito per amatori
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac@tin.it>
- Date: Thu, 4 Sep 2003 14:26:34 +0200
Ad alcune persone amiche
e ad alcuni mezzi d'informazione
UN QUESITO PER AMATORI
Cari amici,
nel periodo in cui dall'Italia partivano armi americane destinate a far
strage in Iraq, presentai un esposto ad alcune Procure "contro i
responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale
bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra
illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un
intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al
sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei
responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'".
E questa e' la premessa.
*
Noi archivisti
Qualche settimana fa mi e' giunta la notifica della richiesta di
archiviazione presentata al Gip da parte della Procura di Viterbo, ho letto
la motivazione, mi e' sembrata fondamentalmente corretta (i fatti che
segnalavo non si sono svolti nel territorio di competenza, ed io stesso
avevo provveduto a segnalarli anche ad altre Procure giurisdizionalmente
competenti), e pur essendo in mio potere di presentare opposizione ho
ritenuto giusto accettare quella decisione.
Mi e' giunta il 2 settembre la notifica di analoga richiesta di
archiviazione da parte della Procura di Pisa al relativo Gip.
E qui la situazione e' un po' diversa.
Poiche' non vi e' dubbio che i trasporti di armi destinate alla guerra
illegale e criminale in Iraq, ed alla commissione di crimini di guerra e
contro l'umanita' in quel luogo, hanno riguardato sicuramente anche il
territorio che ricade sotto la competenza degli uffici giudiziari di Pisa.
Come e' noto ho dieci giorni di tempo dalla notifica per prendere visione
degli atti e presentare opposizione con richiesta motivata di prosecuzione
delle indagini preliminari.
E qui mi si pone il problema di decidere cosa devo fare; problema che ha,
direi, due aspetti particolamente rilevanti, uno di carattere generale,
l'altro - chiedo venia - personale.
*
Il primo aspetto
Il primo aspetto e' presto detto: mi sembra che varrebbe la pena di
insistere nella richiesta alla magistratura affinche' con un processo penale
in un'aula di giustizia si verifichi se vi fu violazione della legalita', se
vi fu commissione di crimini, ed affinche' di quei crimini, se crimini vi
sono stati ed a me pare ovviamente di si', si perseguano i responsabili
tutti.
E' evidente, dal momento che all'epoca presentai quell'esposto, che
personalmente sono persuaso del fatto che gravissima violazione della
legalita' vi fu, e che ritengo doveroso che la magistratura intervenga e si
pronunci (avrei preferito che intervenisse allora, forse avrebbe potuto
contribuire a salvare tante vite umane).
Alla luce di questo vorrei andare a Pisa, leggere le carte, estrarne copia
e, se la richiesta di archiviazione non fosse motivata con argomentazioni
incontrovertibili (cosa che ignoro non avendone ancora preso visione),
presentare opposizione ed impegnarmi per la prosecuzione dell'azione
giudiziaria.
Credo che sarebbe la cosa giusta. Credo che il figlio della levatrice di
Atene o il professor Immanuel Kant mi direbbero di farlo.
*
Il secondo aspetto
Il secondo aspetto e' piu' spiacevole da dirsi, ma non meno cogente: non
credo di avere risorse economiche sufficienti a poter proporre una
prosecuzione del procedimento, gia' solo dover andare a Pisa piu' volte,
spendere quel che occorre di marche da bollo, chiedere a un amico avvocato
di assistermi cola', dover sperare che si arrivi a un dibattimento ed
affrontare i costi che gia' anche solo una persona offesa e forse possibile
parte civile deve affrontare, implica un carico di spesa al di fuori della
mia portata.
*
Una digressione
E qui devo fare una digressione, e me ne scuso, ma chi vuole puo' saltare
questo paragrafo, non ci perde niente.
Lo dico con dispiacere e so che e' antipatico: il fatto e' che io non sono
di quelli che - beati loro - hanno le tasche gonfie di soldi, che godono di
prebende, e che passano soffice la vita ad andare in giro da un convegno
all'altro, da una manifestazione all'altra, da una conferenza stampa
all'altra (e - sia detto per inciso - mi sono sempre chiesto dove trovino i
soldi e il tempo per poter condurre vite cosi' agiate, il lavoro di chi
produce il loro agio e consente i loro consumi, e se questo tenore di vita
non sia in contrasto con le affemazioni, che sovente odo da parte di taluni
di essi i meno avvertiti, di essere i rappresentanti dei poveri e degli
oppressi: i poveri e gli oppressi raramente fanno turismo, e sia pure
turismo convegnistico e militante). So che e' ancor piu' antipatico dirlo,
ma valga il vero: per le scelte di vita e di militanza che ho fatto ho gia'
avuto la mia razione di fame e di persecuzioni (tra altre piacevolezze ho
ancora in corso, e da molti anni, non so neppure quanti processi in cui
imprenditori e faccendieri collegati ai poteri mafiosi, imprese di
tangentopoli, politicanti corrotti e corruttori, mi accusano di diffamazione
a mezzo stampa per aver denunciato le loro malefatte; e pur avendo io del
tutto ragione, ed essendo assistito da eccellenti avvocati amici, i costi
dei procedimenti sono comunque per me cosi' esorbitanti che se ci penso mi
toglie il fiato).
*
In breve: non credo di poter sostenere i costi di un procedimento che pure
ho fortissimamente voluto avviare e che adesso devo decidere, e decidere in
pochissimi giorni, se cercare di far proseguire o lasciare che finisca in
archivio.
*
In guisa di superflua postilla
Mi dico: sarebbe cosa buona e giusta, ed utile assai, se si riuscisse ad
ottenere il pronunciamento di una corte di giustizia sul crimine che nel mio
esposto segnalavo.
Mi dico anche: ti rendi conto che rischi di andare incontro a costi di gran
lunga esorbitanti le tue possibilita'?
Mi dico ancora: non so se anche altri hanno presentato denunzie o esposti in
quel frangente, e magari altri procedimenti sono stati avviati e magari sono
gia' incardinati i dibattimenti (in questo caso questa archiviazione sarebbe
ininfluente e mi potrei mettere l'anima in pace). Ma se questo fosse l'unico
procedimento avviato, e potesse sortire qualche esito utile a contrastare
guerre e stragi, come potrei lasciare che si archivi senza almeno presentare
opposizione?
In questa situazione mi trovo, sono gia' passati due giorni su dieci. E
mastico amaro.
Ho voluto almeno scriverne, e farvelo sapere.
Un cordiale saluto,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 4 settembre 2003
* * *
Allego due appendici ad uso di coloro che le ritenessero utili:
a) il testo integrale dell'esposto;
b) una notizia sul sottoscritto ad uso dei mezzi d'informazione.
*
Appendice prima
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza
alla Procura Generale della Repubblica, Roma
E per opportuna conoscenza:
al Prefetto e al Questore di Pisa, Vicenza, Viterbo, Roma
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo
al Presidente della Repubblica Italiana
al Presidente del Consiglio dei Ministri
al Ministro della Difesa
al Ministro dell'Interno
al Ministro della Giustizia
*
Oggetto: esposto contro i responsabili di detenzione e trasporto in
territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione
terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va
preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita'
preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e
all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale
flagrante violazione della legalita'.
*
Con il presente esposto il sottoscritto Giuseppe Sini, direttore del "Centro
di ricerca per la pace" di Viterbo, con sede in Viterbo, strada S. Barbara
9/E,
- alla luce della dimostrata presenza e trasporto nel territorio italiano di
materiale bellico di una potenza straniera, presenza e trasporto predisposti
al fine di una utilizzazione terroristica e stragista di detti armamenti
nella guerra illegale e criminale che si va preparando, guerra nei cui
confronti l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana vincola il
nostro paese alla piu' intransigente delle opposizioni, e specificamente al
"ripudio" di essa;
- alla luce del dovere di tutti i cittadini italiani di rispettare e
inverare quanto disposto dalla Costituzione, fondamento del nostro
ordinamento giuridico; ed alla luce del dovere di ogni essere umano di
opporsi alle stragi e di difendere la vita di altri esseri umani e
dell'umanita' intera che una nuova scellerata e criminale guerra minaccia;
richiede l'intervento urgente delle competenti autorita' giudiziarie
affinche':
a) si proceda a perseguire penalmente, e ad immediatamente mettere in
condizione di non nuocere, i responsabili della detenzione e del trasporto
in Italia di materiale bellico a fini di prossima e dichiarata utilizzazione
terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va
preparando;
b) si proceda al sequestro di detto materiale bellico;
c) si intervenga a tutela della salute e dell'incolumita' dei cittadini
italiani, minacciati dalla presenza di armi, tra cui anche armi di
sterminio, sia presso le basi militari statunitensi dislocate in territorio
italiano, sia lungo importanti arterie viarie e ferroviarie italiane;
d) si incriminino per favoreggiamento della presenza e del trasporto in
Italia di detto materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e
stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando, tutte
quelle autorita' pubbliche e quei pubblici dipendenti che invece di opporsi
a tale gravissima e pericolosissima presenza e circolazione sul territorio
nazionale italiano di strumenti di sterminio, sostengono gli stragisti che
si dispongono ad usare tali strumenti di morte contro esseri umani innocenti
nella guerra che si va preparando;
e) si incriminino per violazione della Costituzione quei pubblici poteri che
alla guerra illegale e criminale che si va preparando hanno dato la loro
complicita' mettendo illegalmente a disposizione degli stragisti il
territorio, le risorse e le infrastrutture italiane;
f) si incriminino quanti abusando del proprio potere e commettendo un
ulteriore reato non solo non difendono la legalita' costituzionale e il
popolo italiano, ma impediscono ad altri la difesa della legalita'
costituzionale e del popolo italiano, e con cio' stesso si mettono al
servizio dei golpisti, degli stragisti, dei detentori e trafficanti di armi;
g) si incriminino per omissione di soccorso quanti, pur sapendo della
presenza e della circolazione di questi materiali bellici di probabile
prossima utilizzazione terroristica e stragista, omettono di agire per
impedire che essi siano utilizzati per uccidere innocenti;
h) si incriminino per omissione di atti d'ufficio quanti investiti di
specifici pubblici poteri, pur sapendo della presenza e della circolazione
di questi materiali bellici di probabile prossima utilizzazione terroristica
e stragista, omettono di agire nell'ambito dei propri poteri e delle proprie
responsabilita' al fine di impedire il loro prossimo criminale uso ed hic et
nunc la loro criminale circolazione, disponendo in forza della legge ed in
considerazione delle rispettive prerogative istituzionali la cessazione di
tale circolazione, la denuncia di tali presenze, il sequestro di tali armi,
l'arresto dei detentori di esse, l'incriminazione dei mandanti, degli
esecutori e dei complici per i molteplici reati che tale situazione di
gravissima violazione della legalita' italiana configura.
Si richiede il piu' tempestivo intervento.
Si sottolinea che il presente esposto reca palesemente una "notitia
criminis", e di eccezionale gravita'; cosicche' esso rende doveroso a
qualsiasi pubblico ufficiale che ne venga a conoscenza sia di segnalare a
sua volta quanto sopra all'autorita' giudiziaria, sia di intervenire
nell'ambito delle proprie competenze affinche' i reati qui denunciati
vengano fatti cessare ed i responsabili di essi vengano perseguiti
penalmente.
Restando a disposizione per ogni ulteriore comunicazione ed eventuale
opportuno chiarimento, e richiedendo altresi' di essere informato
dell'eventuale archiviazione del presente esposto, vogliate gradire distinti
saluti.
Giuseppe Sini
direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 24 febbraio 2003
Mittente: Giuseppe Sini
c/o Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
*
Appendice seconda
Notizia sull'autore di questo intervento
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo fin
dalla sua fondazione negli anni '70, e' stato per anni consigliere comunale
e provinciale caratterizzando la sua attivita' amministrativa
particolarmente con l'impegno contro la criminalita' e la corruzione, per i
diritti, per la difesa dell'ambiente.
Militante politico, negli anni '70 e fino al 1984 e' stato anche segretario
provinciale di Viterbo del Pdup.
Dagli anni '70 e' stato partecipe - e talora promotore e animatore - di
esperienze di solidarieta' concreta sia con persone in condizioni di
difficolta', sia con i popoli oppressi.
Ha partecipato - e talvolta ha promosso e animato - varie iniziative contro
l'emarginazione sociale, contro le istituzioni totali, per il diritto
all'assistenza, alla solidarieta', al rispetto della dignita' umana di ogni
persona.
Ha preso parte a varie esperienze di impegno in difesa dell'ambiente e
contro un modello di sviluppo distruttivo; di alcune di queste esperienze e'
stato il principale animatore.
Come pubblico amministratore, come giornalista e come socio del
"Coordinamento Antimafia" di Palermo ha condotto dagli anni '80 iniziative
di inchiesta, sensibilizzazione e denuncia contro il regime della corruzione
e la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio.
L'impegno principale, fin dagli anni '70, e' quello pacifista,
antimilitarista ed antirazzista, per i diritti umani, di solidarieta'
internazionale, di solidarieta' concreta: e' stato il principale animatore
dell'opposizione alle servitu' militari nel viterbese.
Nel 1987 e' stato coordinatore per l'Italia della campagna internazionale di
solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime
razzista sudafricano.
Ha promosso e presieduto, con l'autorizzazione dei familiari e la
partecipazione di illustri relatori, il primo convegno nazionale di studi
dedicato alla figura e all'opera di Primo Levi.
Per le sue iniziative di opposizione nonviolenta alla guerra e in difesa
della legalita' costituzionale nel '91 e nel '99 ha subito procedimenti
giudiziari risoltisi con esito a lui pienamente favorevole.
Nel 1999 ha ideato e realizzato l'azione diretta nonviolenta delle
"mongolfiere per la pace" con cui bloccare i decolli dei bombardieri dalla
base militare di Aviano ostruendo lo spazio aereo di decollo antistante la
base.
Ha promosso e tenuto corsi di educazione alla pace presso enti locali, enti
di servizio civile e scuole.
Ha promosso la proposta di legge per la formazione alla nonviolenza degli
operatori delle forze dell'ordine.
Autore di varie pubblicazioni, dopo essere stato nei decenni '80 e '90 sia
editorialista che direttore responsabile di vari periodici locali, dal 2000
ha fondato e dirige il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e'
in cammino".
* * *